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INTERPLAN

Progetto di ampliamento dellimpianto di miscelazione ed imbottigliamento GPL della MADOGAS s.r.l. sito in Corato (Ba) via vecchia Trani a.c.

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE per la verifica di assoggettabilit a valutazione dimpatto ambientale

INTERPLAN S.r.l. Via Don Guanella 15/G 70124 Bari ITALY - tel. ++ 39 080 5026566 - fax ++39 080 5690593 - E-mail info @ interplan.it - http:// www.interplan.it Cap. Soc. 12.000 i.v. - Iscr. Trib. Bari n. 33393 - C.C.I.A.A. Bari n. 333337 - P. IVA 04767360722

INDICE
PREMESSA ................................................................................................................. 3 1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO. UBICAZIONE ....................................... 5 2. COMPATIBILIT CON LA NORMATIVA E CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALI ................................................................... 17 3. DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI.................................................. 23 4. CONCLUSIONI ..................................................................................................... 31 5. ALLEGATI............................................................................................................. 32

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PREMESSA
Il presente studio redatto a compendio del progetto di ampliamento dellimpianto di miscelazione ed imbottigliamento GPL (gas di petrolio liquefatto) della MADOGAS s.r.l. sito in Corato (Ba) via vecchia Trani a.c. Il proponente Madogas s.r.l. intende ampliare lunit produttiva esistente al fine di confermare la crescita realizzata negli ultimi anni. Lattuale capacit di stoccaggio di 350 m3 in serbatoi e 10 t in bombole (pari a 10 t / 0,46 m3 / t = 21,7 m3), post ampliamento lo stoccaggio sar di 1.250 m3 in serbatoi (n. 2 da 300, n. 4 da 150 e n. 1 da 50 m3) oltre a 50 t in bombole (pari a 50/0,46=108,7 m3). Lampliamento dellimpianto esistente si raggiunger quindi mediante laggiunta di ulteriori serbatoi di stoccaggio (due della capacit di m3 150 e due della capacit di m3 300, per un totale di m3 900), un impianto di denaturazione ed odorizzazione, gruppi compressori e pompe, una pallettizzatrice automatica per completare la linea di imbottigliamento. Limpianto stato progettato adottando le tecnologie pi allavanguardia, con lo scopo di ottenere un impianto efficiente, in grado di soddisfare i pi rigorosi requisiti in materia di normativa ambientale e di sicurezza dellambiente di lavoro, e ha ottenuto il nulla osta di fattibilit ai sensi del comma 3 dellart. 21 del D. Lgs. 334/99 . Lo Studio preliminare ambientale eseguito ai fini della verifica di assoggettabilit prevista allart. 20 della parte II del D.Lgs. n152 del 03/04/2006 come modificato dal D.Lgs. n4 del 16/01/2008 ed alla luce dellart. 16 della Legge Regionale n11 del 12/04/2001 e s.m.i. in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. Con riferimento alla normativa nazionale il progetto rientra nella categoria 8. g) dellAllegato III al D.lgs. 152/2006 stoccaggio di prodotti chimici pericolosi, ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni, con capacit complessiva superiore a 1.000 m3. Invero, la LR 12/4/2001, n. 11 impone soglie pi elevate per la verifica di assoggettabilit: - A.2.c) stoccaggio di petrolio, prodotti petroliferi, petrolchimici e chimici pericolosi, ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni con capacit complessiva superiore a 40.000 t; - B.2.as) stoccaggio di prodotti chimici pericolosi, ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni, con capacit complessiva superiore a 1.000 t. Tuttavia, nelle more delladeguamento normativo regionale alle disposizioni del D.Lgs. n152 del 03/04/2006 come modificato dal D.Lgs. n4 del 16/01/2008, la Regione Puglia ha recentemente emanato una circolare (n 1/2009 pubblicata sul BURP n 15 del 25.1.2010) con la quale, nel ricordare lefficacia delle deleghe di competenza attribuite
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con LR 17/07, si fa presente che laddove dovessero riscontrarsi differenze relative alle soglie dimensionali dellopera da realizzare dovr farsi riferimento al valore pi restrittivo individuato tra legge regionale e lo stesso decreto. In base a quanto sopra esposto la societ Madogas s.r.l. sottopone lintervento alla procedura di verifica di assoggettabilit a VIA di competenza della Provincia di appartenenza. Obiettivo del presente documento quindi fornire le informazioni e i dati necessari alla verifica degli eventuali impatti significativi sullambiente, inteso come sistema complesso e interrelato di risorse naturali ed umane, derivanti dalla realizzazione e dallesercizio dellimpianto come risulter a seguito dellampliamento , secondo quanto previsto dallart. 20 e dallallegato V della parte II della L.152/06. Pertanto, il presente Studio articolato nei seguenti capitoli: Capitolo 1: Caratteristiche del progetto. Ubicazione. Capitolo 2: Compatibilit con la normativa e gli strumenti territoriali di pianificazione e programmazione Capitolo 3: Descrizione degli impatti potenziali Sono parte integrante del presente Studio: - gli allegati; - gli elaborati del progetto preliminare.

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1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO. UBICAZIONE


Nel presente capitolo viene descritto il progetto con particolare riferimento alle caratteristiche fisiche e tecniche dellimpianto di miscelazione ed imbottigliamento GPL. Sono descritti gli elementi principali di progetto in termini di dimensioni, utilizzazione di risorse naturali e produzione rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali, rischio di incidenti, sistemi di controllo nonch la localizzazione dellimpianto rispetto al territorio. 1.1. Dimensioni del progetto. Ubicazione e descrizione del sito Larea su cui sar realizzato lampliamento ricade allinterno del sito industriale gi esistente della societ Madogas s.r.l.. Il sito si trova nel Comune di Corato, in aperta campagna in prossimit della via Vecchia Trani, a circa 2,5 km in direzione Nord dal centro abitato.

Fig. 1 ubicazione del sito su cartografia IGM

Il territorio caratterizzato dalla presenza di colture agricole (prevalentemente oliveti) e da insediamenti rurali. Il sito non interessato dalla presenza di vincoli ambientali e di aree critiche dal punto di vista naturalistico (cfr. cap.2).

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La superficie totale dellarea della societ Madogas s.r.l. di circa 18.000 m2, su cui insistono i seguenti impianti ed infrastrutture: impianto di imbottigliamento di gas di petrolio liquefatto, con linea a carosello a 12 stazioni; magazzino di stoccaggio di gas di petrolio liquefatto costituito da un serbatoio da 50 m3 e due serbatoi da 150 m3 palazzina uffici; locali tecnologici a servizio dellimpianto; linee di condotte di alimentazione e collegamento serbatoi- impianti.

Il sito dotato di recinzione perimetrale, viabilit interna, aree parcheggi e cancelli carrabili. La configurazione attuale e futura del sito riportata in fig.2. Com possibile osservare, non previsto alcun incremento di volumetria n di superficie occupata.

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Fig. 2 - Planimetria

Lo stabilimento ben servito dalla viabilit esistente, e, per il tramite della via Trani vecchia, collegato alle vicine s.p. 231 e s.p. 238 e, tramite questultima, allautostrada A14. Di seguito si riportano alcune foto dellimpianto esistente.

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Fig. 3 ortofoto del sito, a Nord di Corato

Fig. 4 ingresso stabilimento esistente, da via Trani vecchia (vista da Ovest)

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Fig. 5 panoramica dello stabilimento esistente, ripreso dallo svincolo della SP 238 (vista da Est)

1.2. Limpianto di miscelazione ed imbottigliamento GPL Il processo produttivo molto semplice, e pu essere schematizzato come segue.
Botticelle alle utenze Autobotti Scarico Stoccaggio

Imbottigliamento

Bombole alle utenze Fig. 6 schema a blocchi

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Con riferimento allo schema di flusso riportato nella Fig. 6 si descrivono di seguito le attivit principali svolte presso limpianto: Rifornimento di G.P.L. ai serbatoi di stoccaggio tramite autobotti. Lo scarico delle autobotti nei serbatoi fissi avviene per differenza di pressione. Il compressore aspira il G.P.L. in fase di gas dalla sommit dei serbatoi fissi e lo comprime sulla sommit delle autobotti, determinando lo spostamento del G.P.L. in fase liquida dalle autobotti ai serbatoi fissi di stoccaggio. Caricamento di botticelle. Il carico delle botticelle, della capacit variabile da circa 5 a 20 m3, avviene mediante elettropompa a girante avente portata di circa 6001000 l/min, che preleva il G.P.L. dal fondo dei serbatoi. Le botticelle sono utilizzate per il rifornimento all'esterno dei serbatoi di G.P.L. sfuso delle utenze domestiche. Caricamento di bombole. Il carico delle bombole della capacit variabile da 5 a 25 kg avviene mediante elettropompa a girante che preleva il G.P.L. dal fondo dei serbatoi.

Le operazioni di riempimento delle bombole avvengono sotto una ribalta realizzata con una struttura in cemento armato, che ha un piano di calpestio rialzato rispetto al piazzale ed completamente aperta su tutti i lati pertanto assicurata una ventilazione naturale. Per consentire le operazioni di carico e scarico delle bombole piene e vuote, si possono distinguere le seguenti zone in cui sono sistemate le apparecchiature destinate alla movimentazione, il controllo e limbottigliamento delle bombole e la zona una volta destinata al deposito delle bombole piene e vuote: zona di ricezione dove avviene anche la cernita delle bombole; in fase di ampliamento ci saranno due pallettizzatrici utilizzate per il carico/scarico bombole nastro trasportatore strisciante (mosso da motore elettrico) per la movimentazione delle bombole nel reparto.

Nella zona riservata all'operazione di imbottigliamento sono sistemate: una linea di riempimento a carosello da 12 postazioni due dosatori singoli per bombole superiori a 25 kg (i.e. 62 kg) un impianto di svuotamento bombole difettose un nastro trasportatore.

Post ampliamento ai suddetti impianti del reparto imbottigliamento saranno aggiunti nella zona attualmente destinata al deposito delle bombole: un carosello da 18 postazioni un nastro ulteriore per il carosello da 18 postazioni due palettizzatori uno per ogni nastro due dosatori singoli per bombole da 3/5 kg

Lallaccio delle bombole alla linea del G.P.L. avviene con apposite pinze gestite da un sistema pneumatico.
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Loperatore predetermina il peso finale in funzione del peso di tara delle bombole e poi avvia il riempimento. Il blocco automatico del riempimento della bombola avviene appunto sulla base della preselezione del peso finale desiderato, fatta precedentemente dalloperatore mediante cursore rotante sul quadrante della bilancia. Ogni postazione di carico dellimpianto fisso equipaggiata con pinza pneumatica, per agganciare le valvole a rubinetto manuale, di cui sono corredate le bombole. Tali pinze sono montate all'estremit di tubi flessibili in gomma tipici per G.P.L. che fungono anche da supporto al tubicino in plastica recante l'aria compressa di azionamento del sistema. In mancanza di aria la pinza si stacca automaticamente e l'operatore chiude manualmente la valvola a rubinetto della bombola. L'aggancio e lo sgancio delle pistole si effettua manualmente mediante lazionamento di un pulsante. Sulla bocca di erogazione G.P.L. della pistola montata unapposita valvola che si chiude automaticamente allatto dello sganciamento, cosi da evitare fughe di G.P.L. 1.3. Strutture e impianti tecnologici ausiliari Lampliamento dellimpianto comporta la realizzazione di nuove selle in calcestruzzo armato per lalloggiamento di quattro nuovi serbatoi per deposito G.P.L. (due della capacit di 150 m3 e due della capacit di 300 m3). Sar poi prolungato il muro di terrapieno a contenimento della sella di alloggio dei nuovi serbatoi. I serbatoi saranno tumulati e non interrati, cio saranno sollevati ed isolati con guaina rispetto al piano stradale, ed interamente ricoperti di terreno. Limpianto sar corredato di nuove linee di collegamento ai serbatoi, ulteriori pompe di travaso e linee di collegamento ai serbatoi, nonch pompe e dosatori per laggiunta della sostanza denaturante. 1.4. Realizzazione delle opere Le principali lavorazioni per la realizzazione dellimpianto in oggetto consisteranno essenzialmente in: fondazioni e opere in c.a. ; stesura cavi, installazione tubazioni, montaggio apparecchiature; montaggi meccanici ed elettro-strumentali;

Le operazioni relative alla realizzazione dellimpianto non sono tali da generare effetti sostanzialmente dissimili da quelli di un normale cantiere edile, che dovr essere condotto a regola darte, evitando le lavorazioni in ore notturne e provvedendo alla messa in opera degli usuali presidi ambientali e sanitari. Lallestimento dellarea di cantiere sar effettuata allinterno dello stabilimento gi esistente, pertanto senza occupazione di suolo e di intralcio alla viabilit.

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1.5. Utilizzazione delle risorse naturali Il processo produttivo della Madogas s.r.l. non prevede utilizzo di risorse naturali quali aria e acqua. Lacqua esclusivamente utilizzata per scopi sanitari, e alluopo prelevata dalla vasca di accumulo interrata, alimentata da un pozzo artesiano. Non vi utilizzo di suolo o vegetazione poich per lintervento non previsto alcun incremento di superficie occupata. 1.6. Energia e prodotti chimici Energia Per azionare gli impianti di imbottigliamento e per le attivit di ufficio, Madogas utilizza esclusivamente energia elettrica prelevata dalla rete ENEL. Sia limpianto esistente, di recente realizzazione, che lampliamento previsto rappresentano lo stato dellarte dellimpiantistica del settore e sono dotati di ottima efficienza energetica. Il consumo elettrico relativo al 2009 (situazione pre-ampliamento) si aggira intorno ai 150.000 kwh per una quantit di prodotto lavorata di 12.800 t, corrispondente a 11,7 kWh/t; a seguito dellampliamento, tale valore scender al di sotto dei 10 kWh/t . Si prevede pertanto un incremento dei consumi di energia meno che proporzionale allincremento della produzione, in quanto alcune utenze elettriche (illuminazione esterna, uffici, etc) non subiranno variazioni di assorbimento. Miscela denaturante Ai sensi del DM 21/3/1996, per lodorizzazione si impiegano delle miscele denaturanti autorizzate dallAgenzia delle Dogane nella misura di 4 grammi ogni 100 kg di propano da denaturare. La composizione della miscela : 74% in peso di acetone; 24% in peso di isobutanolo; 2% in peso di trietanolammina.

Il processo di denaturazione avviene a ciclo chiuso senza lutilizzo di aria acqua o altri prodotti. Il consumo annuo di tale miscela variabile in funzione della quantit di prodotto che viene venduto denaturato, ma comunque complessivamente contenuto in ragione di alcuni kg/mese.
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1.7. Produzione di rifiuti Il processo produttivo (miscelazione ed imbottigliamento di gas petroliferi liquefatti) non genera, di per s, rifiuti. I rifiuti prodotti dalla Madogas derivano da attivit di: funzionamento dei macchinari produttivi, per quanto riguarda condensa dei compressori, imballaggi, tappi di plastica, etc. attivit di ufficio, relativamente a toner, carta, ...smaltiti dallazienda del Comune reflui e fanghi della fossa Imhoff.

Allinterno dello stabilimento sono presenti cassonetti e altri punti di raccolta rifiuti ben identificati, attiva la raccolta differenziata di carta e plastica (compresi i tappi delle bombole); i toner e le cartucce esaurite vengono rigenerate. I rifiuti speciali sono conferiti a ditte esterne autorizzate e inviate in discarica (imballaggi contaminati) o al depuratore (nel caso dei reflui della fossa settica). Il processo produttivo prevede minime attivit di manutenzione ordinaria, quali scarico condensa dei compressori o ingrassaggio di parti meccaniche: i rifiuti derivanti, se pur in minime quantit, sono comunque correttamente stoccati e gestiti tramite ditte autorizzate anche per il tramite delle ditte che eseguono la manutenzione. Lazienda dotata del Registro di Carico e Scarico regolarmente vidimato. I rifiuti principali prodotti dallo stabilimento sono riassunti nella seguente tabella: Descrizione rifiuto Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze Acque reflue domestiche Codice Quantit CER annua 150110 180 kg Provenienza Approvvigionamento Destinazione Trasporto tramite ditte autorizzate e deposito in discarica Trasporto tramite ditte autorizzate presso impianto di depurazione

190899 3000 litri

Fossa imhoff

Tab. 8 - Produzione rifiuti

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Laumento delloperativit dello stabilimento comporter un corrispondente aumento nella produzione di rifiuti; si tratta, tuttavia di un aumento meno che proporzionale, dal momento che la componente rifiuti non direttamente legata al processo produttivo ma solo ai servizi generali di stabilimento. 1.8. Inquinamento e disturbi ambientali Emissioni gassose Il processo produttivo non ha emissioni puntuali in atmosfera. Durante le normali operazioni di travaso sono teoricamente possibili minime quanto occasionali emissioni diffuse di vapori, che lazienda previene efficacemente applicando le modalit operative previste dalle norme tecniche UNI. Inoltre, possibili impatti trascurabili sulla componente atmosfera sono dovuti alle emissioni legate al traffico veicolare per il trasporto di GPL tramite autobotti, stimato in 8-10 veicoli/giorno, ossia un numero esiguo di mezzi coinvolti. Per il riscaldamento degli uffici e per la produzione di acqua calda sanitaria viene utilizzata una caldaia (gi presente nellimpianto esistente) alimentata a GPL, regolarmente mantenuta. Lazienda inoltre dotata anche di un gruppo elettrogeno per le emergenze, alimentato a gasolio. Tali sorgenti di emissione in atmosfera non saranno variate dallampliamento. Emissione di reflui liquidi Il processo produttivo della Madogas non prevede n impiego di acqua n scarichi idrici. Gli scarichi provenienti dallinsediamento sono assimilabili ai reflui urbani civili, e sono convogliati tramite impianto fognante in un pozzetto sifonato, per poi arrivare alla fossa settica (mancando in zona la rete fognaria comunale). La fossa di tipo IMHOFF con vasca a tenuta stagna; il fango e il liquame chiarificato sono prelevati da ditta specializzata ed autorizzata, che si occupa anche degli interventi di pulizia su pozzetti e canali e della manutenzione sulle parti meccaniche. Emissione di rumore Il rumore percepibile nella zona legato , pi che alla presenza dellattuale stabilimento, allintenso traffico veicolare che si sviluppa lungo la vicinissima strada Provinciale 283 Trani-Corato, sul quale lazienda non ha alcuna capacit di intervento diretto. Ci premesso, allinterno dellattuale stabilimento le uniche sorgenti fisse di emissioni sonore sono rappresentate dai compressori e dalle pompe. Limpianto interamente recintato con un muro in calcestruzzo di altezza pari a circa 2,5 m, e le sorgenti di emissione del rumore sono poste ad una ragguardevole distanza dal
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confine; ne consegue che, allesterno dello stabilimento, il rumore generato dallimpianto non praticamente percepibile, e lunica componente significativa che emerge dalle rilevazioni fonometriche rappresentata dal transito dei veicoli. Lampliamento non interverr sui gruppi di produzione di aria compressa, che resteranno invariati, ma prevede solo linstallazione di ulteriori compressori o pompe per GPL, che non contribuiscono in maniera significativa alle emissioni acustiche complessive. Si ribadisce comunque che, sia per quanto riguarda limpianto nella sua configurazione attuale che in quella a seguito dellampliamento, sono e saranno rispettati tutti i principi fondamentali in materia di tutela dellambiente esterno e dellambiente abitativo dallinquinamento acustico definiti dalla Legge quadro n. 447 del 26 ottobre 1995, ed i valori limite di immissione nellambiente esterno delle sorgenti sonore di cui al D.P.C.M. 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore). Per quanto sopra esposto, limpatto dellintervento sulla componente acustica da ritenersi non significativo; per di pi, esso limitato esclusivamente alla sua componente diurna; infatti, al fine di limitare limpatto sullambiente e prevenire rischi dincidente, non previsto il funzionamento dellimpianto di notte, e dunque non previsto alcun impatto acustico nelle ore notturne. Inoltre, sono e saranno effettuati controlli periodici per verificare il rispetto dei limiti di rumore previsti dalla normativa. Inquinamento di suolo, sottosuolo e falde Lattivit svolta non comporta inquinamento di suolo, sottosuolo o falda. Solo in condizioni di emergenza, si potrebbero verificare sversamenti di sostanze dovuti a perdite dai serbatoi di stoccaggio, perdite dalle tubazioni di trasferimento, sversamenti durante le operazioni di carico / scarico dalle autocisterne o sversamenti durante la movimentazione delle sostanze. In questo caso, per, il GPL passerebbe in fase gassosa. Sulla base degli accorgimenti progettuali e gestionali adottati, si ritiene che le conseguenze dei suddetti eventi siano estremamente contenute ovvero che la contaminazione del suolo o del sottosuolo non possa ragionevolmente verificarsi, anche in considerazione dellestrema volatilit del GPL. 1.9. Rischio di incidenti Il GPL una miscela di butano e propano commerciale ottenuta dalla lavorazione del petrolio greggio, dai suoi derivati o dal gas naturale. Sia il propano che il butano hanno una temperatura di ebollizione inferiore alla temperatura ambiente, pertanto, nel caso di rilasci di GPL in fase liquida, una parte dello stesso vaporizza (flash), mentre leventuale liquido rimanente, in dipendenza dellentit del rilascio, pu formare una pozza mantenendo l'ebollizione, sfruttando il calore assorbito dall'ambiente.

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Il rischio di incidenti pu riguardare il rilascio di GPL vapore (per bloccaggio valvola di sicurezza PSV, per scatto PSV da sovrapressione, per rottura della manichetta in zona vapore) o di GPL liquido (per rottura serbatoio, scatto PSV per sovra riempimento, o per rottura pompa). In realt sono eventi molto rari, e si sottolinea che lanalisi storica di Madogas non evidenzia incidenti che abbiano coinvolto lo stoccaggio bombole. Lazienda dotata di tutti i sistemi di sicurezza previsti dalla normativa antincendio; dotata di vasca interrata per la riserva idrica antincendio, di circa 517 m3. Lazienda opera con Certificato Prevenzione Incendi n. 34562 valido fino al 16/02/2013 e ha gi ottenuto il Nulla Osta Provvisorio da parte dei Vigili del Fuoco per lampliamento delle attivit (Approvazione da parte del Comitato Tecnico Regionale del Rapporto di Sicurezza in fase Nulla Osta di Fattibilit prot. 0014905 del 1/12/2009).

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2. COMPATIBILIT CON LA NORMATIVA E CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALI


Nel presente capitolo sono elencate le principali normative che sono state prese a riferimento per la progettazione dellimpianto e le procedure adottate per la verifica della compatibilit del progetto con gli strumenti di programmazione e di pianificazione territoriale. 2.1. Riferimenti normativi Di seguito si riportano le principali normative ambientali vigenti a base della redazione del presente studio. Legge n.447 del 26/10/1995 Legge quadro sullinquinamento acustico. Decreto Legislativo 4 settembre 2002, n. 262 Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto. DLgs. 22/01/2004 n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio Decreto Legislativo n. 59 del 18/02/2005 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento. D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i. (D.Lgs. 4/2008) Norme in materia ambientale. Testo coordinato della L.R. Puglia n. 11 del 12/04/2001 e s.m.i. Norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale. Il progetto, dallanalisi effettuata, risulta compatibile con quanto desunto dal quadro normativo. 2.2. Strumenti programmatici e territoriali Lo studio preliminare ambientale ha analizzato il progetto in relazione agli stati di attuazione e ai rapporti di coerenza del progetto con gli strumenti pianificatori, di settore e territoriali, nei quali inquadrabile il progetto stesso. Gli strumenti di seguito analizzati sono: Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio, adottato dalla Regione Puglia il 15/12/2000 con delibera della Giunta Regionale n. 1748; Il Piano Regolatore Generale del Comune di Corato, adottato con Del. C.C. n.5/31.03.1976 e approvato con Del.G.R. n.5637 del 01.10.1979.

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Il Piano di Bacino della Puglia, stralcio Assetto Idrogeologico (PAI), adottato dallAutorit di Bacino Interregionale della Puglia con delibera del Comitato Istituzionale n 25 del 15.12.2004; Il Piano Regionale per la Qualit dellAria (PRQA); Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR).

2.3. Piano Urbanistico Territoriale Tematico Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico fornisce una precisa conoscenza ed individuazione degli elementi che caratterizzano in senso qualitativo il territorio . E stato approvato dalla Giunta Regionale il 15.12.2000 con delibera n. 1748, quindi sottoposto a verifica di compatibilit con gli indirizzi del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali e riconfermato, con leggere modifiche, con delibera della Giunta Regionale n. 1422 del 30 Settembre 2002. Tale strumento disciplina e ordina la trasformazione dellassetto paesaggistico ed ambientale esistente, al fine di dare un assetto armonico non conflittuale al difficile rapporto tra tutela, salvaguardia e valorizzazione dei valori storico-estetici-culturali del paesaggio, delle caratteristiche ambientali e del sistema generale di pianificazione e di programmazione territoriale. Lindividuazione, la definizione e la classificazione delle peculiariarit paesistico ambientali del territorio regionale, viene fornita con riferimento ai tre sistemi fondamentali che concorrono a configurare lassetto territoriale: Ambiti territoriali estesi- A.T.E. (relativi alle qualit paesistiche ed ambientali), suddivisi in ambiti di valore: eccezionale A, rilevante B, distinguibile C, relativo D, normale E; Ambiti territoriali distinti- A.T.D. (relativi agli elementi strutturanti e costitutivi), inquadrati rispetto al sistema geologico-morfologico-idrogeologico, al sistema della copertura botanico-vegetazionale-colturale e della potenzialit faunistica, e al sistema della stratificazione storica dellorganizzazione insediativa; Emergenze riferite alle caratteristiche particolari e rare esistenti, individuate per ogni sistema degli A.T. D. Per ciascun livello sono dettati gli specifici regolamenti di perimetrazione dei regimi di tutela e le relative prescrizioni di base cui attenersi. Gli Ambiti territoriali distinti- A.T.D. sono relativi agli elementi strutturanti e costitutivi, inquadrati rispetto al sistema geologico-morfologico-idrogeologico, al sistema della copertura botanico-vegetazionale-colturale e della potenzialit faunistica, e al sistema della stratificazione storica dellorganizzazione insediativa. Per ciascun livello sono dettati gli specifici regolamenti di perimetrazione dei regimi di tutela e le relative prescrizioni di base cui attenersi.

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2.3.1. Ambiti territoriali estesi (ATE) Larea interessata dallintervento ricade nellambito territoriale esteso tipo E valore normale. Gli indirizzi di tutela relativi allambito E riguardano la valorizzazione della peculiarit del sito. Nel caso in esame, non si rileva alcuna interferenza del progetto con lo strumento di Pianificazione suddetto. 2.3.2. Ambiti territoriali distinti (ATD) Riguardo a tali ambiti, l'area oggetto dell'intervento: - non risulta soggetta a vincolo idrogeologico; - non risulta soggetta a usi civici; - non risulta soggetta a vincolo faunistico; - non risulta soggetta a vincolo paesaggistico; - non risulta soggetta a vincolo archeologico o architettonico. 2.4. Piano Regolatore Generale Il Piano Regolatore Generale vigente nel comune di Corato stato adottato con Del. C.C. n.5/31.03.1976 e approvato con Del.G.R. n.5637 del 01.10.1979. Con tale PRG la citt si adegua alle norme previste dal DM n. 1444/1968 individuando le zone omogenee e una dotazione di standard: Nucleo antico A, due maglie, racchiuse nel primo anello viario, di superficie complessiva di 7,7 ettari circa; Zona completamente insediata B1, di superficie complessiva di 80 ettari; Zona in via di completamento B2 per co mplessivi 81 ettari; Zona di espansione C, articolata in C167 con superficie fondiaria 43 ettari ed C con superficie fondiaria di 34 ettari; Zona destinata a estensiva rada Cr, con superficie territoriale di 291 ettari; Zona D-industriale, articolata in maglie distinte in due tipi, D- industriale e Di- ind.insalubri con rispettivamente 125 e 41 ettari di superficie territoriale; Dc- attivit commerciali ed artigianali, con superficie territoriale di 17 ettari; Zona per attrezzature F, di superficie complessiva pari a 6+108 ettari; a cui si aggiungono ha 7,50 per la zona Cimiteriale e 19,60 ha per la zona ospedaliera. Zona produttiva agricola (E).

Negli ultimi anni in corso un processo di revisione sostanziale del P.R.G., sulla base delle nuove leggi urbanistiche nazionali e regionali. La Regione Puglia con la legge n.20/2001 sostituisce i PRG (Piani regolatori generali) con i PUG (i piani urbanistici generali). Per la legge regionale 20/2001, propedeutico al PUG, il Documento Programmatrico Preliminare (D.P.P.) che costituisce latto fondativo dello stesso PUG e che in base allart.11, comma 1, LR 20/01 deve contenere gli obiettivi e i criteri di impostazione individuati con la partecipazione attiva della cittadinanza. Dunque, attraverso il DPP si individuano gli indirizzi e gli elementi
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strutturali su cui basare lo sviluppo e le politiche future della citt. La necessit da parte del Comune di Corato di dotarsi di un nuovo strumento urbanistico che sostituisse il vigente P.R.G., considerato ormai superato, ha portato nellanno 2002 alla redazione di un primo D.P.P., mai adottato. Successivamente nel dicembre 2006, la giunta Comunale ha licenziato un nuovo D.P.P. r edatto dalling. Giovanni Fuzio, attualmente in via di revisione. Con la deliberazione n.23 del 21.02.2008, la Giunta Comunale ha infatti preso atto di una nuova bozza del Documento Preliminare Programmatico del Piano Urbanistico Generale ex L.R.20/01, alla luce della consultazione con la cittadinanza e della delibera di G.R. n.1328/07 di approvazione del Documento Regionale di Assetto Generale del Territorio (DRAG). Lo stabilimento della Madogas collocato in zona agricola (E) ad alta urbanizzazione. Per quanto attiene al rapporto di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dallo strumento di pianificazione comunale (P.R.G. e prossimo P.U.G.), lintervento risulta conforme ai parametri urbanistici vigenti. 2.5. Piano di Bacino della Puglia, Assetto Idrogeologico (PAI) Il Piano di Bacino della Puglia, stralcio per lAssetto Idrogeologico (PAI) stato approvato con Delibera del Comitato Istituzionale n. 39 del 30/11/2005. Il PAI, ai sensi dellart. 1 delle Norme Tecniche di Attuazione, finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e per migliorare la stabilit dei versanti, necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosit ed a consentire uno sviluppo sostenibile del territorio, nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialit duso. Inoltre (art. 2 delle NTA), ha valore di piano territoriale di settore ed lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme duso finalizzat e alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo ricadente nel territorio di competenza dellAutorit di Bacino della Puglia. Dallesame della cartografia aggiornata del PAI dellAutorit di Bacino della Puglia si evince che nellarea oggetto di intervento non sono presenti n aree di Pericolosit Geomorfologica n aree di Pericolosit Idraulica. 2.6. Piano Regionale per la qualit dellaria (PRQA) Lobiettivo del Piano quello di monitorare la qualit dellaria ed individuare e pianificare azioni per il risanamento delle zone con concentrazioni superiori ai valori limiti, oltre che finalizzate alla salvaguardia della salute umana e degli ecosistemi. Le principali misure di risanamento sono state articolate secondo quattro linee generali di intervento e cio: 1. miglioramento della mobilit nelle aree urbane
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2. riduzione delle emissioni da impianti industriali 3. sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale 4. interventi per ledilizia, oltre che una serie di misure di carattere prescrittivo. Sulla base dei dati disponibili sulla qualit dellaria e delle emissioni stata effettuata la zonizzazione del territorio regionale in quattro zone in funzione della tipologia di emissione a cui i comuni sono soggetti: ZONA A comprendente i comuni la cui principale sorgente di inquinanti in atmosfera rappresentata dal traffico veicolare ZONA B comprendente i comuni sul cui territorio ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC ZONA C comprendente i comuni con superamenti dei valori limite a causa di emissioni da traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC ZONA D comprendente tutti comuni che non mostrano situazioni di criticit Il Piano, quindi, individua "misure di mantenimento" per le zone che non mostrano particolari criticit (Zone D) e misure di risanamento per quelle che, invece, presentano situazioni di inquinamento dovuto al traffico veicolare (Zone A), alla presenza di impianti industriali soggetti alla normativa IPPC (Zone B) o ad entrambi (Zone C). Per quanto riguarda il sito del progetto in esame (Comune di Corato), come si evince dalla mappa della zonizzazione, esso rientra nella Zona C: Traffico e attivit produttive comprendente i comuni con superamenti misurati o stimati dei VL (valori limiti) a causa di emissioni di traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC. In questi comuni si applicano sia le misure di risanamento rivolte al comparto mobilit che le misure per il comparto industriale.

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Corato

Fig. 7 Zonizzazione fonte Piano Regionale Qualit dellAria

La zonizzazione stata condotta per gli inquinanti NO2 e PM10. Le misure per il miglioramento della mobilit, richiamata al p.to 6.1.1, previste dal Piano hanno lobiettivo principale di ridurre le emissioni inquinanti da traffico nelle aree urbane principalmente disincentivando il trasporto privato, incentivando il trasporto pubblico e riducendo il traffico merci. Le misure per il comparto industriale di cui al p.to 6.1.2 del Piano prevedono che per gli impianti industriali, nuovi o esistenti, che ricadono, nel campo di applicazione del D.Lgs. 59/05 questo si traduce nellapplicazione al ciclo produttivo delle migliori tecnologie disponibili. Nel caso in esame, limpianto non ricade nel campo di applicazione del D. Lgs. 59/05; tuttavia, esso tecnologicamente allavanguardia, sia sotto laspetto tecnico, energetico, che di salvaguardia ambientale, rispondente pienamente alle migliori tecnologie e dispositivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera.

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3. DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI


La descrizione degli impatti potenziali stata condotta nelle varie fasi di cantiere, esercizio ed emergenza, con riferimento alle seguenti componenti ambientali: Atmosfera e fattori climatici; Acque superficiali e sotterranee; Suolo e sottosuolo; Ecosistemi, vegetazione, flora e fauna ; Paesaggio e patrimonio culturale: Ambiente antropico - assetto socio-economico.

Inoltre sono state valutate le condizioni di interferenza dovuti ai seguenti fattori: - Traffico; - Rifiuti; - Rumore. 3.1. Possibili fattori di impatto in fase di cantiere 3.1.1. Impatti sullaria Le fasi di costruzione delle nuove selle e del terrapieno determinano un impatto in termini di produzione di polveri. Tale impatto stato valutato di lieve entit, reversibile e di breve durata compatibilmente con i tempi di conclusione del cantiere. I mezzi impiegati nella fase di cantiere potranno produrre, con le loro emissioni, microinquinanti (metalli pesanti, IPA, PM10) in atmosfera. Tale contributo da ritenersi non significativo in rapporto al tempo limitato del cantiere e in relazione allentit dei lavori da svolgersi. In fase di cantiere non previsto l'utilizzo o linstallazione di impianti o apparecchiature in grado di emettere campi elettromagnetici a bassa o alta frequenza. 3.1.2. Impatti sulle acque Date le caratteristiche del sito interessato dallintervento, non si rilevano impatti su tale componente ambientale in fase di cantiere, per lassenza di corsi dacqua e/o compluvi naturali direttamente presenti sul sito. Tra laltro le attivit di cantiere non sono tali da poter determinare interferenze con le acque di falda e superficiali. 3.1.3. Impatti sul suolo e sottosuolo Per quanto riguarda la componente suolo e sottosuolo gli impatti prevalenti si esplicheranno durante le fasi di scavo. Considerato, tuttavia, che il nuovo impianto va ad occupare un area gi urbanizzata e interna al sito dello stabilimento Madogas s.r.l. e che larea gi dotata di tutte le infrastrutture necessarie allo svolgimento delle attivit, non
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sono previste rilevanti opere di scavo per la realizzazione delle opere se non per la costruzione delle opere di fondazione di tipo superficiale. Pertanto, sotto tale profilo limpatto da ritenersi non significativo. I materiali inerti puliti provenienti dagli scavi saranno riutilizzati nellambito del cantiere per riempimenti di aree a verde, previa caratterizzazione per la verifica della presenza di eventuali inquinanti, come prevede la normativa vigente in tema di materiali provenienti da scavi. 3.1.4. Impatti su vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi Gli eventuali effetti sulla flora e sulla fauna imputabili alla fase di cantiere sono da considerarsi nulli in quanto, come detto, si andr ad operare su di unarea interna ad uno stabilimento industriale gi esistente ed urbanizzata, e per un tempo molto limitato. In particolare larea dellimpianto oggetto di ampliamento attualmente dotata di pavimentazione in materiale inerte stabilizzato. 3.1.5. Impatti sul paesaggio In generale le principali attivit di cantiere genereranno, come impatto sulla componente paesaggio, unintrusione visiva a carattere temporaneo dovuta alla presenza dei mezzi di cantiere. Considerate le caratteristiche e lubicazione del sito, limpatto derivante dalla presenza del cantiere sul paesaggio pu essere considerato del tutto trascurabile. 3.1.6. Alterazione dei fattori di interferenza In generale le principali attivit di cantiere generano come impatto sui fattori di interferenza (rifiuti, rumore e traffico), i seguenti possibili effetti: 1. Produzione di rifiuti inerti (fattore di interferenza rifiuti); 2. Incremento del traffico per trasporto dei materiali in ingresso e in uscita allimpianto (fattore di interferenza traffico); 3. Emissione di rumore dovuto alle attivit e alle macchine di cantiere ( fattore di interferenza rumore); E possibile ritenere che il cantiere generi un impatto in termini di produzione di rifiuti. Tuttavia tale impatto sar di minima entit: i materiali rivenienti dagli scavi del terreno per la realizzazione delle fondazioni superficiali saranno riciclati nellambito del cantiere (secondo le norme tecniche per terre e rocce da scavo). Considerata la limitatezza dei mezzi adibiti al trasporto dei materiali in entrata e in uscita dallimpianto e lubicazione dellarea rispetto sia alla viabilit esistente che al centro urbano del Comune di Corato si pu ritenere un impatto sull incremento del traffico non significativo. I potenziali impatti relativi al comparto rumore in fase di cantiere si riferiscono essenzialmente alle emissioni sonore delle macchine operatrici e automezzi pesanti
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(escavatori, motopala, gru, ecc.). Data la tipologia delle macchine utilizzate e la distanza tra l'area destinata al cantiere e di possibili recettori sensibili, plausibile prevedere un contributo di rumore da parte delle attivit di cantiere poco rilevante rispetto al clima acustico attuale presente sul sito. 3.2. Potenziali fattori di impatto in fase di esercizio e di emergenza Nei paragrafi seguenti sono stati analizzati le interazioni ( potenziali impatti) fra le diverse attivit connesse alla fase di esercizio dello specifico impianto oggetto dello studio (ampliamento impianto) e le varie componenti ambientali, come sopra individuate. 3.2.1. Impatti sullaria Durante lesercizio dellimpianto, come descritto nel capitolo 1 del presente studio, le emissioni concentrare in atmosfera sono assenti. Le operazioni di carico e scarico del GPL possono dare origine solo ad emissioni diffuse di vapori in atmosfera, tuttavia la presocch nulla pericolosit per lambiente del GPL permettono di definire poco impattanti tali emissioni. Infine, per quanto riguarda le emissioni prodotte dalla caldaia ossia del generatore di calore alimentato a gpl si specifica che avendo una potenzialit inferiore a 3 MWt, secondo la normativa vigente (art. 269 comma 14 lett.c del d.lgs 152/2006), limpianto non soggetto ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera, ma solo a regolare manutenzione. 3.2.1.1. Emissioni da traffico indotto Le emissioni derivanti dagli scarichi dei mezzi di trasporto (autobotti) per lapprovvigionamento della materia prima (gpl) sono relative a : - ossidi di azoto (NOx); - polveri sottili direttamente emesse (PM10); - polveri sottili comprensive del termine di risollevamento (PM10 Lohmeyer); - monossido di carbonio (CO). Nel caso specifico del progetto in esame, considerata la limitata capacit di stoccaggio dellimpianto ed il modesto numero di veicoli interessati, limpatto sulle emissioni dovuto al traffico pu ritenersi non significativo. 3.2.2. Impatti sulle acque Nell'area in esame l'idrologia superficiale pressoch assente. 3.2.2.1. Effetti sulle acque superficiali e di falda Il rischio di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee dovuto al normale funzionamento del nuovo impianto da ritenersi nullo.

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In condizioni di emergenza, si potrebbero verificare sversamenti di sostanze dovuti a perdite dai serbatoi di stoccaggio, perdite dalle tubazioni di trasferimento prodotti, sversamenti durante le operazioni di carico / scarico dalle autocisterne o sversamenti durante la movimentazione delle sostanze. Sulla base degli accorgimenti progettuali e gestionali adottati (basamento impermeabilizzato), si ritiene che le conseguenze dei suddetti eventi siano estremamente contenute ovvero che la contaminazione del suolo non possa ragionevolmente verificarsi anche in considerazione dellestrema volatilit del GPL. 3.2.2.2. Effetti da prelievo idrico Limpianto non prevede lutilizzo di acqua nel processo produttivo. Pertanto, gli effetti da prelievo da fonti idriche esterne possono essere considerati assenti. 3.2.2.3. Effetti da scarichi idrici I reflui liquidi prodotti dallimpianto, non legati alle attivit di processo, sono convogliati in fossa Imhoff e regolarmente smaltiti. Gli effetti, dunque, dovuti a scarichi idrici sono del tutto trascurabili. 3.2.3. Impatti su suolo e sottosuolo Possibili impatti sul suolo e sottosuolo sono relativi alla sola fase di emergenza, derivante da eventuali sversamenti accidentali di prodotto dovuti non gi al normale funzionamento dellimpianto ma ad eventi eccezionali, quali rotture e o perdite di parti impiantistiche. La presenza di un basamento impermeabilizzato costituisce un isolamento nei confronti del sottosuolo evitando possibili contaminazioni dello stesso. Relativamente alla componente suolo, limpatto nullo in quanto oltre a non esserci, per i motivi su esposti, possibilit di contaminazione di inquinanti per sversamenti non vi neanche in termini di sottrazione di suolo. Infatti limpianto sar realizzata su di una porzione dello stabilimento esistente. 3.2.4. Impatti su flora, fauna ed ecosistemi Come detto per la fase di cantiere, anche in fase di esercizio la presenza dellimpianto non indurr impatti su tali componenti ambientali, ribadendo che lampliamento sar realizzato allinterno dello stabilimento industriale gi esistente. Larea di progetto non presenta particolari caratteri di naturalit: non sono infatti presenti specie floristiche, associazioni vegetazionali, specie faunistiche, unit ecosistemiche o habitat di alcuna rilevanza naturalistica. Nonostante questo le specie che vivono nella zona possono essere minimamente disturbate dallattivit. 3.2.5. Impatti sul paesaggio Lintroduzione visiva dellampliamento, per quanto sin qui esposto, considerata larea specifica di insediamento (interna ad uno stabilimento esistente) e le caratteristiche dellopera da realizzare, non sar tale da alterere la percezione del paesaggio attuale.
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3.3. Alterazione dei fattori di interferenza 3.3.1. Impatto acustico Larea di insediamento in aperta campagna, pertanto non sono presenti ricettori sensibili nelle vicinanze del sito. Il Comune di Corato ha provveduto alla zonizzazione acustica del proprio territorio, come si evince dalla Determina Dirigenziale del 14.05.2008, pertanto si applicano i seguenti limiti di rumore nellambiente (DPCM 1/3/91 e DPCM 14/11/97): Classi di destinazione I Aree particolarmente protette II Aree prevalentemente residenziali III Aree di tipo misto IV Aree di intensa attivit umana V Aree prevalentemente industriali VI Aree esclusivamente industriali Limite diurno dB Leq (A) 50 55 60 65 70 75 Limite notturno dB Leq (A) 40 45 50 55 60 70

Tab. 9 Valori limite di rumore

La Madogas sorge in una zona prevalentemente agricola, classificata III Aree di tipo misto, con limite diurno pari a 60 dB e limite notturno pari a 50 dB. Il proponente ha provveduto ad effettuare una campagna di indagine fonometrica in data 28 maggio 2010 ai sensi della L. 447/95 per la valutazione del livello di rumore immesso nellambiente esterno presso il sito industriale (studio effettuato dalla Interplan s.r.l.). La verifica stata effettuata con n. 4 postazioni di misura posizionate lungo tutto il confine aziendale in modo da circoscrivere lintero stabilimento produttivo. Lattivit dello stabilimento svolta esclusivamente in orari diurni (6.00 22.00); i dati, riportati nella tabella sottostante, hanno evidenziat o che il livello di rumore immesso nellambiente esterno inferiore ai limiti stabiliti ed imposti dalla normativa vigente, e risulta sempre largamente inferiore ai 60 dB.
Punto rilievo fonometrico Tm (min) LAeq (dB)

P1 Spigolo nord ovest P2 Spigolo sud ovest P3 Spigolo sud est P4 Spigolo nord est

12 12 12 12

41,3 38,8 36,8 38,8

Tab. 10 Valori di immissione rumore ambientale presso il sito della Madogas

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3.3.2. Impatti sul traffico Lampliamento dellimpianto indurr un incremento del traffico locale dovuto allapprovvigionamento della materia prima (g.p.l.) e alla successiva distribuzione alle utenze. In base alla capacit produttiva dellimpianto, si pu stimare come incidenza giornaliera un flusso di autobotti di circa 20 veicoli/giorno. La presenza della viabilit locale che si innesta alle principali infrastrutture stradali statali in grado di assorbire il traffico indotto dalla presenza del nuovo impianto. Pertanto, le interferenze sul territorio locale con il traffico possono essere considerate di bassa incidenza, sia in fase di esercizio che di emergenza. 3.3.3. Produzione rifiuti I rifiuti generati dal processo produttivo subiranno un incremento meno che proporzionale rispetto alla situazione attuale, limpatto trascurabile. 3.3.4. Consumi energetici I processi necessitano di energia elettrica per il funzionamento delle diverse apparecchiature e macchinari (pompe, miscelatori, separatori centrifughi, compressori, ecc.) 3.4. Valutazione della significativit degli impatti Sulla base di quanto descritto relativamente ai possibili effetti indotti dallimpianto della Madogas sulle diverse componenti ambientali si proceduto alla valutazione della loro significativit, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio sulla base di tre parametri: P = Probabilit di accadimento, ovvero la probabilit che si verifichi un impatto significativo; M = Magnitudo delle conseguenze di tale impatto, sia dal punto di vista ambientale che economico. Avr un valore positivo in caso di effetto positivo dellintervento, negativo se lintervento avr impatto negativo; C = Capacit e intensit delle misure di mitigazione e compensazione. Nel caso di effetti positivi queste non saranno necessarie. Ad ogni parametro viene assegnato un valore sulla base della seguente tabella: Probabilit dellImpatto Magnitudo Misure di mitigazione e P M compensazione C Criterio Valutazione Criterio Valutazione Criterio Valutazione Nessuna 1 Nessuna -1 Molto Alta 1 Bassa 2 Bassa -3 Alta 2 Moderata 3 Moderata -5 Moderata 3 Alta 4 Alta -7 Bassa 4 Molto Alta 5 Molto Alta -10 Nessuna 5
Tabella 11 - Valori dei parametri di valutazione
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La quantificazione dellaspetto dato dalla seguente formula: I = P M C dove I rappresenta l indice di significativit di un aspetto. Tanto maggiore sar I, tanto pi rilevante sar limpatto sulla componente ambientale considerata. Per definire la scala di significativit, i possibili valori di I sono stati suddivisi in intervalli; a ciascuno dei quali stato associato un certo grado di rilevanza dellimpatto. I limiti degli intervalli sono stati determinati calcolando le medie geometriche dei valori rappresentativi dei tre parametri P, M, C relativi a due intervalli consecutivi, considerando una criticit media. Sono state definite due diverse scale di significativit, una per gli impatti positivi e una per gli impatti negativi. INTERVALLO IMPATTI POSITIVI 13 4 23 24 71 72 167 168 250 SIGNIFICATIVITA S TRASCURABILE BASSA MODERATA ALTA IMPORTANTE
Tabella 12 Scala della significativit

INTERVALLO IMPATTI NEGATIVI -1 -3 -4 -23 -24 -71 -72 -167 -168 -250

Per le diverse fasi (attivit) di attuazione dellintervento stata compilata la Scheda valutazione della significativit degli impatti relativamente a ciascuna componente ambientale interessata dal progetto. Sono considerati nulli gli impatti sul paesaggio e su flora, fauna ed ecosistemi.

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FASE DI CANTIERE P 1 1 1 2 2 2 M -1 -1 -1 -1 -1 -1 C 1 1 1 1 1 1 Indice I -1 -1 -1 -2 -2 -2 S TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE

Impatto sullaria Impatto sulle acque Impatto su suolo e sottosuolo Impatto acustico Impatto sul traffico Produzione rifiuti

FASE DI ESERCIZIO P 1 1 1 1 2 1 M -1 -1 -1 -1 -1 -1 C 2 1 2 2 1 1 Indice I -2 -1 -2 -2 -2 -1 S TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE

Impatto sullaria Impatto sulle acque Impatto su suolo e sottosuolo Impatto acustico Impatto sul traffico Produzione rifiuti

Tabella 13 Significativit degli impatti

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4. CONCLUSIONI
Da quanto esposto nel presente studio si possono trarre le seguenti conclusioni: 1. il progetto di ampliamento risulta coerente con i Piani ed i Programmi locali e sovracomunali considerati; 2. alcune componenti ambientali quali fauna, flora, ecosistemi e paesaggio non saranno interessate dallampliamento dellimpianto di miscelazione ed imbottigliamento g.p.l., in quanto limpianto sar ubicato allinterno di un opificio industriale gi esistente; 3. rispetto alle altre componenti ambientali e/o fattori di interferenza analizzati, la valutazione dei possibili impatti risultata del tutto trascurabile, grazie alle misure di mitigazione e compensazione che consentono di gestire correttamente anche le condizioni di emergenza. Pertanto, possibile affermare che la realizzazione e lesercizio dellampliamento dellimpianto di miscelazione ed imbottigliamento di g.p.l. non indurr impatti significativi sullambiente.

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5. ALLEGATI
Progetto definitivo C.P.I. e Nulla Osta dei VVF Autorizzazione allo scarico di acque meteoriche

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