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Direttore Responsabile: Giorgio Lodetti / Direttore Artistico: Roberto Plevano / Progetto Grafico: Franco Colnaghi
Via Molino delle Armi, 5 - 20123 Milano • Tel. 02 58302239 02 58302093 - Fax 0258435413
Che cosa può indurre oggi un artista a continuare l’ope- de francese, facendo in modo che uno abbracci l’altro. che compare sulla pietra tombale della famiglia Du-
ra di Marcel Duchamp, quando fu proprio lui a rompe- Eccoci in piena metafisica dell’estensione. Farli incon- champ:“D’altronde sono sempre gli altri che muoiono”.
re con tutte le tradizioni? Non sarebbe meglio comin- trare a 45º, sotto la protezione di una tenda trasparente. In una nota Roland suggerisce che Marcel Duchamp, lo
ciare col chiarire questa domanda, precisando che, forse, Vi aggiungeremo, in Le Monde, un triangolo costituito sguardo rivolto lontano, sembra vedere la fine del tun-
Duchamp ha stravolto il modello della creazione artisti- da dieci punti (1+2+3+4+10: la Tetractys pitagorica, le nel, il bagliore della luce... L’artista sale e scende dal su-
ca senza tuttavia rompere con una o più tradizioni spiri- 10 Sefirot) sotto forma di lacrime, il cui vuoto si proiet- blime al popolare, attento solo al processo creativo. È co-
tuali? Per rimanere al processo creativo, è un dato gene- terà su l’Expresso sotto forma di mongolfiere azzurre, sei. sì che come in una favola, Duchamp e Pessoa s’incontra-
ralmente acquisito che Duchamp è all’origine di una se- In effetti, piegandosi uno sull’altro, i nostri due giornali no sotto le sembianze dei fratelli Eduardo e Peppino De
rie d’interrogativi sull’arte che hanno instaurato una entrano in un’altra dimensione. Al disotto della linea Filippo che si riconciliano. Si abbracciano. È l’attimo
nuova forma di trasmissione. Sarebbe, dunque, il padre dell’orizzonte (del Grande Vetro...) regna il mondo di della morte, il ritiro definitivo dell’incompiuto che uni-
fondatore di una stirpe di ricercatori, pensatori e poeti qua giù, lineare e pesante, mentre planando al disopra sce. È grazie a quest’attimo, forse, che la creazione conti-
riuniti sotto l’egida del Processo Creativo. Ora, come nua. Creazione tentacolare di legami, che si prolungano
funziona questo cervello creativo? Che cosa capta, che nella mente di ogni spettatore. Dove finisce l’opera, do-
cosa sovverte, lui che è sempre a caccia del nuovo, del- ve inizia la lettura? Marcel Duchamp amava il filo che
l’insperato e del meraviglioso? Da quali circostanze for- vola e cade, tre volte, scoprendo la manifestazione del-
tuite comincerà a tessere la sua tela avventurosa? E come l’Uno. In occasione della mostra First Papers of Surrealism
contrassegnare la costellazione o configurazione impro- nel 1942 a New York, divenne attore-spettatore sroto-
babile che la sua mente è riuscita a strappare al caos? Che lando un lungo spago in molteplici viluppi, formando
nome dare a quella cosa che nasce un mattino, senza che una ragnatela dal pavimento al soffitto e tra i pannelli
il suo nome risuoni nuovamente degli echi venuti da dell’esposizione, riportato nel catalogo come “sixteen
tradizioni diverse e dunque da stili diversi? Gli interroga- miles of string”.Voleva indicare la difficoltà di capire
tivi si riducono ad uno solo: come rompere continuan- l’arte moderna, secondo l’interpretazione di Harriet e
do? Fu questo il senso dell’opera di Kierkegaard in La ri- Sidney Janis, o si trattava piuttosto di un tentativo di oc-
petizione: porre l’assoluto come unico maestro di pensie- cultare le opere d’arte? O ancora: l’Uno si scioglie, si sro-
ro. Continuare Duchamp, ecco un progetto ambizioso. tola e così facendo si mette a nudo. Si mette a nudo co-
Ci troviamo nell’attuale esposizione davanti ad un’opera me la Sposa. Piero Manzoni lascia che una linea si sroto-
ambiziosa, frutto di tutta una vita di lavori che si conca- li e si riarrotoli e il cilindro stesso diventa opera. È possi-
tenano, riferendosi l’uno all’altro come il pensiero di bile che ogni intervento umano comporti perdita di ve-
Duchamp. Perché è proprio a Duchamp che rende o- rità? Lo sguardo di Marcel si perde verso una luce im-
maggio Roland van den Berghe. Bisognava, per far ri- probabile, mentre guarda, compassionevole, il fratello
conciliare Duchamp con se stesso, fargli incontrare Fer- Fernando morire. La du-plicità regna. È quando il tragi-
nando Pessoa. È cosa fatta in MUTU M’ e nell’AB- co si fonde al grottesco che la creazione continua. Verti-
BRACCIO. Cosa può fare, allora, un artista oggi? Un gini. Ci sarebbe dunque sempre un’ante-opera e una
artista che subisce il peso delle tradizioni millenarie, che ante-lettura, qualsiasi lettura? La creazione come l’inter-
altro non lasciano, se non tracce? Solo le tracce fanno so- pretazione non sono forse una risposta ad un appello
gnare, dice il poeta René Char. Ed è proprio nonostante che di per sé è gia risposta ad un appello precedente?
se stesso, ma grazie alla propria memoria, che l’artista di- Tutto torna. Ed una ex-position (esposizione) che altro
venta un punto d’incontro e prosegue l’interrogativo fa se non trarre dall’invisibile ciò che accade ad ogni i-
metafisico trasmesso da alcuni esploratori che gli inviano stante in un qualche luogo, ossia stabilire dei collega-
dei segnali. Rimarrà sempre la questione della rivelazio- menti, tessere delle tele? Nel processo creativo tutto si
White Newspaper, (Bruxelles, 27 April 1968)
ne e del linguaggio cifrato, del mistero e della sua attra- Nell’aprile del 1968 Van den Berghe fece girare a vuoto il cilindro di stampa
sviluppa in un mondo che non aspetta altro che essere
zione, della seduzione e del rifiuto delle immagini. Una della rotativa sulla quale veniva stampato il settimanale di cultura belga “De rivelato e che forse si ripiega nel segreto. Il giornale. U-
struttura ricorrente propone l’estensione dell’Uno nel Spectator”. In questo modo produsse 100 giornali in bianco che in data 4 na pagina si piega, l’Uno diventa due, il due diventa
multiplo, a condizione che lo sguardo dello spettatore maggio 1968 furono presentati al pubblico riunitosi nella Sala Rotonda del quattro, in croce. Il processo è cominciato. Una pagina
creativo vada costantemente dall’uno all’altro polo della Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles. può contenerne un’altra. L’abbracciante-abbracciato. La
creazione. Il suo sguardo si esercita al va e vieni e si sof- pagina piegata diventa tetto, custode della scrittura. La
ferma su un dettaglio che diventa chiave. Proprio come dell’orizzonte, possiamo scorgere il numero sei, pagina stampata diventa giornale, evento. Un luogo può
lo spettatore, l’artista aspetta che il caso gli porga una (1+2+3), a connotazione aerea e cosmica, primo nume- contenerne un altro, una data un’altra. Nascita-morte. I
chiave d’interpretazione del mondo. Da lì, tutti i simbo- ro perfetto,“numero nuziale” per Platone, sigillo di Salo- giornali possono essere leggermente rivisti e corretti:
li si susseguono in una serie sempre aperta. Duchamp e mone e, innalzato al quadrato (6x6=36), grande Te- IMMIXTURE, firma V.V.V., allusione a Breton. La
FOUND ANNOUNCEMENT Pessoa, Roland van den Berghe e Eduardo e Peppino tractys pitagorica: (1+3+5+7) + (2+4+6+8)=36. In mongolfiera dei due avventurieri dello spazio atterra in
MESSAGGIO Genova De Filippo. Se l’artista vuole rimanere assente dalla sua questo gioco di specchi, stampigliare e stampare, piegare un luogo stranamente chiamato Mût. Richiamo alla dea
Wednesday, June 13, 1979 opera, il risultato sarà Marcel-Fernando-Eduardo e Pep- e spiegare, lo spettatore-lettore si ritrova complice delle Mut rappresentata nel geroglifico da un avvoltoio. Ecco-
Grand Hôtel 10 Giugno 1979
N.23 – Anno XXXIV L. 400 pino. È così che tutte le deviazioni diventano possibili, in trasformazioni-trasmutazioni infinite.Alle quali l’autore- ci in Egitto, terra d’origine. Il lettore, felice, ha il tempo
Reversion (1979 – 2003) quanto indici dell’inafferrabile poeticità dell’Essere. Pos- attore può aggiungere i propri ricordi dell’azzurro più di ritrovarvi Tu m’, l’ultima tela misteriosa di Marcel
Roland Van den Berghe siamo fare incontrare l’Expresso portoghese con Le Mon- bello fra tutti gli azzurri: l’azzurro perfetto del cielo del Duchamp, alias R. Mutt, col suo volo di quadrati colora-
Portogallo, il cui colore corrisponde “esattamente” al- ti disposti in prospettiva come in un tunnel. Le dimen-
l’azzurro delle ali dei piccioni dipinti che s’incontrano in sioni, le pieghe, le superfici rimandano lo spettatore ad
una certa frazioncina, di una certa regione del Portogal- un universo scintillante. Lo scritto rinvia ad una scrittu-
lo: Fabrica, per la precisione, nelle vicinanze di Tavira. ra ad infinitum. Le domande riecheggiano nello spazio
Senza dimenticare, in questo caso specifico, gli echi e gli dell’esposizione.
scambi tra personaggi e avvenimenti raccontati in Le
Monde, l’Expresso, Grand Hôtel e Arte Incontro in libreria di Found announcement
Milano, che ben porta il suo nome. Ma che titolo attri-
buirgli? L’Abbraccio. Quest’opera abbraccia un’opera pre-
cedente intitolata MUTU M’, ars combinatoria avente
come risultato l’Egitto con la dea Mut, il luogo nel de-
serto chiamato Mût e il quadro di Duchamp intitolato
Tu m’. MUTU è formato da quattro lettere, che caso
fortunato. Gli spettatori sono presi, malgrado loro, in
questa rete di segni che non fanno l’opera, ma che costi-
tuiscono la tela di fondo sulla quale l’opera crea l’evento.
I materiali dell’opera diventeranno quanto piu possibile
trasparenti. Il plexiglas è perfetto per suggerire un nuovo
Grande Vetro, in cui lo spettatore è preso nella semplicità
dell’abbraccio sotto la tenda del tabernacolo. I due gior-
nali, piegati sotto la protezione del cielo, suggeriscono Corriere Della Sera, Milano, Mercoledi 4 luglio 1979 Anno
un rovesciamento cielo-terra altrettanto radicale e anco- Piccola Publicita p.16, 17 Messagi Personali, Roland Van den Berghe
ra più aereo del capovolgimento dell’Orinatoio a 90º
che rinvia la Fontana ad una speculazione sulle dimen- ANNIE RENIERS è nata a Bruxelles nel 1941. Ha studiato
sioni spaziali e spirituali. Forma e immagine aerea, l’Ab- Filosofia e Letteratura Tedesca all’Università di Bruxelles, dove si
braccio permette ai due protagonisti, Eduardo e Peppino è laureata con una tesi in ontologia-fenomenologia dell' arte con-
alias M.D. e F.P. di spiccare il volo, e perché no in mon- temporanea. È attualmente docente di Estetica e Storia dell’arte
golfiera, ottimo mezzo di trasporto, riflettente e legger- contemporanea all’Università di Bruxelles (VUB). Ha pubblica-
mente imprevedibile nel suo percorso. È come se l’ope- to numerosi saggi di estetica e volumi di poesie in fiammingo e
ra di un artista ne illuminasse un’altra e, al limite, come francese. Ha vissuto a Roma dal 1965 al 1977.
se tutte le opere d’arte s’illuminassero reciprocamente.
MARIA GRAZIA GROSSI traduzione dal francese
Ma cosa succede? Perché Peppino abbraccia con lo
sguardo e con la mano il viso del fratello? Sappiamo che NICK STRONG immagini al computer
si sono riconciliati sul letto di morte di Peppino. Ma
perché Marcel presenta allo spettatore il proprio profilo Segrete di Bocca, 30 Marzo - 25 Aprile 2004
avendo l’aria di guardare altrove? Leggiamo l’iscrizione
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Caro Marcello scostato da un riferimento alla realtà, proprio perché la
realtà è l’invenzione che ciascuno di noi fa del mondo
che percepisce: la sua pittura, il suo mondo poetico, la
familiari dove, da vero pitto-
re, trasporta e realizza una
sua galleria di personaggi,
Natale Addamiano sua realtà, la sua felicità di dipingere, le sue nuove inten- cercando quasi di raggiun-
zioni di ridurre il quadro alla luce-colore, con supporto gere l’effetto di un reporta-
È sempre difficile scrivere di un giovane talento, tradur- materico, arricchito da una colorazione fatta da terre ge, di un diario per immagi-
re in parole le raffigurazioni di Marcello Mantovani per calde di tono. Per Marcello, matita o pittura, il discorso ni vive, suggestive di comu-
seguirne il nesso filologico che lega la sua pittura alla è tutt’uno. È interessante come sa cogliere, rappresenta- nicazione e di una buona
realtà di oggi con convinzione di grande carattere. re così bene ciò che avviene dentro di lui: ha gli occhi sapienza caratteriale e psico-
I ritratti dei familiari, di amici, sono temi recenti, af- buoni per capire la buona pittura e s’abbandona alla logica delle persone ritratte,
frontati con la stessa carica espressiva, con la volontà di gioia di dipingere. come documento di vita.
aggiungere sempre qualcosa di nuovo al suo linguaggio Dipinge i suoi pensieri, è sincero, sa che l’arte moderna Queste ultime sono perfet-
pittorico. Considero quindi questi ultimi dipinti come e contemporanea è micidiale e spesso è fatta di indovi- tamente inserite nei bianchi
parte integrante della sua ricerca artistica. nelli linguistici. Marcello ha imposto la nuova visione e caldi dello spazio, i volti
La volontà del colloquio umano è, per Marcello, so- la realtà, che da tempo andava maturando, osservando, e sempre risolti con tocchi si-
prattutto volontà di poesia. Egli non cerca delle forme la ricerca si è arricchita, ha acquisito nuove sfumature, curi ed evidenziano i tratti
ma trova figure, volti, oggetti e frutti. Ferma sulla tela ha spostato la sua attenzione agli affetti familiari più vi- somatici e le espressioni, o Chiara, 2003,
volti di persone, gente di oggi: un quotidiano di affetti cini, oltre i luoghi dove di solito ritrae i suoi personag- meglio le maschere espressive delle persone. A questo acrilico su tavola
e storia è il suo racconto. La carica di passione realistica gi. Ha chiuso la porta dello studio per meglio meditare. scopo Marcello esplica una indubbia, ben maturata ca- cm 40 x 50
e la coscienza stilistica sono colte in piena adesione sen- Sono bastati pochi metri e l’incontro con nuove facce e pacità tecnica: le sue immagini vivono anche di una sua
timentale, risolte con toni lirici e subito integrate nella nuovi accordi luminosi per ampliare di conoscenza i identità espressiva e psicologica.
resa oggettiva. L’equilibrio formale è ugualmente com- suoi abituali procedimenti pittorici. È cambiata soprat- Auguri, Marcello, con una stretta di mano.
plesso e armonioso nel canto di personaggi scanditi di tutto la luce, una luce di composizione e di spazio, do-
segni e colore, intrisi di luce. Marcello non si è mai di- ve le nuove facce vivono con diretta e immediata e-
spressione fatta di tocchi sicuri, dentro densi im-
pasti materici con luce uniformemente diffusa, I batticuori di
che si distende con omogeneità sulle figure dan-
do solidità plastica, pur rimanendo sempre calda
di tono e sentimento. La materia pittorica della
Jezek Mojmir
superficie riceve i personaggi in un’atmosfera Natalia Aspesi
dorata e conferisce all’immagine una sensazione
di calore e di diario. È stato davvero un incontro fortunato quello tra “Que-
La figura, strettamente collegata da tempo alle stioni di cuore” e Mojmir Jezek: fortunato soprattutto
stagioni del cuore, alle emozioni, agli stati d’ani- per me perché il tratto morbido e misterioso di Jezek
mo, è interpretata in un gioco denso di alta e fer- ha reso inconfondibile la mia rubrica: sfogli magari di-
vente matericità di luce/colore. strattamente “Il Venerdì” e devi per forza fermarti da-
La ricerca di Marcello, poetica e tecnica, è incen- vanti ad una finestra su cui si affacciano soffici cuori
trata in una sorta di evocazione figurale, sensoria- trafitti da pugnali, bocche a cuore, cuori faticosamente
le, in sospesi racconti, come possibilità e urgenza portati sulle spalle da ometti, cuori in un cassetto, cuori
di sentire e di vivere la natura umana. Oggi, in come mazzi di fiori: cuori sempre molto rossi, di un
tanta giovane pittura europea si avverte una così rosso festoso. Per frettolosità non l’ho mai ringraziato
decisa ripresa della figura, un desiderio/bisogno della pazienza e del talento con cui ogni settimana dà
di guardarsi, di conoscersi, di tornare a specchiar- veramente luce alle incertezze e spesso anche agli au-
si recuperando un’identità fisica: il corpo, e un’i- tentici dolori di chi mi scrive.
dentità temporale: la memoria. Lo faccio adesso, approfittando di questa sua mostra,
Le ricerche tecnologiche sull’immagine (foto, ci- che si intitola proprio, e lo ritengo un grande omaggio,
nema, video), utilizzate come nuovi media, sono “Questioni di cuore”: e su suo invito ci sono proprio “i
momentaneamente rifiutati dal nostro pittore, miei cuori”, anche quello più emblematico della mia
che preferisce oggi esprimersi in forme di reali- rubrica, un cuore a terra, frantumato come un coccio.
smo tormentato, arricchito da segni ritmici così Certe volte, mi pare che sia lui a rispondere meglio di
che la scelta formale tende ad un espressionismo me a chi mi scrive: io uso le parole, che spesso hanno
duro, selvaggio, con forti sciabolate segniche e un torto o sono insufficienti, lui usa l’immagine essenziale
colore sicuro. L’orto di casa, dei sentimenti do- e certe volte crudele: mancano i volti, nei suoi disegni,
mestici, delle persone che lo abitano: questa è la perché sono inutili e quando disegna i corpi, ne porge
scelta e il mondo di Marcello, che, da poco, ha solo un pezzo, essenziale e protagonista: un seno, una
circoscritto il suo interesse a pochi soggetti e a natica, una gola, una mano, un piede, una schiena. Sono
pochissime figure, interessato più alle tessiture di gli emblemi di un feticismo amoroso, l’interpretazione
luce, maturando uno stile originale di rappresen- di un desiderio o di un sogno di chi scrive perché ama
tazione, capace di far sentire la figura armoniosa- con difficoltà, perché non è amato, perché è negletto: e
mente inserita nel contesto naturale. talvolta persino perché è felice, e Jezek l’ha capito pri-
Io sono Vanessa, 2003, acrilico su tavola, cm 50 x 82 Marcello racconta la sua vita, fatta di atmosfere ma di me.
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Il senso musicale teriore e interiorizzata visione della realtà circostante,
da una capacità manuale che le ha permesso di “fissare”
un paesaggio della memoria, da una intrinseca volontà
E(s)senza lavagne
della linea di dare vita e consistenza a una foglia o a un limone, a
una scodella o a un peperone verde, a una mela o a una
Teolinda Coltellaro
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Dedicato a Lei
incontro con un mecenate
Silvia Venuti
Grazia Chiesa ha avuto l’indirizzo da Giorgio sti e del loro lavoro. Il pri-
Lodetti dopo aver ammirato le gigantografie di mo, Adriano Pompa, è fi-
opere d’arte, sul ponteggio di Corso Magenta 10. glio del grandissimo Gae-
Come mai, si era chiesta, non pubblicità com- tano, che la critica dovreb-
merciale, ma una scelta controcorrente, una testi- be riscattare da un ingiusto
monianza di profondo amore per il bello e per oblio.Adriano è un minia-
l’arte? Da parecchi mesi, infatti, con il titolo Dedi- tore moderno che dipinge
cato a Lei si susseguono artisti di qualità indiscussa. soggetti fantastici su fondi
Grazia vuole conoscere l’artefice di questa idea oro e produce 15 quadri
straordinaria perché condivide la stessa disinteres- all’anno. Dopo di lui ab-
Macromappa, 2003, tecnica mista su tela, cm 100 x 100
sata passione per l’arte. Con modi vivaci, il giova- biamo esposto un artista
ne e cordiale mecenate ci introduce nel suo stu- molto noto, presente in
Mappe terapeutiche dio e, dinnanzi ad uno scrittoio allegramente di-
sordinato, iniziamo a parlare con slancio e since-
tutte le più importanti col-
lezioni pubbliche: Odd
Aldo Benedetti rità. Nerdrum che ha illustrato
Grazia: Mi presento, io sono la seconda generazione il manifesto del 45° Festi-
È un magma di colori tenuto assieme da un filo della Fondazione d’Ars-Oscar Signorini, che pubblica val di Spoleto organizzato
conduttore, il filo della necessità di una ragione, la rivista d’arte contemporanea D’Ars, fondata nel Ses- da Giancarlo e Erancis
di un motivo di essere, quello che dà vita alle santa, e organizza mostre in gallerie e strutture dove la Menotti. Per questo in-
opere di Silvia Varini, quasi il tessuto connettivo gente è invogliata a conoscere l’arte. quietante e straordinario
di un’anima in ansia, in cerca di uno specchio, M.: allora avremo un futuro insieme. Sa quanti pittore norvegese è stata la
una superficie su cui riflettere la ragione di esi- giovani artisti conosco ormai da anni, con i quali sua prima partecipazione
stere, come un amore per la vita che voglia giu- ho allacciato un rapporto di grande amicizia, e in Italia. Poi è stata la volta
stificarsi. Così l’acrilico sembra voler imprigio- che quando sono in crisi mi chiamano anche di di quel pittore toscano dalla tecnica raffinatissima
nare una tensione pronta ad esplodere, a proiet- notte? Hanno una critica eccellente dalla loro, ma e dal carattere molto scontroso, che è Luca Cro-
tare in un iperspazio simbolico pianeti che sono fanno fatica a trovare spazi per esporre quando e cicchi, amatissimo da Te-
grumi di emozioni, aromi di un microcosmo come vorrebbero: la galleria pretende almeno 100 stori. Il lavoro esposto fa
che l’artista vuole indagare, quasi incidere con il quadri all’anno quando loro riescono a farne 15 o parte del suo secondo pe-
bisturi a cercare il calore di un corpo, il sussul- 20. Il mercato ha certe regole e se non le rispetti riodo, quello più sereno
to di una reazione di vita. È come una “confes- sei tagliato fuori automaticamente. che si rifà a Bellini e a Pie-
sione terapeutica” e, non a caso, gli inserti di bli- Il nostro statuto dice che Signorini ha voluto la nostra ro della Francesca.
ster all’interno delle opere sono un chiaro organizzazione per aiutare gli artisti ad affermarsi nel In dicembre abbiamo e-
richiamo alla funzione principale della pittura, a campo dell’arte, soprattutto i giovani. sposto Luigi Serafini e a
quell’indagine ribelle e appagante che ne fa Vede, in questo settore, ci sono alcuni che non febbraio Vittorio Pescato-
desiderio di divincolarsi da un destino troppo hanno né qualità pittoriche né tecnica, eppure ri, che nel giugno scorso
stretto e incomprensibile e, d’altro canto, di forse perché si presentano bene o sono social- ha presentato le sue foto-
accarezzarne la trama, scomporne e decifrarne mente conosciuti hanno successo: quelli bravi, al- grafie sul nuovo orientali-
la caotica casualità, costringendola a un proget- lora, vanno in depressione e telefonano di notte. smo, in una mostra a Palaz-
to ordinato, quasi assecondando un magico Spesso abbiamo discussioni molto animate non zo Reale.
ordito. Prendono forma così autentiche mappe per il modo d’interpretare la pittura, ma su come Ogni sua immagine è un
esistenziali, schemi lineari misti a lampi di colo- muoversi in questo mondo di pittori. pezzo unico ritoccato con
re che denunciano il composto smarrimento “Si sostiene l’arte sostenendo lo spirito dell’arti- terre e le sue scatole magi-
psicologico di fronte a una ricerca che ha il sta” che ha bisogno di sentirsi apprezzato per che colgono l’anima del
sapore di un’evasione concettuale, ma che è quello che fa. Quando c’è amicizia ci si può per- protagonista con giochi di
in realtà istanza estrema di ingrandimento, mettere d’avere confronti chiari e poi è impor- specchi.Alcuni hanno visto in lui l’emulo di Car-
tentativo inconscio di definire una sorta di tante per il pittore avere qualcuno che dica le co- tier Bresson. Successivamente avremo Giuseppe
struttura molecolare della realtà, formulandone se come stanno senza alcun fine commerciale. So- Bergomi, uno tra i più im-
una istintiva e liberatoria composizione. no cresciuto in una casa piena di quadri, poi mi portanti scultori italiani,
La Nostra è preda di una specie di “nuclearismo sono sposato con una persona che ama moltissi- seguito dal nuovo manife-
introspettivo” che non teme, come quello stori- mo l’arte ed è stata una continua crescita. sto del Festival di Spoleto
co, deflagrazioni atomiche, ma la composta con- Come si chiama sua moglie? per il quale non abbiamo
statazione del vuoto, di una vita come riassunto Maria. Quello che mi ha sempre affascinato negli ancora scelto l’artista.
di pure emozioni, mutilata di consistenze for- artisti è la bravura. Quando giro per le mostre Lino Frongia, un emiliano
mali, delicato e istintivo intreccio di percorsi sento dire che il pennello non è più importante: elegante, molto apprezzato
esistenziali: linee di tensione, quasi generate da secondo me tutti, come i grandi del passato, devo- da Gianni Versace, sarà l’ul-
un campo magnetico, si stagliano sopra macchie no partire da una grande tecnica per poi svilup- timo.
di colore di forte impatto emotivo e si allaccia- pare un proprio percorso. La gigantografia esposta La sua produzione è costi-
no alla tela come ferite ricucite da punti di in dicembre in Corso Magenta ha suscitato l’inte- tuita, prevalentemente, da
sutura. Sono cicatrici ispessite, materiche, che resse di Patrizia Valduga che ha scritto un articolo autoritratti copiati dai clas-
tradiscono il desiderio di recuperare un’identità, su Repubblica intitolato: “Grazie Serafini per la sici.
di affermare una certezza, di indirizzare un gio- strage di Corso Magenta. L’unico simbolo di Mi- In futuro vorrei organizza-
vanile entusiasmo senza concedersi a un incom- lano degno di essere menzionato”. L’ironia del re una mostra, in uno spa-
bente e insidioso, siderale spazialismo, amara quadro era tutta in quei piccoli babbi natale, stesi zio pubblico di Milano,
denuncia di una terza onirica dimensione di stecchiti, in un mondo dove tutti corrono senza dove ogni artista possa e-
fuga da una quieta bidimensionalità figurativa. meta. sporre almeno tre opere
Si assiste così a un salvifico recupero terapeuti- Quanto misura? oltre al quadro già presen-
co del colore, di una commossa orchestrazione Otto metri per otto. Serafini è un grande, l’avevo tato. Questi i sogni di Dedicato a Lei. Intanto por-
di tachisme, destinato a comporre un effetto di invitato nella mia piccola Galleria in via Sant’A- tiamo a termine l’immobile da ristrutturare.
musicale stordimento, pura catarsi emotiva. gnese per partecipare alla mostra sullo Zoo dome- Lei di che cosa si occupa?
Vengono alla mente i sublimi accostamenti cro- stico e si è presentato con un maialino… È un ar- Mi sono laureato in giuri-
matici di Burri, le sue originali intrusioni di tista geniale in tutte le sue forme d’arte, dalla pit- sprudenza, ma ho preferito
materiali d’uso comune sembrano ricalcare lo tura all’architettura, ai libri, famosissimo il suo seguire l’attività di famiglia
stesso sogno e bisogno di decodificare la vita e Codex pubblicato, vent’anni fa, da Franco Maria nel settore edile.
farne un messaggio di umana e composta accet- Ricci. Quando mi propongono
tazione, forse di serena sconfitta. E questa “Lei” di Dedicato a Lei, chi è? una ristrutturazione cerco
La Nostra giovane e promettente artista ha già È un mistero facile da scoprire perché nasce pro- di ridare vitalità a queste
fotografato nelle sue tele il disorientamento prio da questo mio modo d’essere. Non mi inte- “vecchie signore”, senza
moderno di una società che ancora non sa ressavano tutte quelle agenzie pubblicititarie che fare interventi radicali.
distinguere tra forma e concetto, tra pensosa proponevano contratti così un giorno, mentre È lungimiranza?
riflessione e accattivante emozione. passavo in Corso Magenta per controllare il pa- Più che lungimiranza è at-
Forse il tenue linearismo lirico che popola le lazzo che stavo ristrutturando mi è venuta l’idea taccamento alle belle cose
sue opere nasconde la comune sensazione di di dare visibilità ai miei amici artisti e abbinare al- del passato.
una vita di precari equilibri in cui tutti ci l’immagine esposta una quarta di copertina su Ar- L’arte mi aiuta ad avere
improvvisiamo incerti acrobati sospesi ad te Incontro. Il rapporto con Giorgio e Gabriele, sensibilità e rispetto per
analoghe esili funi che ci donano un senso di giovani proprietari della Libreria Bocca, è così l’antico. Io sono convinto
sicurezza nell’affrontare le luci e i colori di ricco d’entusiasmo che ci contagiamo a vicenda! di questo: “l’arte fa cresce-
una emozionante quanto breve traversata. E poi “Lei” chiaramente è Maria. In questa ope- re se hai voglia di cono-
razione non desidero si parli di me ma degli arti- scerla”.
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Roberto Abbiati e il viaggio di Zarafa centemente esposte alla libreria Bocca dal 26 febbraio al 6
marzo 2004, proponendoci con la formidabile vena poetica
che lo caratterizza tutto il viaggio di Zarafa a partire dal
Vladek Cwalinski continente africano, evocato dagli splendidi caratteristici
Roberto Abbiati ha la capacità di trovare fa, così veniva chiamato l’animale, era stata catturata in Su- strumenti in legno che escono dai suoi cassetti a scandire le
storie al limite dell’incredibile e di svilup- dan ancora piccolissima come dono, offerto dal viceré d’E- prime tappe del viaggio. Zarafa è sempre lì, come una pre-
parle in progetti, che diventano anche gitto Mehmet Ali, destinato al re di Francia Carlo X. Se- senza inequivocabile e discreta, essa appare come un’im-
mostre caratterizzate da un’intensa poesia, guendo il corso del Nilo fu condotta prima a Khartum e pronta sul fondo delle scatole-ambienti, bagnata da una
installazioni che commuovono i visitatori poi al Cairo dove fu separata dal fratellino. Da qui giunse ad pioggerellina di colore sgocciolante a dripping, quasi ricor-
e poi,— secondo tutta la gamma della sua Alessandria d’Egitto dove fu imbarcata su una nave che at- do di tutte le intemperie che ha dovuto subire sul ponte
intensa creatività, — spettacoli teatrali che traversò il Mediterraneo, con un foro nel ponte per per- della nave prima di giungere a destinazione. Il suo aspetto
riscuotono un grandissimo successo di metterle di metter fuori la testa. Essa attraccò a Marsiglia varia nel corso delle tappe di questo viaggio e si modifica
pubblico e di critica. È andata così con nell’ottobre del 1826 e subito una folla di curiosi iniziò a passando dall’impronta a un vero e proprio ready made ret-
Navi, balene e marinai la mostra che ho a- interessarsi al suo prezioso carico. La curiosità popolare ar- tificato dove in memoria e ad onore della miglior vena
vuto l’onore di curare nel 2001 presso la rivò a tal punto che Zarafa, insieme al suo custode arabo A- poetica di Marcel Duchamp Roberto Abbiati gli dedica u-
galleria Santabarbara a Milano ispirata al tir, nel suo trasferimento a piedi verso Parigi per andare al na canzone lontana e quotidiana utilizzando gli oggetti più
romanzo Moby Dick di Herman Melville, Jardin des Plantes al quale era destinata, passò tra due ali di cari ormai logori dall’uso per ricavarne forme che, come
che poi nell’estate del 2002 a mia insapu- folla entusiasta che la guardava con ammirazione. Essa giun- per incanto, vanno a formare la fisionomia di Zarafa, una
ta è diventata un’istallazione presso castel- se alla meta e rimase al Jardin des Plantes per diciotto anni. giraffa con le rotelle che percorre le strade della Francia, u-
lo Pasquini a Castiglioncello e uno spetta- Le sue sembianze avevano così colpito la fantasia del popo- na giraffa attaccapanni che esce dall’anta-ponte di legno
colo teatrale itinerante per l’Italia, ripro- lo da influenzare la moda parigina per più di un decennio: della scatola-nave in cui viaggia ad ammirare il cielo stella-
ducente la stiva della nave del capitano A- si hanno allora cappelli a forma di collo di giraffa, vestiti che to.Viaggio.Viaggio di Zarafa e viaggio-ringraziamento de-
chab dove si può accedere solamente a riprendevano il suo pelo maculato, servizi da té con teiere a gli oggetti che passando di mano in mano, da mestiere in
dodici persone per volta. Roberto con collo lungo e tazzine ornate con giraffine… Roberto Ab- mestiere, da offerta in offerta, da mostra in mostra arrivano
questa performance teatrale ha saputo tra- biati riesce ancora una volta a stupirci con le sue opere, re- al loro Jardin des Plantes.
sformare l’esposizione in un’installazione
Giardino delle piante di Girafe vivente, dove anche il pubblico fa parte dell’opera e dove
Legno e metalle, 2003 sculture analoghe a quelle in mostra costituiscono la sceno- Fra tutti gli oggetti i più cari intorno a case antiche,
grafia, appese sulle pareti della stiva. Vecchi cassetti con po- Sono per me quelli usati. da passi lise, levigate,
sate, attrezzi da falegname, piallatrici, disegni, conchiglie e fil Storti agli orli e ammaccati, e fra cui crescono erbe,
i recipienti di rame, codesti
di ferro che riprendono la forma della nave o quella della
i coltelli e forchette sono oggetti felici.
balena e che Roberto apre e chiude come finestre animate.
che hanno di legno i manici, Penetrati nell’uso di molti, spesso mutati,
Ora Abbiati ha saputo ripetersi, cambiando di nuovo tutto. lucidi per tante mani; migliorano forma, si fanno preziosi
Il nuovo spunto creativo è venuto da una bellissima storia simili forme perché tante volte apprezzati.
realmente accaduta e da tempo dimenticata: quella della mi paiono di tutte le più nobili.
prima giraffa giunta nell’Europa moderna, che non vedeva Come le lastre di pietra (B. Brecht, Poesie e canzoni, Einaudi)
animali di questo tipo dal tempo dell’impero romano. Zara-
Gualtiero Mocenni
ou la poésie de la ligne entrecroisée
Ante Glibota
Les souvenirs de l’environnement visuel de l’enfance et quant la subjectivité et l’objectivité de l’œuvre d’art à
de l’adolescence, restent tellement gravés dans nos mé- définir en tant qu’émergence de l’idée.
moires, dans notre conscient et notre subconscient, Maîtriser les différentes techniques de travail du bois,
qu’ils nous intérpellent souvent de loin dans notre pré- du fer, de la pierre, du béton et en extraire le maxi-
sent. Parfois, ce sont des actes qui nourrissent l’instant mum, témoigne à la fois d’une habilité tactile, manuel-
présent, précisément dans une rencontre avec le passé
de l’imaginaire et des idées, forgeant le sens créateur,
le, et d’un cheminement mental.
Le rythme des sculptures de Mocenni est lié à la verti-
Giovanni Sanjust
valorisant les choix et la sensibiité esthétique et artisti- calité, à la blancheur de la pierre, exprimant aussi un Elena M. Daverio
que. Gualtiero Mocenni a toujours fait preuve dans sa tourment métaphysique qui s’élève vers le ciel, or-
Cinquantenne romano sempre abbronzato quasi
vie artistique d’une grande fertilité créative, d’une é- donné en un rythme musical et porteur d’un nouveau
sempre a petto nudo, vive in totale simbiosi con la
norme énergie qui s’est traduite par une quantité con- mythe. Il se produit comme un mirage chez Mocenni,
terra del suo giardino incantato, che da alcuni anni
sidérable de sculptures, de peintures, de gravures… On que René Char, (Visage de semence, 1938), inspiré, a
sta realizzando in Maremma, con una profonda tota-
dirait même qu’avec le temps, son enthousiasme et son décrit comme des:“…Volumes qui se mêlent / Et sur-
le e viscerale passione per i suoi animali, cavalli, muc-
énergie ont exploré chaque jour davantage, ce dont té- faces qui s’aiment…”
che, cinghiali, cani, pavoni, tutti di razze molto parti-
moignent de nouvelles réalisations de plus en plus Ante Glibota, historien d’art et d’architecture, membre de
colari, ma sono i galli da combattimento, che fino da
nombreuses, de nouvelles participations à des sympo- l’Académie Européenne des Sciences, des Arts et des Let-
bambino ha collezionato, a godere della sua predile-
siums aux quatre coins du monde, sans parler des œu- tres, Paris.
zione.
vres significatives réalisées aux Etats-Unis, en
Li ha comprati in giro per il mondo e naturalmente
Ukraine, à Cuba, etc. Pour la seule année 2002,
non combattono, ma sono i soggetti più frequenti
Mocenni a pris part à plus de cinq symposiums
della sua pittura, e lui li ritrae con una precisione ma-
européens de sculptures et notamment à un
niacale, con una cura del dettaglio come fossero de-
projet sur le théme de l’Europe réalisé en Sar-
stinati a testi di studio scientifico.
daigne, pour lequel il a remporté le Premier
È dal 1975 che dipinge a tempo pieno, scolpisce e, su
Prix.
commissione, fa lavori di falegnameria come nelle
Mocenni a réalisé une œuvre à Montbrison, en
botteghe del passato, realizzando tavoli, cassapanche,
France, sur le thème d’Astrée et Céladon, inti-
sedie dipinte con i suoi soggetti preferiti.
tulée La Rivière Lignon. Cette sculpture à la sty-
L’architettura dei giardini, altra sua grande passione,
lisation élégante, trouve sa clarté dans les cour-
l’ha portato a realizzare dal nulla bellissimi giardini
bes de volumes savamment superposés dont la
cresciuti in pochi anni. La sua arte si esprime anche
tension se développe à travers des formes pures,
attraverso le pitture a muro, dove con la consueta cu-
retrouvant I’éclat lumineux du ciel nocturne
ra, raffigura alberi e paesaggi di grande effetto che ha
d’Astrée, qu’Hésiode évoque dans La Théogonie,
realizzato in casa di amici prima e in numerosi luo-
avec la force du vent porteur de vie, psychotro-
ghi pubblici poi.
pe.
Dans l’œuvre de Mocenni, le rapport lumiére-
espace-temps joue un rôle décisif, plus particu-
lièrement dans les dernières œuvres réalisées de
2001 à 2003. Il crée autour de ces sculptures un
espace mental structuré dans lequel la forme,
cristallisée dans la matiére du marbre ou de la
pierre, opère et résonne d’une vision optique
diversifiée, dans laquelle l’artiste englobe la vi-
sion et la pensée, dans un mouvement vibratoi-
re de lumiére et d’ombre et un épanouissement
de la forme sculpturale. Les courbes se suivent
accentuées par une succession de lignes droites
Symposium qui se chevauchent dans la répétition et déga-
int. di Kalinovac (Croazia),
1998, pietra bianca d’Istria, gent l’imaginaire de la matière propulsée dans
cm 150 x 90 x 250 un espace lisible, en tant qu’objet partagé, évo-
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stiano aspettando o stiano fuggendo. Da quali
Osvaldo Mosconi esperienze dell’animo di Mosconi potrebbero
scaturire queste visioni femminili? Non si
Giacomo Lodetti scorgono volti, né seni, né tantomeno morbi-
Sono reduce da una rilettura dell’opera di Proust “Alla per sforzarsi di capire, sempre, in ogni circostanza, allo- de curve di ventri gravidi. Non si vedono,
ricerca del tempo perduto” e ancora una volta di più ra perdiamo l’occasione di godere di una grande fortu- però si percepisco. Da dove viene allora la
mi convinco che il tempo che sto vivendo è il tempo na che ci è capitata, senza che fossimo andati a cercarla, sensualità che queste immagini mi comunica-
delle incertezze, dei dubbi, delle incomprensioni e del la fortuna di essere vivi. no? Sinuose ed arcuate schiene seguite da
dissolvimento dei valori, di tutti i valori che le società Uno dei campi di prova dentro cui capitalizzare i pro- possenti natiche e le cosce, per lo più assenti,
del passato ci hanno tramandato. Quasi un preludio del pri sforzi è l’arte, quell’attività dell’uomo, linguaggio u- quando presenti, richiamano solide fonda-
tramonto.Voler dare vita ad un mondo nuovo non è niversale, capace di mettere in relazione culture diverse. menta sulle quali si impiantano potentemente
più neanche un sogno, né tanto meno un’utopia perché Gli artisti, tutti gli artisti, ne sono gli alfieri.Tra loro ho le intere figure. Il pensiero corre inevitabil-
il mondo nuovo è quello che ci sta alle spalle, quello recentemente conosciuto anche Osvaldo Mosconi. mente alle sculture di Moore.
appena trascorso nella Da lui ho ricevuto le sei figure femminili che ha realiz- Come in lui, l’originale ricerca di Mosconi
nostra più autentica zato, tempo fa, per un ciclo di mostre, alla Libreria Boc- prende avvio dall’arte primitiva. Più di scultu-
incapacità di com- ca sul tema della nudità femminile. Dalla mostra di ra che di pittura parlano queste figure. Nei la-
prendere cosa ci stia Roberto Plevano, la prima: Donne allo specchio, l’iniziati- vori di Mosconi si percepisce un contenuto
accadendo. Siamo già va ha raccolto le adesioni di Luciano Ragozzino, Luca psicologico che tenta di raggiungere l’equilibrio tra
nel futuro, ma i più Vernizzi, Giancarlo Cerri. In questa società Il nudo fem- forme astratte e forme figurative. Ho ripensato all’espe-
non se ne accorgono. minile è passato da sinonimo del bello a messaggio pub- rienza di Plevano i cui nudi erano stati ispirati dalle
Questo è il motivo blicitario, con lo scopo di far vendere qualsiasi prodot- rocce della Sardegna, convincendomi che an-
per cui un individuo, to, soprattutto se con la donna non c’entra nulla. Un e- che dietro ai disegni di Mosconi dovevano
ricco per meriti pater- sempio? Pensate alle pubblicità dei reggiseni, dei col- starci dei massi, delle presenze naturali forti,
ni, di madre ebrea, lant, degli assorbenti, delle creme per il corpo, ma anche stabili e rassicuranti, dei contatti intensi con
con simpatie maschili, della birra, di autovetture, del silicone o della cioccola- quella parte di natura più distante dal paesag-
più malato che sano e ta.Visitando almeno una volta la fiera del libro di Fran- gio, natura priva di forme di vita animale e
a sua detta incapace di coforte, vi accorgereste che l’editoria negli ultimi anni vegetale, povera di colore, ma ricca di forme.
volere, abbia, senza ha abbandonato metà dei padiglioni e che metà di Credo di intuire una delle chiavi di lettura dei
peraltro rendersene quelli occupati, in rappresentanza della produzione suoi lavori. Mosconi, infatti, è un geologo.
conto, scritto uno dei mondiale, è a base di sesso. L’osservazione della natura per motivi profes-
testi più emblematici Il nudo femminile di Mosconi, con le sue forme mi co- sionali quindi è decisiva nella vita dell’artista.
del secolo passato. munica una sensazione di forza primitiva, energica e Grazie ad essa arricchisce la propria cono-
Che ben due, tra i rassicurante. La tranquillità di una madre che in grembo scenza della forma, alimenta la propria ispira-
meglio organizzati e- sente crescere la sua creatura. La possanza delle rocce, zione e conserva una propria freschezza della
ditori del tempo quando le rocce sono possenti, i verdi dossi collinari visione. Le rocce mostrano in che modo la
(Grasset e Gallimard) della terra di mia madre, le Marche, e l’immanenza del- natura lavora la pietra.
abbiano rifiutato il le montagne. Mi intrigano questi suoi disegni. Li ho Questi disegni presentano perciò una sor-
suo lavoro, peraltro già pubblicato a fascicoli in una ri- guardati e riguardati più volte cercando di coglierne la prendente potenza strutturale e una forte ten-
vista, la Nouvelle Revue Francaise, e vincitore del Gon- chiave di lettura. Senza conoscere nulla dell’autore. La sione formale che fa di loro un’opera artistica
court, conferma l’incapacità di comprendere dei con- forma di quelle figure mi trasmette una sensazione di di cui sono lieto, benché non sia mio mestie-
temporanei. quiete, quasi di una presenza potente che ti rassicura, ti re, di avervene parlato e un giorno non lonta-
E se non ci imponiamo di cambiare, di aprire la mente protegge, ti accompagna. Mi lasciano nel dubbio se no potervele mostrare.
José D’Apice ermetica e contagiosa: è una pittura che non dà una ri-
sposta univoca sulla sua matrice di mistero, ma che però,
Silvia Pegoraro suscitando una lunga serie di domande assedianti, finisce
con l’introdurre quel mistero in ognuno di noi che so-
Roger Caillois apre quel suo grande libro, da una tecnica pittorica abbagliante e ambigua, capace di stiamo davanti a un quadro di José D’Apice.
Au coeur du fantastique, con questa tranquilla, unire tutta la capziosità del disegno antico alle più mo-
apparentemente tranquilla, confessione:“So- derne tecnologie fotografiche e digitali; o forse dall’in- SpazioBoccainGalleria
no attratto dal mistero”,soggiungendo tutta- credibile sodalizio che s’instaura qui tra un medioevo 5-18 maggio 2004
via: “ma non mi abbandono con compia- barbarico che risente di Antelami e Wiligelmo, le figure e
cenza agli incantesimi del fantastico”. Miste- i simboli di una ritualità arcaico-tribale e quelli di un im-
ro e fantastico sono dunque per lui due ordi- maginario surrealista rivisitato… La suggestione primaria
ni di realtà, che non si confondono ma ne- di questa singolare pittura è d’essere nello stesso tempo Il mio Colosseo, 2004, china su pergamena, cm 81,3 x 62
cessitano l’uno dell’altro. Il mistero è sempre
legato al fantastico. Ma il mistero implica l’e-
nigma, l’interrogazione, l’analisi. Il fantastico
senza mistero è sterile divagazione. Questa
straordinaria simbiosi tra mistero e fantastico
sembra proprio il fulcro attorno al quale
Annunciazione, 2003 ruota la ricerca pittorica di José D’Apice. Il
china su carta antica fulcro, in particolare, dei nuovi lavori che costituiscono il
cm 121,8 x 87 ciclo Bestiario, di cui Castelbasso Progetto Cultura 2003
offre una scelta in anteprima. Caillois, in quel suo libro
Tabula, 2004 che è l’albero genealogico del mistero, dichiara di essere
tecnica mista su carta antica attratto dal mistero unicamente per il bisogno di decifra-
cm 54,5 x 53,2 re persino l’indecifrabile. Forse lo si può af-
fermare anche del pittore brasiliano (che vi-
ve e lavora da più di vent’anni in Italia):il ve-
ro terminale del suo viaggio visivo è l’atto
del conoscere, del pervenire insomma “au
bout de l’énigme” (Caillois). La pittura di Jo-
sé viene dai domini del mistero, ne esce e vi
rientra perdutamente. Non è una pittura so-
lo misteriosa: è una pittura misterica. Per
questo, certi suoi “rituali” restano segreti an-
che all’occhio più critico che vi si inoltri.
Ma quanto più appare velata di un’inattacca-
bile aura, in realtà non fa che offrirsi quasi e-
sigendo d’essere svelata, violata. Da dove vie-
ne, allora, la magia di que-sto Bestiario? Forse
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Sul filo dell’arte a cura di Stefano Soddu
arte contemporanea
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domanda surreale un’icona di grazia allucinata e inquietante. È consapevo- colazione a casa mia.Vi preparo la polenta.Aspettatevi un pran-
le che l’autorappresentazione, come specchio della vita, è zo frugale, però”. L’età non ha spento gli occhi vivaci e pe-
“L’Arte è una ciò che rende vivibile la vita stessa e sopportabile il do-
lore. La sua colonna spezzata è il suo io frammentato, la
netranti. Ha una voce giovanile e la sua figura minuta, so-
stenuta da un bastone etnico con l’impugnatura a scettro
B
di occa
pensare a qualcosa di nuovo, era, è e sarà una
problematica di sempre. Ma questo non deve fre-
nare o fermare coloro che sentono l’esigenza di
dipingere (anche se spesso si dice che è stato
fatto tutto). Non è vero.
C’è sempre da fare, e non è poco. Il presente e il
futuro. Di sicuro ci vuole intelligenza, modestia,
capacità, impegno e poesia. Un esempio si può
S̀iva
avere osservando le opere di S̀iva, questo giova-
ne che guarda con attenzione al passato cercan-
do nel presente. Silenzio e fragore? Sacro e pro-
fano? Insensibilità e dolore? Travolti da questi
Lacarpia
interrogativi si ha il desiderio di entrare in questi
corpi, a volte quasi gonfi e poco godibili, per
poter vedere da vicino e capire meglio ciò che
succede e perchè succede. Una volta entrati è
tutto meno tragico e, grazie a quelle stilettate
che fanno da impronta, con esse abbiamo una
buona guida per proseguire quasi in punta di
In collaborazione con
Omaggio a Moreno Chiari, 2004
acrilico e bitume su tela SANTABARBARA piedi ma senza timore in queste carni che sem-
cm 150 x 170 ARTE CONTEMPORANEA brano accettare di buon grado le “sevizie” subi-
te. In questo scenario, i colori sono caldi, i punti
neri diventano arabeschi su pentagrammi di
buona musica. La tela si espone, sicura che qual-
cuno la potrà apprezzare."
G. Santabarbara
Segrete di Bocca
25 maggio 2004 ore 18,30
fino al 25 giugno 2004
Via Molino delle Armi, 5 (interno)
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Clemen Parrocchetti
Pietro Sergio Mauri
L’ulti- ne, sono disseminati nello studio insieme a disegni che sieme ottimista, perché
ma piccola e ritraggono non solo le tarme ma anche altri “amici”, nell’arte di questa paz-
gioiosa mostra di nati da un racconto fantastico creato dalla Clemen: zerella a lieto fine c’è u-
Clemen Parrocchetti scorpioni, scarafaggi, pulci, pidocchi e cavallette. “Ri- na mescolanza di disegni
è stata un invito a visitare tratti” che costituiscono per Carlo Pesarini, entomolo- dei bambini, dei matti,
la gentile artista nel suo lumi- go del Museo, una sorta di felice “entomologia del l’arte pop, il sadismo, le
noso studio. Un panorama tutto milanese, un ottavo sommerso”! sagre carnevalesche con tor-
piano che si affaccia sul gugliato del Duomo e sotto il Clemen Parrocchetti percorre un solco pittorico esclu- nei di grotteschi e diabolici mascheroni”.
fungo della torre Velasca. sivamente proprio, liricamente sottolineato al femmini- Ieri ed oggi l’inventiva, la fresca e la franca comunicati-
La parrocchetti ha al suo attivo, dal 1955, una lunga sto- le ma senza alcuna ombra di femminismo grazie ad una va delle sue immagini, dall’arazzo al pittorico, hanno
ria espositiva. Numerose e vivaci tappe hanno contrad- estrosa inventiva, sensibilità e colta ironia. sempre coinvolto l’attenzione critica di Rossana Bossa-
distinto il suo cammino fino a quell’estate del 1997, in “Non è giusto tenere mezzo cielo stellato e l’altra metà in pie- glia:“…seguo da molti anni la sua attività e ogni volta e sem-
cui l’artista si trovò una quantità di indumenti di lana na notte” cosi pensando, al mezzo cielo femminile, Cle- pre più, sono sorpresa e gratificata dalla freschezza e giocosità
distrutti dalle tarme. Avevano fatto baldoria nei suoi ar- men ha iniziato anche a creare con gli oggetti della cul- del suo stile, dalle soluzioni compositive che ella escogita come
madi. tura della donna e negli anni ’70 costruiva con materia- se ogni volta scoprisse l’arte in quanto ludus, …il luogo della
Presa da rabbia andò a documentarsi, ha ingrandito e- li poveri e soffici, con stoffe colorate vivacemente, uni- libertà d’espressione, un gioco non ingenuo dove l’esperienza
normemente questi animaletti, dapprima disegnandoli te a nastri e fili, per esprimere un fermento-ribellione di vita, anche quella del dolore, si tramuta in disarmata spe-
e poi costruendoli con garze, fili di ferro e cotoni di va- ed una ottimistica visione da fabbro-sarta. ranza e ci consegna un sorriso”.
ri colori. Questi piccoli insetti, trasformati in sculture Franco Russoli colse “la sua vitalistica, favolistica esplosio- Clemen è una creatrice infaticabile che presto ci sor-
imprigionate in involucri trasparenti, si potevano vede- ne di felicità nel segno di un non sense che dava fiori e frutti prenderà, di nuovo, con altre gallerie di ritratti: etnici, a-
re fino al 1° febbraio salendo lo scalone del Museo di gustosi volteggianti nell’aria limpida del paese della since- nimali e se stessa.
Storia Naturale di Milano ora, come luminose pianta- rità…”. Per Dino Buzzati la sua pittura “è nevrotica ed in- Una sorprendente Frida Khalo milanese!
Strano questo mio
andar via assistito da
Tutto ha avuto inizio quando un socio della Bocca mi parlò di un’artista ligure, sua amica, che
avrebbe voluto farmi conoscere, per allestire una mostra dei suoi lavori in libreria. Non ricordo
con precisione quando accadde il fatto, ma da allora sono trascorsi non meno di due anni.
Ricordo invece l’impatto del quadro di Serena. Più delle mie parole, per comunicare le immagi-
ni del suo lavoro, mi avvalgo di un passo di una sua poesia, dal titolo Tazza bianca e nera: “il
liquido trasparente della tazza, emanava soave, un impercettibile odore brillante di starnuti mai
fatti che ti fanno sfrigolare le orecchie per poi non farcela più ....” E ancora da una sua lettera del 1991: “Vorrei
spiegare come sono nate le due serie di lavori e come sono rese tecnicamente. Ciascun acquerello rappre-
senta una delle posizioni base del TAI-CHI-CHUAN, l’antica arte del movimento cinese per la saluta e la lon-
gevità. Ho cercato di esprimere, unito all’aspetto fluttuante e magico delle posizioni, quello un po’ smitizzan-
te ed ironico di me in quel contesto”. Grazia, delicatezza mista a incertezza, dubbio e fragilità, più fisica che
spirituale, scarsa considerazione dello scorrere del tempo, assenza dei punti di riferimento, sensibilità e
discrezione riassumono per me che l’ho conosciuta, non solo la fisicità del personaggio, ma tutta la sua arte.
Si è avvalsa della collaborazione, in questa circostanza, del suo compagno, Franco Carrozzini, che l’ha aiu-
tata a realizzare la colonna delle Segrete di Bocca, qui presentata nei disegni preparatori, e che gli
è costata ben due viaggi Genova-Milano, andata e ritorno, per gli adattamenti e le migliorie appor-
tate al progetto iniziale. Maria Serena Olivari è nata a Genova il 23 aprile 1952, città in cui oggi
vive e lavora nel campo della grafica. Laureata nel 1976, in architettura, da tempo è dedita esclu-
sivamente alla pittura e alla ceramica. Possiede un discreto curriculum di personali e collettive,
in prevalenza tra Genova e Milano, ma con uscite a Melbourne, Firenze, Bari, Svizzera e Finlandia.
B
di occa Via Molino delle Armi, 5 - Milano