Sei sulla pagina 1di 3

RUBRICA AMICHEVOLMENTE TI DICO

TITOLO

QUANTO CI FA BENE IL SILENZIO!

1. Il silenzio pu esser paragonato al buio, dal quale pu nascere un evento improvviso o il


nulla della tomba,
ma pu esser visto come la condizione in cui germinano delle cose. Si tratta sempre di un
silenzio relativo, non assoluto. Perch quando facciamo silenzio, percepiamo il battere del nostro
cuore, sentiamo che esiste un ritmo originario.
E lesperienza della danza che provoca lestasi nei dervisci.
Ma anche lo scorrere del rosario, le litanie, la ninna nanna che attraverso le parole ripetute
fa emergere il silenzio.
In queste esperienze il tempo appare senza limiti, si apre la dimensione dellinfinito.
Percepiamo il nostro essere di viventi e il come abbiamo cominciato a vivere.

2. Anche nella letteratura e nel teatro il silenzio, le pause hanno unimportanza uguale o
maggiore delle parole (vedi Lee Master - Canto dei Morti o Paul Valry).
Il teatro fa emergere il mal di parola che si esprime nella contrapposizione tra rumore e
parola. La parola pu perdere la sua capacit comunicativa, terapeutica e diventa rumore.
Mentre la parola autentica silenzio (o silenziosa), perch comunica.

3. Da un punto di vista psicologico si pu distinguere:


Il silenzio di vita e il silenzio di morte.
Il silenzio di morte esprime la crisi della comunicazione, lincapacit ad aprirsi a relazioni di
valore.
Il silenzio di vita quello in cui la parola si rende superflua, perch tra le persone passa
qualche cosa di pi grande che lamore.
Un esempio di questa comunicazione non verbale lo scambio che avviene tra madre e
figlio nella gravidanza.
Esiste una corrente profonda di comunicazione: dormono e sognano insieme, c un
sincronismo dei battiti cardiaci tra madre e figlio. Questo avr conseguenze benefiche per la
sicurezza di s del figlio. E incomprensibile il racconto di quelle donne che vivono la gravidanza
senza accorgersi di questa realt, e si vantano di condurre una vita del tutto normale!

4. Il silenzio la condizione in cui diventiamo capaci di ascoltare una persona:


-

in primo luogo noi stessi, per cui diventiamo capaci di fare verit dentro di noi.

- gli altri , in questo caso ascolto lasciar essere laltro come si manifesta, senza la
preoccupazione di avere ragione, di dover rispondere intelligentemente o di dover difendersi,
ecc.
-

infine, lascolto di Dio, del Mistero della sua presenza.

5. Il silenzio suscita paura


- perch abbiamo una istintiva riluttanza allascolto profondo di noi stessi e degli altri
e di Dio;
-

forse temiamo ci che pu emergere da questo ascolto;

- solo alcune volte il silenzio ci affascina, sentiamo come una specie di nostalgia, ma
solo per brevi momenti, perch dopo prevale langoscia. Allora cerchiamo di riempire di tante
cose la nostra vita, in modo che il silenzio non possa esserci.

6. Il silenzio concentrazione della mente e del cuore per essere in verit di fronte allaltro,
e, soprattutto, di fronte al Mistero.
Per superare gli ostacoli che frapponiamo al silenzio necessaria una certa ascesi.
Ascesi significa che non temiamo la durezza che il silenzio comporta, e abbiamo una
volont sufficientemente allenata per accettare la fatica che esso richiede.
Alla base non ci pu che essere lamore per la verit, per luomo, per Dio. Amo e desidero
vivere nella verit dellamore. Amo Ges e non temo di ascoltare quello che mi dir.

7. Il silenzio di Dio
E unesperienza propria dei mistici, i quali sono provati da questo silenzio di Dio, nella
loro capacit di amarlo in verit.
Oggi questa esperienza invocata, forse, con troppa facilit dalluomo contemporaneo, il
quale non vuol sentire altro che se stesso e, per questo motivo, diventa sordo agli altri (si tratta di
sordit al quadrato, la sordit voluta). Naturalmente si tenta di scaricare su Dio, accusato di non
parlare, la responsabilit del mancato dialogo.
Il vero silenzio di Dio. In effetti esiste un silenzio di Dio. Ma il suo silenzio non mutismo.

Tale silenzio lo si deve comprendere nel contesto della grande parola che Dio ci rivolge nel
suo Figlio.
In Cristo, Dio ci parla sempre.
Ma anche Ges, Parola del Padre, silenzioso.
La gran parte della sua vita trascorsa nel silenzio.
La parola definitiva di Dio molto silenziosa, fragile: essa dice e lascia intravvedere
(come nel metodo delle parabole esige la ricerca attiva dellascoltatore).
Paradigmatica lesperienza di Elia che recatosi alla montagna di Dio percepisce la sottile
voce del silenzio. E folgorante lintuizione che Dio c.
Anche in Ges si esprime la sottile voce del silenzio di Dio.
In Ges pochissime parole, assolutamente incisive, segnano il cammino dellumanit.
Betlemme lesempio ad un tempo della piena comunicazione di Dio con gli uomini (ci
viene incontro nella suprema debolezza) e del silenzio che fa passare questo messaggio decisivo
(tutto accade nel silenzio di Dio).
E la regola costante di Ges: Non moltiplicate le vostre parole come fanno i pagani
Il silenzio di Dio anche segno del suo rispetto per la nostra libert. Dio bussa alla nostra
porta, vuole entrare, ma non lo fa se non gli apriamo liberamente.
Per ciascuno di noi si impone un nuovo equilibrio:
Tra mutismo (non si comunica affatto) e troppe parole (non si comunica meglio
aumentando i discorsi, le catechesi, gli interventi, le spiegazioni, ecc.).
Occorre un equilibrio tra parole e silenzio: la parola si coglie nel silenzio. Occorre anche un
silenzio esteriore, bisogna liberarsi dalla paura di restare soli con noi stessi.
Bisogna liberarsi dalla paura di pregare!
Don Michele

Potrebbero piacerti anche