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D.L.

52/2014 DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SUPERAMENTO DEGLI


OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

DISCUSSIONE GENERALE DEGLI EMENDAMENTI
COMMISSIONI CONGIUNTE II E XII
INTERVENTO ON. GIAN LUIGI GIGLI
7 MAGGIO 2014

Credo di essere il solo, qui dentro ad aver lavorato in ospedale psichiatrico, per mantenermi da
specializzando, ai tempi in cui la specializzazione non era pagata. Ho lavorato anche allinterno del
reparto di osservazione psichiatrica del Carcere di Rebibbia. Si trattato di due esperienze molto
formative!
Ho vissuto la fase finale della lunga vita degli ospedali psichiatrici, istituzioni totali come e pi del
carcere, superate solo dai manicomi criminali, strutture in cui si sommavano le negativit di
ambedue le istituzioni totali, del carcere e dell ospedale psichiatrico.
Ho conosciuto il degrado e loppressione di queste strutture, ne ho conosciuto lintrinseca violenza
e rigide e dispotiche le gerarchie interne.
Ho conosciuto anche Franco Basaglia, nellultima fase di attivit, quella che precedette la sua
malattia, quando fu chiamato dalla Regione Lazio a coordinarne i servizi psichiatrici.
Riconosco a Basaglia il merito storico di aver posto laccento sulla dignit inalienabile delluomo,
anche quando affetto da malattia mentale e di aver promosso unautentica rivoluzione in luoghi che
prima ancora che alla cura erano dedicati al controllo sociale e alla reclusione, a protezione delle
paure di una societ apparentemente sana e di un ordine sociale che si sentiva minacciato. Basaglia
ha contribuito pi di tanti altri a umanizzare i luoghi della cura del disagio mentale e a superare una
concezione custodialistica prima che clinica della psichiatria. Forse tuttavia i progressi da lui
ottenuti non sarebbero stati possibili se pochi anni prima non si fossero resi disponibili, per la prima
volta nella storia, efficaci farmaci, particolarmente nel campo delle gravi depressioni psicotiche e
pi in generale nel campo della psicosi con sintomi deliranti e allucinatori e con comportamenti
aggressivi o autoaggressivi.
Anche allora, pur con qualche rischio nel clima postsessantottesco politicizzato a senso unico, non
potei esimermi e tanto pi lo ribadisco oggi- dal criticare gli eccessi, pi che di Basaglia stesso,
dei suoi epigoni.
Per molti di essi infatti, in una cattiva vulgata del marxismo, la malattia mentale costituiva solo una
sovrastruttura delle contraddizioni economiche e sociali delle societ capitalistiche e dellordine
borghese.
Un assurdo evidente, se si tiene conto che la psicosi esiste in tutte le societ, arretrate e avanzate,
contadine, industriali o post industriali, nelle societ patriarcali e nelle comunit chiuse, cos come
nelle grandi citt di ogni latitudine e longitudine, nei sistemi economici pre-capitalistici, nei sistemi
economici capitalistici e in quelli solidaristici e in ci che resta del mondo comunista.
Un assurdo, aggravato dal fatto che per tale vulgata la stessa cronicit della malattia mentale non
esiste.
Per questi psichiatri sedicenti democratici, il malato, pi che paziente bisognoso di cure, era un
soggetto rivoluzionario, da utilizzare strumentalmente per evidenziare le contraddizioni della
societ.
Per questi psichiatri, pi filosofi e sociologi che clinici, paradossalmente, essendo la malattia
mentale il prodotto di una societ malata, essa non poteva esistere nel modello sociale perfetto,
realizzato in terra anche grazie anche ad autentici folli criminali quali Stalin o Pol Pot. Anzi nella
societ perfetta, colui che non laccettava, il dissidente, era per ci stesso da considerarsi matto e
andava internato in ospedali psichiatrici, la cui capacit di devastazione abbiamo potuto conoscere
solo grazie alle opere del Samizdat.
La chiusura degli Ospedali psichiatrici a seguito della legge 180/78, si realizz troppo spesso
portandosi appresso questi vizi ideologi, buttando in strada la gente prima ancora di aver messo in
piedi servizi alternativi, prevedendo SPDC (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) orientati solo
per rispondere allacuzie, senza soluzioni diverse per condizioni di cui non si ammetteva
ideologicamente la cronicit.
Le conseguenze le conosciamo: malati restarono privi di sostegno familiare, costretti a vivere da
clochard in condizioni di degrado non minori rispetto a quelle che avevano vissuto nell ospedale
psichiatrico. Giovani donne furono costrette a prostituirsi e a subire ogni violenza per sopravvivere.
Vi furono figli che, rifiutando ogni cura, uccisero i genitori in preda alle voci del loro delirio o dato
fuoco allabitazione, o furono uccisi da genitori che non erano pi in grado di farsi carico della
follia allinterno delle mura domestiche.
Solo quando il delitto veniva a realizzarsi, si aprivano le porte dell ospedale psichiatrico giudiziario
(OPG), riconoscendo infine che la malattia mentale pu portare, per fortuna non necessariamente,
anche a problemi di pericolosit e a oggettive esigenze di sicurezza per il paziente e per chi gli sta
attorno.
Ho ritenuto necessario fare questa introduzione, anche per rispondere, da piccolo baronetto, alla
gratuite accuse del collega Barone ai baroni universitari.
Da questo punto di vista il Decreto in esame costituisce un buon esempio di presa datto realistica:
- non solo perch realisticamente d tempo alle Regioni di realizzare le misure previste entro
un arco temporale pi ragionevole;
- ma anche perch realisticamente riconosce lesistenza di una dimensione di cronicit nella
malattia mentale e riconosce altres che, in specifici casi, la malattia mentale pu presentare
problemi di pericolosit e richiedere quindi attenzione per garantire sicurezza al malato, alle
famiglie e alla societ intera.
Questo decreto dunque cerca di coniugare, con faticosit ineliminabile, le esigenze della cura con
quelle della sicurezza.
Cerca di farlo con alcuni apprezzabili elementi di pregio, resi possibili, questa volta, dal buon
lavoro fatto durante lesame al Senato.
Un primo elemento di pregio costituito dalla chiara indicazione secondo cui le esigenze di cura e
di sicurezza debbano essere valutate non in astratto, ma sulla modalit con cui si realizzano nel
singolo soggetto destinatario del provvedimento, indipendentemente dalle sue condizioni socio-
economiche.
Ottimo anche lobbligo di prevedere ladozione di programmi terapeutici individualizzati, non
potendo pi la loro mancanza essere invocata come un alibi a sostegno della residua pericolosit
sociale, una pericolosit che proprio per il perpetuarsi dellassenza di interventi renderebbe
inevitabile il perpetuarsi del provvedimento.
Del tutto condivisibile anche la previsione di corsi di formazione per gli operatori del settore, cos
come la possibilit per le regioni di riqualificare i Dipartimenti di Salute Mentale e di contenere il
numero di posti letto per le Residenze per lEsecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS).
Condividiamo anche la previsione di considerare il rispetto degli impegni per il superamento degli
OPG ai fini della valutazione delladempimento dei LEA.
Apprezzabile soprattutto il nuovo comma 1-ter con il quale si dispone che per le persone ricoverate
in OPG alla data di approvazione del presente Decreto sia previsto linvio obbligatorio al Ministero
dei percorsi terapeutico-riabilitativi individuali. Ci eviter che ci si possa in futuro dimenticare
di occuparsi di persone delle quali facilmente ci si pu scordare anche lesistenza. Ricordo da
giovane il contrasto tra le cartelle cliniche dei pazienti neurologici, ricche di annotazioni dettagliate,
anche plurigiornaliere, e quelle psichiatriche dove s e no ogni tre mesi compariva invariabilmente
solo la nota: status invariato!
Ottima anche le previsione per la quale la durata del ricovero non pu essere superiore a quella
della pena. In passato, infatti, si verificavano anche ricoveri di comodo in OPG, per privilegiati che
volevano sfuggire il carcere e ottenere poi una diagnosi di avvenuta guarigione della malattia
mentale. Viceversa vi erano casi in cui il ricoveri, a motivo di una mancata guarigione, poteva
protrarsi anche a vita, pur in mancanza di una condanna allergastolo.
Infine, appare positiva anche la previsione del comma 2, tornato immodificato dal Senato, con il
quale si dispone il commissariamento, ai fini delle misure da realizzare, delle regioni che
risultassero inadempienti, cos come lidentificazione di un organismo di coordinamento per il
superamento degli OPG, con funzioni di monitoraggio delle iniziative assunte.
Tutto ci premesso, dobbiamo invece dichiararci insoddisfatti per il fatto che il Senato abbia
ritenuto di modificare la lettera b) del primo comma dellart. 1, testo che peraltro ho pocanzi
definito pregevole per la parte che prevede di effettuare il ricovero nelle REMS solo sulla base della
qualit delle condizioni individuali del paziente e senza tener conto delle sue condizioni socio-
economiche o della mancanza di programmi terapeutico-riabilitativi personalizzati.
A fronte di questi aspetti positivi, infatti, il Senato ha ritenuto di introdurre la possibilit che il
ricovero possa continuare a essere disposto dal giudice anche in via provvisoria.
In attesa che le REMS vengano realizzate, tale possibilit, se non emendata, permetter al
Magistrato di continuare a popolare gli OPG, evitando di scegliere, anche in futuro, tra il prevalere
delle esigenze della sicurezza, tali da richiedere la permanenza del paziente nelle strutture sanitarie
penitenziarie, e quelle della cura, che vorrebbero che il paziente fosse affidato ai servizi psichiatrici
al Dipartimento di Salute Mentale.
Con la scusa dellassenza di altre soluzioni e della provvisoriet, si determinerebbe in tal modo solo
il perpetuarsi di strutture che vogliamo ormai chiudere.
In questo senso vanno gli emendamenti correttivi presentati dallOn. Calabr, che noi Popolari per
lItalia abbiamo chiesto di poter sottoscrivere.

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