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Cant, 27 ottobre 2013 Elezione Segretario e Direttivo cittadini. Circolo di Cant n.

2 Linee politico-programmatiche del candidato Filippo Di Gregorio

Il nostro congresso cittadino si colloca nellambito del generale processo di ridefinizione della natura e del profilo identitario del Partito democratico in tutto il Paese e nella nostra realt provinciale e regionale. Le ragioni di contesto. Il nostro dibattito sinscrive in un processo di grande crisi economica e di credibilit della politica, che non a caso molti commentatori paragonano al passaggio storico di venti anni fa, ai tempi di Tangentopoli. In questa profonda trasformazione, nella quale la societ italiana entrata con un assetto dato e sicuramente uscir profondamente trasformata, al Partito democratico stata indicata la seria e pesante assunzione di responsabilit di diventare, in qualche modo, il partito cardine della democrazia italiana. Le scorse elezioni politiche infatti ci hanno consegnato un quadro politico di generale ingovernabilit (tre aree politiche al Senato, di pari forza, e tra loro difficilmente conciliabili). stato il frutto avvelenato di un sistema elettorale dal quale lintero sistema delle forze politiche non stato capace di affrancarsi. Ma il quadro di governo di necessit nato a seguito delle elezioni ci obbliga a reinventare gli strumenti della partecipazione, a ripensare il modo di guardare alla politica. Le tensioni e i problemi che sono sotto i nostri occhi, la nascita di movimenti impolitici, persino lesperienza amministrativa che viviamo a Cant sono effetto di tale realt. La nostra risposta alla crisi della politica si attesta sul terreno democratico e promana dal dettato costituzionale (art 49): Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Nella nostra Carta fondamentale scorgiamo anzitutto un metodo, che deve essere democratico; poi un luogo della partecipazione, in altre parole i partiti politici, entro i quali possibile concorrere a determinare la politica nazionale e non solo. In tale accezione di partecipazione sinscrive lesperienza delle elezioni primarie, che oggi ci vede impegnati in una delicata e importante competizione, volta a definire chi avr lonere (e lonore) di guidare il Partito democratico negli anni a venire. Le elezioni primarie sono ormai unesperienza che nel codice genetico del Partito democratico, e alla quale un numero crescente di cittadini guarda con interesse e attenzione. Questa visione della partecipazione quanto ci distingue, in radice, da esperienze populistiche e tecnocratiche, che oggi rappresentano la vera alternativa alla nostra cultura politica. A livello nazionale, ma anche a livello cittadino, ormai lavversario della politica democratica nel populismo che non concede facolt di dissenso e di dialogo, se non per confermare lopinione del leader carismatico. questa la nuova destra, anche nella nosra citt. La partecipazione concessa, in queste circostanze, intesa come facolt di acclamazione, partecipazione a fare, pi che a decidere; mai sintreccia con la negoziazione dei valori, dei principi, del potere

Di contro a una politica che vede la democrazia come scandalo, noi proprio a tale scandalo ci rivolgiamo: alla democrazia come sfida e come rischio, ma anche come unico veicolo di una partecipazione reale per la definizione di orientamenti politici e linee di governo della societ e dei mercati. Pertanto, anche nel nostro piccolo, a tale sfida dobbiamo rifarci continuamente, immaginando che diamo vita a un gruppo di coordinamento, non a un Comintern; a un Direttivo cittadino, non a un ufficio di gabinetto o a un comitato dagitazione. Diamo vita a un gruppo di uomini e donne, giovani o meno, che si prende il compito di coordinare e coinvolgere quanti pi cittadini nelle scelte importanti che li riguarderanno e che riguarderanno la citt del futuro. Valori e principi. Il Partito democratico nasce come forza politica che vuole fondere, in un progetto politico che guarda al futuro, le grandi tradizioni culturali costituzionali, figlie della stagione antifascista, competitive certo nella storia repubblicana ma solidali nel difendere i valori democratici nei momenti di crisi del sistema. La cultura politica che tiene insieme tali tradizioni il riformismo, inteso come buona dottrina politica e come buon modo di agire politicamente. Il Riformismo come lo intendeva Paolo Sylos-Labini, come flessibilit intellettuale: il rifiuto dei dogmi che porta naturalmente ad una visione gradualista, progettuale e quindi riformista: una progettualit non da tavolino, ma strettamente collegata alle tendenze e ai movimenti in atto nella societ capace di promuovere un processo di correzione della nostra societ, ma che prima di tutto rivendica che noi dobbiamo dimostrare di essere in grado di cambiare noi stessi. Ogni discorso riformista, se proviene da chi identificato come la casta, si converte nel suo opposto. E poi, abbiamo il dovere, anche se questo dovesse determinare una forte discussione interna al nostro partito, di affermare il principio che a oggi nessun ritorno a un centralismo novecentesco possibile. Non lo nella vita interna delle forze politiche del nuovo millennio; non lo nel funzionamento delle istituzioni repubblicane, come ridisegnate dalla riforma del titolo V della nostra costituzione del 2001. La nostra politica deve essere riformista e quindi, ad ogni livello, espressione di giustizia. Lidea della giustizia deve caratterizzare il nostro partito a Cant, a Como, in Italia. Ma anzich partire da principi astratti (rischio quantomai possibile in argomento), siamo chiamati a recuperare lesperienza della giustizia, ovvero (come scrive il cardinal Martini in un libro del 2003): quando tutto nasce in ciascuno di noi da un'ingiustizia subita da noi o da chi ci caro e che consideriamo parte di noi. Tale visione, anche se non si sa definire scientificamente, tuttavia sempre vitale. Di fronte allesistenza dellingiustizia, al dovere morale del cittadino che pretende giustizia (sociale, civile, morale) che noi dobbiamo rivolgerci. E tale domanda dovr essere il fondamento di un vasto disegno di ricollocamento del Partito democratico allinterno della societ canturina: dobbiamo recuperare molto terreno perduto inseguendo i disegni populisti di un governo cittadino che ci hanno portato su un terreno sdrucciolevole, dobbiamo al contrario moltiplicare i contatti con i cittadini e le cittadine; dobbiamo discutere e confrontarci con loro, proprio a partire dalla loro esperienza di giustizia, per ragionare collettivamente su unipotesi di comunit capace di vivere e accogliere, crescere e dare occasioni di sviluppo e pari opportunit.

Proposte programmatiche. Evidente che, da un quadro di valori e principi che sono a fondamento dellesperienza politica del Partito democratico, la partecipazione e il confronto debbano essere il modello di proposta e di progettazione politica per eccellenza. Linsieme delle tematiche programmatiche seguenti non ha valore esaustivo ma indicativo di un approccio, che sar utile completare con informazioni pi di dettaglio che raccoglieremo nel corso del dibattito congressuale. Scadenze politiche e istituzionali. Il prossimo 8 dicembre saremo chiamati a organizzare a Cant i seggi e il confronto politico per le primarie del Partito democratico. Dovremo vivere questo passaggio come unoccasione per mettere a frutto il nostro concetto di partecipazione (ex art. 49 Costituzione), per favorire il protagonismo politico e soggettivo di quanti pi cittadini e cittadine sia possibile. Svolgeremo le primarie nel centro di un dibattito politico che vede il nostro partito sostenere il governo di Enrico Letta, chiamato a operare in una condizione di reale emergenza per il nostro Paese. Con le nostre primarie, contribuiremo a decidere se a quel populismo dovr seguire in futuro un altro populismo o peggio una tecnocrazia a bassa intensit ideologica, o se potremo approdare a un nuovo progetto civico, democratico, a una svolta nella politica nazionale e locale. Come circolo cittadino ci siamo attivati in questo ultimo anno per unattivit pi spinta in ambito provinciale, con lobiettivo di ottenere un maggior riconoscimento per la seconda citt della provincia di Como. In parte possiamo dire di aver raggiunto tale risultato che ci eravamo prefissato. Scadenze economiche e sociali. Viviamo in questi giorni la pi pesante delle crisi economiche e sociali degli ultimi decenni. Nello scorso anno, la crisi dellimpresa Eleca ne stata la vicenda simbolica. Ma presto ci siamo resi conto che tale vicenda apriva il corso a una successione di altre possibili e ormai certe vertenze, pi o meno visibili sul piano mediatico, che hanno segnato uno stillicidio di crisi aziendali. Immaginare che le difficolt del sistema produttivo brianzolo siano il prodotto di una cattiva politica nazionale, per assolvere le responsabilit locali, sbagliato sul piano analitico. Non salva la dimensione locale, n quella nazionale. Significa procedere in modo miope, senza accorgersi che questa crisi ha una portata epocale, globale e generazionale. Di certo, per, immaginarla come la tensione tra un locale (buono) e un nazionale o oltre (cattivo) fornisce un pessimo servizio a chi voglia individuare soluzioni e vie duscita. Forse le categorie novecentesche del conflitto saranno oggi appannate, ma certo non sono pi lucide quelle del campanilismo medievale. Non si tratta forse di porre operai contro capitale; semmai si tratta di misurare le buone politiche industriali rispetto a quelle cattive; semmai si tratta di distinguere tra comportamenti e politiche industriali degli imprenditori di un certo tipo rispetto ad altri. E lo stesso deve valere per la componente del lavoro: si tratta di distinguere tra buon lavoro e cattivo lavoro, tra responsabilit e disimpegno. Molti imprenditori a Cant hanno fornito in passato esempi di buon management, hanno svolto una funzione di responsabilit sociale dellimpresa, hanno partecipato alla nascita e al sostentamento di un progetto di societ solidale, aperta, responsabile dei destini e delle opportunit di ciascuno. A una generazione dimprenditori molto legati alla propria azienda si sostituito talvolta un modello dinvestimento pi legato alla finanza speculativa che al produrre. Questa realt ha mandato in crisi e tuttora pone in crisi lidea del distretto produttivo, come sede in cui si fonda lubi consistam di un territorio. Ma a tale crisi non possiamo rispondere con la proposta di un ritorno al passato. N dobbiamo considerare come fatale la deriva verso una terziarizzazione del tessuto economico canturino. Occorre trovare nuove risposte, nuovi linguaggi, nuovi valori da promuovere. Tra questi: la solidariet, la cultura, listruzione, la ricerca, la cura degli svantaggiati, la bellezza del paesaggio, il confronto, lazione cooperativa.

Lidea che pu tenere insieme tutto questo progetto risiede appunto sul valore solidaristico e sulla pratica cooperativa: una sfida che abbiamo il dovere di indicare a quanti oggi vogliano intraprendere e continuare a produrre nella nostra citt.

Scadenze amministrative. Siamo impegnati come Partito democratico in una fase di grande ripensamento e di ridefinizione della nostra missione e di una identit definita sul piano amministrativo. La fine dellesperienza leghista e forzaleghista a Cant ha prodotto un terremoto e una trasformazione culturale che forse ancora non abbiamo del tutto compreso, neppure noi che la viviamo giornalmente, in colloqui, confronti, scambi amministrativi. La nascita di una maggioranza tutta incentrata su una figura di unico padrone e dominus del confronto pubblico apre indubbiamente al nostro partito occasioni di azione e di manovra di vasta portata. Rende possibile e credibile lelaborazione di una proposta programmatica che non sia ritenuta eretica rispetto alla cultura dominante fino a pochi mesi fa. Da questo punto di vista, pur sconfitti nelle elezioni amministrative, non siamo risultati perdenti sul piano politico. La nostra decisione di votare per lattuale Sindaco nello scorso ballottaggio era stata del tutto gratuita. Ne era nata una giunta senza dubbio diversa da quella precedente; ma non ci eravamo preclusi, in nome di un qualche scambio segreto, alcuna possibilit di esercitare un vaglio critico, a volta anche pesantemente critico, verso le proposte emergenti nellazione della maggioranza che amministra il Comune. Sul piano urbanistico, la scelta di revocare il PGT; le esitazione nel portare in discussione in consiglio comunale la partecipazione del comune di Cant al Parco locale di interesse sovra comunale, Parco della brughiera briantea; il metodo poco partecipato utilizzato nel confronto sul territorio, sono temi sui quali non abbiamo esitato n esiteremo a incalzare lamministrazione comunale. Sulla vicenda del Palazzetto avevamo sottolineato lesigenza che ci fosse una chiarezza e una trasparenza massime: ciascuno cio avrebbe dovuto assumersi la propria responsabilit ed esercitare fino in fondo il ruolo che nel gioco politico amministrativo gli era stato concesso dagli elettori. Su tutto questo, si poi abbattuta la incomprensibile e ottusa decisione dellintera maggioranza cittadina di autorizzare lo svolgimento del raduno neonazista presso il campo solare di Cant. Decisione alla quale ci siamo fieramente opposti, sino a organizzare una manifestazione di piazza partecipata e sentita, anche contro i consigli che da molte parti provenivano. Il nostro rapporto con questa maggioranza si cos profondamente trasformato, sarebbe ingenuo non comprenderlo. E come abbiamo annunciato in un nostro documento politico presentato alle forze politiche di maggioranza, con quella scelta sono venuti meno i presupposti valoriali che pure avevamo condiviso con essi. Continuava cos il nostro documento, che vogliamo citare interamente: Ancor pi drammatiche sono state le pretestuose giustificazioni addotte per motivare quellautorizzazione. In un tale quadro, nulla stata la reazione di esponenti della maggioranza, che pure conosciamo per coscienziosi democratici. Il che chiarisce molto della natura di tale maggioranza, quale si realmente dimostrata, al di l di proclami e sedicenti dichiarazioni di principio. Tali fragilit politiche dimostrano oltretutto quanto sia inadeguata lattuale maggioranza, sia per oggettiva esiguit del suo consenso, sia per la fragilit sostanziale e lisolamento amministrativo e istituzionale di tale esperienza. In questo quadro politico il Partito democratico di Cant riconferma il proprio impegno ad affrontare i temi vitali della convivenza civile urbana: le problematiche di bilancio; la discussione sul PGT in fase di approvazione; i temi dei servizi ai cittadini; la problematica degli aumenti tariffari e della pressione fiscale comunale, sono tutti argomenti che necessitano di unit e non di strumentali divisioni. E tuttavia la mutata natura della maggioranza la rende oggi inaffidabile e instabile: pertanto il Partito democratico di Cant dichiara esaurita la sostanza politica dellaccordo raggiunto lo scorso 14 maggio 2012; demanda al proprio congresso ormai imminente il compito di delineare unalternativa credibile, realistica, non velleitaria allattuale maggioranza; assume un ruolo di credibile opposizione alla deriva demagogica che oggi caratterizza le scelte dellamministrazione.

Ci significa che il nostro partito e il suo gruppo consigliare, evidentemente nella sua piena autonomia, si misureranno con le proposte amministrative provenienti dalla maggioranza con senso di seriet e con spirito critico, senza atteggiamenti pregiudiziali, ma conservando pienezza di giudizio e autonomia, anche nel giudicare gli aspetti controversi e discutibili di tale attivit; e significher anche che non faremo mancare la nostra proposta esercitando un ruolo di opposizione responsabile e alternativa a una deriva demagogica gi sopra definita.

Scadenze organizzative. Un grande progetto politico, qual quello del Partito democratico, abbisogna di un respiro pi vasto di quello dei cinque anni dai quali esso nato: si tratta di un progetto per lItalia, che vede nellItalia un bene comune, di quelli che sono indisponibili agli interessi di parte o individuali. Allo stesso modo deve essere la citt di Cant, un bene comune, di tutti e quindi di nessuno in particolare. Neppure di chi, al momento dato, sia chiamato alla massima responsabilit di dirigerla. Ieri la Lega Nord, oggi la coalizione di Lavori in corso. Il nostro proposito il proposito di una forza politica che oggi chiamata alla guida del Paese, e che tale guida esercita, con senso di responsabilit e di rispetto per gli italiani, in virt della propria cultura politica e del proprio modello riformista del governare. Come tale, quindi, ovvero come partito con una cultura di governo, noi vogliamo dare un contributo riformista anche allazione amministrativa cittadina. Tale impegno, lo vogliamo svolgere a ogni livello dellattivit politica. Siamo consapevoli che il primo grande cimento che vedr il nostro partito in azione saranno le imminenti elezioni primarie dell8 dicembre 2013. In esse, noi vediamo anzitutto una vasta e ricca richiesta di partecipazione; non soltanto una delega di potere, volta a investire un leader, e con lui un gruppo di governo, a responsabilit nazionali. a tale richiesta di partecipazione che noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione, qui e oggi. Anzi, siamo consapevoli che tale domanda in s muter la sostanza e il panorama della politica cittadina. Anzitutto perch, di fronte a una partecipazione declinata in termini molto astratti e teorizzata dalla corrente amministrazione comunale, noi suggeriremo i termini di una partecipazione reale e concreta. In seguito, perch tale richiesta di partecipazione dovremo avere la capacit di metterla al lavoro, dandole cio strumenti di comunicazione, possibilit di accesso a dati e informazioni, sedi e luoghi per renderla concreta anche in seguito, e non solo l8 dicembre. Di fronte a diversi livelli dimpegno e di accesso alle informazioni, che perverranno dai partecipanti alle primarie, il nostro massimo sforzo organizzativo dovr essere quello di creare differenti e graduati livelli dimpegno, di dibattito, di ascolto. Lelezione di un coordinamento cittadino e del segretario del Partito canturino dobbiamo vederla come il primo nucleo di unazione che coordini molte energie, molte idee, molte domande e interessi. A tal fine, abbiamo il dovere di rivedere i nostri strumenti di comunicazione, che dobbiamo pensare non solo come strumenti duna informazione che abbia noi come mittente e la societ canturina (quando va bene) come destinatario. Abbiamo bisogno di strumenti comunicativi che creino flussi dinformazione biunivoci, in andata e (soprattutto) di ritorno tra il partito, i suoi iscritti, gli elettori delle primarie e i cittadini in genere. A tal fine, va modificato persino il paradigma comunicativo fin qui affermatosi: lidea che la politica sia un rito per iniziati, la cui comprensibilit sia nulla per chi non sia educato a tali pratiche, va completamente rivista. Il partito che dobbiamo promuovere deve essere aperto, come le primarie che ci accingiamo a organizzare. Abbiamo lobbligo di rendere tale scadenza unoccasione importante per la democrazia nel nostro Paese e nella nostra citt.

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