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Vi dar un cuore nuovo, metter dentro di voi uno Spirito

nuovo", un canto che abbiamo imparato a cantare in questo


periodo della Quaresima. Insieme abbiamo voluto rinnovare la
nostra fede che il Dio in cui crediamo e che amiamo, un Dio
fedele alla parola data e vuole rinnovarci nel profondo della
nostra vita.
"Vi dar un cuore nuovo" sempre Lui, il nostro Dio, che
prende l'iniziativa, che ci viene incontro: vuole rifarci di dentro e di
fuori, vuole fare di noi delle creature nuove, non tanto per farci apparire
"belli e buoni", ma perch vuole che viviamo nel modo migliore la nostra vita (beati voi...
dir Ges) e riusciamo a fare tutto quel bene che nelle nostre possibilit.
Allora "Vi dar un cuore nuovo" per noi un invito a lasciare perdere tante cose storte, non
buone, non giuste che abbiamo combinato o che magari stiamo ancora facendo, per
ricuperare energie nuove, che ci diano veramente il gusto di vivere, di credere, di amare e
di donare.
Il cuore "nuovo" un dono che viene fatto da Dio in Ges che soffre, muore e risorge, un
dono che costa caro, il sangue di un giusto, il sacrificio del Figlio di Dio fatto uomo, un
dono che dobbiamo saper apprezzare ed accogliere con riconoscenza, con senso di
responsabilit. Ci impegna a seguire Ges, a prendere la nostra croce quotidiana, piccola o
grande che essa sia, (ma che sia la nostra!), a non vivere di rimpianti, ma a guardare
sempre al domani con tanta fiducia.
il Signore che ci assicura questa novit di vita, donandoci uno Spirito nuovo, il Suo
Spirito.
Accogliere questo dono del cuore nuovo non facile: per mi vengono in mente le parole
di un altro canto che cantiamo in questi giorni:
ci invitano ad aprire le nostre braccia e a correre incontro al Padre.
un modo come un altro per dire a me e voi: "facciamo pasqua!". Accogliamo questo dono
di Dio, celebrando il sacramento della confessione, nutrendoci del Pane della Vita, alla
messa, pregando, facendo del bene, non avendo paura di essere cristiani autentici sempre,
correndo anche qualche rischio.
"Oggi la tua casa sar in festa per te", la conclusione di un canto, ma anche la preghiera
che facciamo per tutti noi.
don Antonio
2
decalogo
dellanziano
1) Accettiamo le conseguenze dell'et. Riconosciamo
i nostri limiti. Mettiamo in atto le virt tipiche della
terza et: la saggezza, la benevolenza, la bont, la
pazienza, la serenit.
2) Allontaniamo tutto ci che fa invecchiare male:
l'oziosit, l'egoismo, l'isolamento, il rancore, la
gelosia, l'invidia.
3) Manteniamoci attivi fisicamente,
intellettualmente e spiritualmente. Avremo meno
acciacchi e non saremo di peso agli altri.
4) Accogliamo coraggiosamente le sofferenze che
non possiamo n sopprimere n evitare; offriamole
al Signore perch siano utili ad alleviare i dolori
degli altri ricordiamo che c' sempre qualcuno che
soffre pi di noi.
5) Rallegriamoci delle mille piccole cose di cui
possiamo illuminare ogni nostra giornata: ascoltare,
servire, sorridere, scusare, perdonare, pregare.
6) Non rimpiangiamo il passato; riconosciamo
piuttosto i beni di cui Dio ci ha ricolmato e
ringraziamelo di cuore.
7) Manteniamoci serenamente disponibili. Offriamo
la nostra collaborazione, secondo le possibilit, alla
comunit civile ed ecclesiale in cui viviamo, con
particolare attenzione ai fratelli anziani: lavoriamo
con loro e per loro.
8) Amiamo i giovani, interessiamoci dei loro
problemi, aiutiamoli, cerchiamo di capire le loro
idee, i motivi profondi dei loro comportamenti.
Partecipiamo alle loro gioie, diamo loro fiducia e
siamo sempre per loro esempio e strumenti di
unione.
9) Ci che mantiene giovane il nostro spirito la
Fede. Ci che mantiene giovane il nostro cuore
l'Amore. Ci che mantiene giovane la nostra vita la
Speranza. Ci che mantiene giovane la nostra vita
il Cristo perch Egli la Via, la Verit e la Vita.
10) Con Cristo noi risorgeremo nel giorno stabilito
da Dio e la vita non avr pi fine.
In pace mi corico
e subito mi addormento.
Tu solo, Signore,
al sicuro mi fai riposare
(salmo 4,9)
Sicurezza non posso darmi da solo.
Aiutami tu, Signore, mio Dio,
perch i miei pensieri
non mi soffochino,
perch mi lascino in pace,
perch non pecchi
nei pensieri contro il mio prossimo.
Tu mi fai riposare al sicuro.
Tieni la tua mano su di me.
Lasciami aperta la tua porta.
Mostrami il tuo cuore spalancato per amore.
E quando i miei pensieri svaniranno
e la vita giunger al fine del suo corso,
offrimi sicurezza nel tuo regno, con Te,
nella vita presso te,
nella vita che non ha fine.
Tu solo, Signore, mi sei di aiuto nella vita.
Tu solo, Signore, hai una casa per me,
una casa per sempre.
Per questo gi ora mi corico in pace
e subito mi addormento.
3
la scuola
al servizio di tutti
Maurizio R.
La scuola italiana sta vivendo a vari livelli,
un momento difficile e tormentato. Chi vive in
questo mondo, tocca con mano in modo fin troppo
evidente come manchi spesso un necessario
punto di equilibrio tra un esasperato
sperimentalismo tipico degli anni post 68 e un
altrettanto accentuato ritorno o (come si dice con
termine fin troppo inflazionato) riflusso verso
schemi e programmi antichi e inadeguati.
Listituzione scuola", rivela insomma chiari
sintomi di disagio, manifesta un graduale e
pericoloso screditamento che episodi anche molto
vicini a noi ci hanno ritenere molto preoccupante.
Concorsi che non si bandiscono da tempo
immemorabile, insegnanti eternamente considerati
lavoratori precari, graduatorie a volte prese in
esame dal fondo per assegnare posti; un livello di
preparazione soprattutto di aggiornamento
professionale dei docenti non sempre esaltante,
fanno il resto.
Qualcuno potrebbe. pensare ad una mia
congenita vocazione al disfattismo parolaio o ad
una giovanile presunzione ma credo che
denunciare storture, incongruenze e disfunzioni,
sia giusto e sia uno dei possibili modi per
combatterle.
Il bilancio comunque non del tutto
negativo.
Gli organi collegiali hanno avuto lindubitabile
merito di coinvolgere in modo finalmente
consapevole i genitori nella vita e nelleducazione
scolastica dei propri figli. importantissimo che le
componenti della scuola (docenti, alunni e genitori)
si ritrovino per programmare e coordinare insieme
lattivit scolastica.
Certo, anche con listituzione di questi importanti
organi, necessario che ogni componente sia
consapevole del ruolo che le spetta, delle proprie
specifiche competenze, senza pensare di
sostituirsi alle. altre per protagonismo. E questo se
si vuole davvero aiutare a migliorare la scuola
italiana che stenta a riformarsi (comincio a
pensarlo) per. consapevole rinuncia di chi avrebbe
istituzionalmente il compito di farlo.
Da anni si attende con giustificata ansia una
riforma della della scuola media superiore in grado
di ridurre, se non eliminare, squilibri assurdi tra
mondo della scuola e mondo del lavoro, capace di
programmare lattivit scolastica coordinandola
quella economica come si tent di fare allepoca
della famosa e purtroppo quasi inattuata legge
stralcio" del dicembre 1962.
Ci siamo cos abituati a vedere i licei, gli istituti
magistrali, gli istituti di ragioneria assumere la
frustante funzione di "aree di parcheggio", scelti
non per consapevole amore per quel tipo di scuola
ma per mancanza di valide alternative.
Bisognerebbe invece rendersi conto che una
scuola senza sbocchi professionali e scarsamente
adatta alla preparazione tecnico-scientifica
destinata al fallimento.
Non so come vadano le cose alluniversit ma
abbiamo tutti davanti agli occhi i numerosi laureati
che faticano a trovare unadeguata sistemazione.
Mi rendo conto di aver trattato con forse
troppa accentuata passione e con tono a volte
troppo moralistico questo delicato argomento ma,
richiesto il mio punto di vista, lho voluto esprimere
senza riserve mentali, volendo in definitiva fare
mia una frase che don Lorenzo Milani scrisse in
una dette sue numerose lettere:
"La scuoia siede tra passato e futuro e deve averli
presenti entrambi ma deve soprattutto capire il
presente".
4
Dimensione marito
Rino C.
In giovent penso che ciascun uomo si sia posto, come
me, il problema matrimonio e che come me l'abbia
considerato come prima meta da raggiungere, senza
voler con questo forzare i tempi e diventare adulto
troppo in fretta.
Penso, anche, che negli anni giovanili i nostri pensieri
siano portati pi a vagare nel regno della fantasia, anche
riguardo al matrimonio, grazie al retaggio infantile di
storie costellate di fate, principi azzurri e. affini
personaggi che ci portano in un mondo irreale dove
ognuno di noi si culla per poi risvegliarsi bruscamente
davanti alla realt. Per me la realt stata quella di
accorgermi che voler bene ad una persona, anche se non
avevo la certezza che sarebbe diventata mia moglie,
voleva dire andare incontro a qualcosa pi grande di
me. E qui la crisi.
Come avrei potuto vivere la mia vita, piena di impegni a
di interessi diversi da quelli di lei? O magari non
condivisi?
Coma avrei potuto rinunciare in parte alle mie amicizie
ed alle allegre bevute con gli amici?
Da qui parte la mia vita da fidanzato, fatta di riflessioni
e di ricerca della dimensione giusta su cui poter stabilire
quel rapporto che poi tuttora il rapporto che poi
tuttora il rapporto base della mia famiglia.
Dopo tanti errori ho capito qualera la strada: era quella
della sincerit, era quella del dialogo, di confidare e
mettere a confronto le mie idee con quelle della mia
fidanzata, e soprattutto quella di vivere il nostro
fidanzamento secondo una morale de un rispetto
cristiana. Dopo questo periodo di fidanzamento, che io
chiamerei "allenamento alla vita a due", si pone il
problema matrimonio e qui insorgono di nuovo le stesse
crisi, con riflessioni e domanda senza risposta, e
soprattutto paure: adesso posso dire paure insensate, ma
allora no. Finalmente il fatidico giorno, che io ho
definito "il giorno pi lungo", perch fatto di una notte
in bianco, di una cerimonia da investitura, quasi come
quella dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ed infine
accompagnato dal panico un quarto d'ora prima della
cerimonia. La cerimonia mi ha svelato come tutte le
paure fossero infondate, come tutte le riflessioni
avessero ora la loro risposta. Davanti a Dio ci
trovavamo noi due, due cuori che pronunciavano il loro
s per la vita. Dentro di me stato come rinascere,
sentire come l'unita fra di noi a di noi con Dio avesse
sgravato la mia anima, portandomi in una dimensione
nuova. Questa nuova dimensione non altro che la vita
a due, la tanto discussa famiglia, con i suoi difetti e le
sue difficolt giornaliere che, con un po' di amore si
risolvono.
Ma come si risolvono? Per me stato quello di
confidarmi sempre con mia moglie, di decidere insieme
le cose, di discutere e di parlare diffusamente,
confrontando i pro a i contro, a trovando alla fine la
conclusione che rispecchi la nostra unit.
Forse non sempre riesco ad essere cos, ma vi assicuro
che per me la felicit non pu non avere un'altra base se
non l'unit, nella vita famigliare. Il nostro bambino
felice se noi siamo felici. Solo cos realizzeremo la
nostra coppia e solo cos sapremo essere famiglia.
Posso assicurarvi che la dimensione marito non poi
cos dura come la si descrivere, ed io mi ritengo uno
sposo felice.
ZONA PASTORALE PREALPI
INCONTRI PER FIDANZATI
Per i giovani, appartenenti alla Chiesa che intendono
contrarre matrimonio cristiano, la partecipazione a
questi incontri, raccomandati dai Vescovi italiani, una
prova di seriet, un segno di sincera buona volont e
deve essere ritenuto un impegno morale.
Inizio alle ore 21: presso le parrocchie sotto indicate. Il
programma dettagliato verr consegnato agli iscritti
all'inizio di ogni corso.
OLGIATE COMASCO: aprile (20-23-27-30)
maggio (4-7)
DREZZO: maggio (18-21-25-28)
giugno (1 - 4)
CAVERSAOCIO settembre (7-10-14-17-
21-24)
OLGIATE COMASCO: ottobre (12-15-19-22-
26-29)
GAGGINO: novembre (9-12-16-19-
23-26)
UGGIATE dicembre (3-7-10-14-
17-21)
Per prenotarsi telefonare al n. 983026 dalle ore 18 alle
ore 19.30 (escluso il sabato e la domenica o ci si pu
rivolgere a don Antonio, in casa parrocchiale.
5
preghiera di un figlio
di Giuseppe G.
Padre,
io sono un ragazzo
e prego da ragazzo;
prego perch ancora credo;
prego ancora perch credo che Tu mi ascolti;
prego perch bello parlarti: Tu rispondi sempre a chi sa ascoltare.
Per me bello pregare perch mi fai fratello dei genitori che mi hai donato,
dei genitori che mi hanno fiotto conoscere Te.
Per essi prego
e per essi chiedo la loro perseveranza nell'amarTi.
Chiedo che siano sempre consapevoli delle proprie debolezze,
coscienti dei propri limiti
quando...Sbaglio io;
che. si ricordino del loro passato
per essere pi pazienti e comprensivi con me, nel presente.
Ti prego Padre,
soprattutto che la loro vita non sia mai torturata
dal tarlo dell'invidia
dal cancro della maldicenza, della calunnia, del pettegolezzo;
che il loro parlare sia sempre "s s, no no";
che io non sia mai motivo ed occasione
di discordie tra mamma e pap;
che essi non si chiudano mai dentro un recinto mentale
da dimenticare che io non sono il solo
essere vivente su questa terra;
che i genitori non siano
troppo accondiscendenti od arrendevoli con me;
che anch'io possa contribuire nelle scelte personali
e di famiglia.
Padre,
Ti chiedo che la vita famigliare non venga mai
condizionata dal possedere o meno una bella automobile,
dal riuscire o meno a passare frequenti week-end,
dal disporre o meno di abiti alla moda:
queste cose se pur piacevoli, non mi importano proprio
un bel niente quando dovessero significare dissapori,
discordie, musi lunghi, disinteresse nei miei riguardi;
che non senta mai parlare della parit di diritti
ma solo dei doveri dell'Amore.
Padre,
non mi accada mai quanto, sconsolato ed avvilito,
mi confidava un amico tormentato dal desiderio, dalla
necessit di essere amato con le stesse amorose cure
che suo padre dimostrava nei confronti del cane e dell'automobile;
o come all'altro ragazzo che mi ripete:
"Quando mio pap mi manda in chiesa
e lui va al bar, quando mi spedisce alla dottrina
e lui bestemmia, non so come fiore, non so cosa dirgli perch comprenda che...."
Padre,
da una sola sciagura Ti chiedo sia protetta la mia famiglia:
quella di perderTi!
E quando, Padre,
avr fatta anch'io la mia parte quotidiana
come Tu mi chiedi,
Ti prego
che io possa dire a me stesso:
"Sono felice: i miei genitori non hanno vissuto invano!"
Ed a Te,
per tutta la vita:
Grazie, Padre!
6
una corte di Antonina e Maria Pia
Siamo due mamme di Merlina che hanno passato la loro
felice infanzia nel cortile raffigurato in copertina.
Con nostri piccoli aneddoti vorremmo spiegare ai bimbi
doggi in quale modo ci divertivamo noi tanti anni fa.
Quando non si sentivano assordanti e rombanti motorini e
non si vedevano nemmeno le paurose e terrificanti
impennate, ma si udivano grida e risate felici, si vedevano
bimbi che s rincorrevano gioiosi in una grande esplosione
di vita.
Ma i ricordi, partiamo dalla stagione pi bella; la primavera.
la stagione che segnava e vedeva linizio dei nostri
giochi nel cortile, in quel cortile che per tanti anni non ha
mai visto spuntare un filo derba perch noi bambini con le
nostre instancabili corse non le davamo il tempo di
crescere.
I giochi preferiti erano "i quattro cantoni", "palla
prigioniera", "il rincorrersi", "rialzo" e molti altri.
Generalmente, verso il tardo pomeriggio aspettavamo il
Pasquale che attaccasse i buoi al carro per farc portare
tutti in vigna a prendere lerba tagliata per tornare poi felici
nel cortile giocando sempre nel carro.
Estate: altri giochi, diversi avvenimenti, primo fra i quali
larrivo della trebbiatrice che per noi era e significava
grande festa. Tutti insieme le andavano incontro per poi
seguirla sino al nostro cortile. Qui sostava per qualche
giorno, con un baccano infernale di motori, carri, buoi, urla,
risate, e qui arrivavano anche, con il proprio grano ancora
in spighe, tutti i contadini del paese.
Noi ci sedevamo sulle balle di paglia per guardare il bel
lavoro degli adulti e per giocare ancora: eravamo
veramente felici!.. Cos la felicit? Anche questa la
semplicit!
Nel periodo del fieno per noi era molto bello andare nei
prati ad aiutare a raccoglierlo, dopo il taglio, con le forche
ed i rastrelli; per il caldo e la polvere ci veniva tanta sete e
si beveva acqua con vino e limone: ce nera per tutti.
Allavvicinarsi di qualche temporale il Pasquale aiutava De
Bastiani o viceversa, cos da fare in tempo a portarlo nelle
cascine prima che si bagnasse. Una volta che quel fieno
venisse sistemato, diveniva per noi un gran divertimento il
saltarci sopra per comprimerlo, per schiacciarlo: questo
tipo di lavoro ci faceva diventare dei piccoli mostri per la
polvere che s appiccicava al sudore dappertutto, con fili di
fieno...
Lagosto era il mese molto atteso perch le nostre mamme
ci impegnavano a fare fiori di carta, e catene d ogni
colore, che sarebbero poi servite, per la Festa della nostra
Madonna, ad addobbare anche il cancello del cimitero,
dove, a quei tempi, giungeva la processione proprio nel
giorno della festa stessa.
Nel nostro cortile facevamo anche un teatrino e dobbiamo
dire che riusciva anche bene perch il "pubblico", formato
dai nostri famigliari ci applaudiva e ci incoraggiava. Il palco
era quel solito carro del fieno parcheggiato sotto una
tettoia...
Autunno: periodo della vendemmia (che spasso!). Nel
cortile venivano preparati i tini per essere riempiti di
grappoli duva da pigiare. Al momento opportuno braccia
forti ci sollevavano da terra e poi... dentro quei tini ricolmi
coi piedi nudi. Che fossero puliti o meno, i nostri piedi, non
lo sappiamo, per quando ci facevano assaggiare il primo
bicchiere di vino lo sentivamo veramente squisito per cui
tutto era andato per il meglio.
Poteva anche accadere che qualcuno di noi diventasse un
po brillo e da allora le risate non avevano pi fine!...
Un altro divertimento, per noi, diveniva il palo posto
trasversalmente per appendere il povero maiale o la
mucca che per ragioni alimentari finivano l i propri giorni;
ebbene, per noi diventava unaltalena e ci si alternava per
camminarci sopra in equilibrio, felici come se fossero state
le "Giostre di San Giuseppe".
Linverno era spesso lungo e rigido, con tanta neve. Le
serate allora s passavano dentro le stalle a
riscaldamento... animale. Stalle che erano sempre ben
ordinate per cui ci permettevano di fare diverse cose: gli
uomini preparavano i propri arnesi per il lavoro dei campi,
le donne filavano la lana, facevano ad uncinetto la calza; le
giovani e le bambine il ricamo, mentre i maschietti
giocavano a carte. Spesso si leggeva, si facevano i
compiti, si chiacchierava di ... conigli, galline, ma, cosa che
oggi appare tanto strana a ricordarla, nessuno parlava di
soldi, di interessi o di cose simili: forse perch non ce
nerano proprio ma il fatto che cos non esisteva invidia
per nessuno!...
La giornata (la serata) terminava quindi con un bel "Buona
notte!" di vero cuore: giornata per noi meravigliosa!
Ogni cortile una sua storia, certamente; il nostro viveva
una splendida vita!
E chiudiamo qui per lasciar spazio ad altro e ad altri,
altrimenti potremmo riempire tutto il giornalino.
Ci auguriamo che queste righe possano far cadere quella
benda che tanti nostri ragazzi hanno oggi sui loro occhi, di
modo che linfanzia, ladolescenza, la giovinezza ritorni a
sorridere in tutto il suo splendore!
7
LA CROCE ROSSA IN ITALIA
(1a PUNTATA CONTINUA)
In Italia 'l'idea della Croce Rossa ebbe un grande
precursore in Ferdinando Palasciano, medico
nell'esercito Borbonico. "Bisognerebbe che le
potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra,
riconoscessero reciprocamente il principio di
neutralit dei combattenti feriti o gravemente malati
per tutto il tempo di cura. Questa era l'idea lanciata
coraggiosamente e difesa dal Palasciano fin dal
1848, questa fu l'idea che anim anche il cuore di
Dunant e che, tre anni dopo, la Convenzione d
Ginevra fece pienamente sua come insieme di
principi umanitari memorabili. (Vedi numeri
precedenti). Riallacciandoci allarticolo dello scorso
numero dobbiamo dire che l'Italia fu la quinta tra le
nazioni aderenti alla Convenzione di Ginevra.
L'Italia vanta inoltre anche l'Istituzione di una delle
pi antiche associazioni di Croce Rossa nazionale.
La C.R.I. nacque a Milano col nome di Comitato
Milanese dell'Associazione Italiana del Soccorso per
militari e feriti in tempo di-guerra. Ben presto altre
sezioni dell'Associazione Medica (come Bergamo,
Pavia, ecc.) seguirono l'esempio di quella milanese
istituendo altrettanti comitati di Croce Rossa tanto
che di l a pochi anni lo Stato Italiano ritenne di
dover provvedere a disciplinare la nuova
organizzazione. La C.R.I. fu eretta a corpo morale
nel 1884. La nuova sede fu trasferita a Roma quando
questa divenne capitale d'Italia. Intensa e proficua
stata l'attivit svolta, dalla C.R.I, dalla data della sua
costituzione fino ad ora, Oltre ad un. contributo dato
in tutte le guerre combattute dalla Nazione, la C.R.I.
ha sempre efficacemente prestato la sua benefica
opera soccorritrice in tutte le pubbliche calamit.
Dopo la seconda guerra mondiale dovette affrontare i
gravi problemi per 1a sua riorganizzazione, dedicarsi
alla ripresa dei suoi compiti di pace. Attualmente
tutte le attivit della Croce Rossa Italiana sono
impegnate al potenziamento della propria
organizzazione per l'adempimento dei suoi fini
statutari: dal trasporto infermi, alla preparazione del
personale infermieristico, dalla profilassi
preventoriale al recupero infermi affetti da paralisi
spastiche infantili, dalla gestione dei Centri per la
Trasfusione del Sangue a quella di istituzioni
ospedaliere integrative; dalla organizzazione di posti
di Pronto Soccorso sulle vie di grande
comunicazione al servizio medico domiciliare
notturno durgenza nei maggiori Centri; dalla
educazione igenico assistenziale dei giovani
attraverso l'organizzazione della Croce Rossa
Giovanile (C.R.I.G.) all'assolvimento dei compiti
affidatile dalle Convenzioni d Ginevra del 12-8-
1949 in campo nazionale ed internazionale. In questi
settori la Croce Rossa Italiana svolge costantemente
la sua opera potenziando continuamente le sue
istituzioni, perfezionando la propria organizzazione
ed allargando sempre pi il raggio della sua azione
benefica e soccorritrice. L'efficienza della sua
organizzazione stata pi volte provata negli ultimi
anni, sia con interventi a favore della popolazione
italiana (recenti esempi significativi: terremoto del
Friuli dell'Irpinia) sia a favore di altre nazioni
{ultimamente Polonia) colpite da epidemie o da altre
calamit.
8
Runach l propri un bel paesin,
vrt, pinin e abastanza tranquil
i gent in simpatic, laburius,
i caset, i giardit in urdin, bei net.
Peca che certi mur, i strat
t
in mia tignu
in sci ben,
epr fan part anca lur dal paes,
com i giardit, i ca, i bosc.....
Infati, se sa va in gir, sa vedan,
impiastra l soi mur, e,
fina che lacqua e ul pasac continuf ia
disto mia,
anca soi strat di pitr, di parol....
E fsan almen di capulavur "naif",
fsan murales, cum sa usa in certi post
.l in propri impiastrat e basta.
E ga n da vari tipi.
Gh qui di cuscritt,
"W lan tal, W lan taloltru".
Ma, me ma sa dumandi:
"l propri necesari nda in gir a fa
tt i sti pastrugn?"
Capisi lalegria , la festa:
ma, sa podares mia fan a men da tra in gir
varnis?
Gh p qui che pastrgna pal gust da pastrgna
che giust parch san mia se fa,
tovan na bumbuleta e p in una quei manera
gan be da vuila
E quischi in forzi qui che scrif
i rop pus maledca
magari anca vulgar,
qui rop che par prim, un quei vugn, cancela
parch l propri vargogna videi scriv.
E pensi che poda riv a scrif certi rop,
duma chi gh g maledca e vulgar par cnt so.
Chis che impresiun la da fa a vun
che l vignu da fora vides dananz certi pastrugn;
persunalment Squalificaria subit i
abitant dal paes.
Sperem che la pasa sta mania da impiastra
dapartut e che, specialment in di fio,
nasa un pu pus damur pal nost paes,
che l anca mo insci bel
e in du, in funt, sa vif amm in sci ben.
Ronago proprio un bel paesino,
verde, piccolo e abbastanza tranquillo
la gente simpatica, laboriosa
le casette, i giardini sono ordinati, puliti.
Peccato che certi muri, le strade, non
siano tenuti cos bene,
eppure anche loro fanno parte del paese
come i giardini, le case, i boschi....
Infatti, se si va in giro si vedono,
impiastrate sui muri, o,
finch lacqua ed il passaggio continuo
non li cancella,
anche sulle strade, dei disegni, delle parole..........
E fossero almeno capolavori "naif"
fossero "murales" come si usa in certi
posti..... l sono proprio pasticci e basta
E ce ne sono di vari tipi.
Ci sono quelli dei coscritti,
"W lanno tale, W lanno talaltro".
Ma, io mi domando,
" proprio necessario andare in giro a
far tutti quei pasticci?
Capisco lallegria, la festa:
ma non si potrebbe fare a meno di
buttare in giro vernice?
Ci sono poi quelli che imbrattano per il gusto di
imbrattare; che proprio
perch non sanno che fare, comprano una
bomboletta e coi in qualche modo
la devono svuotare.
E questi sono forse coloro che scrivono
le cose pi maleducate, spesso volgari,
quelle cose che per primo qualcuno
cancella perch c proprio da vergognarsi
a vederle scritte.
E penso che possa scrivere certe cose solo
chi gi maleducato e volgare per conto suo.
Chiss che impressione a un forestiero
vedersi dei vanti certi pasticci,
personalmente squalificherei subito gli
abitanti del paese.
Speriamo che passi questa mania di
pasticciare dappertutto, e che, specialmente
nei bambini, nasca un po pi damore
per il nostro paese, ancora cos bello,
e dove, in fondo, si vive ancora cos bene.
9
carnevale
ronaghese di Anna B.
Tutto cominciato con un volantino, uno dei tanti
che vengono distribuiti alla porta della chiesa o che i
nostri bambini portano a casa da scuola o dall'asilo.
Un volantino senza pretese: "Carnevale a Ronago",
che delineava gi un certo programma e su cui
spiccava una frase particolarmente stimolante:
"ognuno, da solo o in gruppo, si dia da fare".
E ognuno di noi si messo all'opera veramente. La
dimostrazione l'abbiamo avuta all'asilo venerd 19
febbraio, e ancor di pi domenica 21 nel
pomeriggio , quando un intero paese in festa si
riversato nelle strade. Una folla multicolore, allegra,
ma allegra veramente, non solo per motivi di
circostanza o per cercare di sfuggire alle realt
quotidiane.
E questo stato veramente il frutto dell'impegno
comune, di una collaborazione quasi tacita ma
unanime.
Grazie allora a don Antonio che ci ha "trascinato" in
questa avventura, alle suore, che hanno preparato i
bambini pi piccoli, alle. maestre, che hanno dato
prova di saper coinvolgere i loro scolari e soprattutto
di saper condividere con loro questo momento di
"pazzia". Alle mamme, che hanno confezionato i
costumi e preparato il trucco dei loro figli, ai pap
che hanno abilmente trasformato falciatrici, trattori e
camioncini in altrettanti carri festosi. Ai nonni, che
hanno tirato fuori il loro entusiasmo giovanile per far
tifo ai loro nipotini-mascherine. A chi ha costruito il
fantoccio da bruciare. A chi ha avuto l'idea del risotto
coi cotechini, a chi, li ha cucinati e serviti. A chi ha
fatto le "chiacchere" e a chi le ha mangiate. A tutti i
bambini, ragazzi, giovani, camuffati o no, hanno resa
viva e bella questa nostra prima festa di Carnevale.
Le maschere erano tutte belle e caratteristiche.
Ognuno si vestito nel modo che gli era pi
congeniale. Qualcuno era camuffato cos bene da
non riuscire a riconoscerlo e poi, alla fine, quando lo
si capito, stato come fare una scoperta nuova:
quella di saper apprezzare le doti magari insospettate
del nostro vicino di casa che, da serio, riservato,
timido si saputo trasformare anche interiormente,
rivelandosi una vera macchietta.
Abbiamo avuto anche un'altra sorpresa, quasi una
lezione di vita: quella della Vittorina, che si sentita
di partecipare pienamente al corteo mascherato con
spirito giovanile, dando il suo contributo di gioia e
lasciando da parte i soliti pregiudizi dellet e quello
che pensa la gente.
uno dei presenti
Se proprio vero che la folla fa spettacolo, il giorno
21 febbraio 1982, durante la prima edizione del
Carnevale Ronaghese, ci si rivelato.
Infatti, sul piazzale della Chiesa, si era radunata una
numerosa folla. che ha dato vita a quel tradizionale
spettacolo. La piazza presentava un colpo d'occhio
bellissimo: Arlecchini, Pulcinella, Balanzoni,
Colombine, erano le maschere pi ricorrenti, in un
connubio perfetto tra giovani e meno giovani, che
per un giorno si sono ritrovati tutti insieme in allegria
La sfilata ha avuto inizio alle ore 14,30, partendo
dalla Piazza dalla Chiesa, dopo alcuni squilli di
tromba di un esperto musicista della Banda di
Uggiate Trevano.
Il corteo mascherato ha toccato le principali vie del
paese, dove stato accolto con lunghi applausi lungo
tutto il suo tragitto: vi erano alcuni carri, ma anche
molta gente a piedi, specialmente giovani. Dopo
questa "passerella" per il paese, il corteo si diretto
nuovamente in Piazza dove ad attenderlo c'erano
cotechini e risotto, preparati da alcuni esperti di
gastronomia.
Infine un pensiero riconoscente al presidente della
Sportiva e ai suoi collaboratori che sono stati
presenti al servizio di tutti per servire piatti gustosi e
ben preparati.
Ci preme esprimere inoltre, la nostra simpatia e il
nostro ringraziamento agli ideatori di questa
manifestazione, a Don Antonio, alle suore, ai
genitori.
Insomma un grazie a tutti coloro che si sono resi
disponibili alla preparazione di questa festa,
contribuendo alla perfetta realizzazione della
manifestazione, sperando che il prossimo anno ci sia
una partecipazione ancora maggiore.
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intervista a
San Giuseppe
In Italia da qualche anno non si celebra pi
come "festa" S. Giuseppe. Qualcuno ha pensato
che anche S. Giuseppe come tanti altri santi
fosse passato di moda. Ma da questa nostra
intervista possiamo dedurre che le cose non
stanno cos ... almeno in paradiso.
San Francesco di Sales (patrono dei
giornalisti terrestri) che dal suo Centro mi
avverte essere attivato il collegamento con San
Giuseppe
Al mio "Pronto?!" infatti subito risposta: "Ciao,
come stai? Come va in famiglia?
"Ciao Santo! lo e famiglia, molto bene!
Grazie! Ma ..... io cosa posso chiedere della
tua? Tutto bene, no?!"
"Certo, certo!" risponde San Giuseppe con
voce, quasi divertita. " ...... Francesco mi ha
parlato del tuo desiderio di avere
informazioni ..... "
"Si vero interrompo," quaggi si sussurrato
che tuo Figlio, lo scorso Natale, non volesse
tornare sulla terra.." San Giuseppe ha una
pausa e poi forse, sorridente, risponde: "Sai i
bambini manifestano a volte atteggiamenti che
per noi adulti sono incomprensibili ....
Mio Figlio, poi!... Si vero: il Bambino ha
manifestato qualche momento di riflessione.
Pensa: c voluta una legione di Angeli,
attrezzati con speciali reti, per setacciare tante
nuvole fino a trovare quella dentro la quale si
era rifugiato per ....... riflettere!
..... Ha spiegato a me e a Maria che il suo
ritorno sulla terra, oggi, divenuto occasione di
affari, speculazioni, mentre tanti dei "suoi" Gli
preferiscono addirittura un Babbo Natale. ......
Chi porta quindi, i doni di pace, di amore, in
quella stalla sempre pi dimenticata?"
"Gi" borbotto io, annuendo col capo.
"E poi " continua San Giuseppe, "e poi la
situazione tragica della Palestina doggi! Al
tempo di Erode, gli angeli ci preavvertivano i
pericoli e le minacce. che. potevano coinvolgere
la mia. Famiglia ma oggi con i razzi, le. armi
automatiche, gli elicotteri ecc. gli angeli cosa
possono prevenire?
lo resto in silenzio, anche perch sto scrivendo
ma San Giuseppe mi stuzzica: "Allora, mi segui
ancora? Mi ascolti?" "Giuseppe sto scrivendo
parola per parola.... Continua pure, per favore,
grazie!"
"Certamente.! . Poi Ges prende per mano
me e Maria e ci accompagna nei suoi "centri
dinformazione" dove, vengono raccolte e
registrate le notizie della terra. Nel primo centro,
Giobbe e San Biagio ci espongono una
panoramica sulla situazione attuale: violenze,
rapine, droga, guerre., invasioni, tirannie,
persecuzioni.... : allucinante! Avessi visto: San
Biagio la gola bloccata da non riuscire
nemmeno a deglutire e linvio di San Tommaso
Apostolo sulla terra per constatare con mano la
situazione.!
Un secondo centro diretto da San Francesco
dAssisi e San Giovanni Apostolo ci informava
dei desideri pi ricorrenti per regali ed acquisti:
pelli e pellicce di ovini, rettili, bovini, equini,,
foche, conigli, visoni, astrakan, opossum,
camoscio, renna...... che strage di animali! Puoi
immaginare le reazioni di San Francesco
dAssisi: ad ogni nome di animale impallidiva
fino ad accasciarsi, bianco-detersivo, sulla
poltrona!......
San Giovanni Apostolo ripeteva:
lApocalisse, lApocalisse!.......
Adamo intervenuto per risollevare San
Francesco gli sussurra: sai Francesco, dopo il
mio "incidente" con la Mela (qualche santo
collega lo ha poi definito "felice") Dio Padre ha
rivestito me ed Eva di pelli .... e non potevano
essere sintetiche, a quei tempi!....
San Francesco ricade nuovamente sulla
poltrona!.
Il centro diretto da San Nicolao e da. San
Tommaso dAquino, ci passa le informazioni sui
regali offerti dagli adulti ai bambini per
festeggiare il Natale: armi, armi, armi, .. carri
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armati teleguidati, pistole dogni forma e tipo,
fucili, minirazzi, guerrieri intestellari,
autoblindate, elicotteri, lanciarazzi .
Incredibile!
E San Nicolao essendo il responsabile
interessato alla diffusione del giocattolo per i
bambini non si dava pace. San Tommaso
invece ripeteva in continuazione: io non ci
capisco pi niente!
San Paolo Apostolo e Giovanni Battista. danno
la situazione dei desideri manifestati dagli adulti
per realizzare un felice Natale: richieste di
privilegi, ricchezze, potere, carriera, vacanze.
lunghe e ricche, fortune al gioco, automobili,
case. al mare ed in montagna.... Paolo
sembrava volesse dissolversi, Giovanni Battista
pareva perdere addirittura la testa ..."
A questo punto, Pietro che se ne rammaricava
con pi. evidenza, si avvicina a Ges e Gli dice:
"Ges, . .. Ges ascoltami, stammi a sentire!
LApostolo Tommaso in missione sulla terra,
conferma tutte le informazioni finora ricevute ma
con una aggiunta sconvolgente e cio che
generalizzandosi sempre pi, la violenza sta
soffocando la voce dei poveri, i lamenti dei
sofferenti, le grida degli oppressi! . Ges,
queste vittime, tutte, queste vittime chi pu
accoglierle? Chi consolarle? Dove e da chi
possono andare? .. Ges Tu hai percorso la
loro stessa strada, subto uguali sofferenze,
patito le medesime umiliazioni: puoi forse
abbandonarle?
Chi potr pi convincere il mondo che la pace
legata solamente a uomini di buona
volont? .....
Ges osserva gli occhi di Pietro un istante, poi
si avvicina ad un computer, preme alcuni tasti,
le apparecchiature sembrano infiammarsi ed
ecco giungere Gabriele e Michele con le proprie
legioni di Angeli.
Sento sussurrare: "Piano S".
Come risollevato Pietro commenta: "Temevo
proprio il piano "L"!
"E cio?" chiedo io.
"Piano S significa Salvezza".
"E allora?" replico,
"Allora" mi risponde Pietro "Data la situazione e
le condizioni esistenti attualmente sulla terra ne
temevo proprio la distruzione col piano "L (Lot)
come avvenne per Sodoma e Gomorra!"
San Paolo non attende oltre e giubilante, dice a
Pietro: "Allora io vado ad allenarmi nelle cadute
da cavallo...."
Pietro di rimando: "Ed io ad esercitarmi con la
spada: dovr tagliare ancora un orecchio, non
posso Sbagliare.... "
San Giuseppe termina il suo raccanto.
Per concludere mi domanda: "Senti, amico:
dopo le tante notizie che ti ho riferito, potrei
chiederne qualcuna anche a te?"
"Certamente" rispondo "ne sono lieto,
veramente!"
"Allora ecco le mie domande per risposte brevi:
Ricordi ancora la tua prima bicicletta?"
"Certo"
"e quale fine avr fatto?"
"Che domanda! Sar finita dal rottamaio!"
"Ed il primo vestito della festa?
Stracci.
"Il primo orologio?"
"Senzaltro buttato via!"
"La prima radio?"
"Scassata e gettata!"
"E lauto, la tua prima automobile sospirata e
desiderata?"
"Finita al rottamaio anche quella!
"Dunque" conclude San Giuseppe "tutto quanto
hai desiderato nella tua vita finito..
buttato via
,
vecchio, fuori moda, vero?
Allora, ecco il mio saluto e insieme anche
augurio: fa di non arrivare anche tu. Alla fine
della tua vita, vecchio e logoro per averla usata
male, Non sbagliarla, non invecchiare!
Aggrappati a Dio, sta con Lui, sempre! Lui
Creatore che ti dice "Ecco Io faccio nuova ogni
casa......"
Con Dio non sinvecchia, con Dio nascer
:
e tutti
i giorni!
Quello che umano, idee, cose, ideologie e
tecnologia, passa
,
si logora, si dimentica:
nulla!
Ciao, amico! A risentirci!"
"Oh, lo spero! Ciao, Santo ...... Grazie!"
Giuseppe G.
COMUNIONE PASQUALE PER LE PERSONE AMMALATE O ANZIANE:
Don Antonio disponibile nei giorni 3 e 4 aprile, venerd e sabato, per
visitare , confessare e comunicare le persone anziane o ammalate. meglio
per accordarsi prima telefonando (980044) oppure in chiesa, prima o dopo le
varie celebrazioni.
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Settimana Santa : orari
DOMENICA DELLE PALME ORE 7.30 S. Messa
ORE 10 sul piazzale della ditta Ambrosoli:
distribuzione dellulivo - benedizione -
processione alla chiesa S. Messa-
lettura della passione
Dalle ORE 16 offerta la possibilit di celebrare
il sacramento della confessione
ORE 20 S. Messa
LUNED SANTO ORE 7.15 S. Messa
ORE 20 S. Messa
MARTED SANTO ORE 7.15 S. Messa
ORE 15 celebrazione per i ragazzi delle
elementari
MERCOLED SANTO ORE 7.15 S. Messa
ORE 16.30 Celebrazione penitenziali per i
ragazzi della media
ORE 20 S. Messa
ORE 20.45 Celebrazione penitenziale per i giovani
GIOVED SANTO dalle ORE 15 confessioni
ORE 20 S. Messa nella Cena del Signore
lavanda dei piedi
ORE 21 Adorazione comunitaria
VENERD SANTO dalle ORE 8 confessioni
ORE 15 Celebrazione della morte del Signore
lettura della passione
adorazione della Croce
comunione eucaristica
ORE 20 Via Crucis per le vie del paese
SABATO SANTO dalle ORE 8 confessioni
dalle ORE 15 confessioni
ORE 21 Sul piazzale della Chiesa:
benedizione del fuoco - accensione del
cero pasquale e delle candele -
proclamazione della Pasqua
liturgia della Parola
liturgia del Battesimo
liturgia Eucaristica
DOMENICA DI PASQUA
ORE 7.30 S. Messa
ORE 10.30 S. Messa
ORE 15 Lode vespertina
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