I primi strumenti efficaci, nell'ambito dei microscopi di tipo ottico,
vennero prodotti in Olanda alla fine del XVI secolo, ma l'invenzione vera e propria tuttora controversa. Galileo ne invi uno di sua costruzione al principe Federico Cesi, fondatore dell'Accademia dei Lincei, per mostrargliene il funzionamento. Galileo definiva lo strumento un "occhialino per vedere le cose minime". Tra i primi scienziati ad utilizzare, diffondere e migliorare l'uso di questo potente strumento, a partire dal XVII secolo, si ricordano Antoni van Leeuwenhoek, e Robert Hooke.
Come tutto ebbe inizio
I primi microscopi disponevano di due o pi o pi lenti, simili ai binocoli gi costruiti, ma con una distanza focale pi corta, disponevano inoltre di una lente concava ed una convessa montate su un tubo rigido. Nel Settecento lo strumento si diffuse fra le classi elevate della societ, che lo utilizzarono come raffinato Divertissement intellettuale. I costruttori inglesi introdussero alcune innovazioni che riguardarono soprattutto la meccanica dello strumento. Le prestazioni ottiche,infatti, continuarono ad essere abbastanza mediocri a causa dellaberrazione sferica e dellaberrazione cromatica, che furono eliminate soltanto nella prima met dellOttocento, anche grazie al contributo di Giovan Battista Amici (1786-1863).
Prime progettazioni
Sebbene il microscopio nasca composto di due o pi lenti, il protagonista delle prime ricerche su insetti, vermi e animaletti non visibili a occhio nudo fu il microscopio semplice che, impostosi nella seconda met del Seicento, garantiva un maggiore ingrandimento e un pi elevato grado di risoluzione. Lolandese Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723) costru circa 550 microscopi costituiti di una sola, piccolissima lente biconvessa. Ancora oggi sono conservati nove dei suoi straordinari esemplari, tra i quali il migliore ha un potere di ingrandimento di circa 270 diametri. Alcuni particolari dei suoi disegni fanno per supporre che egli ne possedesse di pi potenti, con i quali pot osservare, a partire dal 1677, globuli rossi, spermatozoi, otiferi, batteri. Anche il suo connazionale Jan van Musschenbroek (1687-1748) si serv, per la ricerca entomologica, di un microscopio semplice, montato su un braccio snodato che si rivel efficacissimo. Utilizzato da Abraham Trembley (1710-1784), esso si impose come microscopio acquatico, per losservazione di flora e fauna dallesterno di un contenitore di vetro. Il particolare comportamento del polipo dacqua dolce o idra fu osservato con questo tipo di microscopio da Trembley nel 1740, cos come la sua sorprendente capacit di rigenerazione delle parti amputate. Levoluzione del microscopio semplice pass quindi attraverso la tavoletta anatomica di Pierre Lyonnet (1708-1789), di cui si serv fra gli altri Lazzaro Spallanzani (1729-1799) per minute dissezioni. Il naturalista italiano utilizz, per la ricerca entomologica, probabilmente il microscopio concepito da James Wilson (1655- 1730) e costruito da John Cuff (c.1708-1772) intorno al 1742, noto anche come portatile o da tasca. Esso, che solo in apparenza un microscopio composto, permise fra laltro a Spallanzani, nel 1773, di scoprire i tardigradi e la loro capacit di morire e risorgere pi volte: ovvero quel fenomeno noto oggi come anabiosi, che costitu uno dei pi importanti rompicapo della biologia teorica settecentesca.
Costituenti
Il microscopio formato da una parte meccanica, strutturale e una parte tradizionalmente chiamata ottica, funzionale. Parte meccanica La parte meccanica deve essere robusta e relativamente pesante per consentire la necessaria stabilit al sistema. Lo stativo rappresenta il corpo principale del microscopio ed ha la funzione di fare da supporto ai meccanismi di movimento e di messa a fuoco ed alla parte ottica. La parte meccanica del microscopio alloggia anche il sistema di illuminazione, in caso di sistemi con illuminazione incorporata. Il preparato da osservare si pone sul tavolino portaoggetti, dotato di un carrello traslatore per mezzo del quale il preparato pu essere spostato agevolmente eventualmente con movimenti meccanici micrometrici nelle direzioni destra-sinistra e avanti-indietro. Al di l del tavolino portaoggetti, verso l'illuminazione si trova un supporto meccanico che ospita il condensatore ed il diaframma di apertura. Ancora oltre, prima dell'illuminatore, si trova il diaframma di campo. Il microscopio deve essere dotato di un sistema molto accurato di messa a fuoco sia del preparato che del sistema di illuminazione. Il tavolino portaoggetti viene spostato verticalmente rispetto all'obiettivo tramite i comandi di messa a fuoco macrometrici e micrometrici (o alternativamente si pu spostare l'ottica rispetto al tavolino). Il condensatore focalizza correttamente l'illuminazione sul preparato, il collettore focalizza la sorgente luminosa in un particolare piano ottico del condensatore.
Parte funzionale La parte funzionale, in genere chiamata ottica per gli strumenti basati sull'utilizzo della luce, formata da tre o quattro sistemi di lenti e dalla sorgente, che, nei sistemi composti a radiazione trasmessa, partendo dalla base del microscopio, sono: la sorgente; il collettore della sorgente o condensatore di campo, col diaframma di campo; il condensatore con il diaframma di apertura; l'obiettivo; l'oculare. L'eventuale parte di microscopio nella quale vanno inseriti gli obiettivi multipli, che possono essere scelti in base all'ingrandimento voluto, si chiama revolver.
TIPOLOGIE
MICROSCOPIO OTTICO Il microscopio ottico una tipologia di microscopio che sfrutta la luce con lunghezza d'onda dal vicino infrarosso all'ultravioletto, coprendo tutto lo spettro visibile. I microscopi ottici sono storicamente quelli pi vecchi e sono anche tra i pi semplici. Il microscopio ottico a scansione in campo prossimo (SNOM) un microscopio a scansione di sonda che consente di superare il limite risolutivo legato alla diffrazione (circa 0,2 m con luce visibile). Il microscopio ottico (LM) tradizionale (LM acronimo di (EN) light microscope) il pi semplice. Per mezzo di lenti ingrandisce l'immagine del campione, illuminato con luce nell'intervallo spettrale del visibile. Pu essere semplice (un solo sistema di lenti o addirittura una sola lente) o composto (almeno due sistemi, oculare ed obiettivo), e l'illuminazione pu raggiungere il campione da dietro, attraversandolo (luce trasmessa), o esserne riflessa (luce riflessa). Il microscopio ottico permette di avere immagini di soggetti dimensionalmente collocati all'incirca tra il millimetro ed il micrometro, anche di esseri viventi. I primi esempi di ingrandimento ottico datano migliaia di anni e risalgono alle civilt mesopotamiche. Nel 1648 Antoni van Leeuwenhoek osserv e descrisse numerosi microorganismi, utilizzando un microscopio semplice, inizialmente dotato di pochi ingrandimenti e poi perfezionato fino a raggiungerne alcune centinaia (275 accertati, 500 ipotizzati). Nel 1665 Robert Hooke, utilizzando una forma molto rudimentale di microscopio ottico composto, con un limitato potere di ingrandimento ed osservando il sughero vide e descrisse per la prima volta la struttura cellulare propria di tutti i viventi. Si considerano nella classe dei microscopi ottici anche strumenti affini, come i microscopi nell'ultravioletto, che bench sfruttino frequenze non visibili hanno principi e tecnologie simili.
Microscopio elettronico
Il microscopio elettronico un tipo di microscopio che non sfrutta la luce come sorgente di radiazioni ma un fascio di elettroni. Fu inventato dai tedeschi Ernst Ruska e Max Knoll nel 1931. Il microscopio elettronico utilizza un fascio di elettroni e non di fotoni, come un microscopio ottico, in quanto i fotoni che compongono un raggio di luce possiedono una lunghezza donda molto maggiore rispetto a quella degli elettroni. Dato che il potere di risoluzione di un microscopio inversamente proporzionale alla lunghezza donda della radiazione che esso utilizza, usando un fascio di elettroni possibile raggiungere una risoluzione parecchi ordini di grandezza superiore.
Storia La prima lente elettromagnetica fu sviluppata nel 1926 da Hans Busch. Secondo Dennis Gabor, il fisico Le Szilrd tent nel 1928 di convincere Busch a fabbricare un microscopio elettronico, per il quale egli aveva ottenuto un brevetto. Il fisico tedesco Ernst Ruska e l'ingegnere elettronico Max Knoll costruirono nel 1931 il prototipo di un microscopio elettronico con un potere d'ingrandimento di quattrocento; l'apparato costitu la prima dimostrazione dei principi sui quali si basa il microscopio elettronico. Due anni dopo, nel 1933, Ruska costru un microscopio elettronico che superava la risoluzione ottenibile con un analogo strumento ottico. Per di pi, Reinhold Rudenberg, il direttore scientifico della Siemens- Schuckertwerke, ottenne il brevetto per un microscopio elettronico nel maggio del 1931. Nel 1932, Ernst Lubcke della Siemens & Halske ottenne immagini dal prototipo di un microscopio elettronico applicando i concetti descritti nella domanda di brevetto di Rudenberg. Cinque anni dopo, nel 1937 finanzi le ricerche di Ernst Ruska e di Bodo von Borries, impiegando il fratello di Ernst, Helmut Ruska, per lo sviluppo di applicazioni del microscopio elettronico, specialmente su campioni biologici. Sempre nel 1937, Manfred von Ardenne speriment il microscopio elettronico a scansione. Il primo "pratico" microscopio elettronico fu costruito nel 1938 presso l'Universit di Toronto da Eli Franklin Burton e dagli studenti Cecil Hall, James Hillier e Albert Prebus. La Siemens produsse il primo modello "commerciale" di microscopio elettronico a trasmissione (TEM) nel 1939. Sebbene gli attuali microscopi elettronici, quali strumenti scientifici, siano capaci d'un potere d'ingrandimento di due milioni, essi rimangono basati sul prototipo di Ruska.
Microscopio a raggi x
Il microscopio a raggi-X un microscopio che usa le radiazioni elettromagnetiche nella banda dei raggi-X molli, per produrre delle immagini di oggetti piccolissimi, in un campo di impiego a cavallo tra la convenzionale microscopia ottica e quella elettronica. I primi microscopi a raggi-X a opera di Paul Kirkpatrick e Albert Baez usavano delle ottiche ad angolo di incidenza radente per focalizzare i raggi-X, che riflettevano ad angolo radente i raggi-X fatti incidere ad elevati angoli di incidenza su specchi curvi parabolici. Un metodo alternativo di focalizzazione dei raggi-X l'usare una piccola lamina a zona di Fresnel di anelli concentrici di oro o nichel su un substrato di ossido di silicio. Sir William Lawrence Bragg produsse alcune delle prime immagini utilizzabili con i suoi apparati nel tardo 1940. Negli anni 1950 Newberry produsse un microscopio a raggi-X a proiezione che collocava il campione tra la sorgente e la lastra target. Ci divenne fondamento dei primi microscopi a raggi-X commerciali prodotti dalla General Electric Company. A differenza della luce visibile, i raggi-X non si riflettono ne si rifrangono facilmente, con conseguente difficolt nell'uso di lenti per focalizzarli, e sono invisibili per l'occhio umano. Pertanto il processo fondamentale del microscopio a raggi-X di impressionare una pellicola fotografica od usare un rivelatore ad esempio a CCD per evidenziare i raggi-X che passano attraverso il campione. una tecnologia di formazione di immagini basata sul contrasto, che utilizza la differenza di assorbimento dei raggi-X molli nella regione di trasparenza dell'acqua, di lunghezza d'onda 2,3 - 4,4 nm, ed energia fotonica 0,28 - 0,53 KeV, da parte degli atomi di carbonio, componente principale delle cellule viventi, e gli atomi di ossigeno, elemento principale dell'acqua.