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CLUB FINANZA DIMPRESA

QUADERNO

INFORMATIVO:

La gestione del rischio

La gestione del portafoglio crediti commerciali rimane una


funzione chiave in ogni azienda poich lincasso effettivo dai
propri clienti rappresenta la conclusione fondamentale del ciclo
attivo. Per le banche, la conoscenza della qualit del portafoglio
commerciale rappresenta un elemento base della valutazione
creditizia (assegnazione del rating).
Realizzare una policy aziendale diffusa per la gestione del credito
significa acquisire una maggiore consapevolezza di alcuni fattori
di rischio che possono compromettere il raggiungimento degli
obiettivi di business e porre l'accento sullo sviluppo di adeguati
controlli (pre-credit control), tecniche di gestione (reporting) e
comportamenti organizzativi volti a mitigarne l'esposizione.
Il Club finanza dimpresa ha dedicato il quinto quaderno di
appunti allimpatto
finanziario/economico della gestione del
credito commerciale quale elemento di pianificazione delle scelte
di strategia finanziaria e di accesso al credito.
Beppe Manzitti
Presidente Sezione Finanza e Assicurazioni

LA GESTIONE DEL RISCHIO SUL CREDITO COMMERCIALE


Linvestimento in capitale circolante netto
La gestione dei rischi finanziari, intesa come linsieme dei criteri di valutazione e di controllo delle
leve aziendali, tema che negli ultimi due decenni ha visto aumentare linteresse delle imprese ed
in particolare di amministratori, dirigenti e organi di controllo. La gestione del capitale circolante e
delle variabili che concorrono allandamento dei crediti commerciali rivestono ormai un ruolo
fondamentale nelle aziende in quanto lequilibrio economico e finanziario dipende in buona parte
dalla corretta gestione dei rapporti con i clienti e con i fornitori. Il credito commerciale pu
divenire un elemento cruciale ai fini della creazione del valore ed anzi, per determinati settori
merceologici, rappresenta la posta pi rilevante nellattivo di bilancio.
Negli ultmi 10 anni le grandi imprese hanno provveduto a ridurre e diversificare il proprio
fabbisogno finanziario attraverso:

Coordinamento dei ritmi di investimento e cicli di generazione delle risorse,


Controllo sul capitale circolante netto (C.C.N.) al fine di generare CASH-FLOW =
autofinanziamento,
Ottimizzazione della gestione finanziaria,
Miglioramento della posizione finanziaria con aumento di mezzi propri e ristrutturazione del
debito.

Per contro le PMI hanno invece visto aumentare la propria dipendenza dal sistema creditizio a causa
di :

Massicci investimenti per far fronte alla concorrenza,


Riduzione del controllo del C.C.N. =CASH FLOW negativo => cash drain
Soccombenza alle politiche delle grandi imprese e delle banche

Detto questo occorre non cadere nellerrore, purtroppo frequente tra i non addetti, di considerare
lincremento delle vendite un sinonimo di creazione di valore. Se vero che la leva del credito
commerciale spinge le vendite il conseguente effetto positivo sui margini aziendali non deve per
essere eroso dai costi di gestione prodotti dallincremento di credito aziendale. Le imprese italiane
investono circa un terzo delle proprie risorse per finanziare i clienti attraverso il credito
commerciale e da ci hanno spesso origine problemi, ritardi dincasso e perdite su crediti che hanno
prevedibili conseguenze negative sulle prestazioni complessive aziendali.
Il comportamento di un azienda, in fase di sviluppo commerciale, dovrebbe essere tale da accettare
lassunzione di un certo livello di rischi dinsolvenza. Ci infatti strettamente correlato
allobiettivo di aumentare la quota di mercato attraverso lampliamento numerico dei clienti e la
massimizzazione delle quantit vendute. In questo contesto del tutto fisiologico che si avviino
rapporti commerciali anche con nuovi clienti dallincerta solvibilit. Per evitare per che i rischi
assunti possano determinare il dissesto aziendale, anzich lauspicato sviluppo, necessario che
lazienda si sia dotata di un esperto in grado di gestire i rischi derivati dalla concessione di credito
commerciale. Il suo apporto infatti sar quello di valutare al meglio il rischio assunto, sia in
funzione della marginalit della vendita sia in funzione della sostenibilit delloperazione e per la
propria impresa e per il cliente. Premessa indispensabile di tale gestione del rischio dunque una
buona valutazione della clientela ex-ante ed una scelta oculata delle condizioni e modalit di
pagamento.

Per comprendere appieno al rilevanza dellinvestimento in C.C.N. occorre partire dalla struttura
patrimoniale aziendale.
Vuol dire quindi analizzare da un lato le fonti di finanziamento, ovvero chi ha fornito
allimprenditori i soldi per intraprendere e garantire la continuit del progetto aziendale e dallaltro
come tali risorse sono state impiegate per la realizzazione del progetto stesso, ovvero il capitale
investito
Lanalisi viene normalmente fatta con attenzione al grado progressivo di liquidit/ esigibilit sia di
attivo che di passivo che da un lato riflette la struttura patrimoniale del bilancio, secondo el
normative vigenti, e dallaltro facilita le analisi comparative tra fonti e impieghi al fine della
determinazione del capitale circolante

Il C.C.N. rappresenta la differenza fra le attivit correnti ( Cassa Crediti e Magazzino) e le passivit
correnti.( Fornitori e banche a breve termine)
Solo una corretta gestione di tutte le componenti che entrano nella determinazione del C.C.N
consente di raggiungere il corretto equilibrio e la generazione di risorse da impiegare nello sviluppo
dellattivit aziendale.
Lo schema sopra consente di visualizzare come, tanto pi si dilatano i crediti commerciali, per
incremento delle vendite ma anche per allungamento dei termini di pagamento contrattuali o per
ritardi nei pagamenti, tanto pi limpresa dovr ricorrere a fonti di finanziamento per finanziare il
credito commerciale.
Ci potr avvenire ribaltando, compatibilmente con il proprio potere di acquisto, i ritardi degli
incassi sui fornitori ( generalmente a costo zero) ovvero ricorrendo ai finanziamenti bancari o di
altro tipo che comportano per lassunzione di oneri finanziari riducendo quindi la marginalit della
vendita.

Oltre al C.C.N. importante considerare lintero capitale investito netto (CIN), in rapporto alle
coperture finanziarie ed ai relativi costi di approvvigionamento, per poter individuare il corretto
equilibrio in funzione della maggior o minor necessit di capitalizzare lazienda.
Il grado ideale di capitalizzazione/ patrimonializzazione dipende ovviamente dal settore in cui si
opera e dal peso dei necessari investimenti in capitale fisso. Importante comunque sempre
equilibrare le fonti in funzione degli impieghi da un punto di vista della durata degli stessi.
Nonostante sia noto pressoch a tutti a tutti gli operatori del mercato italiano che una dei principali
asset delle PMI sia il credito commerciale, singolare scoprire che il 70% delle PMI non usa
strumenti preventivi ossia analisi economiche per la valutazione della solvibilit dei propri clienti, e
soprattutto non attua politiche di credit management e questa mancata prevenzione pu essere causa
di cessazione o di fallimento. Svolgere quindi una corretta gestione del credito commerciale non
mai una spesa fine a se stessa ma anzi conduce ad un netto miglioramento della redditivit
aziendale.
Qualche valutazione empirica ci dar una visione pi completa di quanto precedentemente
accennato.
A gennaio 2007, il Sole24Ore ha pubblicato i risultati di unindagine sulle attivit di recupero del
credito da cui emerso che nel 2005 oltre 6,2 miliardi di Euro sono stati affidati ad agenzie
specializzate per il recupero del credito stragiudiziale. Lo stesso studio asserisce che per lanno
2006 i dati raccolti fanno pensare ad una crescita dei valori da recuperare a due cifre.
E naturale chiedersi di fronte a questo fenomeno perch linsolvenza sia cos diffusa.
La mancanza di cultura di impresa, abbinata allassenza di tutela giuridica, innesca una bomba
pronta ad esplodere nelle mani di chiunque con danni incalcolabili e perdite di posti di lavoro.
Il Corriere della Sera, in un servizio dedicato alle attivit economiche italiane, sottolineava che il
principale problema di molte imprese in Italia la liquidit, una situazione che deriva in parte
anche da un fatto endemico: ciascuno cerca di pagare il pi tardi possibile. Cosi piu di un terzo del
totale degli investimenti delle nostre imprese finisce in crediti da recuperare.
Il conduttore radiofonico di una stazione inglese, nel riferire alcuni asterischi umoristici, raccontava
ai suoi ascoltatori che in Italia lessere in arrear, cio moroso, non e disdicevole come in Gran
Bretagna in quanto non il creditore a dover incassare ma il debitore a compiacersi di pagare
quando e come meglio crede!

Tornando alla nostra analisi del C.C.N. interessante considerarne il ciclo temporale al fine di
meglio comprendere come la gestione del credito commerciale possa migliorare i margini aziendali.
Se calcoliamo per ciascuna voce del C.C.N i relativi giorni medi di giacenza il ciclo del circolante
risulta dalla somma dei giorni medi di incasso, dei giorni medi del magazzino a cui si sottraggono i
giorni medi di pagamento.
I giorni risultanti rappresentano il tempo per cui devo far ricorso a fonti esterne per garantire la
continuit dellattivit.

Una volta determinato il ciclo temporale del C.C.N. occorre determinarne laspetto finanziario
andando a sommare lammontare di crediti e magazzino a cui viene sottratto lammontare di
fornitori e debiti a breve termine.
A questo punto il ciclo del C.C.N. evidenzia limporto che deve essere finanziato e per quanti giorni
(ciclo temporale) al costo medio delle fonti di finanziamento.
E di immediata comprensione come le politiche di gestione del credito volte a ridurre i termini
contrattuali di pagamento e comunque ad omogeneizzarli con quelli dei fornitori, nonch a
contenere al mimino i ritardi negli incassi possano incidere positivamente sulla generazione di
valore per limpresa.

Il Credit Manager gestore del capitale circolante


Lanalisi fin qui condotta evidenzia come siano diverse le incognite su cui vigilare: linnovazione, la
capitalizzazione e lautonomia finanziaria che per altro costituiscono il tallone di Achille di molte
imprese.
E per doveroso sottolineare che il verificarsi di fenomeni di ritardati pagamenti o addirittura di
mancati pagamenti e conseguenti perdite, non sempre sono prevedibili.
Appare dunque evidente limportanza, per unimpresa, di dotarsi di unadeguata organizzazione e di
efficaci procedure nella gestione del credito commerciale al fine di individuare e valutare, quanto
pi precocemente possibile, linsorgere di eventi rischiosi, mettendo in atto le azioni pi idonee
volte a neutralizzali o minimizzarli
Da oltre 30 anni si affermata la figura del Credit Manager (CM) come colui che gestisce il credito,
ossia la voce pi rilevante del C.C.N. ma anche il principale asset aziendale oltre al prodotto.
Nella forma pi evoluta il CM, divenendo parte attiva della determinazione delle politiche di credito
aziendali ed incidendo sullintera gestione del ciclo attivo, sin dalla definizione dei contratti nel loro
complesso ( incluso lutilizzo dei fornitori), diventa un gestore di C.C.N. ed in ultima analisi CREA
VALORE
Il Credit Manager pu divenire quindi il propulsore del business responsabile, sostenibile e
profittevole attraverso lattivit di prevenzione e quella di gestione.

Lattivit di prevenzione riveste una importanza fondamentale in quanto finalizzata alla


valutazione del rischio insito nella concessione del credito commerciale, alla sua gestione e
trasformazione in opportunit di propulsione del business.
Ci significa che una volta determinato il rischio cliente questo viene delimitato/ trasferito
attraverso la definizione del livello massimo di esposizione possibile, delle modalit e dei termini

di pagamento piuttosto che delle garanzie e clausole contrattuali che permettano lespansione delle
vendite senza compromettere , ed anzi migliorando, la redditivit nel suo complesso.
Non ultima tra le attivit di prevenzione rientra lindividuazione di forme di finanziamento del
cliente (leasing- vendite rateali- patto di riservato dominio) che consentano di effettuare comunque
la vendita trasferendo su altri parte del rischio identificato.
E chiaro quindi come lattivit di prevenzione concorra in modo determinante alla promozione del
business responsabile e sostenibile.

Lattivit del CM non si esaurisce per con la prevenzione ma si completa piuttosto con lattivit di
gestione del credito a partire dalla definizione e implementazione delle politiche e delle procedure
aziendali in materia di credito commerciale.
E evidente che tali politiche e procedure avranno tanto pi successo quanto pi la loro definizione
sar avvenuta a cura del CM, che apporta le competenze specifiche,ma in stretta collaborazione e
condivisione con la direzione generale innanzitutto e le direzioni amministrative e commerciali che
pi interagiscono e risentono degli effetti di tali politiche e procedure.
Definite quindi politiche e procedure, determinato e delimitato il rischio il CM dovr dedicarsi
allorganizzazione delle attivit di collection valutando, in base alla realt aziendale, se effettuarle
con risorse interne o attraverso societ specializzate, garantendo che comunque tutto avvenga in
unottica di customer satisfaction e di pronta soluzione delle problematiche che ritardano lincasso.
Precisa attenzione dovr essere dedicata alle attivit di review dei crediti con le altre funzioni
aziendali e di previsione dei flussi di cassa al fine della corretta gestione dellimpatto finanziario di
eventuali ritardi di pagamento.

Infine il CM svolger una funzione fondamentale di gestione proattiva e profittevole del credito
attraverso il trasferimento di parte del rischio a societ di factoring piuttosto che di assicurazione
del credito o attraverso operazioni di ristrutturazione del debito di finanziamento del circolante.
Tutte le attivit del CM avranno come filo rouge la riduzione del costo del capitale investito in
credito commerciale.

Basilea 2 : il Credit Manager fa la differenza


La prima e pi rilevante osservazione che nasce parlando di Basilea 2 sono i parametri attraverso
cui dovranno essere calcolate le riserve delle banche :

Probabilit di insolvenza
Esposizione al rischio
Scadenza del credito
Tasso di perdita per insolvenza

Ci significa che le banche e i CM si troveranno ad utilizzare gli stessi criteri di valutazione e a


parlare la stessa lingua dando impulso ad una migliore gestione dei rischi, in modo da aumentare il
rating delle aziende, con efficaci processi di Credit Management, e quindi un minor rischio per le
banche stesse.
Per essere pi chiari le aziende che dimostreranno, attraverso i propri bilanci e quindi i vari indici
patrimoniali ed economici , una chiara ed efficace struttura e gestione del credito otterranno con
maggior facilit e a miglior prezzo i finanziamenti bancari
Basilea 2 rappresenta un rischio per le imprese sotto diversi aspetti :

Debito bancario e debito commerciale sono due diverse forme di finanziamento


Se i parametri di Basilea 2 innalzeranno il costo del denaro per le aziende con struttura
patrimoniale pi rischiosa queste tenderanno a ricorrere maggiormente al debito
commerciale (ritardi nei pagamenti)
Le aziende estromesse dal finanziamento bancario diverranno ancora pi rischiose
Le aziende rischieranno di sostituirsi alle banche nel finanziare determinati strati di creditori

In questa situazione il ruolo del Credit Manager assumer sempre maggior rilevanza.

Il rischio di credito non si pu annullare ma solo trasferire.


Con rischio dimpresa si intende il risultato delle scelte strategiche e operative aziendali che si
manifestano finanziariamente nel Capitale Investito ossia nellattivo di bilancio e che si ripartisce
tra i vari stakeholders, ovvero tra le forme e le fonti di finanziamento espresse finanziariamente dal
passivo di bilancio.
Compito del Credit Manager ridurre la quota di rischio dimpresa generato dalle scelte strategiche
ed operative inerenti il credito commerciale e trasferirne una quota parte.

Le PMI di fronte all sfida di Basilea 2 e del credito commerciale


Ma come pu una PMI rivedere le proprie politiche di gestione del credito commerciale al fine di
ottenere un efficiente ed efficace presidio del proprio business?
Attraverso una rigorosa formazione e sensibilizzazione di tutta la struttura aziendale sul tema del
Credit Management, utilizzando a tal fine, anche, lacquisizione della pluriennale esperienza
maturata da professionisti del settore.
Un concetto di fondo che deve essere sentito da tutti in azienda che il credito non si recupera
quando scaduto o ancor peggio insoluto ma va gestito sin dalla sua nascita, cercando di
rimuovere a monte tutte le cause, o almeno tutte quelle su cui si ha influenza, che generano
linsoluto.
Tutti gli operatori di mercato, indipendentemente dalle dimensioni, devono considerare la presenza
di una corretta gestione del credito commerciale come strategicamente fondamentale: una struttura
che, se ben gestita, fornisce strumenti e soluzioni per la corretta conoscenza delle realt aziendale,
al fine di procurare una crescita reddituale equilibrata per vendere in sicurezza ed incassare con
certezza.

Le cause dellinsoluto
Le cause dellinsoluto possono essere diverse e svariate, le principali sono:

Comportamento usuale
Struttura interna dedicata alla gestione dei pagamenti che si rileva inefficace inadeguata
Insoddisfazione verso il servizio
Disattesa delle aspettative del Cliente
Valutazione di opportunit

Analizzando i vantaggi che pu portare una corretta e lungimirante gestione del credito aziendale
partendo da una considerazione generale: gestire significa anticipare e risolvere in tempo utile le
problematiche endogene ed esogene che possono portare allinsolvenza del credito. Spesso il
mancato pagamento alla scadenza prevista, oltre che a possibili difficolt finanziarie temporanee o
fisiologiche, imputabile a cause banali o comunque facilmente risolvibili se note, come la
mancata ricezione e registrazione della fattura, a ritardi nelle consegne, ad imperfezioni dei dati
contabili; altres il non pagare il primo e pi efficace modo per manifestare la propria
insoddisfazione sul bene/servizio o per esprimere la disattesa delle proprie aspettative. Molte volte,
se queste problematiche venissero rilevate in pre scadenza potrebbero essere facilmente risolte. Il
primo ostacolo nel recupero di un credito datato , infatti, la ricostruzione delle cause che ne hanno
provocato linsolvenza. Molte volte, se queste problematiche venissero rilevate in pre scadenza
potrebbero essere facilmente risolte. Il primo ostacolo nel recupero di un credito datato , infatti, la
ricostruzione delle cause che ne hanno provocato linsolvenza.

Il 60% delle cause di insoluto dipende comunque da noi, il nemico numero 1 il tempo.

La gestione pro- attiva del credito


Gli obiettivi principali della gestione del credito sono :

Efficienza aziendale
Riconoscimento del credito
Diminuire il capitale circolante
Individuazione anomalie ricorrenti

La gestione pro attiva del credito porta alla cura di un altro nemico del pagamento: il
comportamento usuale del pago quando ne ho voglia o quando passa lagente: questa la tipica
situazione in cui, a fronte di una richiesta di pagamento, si manifestano alla persona con cui si ha un
pi frequente contatto, lagente, le problematiche relative alla fornitura; la verifica delle due
diligence (termine che identifica la corretta gestione delle fatture verificandone la ricezione,
registrazione, rilevazione deventuali difformit e verifica del pagamento) ha anche un effetto
moralizzatore sul mercato di pertinenza. Eliminando in pre scadenza tutte le banali scuse per non
onorare il pagamento ed evidenziando le anomalie ricorrenti si effettua una profittevole scrematura
a priori evidenziando, con dato certo, che quanto resta incagliato frutto del non voglio e del
non posso. La sinergia di tutti questi elementi confluiscono nel complesso concetto del CRM
(Customer Relation Management), in termini di Customer Care che coinvolge e abbraccia tutte le
funzioni aziendali.

Le alternative possibili possono essere interne o in out-sourcing

ASPETTI TRIBUTARI DELLA GESTIONE DEI CREDITI COMMERCIALI


Criteri civilistici per la valutazione dei crediti nellattivo patrimoniale
I crediti commerciali devono essere rappresentati in bilancio al presumibile valore di realizzo.
Primaria rilevanza assume a tal fine il pieno rispetto del principio di prudenza: le perdite devono
pertanto gravare sugli esercizi nei quali esse possono essere ragionevolmente previste. Per
procedere correttamente alla valorizzazione dei crediti commerciali fra le attivit patrimoniali con
puntuale rilevazione della perdita, limpresa pu procedere con appositi stanziamenti al fondo
svalutazione crediti in contabilit o, per leventuale eccedenza, direttamente con imputazione al
conto economico di ulteriori componenti negativi. Sotto il profilo operativo per la corretta
rilevazione dello stanziamento si possono utilizzare le procedure pi confacenti in relazione alla
realt aziendale ed al caso concreto, utilizzando metodi analitici o sintetici, quali:
- analisi dei singoli crediti
- stima in base ad analisi storica del rischio di nuove perdite
- adeguata considerazione di indici di anzianit e delle qualit del debitore
- condizioni economiche generali e rischio Paese
Criteri fiscali
Per il concorso delle valutazioni sui crediti commerciali ai fini della determinazione del reddito di
periodo, occorre operare in conformit alle disposizioni di cui allart. 106 (svalutazione dei crediti e
accantonamento dei rischi su crediti) ed allart. 101 del d.P.R. n. 917/86 (TUIR).

Lart. 106 consente la deduzione di poste di carattere valutativo, in deroga ai criteri di


determinazione del reddito dimpresa, stabiliti dal successivo art. 109: previsto un meccanismo di
sostanziale deducibilit per masse delle svalutazioni e degli accantonamenti, da commisurare al
valore nominale o di acquisizione dei crediti indipendentemente dal valore di bilancio. Viene
pertanto ad esistenza un fondo indistintamente riferibile al portafoglio clienti nel suo insieme. Le
perdite su crediti deducibili ai sensi dellart. 101 TUIR vanno preventivamente imputate agli
accantonamenti dedotti nei precedenti esercizi e solo leccedenza potr essere dedotta, nella piena
sussistenza dei requisiti di certezza e precisione, nellesercizio in cui si verifica. Sono pertanto
ammessi in deduzione su base annua accantonamenti per rischi su crediti nel limite dello 0,5% del
valore nominale del c.d. monte crediti, con lulteriore limite del 5% complessivo: ogni eventuale
eccedenza rilevabile in base ai valori economici o patrimoniali di periodo deve essere recuperata a
tassazione con apposita variazione in aumento per la determinazione del reddito imponibile.
Per la determinazione del c.d. plafond dei crediti al quale commisurare le percentuali, occorre
assumere i crediti:
- iscritti in bilancio
- che sono generati da ricavi, in assenza di copertura assicurativa (sono quindi esclusi i crediti
originati da operazioni diverse, quali cessioni di beni strumentali, anticipi a fornitori, prestiti al
personale ).
Nel tempo lAmministrazione finanziaria e la giurisprudenza hanno avuto modo di esaminare una
variegata casistica di crediti per la verifica della loro idoneit a formare parte del plafond di
riferimento. In estrema sintesi e senza entrare nelle articolate specificit dei casi esaminati, si pu
affermare che il credito concorre a formare il plafond di riferimento fino a quando appartiene
allattivo patrimoniale in capo al creditore o quando questultimo resta obbligato, anche in via di
regresso, potendo essere escusso in caso di insolvenza del debitore ceduto.

Le procedure operative
La deducibilit delle svalutazioni e degli accantonamenti per rischi su crediti:

ammessa, in ciascun esercizio, nel limite dello 0,5% del valore nominale o di acquisizione
dei crediti (art. 106, comma 1, TUIR)
consentita indipendentemente dalla loro imputazione a C/E (art. 109, comma 4, TUIR)
Non pi consentita quando lammontare complessivo raggiunge il limite del 5% del valore
nominale o di acquisizione dei crediti risultanti in bilancio a fine esercizio: se superato
questo limite, leccedenza concorre a formare il reddito dimpresa (art. 106, comma 2,
TUIR)

Le perdite su crediti sono deducibili :

Limitatamente alla parte che eccede lammontare complessivo delle svalutazioni e degli
accantonamenti dedotti nei precedenti esercizi (art. 106, comma 2, TUIR)
Se risultano da elementi certi e precisi (art. 101, comma 5, TUIR)
In ogni caso, se il debitore assoggettato a procedure concorsuali (art. 101, comma 5,
TUIR)

Per il calcolo del plafond i crediti che vengono presi in considerazione devono, risultare dal bilancio
desercizio, derivare da cessioni di bene e prestazioni di servizi alla cui produzione o scambio
diretta lattivit dimpresa (art. 85, comma 1, TUIR) e non risultare coperti da garanzia assicurativa.
Esistono diversi casi di particolare interesse che sono stati esaminati nella prassi e giurisprudenza.
Crediti assistiti da pegno o ipoteca (garanzie senza costo per il creditore): concorrono alla
formazione del plafond
Crediti ceduti in factoring pro-soluto
Amministrazione finanziaria: sono esclusi dal plafond poich cessano di appartenere
dallattivo patrimoniale del cedente, solo il factor legittimato a tenerne conto.
Corte di Cassazione: esclusi dal plafond
Crediti ceduti in factoring pro soluto con garanzia fornita dal cedente
Amministrazione finanziaria: esclusi dal plafond
Corte di Cassazione: concorrono al plafond sia da parte del soggetto cedente sia da parte
del factor
Crediti ceduti in factoring pro-solvendo
Amministrazione finanziaria: concorrono al plafond solo nel caso di retrocessione
Corte di Cassazione: concorrono al plafond sia da parte del soggetto cedente sia da parte
del factor

Perdite su Crediti - Rinuncia al credito


Si ritiene che leffetto economico della rinuncia al credito deve essere riconosciuto anche ai fini
della determinazione del reddito dimpresa qualora il comportamento dellimprenditore risponda ad
una scelta di convenienza ossia quando il fine perseguito quello di ottenere il maggior risultato
economico.
In conformit a questa impostazione in occasione delle attivit di verifica vengono solitamente
eseguite indagini rigorose da parte degli organi procedenti con riferimento al comportamento del
contribuente, pur nellattenta considerazione delle ragioni di parte: a fronte della rilevazione di
perdite su crediti in conseguenza della rinuncia agli stessi per precisa scelta imprenditoriale, viene
normalmente posto in essere un esame particolareggiato cercando di individuare caso per caso
linteresse economico alla base della scelta, considerando i seguenti elementi:
- ammomtare del credito
- effettivo esperimento di tentativi per il soddisfacimento del credito posti in essere direttamente dal
creditore o per il tramite di operatori specializzati
- facilit di accesso nel caso specifico a forme esecutive per il soddisfacimento del credito
Ad esempio, per estremizzare:
la perdita rilevata su un credito di modesto ammontare vantato nei confronti di un debitore
localizzato allestero, magari in un Paese dalla rischiosit elevata, sar considerata deducibile,
nella sussistenza degli altri requisiti di legge: sarebbe antieconomico per limprenditore insistere
per lesecuzione dellobbligazione del debitore
la perdita rilevata su un credito di elevato ammontare vantato nei confronti di un debitore
localizzato in Italia, in assenza dellattivazione di azioni legali o altre iniziative finalizzate al
recupero del credito o di informazioni decisive opportunamente documentate - sullinsolvenza
del debitore sar considerata indeducibile in quanto priva degli elementi certi e precisi.
Nella nostra esperienza stiamo assistendo ad un approccio ragionevole alla materia da parte degli
organi di verifica (date a Cesare quel che di Cesare).
Perdite su crediti risultanti da elementi certi e precisi
Lanno di competenza per operare la deduzione deve coincidere con quello in cui si acquista la
certezza che il credito non pu pi essere soddisfatto, perch in quel momento si materializzano gli
elementi certi e precisi della sua irrecuperabilit (Sentenza Corte Cass. N. 16330 del 3/8/2005)
Perdita definitiva: risoluzione n. 9/634 del 13/3/1982;
Perdita sufficientemente probabile: Corte Cass. N. 13181 del 4/10/2000, 15563 del 11/12/2000, n.
14568 del 20/11/2001, n. 7555 del 23/5/2002, n. 8592 del 12/4/2006;
Perdita derivante da elementi di per s non esaustivamente significativi: in dottrina sono
individuate alcune situazioni che dovrebbero ragionevolmente legittimare la deducibilit della
perdita, quali ad esempio:
Infruttuoso invio di diffide ed intimazioni ad adempiere, di atti di precetto
Protesto di titoli o di assegni bancari
La documentata mancanza di beni mobili e immobili, la chiusura dei locali dellimpresa
Il contratto e la documentazione predisposta dal factor (estratti conto, fatture)
La sussistenza degli elementi certi e precisi dipender dalla valutazione del singolo caso concreto.

Cessione del credito e disposizioni antielusive


Nella prassi si distingue fra le cessioni:
pro soluto: il cedente garantisce al cessionario soltanto lesistenza del credito e cio il c.d.
nomen verum e la liberazione del cedente avviene al momento del trasferimento;
pro solvendo: il cedente garantisce al cessionario non solo lesistenza del credito ma anche
lesigibilit (solvibilit del debitore) e cio il cd nomen bonum e la liberazione del cedente
avviene solo quando il cessionario abbia effettivamente riscosso il credito ceduto
La perdita connessa alla cessione pro soluto, se assistita da atto valido ed efficace, deve intendersi
deducibile ai fini della determinazione del reddito dimpresa.
Viceversa la perdita connessa alla cessione pro solvendo non ammessa in deduzione, mancando
del requisito della certezza e definitivit.
Naturalmente sia in dottrina che in giurisprudenza viene considerata inaccettabile la deduzione di
una perdita su crediti ancorch da cessione pro soluto quando il creditore nulla abbia fatto per
leffettivo esercizio del proprio diritto di credito ed abbia tenuto un comportamento remissivo e
liberale che, nellintepretazione dellAmmistrazione finanziaria, verrebbe ragionevolmente valutato
quale indice di finalit elusiva nel comportamento del contribuente (art. 37-bis d.P.R. n. 600/73).

Compilazione della dichiarazione dei redditi

Quadro EC (disinquinamento ex art. 109, c. 4, lett. b) TUIR)


Limporto del maggior accantonamento fiscale rispetto a quello civilistico va dichiarato
come Eccedenza di periodo.
Limporto degli accantonamenti fiscali superiore al limite del 5% del valore nominale
dei crediti va dichiarato come Decrementi.

Quadro RF
Limporto degli accantonamenti civilistici superiore a quello fiscalmente riconosciuto va
recuperato a tassazione, quindi dichiarato come Svalutazioni e accantonamenti non
deducibili in tutto o in parte.

Quadro RS
In tale Quadro vanno indicate le movimentazioni, civilistiche e fiscali, degli
accantonamenti e del Fondo svalutazione crediti.

Perdite su crediti nelle procedure concorsuali


Secondo le disposizioni di legge (art. 101, c. 5 TUIR), le perdite su crediti sono deducibili in ogni
caso se il debitore assoggettato a procedura concorsuale. Ai fini della concreta applicazione della
disposizione citata, particolare rilevanza assume il puntuale rispetto del principio della competenza
temporale. Estremo interesse riveste in tale direzione la sentenza della Corte di Cassazione n. 16330
del 3 agosto 2005 che, con puntuale intervento ricognitivo, ha precisato che lanno di competenza
per operare la deduzione deve coincidere con quello in cui si acquista certezza che il credito non
pu essere soddisfatto, perch in quel momento si materializzano gli elementi certi e precisi
della sua irrecuperabilit. Diversamente opinando si rimetterebbe allarbitrio del contribuente la
scelta del periodo dimposta pi vantaggioso per operare la deduzione, snaturando la regola
espressa dal principio di competenza, che rappresenta invece principio inderogabile ed oggettivo
per determinare il reddito dimpresa.
Fermo restando che ogni situazione deve essere valutata caso per caso, si ritiene di poter affermare,
aderendo alla posizione della dottrina prevalente, che la deducibilit delle perdite su crediti
connesse a procedure concorsuali non implica necessariamente che possa/debba essere portato in
deduzione lintero ammontare del credito o qualsiasi credito vantato verso il debitore assoggettato
alla procedura stessa, dato che i diversi tipi di procedure concorsuali consentono, in tutto o in parte,
il recupero del credito con la conseguenza che la perdita deducibile deve essere determinata nella
misura correlata al grado di recuperabilit del credito.
In ogni caso non si pu prescindere da unattenta valutazione del contesto di riferimento (es.
concordato preventivo qualora il debitore si impegni a pagare una certa percentuale dei crediti
chirografari), della qualit del credito (eventuale assistenza di privilegi), di tutti gli elementi
rilevanti nel caso concreto utili per poter trarre indicazioni significative di supporto,
opportunamente documentate.
A tal fine potrebbe rivestire estrema rilevanza per le valutazioni del contribuente lacquisizione di
opportune informazioni dagli organi della procedura concorsuale

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