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Salvami Regina

Marzo 2007
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Il padre che Dio
ha scelto per S
O pai que Deus
escolheu para Si
Allannunzio dellangelo la Vergine
accolse nella fede la tua parola,
e per lazione mister iosa dello Spirito Santo
concep e con ineffabile amore port
in grembo il primogenito dellumanit nuova,
che doveva compiere le promesse di Israele
e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti.
(Prefazio della Solennit dellAnnunciazione del Signore)
Annunciazione del Barocci
Pinacoteca Vaticana
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Anno IX, numero 46, Marzo 2007
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Zuccato Alberto
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Gli articoli di questa rivista potranno essere
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli
firmati di responsabilit dei rispettivi autori.
Salvami
Regina
Periodico dellAssociazione
Madonna di Fatima - Maria, Stella
della Nuova Evangelizzazione
S
ommari
O
La tomba di San Paolo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
Ges Cristo e
il dolore: da questunione
nata la Chiesa
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
accaduto nella Chiesa
e nel mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
Storia per bambini
Don Beppi e la
Vergine Brutta- II
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
I santi di
ogni giorno
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Vista duccello
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Un dolce e soave dono:
lamicizia cristiana
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Araldi nel Mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Luomo che
Dio chiam pap
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Commento al Vangelo
La Legge o la Bont?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La voce del Papa
I bambini e i mezzi
di comunicazione sociale
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Il patriarca dei
due testamenti (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . 5
Testimonianze
Io ero in prigione e voi
siete venuti da Me
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
Litanie di San Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . 25
La parola dei Pastori . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
4 Salvami Regina Marzo 2007
SCRIVONO I LETTORI
Affetto per il prossimo e felicit
Vi ringrazio per avermi inviato la ri-
vista Salvami Regina Araldi del Van-
gelo. Prima di andare a dormire leg-
go un po e scopro quanto tempo ho
perso per non aver letto una rivista co-
s piacevole in vita mia, mi comunica
tanto affetto per il prossimo e felicit.
Gerlando A.
Favara (AG)
La rivista nelle carceri
Spero sempre che la Santissima
Madre nostra porti a buon fine que-
sto mondo che molto corrotto. Io
vado in visita nelle carceri e porto la
vostra rivista mosto istruttiva.
Lina B.
Livorno (LI)
Un piacere per i detenuti
I nostri sinceri ringraziamenti per
il dono della prestigiosa pubblicazio-
ne Araldi del Vangelo alla Biblio-
teca di questa Stabilimento Peniten-
ziale nel corso dellanno appena tra-
scorso.
La lettura di questa rivista un
piacere per coloro che, per le pi sva-
riate ragioni, si trovano detenuti, e
vedono nella lettura una forma subli-
me di passare il tempo, fatto questo
che ci spinge a dirigerci a Vostra Ec-
cellenza per sollecitare il rinnovo del-
la vostra offerta.
Vitor Rodrigues
Coordinatore dei Servizi di Edu-
cazione Stabilimento Prigionale
Oporto Portogallo
Spilla della Madonna di Fatima
Sono molto devoto alla Madonna
di Fatima, ogni anno il 13 maggio orga-
nizzo i festeggiamenti in suo onore. Ho
il vostro giornale Salvami Regina
Araldi del Vangelo che trovo stupendo
e ogni volta che lo leggo, mi piace sem-
pre di pi. Ho visto sulla copertina la
bellissima spilla, se era possibile aver-
ne altre, cos far conoscere anche alle
persone questa bellissima effigie, affin-
ch le persone la possano portare sem-
pre con loro, e che li possa aiutare nel
cammino, che sia di pace e amore.
Gaetano V.
Acciaroli (SA)
Tutti siamo chiamati
ad essere santi
Mi sono trovata bene con voi, la vo-
stra rivista mi ha tenuto buona compa-
gnia per tutto lanno passato. Laspet-
to sempre con ansia perch mi piace
il modo di commentare il Vangelo e le
bellissime Immagini che contempla-
no questo capolavoro. Inoltre mi piace
leggere le storie dei Santi, persone co-
me noi e non extra terrestri come qual-
cuno portato a pensare e cio che so-
no persone prescelte a diventare sante.
In realt tutti siamo chiamati ad essere
tali. I santi hanno solo amato Ges con
tutta lanima, lo hanno seguito fino in
fondo senza voltarsi indietro.
Daniela P.
Campodipietra (CB)
Natale cos dolce, vero ed amato
Con le lacrime agli occhi, dopo
aver letto il vostro meraviglioso arti-
colo Lincanto del Natale in Germa-
nia, che mi ha fatto rivivere le inten-
se, indescrivibile emozioni della mia
fanciullezza in Germania, del Natale
cos dolce, vero, amato di quando ero
bambina, devo ringraziarvi per il con-
forto, la gioia, la pienezza che il vo-
stro giornale sa darmi.
Genny T.
Cercemaggiore (CB)
Leditoriale e il commento
al Vangelo sono speciali
Cortesemente chiedo se mi po-
tete rispedire il mensile del mese di
dicembre 2006, non riesco pi a tro-
varlo e avrei piacere conservarlo con
le altre copie in mio possesso, mi
d modo di approfondire e impara-
re. Ritengo interessante lEditoriale
e commento al Vangelo. Insomma
una rivista che fa piacere avere.
Luciano C.
Verona (VR)
Prego il rosario ogni giorno
con pi devozione
da tempo che volevo ringraziar-
vi dei regali che mi avete mandato.
Lemozione pi forte stato quan-
do ho ricevuto il libretto con il San-
to Rosario. Da quando lho ricevuto
prego ogni giorno con pi devozione.
Giuseppe P.
Catiglione (TO)
Pu migliorare molto
la mia formazione
Ho ricevuto, per mezzo di un amico,
la vostra preziosa Rivista mensile. Do-
po averla letta attentamente, confesso
che mi ha causato una notevole impres-
sione. Mi rendo conto che essa ha ri-
portato a galla molte questioni che ave-
vo, in un certo senso sotterrate, sopite e
quasi dimenticate nel corso degli anni.
Sono convinto che la mia formazione
possa migliorare molto, avendo come
appoggio questo prestigioso strumen-
to. Per questo desidero abbonarmi.
Javier Prez
Las Palmas de Gran Canaria, Spagna
Rinforzo nella catechesi
Mi piace leggere tutti gli articoli.
Sono catechista, uso le riviste per rin-
forzare certi temi. Quello che ho uti-
lizzato maggiormente stato quello
dellEucaristia (nellanno dellEuca-
ristia e anche oggi), nelle mie lezio-
ni di catechesi, e non solo: come mi-
nistra straordinaria della Comunione
agli anziani.
Maria Natlia Lima Portela
So Vicente de Lafes, Portogallo
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Marzo 2007
P o s t e I t a l i a n e s . p . a . - S p e d i z i o n e i n A b b o n a m
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E
ditoriale
IL PATRIARCA
DEI DUE TESTAMENTI
e gli uomini potessero vedere Dio come Lui , in tutto il suo infinito splendore,
la vita non sarebbe una prova, non ci sarebbe neppure bisogno della virt della
Fede, che c data per poter credere in quello che non vediamo. Per credere che
un Dio Si era fatto uomo come noi, forse sar stato necessario un atto di fede maggiore,
da parte loro, di quello di chi, duemila anni dopo lAscensione, nato ed stato educa-
to in seno alla Chiesa Cattolica.
Gli Apostoli, per esempio, convissero per tre anni con il Messia, nella vita di tut-
ti i giorni, camminando al suo fianco nei viaggi apostolici, osservando le sue reazio-
ni umane, come la fatica ed il sonno, la fame, la sete, la tristezza o la gioia. Questi
aspetti umani di Ges causavano in loro una non piccola difficolt nel vedere in Lui
lUnigenito di Dio.
diventata celebre lindagine fatta da Ges presso chi Gli era pi intimo, duran-
te un viaggio a Cesarea: A detta del popolo, chi il Figlio dellUomo? In questoc-
casione si pu verificare quanto le persone in generale, e gli stessi Apostoli, vedesse-
ro in Lui gli aspetti umani, e non la divinit. Soltanto Pietro fu capace di affermare:
Tu sei il Figlio di Dio, atteggiamento singolare, per il quale, al di l della Fede, fu
necessaria una rivelazione del Padre. Fu allora che Ges istitu il Papato: ...su que-
sta pietra edificher la mia Chiesa (Mt 16, 13-18).
Ma, questo avvenimento veramente grandioso, che si svolse, forse, sul ciglio della
strada, allombra di qualche albero frondoso, mentre si riposavano un po, per recu-
perare le forze prima di proseguire il viaggio.
Chi avesse visto questa scena e non avesse avuto molta fede avrebbe potuto con-
getturare che l stava per nascere unistituzione destinata ad attraversare la Storia fi-
no alla fine dei tempi? Assolutamente no. Senza la grazia di Dio, chi ha conosciuto
Ges a Nazaret, mentre conduceva la vita di un artigiano, non sarebbe stato capace
di vedere in Lui se non il figlio del falegname.
* * *
Attraverso questottica, diventa pi facile comprendere uno dei grandi meriti di
San Giuseppe: credere, fin dal primo momento, nonostante le apparenze umane,
che il suo figlio adottivo era il Messia, il Figlio di Dio.
Questa fede gli ha valso la pi alta dignit a cui un uomo pu aspirare. Essere
sposo di Maria, la Madre di Dio, e padre per diritto, del Figlio di Dio! Che potenta-
to ha avuto un cos grande potere, al punto da dare ordini a Dio? E che re ha avuto
corte tanto sfarzosa da superare la gloria di convivere con persone di tanto alta con-
dizione come Ges e Maria?
Ci nonostante Giuseppe, sebbene fosse discendente di Davide ed esercitasse il
patrio potere sul Figlio di Dio, visse tutta la sua esistenza come un onesto falegna-
me. Forse, anche, un po disprezzato dai suoi conterranei, per il fatto di non aver
ambizione e per essersi rifiutato di riscuotere lucri sproporzionati al suo lavoro, co-
me avrebbero fatto altri. Tutto, in lui, era apparentemente comune. Tuttavia la sua
fede in Ges gli conferiva una statura superiore a quella dello stesso Abramo, rea-
lizzando in lui la figura del maggior patriarca dellAntico Testamento, come anche
della Santa Chiesa, nata dal Sacro costato di Cristo.
Statua di
San Giuseppe,
Lima, Per
(Fotos: Timothy Ring)
I bambini e i mezzi
di comunicazione sociale
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LA VOCE DEL PAPA
La crescente influenza formativa dei mezzi di comunicazione sociale presenta una sfida
ai genitori, alla Chiesa e alla scuola. Impone loro il dovere di insegnare ai bambini a
scegliere la verit, il bene e la bellezza e a rigettare la turpitudine e la volgarit.
e complesse sfide che
leducazione contempo-
ranea deve affrontare,
sono spesso collegate al-
la diffusa influenza dei
media nel nostro mondo. Come aspet-
to del fenomeno della globalizzazione
e facilitati dal rapido sviluppo della tec-
nologia, i media delineano fortemen-
te lambiente culturale (cfr. Giovanni
Paolo II, Lett. ap. Il Rapido Sviluppo,
3). In verit, vi chi afferma che lin-
fluenza formativa dei media in com-
petizione con quella della scuola, del-
la Chiesa e, forse, addirittura con quel-
la della famiglia. Per molte persone, la
realt corrisponde a ci che i media de-
finiscono come tale (Pontificio Consi-
glio delle Comunicazioni Sociali, Aeta-
tis Novae, 4).
Responsabilit dei genitori,
della Chiesa e della scuola
Il rapporto tra bambini, media ed
educazione pu essere considerato
da due prospettive: la formazione dei
bambini da parte dei media e la for-
mazione dei bambini per rispondere
in modo appropriato ai media. Emer-
ge una specie di reciprocit che pun-
ta alle responsabilit dei media come
industria e al bisogno di una parteci-
pazione attiva e critica da parte dei
lettori, degli spettatori e degli ascol-
tatori. Dentro questo contesto, lade-
guata formazione ad un uso corretto
dei media essenziale per lo svilup-
po culturale, morale e spirituale dei
bambini.
In che modo questo bene comu-
ne deve essere protetto e promosso?
Educare i bambini ad essere seletti-
vi nelluso dei media responsabili-
t dei genitori, della Chiesa e della
scuola. Il ruolo dei genitori di pri-
maria importanza. Essi hanno il di-
ritto e il dovere di garantire un uso
prudente dei media, formando la
coscienza dei loro bambini affinch
siano in grado di esprimere giudi-
zi validi e obiettivi che li guideranno
nello scegliere o rifiutare i program-
mi proposti (cfr Giovanni Paolo II,
Esort. ap. Familiaris consortio, 76).
Nel fare questo, i genitori dovreb-
bero essere incoraggiati e sostenuti
dalla scuola e dalla parrocchia, nel-
la certezza che questo difficile, seb-
bene gratificante, aspetto dellessere
genitori sostenuto dallintera co-
munit.
Sulla via della bellezza,
della verit e della bont
Leducazione ai media dovreb-
be essere positiva. Ponendo i bam-
bini di fronte a quello che este-
ticamente e moralmente eccellen-
te, essi vengono aiutati a sviluppa-
re la propria opinione, la pruden-
za e la capacit di discernimento.
qui importante riconoscere il valo-
re fondamentale dellesempio dei
genitori e i vantaggi nellintrodur-
re i giovani ai classici della lettera-
tura infantile, alle belle arti e alla
musica nobile. Mentre la letteratu-
ra popolare avr sempre il proprio
posto nella cultura, la tentazione di
far sensazione non dovrebbe essere
passivamente accettata nei luoghi
di insegnamento. La bellezza, qua-
si specchio del divino, ispira e vivifi-
ca i cuori e le menti giovanili, men-
tre la bruttezza e la volgarit hanno
un impatto deprimente sugli atteg-
giamenti ed i comportamenti.
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Come leducazione in generale,
quella ai media richiede formazio-
ne nellesercizio della libert. Si trat-
ta di una responsabilit impegnativa.
Troppo spesso la libert presentata
come uninstancabile ricerca del pia-
cere o di nuove esperienze. Questa
una condanna, non una liberazio-
ne! La vera libert non condannereb-
be mai un individuo soprattutto un
bambino allinsaziabile ricerca della
novit. Alla luce della verit, lauten-
tica libert viene sperimentata come
una risposta definitiva al s di Dio
allumanit, chiamandoci a scegliere,
non indiscriminatamente ma delibe-
ratamente, tutto ci che buono, ve-
ro e bello. I genitori sono i guardia-
ni di questa libert e, dando gradual-
mente una maggiore libert ai loro
bambini, li introducono alla profonda
gioia della vita (cfr. Discorso al V In-
contro Mondiale delle Famiglie, Valen-
cia, 8/7/2006).
Questo desiderio profondamen-
te sentito di genitori ed insegnanti di
educare i bambini nella via della bel-
lezza, della verit e della bont pu
essere sostenuto dallindustria dei
media solo nella misura in cui pro-
muove la dignit fondamentale del-
lessere umano, il vero valore del
matrimonio e della vita familiare, le
conquiste positive ed i traguardi del-
lumanit. Da qui, la necessit che i
media siano impegnati nelleffettiva
formazione e nel rispetto delletica
viene vista con particolare interesse
ed urgenza non solo dai genitori, ma
anche da coloro che hanno un senso
di responsabilit civica.
Esortazione ai responsabili dei
mezzi di comunicazione sociale
Mentre si afferma che molti ope-
ratori dei media vogliono fare quel-
lo che giusto (cfr. Pontificio Consi-
glio delle Comunicazioni Sociali, Eti-
ca nelle comunicazioni sociali, 4), oc-
corre riconoscere che quanti lavora-
no in questo settore si confrontano
con pressioni psicologiche e dilem-
mi etici speciali (Aetatis Novae, 19)
che a volte vedono la competitivit
commerciale costringere i comunica-
tori ad abbassare gli standard.
Ogni tendenza a produrre pro-
grammi compresi film danima-
zione e video games che in nome
del divertimento esaltano la violen-
za, riflettono comportamenti anti-
sociali o volgarizzano la sessualit
umana, perversione, ancor di pi
quando questi programmi sono ri-
volti a bambini e adolescenti. Co-
me spiegare questo divertimen-
to agli innumerevoli giovani inno-
centi che sono nella realt vittime
della violenza, dello sfruttamento
e dellabuso? A tale proposito, tut-
ti dovrebbero riflettere sul contra-
sto tra Cristo che prendendoli fra le
braccia [i bambini] e imponendo lo-
ro le mani li benediceva (Mc 10,16)
e quello che chi scandalizza uno di
questi piccoli per lui meglio per
lui che gli sia messa al collo una pie-
tra da mulino (Lc 17,2). Faccio
nuovamente appello ai responsabi-
li dellindustria dei media, affinch
formino ed incoraggino i produtto-
ri a salvaguardare il bene comune, a
sostenere la verit, a proteggere la
dignit umana individuale e a pro-
muovere il rispetto per le necessit
della famiglia.
(Messaggio per la 41 Giornata
Mondiale delle Comunicazioni
Sociali, 24/1/2007)
Nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni, il Papa ha manifestato preoccupazione per leducazione dei bambini
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Appello ad una
nuova Evangelizzazione
in America Latina
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8 Salvami Regina Marzo 2007
Le sfide che la Chiesa affronta in America Latina portano il Papa a lanciare,
nella V Conferenza Generale del CELAM, una nuova Evangelizzazione, la quale invita i
cristiani ad essere veri discepoli di Ges Cristo.
a vostra presenza qui mi
fa pensare alla V Confe-
renza Generale dellEpi-
scopato Latinoamerica-
no e dei Caraibi, che ho
convocato ad Aparecida, in Brasile, e
che avr il piacere di inaugurare. (...)
Questa Conferenza, in continui-
t con le quattro precedenti, chia-
mata a dare un
rinnovato impul-
so allEvangeliz-
zazione in que-
sta vasta regione
del mondo emi-
nentemente cat-
tolica, nella qua-
le vive gran par-
te della comuni-
t dei credenti.
necessario pro-
clamare in mo-
do integrale il
Messaggio della
Salvezza, affin-
ch riesca ad im-
pregnare le radi-
ci della cultura
e sincarni nel momento storico lati-
noamericano attuale, per rispondere
meglio ai suoi bisogni e alle sue legit-
time aspirazioni. (...)
Necessit urgente di una
nuova Evangelizzazione
La Chiesa in America Latina af-
fronta sfide enormi: il cambiamento
culturale generato da una comunica-
zione sociale che condiziona i modi di
pensare e i costumi di milioni di per-
sone; i flussi migratori, con tante ri-
percussioni sulla vita familiare e sulla
pratica religiosa nei nuovi ambiti; la
riapparizione di interrogativi su come
i popoli devono assumere la loro me-
moria storica e il loro futuro demo-
cratico; la globa-
lizzazione, il seco-
larismo, la pover-
t crescente e il de-
terioramento eco-
logico, soprattutto
nelle grandi citt, e
anche la violenza e
il narcotraffico.
Di fronte a tut-
to ci, si osserva il
bisogno urgente di
una nuova Evan-
gelizzazione, che
ci spinga ad ap-
profondire i valo-
ri della nostra fe-
de, affinch sia-
no linfa e configu-
Il Papa, con lattenzione rivolta al viaggio apostolico in Brasile:
dare un impulso rinnovato allevangelizzazione
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rino lidentit di questi amati popo-
li che un giorno hanno ricevuto la lu-
ce del Vangelo. Perci risulta oppor-
tuno il tema scelto come guida per
le riflessioni di questa Conferenza:
Discepoli e missionari di Ges Cri-
sto, perch i nostri popoli in Lui ab-
biano vita.
In effetti, la V Conferenza deve
far s che ogni cristiano divenga un
vero discepolo di Ges Cristo, invia-
to da Lui come apostolo, e, come di-
ceva Papa Giovanni Paolo II, non
certo di rievangelizzazione, bens di
una nuova evangelizzazione. Nuova
nel suo ardore, nei suoi metodi e nel-
le sue espressioni, affinch la Buo-
na Novella si radichi nella vita e nel-
la coscienza di tutti gli uomini e le
donne dellAmerica Latina (Discor-
so di apertura della XIX Assemblea
del Consiglio dellEpiscopato Lati-
noamericano, Port-au-Prince, Haiti,
9 marzo 1983).
Bisogna alimentare la fede
Cari Fratelli, gli uomini e le donne
dellAmerica Latina hanno una gran-
de sete di Dio. Quando nella vita del-
le comunit si prova la sensazione di
sentirsi orfani rispetto a Dio Padre,
diviene vitale lopera dei Vescovi, dei
sacerdoti e degli altri agenti di pasto-
rale, che rendano testimonianza, co-
me Cristo, del fatto che Dio Padre
sempre Amore provvidente che si
rivelato in suo Figlio.
Quando la fede non si alimenta
della preghiera e della meditazione
della Parola divina, quando la vita
sacramentale langue, allora prospe-
rano le sette e i nuovi gruppi pseu-
do-religiosi, provocando lallontana-
mento dalla Chiesa da parte di mol-
ti cattolici. Nel non ricevere rispo-
ste alle loro aspirazioni pi profon-
de, risposte che potrebbero trovare
nella vita di fede condivisa, si produ-
cono anche situazioni di vuoto spiri-
tuale. Nellopera evangelizzatrice
fondamentale ricordare sempre che
il Padre e il Figlio hanno mandato lo
Spirito Santo nella Pentecoste, e che
questo stesso Spirito continua a da-
re impulso alla vita della Chiesa. Per
questo importante il senso di ap-
partenenza ecclesiale, dove il cristia-
no cresce e matura nella comunione
con i suoi fratelli, figli di uno stesso
Dio e Padre.
Io sono la Vita, la Verit e la Vi-
ta. Nessuno viene al Padre se non per
mezzo di me (Gv 14, 6). Come ha
indicato il mio venerato predeces-
sore Giovanni Paolo II, Ges Cri-
sto , dunque, la risposta definitiva al-
la domanda sul senso della vita, agli
interrogativi fondamentali che assil-
lano anche oggi tanti uomini e donne
del Continente americano (Esorta-
zione Apostolica Ecclesia in Ameri-
ca, n. 10). Solo vivendo intensamen-
te il loro amore per Ges Cristo e
dedicandosi generosamente al ser-
vizio della carit, i suoi discepoli sa-
ranno testimoni eloquenti e credibili
dellimmenso amore di Dio per ogni
essere umano. In tal modo, amando
con lo stesso amore di Dio, divente-
ranno agenti della trasformazione
del mondo, instaurando in esso una
nuova civilt, che lamato Papa Pao-
lo VI chiamava giustamente la ci-
vilt dellamore.
Vivere in coerenza con la fede
Per il futuro della Chiesa in Ame-
rica Latina e nei Caraibi importan-
te che i cristiani approfondiscano e
assumano lo stile di vita proprio dei
discepoli di Ges: semplice e gioioso,
con una fede salda radicata nel pi in-
timo del loro cuore e alimentata dalla
preghiera e dai sacramenti. In effet-
ti la fede cristiana si nutre soprattut-
to della celebrazione domenicale del-
lEucaristia, nella quale si realizza un
incontro comunitario, unito e specia-
le con Cristo, con la sua vita e la sua
parola.
Il vero discepolo cresce e matu-
ra nella famiglia, nella comunit par-
rocchiale e diocesana; diviene missio-
nario quando annuncia la persona di
Cristo e il suo Vangelo in tutti gli am-
biti: la scuola, leconomia, la cultu-
ra, la politica e i mezzi di comunica-
zione sociale. In modo particolare, i
frequenti fenomeni di sfruttamento e
ingiustizia, di corruzione e violenza,
sono un appello pressante affinch i
cristiani vivano con coerenza la loro
fede e si sforzino di ricevere una sal-
da formazione dottrinale e spiritua-
le, contribuendo cos alledificazione
di una societ pi giusta, pi umana
e cristiana.
un dovere importante incoraggia-
re i cristiani affinch, animati dal loro
spirito di fede e di carit, si adoperi-
no instancabilmente per offrire nuove
opportunit a quanti vivono nella po-
vert o nelle zone periferiche pi ab-
bandonate, affinch possano essere
protagonisti attivi del proprio svilup-
po, portando loro un messaggio di fe-
de, di speranza e di solidariet. (...)
Chiediamo a Maria, modello di
madre nella Santa Famiglia e Ma-
dre della Chiesa, Stella dellEvange-
lizzazione, di guidare con la sua in-
tercessione materna le comunit ec-
clesiali dellAmerica Latina e dei Ca-
raibi e di assistere i partecipanti alla
V Conferenza affinch trovino le vie
pi adeguate perch quei popoli ab-
biano la vita in Cristo ed edifichino,
nel cosiddetto Continente della spe-
ranza, un futuro degno per ogni uo-
mo e ogni donna. Vi incoraggio tutti
nel vostro lavoro e vi imparto di cuo-
re la mia Benedizione Apostolica.
(Discorso ai partecipanti
della Riunione Plenaria della
Pontificia Commissione per
lAmerica Latina, 20/1/2007)
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di
questi documenti pu essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa
La Legge o la Bont?
Padre Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
10 Salvami Regina Marzo 2007
COMMENTO AL VANGELO 5 DOMENICA DI QUARESIMA
Nellepisodio della donna adultera, gli evangelisti non rivelano tutto
quanto era sotteso alla trama ordita dai farisei per collocare Ges
di fronte al seguente dilemma: condannare la peccatrice a morte,
violando la legge romana, o salvarle la vita, screditando la Legge
di Mos. Ges ha proclamato una sentenza di misericordia.
1
Ges si avvi allora verso il monte degli Uli-
vi.
2
Ma allalba si rec di nuovo nel tempio e
tutto il popolo andava da lui ed egli, seduto-
si, li ammaestrava.
3
Allora gli scribi e i fari-
sei gli conducono una donna sorpresa in adul-
terio e, postala nel mezzo,
4
gli dicono: Mae-
stro, questa donna stata sorpresa in flagrante
adulterio.
5
Ora Mos, nella Legge, ci ha co-
mandato di lapidare donne come questa. Tu
che ne dici?.
6
Questo dicevano per metter-
lo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma
Ges, chinatosi, si mise a scrivere col dito per
terra.
7
E siccome insistevano nellinterrogar-
lo, alz il capo e disse loro: Chi di voi sen-
za peccato, scagli per primo la pietra contro di
lei.
8
E chinatosi di nuovo, scriveva per ter-
ra.
9
Ma quelli, udito ci, se ne andarono uno
per uno, cominciando dai pi anziani fino agli
ultimi. Rimase solo Ges con la donna l in
mezzo.
10
Alzatosi allora Ges le disse: Don-
na, dove sono? Nessuno ti ha condannata?.

11
Ed essa rispose: Nessuno, Signore. E Ges
le disse: Neanchio ti condanno; v e dora in
poi non peccare pi (Gv 8, 1-11)..
a VANGELO A
I GES VENUTO
A PERDONARE
I Vangeli sono il testamento del-
la Misericordia. Lannuncio del
maggior atto di bont che ci sia sta-
to in tutta lopera della creazione
lIncarnazione del Verbo il fron-
tespizio, lapertura della sua narra-
zione. La forma brillante con cui
questa termina ci lascia senza sape-
re se non ancora pi bella e com-
movente: la crocifissione e morte di
Ges per ristabilire larmonia tra
Dio e lumanit.
La Bont divina unisce sostanzio-
samente questi due estremi, la Grot-
ta di Betlemme e il Calvario, attraver-
so una sequenza ricchissima di avveni-
menti traboccanti damore per i mise-
rabili: Infatti il Figlio dellUomo ve-
nuto a cercare e a salvare quello che era
Marzo 2007 Salvami Regina 11
perduto (Lc 19, 10). Questa gioia che
Ges ha nel perdonare traspare nel-
le dottrine, nei consigli e persino nelle
parabole da Lui elaborate con lo sco-
po preciso che i suoi ascoltatori com-
prendano meglio la sua misericordia.
In questottica sono da leggere le pa-
rabole del figliol prodigo (Lc 15, 11-
32), quella della pecorella smarrita
(Lc 15, 4-7) e quella della dracma per-
duta (Lc 15, 8-10). Leuforia di coloro
che incontra, in ognuno di questi tre
casi, riflette la contentezza dello stes-
so Cristo nel promuovere il ritorno di
unanima sulla via della grazia.
Egli il Buon Pastore che pren-
de la pecorella, la quale imprudente-
mente si era staccata dal gregge e la ri-
conduce allovile, al fine di infonder-
le nuova vita in una maniera sovrab-
bondante. Egli la porta sulle sue stesse
spalle, mentre i Cieli si riempiono di
un giubilo persino maggiore di quello
causato dalla stessa perseveranza dei
giusti (cfr. Gv. 10, 11-16; Lc 15, 4-7).
Allinterno di questatmosfera
damore, non abbiamo mai visto Ge-
s, nel corso della sua vita pubblica,
assumere il minimo atteggiamento di-
spregiativo nei confronti di chicches-
sia: samaritani, centurione, cananei,
pubblicani, ecc. A tutti invariabilmen-
te si rivolgeva con divina attenzione e
affetto: Imparate da Me che sono mi-
te e umile di cuore(Mt 11, 29). Nessu-
no si avvicinato a Lui in cerca di una
guarigione, di un perdono o consola-
zione, senza essere pienamente esau-
dito. Tale stato il suo infinito impe-
gno a fare il bene, soprattutto ai pi
bisognosi: Non sono venuto per chia-
mare i giusti, ma i peccatori(Mc 2, 17);
Lo Spirito del Signore sopra di me;
per questo mi ha consacrato con lun-
zione, e mi ha mandato (...), per predi-
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Cristo e ladultera Cattedrale di Avila, Spagna
La donna adultera condotta davanti a Ges, che smonta la trama dei farisei
nello scontro
tra la Bont
infinita e il falso
amore alla Legge
che si svolge
il dramma del
Vangelo di oggi
12 Salvami Regina Marzo 2007
care un anno di grazia del Signore (Lc
4, 18-19). Lo stesso Apostolo dir pi
tardi: Cristo Ges venuto nel mondo
per salvare i peccatori e di questi il pri-
mo sono io. (1 Tm 1, 15).
Malizia dei farisei
Come bello durante la notte crede-
re nella luce (
1
), cos la Bont sostan-
ziale di Ges diventa ancor pi lumi-
nosa ai nostri occhi quando si trova in
contrasto con unopposizione tutta fat-
ta di malizia. Questa noi la incontria-
mo, radicale e costante, dallinizio al-
la fine del Vangelo. Gi il Precursore,
nel distinguere tra coloro che lo circon-
davano alcuni farisei, li aveva rimpro-
verati: Razza di vipere! Chi vi ha sug-
gerito di sottrarvi allira imminente? (...)
Non crediate di poter dire fra voi: Abbia-
mo Abramo per padre! (Mt 3, 7-9).
Sono cos numerose le invettive
degli scribi e farisei contro Ges, in
virt della sua misericordia, che ri-
produrremmo una buona parte dei
Vangeli se cercassimo di essere minu-
ziosi nelle citazioni a questo riguardo.
Ricordiamo il passo in cui essi arriva-
no a chiamarLo posseduto del demo-
nio (Gv 8, 52; 10, 20; Lc 11, 15), di-
storcono le sue parole e affermazio-
ni (Mc 14, 58), Lo perseguitano con
intensit crescente (Gv capp.7-11) fi-
no a condannarLo a morte, e Lo ac-
cusano di essere rivoluzionario, per-
ch, secondo loro, sollevava il popo-
lo contro il potere civile e affermava
che non doveva essere pagata limpo-
sta allimperatore (Lc 23, 2).
Odio contro la bont di Ges
Questa indisposizione farisai-
ca contro Ges aveva come moti-
vo implicito la sua infinita misericor-
dia, virt specifica di Dio: Chi da
Dio ascolta le parole di Dio: per que-
sto voi non le ascoltate, perch non sie-
te da Dio (Gv 8, 47). E, soprattutto,
perch non volevano essere veri figli
di Dio, ma piuttosto figli del diavo-
lo (Gv 8, 44). Oltre a questa terribi-
le ascendenza che loro attribuita da
Ges, ricevono anche il titolo di la-
dri (Gv 10, 10), omicida (id), vi-
pere (Mt 12, 34).
Ora, lodio farisaico contro la Bon-
t si dovrebbe anche riflettere nella re-
pulsione che manifestavano in relazio-
ne ai bisognosi. quindi nel contrasto
con lacidit dei farisei e scribi contro i
peccatori che vediamo risplendere an-
cor pi la Bont di Cristo. Essa diven-
ta storica quando arriva ai limiti estre-
mi di assolvere una Maddalena (Lc 7,
47 48) o, in cima al Calvario, il buon
ladrone (Lc 23, 43).
I farisei si indignavano contro que-
sti atteggiamenti di Ges perch il lo-
ro puritanesimo procedeva da una
falsa giustizia, tutta fatta di orgoglio,
e per questo si allontanavano dai mi-
serabili, li disprezzavano e non mo-
I farisei che accusavano ladultera si sentono accusati da Ges
Ges, la Misericordia sostanzia-
le, non meno duro verso di loro.
Se aveste compreso che cosa significa:
Misericordia io voglio e non sacrificio,
non avreste condannato individui sen-
za colpa (Mt. 12, 7). Per sette volte,
Ges li chiama ipocriti, con lespres-
sione: Guai a voi, scribi e farisei ipo-
criti, per attribuire loro ogni volta
un peccato (cfr. Mt 23, 13-29).
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Che cosa
sarebbe accaduto
alluomo
implicato nella
medesima colpa?
Se uno commette
adulterio con
la moglie del
suo prossimo,
ladultero
e ladultera
dovranno esser
messi a morte
(Lc 20, 10)
Marzo 2007 Salvami Regina 13
stravano mai sentimenti di compas-
sione verso qualsiasi bisognoso.
nello scontro tra la Bont infini-
ta e il falso amore alla Legge che si
svolge il dramma del Vangelo di oggi.
II LEPISODIO DELLA
DONNA ADULTERA
1
Ges si avvi allora verso il
monte degli Ulivi.
Secondo quanto dice Alcuino (
2
),
Ges passava il giorno predicando nel
Tempio di Gerusalemme e, allimbru-
nire, ritornava a Betania per riposa-
re in casa di Lazzaro. Secondo que-
sto versetto, in quelloccasione, sicco-
me era lultima sera di festa, possibile
che Ges abbia passato la notte in pre-
ghiera, al Monte degli Ulivi. Chi com-
menta meglio questo passo Don An-
drs Fernandez Truyols, SJ: Terminato
il ministero apostolico di ogni giorno, re-
so pi arduo dalle discussioni alle qua-
li i suoi eterni avversari lo obbligavano,
e che non gli lasciavano un momento di
riposo, mentre i suoi ascoltatori tornava-
no ognuno alla loro casa, Ges si ritir
sul monte degli Ulivi. Non sembra che si
sia allontanato fino a Betania, cosa che
sarebbe stata probabilmente indicata
dallautore. La cosa pi probabile che
abbia passato la notte in una tenda o in
una grotta; forse in quella che fu conside-
rata da molti come la Grotta dellAgonia
o, caso mai, in quella che si trova qua-
si in cima al monte, e che la tradizione
ha consacrato come la cattedra degli in-
segnamenti di Ges, sulla quale San-
tElena ha edificato una basilica. In que-
sto modo, tanto dalluna come dallal-
tra, Ges poteva dirigersi rapidamente al
Tempio attraverso la porta orientale, che
doveva coincidere pi o meno con quel-
la oggi chiamata Porta dOro. Del resto,
il Monte degli Ulivi era un luogo familia-
re a Ges (
3
).
2
Ma allalba si rec di nuovo nel
tempio e tutto il popolo andava
da lui ed egli, sedutosi, li ammae-
strava.
Nessuno potr mai immaginare
lirresistibile forza dattrazione eser-
citata da Ges nei confronti di chi Lo
veniva a conoscere. Di questa ne dan-
no unidea i Vangeli, che costituisco-
no mere sintesi di meraviglie inde-
scrivibili. Tale il suo impegno a fare
il bene che, subito alle prime luci del-
lalba, Egli va al Tempio, sicuramen-
te gi seguito da altri lungo il cam-
mino. Al suo ingresso tutti convergo-
no intorno a Lui per ascoltarLo. Era
linizio di una nuova lunga giornata
di predicazione in forma di conver-
sazione, nella quale avrebbero potu-
to prender parte attiva, con domande
o commenti, ognuno dei presenti, in
unatmosfera del tutto amena e fami-
liare. Per questo, Egli si Sedette e co-
Ladultera fu collocata al centro
della moltitudine, affinch fosse giu-
dicata, come autrice di un crimine e,
in questo modo, ipso facto, stabiliro-
no Ges come giudice.
Questo fatto, inevitabilmente, solle-
va unimportante questione: che cosa
sar mai accaduto alluomo implicato
nella medesima colpa?Quale la ragione
per cui lui non stato presentato a Ge-
s, in questoccasione? Ora, il testo del-
la Scrittura perentorio sullobbligato-
riet della punizione per entrambi: Se
uno commette adulterio con la moglie
del suo prossimo, ladultero e ladulte-
ra dovranno esser messi a morte(Lv 20,
10); o ancora : Quando un uomo ver-
r colto in fallo con una donna maritata,
tutti e due dovranno morire: luomo che
ha peccato con la donna e la donna. Cos
toglierai il male da Israele (Dt 22, 22).
Gli autori sollevano varie ipote-
si a questo riguardo; non ne troviamo,
tuttavia, nessuna che porti allestremo
la sfiducia in relazione alla perfidia di
quegli scribi e farisei. Ci sia permes-
so, conoscendo la consumata cattive-
ria che era loro caratteristica, sollevare
un sospetto sulla fuga del colpevole
adultero: non sar stato egli complice
dei suoi mandanti in modo che conse-
guissero un flagrante? In questo caso,
probabilmente, ladultera sarebbe stata
indotta al crimine, lasciandosi coinvol-
gere pi per ingenuit e per linclina-
zione delle sue passioni, che per dolo.
Arriva qui la domanda classica:
A chi ha giovato il crimine? Gi al-
lepoca di Daniele, gli accusatori non
erano riusciti ad acciuffare il presun-
to socio di Susanna nelladulterio ca-
lunniosamente inventato dai due giu-
dici anziani. Nel caso del Vangelo di
oggi, chi era il criminale? La donna
si sarebbe rifiutata di dichiararlo? Ci
sorprende la facilit con cui gli scribi
e i farisei hanno trovato unadultera,
che si era introdotta nel Tempio, pro-
prio a quellora e in tali circostanze,
tanto favorevoli per architettare una
scena show che coinvolgesse Ges.
Si aggiunga questaltro dato: due
creature umane, adulte, che andas-
minci ad insegnare. Allimprovviso,
quel sacro convivio fu interrotto da
un fatto insolito.
Ladultera viene
presentata a Ges
3
Allora gli scribi e i farisei gli
conducono una donna sorpresa in
adulterio e, postala nel mezzo ...
Decidendo per
luna o laltra
soluzione, Ges,
o si sarebbe
sollevato contro il
potere romano, o si
sarebbe dichiarato
in disaccordo
rispetto a Mos e,
pertanto, rispetto
al Sinedrio
14 Salvami Regina Marzo 2007
sero a perpetrare un crimine punito
con la pena di morte immediata, per
quanto primitive fossero, avrebbero
cercato di proteggersi da quel rischio
di essere colti in flagrante. Ora, il ca-
so in questione si realizz in condizio-
ni tali da far pensare che difficilmen-
te non sia stato pianificato da terzi,
interessati al suo conseguimento.
I farisei invocano una
legge in disuso
4
gli dicono: Maestro, questa
donna stata sorpresa in agran-
te adulterio.
5
Ora Mos, nella
Legge, ci ha comandato di lapida-
re donne come questa. Tu che ne
dici?.
6
Questo dicevano per met-
terlo alla prova e per avere di che
accusarlo. Ma Ges, chinatosi, si
mise a scrivere col dito per terra.
Lespressione sorpresa in flagrante
adulterio conferisce ancor pi sostan-
za allipotesi di un crimine pianificato
da varie persone, con uno scopo che di-
venter esplicito nella rivelazione con-
tenuta nel versetto seguente. Oltretut-
to, laffermazione fortemente categori-
ca da parte loro evitava che fossero ac-
cusati da Ges rispetto alle prove, per-
ch neppure la donna stessa cercava
di difendersi. Forse, per la delicatezza
della sua anima femminile, non faceva
neppure delle insinuazioni su chi fosse
il suo complice in quel crimine.
Flavio Giuseppe, famoso storico
giudeo di quei tempi e dunque, in
un certo modo, insospettabile -, ci rac-
conta che era caduta in disuso la legge
che puniva con la pena di morte i rei
condannati per questo tipo di crimine.
Rigorismo in mezzo alla
rilassatezza generale dei costumi
Sotto il regno di Erode, la corru-
zione dei costumi a Gerusalemme era
giunta ai limiti estremi. Chiss se que-
sta era una circostanza propizia ai fa-
risei e scribi per creare, in Ges, lim-
passe di come procedere in quel ca-
so di adulterio. Comunque sia, sotto
lapparenza dello zelo per la Legge, que-
gli uomini ipocriti e vendicativi prepara-
vano a Ges una trappola mal dissimu-
lata: Erano sicuri che Colui che chia-
mavano ironicamente con lepiteto di
amico di peccatori e pubblicani Si sa-
rebbe mostrato indulgente con la col-
pevole; ed allora essi Lo avrebbero ac-
cusato di violare la Legge divina in un
punto fondamentale (
4
).
Sulla stessa linea, commenta Don
Andrs Fernandez Truyols, SJ: La
domanda, apparentemente rispettosa e
persino onorifica per Ges, era in real-
t insidiosa. Se Lui si fosse pronuncia-
to per il castigo, lo avrebbero tacciato di
essere duro; se avesse assolto, sarebbe
stato accusato di violare la Legge (
5
).
Daltra parte, vale la pena osservare
il contrasto tra i fedeli, che ascoltano
estasiati le parole del Salvatore, e la
re quello che di Cesare e a Dio quel-
lo che di Dio(Mt 22, 21) ha segnato
la Storia. Il caso portato alla luce dalla
Liturgia di oggi fu montato con unabi-
lit di gran lunga maggiore. Deciden-
do per luna o laltra soluzione, Ges,
o si sarebbe sollevato contro il pote-
re romano, o si sarebbe dichiarato di-
scordante rispetto a Mos e, pertanto,
rispetto al Sinedrio. Se la sua senten-
za fosse stata a favore della lapidazio-
ne, sicuramente i suoi nemici avrebbe-
ro cercato di consegnarLo a Pilato con
laccusa di aver violato la legge impo-
sta da Roma alle province conquistate
e alle sue suffragane: il diritto di vita e
di morte gli apparteneva con esclusivi-
t. Senza contare che avrebbero avuto
elementi per sollevare il popolo con-
tro la sua radicalit e intransigenza.
Ges contro Mos...
Se Ges lavesse assolta, avrebbero
fomentato i fedeli per il fatto che Lui
si opponeva alla Legge di Mos e Lo
avrebbero trascinato al Sinedrio per es-
sere scomunicato e consegnato allau-
torit romana. Probabilmente, voleva-
no mettere Cristo in opposizione con la
Legge di Mos, dando ad intendere che
Lo consideravano un altro Mos, il qua-
le portava una legge pi perfetta di quella
del primo. Tutto era fatto per incentivar-
Lo e provocarLo, in modo che Lui pren-
desse posizione contro la Legge di Mo-
s, dando loro loccasione di accusarLo.
Che dici Tu a questo? Contrapponen-
dolo a Mos, come se Lo elevassero al di
sopra di Mos. Tu, che sei pi grande di
Mos, a cui non si applicano le sue leg-
gi, perch non ne promulghi unaltra mi-
gliore e pi perfetta, che ne dici? Approvi
o disapprovi la sentenza della legge mo-
saica? Con tutti i mezzi, cercano di met-
terLo nella tentazione di dire qualcosa
contro Mos, di fronte a tutto quel pub-
blico, visto che Lo riconoscono come su-
periore al grande legislatore (
7
).
Ges risponde per iscritto
Richiama moltissimo allattenzio-
ne linedita attitudine del Divino Mae-
stro, di chinarsi, rimanendo seduto,
furia dei dottori della Legge e dei fari-
sei nel condannare Ges. Mentre i pa-
cifici e i semplici ammiravano le parole
del Salvatore, gli scribi e i farisei Gli fa-
cevano domande, non per apprendere,
ma per ordire trappole alla verit (
6
).
Vogliono rendere Ges reo
della sua stessa sentenza
diventato famoso il dilemma
creato dai farisei a proposito del pa-
gamento dellimposta, se a Cesare o al
Tempio. Quel rendete dunque a Cesa-
Marzo 2007 Salvami Regina 15
per mettersi a scrivere col dito sulla
terra. Ges si trovava vicino al cortile
delle donne, nella galleria del Tesoro, e
non sappiamo in che modo fosse fatto
il pavimento di questo locale. Comun-
que sia, probabilmente quanto scritto
avrebbe avuto la possibilit di essere
letto da altri. Consi-
deriamo il fatto che
gli scribi e i farisei si
fossero sistemati vi-
cino a Nostro Signo-
re e che, inoltre, fos-
sero in piedi, quindi
in una posizione per
cui non era difficile
per loro leggere i ca-
ratteri che Egli ave-
va disegnato. Ges
che scrive. In tutta la
narrazione dei Van-
geli lunica occa-
sione in cui questo
avviene. Come pos-
siamo immaginare
la forma delle lette-
re e la sequenza del-
le parole? Evidente-
mente, saranno sicu-
ramente state le pi
belle tra tutte quel-
le possibili. Qualco-
sa di leggibile sareb-
be dovuto rimanere
per terra, forse im-
presso sulla stessa
polvere della strada.
Che cosa avr scrit-
to Lui in quel mo-
mento? Pi avanti
tratteremo di questo particolare.
Ges solleva la questione dal
piano giuridico a quello morale
7
E siccome insistevano nellinter-
rogarlo, alz il capo e disse loro:
Chi di voi senza peccato, scagli
per primo la pietra contro di lei.
Nel Deuteronomio troviamo la
chiara obbligatoriet che il primo te-
stimone di un crimine, punito con la
pena di morte, lanci la prima pietra:
Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia
la prima contro di lui per metterlo a
morte; poi la mano di tutto il popolo
(Dt 13, 10). O, come pi avanti: La
mano dei testimoni sar la prima con-
tro di lui per farlo morire; poi la mano
di tutto il popolo ( Dt 17, 7).
nostra indegnit, della nostra insuffi-
cienza, dei nostri peccati, ecc., e non
saremmo aspri con nessuno, e neppu-
re rimprovereremmo con durezza di
cuore i colpevoli. Dolcezza, umilt e
compassione costituirebbero lessenza
del nostro relazionarci con gli altri, e
cos, attireremmo la
benevolenza di Dio
e saremmo causa
di edificazione del
prossimo.
Credo che Cristo
abbia voluto criticar-
li, e non solo dava a
intendere che poteva-
no peccare, in quan-
to uomini, e che era-
no peccatori di fatto
in altre parole, che
erano macchiati di
peccati come la ge-
neralit degli uomini
ma anche che era-
no ipocriti: pieni di
iniquit nel loro inti-
mo, mentre allester-
no fingevano santit
e zelo religioso, occu-
pandosi della lapida-
zione di quella don-
na. Li ha rimprove-
rati come in quellal-
tra occasione in cui
li ha chiamati sepol-
cri imbiancati (Mt
23, 27). Li ha feri-
ti, pertanto, nellin-
timo della coscien-
za, quando ha detto
loro: Chi di voi senza peccato, sca-
gli per primo la pietra contro di lei, dan-
do a intendere che essi erano colpevoli
di quel peccato o di altri pi grandi. Ma
questa accusa tanto accorta che non
sembra essere Lui che la fa, ma la co-
scienza di ognuno di loro. Il Salvatore li
rimette alle loro stesse coscienze, stabi-
lendole come giudici, come se Lui igno-
rasse ci che cera in esse. In certo mo-
do, proprio del diritto naturale che chi
accusa o condanna qualcuno sia libero
dal peccato che gli rimprovera (
8
).
Davanti al Signore si trovavano
maestri della Legge e farisei, esper-
ti nel dominio di queste conoscenze
relative alla giurisprudenza. Pertan-
to, Ges non si tira indietro, pronun-
cia la sentenza, ma, a proposito del-
la sua esecuzione, approfitta delloc-
casione per trasferire la problematica
dal campo giuridico ad un piano mol-
to pi elevato, ossia, a quello morale.
Frase divinamente celebre, se essa
fosse impressa in forma indelebile nei
nostri cuori, saremmo convinti della
Che cosa avr scritto Ges per terra?
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16 Salvami Regina Marzo 2007
Pu un uomo giudicare
un altro uomo?
insuperabilmente magistrale que-
sta risposta di Nostro Signore, dunque
Egli non assume la funzione di giudice,
che gli avevano offerto gli scribi e i fari-
sei, quanto piuttosto quella di Maestro,
conforme al titolo utilizzato da loro nel
proporGli il giudizio (v.4). Come Al-
tissimo Consigliere, Ges ricorda loro
che un giudice, nonostante i suoi pec-
cati o colpe, pu e anzi deve giudi-
care e condannare, se fosse necessario;
tuttavia, solleva loro uno spinoso pro-
blema: pu un peccatore essere lese-
cutore della giustizia di Dio?
Lunico, vero e competente Giudice
Nostro Signore Ges Cristo: Il Pa-
dre infatti non giudica nessuno ma ha
rimesso ogni giudizio al Figlio ( Gv 5,
22). Tutti coloro che in forma compe-
tente giudicano un altro uomo, per di-
ritto naturale, positivo o divino, lo fan-
no per delega di Ges. Quella senten-
za morale lanciata contro uomini or-
gogliosi che ipocritamente si reputa-
vano santi e immacolati, di per se stes-
sa non li avrebbe trattenuti nella lo-
ro determinazione a far rispettare la
Legge, se questo fosse stato realmen-
te il loro obiettivo esclusivo. Che mai
avr fatto Ges per impedirglielo?
Scrivendo, Ges accusava
gli accusatori
8
E chinatosi di nuovo, scriveva
per terra.
Per quanto San Girolamo non sia
seguito dalla maggioranza degli auto-
ri, sembra avere interamente ragione
nella sua analisi riguardo questo punto.
Non crediamo sia sulla buona strada
lopinione di alcuni commentatori, che
Ges scriveva senza un obiettivo defi-
nito, come se volesse semplicemente si-
gnificare il suo disinteresse per la que-
stione sollevata, o per guadagnare tem-
po. Tutto porta a credere che i peccati,
degni del medesimo castigo, commes-
si dagli accusatori, apparivano in quel-
lo scritto apparentemente informale.
SantAmbrogio anche lui fautore di
questa ipotesi di San Gerolamo.
Se cos infatti stato, Ges ha pro-
ceduto con suprema saggezza e, ol-
tretutto, con somma bont, poich
avrebbe potuto fare una contraccusa
pubblica verso ognuno di loro e inve-
ce non lo ha fatto. In modo del tutto
contrario, metteva loro a disposizione
il suo totale perdono. Sarebbe bastato
un pentimento interiore e una richie-
sta di misericordia, seppure implicita,
affinch tutti uscissero da quella situa-
zione in completa armonia con Dio e
perfino tra loro stessi. Ges offriva lo-
ro questa grande opportunit, ma...
9
Ma quelli, udito ci, se ne an-
darono uno per uno, comincian-
do dai pi anziani no agli ulti-
mi. Rimase solo Ges con la don-
na l in mezzo.
Questa narrazione contribuisce, an-
cor pi, alla possibilit che quanto scrit-
to per terra fosse in relazione con i pec-
cati di ognuno degli accusatori. Non
Nessuno ti ha condannata?. Va e dora in poi non
peccare pi disse Ges alla peccatrice
Cristo e ladultera Cattedrale di Salamanca, Spagna
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Ges, lunico che
avrebbe avuto
diritto a lanciare
dalla prima fino
allultima pietra,
concede alla
peccatrice una bella
esperienza della
grandezza della
sua misericordia
Marzo 2007 Salvami Regina 17
avr Ges iniziato dai pi vecchi? Se
il semplice enunciato della sentenza li
avesse convinti tutti, la rinuncia sareb-
be dovuta essere collettiva e concomi-
tante. Il fatto di essersi ritirati uno alla
volta indica che la conclusione che non
era conveniente rimanere l, stata in-
dividuale e successiva. Daltro canto, se
vera linterpretazione di San Gerola-
mo e di SantAmbrogio, quegli uomi-
ni non riconobbero i loro peccati e non
chiesero perdono per questi.
Il peccato non compensa
10
Alzatosi allora Ges le disse:
Donna, dove sono? Nessuno ti
ha condannata?.
11
Ed essa rispo-
se: Nessuno, Signore. E Ges le
disse: Neanchio ti condanno; v
e dora in poi non peccare pi.
Ladultera notando che i suoi ac-
cusatori si stavano ritirando, comin-
ci a sentire dentro di lei un crescen-
te sollievo, che giunse al culmine do-
po luscita dellultimo. La prospetti-
va della morte per lapidazione lave-
va spaventata e aveva promosso una
constatazione frequente nei pecca-
tori pentiti: il peccato non compen-
sa! La grande vergogna e umiliazio-
ne davanti a quel numeroso pubbli-
co forse lavranno fatta soffrire anco-
ra di pi.
Lultima terribile prova: il santis-
simo sguardo di Ges: Il Sacro Vol-
to, integro nella sua divina moralit,
la purezza e la verginit nella loro es-
senza, contemplati dal delirio carna-
le pieno di vergogna e pentito... Solo
un ardente sentimento avrebbe salva-
to dal meritato castigo quella povera
anima: una richiesta di perdono! Ge-
s non esiger da lei una dichiarazio-
ne esplicita e formale, solo le manife-
ster la sua insuperabile delicatezza:
Nessuno ti ha condannata?
Rispettando la Legge,
Ges misericordioso
Con un procedimento tanto sag-
gio quanto insolito, nessuno pi
avrebbe potuto accusare il Mae-
stro di non aver preso in considera-
zione la Legge di Mos e, pertanto,
di essere stato esageratamente in-
dulgente. Egli non aveva ripetuto
se non la stessa attitudine dei fari-
Ges, lunico che avrebbe avuto
diritto a lanciare dalla prima fino al-
lultima pietra, concede alla peccatri-
ce una bella esperienza della gran-
dezza della sua misericordia. L lei si
sentita veramente amata dallinfi-
nita bont di un Cuore sacro, umano
e divino. E la felicit che, in maniera
equivoca, aveva ricercato nel pecca-
to, lha incontrata nel perdono e nel-
la benevolenza di Colui che gli scribi
e i farisei avevano scelto come giudi-
ce: il Maestro.
Coloro che si appoggiavano al-
la Legge per accusare ne sono usci-
ti giudicati, la peccatrice pentita, che
avrebbe dovuto essere uccisa, se ne
andata in grazia di Dio. Nessuno mai
stato o sar tanto intransigente con
lerrore quanto Ges, nessuno pi
mite di Lui verso i peccatori.
Questo un ennesimo episodio
del Vangelo in cui traspaiono, da un
lato, linfinita bont del Sacro Cuore
di Ges, che arde in fiamme di desi-
derio di perdonare e, allestremo op-
posto, la durezza danimo degli scribi
e farisei, che non solo rifiutano que-
sto perdono, persino per se stessi, ma
non riconoscono mai con umilt le
loro rispettive colpe.
Quando si difende la Legge per
puro egoismo, non solo non si ha la
forza per praticarla, ma non si accet-
ta neanche la bont!
1
) Edmond Rostand, Chantecler.
2
) Cfr. San Tommaso dAquino, Catena
Aurea, in Gv.
3
) Vida de Nuestro Seor Jesucristo,
BAC, Madrid, 1954, pagg. 395-396
4
) FILLION, Vida de Nuestro Seor Je-
sucristo, Voluntad, Madrid, 1926, t.
III, pag. 391
5
) TRUYOLS, op. cit., pag. 396.
6
) San Tommaso dAquino, Catena
Aurea, in Gv
7
) Don Juan de MALDONADO SJ,
Comentarios a los cuatro Evange-
lios, BAC, Madrid, 1956, vol. III,
pag. 519.
8
) MALDONADO, op. cit., pag. 522.
sei e, oltretutto, Egli aveva condot-
to la peccatrice a dichiarare: Nes-
suno, Signore. Seguendo lesem-
pio di tutti, nemmeno Lui lavrebbe
condannata.
Cos, la libera dalla trappola
che le hanno teso i cacciatori (cfr.
Sl 124, 7), conferma la Legge, fa ri-
splendere nuovamente la sua digni-
t, mette in fuga i suoi nemici, pro-
duce ancor pi ammirazione, ri-
spetto e sottomissione nel popolo
che Lo attorniava e perdona la po-
vera peccatrice, lasciandola andare
con un avvertimento: Non pecca-
re pi. Con questo ammonimento,
Egli le concedeva ancora la sua gra-
zia, senza la quale nessuna virt si
pratica stabilmente.
III GLI ACCUSATORI SONO
STATI GIUDICATI, LA PECCATRICE
STATA PERDONATA
Che magnifica lezione di penitenza,
di perdono e della necessit della per-
severanza, offerta ad ognuno di noi in
questa valle di lacrime nella quale sia-
mo stati concepiti e viviamo!
V
Luomo che Dio
chiam pap
Clara Isabel Morazzani
18 Salvami Regina Marzo 2007
San Giuseppe non sar mai debitamente
conosciuto e venerato da noi se lo consideriamo
soltanto come un povero falegname della Galilea,
ripetendo cos nella nostra epoca, a distanza
di ventuno secoli, la triste cecit
degli abitanti di Nazaret.
i sono alcuni uomi-
ni, nella Storia, la cui
grandezza oltrepas-
sa qualsiasi leggen-
da e prosciuga anche
la pi ricca capacit di immaginazione.
Tali uomini sembrano essere oggetto di
una speciale predilezione di Dio, che
Si compiace di adornare accuratamen-
te le sue anime con lo splendore del-
le virt e di rarissimi doni. Predestinati
fin dalla nascita, la loro vita si svolge tra
avventure straordinarie e sorprenden-
ti che ora favoriscono ladempimento
della loro missione, ora si erigono co-
me ostacoli insuperabili, dando occa-
sione a slanci di fiducia e audacia che
rendono la loro persona ancora pi de-
gna di ammirazione.
NellAntico Testamento ci imbat-
tiamo in racconti di questo genere ad
ogni pi sospinto. Rimaniamo esta-
siati di fronte al potere di un Mos,
che con il semplice gesto di sollevare
il suo bastone ha diviso le acque del
mare in due gigantesche pareti liqui-
de, o davanti alla serena autorit di
Giosu, che non ha avuto dubbi nel-
lordinare al sole stesso di fermare il
suo corso. Pi avanti ci impressiona-
no la forza di Sansone, nel caricarsi
sulle spalle le porte di Gaza e lo zelo
ardente del profeta Elia, che fa cessa-
re la pioggia per tre anni. La Provvi-
denza Divina a tutti costoro ha con-
cesso il dominio sulla natura, questa
fede che muove montagne e le fa sal-
tare come capretti...
Tali prodigi sottolineavano il po-
tere giusto e inflessibile del Creatore
e miravano, soprattutto, ad educare
unumanit macchiata dal peccato ori-
ginale, sulla quale ancora non si erano
riversati i benefici della Redenzione.
Una nuova economia della grazia
Sopraggiunta la maturit dei tem-
pi, le manifestazioni dellonnipotenza
divina, lungi dal diminuire, hanno rag-
giunto un auge di profondit e splen-
dore. Nel Nuovo Testamento,per,
la grandezza si nasconde molte vol-
te sotto i veli della comune esisten-
za umana, ci permesso da Dio per
aumentare i nostri meriti e purificare
ancor pi la nostra fede.
Lesempio paradigmatico di questa
nuova economia della grazia, noi lo
vediamo realizzarsi in un uomo la cui
vita trascorsa nellumilt e nel silen-
zio, ma che ha meritato di udire dal-
le labbra dellUomo-Dio il dolce no-
me di pap!
Senza dubbio, Mos, nellaprire il
mare in due parti, o Giosu, nel fer-
mare il sole, hanno segnato in modo
indelebile le future generazioni: ma,
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Marzo 2007 Salvami Regina 19
cos mai laver sottomesso gli ele-
menti, creature inanimate, rispetto
allonore supremo di essere obbedito
da Colui di cui dice il salmista: Ma
pi potente delle voci di
grandi acque, pi po-
tente dei flutti del mare,
potente nellalto il Si-
gnore (Sl 93, 4), e che
pi tardi fu visto da
Malachia quando dis-
se: Per voi invece, cul-
tori del mio nome, sor-
ger il sole di giustizia
con raggi benefici (Ml
3, 20)? Che cosa vale
aver caricato sulle spal-
le le porte di Gaza, in
confronto alla gloria di
stringere fra le braccia
Colui che ha afferma-
to di Se stesso: Io so-
no la porta delle peco-
re (Gv 10, 7)? Si pu
fare una qualche com-
parazione tra il profe-
ta che ha fatto fermare
la pioggia e il patriarca
le cui preghiere hanno
accelerato la pioggia
del Giusto che viene dai
Cieli (Cfr. Is 45, 8)?
Una delle pi
alte vocazioni
della Storia
San Giuseppe, luo-
mo giusto per eccel-
lenza, il glorioso spo-
so di Maria e padre putativo del Fi-
glio di Dio, certamente uno dei san-
ti pi venerati dalla devozione popo-
lare. Nonostante ci, sentiamo parla-
re di lui quasi soltanto come larti-
giano di Nazaret o come il patro-
no dei lavoratori. Questi titoli sono
del tutto legittimi, ma sono lungi dal
darci lidea della vetta di santit a cui
Dio ha ritenuto bene elevarlo. Egli
non sar mai debitamente conosciuto
e venerato da noi se, ripetendo anche
nella nostra epoca la triste cecit de-
gli abitanti di Nazaret, lo consideria-
mo soltanto come un povero falegna-
me della Galilea.
Per non renderci colpevoli di un
errore che potrebbe essere qualifica-
nel determinare lIncarnazione del
Verbo, il Padre ha voluto che nono-
stante lapparenza di povert e umil-
t attraverso cui Si sarebbe manife-
stato, e che avrebbe-
ro contribuito alla sua
maggiore esaltazione
la venuta di suo Figlio
al mondo si rivestisse
della suprema bellez-
za conveniente a Dio.
Cos, dispose che Egli
fosse concepito da una
Vergine, concepita a
sua volta senza peccato
originale, unendo in S
le gioie della maternit
al fiore della verginit.
Tuttavia, per completa-
re il quadro, si rendeva
necessaria la presenza
di qualcuno che proiet-
tasse nella terra la pro-
pria ombra del Pa-
dre. Per tale missio-
ne Dio destin Giusep-
pe, al quale potremmo
applicare le parole del-
la Scrittura, che si rife-
riscono al suo antenato
Davide: Il Signore si
gi scelto un uomo se-
condo il suo cuore (1
Sm 13, 14).
Uomo giusto
per eccellenza
Tenendo conto del-
lassioma latino: nemo
summus fit repente e lazzeccato det-
to di Napoleone: leducazione di un
bambino inizia centanni prima che
nasca, probabile che, tenendo con-
to della sua missione e del suo ruolo
di educatore nei confronti del Bam-
bino-Dio, Giuseppe sia stato santifi-
cato gi nel seno materno, come lo
stato Giovanni Battista nel ventre di
Santa Elisabetta. Questa tesi difesa
da diversi autori e si pu sintetizza-
re nelle parole di San Bernardino da
Siena: Sempre quando la grazia divi-
na sceglie qualcuno per qualche favore
to come calunnia agiografica, fare-
mo in modo di analizzare la verit re-
lativa a questuomo destinato ad una
delle pi alte vocazioni della Storia.
Dio sceglie sempre il pi bello
Dio Onnipotente, per il quale
niente impossibile (Lc 1, 37) e
che tutto governa con sapienza infini-
ta, possiede qualcosa che potremmo
chiamare il suo unico limite: nel
creare, Egli non pu scegliere niente
di meno bello e perfetto, o che non
sia per la sua gloria. Fin dalleternit,
Il Signore si gi scelto un uomo secondo il
suo cuore ( 1 Sm 13, 14).
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Sacra Famiglia Liebfrauenmnster, Ingolstadt, Germania
20 Salvami Regina Marzo 2007
speciale o per un qualche stato eleva-
to, gli concede tutti i doni necessari alla
sua missione, doni che la ornano ab-
bondantemente.
La lode di Giuseppe, come il Van-
gelo ce la delinea, si racchiude in
ununica e breve frase: era giusto. Ta-
le elogio, che a prima vista di una
laconicit sconcertante, non ha nien-
te di mediocre. Nel linguaggio biblico,
laggettivo giusto designa tutte le
virt riunite assieme. NellAnticoTe-
stamento, giusto colui a cui la Chie-
sa d il nome di santo: giustizia e san-
tit esprimono la medesima realt.
Lo stesso silenzio delle Scritture
a questo riguardo ci rivela un aspet-
to fondamentale della sua perfezio-
ne: la contemplazione. San Giuseppe
il modello dellanima contemplati-
va, pi desiderosa di pensare che di
agire, sebbene il suo compito di fale-
gname lo portasse a consacrare tanto
tempo al lavoro. In lui vediamo rea-
lizzarsi linsegnamento di San Tom-
maso: la contemplazione superio-
re allazione, tuttavia, ancora pi per-
fetta la congiunzione delluna e del-
laltra in una stessa persona.
Nel segare la legna, fabbricare un
mobile o un aratro, Giuseppe man-
teneva sempre il suo spirito rivolto al
soprannaturale, elevandosi allaspet-
to pi sublime delle cose e conside-
rando il tutto dallottica di Dio. La
sua condotta rifletteva la seriet e
laltissima intenzione con la quale
sempre agiva, e questo contribuiva
alla maggior perfezione dei lavori da
lui eseguiti. La sua umile condizione
di lavoratore manuale non diminui-
va per nulla la sua nobilt. Riuniva
in s, in forma mirabile, le due clas-
si sociali: come erede legittimo del
trono di Davide, conservava nel suo
portamento e aspetto, la distinzio-
ne e leleganza proprie di un princi-
pe, unendole, tuttavia, ad una gioio-
sa semplicit di carattere. Per lui, pi
importante della nobilt di sangue
quella che si ottiene con lo splendore
della virt; e questa, egli la possedeva
in abbondanza.
La Provvidenza, in-
tanto, lo destinava ad ot-
tenere il pi alto ono-
re che si possa attribuire
ad una creatura conce-
pita nel peccato origina-
le e lo collocava in posi-
zione che non aveva pro-
porzione rispetto a tutto
il resto degli uomini. Di-
ce San Gregorio Nazian-
zeno: Il Signore ha co-
niugato in Giuseppe, co-
me in un sole, tutto quan-
to gli altri santi hanno,
tutti insieme, di luce e di
splendore. Tutte le glo-
rie si accumulano in que-
stuomo incomparabile,
la cui esistenza terrena
trascorre entro uneleva-
tezza ignorata dai suoi
conoscenti e compatrio-
ti, in un silenzio e sobrie-
t quasi completi.
Ammirevole
consonanza tra due anime vergini
NellAntico Testamento, la ver-
ginit ancora non aveva acquisito
il prestigio di cui cominci a gode-
re nellEra Cristiana. Anzi proprio al
contrario, chi non metteva su fami-
glia, o fosse impossibilitato a gene-
rare figli, era considerato maledetto
da Dio. Lattesa del Messia domina-
va a tal punto gli spiriti, che il disprezzo
del matrimonio equivaleva ad un rifiu-
to disonorevole di contribuire alla ve-
nuta di Colui che doveva restaurare il
regno di Israele (
1
). Secondo lopinio-
ne generalizzata, Giuseppe, mosso da
uno speciale suggerimento dello Spi-
rito Santo, aveva deciso di rimanere
vergine per tutta la vita. Tuttavia, non
volendo distinguersi dagli altri, con-
trariando i costumi del suo tempo, si
era rassegnato a contrarre matrimo-
nio, convinto che il Signore, avendo-
gli ispirato questo buon proposito, lo
avrebbe aiutato a portarlo a termine.
Cedendo, dunque, alle esigenze
sociali, decise di chiedere la mano di
Maria, che egli probabilmente gi co-
nosceva, poich entrambi appartene-
vano alla medesima trib e abitavano
nello stesso villaggio. Tutto indica che
a quellepoca i genitori di Maria erano
morti ed Ella viveva sotto la tutela di
un qualche parente. Senza prendere
in considerazione lopinione della gio-
vane, il suo tutore le comunic soltan-
to di aver accettato la richiesta di un
pretendente ad essere suo marito.
risaputo che Maria, fin dallinfan-
zia, aveva consacrato al Signore la sua
verginit. Comunque, abituata ad ob-
bedire, si inchin alla decisione dei
suoi parenti, convinta che questa fosse
la manifesta volont della Provviden-
za. Se conservava alcun dubbio, questo
deve essersi dissipato quando seppe
che il prescelto era Giuseppe, il nobile
discendente della stirpe di Davide, nel-
la cui anima Ella gi aveva visto, grazie
al suo acuto dono del discernimento,
le altissime qualit poste da Dio.
Prima delle nozze, Maria sentiva
il bisogno di far conoscere al suo pro-
messo sposo il voto di verginit, sot-
Marzo 2007 Salvami Regina 21
to pena di nullit del matrimonio. Lo
fece in forma seria e decisa, parlan-
do con tutta la sincerit del suo inno-
cente cuore. Giuseppe pens che stes-
se ascoltando una voce del Cielo e ri-
conobbe, emozionato, la mano della
Provvidenza che esaudiva le sue pre-
ghiere: impossibile farsi unidea del
grado di concordia di queste due ani-
me, nel rivelarsi reciprocamente i loro
pi intimi misteri. Da questo istante,
Giuseppe cominci ad essere il model-
lo perfetto del devoto della Madon-
na. Possiamo ben immaginare che, gi
in questo primo incontro, la grazia lo
tocc in maniera speciale, portandolo
a consacrarsi come schiavo damore di
Colei che, pi che sposa, gi conside-
rava come Signora e Regina..
Proporzionato a Ges e Maria
Il contratto matrimoniale avr do-
vuto essere concordato tra le due fa-
miglie. Un punto al quale si era so-
liti dare una scrupolosa importanza,
soprattutto tra persone di nobile ori-
gine, era luguaglianza di condizio-
ni. Tanto Maria quanto
Giuseppe erano della tri-
b di Giuda e discenden-
ti di Davide. Pi, per, di
qualsiasi requisito socia-
le, su quel matrimonio
aleggiava, fin dalleter-
nit, un disegno divino.
Per la realizzazione della
volont dellAltissimo, lo
sposo doveva essere proporzionato
alla sposa, il padre al figlio, al fine di
assumere con tutta la dignit lonore
di essere il padre adottivo di Dio. Un
uomo solo stato creato e preparato
per questa missione, interamente al-
laltezza di esercitarla: San Giusep-
pe. Egli era ben proporzionato a Ge-
s Cristo e a Maria Santissima.
Per farci unidea esatta della gran-
dezza della sua personalit, dobbiamo
immaginarlo come una versione ma-
schile della Madonna, luomo dotato
di sapienza, forza e purezza sufficienti
per governare le due creature pi ec-
celse uscite dalle mani di Dio: lUma-
nit santissima di Nostro Signore e la
Regina degli angeli e degli uomini.
In Israele le nozze corrisponde-
vano giuridicamente ai matrimoni di
oggi. A partire da questa cerimonia
nella quale lo sposo collocava un
anello doro al dito della sua promes-
sa, dicendo: Questo lanello con il
quale ti unisci a me davanti a Dio, se-
condo il rito di Mos entrambi co-
minciavano ad appartenere in forma
irrevocabile luno allaltro e potevano
considerarsi sposi. Tuttavia, la coabi-
tazione era in generale ritardata di
un anno, per dar tempo alla sposa di
completare il corredo e al marito di
preparare la casa.
Maria e Giuseppe, fedeli osservanti
della Legge, si attennero a tutte que-
ste formalit. Ma un segreto Divino
avvolgeva il loro caso concreto, di cui
certamente nessun testimone dellav-
venimento parenti e amici arriv a
sospettare. L stavano due anime ver-
gini che si promettevano mutua fedel-
t, una fedelt che sarebbe consistita nel
mantenere entrambi la verginit (
2
).
Quanto pi una persona
soffre, pi degna damore
In questo intervallo tra la cerimo-
nia delle nozze e il matrimonio ve-
ro e proprio, Maria ricevette la visi-
ta dellArcangelo Gabriele. Il Vange-
lo di Matteo lo mette bene in chiaro
nellaffermare: Prima che andasse-
ro a vivere insieme si trov incinta per
opera dello Spirito Santo (Mt 1, 18).
Sarebbe superfluo dilungarci qui sui
dettagli dellAnnunciazione e dellIn-
carnazione del Verbo, gi ben cono-
sciuti e tante volte commentati. Un
punto soltanto bisogna metter be-
ne in chiaro: pochi giorni dopo que-
sto avvenimento, Maria si diresse af-
frettatamente al piccolo villaggio sul-
le montagne della Giudea dove abita-
vano i suoi cugini, Zaccaria ed Elisa-
betta. Buona parte dei commentato-
ri difende lidea che Giuseppe abbia
accompagnato la sua sposa nel viag-
gio di andata e, trascorsi tre mesi, an-
d a prenderLa. Tale opinione sem-
bra ben fondata, poich la gioven-
t di Maria e le difficolt di un peno-
so percorso erano ragioni in pi per
muovere la sollecitudine di uno spo-
so fedele e zelante, come era il suo.
Dopo il ritorno a Nazaret, egli non
tard a capire i primi segnali della gra-
vidanza della sua sposa. Allinizio,
stent a crederci, credendosi vittima
di unallucinazione. Passati, per, al-
cuni giorni, non pot pi dubitare del-
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Nozze di Maria
e Giuseppe,
Opera del Beato
Angelico Museo
del Prado, Madrid
San Giuseppe
stato il protettore
della verginit di
Maria, sua
casta sposa
Una nobilt
pi splendente
del sole
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22 Salvami Regina Marzo 2007
la palese realt davanti ai suoi occhi.
Maria portava in seno un bambino.
In questo momento scoppi, come
un violento turbine, il dramma nella
vita di San Giuseppe. Forse la prova
pi terribile che una semplice creatu-
ra umana prescindendo dalla San-
tissima Vergine nel corso della Pas-
sione abbia mai affrontato.
Questa era, in realt, la divina vo-
lont del Bambino che Si formava
nelle purissime viscere di Maria. Egli
desiderava che la sua nascita avvenis-
se col sigillo indelebile del dolore san-
tamente accettato, per insegnarci che
quanto pi una persona soffre, tanto
pi degna damore. Il padre adot-
tivo che aveva scelto come immagi-
ne del suo Padre Celeste, Egli lo sot-
tometteva a una dura prova, dando-
gli lopportunit di portare il suo eroi-
smo a vertici inimmaginabili. Nel con-
tempo, appariva con maggior splen-
dore la verginit della Madonna.
Leroe della fede
La perplessit di Giuseppe non
consisteva, come avevano pensato al-
cuni Padri antichi, nel dubitare del-
la fedelt della sua sposa. Tale ipote-
si cozza contro la nostra devozione,
poich sbiadisce la perfezione emi-
nente raggiunta dal santo Patriarca e,
oltretutto, Dio non avrebbe permes-
so che lonore verginale di Maria po-
tesse essere ferito da un sospetto nel-
lo spirito di Giuseppe. Il testo del-
lAuctor imperfecti esprime con bellis-
sime parole latteggiamento da lui as-
sunto di fronte al fatto.
O inestimabile lode di Maria! San
Giuseppe credeva pi nella castit della
sua sposa che in quello che i suoi occhi
vedevano, pi nella grazia che nella natu-
ra. Vedeva chiaramente che la sua sposa
era madre e non poteva credere che fos-
se adultera; credete che era pi possibile
che una donna concepisse senza uomo
che Maria avesse potuto peccare (
3
).
La sua angoscia diventava tanto
pi lancinante quanto pi vedeva ri-
splendere la virt nel volto angelico di
Maria. Da un lato, levidenza gli bal-
zava agli occhi, dallaltro, considera-
va al di l di ogni pensiero la possi-
bilit che quella creatura tanto inno-
cente avesse commesso peccato. Ora,
se il concepimento di Maria era ope-
ra soprannaturale, che cosa faceva lui
l? Non stava forse offendendo Dio,
intromettendosi in un mistero per lui
incomprensibile, il quale gli si prefi-
gurava come assolutamente divino?
Non sarebbe stato egli un intruso, che
ingarbugliava i piani dellAltissimo?
Giuseppe non giudic. Sospese il
giudizio della carne davanti agli im-
perscrutabili disegni di Dio. Soggiog
la ragione umana alla fede incrollabile
e cerc unuscita al caso, dunque, co-
me riassume San Tommaso. Fin dal-
linizio scart lipotesi di denunciar-
La, come esigeva il Deuteronomio, se-
condo il quale una donna avrebbe do-
vuto subire la pena della lapidazione.
Era convinto dellinnocenza di Maria
e tremava davanti a questidea.
Esisteva anche lopzione del ripu-
dio: la Legge di Mos permetteva al-
luomo di cacciare sua moglie, dan-
dogli il libello di divorzio. Ma questa
possibilt lo ripugnava ugualmente,
poich avrebbe attentato contro la re-
putazione della Santa Vergine. In un
piccolo villaggio, dove tutti gli abitan-
ti si conoscevano, tale atteggiamento
avrebbe dato margine a sospetti sul
comportamento di Maria: per quale
motivo il marito Lavrebbe allontana-
ta allimprovviso? Nel futuro, la Ver-
gine avrebbe sempre portato con s il
marchio della moglie rifiutata.
La soluzione ideata da Giuseppe
non si trovava nei libri della Legge,
ma part dal suo cuore: Decise di li-
cenziarLa in segreto (Mt 1, 19). Agen-
do in questo modo, salvaguardava la
fama della sua sposa, poich Ella sa-
rebbe stata vista come una povera gio-
vane abbandonata dalla crudelt di un
uomo senza parola. La colpa sarebbe
ricaduta interamente su di lui.
In questo passo della sua vita, Giu-
seppe rivel lo splendore della sua
nobile anima, la sua saggezza e la sua
umilt elevate al grado eroico. Infatti,
i tenga conto che la nobil-
t umana pu essere con-
siderata nella sua causa,
nella sua essenza e nella sua azio-
ne.
Considerandola nella sua
causa, la nobilt di origine, in
cui fu singolarissimo San Giu-
seppe, poich ha la sua origine
in una triplice dignit: corpora-
le, spirituale e celeste. Una di-
gnit reale, sacerdotale e profe-
tica che celestiale, perch pre-
dire il futuro soltanto di Dio.
Davide fu re, Abramo patriar-
ca, Natan profeta, e i tre furono
sorpassati da San Giuseppe.
San Giuseppe era nobile nella
sua essenza, vale a dire, nella sua
stessa persona, perch troviamo
in essa triplice nobilt: egli fu giu-
sto nella sua anima, raggiunse la
dignit di sposo della Regina del
Cielo ed ebbe il compito di padre
nutritivo del Figlio di Dio.
Anche nelle sue opere egli
diede prova, al mondo intero, di
una singolare nobilt. Ricevette
in casa sua il Salvatore del mon-
do, Lo condusse sano e salvo at-
traverso vari paesi, Lo serv e
aliment per molti anni col suo
lavoro ed il suo sudore.
Questi sono i raggi che emet-
te la nobilt del santissimo Giu-
seppe, rendendola pi splenden-
te del sole stesso.
(Don Isidoro de Isolano,
Summa dei doni di
San Giuseppe)
Prendi questo glorioso Santo per maestro
S
Marzo 2007 Salvami Regina 23
oltanto chiedo, per amor di Dio, che lo confermi
chi non crede in me, e vedr per esperienza pro-
pria com vantaggioso raccomandarsi ed avere
devozione a questo glorioso Patriarca. Soprattutto le per-
sone di preghiera dovrebbero essergli affezionate. Infat-
ti non so come possano pensare alla Regina degli Angeli
e al lungo tempo che pass col Bambino Ges, senza rin-
graziare San Giuseppe per tutto il bene che ha fatto loro.
Chi non trova un maestro che gli dia orientamento nella
preghiera, prenda questo glorioso Santo per maestro, e
non sbaglier strada.
(Santa Teresa di Ges,
Libro della Vita)
a lui potremmo applicare queste belle
parole di un autore francese: Leroe
un grande cuore che ignora se stes-
so, una grande anima che si dimentica
di se stessa. (...) tutte le debolezze della
nostra povera natura umana sono con-
centrate intorno a questo egoismo
che fa di ognuno di noi il centro
dellUniverso. Leroe co-
lui rompe questo circolo
stretto dove tutte le na-
ture, anche le pi do-
tate, vegetano o lan-
guiscono. Questo
io che in alcuni
re, in lui, per tutta
la sua vita, rimane
schiavo (
4
).
Si dimenti-
c completamen-
te di se stesso, pre-
ferendo screditar-
si davanti allopinio-
ne pubblica, piuttosto
che vedere macchiato il
prestigio di Maria.
Oltre a ci, rinunciava an-
che alla sua stessa felicit: do-
veva abbandonare la Madonna, il
maggior tesoro della terra. Questa
era una sofferenza immensa, poich
per lui la convivenza con Maria signi-
ficava un vero Paradiso. Da Lei aveva
imparato, nei suoi gesti pi semplici,
lezioni eccelse di sapienza e di bont,
nel contemplarLa, si sentiva pi vici-
no a Dio. E si vedeva ora obbligato a
sacrificare quello che pi apprezzava
nella sua vita! Avrebbe passato i suoi
giorni lontano, venerando un mistero
che non aveva inteso.
Per alcuni giorni, Giuseppe ma-
tur la sua decisione, risoluto a met-
terla in pratica. Una notte, nuvolosa
e senza luna, trov loccasione pro-
pizia, prepar i suoi poveri averi e
va: Giuseppe, figlio di Davide, non te-
mere di prendere con te Maria, tua spo-
sa, perch quel che generato in lei vie-
ne dallo Spirito Santo. Essa partorir
un figlio e tu lo chiamerai Ges: egli
infatti salver il suo popolo dai suoi
peccati (Mt 1, 20-21).
Chi semina nelle lacrime
mieter con giubilo
(Sl 126, 5)
impossibile misura-
re la gioia di Giuseppe
quando si risvegli dal
sogno. Subito allal-
ba, corse per incon-
trarsi con la sua spo-
sa. E come si senti-
va ora ancor pi pre-
so dalla venerazione
e tenerezza che culmi-
navano nellardente de-
siderio di servirLa! Cer-
tamente non disse nulla a
Maria, ma la gioiosa espres-
sione del suo aspetto era pi
eloquente delle sue parole. In
ginocchio, ador Dio nel seno vir-
ginale di sua Madre, primo taberna-
colo nel quale Si era degnato di abi-
tare sulla terra. Un Dio che era an-
che suo figlio, poich le parole del-
langelo manifestavano con chiarezza
lautorit a lui concessa sul frutto del-
la sua sposa: un figlio a cui metterai
il nome di Ges.
Paternit nuova, unica e speciale
La paternit di San Giuseppe in re-
lazione a Cristo stata un tema mol-
to discusso dagli autori. Le qualifiche
si sdrai per riprendere le forze pri-
ma della partenza. Poco a poco, per
unazione angelica, il suo cuore afflit-
to si rasseren ed egli si addormen-
t profondamente. Come anticamen-
te con Abramo, il Signore aveva atte-
so fino allultimo istante per scagliare
il colpo fatale. Nel mezzo della notte
gli apparve un angelo, che annuncia-
San Giuseppe Parrocchia dei
Gesuiti - Santander, Spagna
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24 Salvami Regina Marzo 2007
La vita di San Giuseppe stata una continua contemplazione di Ges
Statua dellOratorio di San Giuseppe, Montreal, Canada
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si moltiplicano: padre legale, padre
putativo, padre nutritivo, padre adot-
tivo, padre verginale... ognuna di loro
definisce aspetti di questuomo ecce-
zionale. Don Bonifacio Llamera OP
sembra esser arrivato ad una conclu-
sione soddisfacente:
La paternit di San Giuseppe in re-
lazione a Ges certamente distinta da
qualsiasi altra paternit naturale, sia fi-
sica o adottiva. vera paternit, ma
molto singolare. E una paternit nuo-
va, unica e speciale, perch non proce-
de dalla generazione secondo la natura,
ma fondata su un vincolo morale inte-
ramente reale. Questa paternit singola-
re tanto reale, quanto vero il vincolo
matrimoniale tra Maria e Giuseppe. (...)
Questa paternit di San Giusep-
pe, tanto mirabile quanto difficile da
definirsi in una parola, conferma-
ta e chiarita dai Santi Padri e autori di
opere sul Santo Patriarca, i quali han-
no concentrato in tre vincoli principali
la sottile realt che unisce San Giusep-
pe a Ges: il diritto, che coniugale; la
verginit e lautorit che adornano il
mistero di San Giuseppe (
5
).
Nellenciclica Quamquam pluries,
il Papa Leone XIII ha affermato:
vero che la dignit della Madre di Dio
tanto alta che niente la pu oltrepassare.
Tuttavia, come esiste tra la Vergine e San
Giuseppe un laccio coniugale, non c
il minimo dubbio che egli si avvicina-
to pi di ogni altro a questa dignit so-
vreminente che colloca la Madre di Dio
molto al di sopra di tutte le creature.
Una creatura che d
consigli al Creatore...
Quante volte San Giuseppe ha
avuto tra le braccia il Divino Infante?
Il giorno intero nella convivenza col
Bambino Ges, osservandoLo prega-
re, parlare, fare tutti gli atti della sua
vita comune...In questa contempla-
zione costante, per la quale egli ave-
va unanima meravigliosamente adat-
ta, riceveva grazie straordinarie e si
lasciava modellare. A volte, il Bambi-
no si fermava davanti a lui e diceva:
Vi chiedo un consiglio: come la devo
fare questa cosa? e San Giuseppe si
commuoveva, considerando che chi
stava chiedendogli un consiglio era lo
stesso Figlio di Dio!
A questuomo la Provvidenza con-
cesse labbra sufficientemente pu-
re e unumilt molto grande per fa-
re questa cosa formidabile: risponde-
re a Dio. Alla creatura plasmata dalle
mani del Creatore egli dava consigli!
Era stato lui il predestinato ad eser-
citare una vera autorit sulla Madon-
na e il Bambino Ges, il privilegiato
che aveva raggiunto unaltissima inti-
mit con Ges e Maria, il beato a cui
era stata concessa la grazia di morire
tra le braccia di Dio, suo Figlio, e del-
la Madre di Dio, sua Sposa!
Il vincitore lo far sedere presso
di me, sul mio trono (Ap 3, 21)
Quello dunque che Dio ha con-
giunto, luomo non lo separi (Mt 19,
6). Se, nel corso della sua esistenza
terrena, Giuseppe stato linsepa-
rabile compagno della Vergine Ma-
ria, condividendo i suoi dolori e le
sue gioie, inconcepibile che nel-
Litanie di San Giuseppe
L
S
Marzo 2007 Salvami Regina 25
ignore, abbi piet di noi.
Ges Cristo, ab-
bi piet di noi.
R/. Signore, abbi piet di noi.
Ges Cristo, ascoltaci.
R/. Ges Cristo, esaudiscici.
Dio, Padre celeste,
abbi piet di noi
Dio, Figlio Redentore del mondo,
Dio Spirito Santo,
Santissima Trinit, unico Dio,
Santa Maria
prega per noi
S. Giuseppe
Inclito figlio di Davide
Luce dei Patriarchi
Sposo della Madre di Dio
Custode purissimo della Vergine
Tu che nutristi il Figlio di Dio
Solerte difensore di Cristo
Capo della Sacra Famiglia
O Giuseppe giustissimo
O Giuseppe castissimo
O Giuseppe prudentissimo
O Giuseppe obbedientissimo
O Giuseppe fedelissimo
Specchio di pazienza
Amante della povert
Esempio agli operai
Decoro della vita domestica
Custode dei vergini
Sostegno delle famiglie
Conforto dei sofferenti
Speranza degli infermi
Patrono dei moribondi
Terrore dei demoni
Protettore della S. Chiesa
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,
R/. perdonaci, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,
R/. esaudiscici, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,
R/. abbi piet di noi.
V/. Egli fu costituito capo della sua
casa.
R/. e fu fatto principe sopra i suoi
beni.
Preghiamo. O Dio, che nella tua
ineffabile provvidenza, Ti degnasti
di scegliere San Giuseppe per es-
sere lo Sposo della tua Santissima
Madre, fa ti preghiamo, che vene-
randolo come protettore qui in ter-
ra, meritiamo di averlo per inter-
cessore nel cielo! Tu che vivi e re-
gni nei secoli. Amen
a devozione a San Giuseppe, casto Sposo del-
la Santissima Vergine, stata particolarmente
raccomandata dagli ultimi Papi, fra i quali si di-
stacca S.S. Giovanni Paolo II, di felice memoria, il qua-
le lo ha proposto come modello per le famiglie cristiane
(Redemptoris Custos), seguendo la scia di uno dei suoi
predecessori, il Papa Leone XIII: I padri di famiglia
trovino in Giuseppe la migliore personificazione della
sollecitudine paterna e della vigilanza; gli sposi, un per-
fetto esempio damore, di pace, di fedelt coniugale; le
vergini, a loro volta, in lui trovino il modello e il protet-
tore dellintegrit verginale (Quanquam pluries).
La Litania di San Giuseppe, nel mettere in risal-
to le sue virt eccelse, ci incita pi facilmente a imi-
tarlo, nello stesso tempo in cui imploriamo la sua po-
tente intercessione.
leternit questa convivenza non ab-
bia attinto la sua pienezza. Ora, per-
ch la convivenza sia perfetta, ne-
cessario essere uniti e guardarsi. Per
questa ragione, una nutrita corren-
te di teologi difende la tesi che sen-
za lassunzione gloriosa di Giuseppe in
corpo e anima, la Sacra Famiglia rico-
stituita in Cielo avrebbe avuto una no-
ta discordante nella sua esaltazione e
gloria (
6
).
A questo riguardo, San Francesco
di Sales afferma:
Se vero quello che dobbiamo
credere, che cio, in virt del Santis-
simo Sacramento che riceviamo, i no-
stri corpi devono risuscitare nel gior-
no del Giudizio Finale, come possia-
mo dubitare che Nostro Signore ab-
bia fatto salire al Cielo, in corpo e ani-
ma, il glorioso San Giuseppe, lui che
ha avuto lonore e la grazia di tenerLo
tante volte tra le sue braccia benedet-
te? Non rimane alcun dubbio, dun-
que, che San Giuseppe in Cielo in
corpo e anima
.
1
) Michel Gasnier, Jos, o silencioso,
Quadrante, So Paulo, 1995, pag.
42.
2
) Michel Gasnier, op. cit., pag. 49
3
) Federico Suarez, Jos, esposo de Ma-
ria, Ed. Prumo, Lisboa, 1986, pag.
45.
4
) Guy de Robien, Lideal franais dans
un coeur breton, Plon, 1917
5
) Teologa de San Jos, BAC, Madrid,
1953, pp. 53ss
6
) Michel Gasnier, op. cit., pag. 152.
Un giorno di missione con gli Araldi

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26 Salvami Regina Marzo 2007
ARALDI NEL MONDO ARALDI NEL MONDO
piegatemi chi siete... la ri-
chiesta frequente fatta agli Aral-
di, durante le visite alle famiglie,
con la Statua Pellegrina dellIm-
macolato Cuore di Maria.
Araldo vuol dire messaggero. Noi sia-
mo messaggeri del Vangelo.
La spiegazione continua con lesposi-
zione dettagliata delle finalit dellIstitu-
zione, il regime di vita, diviso tra la pre-
ghiera e levangelizzazione, il significa-
to dellabito ecc. Durante la conversazio-
ne, si presenta loccasione buona per lin-
vito alla Messa Solenne che sar celebra-
ta quel giorno, nella chiesa parrocchiale o
nella comunit, con il contributo del Coro
degli Araldi che parteciper alla Liturgia.
Cos, casa dopo casa, i giovani Araldi in-
vitano le famiglie ad andare in chiesa, fa-
cendo echeggiare nelle anime una campana
che, per alcuni, era muta da molto tempo.
La fisionomia materna della statua in
realt Maria Santissima che tocca il fon-
Accoglienza festosa alla Scuola Materna
Municipale a Borda da Mata (Brasile)
Tra una faccenda quotidiana e laltra, la luce di Maria
consola i cuori, a Santa Barbara do Oeste (Brasile)
Gioia ed emozione nel ricevere la visita
di Maria, a Corumbatai (Brasile)
Un giorno di missione con gli Araldi
ARALDI NEL MONDO
Marzo 2007 Salvami Regina 27
ARALDI NEL MONDO
do dei cuori con la grazia divina e la pro-
spettiva di partecipare ad una celebrazio-
ne particolarmente bella, fanno diventare
linvito quasi irresistibile.
Alla fine della giornata, si nota in cit-
t un movimento insolito, in direzione
della chiesa. Quando suonano le trom-
be per il corteo dentrata della Messa, il
luogo affollato. Gli accordi risuonano,
la grazia commuove le fibre pi profon-
de dellanima e lemozione fa sgorgare
da molti occhi lacrime di gioia o penti-
mento e allinterno dei cuori Dio diri-
ge una sinfonia che le orecchie non sen-
tono, ma che si manifesta nei frutti del-
la conversione. Buona parte dei presen-
ti non sono frequentatori abituali della
parrocchia...
Numerose sono le testimonianze di
persone che da decenni non ricevevano i
sacramenti e, con la visita della Statua Pel-
legrina, non hanno resistito allinvito della
grazia e si sono riconciliate con Dio.
Nellanniversario delledificazione della Basilica della Madonna del Carmelo, a Borda da Mata (Brasile), i fedeli
si salutano vicino alla statua della Vergine di Fatima (a sinistra) ed applaudono dopo lincoronazione (a destra).
Mons. Ricardo Pedro Filho Opraem, Arcivescovo di Pouso Alegre, ha presieduto la Celebrazione eucaristica.
A chiusura della missione, Don Edson dos Santos, Rettore della Basilica, ha benedetto 23 Icone.
Per dar continuit allazione evangelizzatrice, si formano
gruppi di famiglie che riceveranno nelle loro case una
volta al mese lIcona del Cuore Immacolato di Maria
(nella foto Ouro Fino Brasile)
Di comune accordo con i parroci, i fedeli sono invitati
a fare unora di adorazione eucaristica con gli
Araldi (nella foto, Borda da Mata Brasile)
Un giorno con Maria
Campagna Misericordia
N
28 Salvami Regina Marzo 2007
elle ampie installazioni del Collegio Aral-
di del Vangelo Internazionale si sono riuni-
te il 28 gennaio le famiglie dellApostolato
dellIcona e dei Messaggeri di Fatima, per un giorno
di preghiere e studi sotto lo sguardo materno di Ma-
ria. La giornata si conclusa con la Messa celebrata
da Padre Joo Scognamiglio Cl Dias.
Quasi 3mila fedeli hanno applaudito lOratorio di
Natale, presentato dal Coro e Orchestra Internazio-
nale degli Araldi (foto1), e la cerimonia di incoro-
nazione della statua del Cuore Immacolato di Ma-
ria (foto3).
A lato del Collegio, sono finalmente iniziate le
opere di costruzione del Centro Mariano (foto 2), gra-
zie agli sforzi e alla generosit di numerosi donatori.
Padre Caio Newton Fonseca (a sinistra) consegna
a Don Lauro Firmino (al centro) il contributo di R$
39.317,00 (15.122 euro) della campagna Misericordia
per la Parrocchia della Madonna della Concezione,
a Lagoinha (Brasile). A destra, Mons. Benedito Beni
dos Santos, Vescovo di Lorena (Brasile).
3
1
2
Per la costruzione del Centro Pastorale della
Parrocchia Sacro Cuore di Ges, di Joinville
(Brasile), stata fatta una donazione di R$ 20.850,00
(8.019 euro) consegnata da Padre Luis Henrique
Alves (a sinistra) a Don Ademir Bauler (al centro).
Guatemala Portando conforto e solidariet agli
anziani della Casa di Riposo San Domenico
India Cresce il numero di vocazioni. Nella foto, gli
aspiranti di Banglore.
Ecuador Percorrendo le stanze dei malati
dellOspedale del Nio, a Guataquil.
Brasile Visita di Mons. Paulo Lopes de Farias,
Arcivescovo di Diamantina (Minas Gerais, Brasile),
al seminario degli Araldi.
Italia La statua del Cuore Immacolato di Maria con i
bambini della catechesi della parrocchia di San Nicola,
a Capelle dei Marsi, e il suo parroccho P. Mariano
Legeren, degli Araldi del Vangelo.
Italia Udienza del Cardinale Angelo Scola,
Patriarca di Venezia, al Diac. Jos Francisco
Hernndez Medina, Araldo.
Marzo 2007 Salvami Regina 29
A
Un dono dolce e soave:
lamicizia cristiana
Carlo Toniolo
30 Salvami Regina Marzo 2007
Un amico vero come un tesoro, dice la
Scrittura. Quando lo troviamo, dobbiamo saperlo
custodire con cura.
lcuni personaggi so-
no difficili da di-
menticare. Uno di
questi era un anzia-
no sacerdote, che si-
curamente aveva gi passato gli ot-
tantanni. Un uomo proprio interes-
sante, che non cercava in nessun mo-
do di nascondere let; al contrario,
andava fiero delle decadi vissute co-
me un guerriero, delle battaglie vin-
te. Magro e un po curvo, si muove-
va con una certa difficolt. Possede-
va per, una straordinaria vivacit e
gioia danimo, e questo molte volte
sorprendeva i giovani con cui aveva a
che fare, poich lidea della vecchiaia
frequentemente associata a quella
della decrepitezza e tristezza.
Quattro cose buone
quando si invecchia
Un giorno una persona lo elogi
per il fatto di avere buona disposizio-
Gli anni rendono raffinati i buoni vini e consolidano le vere amicizie
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Marzo 2007 Salvami Regina 31
ne, malgrado let. Con un lieve sor-
riso sulle labbra, egli replic:
Non si illuda, figlio mio! Le co-
se buone sono quelle nuove, quelle
vecchie non servono a niente...
Lintonazione della voce e un certo
luccichio birichino nello sguardo del
vispo anziano, davano ad intendere
che egli non formulasse un principio,
ma preparasse qualche battuta di spi-
rito. Infatti, subito continu:
Nel piccolo villaggio dove sono
nato, le persone erano solite dire che
quattro cose sono buone quando so-
no vecchie: il vino vecchio da bere, il
legno vecchio da bruciare, i libri vec-
chi da leggere e le amicizie vecchie su
cui contare.
Il sacerdote sorrise soddisfatto, men-
tre alcune persone vicine si guardavano
a vicenda, annuendo con la testa in se-
gno di approvazione. Quanto al vino, al
legno e ai libri, non c molto da discu-
tere. Ma in cosa consiste esattamente il
valore di unamicizia, soprattutto inte-
sa sotto il prisma cristiano?
Tre gradi di egoismo
Osservando la natura, vediamo che
ci sono animali gregari, i quali hanno
come peculiarit il vivere in gruppo. Per
esempio, le laboriose api nei loro alvea-
ri e le tranquille pecorelle formano pic-
cole societ semplici e armoniose.
Gli uomini, per, trasferiscono al-
le proprie relazioni sociali le qualit
e i difetti inerenti alla loro comples-
sa natura.
Purtroppo, abbiamo dentro di noi
varie tendenze cattive. Una di queste,
oltremodo dura, il fatto che luo-
mo sia per natura egoista, vale a di-
re, portato a cercare in primo luogo
il proprio interesse; in un grado mag-
giore a preoccuparsi soltanto del suo
interesse; e nei casi estremi, a vedere
in qualunque altro interesse un nemi-
co potenziale...
Lamicizia supera la
barriera dellegoismo
Stabilita cos questa barriera del-
legoismo tra gli uomini, con molta
ragione riconosciamo il merito e il va-
lore di chi si sforza di oltrepassarla.
Prendiamo, per esempio, due uo-
mini che si vedono con frequenza e co-
minciano a salutarsi. A partire da que-
sto momento, uno comincer a riferir-
si allaltro come ad un conoscente.
Ormai non sono pi degli estranei. Se
uno comincia a partecipare con assi-
duit a qualche attivit dellaltro, o di
lavoro, o di divertimento, diventa un
compagno o collega.
Prima che arrivi ad essere di fatto
un amico, avr bisogno di salire mol-
ti gradini nel duro compito di scalare
e superare il suddetto muro dellegoi-
smo. Quanti saranno disposti a farlo?
Alcuni precetti della
buona amicizia
Perch due persone possano con-
siderarsi amiche ci sono alcune
condizioni da osservare. Molte volte
necessario rinunciare alla propria
volont.
Usciamo.
Preferisco rimanere.
Va bene...rester qui con te.
Se uno non disposto a fare que-
sto, non un amico.
Vogliamo parlare? necessario
saper tacere, saper ascoltare, presta-
re attenzione ad un tema poco inte-
ressante. necessario presentare le
cose che piacciono senza far violenza
allinteresse dellaltro n monopoliz-
zare la conversazione.
Saper giungere allora esatta ed
andarsene al momento opportuno.
Essere sempre presenti, ma restare
assenti quando questo necessario.
Presentarci come utili e solleciti, ma
non insinuarsi come indispensabili.
Essere capaci di attirare lattenzione
e lasciarla libera senza problemi.
Laltro ha difetti? Bisogna saperli
sopportare, se necessario, indicar-
li con tatto, stendendo nel contempo
la mano in aiuto per correggerli. So-
prattutto, avere sempre presente che
anche noi siamo portatori di pecche
che devono essere emendate.
Il fondamento naturale
dellamicizia: la reciprocit
Ci saranno sicuramente divergen-
ze, forse anche dispute. Una vera
amicizia possiede umilt per chiede-
re e dare perdono, ha in s la forza
per curare le ferite e deve, dopo una
scossa, diventare pi forte di prima.
Il suo fondamento naturale la re-
ciprocit. Chi spera di ricevere, deve
essere disposto a dare. Senza questo,
Lautentica amicizia oltrepassa le barriere dellegoismo
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32 Salvami Regina Marzo 2007
non abbastanza sincero.
Esiste, poi, un grado supe-
riore di amicizia che denota
nobilt danimo, vale a dire
quando in una relazione si
pi disposti a dare che a
ricevere.
Lamore del prossimo,
lessenza dellamicizia
cristiana
Fin qui, abbiamo conside-
rato lamicizia sotto laspet-
to meramente naturale. An-
che cos per, leggendo que-
sti punti presi a casaccio, si
capisce subito come sia ra-
ro e, pertanto, prezioso in-
contrare persone che rien-
trino in questi requisiti. Gi
gli antichi greci lo hanno ri-
conosciuto e hanno valo-
rizzato molto luomo inte-
gro che si comporta come
un vero amico, consideran-
do quanto sia difficile in-
contrarne uno. Aristotele
giunge ad affermare: Avere
molti amici equivale a non
averne nessuno.
Ancora un passo dunque,
deve essere fatto, in questa ripida stra-
da delle relazioni umane, e sar com-
piuto dal Cristianesimo. Allamicizia
naturale, gi tanto difficile da essere
praticata, Nostro Signore Ges Cristo
aggiunge altre esigenze, chiamando gli
uomini alla maggiore perfezione. In-
nanzi tutto, ci chiede di amare gli al-
tri come noi stessi; poi di amare persi-
no chi ci maltratta e, infine, colloca Se
stesso Uomo-Dio come modello
dellamore cui tutti gli uomini devono
avere tra loro: Amatevi gli uni gli altri,
come Io vi ho amato (Gv 15, 12).
Non si pu concepire un modello
damicizia pi alto e perfetto di que-
sto al quale ci invita il Salvatore. Egli
oltrepassa di gran lunga le migliori
aspettative degli antichi classici, poi-
ch va contro i pi radicati costumi e
difetti umani. Egli sembra essere al di
l della limitata portata della nostra
povera natura. proprio vero! Tanta
generosit e abnegazione sono possi-
bili soltanto con un aiuto celeste: la
grazia, questo dono offerto da Dio
per elevare luomo fino alla sua divi-
na statura.
Lamicizia cristiana , dunque, un
dono soprannaturale, un dolce e soa-
ve frutto dellamore al prossimo, su-
blime ideale indicato dal Salvatore
nel Vangelo.
Quando lamicizia sostituita
dal mero interesse
Ecco a quante sofferenze si espon-
gono le tristi societ che bandiscono
dal loro seno la carit cristiana, que-
sto fattore ineguagliabile di armo-
nia. Una dimostrazione di ci, la leg-
giamo nella pessimistica penna di un
noto scrittore tedesco, infelicemen-
te influenzato da idee poco cristia-
Il fondamento dellamicizia cristiana lamore
verso il prossimo, insegnato da Ges
ne: Quanto pi altruista
luomo, tanto pi egli sog-
giogato dagli egoisti. Un
melanconico invito a crea-
re relazioni umane tanto
fredde quanto impietose.
Una societ costruita a
partire da principi come
questo, diverrebbe un rag-
gruppamento umano privo
di affetto, dove non trove-
rebbe posto lamicizia, ma
solo legoismo. Gli uomini
si conoscerebbero, ma non
sarebbero amici. Vivreb-
bero insieme, ma non co-
me compagni. Abiterebbe-
ro lo stesso territorio e, nel
contempo, non sarebbero
niente di pi che estranei.
Il Divino Amico
Cos, aveva ragione
lesperto sacerdote menzio-
nato allinizio di queste ri-
ghe nellattribuire tanto va-
lore allamicizia, soprattut-
to a quelle antiche, ratifica-
te dagli anni. Un vero amico
un dono prezioso, conqui-
stato in unardua battaglia
contro legoismo umano, nemico sem-
pre latente nei nostri cuori. Allo stesso
modo in cui il passare del tempo raffi-
na i sapori del buon vino, lo scorrere
degli anni ci permette di separare ade-
guatamente le vere amicizie da quelle
che sono false e interessate.
E lamicizia cristiana?
Senza dubbio, possiamo ricono-
scere in essa uno dei doni pi dol-
ci e soavi offerti dallinfinita bont di
Nostro Signore Ges Cristo alla po-
vera umanit. Ma questamicizia sa-
r autentica solo se avr in un solido
amore verso Dio, la principale ragio-
ne della sua esistenza. Allora s, sar
un poderoso sostegno e lenitivo nelle
amarezze di questa vita e continue-
r per leternit, dove godremo della
suprema amicizia di Colui che, oltre
ad essere Padre, il Divino Amico di
tutti gli uomini.
Franois Boulay
Ges e i piccoli,
Chiesa di San Patrizio New Orleans, USA
D
La tomba di San Paolo
Vittorio Toniolo
Marzo 2007 Salvami Regina 33
La localizzazione della tomba dellApostolo, nella Basilica
di San Paolo Fuori le Mura, non mai stata contestata in 20
secoli di storia della Chiesa. I recenti lavori di archeologia
hanno confermato una solida tradizione romana.
ai tempi pi anti-
chi fino al XIX seco-
lo, considerate le ne-
cessit difensive del-
lepoca, le citt euro-
pee erano circondate da mura allin-
terno delle quali erano racchiusi i pa-
lazzi, i templi, gli edifici pubblici e le
abitazioni private, garantendo pro-
tezione e sicurezza tanto ai cittadini
quanto ai loro beni materiali.
Fuori del perimetro urbano si
estendevano i campi che, a secon-
da della situazione, erano coltivati o
semplicemente abbandonati. Al pri-
mo segnale di pericolo, i pochi abi-
tanti l residenti correvano a rifugiar-
si nella citt fortificata..
Anche Roma ha ricevuto dai suoi
fondatori i fratelli Romolo e Remo,
secondo la leggenda delle mura per
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Lodierna Basilica di San Paolo Fuori le Mura evoca lo splendore delledificio originale, iniziato da Costantino
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La Basilica
originale descritta
da un poeta
34 Salvami Regina Marzo 2007
l poeta Prudenzio ha vi-
sto la Basilica di San Pao-
lo Fuori le Mura una vol-
ta conclusasi la sua costruzione,
al tempo dellImperatore Ono-
rio (395-423), e cos lha descritta:
Un principe magnanimo ha con-
sacrato il tempio e lo ha coperto di
sontuose decorazioni. Ha fatto ri-
vestire di lamine doro le travi, af-
finch la luce del suo interno fos-
se dorata come la luce dellaurora.
Per sostenere il tetto, ha messo del-
le colonne di marmo di Paro, di-
sposte in quattro file. Sopra il gran-
de arco ha disteso mosaici magnifi-
ci, di vari colori, come i prati in fio-
re in primavera.
la sua difesa. Con il passare degli an-
ni e con la crescita dellurbe, ne so-
no state costruite altre. Al tempo del-
lImperatore Aureliano (270-275) ta-
li mura, di 6 metri di altezza e 3,5 di
spessore, si estendevano per 20 chilo-
metri.
La basilica costruita
da Costantino
Nel IV secolo, tuttavia, Costanti-
no decise di costruire una basilica so-
pra un cimitero localizzato vicino alla
Via Ostiense, la strada che conduce-
va al porto di Ostia. Che cosa voleva
lImperatore, nel far costruire questa
chiesa fuori dal recinto di mura ex-
tra muros, in latino alla merc dei
nemici, in mezzo ai prati dove pasco-
lavano le greggi?
Onorare la tomba di San Paolo,
lApostolo dei Gentili, che si trovava
in quel punto esatto.
Venti Secoli di presenza
incontestata
La Basilica di San Paolo Fuori le
Mura ha dovuto far fronte a diversi
cataclismi. Nonostante tutto, le forze
della natura non sono mai state suffi-
cienti a far cadere ledificio, o a farlo
abbandonare, n tanto meno hanno
diminuito lafflusso dei pellegrini.
Diversamente da altri luoghi san-
ti di Roma, la presenza delle spoglie
dellApostolo nella Basilica non sono
mai state contestate. Non c mai sta-
ta la necessit di fare una verifica per
calmare gli animi o confutare gli spi-
riti forti.
Il pi recente studio archeologico
Alcuni mesi fa, approfittando dei
lavori di restauro in corso in questo
tempio, il Cardinale Arciprete, An-
drea Cordero di Montezemolo, ha
suggerito agli archeologi del Vatica-
no di fare qualche studio sulla tomba
di San Paolo, che si trova sotto lalta-
re della confessione.
Come succede nelle chiese co-
s antiche, laccesso alla tomba era
chiuso, data la necessit di rimuo-
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Cristo Benedicente Mosaico del sec. XIII
Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Roma
Misure della tomba
A
Marzo 2007 Salvami Regina 35
lcuni dati tecnici sul-
la tomba di San Pao-
lo, offerti dallarcheo-
logo del Vaticano Giorgio Fi-
lippi: Il sarcofago ha una lun-
ghezza di 2,55m, una larghezza
di 1,25 e 0,97 di altezza. ap-
poggiato sopra un livello di pa-
vimento formato da cocciope-
sto (un miscuglio di frammen-
ti di argilla e cemento), che co-
stituisce il piano sul quale erano
collocate le lastre del pavimen-
to della Basilica dei Tre Impera-
tori, risalente allanno 390. Per-
tanto, il sarcofago si appoggia
su questo livello, a 130cm sotto
il piano attuale. Particolare dellaltare sotto il quale si trova la tomba di San Paolo
vere alcuni elementi dei sot-
terranei della Basilica. sta-
ta praticata, a questo scopo,
unapertura di 70 cm, che
ha messo in comunicazio-
ne col sepolcro; dopo circa
16 secoli, era la prima vol-
ta che vedeva nuovamente
la luce. Sopra il sarcofago,
gli archeologi hanno potu-
to riconoscere chiaramente
liscrizione: Paolo Aposto-
lo Mart. (Paolo Apostolo e
Martire)
In dichiarazioni alla stam-
pa, il Cardinale Montezemo-
lo evidenzia che non ci pos-
sono essere dubbi quanto al-
la veridicit delle conclusioni
di questi lavori archeologici:
La tomba di San Pao-
lo non mai stata tocca-
ta. Liscrizione d sicurez-
za quanto al fatto che quella
la tomba. Esiste unassolu-
ta concordanza, da venti secoli, sul fat-
to che la sepoltura di San Paolo l. Si
poteva vedere o no, in tempi preceden-
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ti, poich era stata coperta da diverse
cose, ma il fatto che la sepoltura li ed
quella, io direi che nessuno, oggi, pu
metterlo in dubbio. Che co-
sa faremo nel futuro? Stiamo
studiando leventuale possibi-
lit di procedere anche a una
esplorazione interna. Con-
sulteremo il Papa perch dia
lautorizzazione, e vedremo il
da fare.
* * *
Dalla sua sepoltura,
lApostolo dei Gentili conti-
nua a esercitare unirresisti-
bile attrazione e a proclama-
re, con la semplice presenza
delle sue sacre spoglie, la ve-
racit della Chiesa.
E l i suoi resti morta-
li hanno il meritato ripo-
so, mentre la sua anima go-
de della gloria celeste, come
egli stesso ha affermato:
Ho combattuto la buona
battaglia, ho terminato la mia
corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta solo la corona di
giustizia che il Signore, giusto giudice,
mi consegner in quel giorno (2Tim
4,7-8).
Unimponente statua di San Paolo domina
latrio di fronte alla Basilica
N
Ges Cristo
e il dolore: da
questunione
nata la Chiesa
36 Salvami Regina Marzo 2007
Qual il ruolo del dolore
nella vita delluomo?
Deve essere desiderato o
detestato? inevitabile?
Questioni come queste,
che possono presentarsi
ad ogni uomo,
popolavano la mente del
celebre scrittore cattolico
francese Joris-Karl
Huysmans (1848-1907)
quando scriveva una
delle sue grandi opere,
LOblat, della quale
trascriviamo di seguito
un brano.
el tentativo di com-
prendere la ragion
dessere di questa ter-
ribile benefattrice, si
dovrebbe risalire alla
prima et del mondo, entrare in quel-
lEden dove, non appena Adamo ha
conosciuto il peccato, sorta la soffe-
renza. Essa stata la primogenita delle
opere delluomo, e da allora lo perse-
guita sulla terra e persino oltre la tom-
ba, fin sulle soglie del Paradiso.
Essa stata la figlia espiatrice del-
la disobbedienza, quella che il Batte-
simo, che spegne il peccato originale,
non ha estinto. Allacqua del sacra-
mento, ha aggiunto lacqua delle la-
crime. Per quanto gli sia stato possi-
bile, ha pulito le anime con le due so-
stanze prese dallo stesso corpo del-
luomo: lacqua ed il sangue.
Odiosa a tutti e detestata, ha mar-
tirizzato le generazioni che si sono
succedute. Da padre in figlio, lAn-
tichit ha trasmesso lodio e la pau-
ra per questa commissaria delle ope-
re divine, questa torturatrice, incom-
prensibile per il paganesimo che lha
eletta a dea malvagia non placabile
dalle orazioni e dalle offerte.
Ha proceduto per secoli sotto il
peso della maledizione dellumanit.
Stanca di ispirare, nel suo compito ri-
paratore, soltanto collere e schiamaz-
zi, ha aspettato anchessa con im-
pazienza la venuta del Messia che do-
veva redimerla dalla sua abominevo-
le fama e distruggere lesecrabile stig-
ma che aveva con s.
Essa Lo aspettava come Redento-
re, ma anche come lo Sposo che le era
destinato fin dalla caduta. A Lui ri-
servava le sue violenze amorose fino
ad allora represse perch, nel com-
pimento della sua triste e santa mis-
sione, essa soltanto poteva distribuire
torture quasi intollerabili; riduceva le
sue desolanti carezze in rapporto al-
le persone; non si consegnava intera-
mente ai disperati che la rigettavano
e la ingiuriavano, anche quando pre-
sentivano che semplicemente li spia-
va, senza approssimarsi troppo a loro.
Essa fu di fatto una magnifica
amante solo con lUomo-Dio, la cui
capacit di sofferenza oltrepassava
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Marzo 2007 Salvami Regina 37
ci che lei aveva conosciuto. Si tra-
scinata accanto a Lui in quella not-
te spaventosa in cui, solo e abbando-
nato in una grotta, Egli si assumeva i
peccati del mondo. Ed essa si ecci-
tata talmente che Lo ha abbracciato
ed divenuta grandiosa.
Essa era talmente terribile che Egli
svenuto al suo contatto. La sua Ago-
nia stato il suo fidanzamento. Il suo
simbolo di fede, come quello di qual-
siasi sposa, stato un anello, ma un
anello enorme che di anello aveva ap-
pena la forma e, oltre ad essere un
simbolo di matrimonio, era un emble-
ma di regalit, una corona. Con que-
sto diadema, lei ha cinto il capo del
suo Sposo, prima ancora che i giudei
avessero intrecciato la corona di spine
da lei ordinata, e la fronte divina si
cinta di un sudore di rubini e si ador-
nata di un gioiello di perle di sangue.
Lei Lo ha saziato con le uniche ca-
rezze di cui era capace, e cio, con
tormenti atroci e sovrumani. E come
sposa fedele, si unita a Lui e non
Lo ha pi abbandonato. Maria San-
tissima, Maddalena e le sante donne
non avevano potuto seguirLo in tutti
i luoghi. La sofferenza, invece, Lo ha
accompagnato al pretorio, da Erode,
da Pilato. Lei ha esaminato le striscie
di cuoio dei flagelli, ha rettificato la
treccia delle spine, ha affilato il ferro
della lancia e appuntito gelosamente
la punta dei chiodi.
E quando arrivato il momen-
to supremo delle nozze- mentre Ma-
ria, Maddalena e Giovanni rimane-
vano in lacrime ai piedi della croce
lei, come la povert di cui parla San
Francesco di Assisi, salita delibera-
tamente al letto del patibolo, e dal-
lunione di questi due reietti della ter-
ra nata la Chiesa. In fiotti di sangue
e acqua, lei uscita dal cuore sacrifi-
cato. Ed stata la fine. Divenuto im-
passibile, Cristo sfuggiva per sempre
ai suoi amplessi. Lei rimasta vedo-
va nellesatto momento in cui era sta-
ta, alla fine, amata, ma scendeva dal
Calvario riabilitata da questo amore,
riscattata da questa morte.
Tanto vituperata quanto il Mes-
sia, si era elevata con Lui e, anche lei,
aveva dominato il mondo dallalto
della Croce. La sua missione veniva
ratificata e nobilitata. Dora in avan-
ti, lei era comprensibile per i cristia-
ni e sarebbe stata amata, fino alla fi-
ne dei tempi, da anime che lavrebbe-
ro chiamata per affrettare lespiazio-
ne dei loro peccati e quelli degli al-
tri, per amarla in memoria e imitazio-
ne della Passione di Cristo Nostro Si-
gnore.
LAntichit ha trasmesso lodio e la paura del dolore; il paganesimo lha eretta a divinit malvagia non placabile
con le orazioni e le offerte
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Morte di Socrate, di J.L.David, Metropolitan Museum of Art, Nuova York
Maria, specchio splendente
della bellezza divina
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Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.
Segretario di Stato di Sua Santit
LA PAROLA DEI PASTORI
Il messaggio del Cardinale Tarcisio Bertone alla
solenne Assemblea Pubblica delle Accademie Pontificie,
mette in risalto limportanza di Maria nella scoperta
della via pulchritudinis.
l tema prescelto per que-
sta solenne Seduta Pub-
blica LImmacolata,
Madre di tutti gli uomi-
ni, icona della bellezza e
della carit divina vuol giustamente
mettere in risalto la singolare parteci-
pazione dellImmacolata Vergine Ma-
ria, Madre di Dio e Madre di tutti gli
uomini, al mistero di Dio, mistero ec-
celso di bellezza e di carit. Dio, Uno e
Trino, che diffonde la sua bellezza e la
sua carit nel mondo da Lui creato, co-
munica, in modo particolare queste sue
qualit alle creature umane per mezzo
del perfettissimo Mediatore, il suo Fi-
glio Ges Cristo, modellandole e san-
tificandole con la potenza dello Spiri-
to Santo, affinch siano sante e imma-
colate al suo cospetto nella carit (cfr
Ef 1,4).
Luogo primordiale di
Maria nella creazione
Maria di Nazareth eccelle tra tut-
te le creature quale specchio fulgidis-
simo della bellezza divina perch, es-
sendo stata preservata dal pecca-
to originale e colmata di grazia,
talmente animata e pervasa dalla ca-
rit dello Spirito Santo, da diventare
il prototipo della persona umana che,
nella maniera pi totale e senza al-
cuna riserva, accoglie il Figlio di Dio
nellora tragica della sua Passione co-
me in quella della Risurrezione. Ri-
manendo profondamente unita a Cri-
sto crocifisso e risorto, Maria si rive-
la Madre di tutta lumanit e, in par-
ticolare, dei discepoli del Figlio.
Nella sua prima Lettera enciclica
Deus caritas est Sua Santit, facendo
riferimento proprio alle parole pro-
nunciate da Ges in croce: Ecco tua
madre (Gv 19,27), ha affermato che,
sotto la croce del Figlio, Maria di-
ventata, di fatto, Madre di tutti i cre-
denti. Alla sua bont materna, come
alla sua purezza e bellezza verginale,
si rivolgono gli uomini di tutti i tempi
e di tutte le parti del mondo nelle loro
necessit e speranze, nelle loro gioie e
sofferenze, nelle loro solitudini come
anche nella condivisione comunitaria.
E sempre sperimentano il dono della
sua bont, sperimentano lamore ine-
sauribile che ella riversa dal profon-
do del suo cuore. Le testimonianze
di gratitudine, a lei tributate in tutti i
continenti e in tutte le culture, sono il
riconoscimento di quellamore puro
che non cerca s stesso, ma semplice-
mente vuole il bene (n. 42).
Maria, figura della Chiesa
La Chiesa, che ad imitazione del-
la Vergine Maria chiamata ad ac-
cogliere il Figlio di Dio nella storia e
nelle vicende di ogni popolo e cultu-
ra, contemplando la singolare e lumi-
nosa figura di Maria, scopre e com-
prende sempre meglio la sua identi-
t di madre, discepola e maestra. Per
questo il Concilio Vaticano II ha po-
sto in evidenza che la Madre del Si-
gnore non figura marginale nel-
lambito della fede e nel panorama
della teologia, poich essa, per la sua
Necessit della misericordia di Dio
Cardinale Antonio Caizares Llovera
Arcivescovo di Toledo
G
intima partecipazione alla storia del-
la salvezza, riunisce in s in qualche
modo e riverbera i massimi dati della
fede (Congregazione per lEduca-
zione Cattolica, La Vergine Maria nel-
la formazione intellettuale e spiritua-
le, D. 5). Maria perci diventa fon-
damentale per il pensare cristiano
(Giovanni Paolo II, Lettera ai sacer-
doti per il Gioved Santo 1995; il suo
mistero ci illumina sul mistero della
Chiesa e viceversa.
La mariologia e la via
pulchritudinis
Questa solenne Seduta Pubblica,
che vede protagoniste la Pontificia
Accademia dellImmacolata e la Pon-
tificia Accademia Mariana Interna-
zionale, occasione propizia di cui il
Sommo Pontefice si avvale per rivol-
gere un caloroso incoraggiamento a
tutti i cultori di Mariologia, affinch
si impegnino sempre pi ed intensi-
fichino la loro attivit nellambito dei
Centri di studio e nel campo delle
pubblicazioni scientifiche, prestando
particolare attenzione ad una meto-
dologia rispettosa dellinterazione fe-
conda tra la via veritatis e la via pul-
chritudinis, che si compendiano nella
via caritatis.
(Lettera al Cardinale Paul
Poupard in occasione dellAssem-
blea Pubblica delle Accademie
Pontificie, 20/11/2006)
Nella nostra epoca che contrassegnata in modo
particolare dal mistero delliniquit esiste un barlume
di speranza: la misericordia di Dio.
iovanni Paolo II (...) ha
denunciato nella socie-
t odierna la volont di
eliminare la religione sia
dalla vita pubblica che da
quella privata: Nel rigettare le leggi divi-
ne e i principi morali, attenta apertamen-
te alla famiglia. In diversi modi, cerca di
imbavagliare la voce di Dio nel cuore de-
gli uomini; vuole fare di Dio il grande as-
sente nella cultura e nella coscienza dei
popoli. Ci ha condizionato soprat-
tutto il secolo XX, un secolo contrad-
distinto in modo particolare dal mistero
delliniquit, che continua a marcare la
realt del mondo in questo nuovo secolo,
gi nella sua prima decade.
Chi non vede in questa diagnosi
un modo di discernere molto simile,
anche se con i suoi tratti caratteristi-
ci, a quello che abbiamo fatto noi, ve-
scovi spagnoli, sintetizzabile nel fatto
che il nostro problema pi radicale
quello della negazione di Dio, quello
di vivere come se Dio non esistesse,
messo in risalto e propugnato trami-
te la diffusione allarmante allinterno
della nostra societ del laicismo ideo-
logico ed escludente?
Stiamo vivendo momenti mol-
to complicati. In tutta onest, e con
una fede viva, necessario riconosce-
re che abbiamo bisogno della miseri-
cordia di Dio per riprendere con spe-
ranza il cammino. Esprimo perfetta-
mente la mia opinione quando, os-
servando la situazione della Spagna,
dellEuropa, del mondo, faccio mie le
parole del Papa Giovanni Paolo II in
Polonia, ampiamente sviluppate pri-
ma nella sua Enciclica Dives in mise-
ricordia: per noi, nella situazione in
cui viviamo, per il mondo e per luo-
mo esiste soltanto una fonte di spe-
ranza: la misericordia di Dio.
In questo giorno di SantIldefon-
so, testimone della misericordia divi-
na, vogliamo ripetere con fede: Ge-
s, mi affido a Voi!Da questo annun-
cio, che esprime la fiducia nellamore
onnipotente di Dio, abbiamo un biso-
gno particolare in questo nostro tem-
po in cui luomo si sente sconcerta-
to di fronte alle molteplici manifesta-
zioni del male. necessario che lin-
vocazione della misericordia di Dio
sgorghi dal profondo dei cuori pie-
ni di sofferenza, di inquietudine e di
incertezza, ma nel contempo pieni di
una ineffabile fonte di speranza.
Lorigine di questa fonte inesauri-
bile che Cristo, il Figlio unico del
Padre, ricco di misericordia noi la
troviamo nella sempre Vergine Ma-
ria, Madre di Dio, come ha dimostra-
to tanto acutamente SantIldefonso
nei suoi insegnamenti e nella sua vi-
ta di schiavo di Maria.
(Brani dellomelia nella
Messa di apertura del XIV centenario
della nascita di Santo Ildefonso di
Toledo, 23/1/2007)
40 Salvami Regina Marzo 2007
550 anni del Collegio Capranica
La qualit del clero dipende dalla
seriet della sua formazione! ha af-
fermato Benedetto XVI, nelludien-
za concessa il 19 gennaio ai professo-
ri e alunni del Collegio Capranica di
Roma.
Il Santo Padre ha messo in risal-
to limportanza di questopera inizia-
ta 550 anni fa dal Cardinale Domeni-
co Capranica, che ha dato vita ad un
seminario destinato esclusivamente al
perfezionamento di futuri sacerdoti, in
particolare dei candidati meno favoriti.
Lo zelo del Cardinal Capranica,
relativamente alla dimensione spiri-
tuale nella formazione integrale degli
alunni del collegio ha osservato il
Papa ha portato allapertura di uno
spazio per leducazione caritativa e
per lesperienza pastorale. Cos, ha
fatto in modo che i futuri sacerdoti ,
oltre a praticare i sacramenti, si dedi-
cassero anche allassistenza ai malati
e al servizio parrocchiale nelle diver-
se chiese di Roma.
La soppressione del celibato
non risolve il problema
della crisi di vocazioni.
Ha causato una grande ripercus-
sione in Europa larticolo nel quale
il giornalista Vittorio Messori rifiu-
ta lillusoria tesi secondo cui, ammet-
tendo al sacerdozio uomini sposati, la
Chiesa risolverebbe il problema della
grande crisi di vocazioni.
Comincia chiarendo che i pastori
protestanti, i pope della Chiesa Orto-
dossa e i rabbini ebrei possono spo-
sarsi e, nel contempo, queste religio-
ni affrontano crisi vocazionali ugua-
li e, in certi casi, perfino superiori a
quelle della Chiesa Cattolica. Il ma-
trimonio, pertanto, non sarebbe la so-
luzione al problema della scarsezza del
clero ha concluso.
La pratica della castit perfetta,
continua il giornalista, risale alle ori-
gini del Cristianesimo. Nella Chiesa
occidentale, San Girolamo, SantAm-
brogio e SantAgostino sono dac-
cordo sulla verginit, celibato o conti-
nenza, non solo per i sacerdoti, ma an-
che per i diaconi. Sulla base di uno
studio fatto dal Cardinale Alfons Sti-
ckler, ex bibliotecario e archivista del
Vaticano, aggiunge che mai, nean-
che nei documenti pi antichi, il celi-
bato stato considerato una novit:
sempre stato un dato indiscutibile della
Tradizione primitiva.
pli cattolici siano simbolo della liber-
t religiosa.
Fin dal secolo XVI i cattolici del
Giappone hanno sofferto molte per-
secuzioni, che si sono estese fino al
XIX secolo. A partire da allora si so-
no costruite nuove chiese, soprattut-
to nella regione di Nagasaki, dove
era fiorente una numerosa popola-
zione cattolica.
Astinenza e fedelt coniugale:
metodo efficace contro lAIDS
La Segreteria della Salute del go-
verno messicano includer lastinen-
za, per le persone celibi e la fedelt
coniugale per quelle sposate, nelle
raccomandazioni che d ai giovani ri-
guardo la prevenzione delle malattie
sessualmente trasmissibili.
Praticare lastinenza un buon
metodo, il pi sicuro, praticare la fedel-
t un buon metodo ha dichiara-
to alla stampa Maurizio Hernandez
vila, Sottosegretario di Prevenzione
e Promozione della Salute.
Il Papa battezza tredici bambini
Nella festa del Battesimo del Si-
gnore, Benedetto XVI ha battezzato
sei bambine e sette bambini durante la
Messa celebrata nella Cappella Sistina.
Nellomelia, il Papa ha messo in ri-
salto limportanza della famiglia fon-
data sul matrimonio, culla dellamore.
Ha spiegato che il Battesimo ci rende
figli adottivi di Dio e che il Padre Ce-
leste ripete ad ogni bambino battezza-
to quelle parole dirette a Ges, sulle
rive del Giordano: Tu sei mio figlio.
Ha altres ricordato: La Famiglia di
Dio si costruisce nella famiglia concre-
ta della Chiesa. Luomo non potr ave-
re Dio come Padre gi lo dicevano gli
antichi scrittori cristiani se non avr
anche la Chiesa come madre.
Televisione cattolica via Internet
Ha superato tutte le aspettative lini-
zio delle emissioni di Diocesi TV, la
televisione via Internet lanciata il 24
gennaio dalla Diocesi di Malaga, Spa-
gna. Quasi 6 mila internauti, il primo
Il Giappone vuole dichiarare
molte delle proprie chiese
Patrimonio dellUmanit
Secondo quanto informa lagenzia
Notizie Ecclesiali, le autorit della
regione di Nagasaki hanno deciso di
proporre allUNESCO che 49 delle
140 chiese cattoliche locali siano di-
chiarate Patrimonio dellUmanit.
Lobiettivo delliniziativa, secondo
quanto informano i promotori della
proposta, fare in modo che i tem-
Chiesa
di Oura
Nagasaki,
Giappone
Settimana di preghiera
per lUnit dei Cristiani

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Marzo 2007 Salvami Regina 41
giorno, hanno obbligato i responsabili
ad un intenso ritmo di lavoro per am-
pliare la larghezza della banda.
Come ha spiegato Ana Medina,
direttrice delliniziativa, inizialmen-
te sono stati messi a disposizione del
pubblico solo tre programmi, ripetuti
nel corso della giornata. Questo, co-
munque, ha aggiunto, solo un pic-
colo seme che nasce con la vocazione
di trasformarsi in un grande progetto.
Le scuole cattoliche sono
le preferite in Australia
Secondo informazioni dellagenzia
Fides, i collegi cattolici confermano la
loro posizione di scuole pi apprezza-
te dalle famiglie australiane, per offrire
istruzione di qualit a costi accessibili.
Secondo una recente indagine realiz-
zata nello Stato di Vittoria, nel sud del
paese, pi del 70% delle famiglie pre-
ferisce iscrivere i propri figli negli isti-
tuti cattolici, anche se devono soppor-
tare una spesa leggermente maggiore
rispetto alle scuole pubbliche.
La qualit dellinsegnamento nelle
scuole cattoliche attira anche famiglie
di altre religioni. Cos, nello Stato del
Queensland, situato a nord-ovest del
paese, circa il 25% degli alunni iscritti
non sono cattolici. I genitori si sentono
attratti dalla seriet, dalla competenza
dei professori e, soprattutto, dallinsie-
me dei valori morali che trovano nelle
istituti di insegnamento cattolici.
Eroica madre sulla
strada degli altari
Sullesempio di Santa Gianna Beret-
ta Molla, unaltra giovane madre di fa-
miglia si trova sul cammino della gloria
degli altari: la Serva di Dio Maria Ceci-
lia Perrin di Buide, nata a Punta Alta,
Argentina. Il processo di beatificazione
stato aperto nel febbraio di questan-
no dallArcivescovo di Bahia Blanca,
Mons. Guillermo Jos Garlatti.
Nel febbraio del 1984, quando si
trovava in attesa del suo primo figlio,
le fu comunicata una terribile dia-
gnosi: soffriva di un cancro forse or-
mai irreversibile. I medici le propose-
ro di prendere in considerazione un
aborto terapeutico, come tentati-
vo di salvarle la vita. Lei si rifiut ca-
tegoricamente, anche se sapeva che
questa decisione rendeva impossibile
la propria sopravvivenza.
Cinque mesi dopo nacque sua figlia,
Maria Augustina e il primo marzo del
1985, a 28 anni det. mor la madre.
In difesa del diritto di nascere
Ha prodotto un risultato positivo e
immediato la grande manifestazione
a udire i sordi e fa parlare i muti! (Mc 7, 37).
Su questo suggestivo tema, stata realizzata
a Roma, dal 18 al 25 gennaio, la Settimana di
Preghiera per lUnit dei Cristiani.
Nella giornata di chiusura, Festa della Conversione
di San Paolo, il Papa ha presieduto la celebrazione dei
Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura.
Nellomelia, Benedetto XVI ha messo in risal-
to limportanza dellascolto della Parola di Dio e del
dialogo sincero e leale. Non siamo infatti noi a fare o
ad organizzare lunit della Chiesa. La Chiesa non fa se
stessa e non vive di se stessa, ma della parola creatrice
che viene dalla bocca di Dio. (...) Perci lascolto del Dio
che parla implica anche lascolto reciproco, il dialogo tra
le Chiese e le Comunit ecclesiali. Il dialogo onesto e lea-
le costituisce lo strumento imprescindibile della ricerca
dellunit.
Hanno partecipato alla cerimonia, rappresentan-
ti delle altre confessioni cristiane di Roma: Gennadios
Zervos, arcivescovo ortodosso dellItalia; John Flack,
direttore dellAnglican Center di Roma; e il pastore
Holger Milkau, decano della Chiesa Evangelica- Lu-
terana in Italia.
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42 Salvami Regina Marzo 2007
realizzata il 5 febbraio davanti allAs-
semblea Nazionale dei Deputati di
Panama, in difesa del pi fondamen-
tale diritto umano, quello di nascere.
Attualmente il Codice Penale di
questo paese permette laborto in
due situazioni: violazione carnale o
fecondazione assistita non consenti-
ta, e gravi problemi di salute che met-
tano in rischio la vita della madre o
del nascituro.
Approfittando dei dibattiti in cor-
so nellAssemblea per modificazio-
ni della legislazione penale, il gover-
no ha presentato un progetto che mi-
ra ad ampliare le cause di depenaliz-
zazione dellaborto.
Di fronte a questa minaccia al di-
ritto di esseri umani indifesi, lArci-
vescovo di Citt del Panama, Mons.
Jos Dimas Cedeo Delgado, ha con-
vocato tutti i cattolici a riunirsi da-
vanti allAssemblea Nazionale, con
lobbiettivo di accompagnare i depu-
tati e invitarli a difendere il maggior be-
ne: la vita. La manifestazione sta-
ta appoggiata dal movimento Allean-
za Panamense per la Vita e supporta-
ta da diverse istituzioni civiche.
Di conseguenza, si alzata unon-
data di proteste contro il progetto del
governo, che ha portato al suo riti-
ro. Secondo quanto ha dichiarato al-
la stampa il deputato Wigberto Quin-
tero, membro della Commissione di
Governo, saranno mantenute nel Co-
dice Penale, cos come stanno, le at-
tuali norme restrittive sullaborto.
Ho smesso di essere
soldato della Spagna per
essere soldato di Cristo
Il Monastero della Purissima Con-
cezione, delle suore clarisse di Sala-
manca, ha ricevuto una postulante
speciale: Matilde de Luis Araujo, 27
anni, soldato dellesercito spagnolo.
Ella ha prestato servizio in un Reg-
gimento di Ingegneria ed ha condot-
to la vita dura e pericolosa dei soldati.
Tuttavia, nonostante il suo entusiasmo
per gli esercizi militari, sentiva nellani-
ma un invito a fare un passo pi eleva-
to, pi eroico. Mi sono resa conto che,
per cambiare il mondo, dovevo comin-
ciare a cambiare me stessa ha detto.
Cos, indossando luniforme mili-
tare, ha attraversato con passo fermo
e deciso la massiccia porta del mona-
stero, cosciente che stava entrando
non per cessare la sua vita di combat-
tente, ma per continuarla su un pia-
no pi elevato: essere un miles Chri-
sti. stato ci che ha dichiarato in
presenza del colonnello del suo reg-
gimento, del suo capitano e della sua
famiglia, riunita per il commiato. Ho
smesso di essere soldato della Spagna
per essere soldato di Cristo.
Santuario dei martiri messicani
Sono ricominciati nuovamente il 5
febbraio, nella citt di Guadalajara,
Messico, i lavori di costruzione del
Santuario dei Martiri Messicani.
Il monumentale edificio, simbolo
della fedelt a Cristo e della costanza
e valore dei martiri, avr una capacit
di 12 mila persone. In celebrazioni spe-
ciali, latrio e la piazza di fronte potran-
no ricevere fino a 50 mila fedeli.
Secondo quanto ha spiegato il
Cardinale Juan Sandoval Iiguez,
Arcivescovo di Guadalajara, due so-
no i motivi che hanno portato alla co-
struzione di questo Santuario: da un
lato, onorare la memoria dei martiri
mantenendo viva la loro presenza tra
il popolo di Dio, dallaltro lato, sup-
plire alla necessit di un ampio spa-
zio dove si possano realizzare cele-
brazioni per un gran numero di per-
sone, molto frequenti in questa gran-
de citt cattolica.
Intorno al Santuario ci saranno im-
pianti per opere di carit, come la Ca-
ritas Diocesana, una clinica di assisten-
za, una scuola di infermeria per forma-
re principalmente donne bisognose e
una locanda con refettorio per ricevere
i pellegrini e per lassistenza ai poveri.
Enciclica di Benedetto XVI,
la pi venduta della storia
Solo in Italia sono state vendute in
un anno da gennaio 2006 a gennaio
2007 un milione e 400 mila copie
della prima enciclica del Papa Bene-
detto XVI, Deus caritas est. Secondo
uninformazione data dalla Libreria
Editrice Vaticana, che detiene i diritti
dautore di tutti i documenti pontifi-
ci, il successo dellenciclica interna-
zionale: tre edizioni in tedesco, tre in
spagnolo, una in russo, una in cinese
e una in Braille, per i ciechi.
Approvazione pontificia
della Comunit cattolica Shalom
La comunit cattolica Shalom
stata approvata dalla Santa Sede co-
me Associazione Privata Internazio-
nale di Fedeli di Diritto Pontificio.
una grazia ricevuta in vista del-
ledificazione della Chiesa e al servizio
dellumanit, ha detto il suo fonda-
tore Moises Louro de Azevedo Filho.
Un carisma ha ragione di esistere so-
lo se al servizio delledificazione della
Chiesa, ha aggiunto.
La Comunit Shalom, fondata nel
1982, a Fortaleza, Brasile, costitui-
ta da uomini e donne, e annovera sa-
cerdoti, persone consacrate e cop-
pie sposate. Possiede pi di due mila
membri che operano in 41 diocesi del
Brasile e in 11 citt di altri paesi.
Comunit di SantEgidio:
39 anni di esistenza
Due azioni importanti hanno sot-
tolineato le commemorazioni del 39
anniversario della Comunit di San-
tEgidio, a Roma, il giorno 8 feb-
braio.
La prima stata ludienza concessa
dal Papa Benedetto XVI ai rappresen-
tanti e ai vescovi amici di questa istitu-
zione ecclesiale. Tra i presenti, spicca-
vano Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo
di Terni Narni Amelia e consiglie-
re spirituale del movimento, e il prof.
Andrea Riccardi, suo fondatore.
La Comunit di SantEgidio, met-
tendo al centro della propria esisten-
za la preghiera e la liturgia, vuole far-
si prossima di coloro che sperimenta-
no situazioni di disagio e di emargina-
zione sociale. Per il cristiano luomo,
Marzo 2007 Salvami Regina 43
anche se lontano, non mai un estra-
neo. ha detto il Papa.
La seconda atto stata la Messa
celebrata nella Basilica di San Gio-
vanni in Laterano dal Cardinale Paul
Poupard, Presidente del Pontificio
Consiglio per la Cultura e il Dialo-
go Interreligioso. La celebrazione
ha contato sulla presenza di nume-
rose autorit ecclesiastiche e civili, e
membri del Corpo Diplomatico.
Fondata a Roma, nel febbraio del
1968, la Comunit di SantEgidio ha
oggi pi di 50mila membri che opera-
no in 70 paesi.
Istituti secolari commemorano
il 60 anniversario del
riconoscimento pontificio
Circa 500 membri di istituti seco-
lari di tutto il mondo si sono riuniti a
Roma, nei giorni 3 e 4 febbraio, per
commemorare presso la Cattedra di
Pietro il 60 anniversario della Costi-
tuzione Apostolica Provida Mater Ec-
clesia, del 2 febbraio 1947, con la qua-
le il Papa Pio XII ha concesso il rico-
noscimento pontificio a questa forte
realt ecclesiale.
Lincontro stato organizzato dal-
la Conferenza Mondiale degli Isti-
tuti Secolari (CMIS) e ha visto tra i
suoi espositori il Cardinale Franc Ro-
d, Prefetto della Congregazione per
gli Istituti di Vita Consacrata e per le
Societ di Vita Apostolica, e il Car-
dinale George Cottier OP, teologo
emerito della Casa Pontificia.
Nelludienza concessa ai parteci-
panti il giorno 3 febbraio, il Papa Be-
nedetto XVI ha diretto loro parole
di stimolo: Annunciate la bellezza di
Dio e della sua creazione. Sullesempio
di Cristo, siate obbedienti allamore,
uomini e donne di mitezza e misericor-
dia, capaci di percorrere le strade del
mondo facendo solo del bene. (...)La
Chiesa ha bisogno anche di voi per da-
re completezza alla sua missione. Sia-
te seme di santit gettato a piene mani
nei solchi della Storia.
I membri degli istituti secolari si
impegnano a compiere nel mondo
la loro missione evangelizzatrice, vi-
vendo nella pratica i consigli evange-
lici di povert, obbedienza e castit.
La nostra vocazione significa vivere
nel secolo, come tutti i laici, ma an-
che nella piena consacrazione, come
tutte le persone consacrate, spiega
Ewa Kusz, Presidente della CMIS.
Aumenta in Spagna
ladorazione perpetua al
Santissimo Sacramento
A Talavera de la Reina, pi di 700
fedeli hanno risposto s ad un invi-
to a partecipare alladorazione per-
petua di Ges Sacramentato, nella
chiesa del Convento della Carmelita-
ne Scalze. stata una vera esplosio-
ne dello Spirito Santo, ha commenta-
to lorganizzatore, Don Justo Lofen.
Per coprire i 168 turni settimanali di
unora, sono necessarie circa 350 per-
sone. Talavera ha iniziato con pi del
doppio, unendosi a Madrid, Toledo, Si-
viglia ed altre citt spagnole dove gi
introdotta ladorazione perpetua.
Processo di canonizzazione di
pi di 61 martiri spagnoli
Mons. Juan Antonio Reig Pla, Ve-
scovo di Cartagena, Spagna, ha di-
chiarato aperto il processo di cano-
nizzazione di 61 martiri della perse-
cuzione religiosa attuata in questo
paese tra il 1936 e il 1939: sacerdoti,
religiosi, seminaristi e semplici laici,
assassinati per odio alla fede. Nume-
rosi familiari delle vittime hanno as-
sistito alla cerimonia di apertura.
Secondo documenti e testimo-
nianze oculari, la maggioranza di lo-
ro fu uccisa a colpi di arma da fuo-
co o a pugnalate. Molti hanno subito
torture prima di morire: uno di loro
fu interrato vivo; ad altri i boia hanno
strappato gli occhi, tagliato le orec-
chie o li hanno trascinati per le strade
della citt, come avvenuto col Par-
roco del Carmelo, Don Sotero Gon-
zlez Lerma, che fu poi anche appeso
alla facciata della chiesa e bruciato.
125 anniversario della
Chiesa nel Borneo
La Chiesa Cattolica nella regione
di Sarawak, nel Borneo malaio, fe-
steggia il 125 anniversario della sua
nascita: la prima missione che ha por-
tato il Vangelo in questa regione
partita da un piccolo gruppo di Mis-
sionari di San Giuseppe di Mill Hill
i quali, compiendo sforzi notevoli, vi
sono arrivati nel 1881.
Da allora, la Chiesa cresciuta at-
traverso lo zelo pastorale dei missio-
nari, delle sorelle e dei laici che han-
no creduto al progetto di evangeliz-
zare le popolazioni locali. Nel 1894
i missionari hanno costruito la scuo-
la di San Giuseppe ed una chiesa a
Kuching. Nel 1932 stato ordinato il
primo sacerdote locale, Don Joseph
Chin Ting Huong.
Attualmente, lArcidiocesi di Ku-
ching occupa un territorio popolato
da pi di un milione di persone, del-
le quali 153 mila sono fedeli cattolici,
divisi in 10 parrocchie.
Per ricordare il felice evento e
ringraziare il Signore di questo do-
no, la Chiesa del Borneo ha celebra-
to una solenne Eucarestia presiedu-
ta da Mons. Salvatore Pennacchio
Delegato Apostolico. Hanno par-
tecipato lArcivescovo di Kuching,
Mons. John Ha, lArcivescovo eme-
rito Mons. Datuk Peter Chung, nu-
44 Salvami Regina Marzo 2007
merosi sacerdoti e religiosi, e pi di
mille fedeli.
India: governo concede un
premio ad una suora cattolica
Lautorit civile in India ricono-
sce, a livello nazionale, il contribu-
to essenziale dato dalla comunit
cattolica nel campo delleducazio-
ne e dei servizi sociali. Con questo
spirito stato concesso a Suor Cyril
Mooney religiosa di origine irlan-
dese, appartenente allIstituto del-
la Beata Vergine Maria il premio
Padma Shri Award, il pi alto ri-
conoscimento concesso dal governo
di questo paese alle persone che si
sono distinte nel campo delle ope-
re sociali.
Suor Cyril, oggi settantenne,
giunse in India quando ne aveva ap-
pena 20. Da 50 anni lavora nellas-
sistenza e nel recupero di bambini
orfani, abbandonati, poveri, schia-
vizzati, senza famiglia. Dal 1973 si
trova a Calcutta e svolge la sua be-
nemerita attivit nella Casa di Lo-
reto, dedita allassistenza allinfan-
zia. Ha fondato nel 1979 una scuola
che accoglie oggi 1400 bambini bi-
sognosi.
La mia missione dare istruzione
e una vita degna ai pi poveri tra i po-
veri. Il mio motto tratto dal Vangelo:
d gratuitamente quello che hai rice-
vuto e riceverai cento volte tanto ha
detto suor Cyril Mooney.
Donato al Papa
un prezioso
manoscritto biblico
I Papiri Bodmer 14 e 15 (P75) sono
stati donati al Papa dal nordamerica-
no Frank J. Hanna e dalla sua famiglia.
Datati in un periodo tra il 175 e 225
dellEra Cristiana, questi papiri con-
tengono circa met dei Vangeli di Luca
e Giovanni, inclusa la versione mano-
scritta pi antica del Padre Nostro.
Essi sono stati scritti in Egitto
ha spiegato il Cardinale Jean Louis
Tauran Archivista e Bibliotecario
del Vaticano, durante unudienza
con Benedetto XVI. Ora la Biblio-
teca del Papa possiede la pi antica
testimonianza del Vangelo di Luca e
uno dei pi antichi Vangeli di Gio-
vanni, ha aggiunto il Cardinale.
I papiri Bodmer, per un totale di
144 pagine, costituiscono il mano-
scritto pi antico contenente i testi
dei due Vangeli uniti.
Quasi sicuramente, esso era de-
stinato ad una piccola comunit, una
parrocchia egiziana di lingua greca
che, come abituale in tutte le litur-
gie cristiane, leggeva il Vangelo du-
rante la Celebrazione eucaristica,
spiega LOsservatore Romano, nella
sua edizione del 24/01/2007.
Una Bibbia di pi di 5 mila metri
Una preziosa opera darte che ar-
monizza il cristianesimo con la cultu-
ra cinese: la Sacra Scrittura, copiata
con ricchezza di dettagli in una tela di
raso bianco di altissima qualit.
Con 5007 metri di lunghezza, que-
sto raro esemplare della Bibbia si
compone di 900 mila caratteri artisti-
ci scritti con la massima cura in 50 vo-
lumi di 100 metri ognuno.
Ogni volume pesa otto chili e,
quando arrotolato, misura circa 35
centimetri di diametro per 70 di lun-
ghezza. Per arrotolarlo, si usato un
tipo di legno profumato molto pre-
zioso, lavorato a mano. La cassa che
contiene i 50 volumi una preziosa
opera artigianale con applicazioni in
bronzo nei quattro angoli. Il lucchet-
to riproduce una antica scultura cine-
se che simbolizza la felicit, come a
dire che il contenuto della cassa la
felicit delluomo.
Tutti i particolari dellopera hanno
il loro significato. La tela di seta bian-
ca simbolizza la sacralit e la purezza;
il bordo di seta celeste rappresenta il
Cielo, la seta verde che serve da co-
pertina per i volumi arrotolati espri-
me la vitalit della terra creata dal Si-
gnore; la fascia di seta rossa (colore
nazionale della Cina) con la quale so-
no legati i volumi emblema della vi-
ta, della positivit, dellenergia.
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APOSTOLATO MARIA REGINA DEL TERZO MILLENNIO
Lopera consiste nel portare di casa in
casa unicona con limmagine del Cuore
Immacolato di Maria, cos come apparve
a Fatima, che sar accolta, ogni mese in un
giorno stabilito da ciascuna famiglia parte-
cipante. Per loccasione si legger un bra-
no del Vangelo, seguito da alcuni minuti
di riflessione. Si reciter il santo Rosario
e finalmente si rinnover la consacrazione
della famiglia a Ges per mezzo di Maria.
Circostanza propizia per invitare parenti,
amici e vicini.
Ogni gruppo di 30 famiglie che desidera-
no ospitare licona una volta al mese, richie-
de lesistenza di un Coordinatore(trice),
che riceve dal parroco un mandato in que-
sto senso durante la cerimonia di conse-
gna ufficiale dellicona in chiesa. Chiun-
que pu essere Coordinatore(trice), me-
glio una coppia di coniugi.
Io ero in
prigione e siete
venuti da Me
Marzo 2007 Salvami Regina 45
Attraverso i mezzi pi inattesi, arriva alle prigioni la divulgazione
del Rosario, accendendo una luce di speranza per coloro che si sono
traviati e che vogliono ritornare sulla buona strada.
Alcune lettere ricevute, manifestano in modo
significativo questi sentimenti.
Il Signore deve darmi forza
A causa delle circostanze della vi-
ta, oggi mi trovo privata della mia li-
bert, a superare la nostalgia di mia
madre e dei miei due figli. Ho con me
il mio rosario, il libro Preghiere di
tutti i giorni ed anche il mio calen-
dario del 2006, nel quale segno tutti
i giorni passati lontano dai miei figli.
Ho divulgato il nome dellAssociazio-
ne qui dentro ed ho saputo che chi ne
era interessata ha ricevuto una rispo-
sta da parte vostra. Solo Dio sa quan-
to sia difficile stare lontana dai miei
figli! Ma sono sicura che il Signore mi
dar la forza per vincere la battaglia.
P.M.S.
Ho chiesto di dare unocchiata
Sto scontando una pena nel pe-
nitenziario di X... Qui ho conosciu-
to un ragazzo nelle mie stesse con-
dizioni. Un giorno, lho visto leggere
dei libretti che ho trovato interessan-
ti e gli ho chiesto di farmi dare unoc-
chiata. Ho notato che si trattava della
storia dellapparizione della Madon-
na di Fatima ai tre pastorelli, in Por-
togallo. Ma ci che ha risvegliato di
pi il mio interesse stato il fatto che
il libretto ci insegna a pregare il rosa-
rio. Devo confessarvi che, nonostante
mi dichiari cattolico, purtroppo non
so pregarlo. Per questo vi sto scriven-
do, chiedendo che, per favore, mi sia-
no inviati i libricini della Madonna di
Fatima. Molte grazie e che Dio vi be-
nedica tutti. J.V.S.
Sar di grande utilit
Sono in prigione, nel presidio di
N... e vorrei, se fosse possibile, rice-
vere qualche pubblicazione sulla Ma-
donna di Fatima. Sar molto utile qui
in carcere qualsiasi tipo di materiale
biblico, foglietti, libretti sulla Madon-
na, che ci portino un messaggio di pa-
ce e possano addolcire il nostro dolo-
re e la nostra sofferenza. Molte gra-
zie anticipatamente, di cuore. I.P.L.
Solo la parola di Dio
pu darci conforto
Ho avuto il suo indirizzo attra-
verso unamica che ho conosciuto in
questo luogo orribile, infatti mi trovo
in prigione. Mi piacerebbe chieder-
le un rosario. In questo posto sola-
mente Ges Cristo pu aiutarci. So-
lo la parola di Dio pu darci confor-
to. Concludo questa lettera aspettan-
do con ansia una risposta, impaziente
di ricevere un rosario. L.T.S.
K
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TESTIMONIANZE
Mariana Morazzani Arriz
Vicepresidente Generale
B
Don Beppi e la Vergine Brutta II
46 Salvami Regina Marzo 2007
STORIA PER BAMBINIO PER ADULTI PIENI DI FEDE?
Quando mancavano poco pi di cento metri per
raggiungere di nuovo le strade pavimentate del quartiere
antico, avvenne il disastro...
ene, ora possiamo con-
tinuare la storia di Don
Beppi. Vi ho gi raccon-
tato di come egli era di-
ventato parroco di quella
piccola cittadina in mezzo alle mon-
tagne. In cima alla collina pi alta si
trovava la chiesa matrice, e sullaltare
maggiore vi era una statua della Ver-
gine, nota per non essere esattamen-
te un modello di bellezza... Dicia-
mo la verit: era brutta, anzi, proprio
brutta. Trascorsero gli anni, e tutti gli
sforzi di Don Beppi per sostituirla
vennero frustrati. I fedeli lapprezza-
vano cos tanto che il parroco non po-
teva pi nemmeno far cenno allipo-
tesi di toglierla dalla chiesa.
Sembrava, allora, che Don Bep-
pi avesse desistito, visto che non toc-
c pi largomento. Invece per chi lo
conosceva bene, questo suo atteggia-
mento rappresentava un cattivo se-
gnale. Posso garantirvi che lui sapeva
essere pi testardo di tutti i suoi par-
rocchiani messi insieme.
Per farla breve, arriv il mese di
agosto, e con questo la grande pro-
cessione della Patrona, che percor-
reva le principali strade della cittadi-
na, con tutto quanto si soliti fare in
queste occasioni: banda musicale, e
confraternite varie. Era prevista per-
fino la partecipazione del prefetto.
Una sera, durante una riunione
con gli organizzatori, Don Beppi fece
la seguente comunicazione:
Questanno estenderemo la pro-
cessione alle case nuove, a nord del-
la citt.
Ma il percorso diventa molto pi
lungo! disse il signor Manuele, un
barbuto commerciante.
Essendo lui il capo dei caricato-
ri del pesantissimo baldacchino, pre-
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Marzo 2007 Salvami Regina 47
se paura immaginando la sua schiena
piegata lungo tutto il percorso di alcu-
ne miglia, sotto il torrido sole estivo.
Signor Manuele rispose Don
Beppi il tragitto sar, effettivamen-
te, molto pi lungo, ma reputo del-
la massima importanza che la statua
della Vergine estenda la sua benedi-
zione al quartiere nuovo. Cos, ho gi
parlato con Mantovani, che ci preste-
r il suo autocarro. Su questo mon-
teremo il baldacchino e faremo tut-
to il percorso in modo degno...e sen-
za rompere la schiena a nessuno.
Si discusse ancora un po della
questione, ma, alla fine, tutti concor-
darono di buon grado. In verit, il si-
gnor Manuele fu molto sollevato con
la storia dellautocarro, perch que-
sto lo avrebbe liberato dal sacrificio di
prendersi sulle spalle il terribile peso.
Cos fu. Alcuni giorni prima del-
la processione, portarono lautocarro
al deposito dietro la sede parrocchia-
le. Era uno di quei vecchi e rudimen-
tali veicoli anteguerra, coi pneumati-
ci duri e le molle arcaiche. Ma, alla fi-
ne, ben agghindato coi fiori e ghirlan-
de, nellinsieme risult bello. Luni-
ca cosa che stonava, evidentemente,
era la statua. Uscendo alla luce del
sole, nemmeno tutte le decorazioni
che le avevano messo riuscivano a na-
scondere la sua bruttura. I confratel-
li guardavano di sottecchi il parroco,
ma costui rimase zitto.
Che bello! Il prete ormai si abi-
tuato alla Vergine Brutta!
* * *
Cominci la processione. Tutto
procedeva come al solito, ed il popo-
lo seguiva contento, pregando e can-
tando. Ad un certo punto, come era
stato combinato, il vecchio autocar-
ro si avvi verso il quartiere nuovo.
L non esistevano strade pavimenta-
te, e i viottoli di nuda terra erano tal-
mente pieni di buche e canaletti che
molta gente vacillava nel procedere.
Scivolando sulla ghiaia, lautocarro si
scuoteva come un bue selvatico e, du-
rante il tragitto, lo sventurato Man-
tovani malediceva il momento in cui
aveva dato il suo assenso allazzarda-
ta idea di fare questa strada.
Gli abitanti del quartiere nuovo si
rallegravano per la considerazione di
cui il parroco li aveva fatti oggetto e
gioiosamente facevano cenni con i faz-
zoletti dai marciapiedi e dalle finestre.
I partecipanti alla processione, tuttavia,
temevano per la statua, che avanzava
sballottata qua e l lungo laccidenta-
to percorso. Era tale lapprensione, che
un grande spazio vuoto si venne a poco
a poco aprendo nella moltitudine in-
torno al baldacchino motorizzato. Don
Beppi, nel frattempo, seguiva tranquil-
lo e sicuro. La struttura in legno era
stata saldamente fissata alla carrozze-
ria dellautocarro, e non si scuoteva in
nessuna occasione. Ma... come avrebbe
potuto lantichissima statua sopportare
le forti e continue scosse?
Continuava la recita del rosario, in-
frammezzata da canti. Con sollievo, il
popolo gi avvistava nuovamente, poco
pi avanti, le vie pavimentate. Quegli
ultimi passi, tuttavia, erano i peggiori di
tutti quanti. I fedeli pregavano a voce
pi alta, i musici suonavano con mag-
gior vigore. Mantovani tentava a tutti
i costi di guidare il suo vecchio veicolo
sui punti meno accidentati. Don Beppi
si manteneva in silenzio.
Per farla breve, la Vergine Brutta non
riusc a superare quel fatidico tratto.
Quando mancavano poco pi di
cento metri per raggiungere le stra-
de buone del quartiere antico, lauto-
carro derap e si rovesci in un gran-
de fossato. La violenta caduta pro-
dusse nella vecchia statua leffetto di
un calcio di cavallo: essa si ruppe in
mille pezzi, sollevando una nuvola di
polvere e calcinacci.
Un grande grido si alz dalla mol-
titudine. Ma non fu soltanto per la di-
struzione della Vergine Brutta: disfat-
ta la grossa buccia di malta, ne usc
scintillante una meravigliosa statua
dargento, con un aspetto cos bello e
innocente come quello di alcune fa-
mose opere darte medievali.
Stupefatti, Don Beppi e i fede-
li compresero in un istante il perch
dellesistenza del deforme pezzo di
scultura che si era appena frantu-
mata: in un passato remoto, in situa-
zione di imminente pericolo, qualcu-
no aveva ricoperto in gran fretta la
mirabile statua dargento con quel-
la pasta di argilla e gesso, per proteg-
gerla dai barbari o dai ladri. E cos
scolp la Vergine Brutta, la quale eb-
be il merito di difendere, per secoli,
dalla furia dei malfattori la preziosa
statua dargento, la Vergine Bella.
Condotta trionfalmente in chiesa,
la Vergine Bella fu solennemente in-
tronizzata, in mezzo a canti ed escla-
mazioni della moltitudine entusiasta.
* * *
Contemplando la magnifica sta-
tua sullaltare, Don Beppi meditava:
Quante altre meraviglie avr posto
Dio nella Santa Chiesa, nascoste agli
occhi degli uomini, per venire alla lu-
ce in tutto il loro splendore, al giusto
momento?
La sera, tuttavia, prima di dor-
mire, egli rievoc gli avvenimenti di
quel giorno. In verit, tutto era stato
pianificato da lui le strade piene di
buche, il vecchio autocarro dai pneu-
matici duri e le molle rotte in mo-
do che la statua andasse in pezzi. Al-
la mente gli venne lo scrupolo di aver
fatto il bene, agendo in quella manie-
ra. Si chiese di non aver forse com-
messo una mancanza, distruggen-
do deliberatamente una statua del-
la Vergine alla quale il popolo porta-
va devozione, per quanto brutta essa
fosse?
Il giorno successivo, and in chie-
sa di primo mattino ed ebbe la soddi-
sfazione di vedere un grande nume-
ro di fedeli davanti alla statua recen-
temente scoperta. E due novit: mol-
ti fiori e una moltitudine di innocenti
bambini che rivolgevano alla Madre
di Dio le loro infantili preghiere.
Questo tolse ogni scrupolo a Don
Beppi: in fin dei conti concluse il
tutto era stato opera della stessa Ver-
gine Bella che, per mezzo del suo par-
roco, aveva scelto quel momento per
rivelarsi ai suoi figli e al mondo.
1. Domenica delle Palme, inizio
della Settimana Santa.
San Gilberto, vescovo (+1245).
Costru la Cattedrale di Dornoch,
Scozia, e vari ospizi per i poveri.
2. Beato Guglielmo Apor, vescovo
e martire (+1945). Durante la Secon-
da Guerra Mondiale, quando era Ve-
scovo di Gyr, Ungheria, fu colpito
a morte da alcuni soldati russi, men-
tre difendeva alcune ragazze rifugia-
te in un edificio della diocesi, e mor
tre giorni dopo.
3. San Sisto I, papa (+128).
stato il sesto papa dopo San
Pietro.
4. San Benedet-
to Massarari, religio-
so (+1589). Nacque a
Messina, discendente
da schiavi africani, fu
chiamato il moro o
il nero. NellOrdi-
ne dei Frati Minori,
a Palermo, esercit le
funzioni di cuoco, su-
periore, maestro di no-
vizi e di nuovo cuoco.
5. Gioved Santo, istitu-
zione dellEucaristia.
Santa Giuliana di Liegi, vergine
(+1258). Religiosa agostiniana, mol-
to devota al Santissimo Sacramento.
Ebbe visioni e rivelazioni che porta-
rono il Papa Urbano IV ad istituire la
Solennit del Corpus Domini per tut-
ta la Chiesa.
6. Venerd Santo, Passione del Si-
gnore.
SantEutichio, vescovo (+582). Pa-
triarca di Costantinopoli, lott corag-
giosamente per lortodossia della fede.
7. SantEnrico Walpole e Beato
Alessandro Rawlins, sacerdoti e mar-
tiri (+1595). Incarcerati, torturati e
impiccati per il fatto di esercitare il
ministero sacerdotale, durante il re-
gno di Elisabetta I di Inghilterra.
8. Domenica di Pasqua, Resurre-
zione del Signore.
SantAmanzio di Como, vescovo
(+449). Di origine inglese, fu Vesco-
vo di Como, dove costru una basili-
ca in onore di San Pietro e San Pao-
lo, per accogliere le reliquie dei due
Apostoli, che aveva portato da Roma.
10. San Fulberto, vescovo (+1029).
Promosse la devozione alla Vergine
Maria come Regina di Misericordia.
11. Beata Elena Guerra, vergi-
ne (+1914). Fond a Lucca, la Con-
gregazione delle Oblate dello Spirito
Santo per leducazione della gioven-
t femminile.
12. Beato Lorenzo, sacerdote (+
sec. XIV). Religioso dellOrdine di
San Gerolamo, nel monastero di
Belm, Portogallo. Con la sua esimia
piet, attir molti penitenti che a lui
ricorrevano.
13. Beata Ida di Boulo-
gne, vedova (+1113). Sposa
di Eustachio II, Conte di
Boulogne, educ pieto-
samente i suoi figli, tra
i quali Goffredo di Bu-
glione. Dopo la morte
di suo marito, si dedic
interamente alle opere
di piet e di carit.
14. Beata Isabella
Calduch Rovira, vergi-
ne e martire (+1936). Re-
ligiosa Clarissa, molto devo-
ta al Santissimo Sacramento
ed alla Vergine Maria, uccisa per
odio alla fede durante la persecuzio-
ne religiosa in Spagna.
15. Domenica della Divina Miseri-
cordia.
SantOrtario, abate (+ sec. XI).
Nel monastero di Landelle, Francia,
condusse una vita di austerit e ora-
zione e si prese cura dei poveri e de-
gli infermi.
16. San Turibio, vescovo (+ sec.
V). Nato a Torino, divenne Vescovo di
Astorga, Spagna. Combatt con tutte
le forze leresia di Prisciliano, che si
stava propagando in questo paese.
9. Luned dellAngelo. Si ricorda
lincontro dellangelo con le donne
accorse al sepolcro, dopo la Resurre-
zione.
Santa Valdetrude (+688). So-
rella di Santa Aldegunda, sposa di
San Vincenzo Madelgario e madre
di quattro santi. Di comune accor-
do con suo marito, che si fece mona-
co, entr in un monastero da lei stes-
sa fondato.
San Sisto I - Basilica di San Paolo
Fuori le Mura, Roma
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17. Beata Clara Gambacorti,
religiosa (+1419). Rimase vedo-
va molto giovane e fond a Pisa
il primo monastero domenicano
di stretta osservanza, del quale fu
eletta abbadessa. Diede genero-
sa accoglienza nel monastero al-
la vedova e alle figlie delluomo
che anni prima aveva assassinato
suo padre e i suoi fratelli.
18. San Giovanni Isauro, mo-
naco (+ dopo il 842). Nellisola di
Egina, Grecia, difese fermamente
il culto delle immagini sante.
19. SantElfego, vescovo e mar-
tire (+1012). Era Vescovo di Can-
terbury quando i normanni invase-
ro lInghilterra. Siccome non volle
abbandonare il suo gregge, fu im-
prigionato e barbaramente assas-
sinato perch si rifiut di pagare
il proprio riscatto col denaro delle
elemosine raccolte per i poveri.
20. San Vione, vescovo (+804).
Nacque nella Frigia e fu inviato
dallimperatore Carlo Magno ad
evangelizzare la Sassonia. Nomi-
nato Vescovo di Osnabruck, af-
front molte fatiche per amore
di Cristo.
21. SantAnselmo, vescovo e
dottore della Chiesa (+1109).
SantApollonio, filosofo e mar-
tire (+185). Cittadino romano
eminente, fu denunciato come
cristiano e fece davanti al prefet-
to Perennio e al Senato di Roma
uninsigne apologia del Cristiane-
simo. In seguito conferm col suo san-
gue la testimonianza della fede.
22. III Domenica di Pasqua.
San Maryahb (Il Signore chia-
ma), martire (+341). Arcidiacono
in Persia, ucciso durante la persecu-
zione del re Sapor II.
23. San Giorgio, martire (+ sec.
IV).
SantAdalberto, vescovo e marti-
re (+997).
Beata Teresa Maria della Croce (Te-
resa Manetti), vergine (+1910). Fond
a Campi Bisenzio, la Congregazione
delle Carmelitane di Santa Teresa.
24. San Fedele di Sigmaringa, sa-
cerdote e martire (+1622).
Beata Maria Elisabetta Hesselblad,
vergine (+1957). Nata in una famiglia
luterana della Svezia, si convert a
32 anni. Restaur lOrdine di San-
ta Brigida, molto impegnata nella
contemplazione, nella carit verso
i poveri e nellunit dei cristiani.
25. San Marco, Evangelista.
San Erminio, abate e vesco-
vo (+737). Impiegava il massimo
sforzo nellorazione e ricevette lo
spirito di profezia.
26. Beati Domenico e Grego-
rio, sacerdoti (+ sec. XIII). Due
padri domenicani che percorse-
ro insieme le terre di Aragona in
Spagna, mendicando tutto il gior-
no il cibo e annunciando a tutti la
Parola di Dio.
27. Beata Caterina, vergine
(+1565). Entr nellOrdine della
Penitenza di San Domenico e vis-
se reclusa per 51 anni, dedita alla
contemplazione delle cose divine.
28. San Pietro Chanel, sacer-
dote e martire (+1841).
San Luigi Maria Grignion de
Montfort, sacerdote (+1716).
Beata Maria Luisa di Ges
Trichet, vergine (+1759). Prima
religiosa e prima superiora della
Congregazione delle Figlie della
Sapienza, fondata da San Luigi
Maria Grignion de Montfort.
29. IV Domenica di Pasqua.
Santa Caterina da Siena, vergi-
ne e dottore della Chiesa (+1380).
SantUgo, abate (+1109). Res-
se per 61 anni il celebre monaste-
ro di Cluny, come zelantissimo custo-
de e promotore della vita monastica.
30. San Pio V, papa (+1572).
Beata Paolina Von Mallinckro-
dt, Vergine (+1881). Fond a Pa-
derborn, Germania, listituzione del-
le Suore della Carit Cristiana. Dedi-
c la vita a prendersi cura dei bambi-
ni poveri e ciechi e ad aiutare i malati
ed abbandonati.
San Giorgio - Vetrata della
Cattedrale di Colonia, Germania
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Vista duccello
Padre Antonio Guerra
50 Salvami Regina Marzo 2007
Capita spesso di interpretare male la realt.
Infatti riteniamo che quanto pi da vicino la
analizziamo, pi profondamente la
conosciamo. Sar vero?
ualche tempo fa, ho
ricevuto da un ami-
co linvito ad assiste-
re a un documentario
in video, una collezio-
ne di filmati aerei di alcune regioni
dellEuropa. Il suo regista ha avuto
il buon gusto di non fare molti com-
menti, limitandosi a dare brevi infor-
mazioni, soltanto il minimo indispen-
sabile affinch lo spettatore potesse
localizzarsi.
Il film si intitolava in spagnolo, se
non mi sbaglio, A vista de pjaro,
cio Vista duccello. Nome sugge-
stivo e perfino poetico, che evoca la
visione di una regione contemplata
dallalto, con gli occhi di un uccello.
Nellinsieme, era unopera mol-
to felice. In alcune immagini la te-
lecamera ha compiuto giri completi
intorno alle evocative rovine di una
plurisecolare abbazia, incorniciata da
gradevoli coltivazioni di un verde vi-
vo e impeccabile. In un altro tratto,
un prestigioso caseggiato abbellito da
cipressi, emergeva come isola in mez-
zo alla foschia misteriosa di una mat-
tina dautunno.
Degli amici che con me assisteva-
no alla proiezione, alcuni sono nati
nel Continente Europeo e altri vi so-
no vissuti per un tempo considerevo-
le, quindi, spesso qualcuno riconosce-
va una regione che aveva avuto occa-
sione di visitare e le sommarie spie-
Val dOrcia Toscana
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gazioni del film erano completate dai
commenti del piccolo gruppo di spet-
tatori.
Curiosamente, molte osservazio-
ni manifestavano una sorpresa: Oh,
ma quella villa? Com bella vista
dallalto! Oppure: Pensavo di co-
noscere tanto bene questa citt... ma,
vista dallalto, sembra unaltra, assu-
me unaltra dimensione!
Infatti, la realt considerata con
la vista duccello quasi sempre
meravigliosa e sublime, mentre con
vista di uomo, si trova frequente-
mente pregiudicata da una delle de-
bolezze umane, che quella di attac-
carsi con facilit ai dettagli. La mag-
gior parte delle volte, pi che di aiu-
tare a capirla, ci distorce la realt.
In parole povere, si chiama vi-
sta corta o, se si vuole, mediocrit.
Questa una delle grandi fonti di at-
trito fra gli uomini, quando ognuno,
attento solo allesiguo spazio che rie-
sce o vuole- vedere davanti a s,
non comprende il procedimento del-
laltro, anche stando a poca distanza.
Potrebbero essere menziona-
ti uninfinit di azioni malvagie che
derivano da queste prospettive ri-
strette. Basti, qui, ricordarne una:
le viste corte sono spesso in re-
lazione ad una visione meramen-
te materiale delle cose, senza con-
siderare la realt soprannaturale
che sta al di sopra di tutto quanto
vediamo intorno a noi. Dio ha crea-
to luniverso come un grande e am-
mirevole insieme per glorificarLo.
In lui, niente esiste senza che ci sia
una ragion dessere. Quando noi ci
dimentichiamo di questo, corriamo
il grave rischio di dimenticare la fi-
nalit della Creazione, primo pas-
so per relegare alloblio lo stesso
Creatore.
Lipotetico uccello del documen-
tario osservava dallalto il panorama,
nel quale le centinaia di piccole com-
ponenti formavano un insieme incan-
tevole e meraviglioso. Anche noi, uo-
mini, se ci sforziamo di analizzare
tutto da un alto punto di osservazio-
ne ossia, soprannaturale- potremo
capire che perfino le cose pi comu-
ni e ordinarie acquistano importanza.
Infatti, per chi ha fede, nulla insi-
gnificante.
Allora, non sarebbe salutare, ol-
tre che pi virtuoso, cercare sempre
la vista duccello, invece di accon-
tentarci e accomodarci alla prosaica
e abituale vista duomo?
Alicante Spagna
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Maria Santissima
del Buon Successo
Casa degli
Araldi del Vangelo,
Siviglia Spagna
uanta angoscia provava la Madre pieto-
sa, nel vedere le pene di suo Figlio! Qua-
le uomo non avrebbe pianto se avesse visto la
Madre di Cristo in un cos grande supplizio?
(Stabat Mater, 4-5)
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