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WILLIS FROM TUNIS DARKAM MAD CREATIVE SYRIA AUGUSTO GONGORA TOMMASO DELIA BEATLES E ROLLING STONES AD AMBURGO

SOUL SACRIFICE DRAGONS DOGMA

ALLA FACCIA DEL REGGAE

LA DANCEHALL LUNICO GENERE CHE SPOPOLA NELLISOLA. HA MANDATO IN PENSIONE MARLEY E I SUOI SEGUACI INTERCETTANDO UN PUBBLICO VARIEGATO. NELLE CANZONI SI FA SESSO, SI SPARA, SI MUORE. IL RIMEDIO PERFETTO A UN PAESE CHE AFFONDA

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ALIAS 4 MAGGIO 2013

MUSICA

PUGNI, PUPE E PISTOLE I DUELLI DEL REGGAE

GIAMAICA
Ballo e difendo. Tutti i rimedi della dancehall
di FLAVIO BACCHETTA
KINGSTON

Ehi, Russo ! (linterlocutore sempre presente nelle liriche di Kartel, un ragazzino della Kingston-bene che cura gli arrangiamenti musicali, chiamato cos per via della carnagione chiara e i capelli rossastri, nda). Ma che chiami a fare la polizia? Quelli non possono fermare il crimine, i ragazzi dei ghetti vogliono soldi da spendere, per questo tanta gente muore ammazzata" (Coro) "La la la la la vita dolce" "I giovani dei ghetti fanno una vita pi dura, spesso crescono senza padre, alla fine diventano gangster spesso mi alzo e non ho nulla, le tasche sono vuote, ma almeno un proiettile c sempre nella mia nove (Beretta calibro 9). La radio (della polizia) che gracchia non pu fermare il crimine. Ti parlo dal cuore, quelli sprecano tempo, loro non vogliono che noi del ghetto possediamo qualcosa, cos quando vedi il sangue scorrere nelle strade come bevute nei bar, non chiamare la polizia, piuttosto chiama qualcuno che porti denaro, perch i poveri del ghetto i soldi vogliono (da Life Sweet di Vybz Kartel). Adidja Palmer, in arte Vybz Kartel (Cartello delle Vibrazioni) il poeta maledetto della dancehall giamaicana. Per la prima volta, nella storia della musica di questa nazione, famosa per il reggae, Kartel non lartista da mungere monopolio dei produttori - angloamericani o cinesi - che hanno caratterizzato il retroscena musicale fin dai tempi di Bob Marley (Chris Blackwell, promoter di Bob fino alla sua morte, ne stato lesempio classico) ma, al contrario, il musicista nero che diventa produttore di se stesso e dei suoi compagni di strada, fondatore di una label indipendente, Gaza, che oggi una fucina inesauribile di giovani talenti che provano a farcela. La dancehall nasce ufficialmente negli anni '80, rispondendo a un pubblico che richiede un genere musicale che vada oltre i soliti argomenti del reggae classico, ossia religione e critica al passato coloniale. Sebbene Robert Nesta Marley abbia avuto il merito di portare le condizioni sociali della Giamaica e dellAfrica sub-sahariana allattenzione inter

il genere che ha rimpiazzato Bob Marley e seguaci, sempre meno popolari. Il pubblico preferisce Kartel o Popcaan, ama pezzi iperviolenti e carnali che divertono pur raccontando un paese al limite
nazionale, questo successo stato sfruttato, dopo la morte del suo profeta, dalla famiglia dellartista e da produttori avidi per altri scopi, per cui il messaggio originale si perso per strada. I suoi successori, tra i quali Dennis Brown e Gregory Isaacs, non hanno rinnovato i concetti base della loro dottrina, che sono: la celebrazione dellImperatore di Etiopia Hail Selassi, il Negus del periodo coloniale italiano, adorato dal Rastafanesimo come erede divino del Re Salomone; e lattacco a Babylon, il Potere corrotto. Concetti nobili, che per hanno sempre meno a che fare con le miserie quotidiane del giamaicano medio. Oggi questo genere chiamato root reggae, il reggae delle radici, ma sempre meno popolare. Linizio Con la dancehall, le piccole vicende giornaliere, le condizioni sociali dure dei ghetti, lamore carnale, diventano argomenti base. E poich le persone hanno soprattutto bisogno di distrarsi, sesso, duelli canori tra gli artisti e pistolettate, mimate e reali, sono gli ingredienti principali delle session dal vivo. Lavvento del computer subentra alle grandi orchestre dei Wailers (la band originale di Marley e Peter Tosh) e dei Third World, sostituendo al sound system (monumentali amplificatori piazzati lungo la strada) le drum machine (apparati elettronici che imitano il ritmo delle percussioni) e i mixer digitali, tutta la strumentazione classica costituita da chitarra, basso, fiati, tastiere e batteria. Il linguaggio diventa onomatopeico, il creolo giamaicano, conosciuto come patois (si pronuncia patua), la versione anglofona di quello haitiano, e con i suoi termini contratti, si adatta perfettamente al ritmo cadenzato del sound. Il raggamuffin di Barrington Levy, una delle voci pi belle che la Giamaica abbia partorito, inaugura questa nuova tendenza nel 1980. Barry canta di viaggi allucinanti su minibus sovraffollati, di conti da pagare con i soldi che non bastano mai, di ganja (marjuana) proibita, scusa che la polizia usa per sbattere dentro la gente, e tematiche del genere. I ritmi della dancehall si fanno pi veloci rispetto al reggae (che fondamentalmente era una versione rallentata dello ska) sulla falsariga dellhip hop statunitense, con il quale per a livello musicale non ha nulla da spartire, a parte le rime a tema. Il riddim ossessivo, ma nello stesso tempo accattivante, gli ingegneri del suono giamaicani fanno miracoli nel riprodurre versioni elettroniche delle basi strumentali.

Con lesordio in scena di Moses Davis, nel 1994, in arte Beenie Man, la dancehall diventa cabaret; lartista eclettico, rifugge da temi seriosi, con un senso del sarcasmo spesso cos sottile da non essere afferrato in pieno. Parla di sesso soprattutto, con lui nei panni di grande amatore, una sex machine di cui le donne non possono fare a meno: Se vuoi una bella sistemata chiamami, chiamami se vuoi una sbattutina, chiamami se vuoi rimettere a posto il tuo punto G chiamami, io ho lalternativa, ci penso io, a dispetto della solita solfa, questa

ALIAS 4 MAGGIO 2013

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USA, LA CHIESA DI SANTO JOHN COLTRANE


di FRANCESCO ADINOLFI Si chiama The St. John Will-I-Am Coltrane African Orthodox Church e si trova a San Francisco (http://www.coltranechurch.org). Al 1286 di Fillmore Street, nel cuore di Haight-Ashbury, il quartiere della controcultura anni Sessanta. una chiesa esclusivamente dedicata a John Coltrane (foto), sassofonista, tra i nomi pi influenti del jazz, storico collaboratore di Miles Davis e Thelonious Monk. La parrocchia di San Francisco, fondata nel 1971, fa parte della African Orthodox Church, da sempre al cuore del movimentismo nero. Larcivescovo Franzo King e la Reverenda Madre Marina King dettero vita 42 anni fa alla

Chiesa di Coltrane dopo aver visto lartista dal vivo a San Francisco nel 65. Fu unesperienza mistica fulminante, un battesimo del suono che avrebbe toccato il cuore e la mente dei due. Per King, Coltrane non era solo un musicista jazz ma colui che era stato scelto per guidare le anime a dio. Ogni domenica il cuore della celebrazione prevede la lettura del salmo del buon pastore e lascolto di A Love Supreme, tra i capolavori di Coltrane. La Coltrane Church lunica African Orthodox Church ad incorporare nella sua liturgia testi e suoni dellartista che nelle note di copertina di quellalbum ricordava come nel 57 fosse avvenuto il suo risveglio spirituale dopo anni di tossicodipendenza. Seguivano poi quei versi di alta spiritualit in cui Coltrane esaltava dio e la sua forza salvifica. La chiesa ospita a orari prestabiliti sedute di ascolto di Coltrane, eventi musicali, letture dalle scritture, spiritual. Coltrane compare anche tra i 90 santi della St. Gregory of Nyssa Episcopal Church di San Francisco.

Qui a sinistra Popcaan, sotto in grande Tommy Lee, in basso Kartel con il tatuaggio Gaza; qui a destra Kartel e Popcaan e accanto Black Ryno in visita a Kartel in carcere. Sotto Black Ryno e in basso a destra Jah Vinci

unaltra musica, e qualcuno deve suonarla. Sento ragazze chiamarmi, sento ragazze piangere, ragazze che singhiozzano e implorano, lei ha visto Beenie (da Dudus di Beenie Man). Sebbene largomento sia volgare, il modo con cui lartista si propone al pubblico, spassoso. Il ritmo simile a quello di una tarantella pugliese, le mimiche sessuali di Beenie Man sono cos buffe che il pubblico femminile, invece di sentirsi offeso, si sganascia dal ridere: lo spettacolo assicurato. Purtroppo molti uomini lo prendono sul serio, e il machismo giamaicano peggiorato da quando la dancehall prevalsa sul reggae difatti non tutti i cantanti hanno la sua classe, e spesso gli show attuali diventano una vetrina di testosterone esposto a 360. Con Beenie Man, nasce anche il clash tra gli artisti, lo scontro, i duelli canori che, a colpi di rime e spietati sfott, talvolta sfociano anche in risse sanguinose, come quella storica del 1998 al Sumfest di Montego Bay, dove lo scontro tra Beenie e Bounty Killer degener in una battaglia tra le due fazioni a colpi di coltello e bottigliate, che fece a pezzi il palco, causando numerosi feriti anche gravi. In seguito a ci ai due furono vietate le esibizioni live. Torniamo per un istante a Kartel e al pezzo Life Sweet il cui testo pu essere valutato con due parametri diametralmente opposti, entrambi validi. Il primo riguarda la denuncia sociale: sebbene i ghetti giamaicani, in particolare quelli di Kingston, siano

sempre stati usati dai politicanti del governo e dellopposizione come feudi elettorali (i famigerati Garrison), i loro abitanti, dalla proclamazione dellindipendenza nel 1962 a oggi, non hanno beneficiato di un bench minimo miglioramento. Quello storico di Trench Town, presidio del Pnp (People National Party) dove il giovane e poverissimo Marley aveva iniziato la sua travolgente carriera, pi o meno come 35 anni fa; baracche di lamiera o mattonato grezzo quando va bene, allacci elettrici pirata, assenza di fognature e scarsit di acqua corrente; venne costruito secondo il principio degli yards, enormi cortili ricavati dalla divisione dei lotti di terreno tramite muraglie cieche, che avevano lo scopo di rallentare le fughe dei malfattori durante le retate della polizia; in realt questi spazi vennero sfruttati come piccole agor dove la

gente si incontrava per discutere problemi familiari e di condominio. Da qui il termine Yard culture coniato dallo stesso Bob Marley che, insieme ai giovani talenti del quartiere, usava i cortili come sale di prova per suonare. Nei testi dei suoi primi successi, si fa spesso riferimento alla government yard come termine per definire Trench Town. Oggi, a differenza di allora, esiste anche una piccola biblioteca, ma la palazzina di due piani a Second Street, dove Bob ha abitato per tanti anni insieme alla madre, crollata di recente uccidendo alcuni dei suoi inquilini. Denham Town e Tivoli Gardens, i ghetti del partito rivale Jlp (Jamaican Labour Party) furono fatti edificare dal leader storico di questo partito, Edward Seaga, pi volte primo ministro, eliminando la regola edilizia dello yard per sottolineare il solco che divide i partiti rivali. Orrendi palazzoni, veri e propri alveari umani, dotati di un solo bagno per edificio, ovviamente non funzionante, a disposizione delle centinaia di famiglie che vivono laggi. I muri di queste obsolete costruzioni sono in gran parte sforacchiati dai proiettili M-16 delle forze speciali della polizia, che soffocarono nel sangue la rivolta del 2010, con circa ottanta perdite civili dichiarate; il conteggio reale non mai pervenuto ai media, cos come i nomi degli uccisi. La criminalit in Giamaica miete tra le 1500-2000 vittime circa ogni anno; questa cifra incrementata da centinaia di omicidi giudiziari, causati da una polizia che, spesso e volentieri, spara a casaccio, uccidendo persone innocenti, oppure giustizia a sangue freddo i sospetti di crimini. A fronte di una disoccupazione ufficiale che si aggira intorno al 25-30%, nei ghetti si toccano punte del 50-60%. Gli edifici scolastici sono fatiscenti, e spesso il solo traguardo che le famiglie possono permettersi, quello di far arrivare i figli alle scuole medie, senza la certezza di poter completare il corso di studi. Il secondo parametro di lettura del pezzo riguarda il self-pity, l'auto commiserazione: al di l della verit racchiusa nella canzone di Kartel, i residenti dei ghetti non sono tutti impiegati nella manovalanza criminale, anzi; oltre la met di questi, prova a fare una vita onesta, accettando lumiliazione di lavori sottopagati nel centro di Kingston o nei sobborghi industriali di Marcus Garvey Drive, oppure gestendo piccole rivendite ambulanti di generi di consumo; a costoro non va assolutamente bene essere accomunati alla delinquenza, spesso ne sono vittime, essendo queste comunit sotto il controllo di Area Don (il Boss del quartiere), guardia spalle del politico locale; ad entrambi serve manovalanza; al Don per gestire

i traffici di droga e come gun men (sicari), al politico come protezione. E le famiglie del quartiere sono lunico serbatoio a cui attingere a tale scopo. Per questa ragione, giustificare, come fa intendere Kartel, il crimine ai fini della sopravvivenza, acuisce il conflitto sociale. A questo si aggiunge lossessione del denaro, adorato come una divinit, sul cui altare immolare qualsiasi valore. Nel pezzo Dollar Sign questo concetto lampante: Wi a pree di dollar sign (nel segno del dollaro noi preghiamo). Come succede di sovente nei ghetti statunitensi, dove tanti rapper uccidono o rimangono uccisi durante gli scontri con i propri rivali (la sorte che ha subito il celebre Tupac si eleva a simbolo) anche Kartel sta percorrendo lo stesso itinerario; allo stato attuale in prigione senza possibilit di libert provvisoria, in attesa del processo finale che lo vede imputato per cospirazione ai fini di omicidio e possesso di arma da fuoco. Eppure, sebbene in carcere, la sua attivit continua; scrive nuove canzoni e produce talenti, quali Black Ryno, Jah Vinci, Popcaan. Tra questi il pi brillante allo stato attuale il giovanissimo Tommy Lee, the two voices man, un diciannovenne al quale la natura ha donato una voce in grado di assumere due tonalit cos differenti da far pensare, allascolto, a due cantanti diversi, tenore e baritono; la storia di Gaza continua, aldil della caduta del suo Imperatore. Compassionate Act Nel 1988, un ragazzino di soli 15 anni, Anthony Myrie, arriva alla ribalta internazionale con un pezzo choc che scuote lopinione pubblica non solo giamaicana: Boom Bye Bye, il cui titolo fumettistico si pu tradurre in : Sparagli e digli ciao. Il ritornello della canzone si completa con la frase in the batty bwoy head nel dialetto patois batty bwoy un termine dispregiativo per definire i gay. In pratica un invito a sparare in testa agli omosessuali! In molti stati dei Caraibi, anglofoni e non, lomosessualit mal tollerata; in Giamaica ancora fuorilegge, e le coppie gay sono costrette a vivere in incognito. Il pezzo scala le classifiche di tutto il mondo, superando nelle vendite addirittura il mitico brano di Bob Marley Legend. Anthony ribattezzato con il nomignolo di Buju Banton. Il successo planetario d alla testa allex ragazzo; Anthony Myrie, non accontentandosi del torrente di denaro che la notoriet gli ha concesso, si fa coinvolgere sempre di pi nel traffico di cocaina - che usa gestire anche durante i suoi stessi concerti; finito nel mirino della Dea, condannato a una pena di detenzione lunghissima da scontare negli Usa; si pu facilmente immaginare quale possa essere il suo destino nelle galere americane, laddove la posse gay molto potente, e non gli ha mai perdonato i suoi trascorsi giovanili. Allo stato attuale, dopo numerosi dibattiti, e il divieto negli Usa di tenere concerti con testi offensivi nei confronti degli omosessuali, tre artisti, Beenie Man, Capleton e Sizzla, hanno sottoscritto il Reggae Compassionate Act, nel quale si impegnano a non divulgare pi il messaggio omofobico, sia nelle ultime composizioni, che nelle ristampe di quelle passate. In Giamaica invece questo impegno non sempre rispettato. Uno degli autori che hanno inciso di pi nel dipingere musicalmente i caratteri della societ giamaicana, Rexton Gordon, conosciuto con lo pseudonimo Shabba Ranks. Autore dai testi incisivi, nel suo capolavoro Rappin with the Ladies, duetta con artiste del calibro di Diana King e Chevelle Franklin. Vediamolo nel brano Twice My Age: Amo un uomo che ha circa il doppio della mia et, non so bene cos, ma un bel colpo che viene dalla mia giovinezza; e faccio a modo mio, non mi frega

GERENZA
Il manifesto direttore responsabile: Norma Rangeri a cura di Silvana Silvestri (ultravista) Francesco Adinolfi (ultrasuoni) con Roberto Peciola niente di quello che dice la gente. Lei non cerca le smancerie degli innamorati, lei vuole i soldi! Un giovanotto ha lenergia, ma questo inutile; lei vuole un uomo che la possa ricompensare vero! Deve pagarsi laffitto, la bolletta della luce fino a quando la tua tasca manterr la sua capienza, ci la porter a dire che il suo uomo pieno di energia nelle reni!. Feroce nella sua satira, Shabba descrive alla perfezione la figura maschile dello Sugar Daddy il tipico uomo daffari di mezza et, che approfitta dello stato di cronica indigenza che affligge lisola, con un costo della vita altissimo comparato a salari spesso ridicoli per una ragazza carina senza aiuti da parte della famiglia, lobiettivo principale rimane quello di accalappiare luomo maturo dai 45 anni in su, in grado di aiutarla a pagare i suoi conti e in una societ globalizzata, avvolta dalle nubi della crisi finanziaria internazionale, questa una prerogativa non solo giamaicana. Shabba Ranks stato al vertice della dancehall per lunghi anni, vincendo due Grammy Awards e piazzando in cima alle classifiche internazionali i suoi album. Sar poi spazzato via dal ciclone Beenie Man alla fine degli anni '90. La dancehall giamaicana, grazie ad artisti quali Beenie, Sean Paul e Shaggy, ha superato nelle classifiche lhip hop Usa piazzandosi immediatamente dietro al soul moderno, lo stesso di Alicia Keys e Whitney Houston. Un'ultima considerazione. Il perbenismo locale accusa le liriche nichiliste del nuovo reggae, di essere la causa della violenza urbana e domestica che affligge lisola, confondendo volutamente il sintomo con la malattia. In realt la musica in Giamaica esprime solo una sorta di processo darwiniano al contrario; linvoluzione di un sistema post coloniale impermeabile ai cambiamenti, che accresce la bramosia per i beni materiali, causa linadeguatezza dei salari e la frustrazione di lavori poco dignitosi. Il deficit culturale completa il quadro, sfogando in pregiudizi verso i settori pi deboli della popolazione. Malgrado ci, a differenza dellhip hop, il fine della dancehall dal vivo quello del divertimento, e, dopo uno show, pi facile vedere gente allegra che violenta; insomma si balla per non esplodere. A oggi questa filosofia di vita ha evitato conseguenze peggiori. Per ora. redazione: via A. Bargoni, 8 00153 - Roma Info: ULTRAVISTA e ULTRASUONI fax 0668719573 tel. 0668719557 e 0668719339 redazione@ilmanifesto.it http://www.ilmanifesto.it impaginazione: il manifesto ricerca iconografica: il manifesto concessionaria di pubblicit: Poster Pubblicit s.r.l. sede legale: via A. Bargoni, 8 tel. 0668896911 fax 0658179764 poster@poster-pr.it sede Milano viale Gran Sasso 2 20131 Milano tel. 02 4953339.2.3.4 fax 02 49533395 tariffe in euro delle inserzioni pubblicitarie: Pagina 30.450,00 (320 x 455) Mezza pagina 16.800,00 (319 x 198) Colonna 11.085,00 (104 x 452) Piede di pagina 7.058,00 (320 x 85) Quadrotto 2.578,00 (104 x 85) posizioni speciali: Finestra prima pagina 4.100,00 (65 x 88) IV copertina 46.437,00 (320 x 455) stampa: LITOSUD Srl via Carlo Pesenti 130, Roma LITOSUD Srl via Aldo Moro 4 20060 Pessano con Bornago (Mi) diffusione e contabilit, rivendite e abbonamenti: REDS Rete Europea distribuzione e servizi: viale Bastioni Michelangelo 5/a 00192 Roma tel. 0639745482 Fax. 0639762130

In copertina Vybz Kartel

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ULTRASUONI

SCATTI ROCK
Si aperta ieri alla Galleria Tina Modotti di Udine, la mostra fotografica Its Only RocknRoll...?. La mostra, che rester aperta fino al prossimo 19 maggio e che fa parte della nona edizione del Festival Vicino/ Lontano, propone per la prima volta in Italia alcuni scatti del fotografo tedesco Gnter Zint, noto soprattutto per aver saputo documentare lo sviluppo della Germania nel secondo dopoguerra. In particolare in questa esposizione si torna indietro nel tempo, a met anni Sessanta, quando Zint fu fotografo ufficiale dello Star-Club, il noto Alcuni scatti di Gnter Zint. Sopra John Lennon e Yoko Ono a una conferenza stampa (Montreaux, 1968); in grande ancora Lennon durante le riprese del film How I Won the War (Come ho vinto la guerra) (1966); in alto a destra, alluscita dello Star-Club di Amburgo (1964); a destra i Rolling Stones durante una conferenza stampa (1965); sotto i Beatles on stage (1966); in basso i Doors ad Amburgo (1968); un barbiere nel quartiere St. Pauli (1964); Jimi Hendrix live allo Star-Club (1967) locale del quartiere St.Pauli di Amburgo in cui si esibirono, agli esordi, alcuni tra i gruppi e gli artisti che hanno fatto la storia della musica rock e pop, dai Beatles a Jimi Hendrix, dai Rolling Stones ai Doors. E proprio i ritratti di queste icone, riprese dallobiettivo di Gnter Zint, nonch alcuni scatti che riprendono la vita quotidiana intorno allo Star-Club, sono lattrazione principale della mostra che si completa con alcune immagini del fotografo veneziano Giovanni Chiarot, il quale ha puntato invece la sua attenzione sulla scena musicale friulana, e udinese in particolare, di questi ultimi anni.

IN MOSTRA FINO AL 19 MAGGIO ALLA GALLERIA TINA MODOTTI DI UDINE

Zint, il fotografo che amava i Beatles e i Rolling Stones

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ULTRASUONATI DA STEFANO CRIPPA JESSICA DAINESE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE SIMONA FRASCA GUIDO MICHELONE ROBERTO PECIOLA

IN USCITA A MAGGIO
Akron Family Sub Verse (Dead Oceans/ Goodfellas) The Baptist Generals Jackleg Devotional to the Heart (Sub Pop/Audioglobe) Charlie Boyer & The Voyeurs Clarietta (Heavenly/Coop Music) The Child of Lov s/t (Double Six/Self) Cisco Dal vivo Volume Due (Cisco Prod.) Crystal Fighters Cave Rave (Pias/Self) Deerhunter Monomania (4Ad/Self) Frankie & The Heartstrings The Days Run Away (Wichita-Pias/Self) Fusch Mont Cc 9.0 First Act (Jestrai) Ghostface Killah Twelve Reasons to Die (Soul Temple/Goodfellas) Heliocentrics 13 Degrees of Reality (Now Again/Goodfellas) Julia Holter Tragedy (Domino/Self) Hot Head Show Perfect (Tentacle Entert.) Is Tropical I'm Leaving (Kitsun/Coop Music) Mark Lanegan & Duke Garwood Black Pudding (Heavenly/Coop Music) Meat Puppets Rat Farm (Megaforce/ Goodfellas) Melvins Everybody Likes Sausages (Ipecac/ Goodfellas) The National Trouble Will Find Me (4Ad/ Self) Neon Neon Praxis Makes Perfect (Lex/ Goodfellas) No Joy Wait to Pleasure (Mexican Summer/ Goodfellas) No Sound Afterthoughts (Kscope/ Audioglobe) Nynke Alter (Crammed Discs/Ma.So.) Pan American Cloud Room, Glass Room (Kranky/Goodfellas) The Pastels Slow Summits (Domino/Self) Savages Silence Yourself (Matador/Self) Shannon & The Clams Dreams in the Rat House (Hardly Art/Audioglobe) She & Him Volume 3 (Domino/Self) Sparrow & The Workshop Murderpolis (Song, By Toad/Goodfellas) Still Corners Strange Pleasures (Sub Pop/Audioglobe) Suicidal Tendencies 13 (Suicidal Records/Goodfellas) Texas The Conversation (Pias/Self) Rokia Traor Beautiful Africa (Ponderosa/ Audioglobe) Tricky False Idols (!K7/ Audioglobe) Vampire Weekend Modern Vampires of the City (Xl/Self) Van Dyke Parks Songs Cycled (Bella Union/Coop Music) We Are Loud Whispers Suchness (Hardly Art/Audioglobe) When Saints Go Machine Infinite Pool (!K7/Audioglobe) Wolf People Fain (Jagjaguwar/Goodfellas) Andrew Wyatt Descender (Downtown/ Coop Music)

MARIO BIONDI SUN (SonyMusic) E bravo il nostro Mario Biondi, vocione soul montato su un fisico da corazziere, da cinque anni in perenne tour e con vendite discografiche di tutto rispetto. Qui corona il sogno di una vita, una produzione ricca e internazionale, la collaborazione con Bluey degli Incognito e i duetti con star dal passato scintillante come Al Jarreau e Chaka Khan (con lei recupera un classico di Boz Scaggs, Low Down). Divertente e ben confezionato, con l'eccezione dei due pezzi cantati in italiano dove il tentativo confidenziale del cantante ha lo stesso effetto di un elefante in una cristalleria... (s.cr.) THE DOORMEN BLACK CLOUDS (Audioglobe) Piacer agli amanti di un certo sound britannico figlio dei Joy Division il secondo album della formazione ravennate The Doormen. Autori di un guitar rock elegante e malinconico tra Interpol (il primo singolo My Wrong World) e Editors (soprattutto per il timbro vocale), con qualche eco di Suede e Blur (il pezzo di apertura Bright Blue Star), The Doormen non dissimulano le proprie influenze ma le reinterpretano in maniera personale, grazie anche a un'indiscussa capacit compositiva e un trasporto autentico. (j.da.) THE FLAMING LIPS THE TERROR (Bella Union/Coop Music) A scanso di equivoci, per noi The Terror il miglior disco dei Flaming Lips! S, vero, difficile dirlo, visto che la band dell'Oklahoma di album con questo ne ha pubblicati 13, e molti di alto livello. Nessuno per cos cupo, cos opprimente, cos angosciante. Ma allo stesso tempo, per chi scrive, cos poetico e rilassante (ma non fidatevi ciecamente, che non affatto roba facile). Psichedelia disturbata, krautrock malinconico. Ottimo! (r.pe.) ONE MAN 100% BLUEZ PSYCHO WOODOO (Metatron) Inarrestabile in quantit e qualit. Questo Davide Lipari, che assieme ai suoi sodali (R. Solli alla batteria e L. Chef in versione uomo orchestra) stampa il suo annuale disco. All'apparenza pi muscolare e quasi stoner in alcun passaggi (Psycho Voodoo), mentre al contempo ci si diverte con cose di altri (Around the World) e sue (Marcorre). Sembra anche che arrivi Tom Waits, di tanto in tanto (Deep Black Moon). Somiglia a tanto altro, ma blues. Al 100% quando pi schietto (Hold You, The Same Man), al 101% quando le idee del Lipari di ieri, assumono con una personalit incredibile un'altra vita oggi. Superbo. (g.di.)

JAZZ

NU SOUL

INDIE POP

Connessioni contemporanee
Nuovi, motivati segni di vitalit dalla scena jazz contemporanea italiana. In primis segnaliamo Connections (Enovisuoni Records) disco per il sassofonista (soprattutto soprano), compositore e specialista di elettronica Luca Rampinini, formatosi a Milano avendo validi maestri come Tino Tracanna. Suono avvolgente, idee, una evidente passione per certi echi folk che impreziosiscono le composizioni senza banalit. Non un gruppo fisso, attorno, ma molti amici in diversi organici. Bella anche la voce strumentale di Francesco Patti, contraltista all'opera nel We Kids Trio a nome di Stefano Bagnoli, che arrangia anche tutti i brani di Un altro viaggio (Ultrasound Records), con Giuseppe Cucchiara al contrabbasso. Un cinquantenne e due diciottenni nella band, segno che ci si pu intendere fra generazioni diverse se si suona col cuore e con la testa. Oppure bisogna intendersi, e basta, ed allora magia: come quella che scaturisce da In viaggio (Azzurra Music), dove il flautista Stefano Benini incrocia le note con quelle degli strumenti etnici di Matteo Bellini, peraltro imbracciati anche da Benini. Con rigore e fantasia. (Guido Festinese)

Le contaminazioni Daughter, leco di Neve Naive della malinconia


Il soul? ormai la vera nuova musica globale, come dimostra il notevole esordio del progetto tedesco Neve Naive dal titolo The Inner Peace of Cat and Bird (Sonar Kollectiv/Audioglobe) costruito intorno alla voce di Alexa Neve Voss insieme all'amico-musicista Stefan Merse. Un disco ricco di riferimenti alla vecchia scuola Motown ma capace di inglobare pi contemporanee contaminazioni dance. Uno stravagante e fantasioso viaggio nella terra del divertimento. Altro debutto eccellente quello del cantante e violinista Marques Toliver, Land of a CanAan (Bella Union/ Coop Music) dall'incredibile curriculum: busker a New York, poi modello e editorialista su un magazine da lui fondato a Londra. Un artista che mostra una notevole capacit di scrittura sia nelle musiche - solido urban soul - che nelle liriche. Bretellone in bella vista e mascellone prominente, Olly Murs altra stellina uscita da X-Factor inglese, intorno al singolone Troublemaker con il rapper Florida - costruisce un album, Right Place Right Time (Sycomusic/ SonyMusic) che mescola pop e soul radiofonico un po' di maniera. (Stefano Crippa) OREGON FAMILY TREE (CamJazz) Tra le band in assoluto pi longeve gli Oregon arrivano al ventottesimo album e al quinto con la label romana. Senza mai deludere, pur raramente licenziando il capolavoro assoluto, continuano a proporre coerentemente un sound raffinato tra jazz, rock, musica da camera, richiami etno e spruzzatine folk. Ritmi soffusi, toni bassi, timbriche evocative, melodie rarefatte per una fusion sui generis a sua volta studiata e intelligente. (g.mic.) Non saranno la band pi solare del panorama, e non saranno neanche innovatori, per ci sanno fare, eccome. I Daughter, trio londinese nato per volere della leader e vocalist Elena Tonra (in origine un solo project), debuttano alla grande con If You Leave (4Ad/Self), album a dir poco malinconico, tanto nelle sonorit quanto nelle liriche. Musicalmente si muove tra pulsioni folk e dream pop, e se la vocalit pu ricordare quella di Florence & The Machine, le strutture armoniche e il sound riportano alla mente The Xx, superandole, a nostro avviso, di gran lunga. Soluzioni shoegaze, ma trattate attraverso il synth pop, arrivano invece dal duo parigino Tomorrow's World, e dal loro esordio omonimo (Nave/Self). Piacevole, senza picchi, n in eccesso, tantomeno in difetto, e decisamente meglio quando a cantare la bella Lou Hayter. E nell'aria aleggiano gli... Air. Torna la miscela dream pop/post rock dei canadesi The Besnard Lakes. Until in Excess, Imperceptible Ufo (Jagjaguwar/ Goodfellas), quarto album della band, viaggia e fa viaggiare tra atmosfere sognanti, al limite della fragilit, che sanno farsi compatte e solide come roccia. Un bel disco, niente da dire. (Roberto Peciola) ZEROTHEHERO HORROR VACUI (Mellow Records) Chi avesse lontani ricordi, su quel Zerothehero, trovi immediato aiuto: Zero the Hero, scritto staccato, era uno degli eroi della fumosa saga Gong di Daevid Allen, il pi visionario tappeto freak mai steso sotto il tavolo prog rock. Ogni riferimento voluto dunque, per il solo di Carlo Barreca, in arte Zero. Note lunghe, derive floydiane, ricordi del Franco Falsini di Cold Nose e con i gloriosi Sensation's Fix, Steve Hillage che fa capolino. Ben pensato e ben suonato, Zero. (g.fe.)

QUANDO IL FUNK SALV BOSTON


Occhio a un documentario e a un concerto sorprendenti. Il 4 aprile 1968 Martin Luther King viene assassinato a Memphis, il giorno dopo James Brown si esibisce a Boston. In mezzo c' un mondo: di rivolte, ansie, attese, aspettative. I tre dvd I Got the Feelin: James Brown in the 60s si dividono in: The Night James Brown Saved Boston; Live at the Boston Garden; Live at the Apollo '68. Uscito nel 2008, il cofanetto - purtroppo solo nel sistema Ntsc - ricorda le ore concitate seguite all'assassinio del leader nero e il ruolo avuto da Brown nel calmare gli animi soprattutto a Boston. Chi avesse difficolt a reperire il cofanetto trova tutto in rete: il documentario su YouTube in otto parti The Night James Brown Saved Boston 8/1, il concerto del Garden qui: http://www.youtube.com/watch?v=BawG-N 9_FR8. Dopo la notizia della morte di King, scoppia negli Usa un'ondata di rivolte; 125 citt bruciano in quelle che passeranno alla storia come le King assassination riots. Washington, Baltimora e Chicago tra le pi colpite. Gioved 5 aprile Brown arriva a Boston deciso ad esibirsi anche per contribuire a mantenere l'ordine pubblico. Subito il sindaco Kevin White gli comunica cosa stato deciso: avrebbe voluto cancellare lo show per quastioni di sicurezza ma il flusso di gente - a cui non fosse giunta l'eventuale comunicazione - avrebbe inondato le strade e da l il caos. Si era dunque stabilito di trasmettere lo show in tv e contemporaneamente di consentire a chi avesse voluto di recarsi al concerto. Dopo febbrili discussioni sul cach (a Brown sarebbe andata la differenza tra gli ingressi effettivi e l'eventuale sold out, tutto rimborsato dal comune di Boston), la serata ebbe inizio. Dinanzi a 2000 persone, Brown alternava pezzi e ricordi di King. E ancora: Sono sempre un soul brother e voi avete reso possibile che io diventassi un uomo di prima classe in tutti i sensi; un tempo pulivo le scarpe davanti a una stazione radiofonica ora possiedo alcune radio. Sapete questo cos'? Black Power. Boston si salv, anche grazie a quel concerto e al fatto che la tv trasmise a ripetizione l'evento. And peggio a Washington dove Brown si rec nei giorni successivi. Il fatto che fosse un soggetto influente in ambito black, induceva vasti settori della societ afro-americana a rivolgersi al musicista. In tv, dal vivo dal Municipal Center, sentenzi: In questo paese la vera risposta al razzismo l'istruzione. Non bruciare e uccidere. Essere pronti. Essere qualificati. Possedere qualcosa. Essere qualcuno. Questo Black Power. Come se bastasse solo questo per sentirsi orgogliosi di s e della propria appartenenza afro-americana. In maniera molto contraddittoria James Brown sempre stato interno a un mondo di artisti black - dagli Impressions a Michael Jackson per i quali orgoglio e promozione sociale hanno sempre significato vincere (gli Impressions scrissero addirittura We're a Winner) e godere dei vantaggi del successo determinati dalla parcipazione alla competizione capitalistica.

ORCHESTRA JOUBES ORCHESTRA JOUBES Agualoca /Audioglobe) Tre musicisti che suonano come fossero dodici. La loro musica afferra il senso caduco di certe atmosfere e le riporta nel rigore di una scrittura variopinta. Debut album in forma di cornucopia, il disco un omaggio alle sonorit sudamericane (Alma nueva, Aire de chacarera) allEuropa dellest (Lenino Pr. 40, Mbila), allOriente di Sakamoto (La neve sottile) agli scherzi minimal glitch con il pensiero rivolto a Brian Eno e Robert Fripp (Yes, Pussyfooting). (s.fr.)

ON THE ROAD
Esben & The Witch
Il trio di Brighton, dalle sonorit dark wave anni Ottanta, torna in Italia. Segrate (Mi) GIOVEDI' 9 MAGGIO
(MAGNOLIA) Torino VENERDI' 10 MAGGIO (SPAZIO 211) Marina di Ravenna (Ra) SABATO 11 MAGGIO (HANA-BI)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

Amplifier
Il prog rock della band di Manchester. Moncalieri (To) SABATO 4 MAGGIO
(AUDIODROME)

Lana Del Rey


La cantante e modella newyorkese, tra indie e mainstrem pop. Roma LUNEDI' 6 MAGGIO (PALALOTTOMATICA) Assago (Mi) MARTEDI' 7 MAGGIO
(MEDIOLANUM FORUM)

Roma Folk Festival


La prima edizione della rassegna ospita Riccardo Sinigallia, Discoverland, Filippo Gatti, Leo Pari, Mammoth e altri. Roma SABATO 11 MAGGIO (LANIFICIO 159)

pianista U. Caine e il contrabbassista Furio Di Castri e il New Gary Burton Quartet. Piacenza DOMENICA 5 MAGGIO
(CONSERVATORIO NICOLINI)

Milano LUNEDI' 6 MAGGIO (OFFICINE


CREATIVE ANSALDO)

Fiorenzuola DArda (Pc) SABATO


11 MAGGIO (TEATRO VERDI)

Murder by Death
Le ballate indie rock della band statunitense. Roma MERCOLEDI' 8 MAGGIO (LANIFICIO 159) Mezzago (Mb) GIOVEDI' 9 MAGGIO
(BLOOM)

Filastine
Le contaminazioni sonore dell'artista californiano trapiantato a Barcellona. Lecce VENERDI' 10 MAGGIO (LIVELLO 11/8) Pulsano (Ta) SABATO 11 MAGGIO
(VILLANOVA)

Ravenna Jazz
Workshop di canto Mister Jazz, con Rachel Gould, e quello di human beatbox con Alien Dee. Tra i concerti: Chucho Valds & The Afro-Cuban Messengers, Pharoah Sanders Quartet, il trio Ambrosetti/Caine/Di Castri, Mattia Cigalini Quartet, Alien Dee con Ginaluca Petrella, Rosario Giuliani Images, Gino Paoli & Danilo Rea e le Microlezioni di Jazz con P. Fresu, Martux_M, F. Bianchi. Ravenna DA SABATO 4 A SABATO
11 MAGGIO (VARIE SEDI)

Parco della Musica


Riscuotono un meritato successo le Lezioni di Jazz tenute da Stefano Zenni; la quarta dedicata a un ritratto di Django Reinhardt. In programma anche la band del vocalist Geg Telesforo e il duo tra la chitarra di Al Di Meola e il piano di Gonzalo Rubalcaba. Roma DOMENICA 5, GIOVEDI' 9 E SABATO
11 MAGGIO (AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Motorpsycho
Torna in Italia la band norvegese molto deve alla psichedelia e al prog rock. Bologna DOMENICA 5 MAGGIO (ZONA
ROVERI)

Roma LUNEDI' 6 MAGGIO (CIRCOLO


DEGLI ARTISTI)

Swim Deep
Una giovane band indie pop rock inglese. Con loro The 1975. Torino SABATO 11 MAGGIO (ASTORIA)

Michael Blake
Il sassofonista canadese, newyorkese dadozione, torna in Italia. Milano SABATO 11 MAGGIO (TRIENNALE)

Mezzago (Mb) MARTEDI' 7 MAGGIO


(BLOOM)

Roncade (Tv) MERCOLEDI' 8 MAGGIO


(NEW AGE)

Efterklang
In Italia la band post rock sperimentale di Copenhagen. Roma DOMENICA 5 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

A Hawk and a Hacksaw


Un miscuglio di musiche popolari per il progetto di Jeremy Barnes, ex Broadcast. Foligno (Pg) SABATO 4 MAGGIO (OFFICINA
34)

Teardo&Bargeld
Il musicista friulano e l'artista tedesco presentano l'album di canzoni Still Smiling. Roma MARTEDI' 7 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

Itinerari Jazz
Appuntamento importante quello con il compositore-polistrumentista (sax alto e flauti) Henry Threadgill e il gruppo Zooid. Trento GIOVEDI' 9 MAGGIO (AUDITORIUM
SANTA CHIARA)

Casa del Jazz


Per i concerti sono previsti il trio Corvini/ Ferrazza/Vantaggio, lomaggio a Nina Simone di Susanna Stivali, la New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini, Nu Indaco (con J. Girotto, N. Citarella e R. Simeoni) e il Simone Maggio Trio. Carattere divulgativo per Art & Soul: storie di musica in musica con, tra gli altri, Alberto Castelli, e Jazz Standard, guida allascolto condotta da G. Gatto. Roma DA SABATO 4 A SABATO 11 MAGGIO
(CASA DEL JAZZ)

Catania LUNEDI' 6 MAGGIO (CINETEATRO


ODEON)

Milano GIOVEDI' 9 MAGGIO (ALCATRAZ) Moncalieri (To) VENERDI' 10 MAGGIO


(AUDIODROME)

Madonna dell'Albero (Ra) LUNEDI' 6 MAGGIO (BRONSON) Milano MARTEDI' 7 MAGGIO (LA SALUMERIA DELLA MUSICA)

Vicenza Jazz New Conversations


La manifestazione si intitola West Coast and the Spanish Tinge. Nelle prime due giornate ospita H. Threadgill & Zooid, il trio Bob Mintzer/John Abercrombie/ Miroslav Vitous (Teatro Olimpico); il Jazz Caf Trivellato propone, invece, i trii di Enrico Zanisi e Alessandro Lanzoni ed il P.O.V. Quintet di Alessandro Paternesi. Vicenza VENERDI' 10 E SABATO 11 MAGGIO
(VARIE SEDI)

Roma MARTEDI' 7 MAGGIO (LA CALZOLERIA) Padova MERCOLEDI' 8 MAGGIO (EX MACELLO)

Bologna SABATO 11 MAGGIO (SENZA FILTRO)

Low
Unica data, gi sold out, per quella che forse la pi lenta delle slowcore band, con molti riferimenti al dark anni Ottanta. Bologna SABATO 11 MAGGIO (TEATRO
ANTONIANO)

Danko Jones
La formazione canadese si rif ai suoni dellhard rock. A Milano con i Riverboat Gamblers (unica data italiana). Milano VENERDI' 10 MAGGIO (FACTORY) S. Alberto di Zero Branco (Tv)
SABATO 11 MAGGIO (MAXIMUM FESTIVAL)

Paolo Benvegn
Il cantautore, ex Scisma e leader della band che prende il suo nome. Reggio Emilia SABATO 4 MAGGIO (PIAZZA
SAN PROSPERO) Roma MARTEDI' 7 MAGGIO (LE MURA) Cesena (Fc) VENERDI' 10 MAGGIO (ROCCA MALATESTIANA)

Piacenza Jazz Fest


Nelle ultime due giornate sono di scena il trombettista Franco Ambrosetti, il

(6)

ALIAS 4 MAGGIO 2013

LA SATIRA POLITICA, IL FUMETTO, LA FACTORY DI ANIMAZIONE


A destra un ritratto di Nadia Khiari, alias Willis from Tunis e in pagina alcune sue vignette Naturalmente si sbagliavano. Ci sono molti fumettisti in Tunisia, soprattutto ora, e in gruppo abbiamo creato una casa editrice che si chiama Yaka ditions, con lobiettivo di pubblicare anche raccolte di vignette satiriche e libri darte. Perch hai scelto di dare voce proprio a un gatto? Perch ho un gatto che si chiama Willis e lo disegnavo gi prima, anche se in un contesto differente, di fantasia. Ho pensato che sarebbe stato un buon simbolo, non solo perch in Tunisia si trovano molti gatti per le strade ma anche perch sono animali indipendenti, restii allobbedienza. In pi il gatto nero spesso ripreso tra i simboli dei monumenti anarchici. Il gatto Willis, in realt, molteplici personaggi. Il primo gatto che ho disegnato stato Ben Al! Ma Willis posso essere io o pu essere Obama, GheddafiInsomma gli do la forma che meglio si adatta ai messaggi che voglio trasmettere. Tra i personaggi c anche una donna anziana. la vecchia ninfomane! Uso questo personaggio per far passare messaggi-tab, soprattutto a carattere sessuale. Infatti nella nostra cultura le donne anziane sono rispettate anche quando dicono stupidaggini. In una delle tue ultime vignette, il gatto Willis impersona la rivoluzione che dice: Ho due anni e mezzo e sono stata violentata da tre vecchi. Chi sono i vecchi? E quali pensi che siano, dopo due anni e mezzo, le conquiste e le sconfitte della

di VALENTINA PORCHEDDU
BARCELLONA

Nadia Khiari, in arte Willis from Tunis, una giovane disegnatrice e fumettista tunisina. Il personaggio da lei creato, un gatto buffo, un po sornione e combattivo che a seconda delle situazioni pu divenire la caricatura di personaggi reali protagonisti della scena politica tunisina o internazionale - diventata una vera e propria icona della rivoluzione dei gelsomini e conta ad oggi pi di ventimila fans su Facebook (http://www.facebook.com/pages/ WillisFromTunis/145189922203845 ). Sarebbe per riduttivo confinare il successo di Nadia Khiari a Internet (da ricordare anche la sua partecipazione alla webzine http://www.yakayaka.org/). Docente di arti plastiche, attivista per i diritti umani e delle donne, vincitrice nel 2012 del premio Daumier nellambito del Secondo Cartooning for Peace International Meeting, Nadia Khiari un esempio coraggioso di come larte e la satira possano dare un contributo concreto alla caduta delle dittature, veicolando attraverso il sorriso e la forza di un gatto che potrebbe essere ognuno di noi - messaggi di libert e dignit. Allinizio, quando vedevo le vignette di Willis from Tunis, non immaginavo che lautrice fosse una donna. Infatti in Italia, ma anche in altri paesi esteri, i disegnatori satirici pi famosi sono tutti di sesso maschile. Pensi che questo dipenda dal fatto che la satira sia legata alla politica e che la scena politica sia occupata prevalentemente da uomini? Io credo che questo mestiere sia accessibile a tutti, senza discriminazione di sesso. vero, c una maggioranza di uomini che lo praticano ma le donne sono sempre di pi. Ad esempio in Nord Africa, oltre me, ci sono anche unegiziana e una libica. Io, quando disegno, non ho per forza un punto di vista femminile. Difendere la causa delle donne, per me, importante ma posso prendermi gioco di loro quanto degli uomini. Willis nato in seguito allultimo discorso di Ben Al al popolo tunisino, nel gennaio del 2011. Qual stato il tuo sentimento nei confronti di quel discorso e perch hai deciso di passare, per cos dire, allazione? Ho sempre disegnato per le persone che mi circondano, amici e famigliari, soprattutto per farli ridere nelle situazioni di tensione. Durante quel discorso, ero chiusa in casa e ho sentito umiliazione per le parole di Ben Al. Come se tutto ci non bastasse, dopo la trasmissione del discorso in tv, i militanti del Rcd (Raggruppamento Costituzionale Democratico, n.d.r.) sono scesi in strada per acclamare il presidente malgrado il coprifuoco. Si trattato di una messa in scena, unulteriore umiliazione, che mi ha provocato la voglia di fare disegni per sdrammatizzare il momento. Poi lidea stata quella di creare una pagina su Facebook, per condividere i disegni con la mia famiglia, che non potevo vedere proprio a causa del coprifuoco. Avevi gi fatto fumetti prima? E graffiti? S, facevo fumetti anche prima ma nessuno voleva pubblicarli. Quanto ai graffiti, sono stata

direttrice di una galleria dArte a Tunisi e, a partire dal 2009, avevo organizzato alcune esposizioni di street art. Conoscevo lambiente dei writers e dopo la rivoluzione ci siamo detti che sarebbe stato interessante andare nelle case della famiglia di Ben Al, che erano state abbandonate e saccheggiate. Abbiamo pensato, infatti, che fossero il luogo ideale per far passare dei messaggi politici, non solo perch erano luoghi simbolici ma anche perch se molte persone non visitavano le gallerie

darte, visitavano invece quelle case per vedere come viveva la famiglia di Ben Al. Qual , attualmente, lo stato del fumetto in Tunisia? Esiste da sempre una produzione di fumetti, ma la scusa che gli editori mi davano per non pubblicare i miei disegni era che non avrebbero venduto.

INTERVISTA NADIA KHIARI

Un gatto di nome Willis ci racconta la rivoluzione tunisina

rivoluzione? I tre vecchi sono la cossiddetta troika : Marzouki, Ben Jafar e Ghannouchi, i capi dei tre partiti al governo. La rivoluzione scoppiata perch durante la dittatura di Ben Al cerano povert, miseria e disoccupazione. La gente, per le strade, gridava Libert, dignit, lavoro. La libert, soprattutto quella despressione, labbiamo conquistata, anche se ogni giorno gli artisti, i giornalisti e gli intellettuali subiscono delle minacce e devono lottare per conservarla. Per quanto riguarda il resto, niente cambiato. La situazione economica peggio di prima, abbiamo votato per la scrittura di una Costituzione e ancora non labbiamo, non c un programma politico chiaro n una data per le elezioni. Hai partecipato al World Social Forum che si svolto recentemente a Tunisi? Non ho partecipato al Forum ma lho utilizzato, o meglio ho approfittato della marcia che si svolta il primo giorno per attirare lattenzione della stampa internazionale sul collettivo Zwewla (poveri, n.d.r), un gruppo di writers originari di Gabs, arrestati dalla polizia per aver taggato su un muro messaggi come il povero un morto-vivente in Tunisia. Saranno processati nei prossimi giorni e hanno molti capi dimputazione, fra i quali proliferazione di messaggi falsi e attentato allordine pubblico. Si tratta di un processo politico, che ricorda i metodi di intimidazione utilizzati sotto Ben Al per far tacere gli artisti. Al di l di questo episodio, pensi che dal Forum siano usciti messaggi importanti? A me ha dato lopportunit di incontrare attivisti da tutto il mondo e di discutere con loro della situazione della Tunisia, affinch a loro volta possano parlarne nei loro paesi, perch non sempre la stampa ufficiale racconta la verit su quanto accade. Questo lo considero gi un risultato significativo. Hai disegnato una vignetta divertente sullescissione, pratica che gli islamisti radicali vorrebbero introdurre in Tunisia. Questo tentativo di riportare la condizione della donna al medioevo ti spaventa?

No, non mi spaventa perch la societ civile presente e reagisce con sdegno alloscurantismo. Il vero problema che lattuale governo passa il tempo a parlare di valori morali, utilizzando la religione per fini politici, per distogliere lattenzione dalla disastrosa situazione economica in cui versa attualmente la Tunisia. Sempre a proposito di donne, cosa pensi di Amina Tyler, la prima femen tunisina, che si fotografata a seno nudo con lo slogan Il mio corpo mi appartiene e non rappresenta lonore di nessuno? Credi che il suo fosse un gesto di emulazione / provocazione o c, nelle adolescenti tunisine, una reale necessit di liberazione del proprio corpo? Questo genere di protesta serve a creare scandalo. Io lavoro con unassociazione femminista, ci battiamo per la parit di salario e altre cose importanti, siamo sul campo. Ma nei media non se ne parla. Il giorno in cui mostreremo i nostri seni, forse si accorgeranno di noi. Io credo per che bisogna andare oltre la provocazione. Le donne tunisine sono parte attiva della societ, siamo un caso privilegiato nel mondo arabo e sar difficile privarci dei nostri diritti. Il gesto di Amina ha suscitato reazioni violente, perch nel mondo arabo un corpo nudo considerato ancora come un tab. Ma penso che la violenza esercitata ogni giorno sulle donne, ovunque nel mondo, sia molto pi grave. Con i tuoi disegni hai accompagnato il popolo tunisino durante la rivoluzione e le prime elezioni democratiche del paese. E continui ad essere presente in questo difficile momento di transizione. Dove desiderate arrivare, tu e Willis? Ho iniziato a disegnare Willis spontaneamente ed quello che continuo a fare anche ora, soprattutto per lo scambio che intrattengo con i miei lettori. I loro commenti alle mie vignette mi divertono e mi arricchiscono. Non faccio calcoli, quando ho voglia di fare un disegno lo faccio, altrimento no. Non un lavoro per me. come se avessi un blog. Solo che lo strumento che utilizzo non la scrittura, ma il disegno. certo, inoltre, che finch i politici continueranno a fare sciocchezze, io avr qualcosa da dire!

NAPOLI MAD ENTERTAINMENT

ALIAS 4 MAGGIO 2013

(7)

Pazza idea di factory animata


di ALBERTO CASTELLANO
NAPOLI

di NATASHA CECI
BERLINO

Davanti alle tavole di Eugenia Monti, in arte Darkam, si ha lennesima conferma della potenza espressiva con cui il fumetto pu raccontare storie di emigrazione o di cambiamenti delle e nelle metropoli europee. Il microcosmo rappresentato da Darkam, originaria di San Marino e studentessa di Arte a Urbino, Bologna e Barcellona, non filtrato dalla razionalit, dal cervello: si disegna direttamente con le budella sul tavolo , come lei stessa afferma. Il suo un tratto quasi onirico legato al corpo, ad una fisicit del disegno contaminato anche dalla attivit di piercer. Il ventaglio dei suoi lavori (www.darkam.org, http://taccuinoviaggiatore.blogspot.d e/) vasto quanto composito: dal fumetto in senso stretto, alluniverso dellillustrazione fino a sconfinare nella pittura. Darkam collabora da sempre con magazine e fanzine come Squame/cailles, Touch Art Magazine,Inguine Mah!gazine; nel 2008 fumetta le storie di Monica Nardozi in Mozziconi (Edizioni Del Vento) e nel 2011 una sua storia perfino trasposta in cirillico nellantologia Stripolis accanto ai lavori di fumettisti serbi, tra vecchia e nuova generazione. Infine si giunge a Berlino, dove Darkam si trasferisce allestendo anche due mostre personali. Le chiediamo come stato il passaggio atistico dallItalia a Berlino: Fin da subito Berlino mi ha travolta con i suoi moltissimi input. Io ne ero inebriata costantemente e in modo cos intenso che, ad un certo punto, non avevo pi neanche il tempo di metabolizzare gli stimoli. A Bologna indubbiamente sono cresciuta e mi sono formata

Piazza del Ges Nuovo a Napoli un po' il luogo-simbolo del centro storico ma stato anche il cuore della cinematografia partenopea. L negli anni d'oro del nostro cinema si concentravano le agenzie delle major americane e delle piccole societ di produzione e della distribuzione, in un frenetico via vai di esercenti, distributori e trasportatori. Da molti anni questa piazza con il tramonto del vecchio cinema (chiusura di tante sale storiche di quartiere, espansione dei multiplex, l'avvento della digitalizzazione che ha mandato in pensione pellicola e proiettori decretando l'inutilit di agenzie e distributori), diventata solo luogo di transito di studenti e turisti (vicino c' la stupenda Chiesa di Santa Chiara) e una delle zone-chiave della movida napoletana. Il Palazzo Pandola ubicato al numero 33 di Piazza del Ges un edificio storico di grande valore simbolico e architettonico incrementato nell'immaginario perch stata una location di film italiani mitici come L'oro di Napoli e Matrimonio all'italiana di De Sica. Alcune scene dell'episodio con De Sica che gioca a scopa con il bambino che non riesce a battere e della versione di Filumena Marturano con Mastroianni e Sophia Loren sono state girate nell'androne e negli appartamenti dove ora hanno sede l'Agis campana e la Stella Film. Luciano Stella, esercente, distributore, operatore culturale, organizzatore di eventi e oggi produttore ha collocato lo stato maggiore di un'interessante factory di animazione proprio in quelli che furono gli uffici di suo padre Antonio, il decano dei distributori partenopei. Insomma se i 'fantasmi' del (post)neorealismo di De Sica, Mastroianni e la Loren ancora si aggirano nel palazzo e nella piazza, Stella jr. nel segno della continuit con l'azienda di famiglia ha aggiornato con un pizzico di spregiudicatezza che non guasta genere, target e obiettivi del cinema rendendo reali i 'fantasmi' dei cartoni animati. Nel 2010 nata la Mad Entertainment dove Mad sta per Musica, Animazione, Documentari fondata dallo stesso Stella, Antonio Fresa, Luigi Scialdone, e Nicola Barile, Character Designer, che per ha lasciato preferendo proseguire da solo con la sua Tilapia Animation. La societ con la dimensione di una giovane factory dove convergono forti competenze provenienti da esperienze creative diverse, ha l'obiettivo di sviluppare un contenitore professionale nei settori dell'animazione in 2D e 3D, del cinema documentario, della produzione ed edizione musicale. una piccola azienda che occupa 55 dipendenti, ma lo spirito quello

artisticamente, ma il contesto era abbastanza di nicchia. Qui a Berlino, anche se pu sembrare retorico, mi sono trovata a contatto con lingue diverse, con backgrounds artistici diversi dal mio, il tutto in un contesto visto e vissuto con gli occhi di una straniera.Anche da straniera, tuttavia, le sue storie si continuano a legare al corpo, al corpo di una citt in preda ad un cambiamento cos rapido che quasi tutti gli esuli, italiani e non, che ci si trasferiscono, non hanno il tempo di mettere bene a fuoco. Darkam esprime con il fumetto Alles muss Raus il suo punto di vista sulla questione della East Side Gallery, ovvero il secondo

INCONTRI EUGENIA MONTI

Il fumetto sopra Berlino, Darkam

abbattimento del muro di Berlino. Nelle ultime settimane i berlinesi si sono mobilitati per salvare il tratto pi lungo e meglio conservato del muro di Berlino trasformato, dopo il crollo del 1989, in una galleria darte a cielo aperto. Ad insediare il monumento storico c la costruzione del lussuoso palazzo Living Levels, accanto alla Sprea, il cui ingresso sar, appunto, ostacolato dal muro. Tra lindignazione cittadina, non sono mancati nemmeno elementi tragicomici come lintervento dellattore David Hasselhoff, a favore della salvaguardia, e le allusioni dello Spiegel alla presunta appartenenza dellinvestitore Maik Uwe Hinkel alla fu Stasi, poi smentita dallo stesso. Al momento la situazione ancora in stallo: a giorni di acceso dibattito si alternano incursioni notturne della gru a ridosso del muro, false promesse e gli imbarazzi del sindaco Wowereit. Avevo gi visto, naturalmente, continua Darkam, come si trasformano i quartieri, cercando di non darci troppe peso, nel senso che naturale che le cose cambino. Ma di fronte a un evento di tale portata, soprattutto simbolica, non potevo pi archiviare la faccenda. Mi sembrava che prima di allora Berlino riuscisse a convivere con i fantasmi del suo passato in modo meno anonimo.

della bottega creativa e del lavoro di squadra con attenzione alle tecnologie pi avanzate e alle strategie di coproduzioni e partnership cinematografiche e televisive, italiane e straniere. E cos in meno di tre anni dalla nascita, la societ pu gi fare con orgoglio un bilancio lusinghiero. Negli studi di animazione e registrazione (un'ottantina di postazioni, computer, attrezzature digitali sofisticate per le post-produzioni video e sonore, mixer , strumenti musicali) disegnatori, esperti di animazione in computergrafica, tecnici, musicisti hanno dato forma e stile a due prodotti di animazione realizzati in collaborazione con Rai Fiction: Il piccolo Sansereno (regia Ivan Cappiello) trasmesso da Rai2 nell'ottobre 2012, La cantata dei pastori (regia Nicola Barile) trasmesso da Rai1 il 26 dicembre 2012. Non solo animazione per. Sono stati prodotti anche il documentario L'uomo con il megafono in coproduzione con Figli del Bronx, lo spot televisivo per orologi Scraak trasmesso dalle reti Mediaset, sono state realizzate alcune colonne sonore. E sono vari i progetti in produzione e pre-produzione, da Cenerentola: la gatta del porto, musical animato, A Skeleton Story di Alessandro Rak dall'omonimo fumetto, i documentari Coconut (un incontro tra l'India e l'Italia) e Lo sposo di Napoli di Giogi Franchini su Achille Lauro. In questo momento il team di Mad concentrato sulle fasi finali della produzione (coprodotto da Big Sur in collaborazione con Rai Cinema e Cinecitt Luce) di L'arte della felicit, il primo lungometraggio d'animazione ispirato all'essenza dell'omonima rassegna di filosofia inventata dallo stesso Stella dedicata ogni anno a un tema (la prossima edizione, la nona, in programma a settembre sul desiderio). Le prime immagini e il trailer del cartoon destinato a un pubblico adulto, sono state mostrate a una platea di produttori internazionali al recente Forum di Lione, il pi importante appuntamento di coproduzione per l'animazione europea. Mad vuol dire anche pazzo e un'operazione come questa non pu essere messa in moto con eccessiva prudenza e calcoli ragionieristici. Per creare questa factory dice Stella ci voleva un po' di 'sana' pazzia, quel pizzico di spericolatezza e spregiuticatezza che da anni manca nel cinema italiano. Il progetto nasce dalla convinzione che esistono un mercato e un bacino d'utenza internazionali pi grandi di quello che si crede per l'animazione europea e quindi anche italiana (non tutti i grandi e piccoli amano l'insuperabile cartoon americano) e che c' anche un altro mercato da creare. A differenza del cinema di fiction, l'animazione mette in gioco un linguaggio di per s pi universale e di conseguenza abbiamo l'ambizione di creare il primo polo dell'animazione italiano. Pur avendo una buona tradizione di animazione artigianale da Bozzetto e Nichetti a Enzo D'Al, i nostri produttori cinematografici non hanno mai lavorato su una strategia lungimirante per indirizzare le potenzialit di realt autoproduttive verso un progetto industriale. arrivato il momento di 'sfidare' altri paesi europei che hanno gi intuito da anni queste strategie, sul terreno dell'animazione digitale pi avanzata anche tridimensionale. una scommessa, per ora ci muoviamo su low budget (L'Arte della Felicit costa 900.000 euro) ma stiamo facendo di necessit virt, credo con saggio equilibrio, grazie a un mix di strutture tecniche altamente professionali, competenze, creativit, entusiasmo giovanile.

In alto: negli studi di Mad In basso: fumetti di Darkman

Le chiediamo per quanto tempo Berlino sar ancora percepita come la terra promessa: Beh, sappiamo tutti che lincanto per questa citt avr una fine quando sar completamente un altro luogo. Per quanto mi riguarda una certa Berlino mi d molte pi storie rispetto, ad esempio, ad una sua idea di architettura pi banale e normalizzata. Le storie di Darkam affondano nella realt quotidiana berlinese raccontando il muro come memoria storica tedesca minacciata dalla gentrificazione, ma anche le vicende dei quartieri e le impasse linguistiche di chi vive allestero e magari entra in una panetteria per ordinare una torta (Kuchen) e alla fine si ritrova a chiedere una cucina (Kche). il

caso dei fumetti Wasserschlacht! e Panzer Frau. Nel primo caso lo spunto quello di una amichevole battaglia tra gli abitanti dei quartieri di Kreuzberg e Friedrichshain, un tempo divisi dal muro, al centro del ponte Oberbaumbrcke, altro checkpoint, con il fiume che vi scorre in mezzo. Crollato il muro i due quartieri sono stati accorpati amministrativamente e circa ogni anno, pi o meno ufficiosamente, gli abitanti si contendono a suon di lancio di uova, verdure marce e gavettoni, la nomea di quartiere alternativo, ora che Friedrichshain ha lasciato da tempo la cappa soffocante della Ddr e Kreuzberg ha attratto sempre pi turisti. Panzer Frau, invece, una rivisitazione ironica,

anche nella letterale traduzione in tedesco, dello scorrettissimo fumetto inglese di fine anni Ottanta Tank girl, frutto della fantasia altrettanto irriverente di Alan Martin e Jamie Hewlett. Cos come la protagonista del comics inglese, una ribelle pilota di carri armati dellesercito australiano, vive strane avventure a zonzo per lAustralia, Darkam, panzer frau berlinese acquisita, vive le bizzarrie di un confronto linguistico e culturale non sempre pacifico. Ci sono moltissimi libri sul tavolo di lavoro di Darkam, fumetti ma non solo. Laudacia delle fotografie di Nobuyoshi Araki e le opere di Stefano Ricci, divise tra fumetto, illustrazione, grafica, scenografie per il teatro e la danza. La contaminazione, ormai, non pu essere che conditio sine qua non. Oggi - dice - vedo moltissime realt, anche piccole, autoprodotte, di alta qualit, che per purtroppo spesso non riescono ad andare oltre, a conquistare vaste fette di pubblico, complice anche un contesto editoriale troppo di nicchia. La questione sempre la stessa, che riguardi nello specifico lItalia e un po meno lestero, ovvero quella di riconoscere tutto questo come un vero e proprio lavoro.

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MILANO, FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO

CREATIVE SYRIA
di DONATELLA DELLA RATTA*

In mostra artisti noti e anonimi del web che documentano la resistenza della societ civile in Siria
popolazione civile. La campagna delle mani alzate continua a saltare fuori dagli angoli pi improbabili della rete, con ogni sorta di messaggio. In alcuni casi, le mani sono diventate quattro, che si tendono a due a due in una stretta, mentre lo slogan dice: che tu sia con il regime o con lopposizione, resti sempre mio fratello, a invocare il dialogo fra la societ civile. In altri poster remixati dagli utenti anonimi, le mani si moltiplicano, accompagnando lo slogan: offriti volontario, in riferimento allestremo bisogno di solidariet in una situazione in cui aumentano gli sfollati e i senza tetto dentro il paese. Non solo: in risposta alle campagne pubblicitarie governative e alla versione ufficiale dei media siriani, che hanno da subito dipinto la rivolta

Nelle ultime settimane del mese di marzo 2011, a pochi giorni dallinizio ufficiale, il 15 marzo, delle manifestazioni che chiedevano libert e dignit (hurriya wa karama) per il popolo siriano, Damasco era tappezzata di poster pubblicitari colorati. Quello che da subito aveva attirato la mia attenzione, tanto da fotografarlo pi volte, ritraeva una mano alzata, di vari colori, accompagnata dallo slogan a lettere cubitali: Io sto dalla parte della legge. Ne esistevano varie versioni: grande o piccino, sto dalla parte della legge; emotivo o razionale, sto dalla parte della legge; progressista o conservatore, sto dalla parte della legge. Ogni volta lo slogan era accompagnato da una mano alzata, blu, arancio, verde; tanto che, con tutte quelle mani che era come se gridassero all`unisono io sto dalla parte della legge, mi sembrava di camminare in un`orwelliana citt del

Grande Fratello. Lavvertimento ai cittadini era chiaro: chiunque manifesti si mette contro la legge, ergo non bisogna manifestare. Eppure, per quante mani colorate pullulavano nelle strade di Damasco, altrettante copie virtuali ne spuntavano su Facebook. I poster erano esattamente gli stessi, usavano lo stile e i caratteri di quelli riprodotti nella capitale siriana, per nella versione Internet le mani alzate accompagnavano altri messaggi, composti su toni ironici e provocatori, del tipo: Io sto dalla parte della legge... ma dov?. Oppure: Io non sono indiano, unespressione che corrisponde a non puoi imbrogliarmi, per ricordare agli ideatori della campagna che ogni cittadino siriano ha ben presente cosa voglia dire legge in Siria e chi ne decide i contenuti e i limiti. Probabilmente, colpiti dallondata di remix anonimi e virali, i pubblicitari - e i poteri che vi si celavano dietro - decisero allora di

aggiustare la campagna su toni piu` neutri. Fu cos che la mano alzata prese il colore verde, dietro uno sfondo rosso nero e bianco (i colori della bandiera siriana), accompagnando un sobrio messaggio: la mia richiesta la tua richiesta. Io sto dalla parte della Siria. Il tentativo era chiaro: sostituire la controversa idea di legge con un concetto pi universale, quello di patria, al quale tutti i siriani avrebbero dovuto sentirsi legati, e nellinteresse del quale avrebbero dovuto smettere di manifestare.

Eppure, anche questa volta, un`ondata di parodie del poster e del suo semplicistico slogan si rivers su Internet. E, stavolta, anche nelle strade della Siria. Armato di un pennarello, probabilmente a notte fonda, senza essere troppo notato, lanonimo cittadino scrisse sul poster con la mano alzata: La mia richiesta la libert. Un altro, cancellando la parola Siria, compose la frase finale: Io sto dalla parte della libert. Da quella lontana primavera 2011 molte cose sono successe: e la rivoluzione siriana, che per molti,

allinizio, significava mani alzate, disarmate e pacifiche, si trasformata nella guerra civile di cui sentiamo parlare ogni giorno dai mass media. Eppure, il fatto che lo scontro fra il regime e i manifestanti sia diventato sempre di pi uno scontro armato, che una parte della rivoluzione abbia imbracciato le armi, e che non meglio identificati battaglioni di combattenti stranieri si siano installati in Siria con lo scopo di liberarla dagli Assad per trasformarla in un improbabile califfato islamico, non ha spazzato via gli atti di resistenza creativa della

Larte non dimenticata della resistenza

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Nelle due pagine, un mix di opere che verranno presentate - pittoriche, grafiche, multimediali e poetiche - di artisti noti e autori anonimi a testimonianza dell'esplosione di della societ civile siriana. Tra i lavori in mostra, quelli dell'artista siriano emergente Tammam Azzam, del visual artist Kevork Mourad, degli autori anonimi del Collettivo dell'Universit di Aleppo (che ne ricordano il bombardamento) e altri. tutto il territorio siriano per rivitalizzare lo spirito originario della rivoluzione. Cos i luoghi controllati dallesercito libero hanno visto nascere attivit culturali ed educative, come workshop per bambini, teatro di strada, lettura di testi poetici; mentre le citt sotto il controllo del regime, come la capitale, hanno assistito al moltiplicarsi di graffiti e arte murale, con lo scopo di ricordare alla societ civile il suo diritto a riprendere possesso degli spazi pubblici, ormai controllati da una parte dal governo, e dallaltra dallopposizione armata. La resistenza della societ civile continua in Siria, in forme e modi sempre diversi e in mutazione, a dispetto di coloro che la vorrebbero ormai schiacciata dal gioco politico di super-potenze regionali e mondiali o dalla violenza militare sul campo. Creative Syria un piccolo omaggio a questa capacit del popolo siriano di continuare a creare, a disobbedire, a resistere. Il percorso della mostra si articola in due direzioni.

siriana come frutto della manipolazione e della cospirazione straniera, sono spuntate miriadi di pagine satiriche su Facebook. Come The chinese revolution e Syrian tank wash service, entrambi provenienti da Homs, che ironizzano sulla matrice aliena della rivoluzione siriana. In parallelo, nelle strade della Siria diventavano popolari gli slogan e i cartelloni colorati dipinti dagli improvvisati artisti di Kafer Nabl, un villaggio del nord della Siria la cui popolazione, per la maggior parte agricoltori, si dallinizio della rivoluzione prestata a produrre poster satirici che sbeffeggiano il regime e lincapacit della comunit internazionale di trovare una soluzione alla crisi siriana. Anomini cittadini siriani si sono cimentati in ogni tipo di gesto di resistenza creativa e disobbedienza civile. Il gruppo Ayyam al-hurriya (Freedom days), sul suo canale YouTube e sulle sue pagine Facebook, ha prodotto un ciclo di video che spiegano, in maniera semplice e creativa, cosa vuol dire disobbedienza civile, illustrando una serie di azioni che i cittadini anche coloro che non vogliano direttamente essere coinvolti nelle manifestazioni per paura di ritorsioni e violenze possono portare avanti per dimostrare il proprio dissenso rispetto al regime. La campagna che ha ottenuto pi risonanza forse quella dello sciopero della dignit (idhrab al-karama), portata avanti nel maggio del 2012, in particolare nel mercato pi importante della capitale Damasco, il suq al-Hamidiyya. Lo slogan dei disobbedienti era: Chiudi il tuo negozio, apri il tuo cuore, e con successo le serrande dei negozi del suq rimasero abbassate, almeno fino a quando le forze di sicurezza non intervenirono per far riaprire le attivit commerciali. Altri gesti di disobbiedienza civile, come il movimento ispirato ai rijal al-bakhakh (gli spray men), hanno mirato a riprendere il controllo degli spazi pubblici delle citt e a diffondere i messaggi pacifici del movimento di protesta contro il regime slogan come la nostra rivoluzione pacifica attraverso graffiti disegnati sui muri e diffusi viralmente dalla pagina Facebook Freedom Graffiti Week alle strade della Siria. Eppure, anche in questo caso, la repressione stata sproporzionata, e uno dei simboli del movimento graffitaro siriano, il giovane Nour Hatem Zahra, ha

pagato con la vita, nellaprile del 2012, il prezzo per aver dipinto parole e colori sui muri di Damasco. Nonostante la reazione violenta, gli episodi di disobbiedienza civile e resistenza creativa hanno continuato ad abitare le strade e le piazze siriane. Persino oggi, quando leco della violenza di cui sentiamo parlare sui media sembra aver terrorizzato la societ civile ed averla paralizzata nei suoi gesti attivi di dissidenza, la resistenza creativa continua.

Quando luniversit di Aleppo stata bombardata, nel gennaio del 2013 un episodio i cui dettagli e la responsabilit non sono mai venuti realmente alla luce lasciando oltre ottanta morti e centocinquanta feriti fra gli studenti che si trovavano in facolt a sostenere gli esami, i loro colleghi hanno risposto immediatamente alla violenza creando poster, quadri, manifesti, composizioni grafiche per ricordare al mondo, attraverso lespressione artistica, la tragedia umana in corso. E qualche mese fa, in occasione del secondo anniversario dellinizio della rivoluzione, quando gli attivisti hanno aperto forum di discussione su Internet per dibattere su come commemorare levento, si deciso di utilizzare la parola festeggiamenti (ihtifalat) ed avviare una campagna su

La prima espone una selezione di lavori di artisti siriani, emergenti o gi affermati, che hanno dedicato questi ultimi due anni a raccontare il paese, il suo dolore, la sua speranza e la sua voglia di ricostruzione, attraverso ogni genere di linguaggio artistico, dal video alla performance, dalla musica alla poesia. La seconda si dedica ad esplorare la creativit user-generated, quella anonima, viralmente diffusa su Internet e nelle strade della Siria attraverso gli slogan e i cartelloni delle manifestazioni, le parodie e i graffiti, i poster politici e i remix. In questo tipo di creativit partecipativa e diffusa si cela unidea di cittadinanza attiva che esprime idee politiche attraverso la creazione di contenuti nuovi e irriverenti; e dimostra, con la sapiente rimanipolazione dei messaggi prefabbricati dal potere, di essere capace di rovesciarne la narrativa e produrre nuovo senso. Questa creativit anonima e virale la chiave del futuro della Siria: dimostra che esiste una societ civile tuttora viva, attiva e partecipativa, poich creativa. Eppure, la bellezza prodotta da questi artisti, sia noti che anonimi, non ci deve rassicurare, o confortare, n tantomeno farci dormire sonni tranquilli, certi che la societ civile sopravviver, nonostante tutto. Uno sforzo creativo richiesto anche a noi, cittadini dell`altra sponda del Mediterraneo, per immaginare modi diversi e urgenti per sostenere la creativit della societ civile siriana. *Dal catalogo del festival

Quegli 850 desaparecidos


Qualche giorno fa sono andata a trovare Paolo Grassini, vecchio amico regista (Roma Paris Barcellona codiretto con Italo Spinelli) e documentarista politicamente scorretto che ha filmato la guerra contro lEta, il processo di pace tra guerriglia e esercito in Guatemala, Haiti, Mozambico, la marcia zapatista in Messico, il movimento dei naxaliti, e in Afghanistan Un italiano a Kabul e Il decalogo dei taliban, Under The Taliban e Pakistan: Donne e fondamentalismo e Il piccolo gioco sugli artisti afghani che hanno resistito al regime dei taliban. Poi Tamburi dell'Amazzonia, Nuestro norte es el sur in Venezuela, negli ultimi anni realizza 4 documentari sulla difficile integrazione dei Rom a Videoset societ di produzione superindipendente da lui fondata a met degli anni ottanta (divenuta nel periodo del secondo attacco all'Irak la sede di Global tv) e come sempre accade quando passo da l l'ho trovato alle prese con un montaggio. Stava riducendo a cinque minuti per rai news il cospicuo materiale girato insieme a Stefano Moser direttore della fotografia e regista nell'ultimo viaggio a Tunisi. guarda stata un'esperienza fortissima ci hanno circondato tutte insieme disperate e non ci mollavano e mi ha mostrato alcune scioccanti interviste fatte alle madri dei giovani desaparecidos tunisini: si tratta di 850 ragazzi scomparsi di cui 250 arrivati nei viaggi avvenuti a ridosso della rivoluzione (prima e dopo) che compaiono nella denuncia presentata dall'arci, dall'Asgi (associazione studi giuridici immigrazione)e da alcuni familiari alla procura di Roma. C' una piccola delegazione di genitori che da pi di un anno resiste a Roma tra molte difficolt logistiche senza riuscire a venire a capo del mistero, nel luglio del 2012 stata presentata una interrogazione parlamentare da Livia Turco, il governo, nella persona di Nicola Ruperto, ha risposto che effettivamente 14 dei nomi della lista sono transitati in Italia, ma senza fornire n i documenti n le date. Ma i ragazzi di cui si sono perse le tracce sono 250 e le loro madri sia in Tunisia che a Roma sono riuscite a riconoscere dai cinegiornali vari (due dei quali sono stati recuperati pi un terzo girato al Cie di civitavecchia) i loro congiunti dopo lo sbarco a Lampedusa, quindi vivi, non annegati, approdati nel nostro bel paese vivi. Certamente alcuni di loro, si sa di cinque studenti oppositori di Ben Al ad esempio, magari avranno voluto sparire volontariamente, ma non si pu credere che tutti e 250 abbiano deciso di tagliare completamente i ponti con le famiglie, senza neanche dare la pi vaga conferma di esser vivi, e anche fosse, e mi sembra altamente improbabile, sarebbero comunque dovuti essere registrati allo sbarco. Perch questo non avvenuto? Perch le autorit non forniscono alcuna spiegazione a riguardo? Non ci sar per caso qualche connessione col nefasto accordo preso con Gheddafi sugli sbarchi clandestini ? Perch se cos fosse allora si prospetterebbe il peggio, si sa che in molti hanno perso la vita nel deserto libico dove erano stati rispediti da qui. Le immagini delle madri che agitano le foto, coi colori sgargianti e ritoccati a mano come le cartoline degli anni '50, dei figli alcuni ancora bambini (sono scappati anche dei quindicenni) sono strazianti. Forse sarebbe utile coinvolgere una trasmissione come Chi l'ha visto se non altro per costringere chi di dovere a dire cosa successo.

AFRICA, ASIA, AMERICA LATINATra

Concorso, corti, incontri (4-10 maggio)


Un appuntamento storico per gli appassionati del cinema del sud del mondo, il festival italiano interamente dedicato alla conoscenza della cinematografia, delle realt e delle culture dei paesi dellAfrica, dellAsia e dellAmerica Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, circa 80 tra film e video proiettati. Il programma del 23 Festival del Cinema Africano, dAsia e America Latina (4-10 maggio) prevede le due sezioni competitive Concorsi Finestre sul mondo - aperte ai lungometraggi di fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina - e due concorsi riservati esclusivamente allAfrica: il Concorso per il Miglior Film Africano e il Concorso per il Miglior Cortometraggi Africano (aperto a fiction e documentari). Anteprima allAuditorium San Fedele (20.30) stasera 4 maggio con Infancia clandestina di Benjamin Avila. La storia dellinfanzia del regista che a 12 anni, nel 1979, con la sua famiglia torna in Argentina sotto falsa identit dopo anni di esilio.Non solo cinema, il cartellone del festival prevede anche una serie di convegni sul temi dellidentit razziale e della migrazione. Domenica 5 nello Spazio Oberdan - dopo la proiezione del doc In uno stato libero di Paola Piacenza alle 14.30 - il convegno: Migranti, cittadini, protagonisti. Lassociazione interculturale Todo Cambia, con la partecipazione di Soleterre Onlus, presenta alle associazioni migranti e antirazziste milanesi e ai cittadini il documento, gli obiettivi e gli strumenti individuati dallAssemblea Mondiale dei migranti a Tunisi. Info e programma: http://www.festivalcinemaafricano.org/

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FOCUS SUL CILE

FESTIVAL DELLE TERRE


di SILVANA SILVESTRI

Un pais invisible, un paese invisibile per lo pi il Cile. C ancora gente che chiede: ma c ancora la dittatura? No, non c pi. E a mandare via Pinochet c stato anche un plebiscito che nel 1988 chiese alla cittadinanza se volevano ancora Pinochet o No. E il vasto movimento di opposizione si mise in moto per dimostrare in modo veramente innovativo che No, era ora di cambiare. E nell89 furono indette le elezioni democratiche. Ora al Festival delle terre Roma, cinema Nuovo Aquila 7-10 maggio) si potr vedere uno dei 202 documentari che Teleanalisis gir durante la censura imposta dalla dittatura, distribuiti in videocassette, per tentare di arginare il silenzio della televisione pubblica. Parlavano dei sequestri, del debito interno dei paesi latini, di chi viveva nella miseria a dispetto della propaganda che voleva il paese sempre rampante, della strategia della paura. E poi Immagini del paese invisibile (marted 7 maggio alle ore 21) racconta come si riusc a vincere il plebiscito. Lo gir Augusto Gongora che era il direttore di Teleanalisis, giornalista, storico cineasta e produttore e che sar al festival anche in giuria, una delle personalit cilene che pi contribu a costruire il terreno dellopposizione e anche la trama visiva delle immagini che oggi servono da riferimento ai nuovi cineasti e soprattutto a Pablo Larrain, il nome di punta della cinematografia che pi di altri ci ha riportato le immagini dellelaborazione del dolore vissuto nel passato, del clima di cecit e oscurit che si viveva nel paese. Il film riporta i momenti della campagna per il No, quella novit assoluta che faceva in modo da rendere positivo al pubblico quella parola dal significato cos

Augusto Gongora cineasta clandestino che durante la dittatura film il vero volto del paese
negativo. Nonostante la dittatura, il paese conservava una caratteristica che i militari non hanno potuto cancellare, la legalit. E la legge diceva che in caso di elezioni o di plebiscito anche lopposizione avrebbe avuto diritto a 15 minuti in televisione. Cos per la prima volta dopo anni da quella piccola finestra comparvero gli spot che comunicavano limportanza di iniziare una nuova epoca di allegria, di cambiamento. Chiediamo a Gongora di parlarci del suo film: Il periodo in cui stato girato questo film, dice era piuttosto complicato. I giovani per le strade manifestavano ed esprimevano finalmente quello che avevano dentro, ma si sapeva che i militari avrebbero fatto di tutto per comunicare dati diversi, tanto che Pinochet convoc i quattri capi delle forze armate. Ma il generale dellaeronautica Mattei fermato sulla porta dalla stampa che gli chiedeva i risultati del plebiscito ammise: ha vinto il No. E cos fu annunciato alla nazione. Il senso di legalit aveva vinto su tutto. Questo film mostrava limmagine del paese invisibile, poich lopposizione a Pinochet non mai apparsa in tv, in Cile non si vedeva nessuna immagine di protesta. In una sequenza il film mostra come in uno di quegli spazi di 15 minuti comparve limmagine del poeta Neruda: la televisione non lo aveva mai celebrato e lui mor solo in un letto di ospedale. Ora in corso un processo per stabilire se si tratt di omicidio, se ci sono tracce di veleno nel suo corpo. Lui era un simbolo per il paese, molto amato e assai temuto dalla dittatura. Gli chiediamo se la ex presidenta Bachelet che tornata da poco nel paese ha possibilit di essere rieletta: Ci saranno le primarie il 30 giugno e poi le elezioni a novembre. Lei ha buone possibilit, uno dei suoi obiettivi colmare ancora di pi la distanza che separa le classi sociali, il problema delleducazione per tutti. Anche se leconomia va bene, Pierira non molto amato dalla gente, non c mai stato un buon rapporto. Nei titoli di Tony Manero si ringraziava Gongora, e

anche quando si vedr No I giorni dellarcobaleno che esce il 9 maggio, un campione di incassi in Cile, un magnifico film vitale e politico, si capir che il giovane Larrain deve molto al lavoro dei documentaristi clandestini, e a Immagini di un paese invisibile in particolare: Per me No chiude un ciclo, quello dei tre film firmati da Larrain dopo Tony Manero a Post Mortem. Conosco bene Pablo e lo stimo molto come regista, per bisogna tenere presente un elemento che secondo me sbagliato e cio che dal film sembra che la campagna del No sia stata ideata da due o tre pubblicitari. Invece stato un successo di tutto un movimento, di una vasta mobilitazione. La soluzione mi sembra un po forzata, come fosse una lampadina che si era accesa nella mente di un creativo. Probabilmente Larrain ha sintetizzato al massimo tutto il movimento e lo ha concentrato nella figura carismatica per tutto il latinoamerica e altrove di Gael Garcia Bernal, gi famoso come Che Guevara da giovane. Inoltra ha messo in moto unaltra interessante sintesi, cio che in quel decennio la maggior parte dei cineasti cileni (quelli che non erano in esilio) lavoravano nella pubblicit, che era peraltro una pubblicit famosa per la sua irriverenza, lironia, macchina per divertire come fu senzaltro la campagna vincente per il No. La trilogia di Larrain ha dato un apporto fondamentale alla nuova generazione. Ho chiesto a Miguel Littin cosa ne pensava del film e mi ha ha detto: mi sembra molto buono, bello che lo abbia fatto lui della nuova generazione piuttosto che io. Augusto Gongora ha un blog dove abbiamo letto un bellissimo pezzo dedicato a Raul Ruiz: Raul viene volando da la noche de enfrente e infine sar di nuovo nella sua terra... torneremo tutti a conversare con lui durante lunghe passeggiate nel bel mezzo delle sue intorno al cinema , la vita o qualunque altra cosa che si aggiunga a questo, splorando, chiedendo, ascoltando senza fretta a partire da qualsiasi dogna che schiacci limmaginazione. Gongora stato produttore di serie di cui Ruiz andava assai orgoglioso, che riscoprivano le radici della sua terra: La recta provincia, Litoral. Quando lavoravo al canale pubblico della televisione cilena gli proposi di realizzare queste serie e feci il suo produttore esecutivo. Il passaggio in televisione lo rese famoso, perch pur essendo molto amato dagli altri cineasti cileni, non era conosciuto dal grande pubblico e cominciarono a chiedere: e donde est este seor? dove sta questo signore? chi ? A un certo punto leggemmo che Gongora non lavorava pi nella televisione, la Tvn, dove conduceva un famoso programma di cinema e cultura: Quando cambi il governo, quando torn la destra, termin il mio lavoro. Ora mi occupo di produzioni indipendenti. E qual il suo giudizio sulla televisione cilena oggi? Il canale pubblico obbligato a essere pluralista, per in generale offre reality, frivolezze

DOCUMENTARIO

Lambasciata che diede asilo, in Calle Miguel Claro 1359


di S.S.

Nel focus che il Festival delle Terre dedica in apertura al Cile, Calle Miguel Claro 1359 di Tommaso DElia (con i testi di Daniela Preziosi) sar presentato al pubblico alla presenza del regista marted 7 maggio alle ore 20 (ingresso gratuito) rappresenta un momento importante della storia del Cile e dellItalia: A Santiago dall11 settembre 1973, il giorno del golpe, fino allaprile del 75 quando venne chiusa l'Ambasciata italiana si riemp di 600 persone che vi trovarono rifugio e furono salvate. Il documentario ricostruisce la vicenda attraverso varie testimonianze e racconta levoluzione del paese avvenuta alcuni anni dopo, quando il film fu girato. stato girato nel 2005, ci dice Tommaso DElia, da una parte era un film dinchiesta, la storia dei rifugiati nellambasciata italiana e voleva raccontare anche il lavoro di Roberto Toscano, primo segretario dellambasciata che riusc a salvare molta gente andandola a prendere perfino dentro lo stadio. Chi lavora in diplomazia minimizza, dice che solo dovere, ma sappiamo che non tutti si comportano in questo modo. Tutto nasce da unidea di Daniela Preziosi che aveva letto il libro di Tommaso de Vergottini facente funzione di ambasciatore, Diario di un diplomatico (1973-1975). Siamo partiti da l anche se quando lo abbiamo incontrato era molto malato e morir qualche anno dopo. Secondo noi grandissimo attore di quel salvataggio era stato Aldo Moro che sar rapito poco dopo, e che aveva detto ufficialmente che quella gente non era consegnabile e quelli che erano rifugiati andavano riportati in Italia. Secondo noi si tratta di un atto di eroismo, Toscano andato a riprendere le persone una per una. Lui racconta tutta questa entusiasmante vicenda. Le testimonianze raccolte sono di sette, otto persone che erano in Ambasciata.Poi per si parla anche del Cile

dellinizio degli anni duemila: Dopo un incontro con Miguel Littin abbiamo percorso il cammino di Acta general de Chile e questo anche grazie a Ugo Adilardi (che ora il presidente dellAamod, larchivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) che di quel film era stato operatore di una delle troupe. Cera la troupe francese, italiana, americana, un film che stato una pietra miliare, unimpresa, a cominciare dallentrare in clandestinit nel paese. Acta general era vietato in Cile, rimasto sotto censura anche nel 2006, chiss se stato liberato. Questo ci ha portato a raccontare il Cile contemporaneo, abbiamo filmato il comitato elettorale di Bachelet che ancora non era diventata presidenta. Questo anche il mio modo di procedere, partire da un momento della storia e arrivare fino ad oggi. Io che ho vissuto per anni in Australia ho trovato delle impressionanti similitudini forse dovute alla stessa latitudine. E qualcosa che mi ha impressionato molto stato il senso di legalit diffusa: in qualche modo stato anche il motivo per cui si sono dichiarati tutti, ma questo in qualche modo li ha anche salvati. Si notava anche nel dibattito che si era acceso tra i compagni nel confezionare lo spot per la campagna del No, quando si voleva in tutti i modi sottolineare tutto quello che era successo nel paese. Vincer poi la linea che guardava al futuro. Ho vissuto poi in Brasile nell85 che stato il periodo pi feroce di Pinochet: trovavo inspiegabile quel senso di appartenenza a tutti i costi, di comunit, di attaccamento al paese. Ma questo elemento in particolare noi lo abbiamo risolto in maniera empatica, non lo abbiamo scavato fino in fondo. Ricordiamo che Tommaso DElia ha realizzato con Daniela Preziosi anche La Pedata di Dio il film su don Ciotti, produttore Rodrigo Vergata di Arcoiris, anche lui un cileno che rimasto poi in Italia, anche se mantiene rapporti con il suo paese: Durante le riprese abbiamo raccolto storie fantastiche che poi non abbiamo potuto inserire, proprio come quella di Rodrigo che per anni ha governato gabbie di polli, prima di diventare produttore. Ora il paese rampante, tutto cambiato, ma il processo stato duro. Ricordo che la Bachelet raccontava di vivere nello stesso edificio dove abitavano altri generali cileni, essendo lei figlia di uno di loro e le capitava pi di una volta di incontrare in ascensore lesecutore della morte del padre. Marted 7, dopo Calle Miguel Claro 1359, seguir Immagini di un paese invisibile di Augusto Gongora con un incontro dei registi con il pubblico e Nada mas que eso di Giovanna Massimetti e Paolo Serbandini (ore 22).

IL FESTIVAL

Chi decide cosa c nel tuo piatto?


La decima edizione del Festival delle Terre, premio internazionale audiovisivo della biodiversit si tiene a Roma dal 7 al 10 maggio al Nuovo cinema Aquila, organizzato dal Centro internazionale Crocevia con una selezione di documentari che testimoniano luniverso dei diritti legati alla terra in difesa di chi ne protagonista. Chi decide cosa c nel tuo piatto il sottotitolo di questa edizione dedicata simbolicamente a Thomas Sankara, il presidente burkinab assassinato nel 1987, omaggio reso anche attraverso una mostra fotografica. Il festival si apre con un focus dedicato al Cile e presegue con la programmazione dei film tra cui Shady Chocolate di Miki Mistrati, Sachamanta di Viviana Urona, El Gigante di Federico, Ciacci, Licciardello, Let del cemento di Mario Petitto, Stealing from the poor di Yorgos Acgeropoulos, Canning Paradise di Olivier Pollet.

Da un paese invisibile

In alto una manifestazione per il No, accanto: ritratto di Augusto Gongora, sotto, una scena da La recta provincia di Raoul Ruiz. A destra lambasciata italiana a Santiago, sotto una scena di Calle Miguel Claro 1359

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MONOGRAFIE

DIAVOLO TRA I DIAVOLI


I diavoli del meridione (7) Fino ai diciotto anni ho vissuto in Calabria, un paradiso abitato da diavoli. 7. U signurinu Restituisco ai contadini confinanti lasino stremato e corro a casa. Non incontro nessuno dei miei familiari, non cerco nessuno. Mentre afferro e carico la carabina ad aria compressa e intasco due pugni di piombini, mi risuona in testa: u signurinu. In quanto figlio di signori, don Lucrezio cinofilo e donna Antonia professoressa, per i coetanei conosciuti e sconosciuti delle campagne orientali di Siderno ero u signurinu. Lepiteto era un misto di irrisione (il ragazzo che studia e studia, delicato come una signorina) e invidia (uno destinato a diventare signore, di quelli che comandano). U signurinu avevano assalito con le fionde i figli indiavolati di quelli che obbediscono, i braccianti, i sottoproletari. Corro verso il vallone dellagguato subto pensando Ora vi mostro io cos un signorino. Arrivo ai bordi della sua timpa occidentale e osservo i coetanei dallalto del precipizio: ridono e giocano eccitati sotto il Sole, intorno alla polla dellacqua sorgente. Scendendo i tornanti del viottolo che si torce sul fianco del vallone comincio a sparare. Il primo coetaneo, colpito, grida, carico un altro piombino, miro, sparo un altro, urla, ricarico, un terzo tenta di caricare la fionda ma i piombini fischiano e rinuncia, sparo alle gambe, alle mani, alle teste quando sono girate, non sparo in faccia, e gli indiani schizzano via confusi e impauriti, e risalgono laltra timpa, lorientale, dalla quale erano calati tirando con le fionde. Avanzo, sparo ancora, ancora. Ecco cos un signorino! Ma non finisce cos, a caldo, la mia reazione furibonda. Due giorni dopo, terminate le lezioni sto frequentando la quinta elementare a Siderno - torno a piedi verso casa, e sulla strada tra il paese e lentroterra vedo da lontano un coetaneo in bicicletta, una mano sul manubrio e laltra a reggere una bottiglia di birra piena di vino comprato sfuso in qualche bottega. Mi pare di conoscerlo, anzi di riconoscerlo, s, uno dei ragazzi che mi hanno assalito con le fionde nel vallone! Savvicina, trasale, prova ad accelerare, a schivarmi, ma nel momento in cui mi passa a fianco, artiglio la bicicletta dal manubrio e dal sellino e la scaravento lui compreso sul selciato. Il ragazzo riverso, il ginocchio sbucciato, gli occhi neri che minquadrano sbarrati, i vetri della bottiglia rotta, la larga macchia del vino sullasfalto. Sembravo indiavolato. Ero indiavolato. Sono dovuto andare via da quel paradiso, per non rimanere diavolo tra i diavoli. www.pasqualemisuraca.com

DE OLIVEIRA
LIBRI IL CINEASTA PORTOGHESE SECONDO ROBERTI

Un ritratto del maestro Manoel De Oliveira (foto Cristofari, A3); sotto, Leonor Silveira in una scena del film La valle del peccato

Quel cinema intrecciato con la vita


di DANIELA TURCO

Nel corso di una conversazione con Felix Guattari, agli albori degli anni 70, Gilles Deleuze si era soffermato sul diverso modo di scrivere che avevano lui e Felix: se Guattari trattava la scrittura come un flusso schizo che trasporta ogni sorta di cose, ci che, invece, interessava di pi a Deleuze era che una pagina fuggisse da tutte le parti e tuttavia restasse ben chiusa su se stessa come un uovo; ci che era importante per lui in un libro era soprattutto la presenza di ritenzioni, di risonanze, di precipitazioni. Anche Bruno Roberti, in sintonia, sembra, con la linea di pensiero di Deleuze, ha strutturato il suo Manoel de Oliveira. Il visibile dellinvisibile, collana Le Torri, Ente dello Spettacolo Edizioni, p. 240, assecondando una ritmica volutamente irregolare, costituita di ritenzioni, di risonanze, di precipitazioni, lunico modo forse di trattare il percorso di una presenza leggendaria che si staglia nella storia del cinema come un enigma vivente, ancora oggi in piena attivit, al ritmo di almeno - un film allanno. Figlio di un importante industriale tessile, Manoel de Oliveira, cresciuto nellambiente dellalta borghesia cattolica portuense, appassionato di sport, frequentatore raffinato di teatri e introdotto nella vita intellettuale del suo tempo, arriva al cinema dopo aver ricevuto in dono dal padre una cinepresa e alcuni obiettivi, ed cos che nel 1931 realizza Douro, faina fluvial (Douro, lavoro fluviale), il suo primo film, focalizzato sulla durezza della vita contadina dei vignaiuoli al lavoro lungo le sponde scoscese del fiume. Questo tema inaugurale del lavoro torner spesso nei suoi film in modo non occasionale come spunto e come fonte di continua ispirazione, contribuendo a immettere nel suo cinema oltre al senso di un paesaggio anche politico, la presenza poetica, in sotto-traccia, di unattenzione per la ritualit popolare, emozionante da leggere nei suoi rapporti di valore etici ed estetici non meno di quanto lo possano essere i cerimoniali borghesi. Nelle pagine del volume di Roberti si viene formando, obliquamente, un ritratto di Manoel de Oliveira intenso, ricco di sfumature, il profilo di un cineasta osservato soprattutto come qualcuno che non ha mai smesso di pensare

cinema, di interrogarsi sul cinema, di immaginarlo come una condizione inscindibile dalla vita, qualcuno che non a caso ha sempre mantenuto aperto il dialogo con i pensatori pi stimolanti del Novecento, da Deleuze a Derrida, da Badiou a Godard, da Daney a Bellour, e che, intrecciando nei suoi film a un livello profondo passione e filosofia, presenze materiali e fantasmatiche, si costantemente impegnato nel sollecitare e creare le condizioni per un pensiero critico sul cinema attraverso i mezzi del cinema stesso. Tra i molti piani del libro di Bruno Roberti, scandito per tematiche e figure, eppure molto libero e aperto nella sua struttura, si incontrano a pi riprese dei passaggi fondamentali che, affiancando i film presi in esame, riguardano quegli aspetti pi legati alle modalit di ripresa e alla sintassi del cinema, come per esempio la resistenza del tutto teorica di de Oliveira a fare uso del campo/controcampo, o la sua scelta (precisa e meditata) delle focali, o ancora il peso e il valore essenziale

della forma ellittica, come motivo ricorrente e fondativo nei suoi film. Da subito, Bruno Roberti tiene a far emergere quellaspetto sempre fortemente teorico del lavoro di de Oliveira, che ha sempre continuato a rendere possibile nei suoi film un processo di continua conversione tra visibile e invisibile, cos come ad attuare un sentire che passa sempre attraverso limmagine. La prima parte del libro, dove si vanno tracciando le linee essenziali, poetiche e politiche, che hanno guidato Manoel de Oliveira nel disegnare i tempi e i luoghi, i confini e, ancora di pi, i formidabili sconfinamenti del suo mondo e del suo cinema, non a caso, si chiude con lanalisi di Viagem ao Princpio do Mundo (Viaggio al principio del mondo, 1997), un film di rifrazioni e messa in scena di un vertiginoso sprofondamento di specchi, capace di prendere insieme con la leggerezza di un gioco metalinguistico, il passo della Storia e quello del cinema, nella costruzione di un autoritratto che va componendosi e disfacendosi insieme. Ma soprattutto nella seconda parte del libro che Roberti entra nel vivo della poetica del regista, lasciando emergere quel sistema di rapporti vita-rappresentazione che uno snodo essenziale per comprendere de Oliveira, l dove ad esempio si fa osservare che la coscienza della finzione, di matrice brechtiana non attiene per precisamente a uno straniamento

quanto a una sorta di stato ipnotico e piuttosto di sogno lucido in modo da lasciare aperto il flusso conscio-inconscio e insieme il carattere vivente delle immagini, un plesso animato-inanimato, che fluido, che si muove impercettibilmente. Film come O Acto da Primavera (Atto di primavera, 1963), A Caixa (La caccia, 1964) vengono proposti come tappe essenziali per introdurre la catena di passaggi e di rapporti sottili tra teatro e vita, vita e storia, arte e vita, teatro e cinema, teatro e vita, materiale e immateriale, che nel loro stesso apparire compongono un intersecarsi di interrogativi lungo cui si dipana il suo cinema, nella tensione a una purezza di percezione, inattingibile e impossibile, ma nondimeno perseguibile, solo se si cerchi di filmare tra le cose, negli intervalli del tempo, nelle pieghe del reale. Il lato nascosto delle cose, la presenza ricorrente del mistero come componente sorgiva dellimmagine de oliveriana, si rivela continuamente

nei suoi film, dallimpressionante quadrilogia degli amori impossibili in cui la forma-melodramma a venire reinterpretata in chiave estrema ( Il passato e il presente,1971; Benilde o la Vergine madre, 1975; Amor di perdizione, 1978; Francisca, 1981), a Le soulier de satin, (1985), tratto dal dramma di Paul Claudel, film di innumerevoli soglie, di cornici e di quinte teatrali scorrevoli perch bisogna creare un teatro per poter filmare -, ma, soprattutto, saggio di geniale scrittura metafilmica, che ha dato a de Oliveira, unulteriore occasione, nel corso delle sue sette ore di durata, con luso fluido e ipnotico dei piani sequenza, di sperimentare modi inediti di lavorare i blocchi spazio-temporali. Quando nel 2003, in occasione del premio Maestri del Cinema, consegnato da Filmcritica (rivista della cui redazione Bruno Roberti fa parte) a Manoel de Oliveira, gli era stato chiesto se si considerava di pi un cineasta materialista o metafisico, de Oliveira aveva risposto che si sentiva, piuttosto, un cineasta spirituale, e aveva aggiunto che il cinema qualcosa di molto concreto, ed nel materiale che ha corpo lo spirituale, e mentre lo spirito vola, il nostro corpo manca. In sintonia con questo pensiero, Bruno Roberti fin dalle prime pagine del suo libro ha voluto mettere in evidenza che ci che de Oliveira vuole filmare linteriorit, lanimico che limpossibile da filmare. Perci, come

Sempre in bilico tra visibile e invisibile, il suo sentire per immagini cominci con il dono paterno della cinepresa

avviene in altri registi, da Dreyer a Buuel (i registi che de Oliveira ama di pi sono, appunto, Dreyer e Buuel), il paradosso visivo che ne risulta unestrema evidenza dei corpi, quasi a esaurirne ogni visivit in modo da farne trasparire lanima. Sospeso tra trascendenza e immanenza, intimamente connesso con lidea baziniana di cinema impuro, il manifestarsi del sacro nel cinema di de Oliveira un elemento ricorrente che attraversa le sue immagini come tensione e necessit di un pathos della carne, in cui religione ed eros si congiungono, rivelando la possibilit e lurgenza di trarre dalla materia filmica una sorta di corpo immortale. Anche la funzione degli specchi, delle finestre, dei quadri, delle fotografie, nei film di de Oliveira sembra strategica per arrivare a compiere un incantesimo della contemplazione che insieme straniante e ipnotico e che viene assimilato spesso alla funzione della parola e della lettera come campo visivo. Ci risulta evidente nel dittico O Principio da Incerteza (Il principio dellincertezza, 2002) e Espelho Magico (Specchio magico, 2005), due film in cui gli specchi rivestono una centralit eccentrica della riflessione, di far scivolare e mettere in circolo, intensificandolo, il tragitto del desiderio, come eterna regola del gioco. Il libro di Bruno Roberti, plurale e tuttavia intimo, fittamente intessuto degli interventi critici degli studiosi pi sensibili e attenti al cinema di Manoel de Oliveira, che conferiscono al testo spessore e freschezza, si conclude come di consueto per i volumi di questa collana con lanalisi dettagliata di tre sequenze, in questo caso tre voli, tratte da altrettanti film, in cui si va a iscrivere inconfondibile e stagliata la firma del visibile di Manoel de Oliveira.

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ALIAS 4 MAGGIO 2013

LUDOMANIA
Al centro pagina e in alto: Soul-Sacrifice-Artwork A pag. 13: Dragon's dogma e copertina del libro Psicologia dei giochi sfrenata. un gioco portatile eccellente che consente di essere goduto sia durante le brevi parentesi di una vita frenetica o nei lunghi e spossanti momenti che si srotolano in rallenty mentre si attende un treno in ritardo o si aspetta il proprio turno allultimo posto di una coda di decine di persone. I nostri incanti sono limitati e dobbiamo usarli con saggezza se speriamo di sconfiggere gli esseri abominevoli e oscenamente magnifici che popolano questo mondo affascinante e disgustoso. Ci sono grossi e grassi gatti che sputano catarro acido, ratti artiglianti infilzati da antiche lame, arpie obese dalla pappagorgia umida di bava che volano su alette tozze. I pi brutti sono quei mostri che mantengono il ricordo di una vaga umanit: visi di uomini e donne su corpi di leviatani purulenti, occhi di ragazzi dilaniati dallodio su superfici butterate di pelle squamosa. Quando li abbattiamo ecco che ritornano quello che erano prima che la maledizione li trasformasse ed essi ci

di FEDERICO ERCOLE

Il libro ha una copertina mostruosa, un grande occhio sbilenco e arancione di rettile e delle fauci storte che sfregiano la pelle con cui rilegato, come unorribile ferita aperta contornata di zanne affilate. Ricorda il Necronomicon di Sam Raimi ma parla, non tace mai. Talvolta lacrima e possiamo allungare il dito sul touch-screen della Ps Vita Sony per asciugargli quelle preziose stille, perch sono utili per sopravvivere nel mondo brutale, macabro e malsano di Soul Sacrifice, nuova invenzione di Keiji Inafune, linventore di Megaman, un videogame sul lato oscuro della magia. Il libro si chiama Librom ed tramite le sue pagine che rivivono i fantasmi dei ricordi che compongono il caotico e folle intreccio del gioco, mentre siamo prigionieri in una gabbia di ossa e carne sospesa su un inferno di orrori, vittime di un mago dai poteri immani. Solo attraverso il libro e la sua lettura possiamo sperare di acquisire i poteri necessari per liberarci e riuscire a sconfiggere il nostro carceriere. Originale ai limiti della psicopatia, tetro e superbo, Soul Sacrifice un Decameron horror che si gioca e legge, perch se alcune pagine si trasformano in missioni da portare a compimento altre, molte, si lasciano leggere come quelle di un qualsiasi libro, fornendo al lettore-giocatore la cornice per lazione e la strategia. Talvolta le lettere si imprimono sullo schermo anche mentre combattiamo, componendo strazianti periodi tinti di sangue. Soul Sacrifice un gioco sulla

Un gioco sul potere delle parole scritte, a volte demiurgico altre distruttivo. Tra grossi e grassi gatti che sputano catarro acido, ratti artiglianti infilzati da antiche lame e arpie obese che volano su alette tozze
magia delle parole scritte, sul loro potere demiurgico o distruttivo. Il fulcro ludico di Soul Sacrifice , come spiega il titolo, proprio il sacrificio, che sia il nostro, quello degli altri maghi o dei nemici. Sacrificando parti del corpo del protagonista, come pelle, occhi e membra, persino lanima, possiamo scatenare gli incanti distruttivi necessari ad abbattere alcuni abominii. Possiamo decidere se sacrificare i nostri compagni morenti e i nemici sconfitti o se salvarli, cosa attraente se chi gioca preferisce essere un buono, ma di fatto se si continua a redimere chiunque e qualsiasi cosa si fortifica solo la difesa penalizzando lattacco, una scelta che non premia. Cos, artigliati da rimorsi virtuali, inevitabile compiere il male, esaltare il proprio egoismo, diventare crudeli. La facolt di dannare o redimere la vittima ricorda una simile opzione in Dantes Inferno, ma in Soul Sacrifice una possibilit pi drastica e dolorosa. Segmentato in varie missioni Soul Sacrifice un meccanismo perfetto di giocabilit, semplice e immediato come profondo e complesso; fonde con unalchimia perversa meditazioni etiche, pensiero strategico e azione

supplicano, ci pregano di salvarli e invocano la piet del giocatore. Allora quasi impossibile non cedere a tanta disperazione e non redimerli; a scapito della nostra potenza e della magia offensiva si riafferma cos la bont e lempatia

del giocatore. Tuttavia quando successivamente ci si accorge che i nostri attacchi non incidono pi in maniera rilevante sorge un combattuto e maligno senso di pentimento, il cuore si indurisce e siamo pronti a divenire spietati

VIDEOGAME ARRIVA SOUL SACRIFICE, UN DECAMERON HORROR DA GIOCARE E LEGGERE

Librom, anche il mostro piange. Strani riti dal lato oscuro della magia

VIDEOGAME/2 IL RITORNO DI DRAGONS DOGMA

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Dark Arisen, alla ricerca del cuore perduto


di F. E.

esecutori degli altri e di noi stessi in un ludibrio sadomasochista. Malgrado le sue sembianze abbiette, Librom pietoso, lo dimostrano le lacrime che colano dal suo occhio deforme, lunico e raro elemento che serve a ricostruire le parti del nostro corpo che decidiamo di sacrificare. Librom piange per noi, per la meschinit a cui siamo costretti e ci consente di essere riletto per cambiare lesito di una trascorsa battaglia e provare almeno lillusione di salvare un malcapitato che avevamo precedentemente dannato. Meravigliosamente affogato in un limbo tetro tra racconto e videogame, tra un incubo di Dal e un sogno acido di David Lynch, tra la riflessiva e appagante frenesia di Monster Hunter e le oscure violenze stregonesche di un Harry Potter maniaco omicida, Soul Sacrifice un esperimento riuscito come la pozione del dottor Jeckyll.

Dragons Dogma non un videogame nuovo, perch gi uscito un anno fa, acclamato e amato da critica e utenti per poi naufragare troppo presto nelloceano doro dei tanti blockbuster usciti in quel periodo. Ma ecco che in questi giorni, per chi si fosse perso questa titanica e appassionante avventura di Capcom per Playstation 3 e Xbox 360, ne esce una nuova versione, con la notevole aggiunta di unoscura espansione che ingigantisce ancora il vasto mondo e il bestiario mostruoso di questa epopea fantasy di spade e magie. Dark Arisen ci trasporta in unisola coperta da nubi nere e minacciose, precipitandoci nel buio spaventoso di rovine maledette e claustrofobiche dove demoni e mostri possono sembrare imbattibili e il Game Over stagna malefico dietro ogni angolo marcescente. Nella sua putrida, solenne e diabolica difficolt la stimmung di questa espansione uneco di quel capolavoro ostico e severo che Dark Souls. E i labirintici, tetri sotterranei cos soffocanti e diversi dalle foreste, i boschi e le coste dalla flora mediterranea che caratterizzano il Dragons Dogma originale, suggeriscono corrispondenze con luniverso fantastico e orrendo delle anime oscure di Hidetaka Miyazaki. Dragons Dogma gi un gioco immenso senza Dark Arisen, una splendida perdita di tempo come tutti i grandi videogame che sono un inno al tempo perduto e allozio, inteso in maniera shopenaueriana. C una citazione, allinizio del gioco, che la pi profonda, consapevole, teorica e filosofica che si possa leggere in un videogame e che sintetizza in maniera esemplare lanima dellintrattenimento elettronico: Lincantevole e sempre nuovo piacere di unoccupazione inutile. inevitabile che si perda tempo in Dragons Dogma, perch vi ruber decine di ore in cambio di epiche imprese virtuali; portarlo a termine sar inutile per il mondo di fuori, quello vero, ma utilissimo per il mondo fittizio del videogioco, afflitto dal ritorno di un drago

fiammeggiante e crudele che incombe sulla vita dei tanti abitanti elettronici. Un drago che precipita dalle nuvole, come se fosse partorito da un uragano, e che si scaglia su un pacifico villaggio di pescatori mentre attorno ad esso piovono temporaleschi sciami di arpie infuriate. Qui il protagonista - il sesso, le caratteristiche somatiche e la classe le sceglie il giocatore - tenta una coraggiosa ribellione ma il drago gli estrae il cuore pulsante dal petto e se ne impadronisce. Cos muoviamo un personaggio senza cuore, un heartless come quelli di Kingdom Hearts, ma in Dragons Dogma il giocatore a fornirgli il suo nella speranza che lalter ego riesca un giorno a recuperarlo. Se Dragons Dogma ispirato ai giochi di ruolo dazione occidentali rimane comunque un gioco giapponese, sfuggendo cos al limite di essere un clone di Elder Scrolls e altri titoli simili. Non possiede il verismo fantasy di Skyrim perch non ci nasconde mai di essere un videogioco e non si traveste da simulatore di vita, eppure comunica un senso di avventura e mistero che manca alla bellissima opera di Bethesda. Inoltre se in Skyrim si perde facilmente di vista lobiettivo principale del gioco per smarrirsi in una storia personale, in Dragons Dogma, sebbene ci siano decine di missioni secondarie, non si cessa mai di puntare verso la conclusione perch in fondo si tratta del proprio cuore. Un altro merito di Dragons Dogma il combattimento, un prodigio di gameplay che ricorda i migliori giochi dazione; lunico videogame occidentale del genere a cui pu essere paragonato il dimenticato ma fondamentale Kingdoms of Amalur. Allelemento marziale aggiungono profondit le pedine, guerrieri di un altrove ultradimensionale destinati ad accompagnare leroe. Scegliere quale di queste portare in battaglia diventa determinante gi dallinizio del gioco e, diversamente da tante intelligenze artificiali, diventano una compagnia davvero preziosa e amabile, nella sua totale devozione. Preparatevi a camminare per chilometri e chilometri perch i viaggi, rigorosamente a piedi, in Dragons Dogma possono essere molto lunghi e le distanze da percorrere alimentano il desiderio di scoperta e lillusione di essere sperduti nelle terre selvagge; ma attenti che non vi colga la notte, perch con le tenebre giungono i mostri pi terrificanti. Se si riesce a sopravvivere al buio, il sorgere del sole, con la sua luce salvifica, diventa un momento quasi commovente. Ai giocatori pi pigri Dragons Dogma potrebbe sembrare lento e farraginoso come il Bridge per un giocatore di Black Jack, eppure sono videogame come questi, che si possono affrontare solo con amore e pazienza, che trasformano il tempo smarrito nel gioco in indimenticabili ricordi di avventure impossibili.

PAGINE PSICOLOGIA E MANIE

Effetto videoludico. I danni collaterali di una realt virtuale

di FRANCESCO MAZZETTA

Paragonabile a Kingdoms of Amalur, un viaggio attraverso terre selvagge. Evitando le tenebre

A chi non usa i videogiochi pu sembrare strano che un videogiocatore vi passi davanti un'enorme quantit del proprio tempo. Le storie sono normalmente abbastanza dozzinali e la ventilata interattivit non spesso molto diversa da quella che si ha nella cabina di un ottovolante. Anche i giochi sportivi sovente non hanno che una minima parte dell'appeal agonistico delle controparti reali. Se poi guardiamo un videogiocatore su una console portatile, ovviamente chiaro l'utilizzo come passatempo, molto meno come possa diventare un'attivit assorbente a fronte del mondo esterno che occupa pi del 95% della sfera di reale da cui siamo circondati. I media normalmente attribuiscono tale sorta di magia a un potere malefico del videogioco e naturalmente alla violenza in esso contenuta, che traviano le menti dei giocatori, tanto pi se di giovane et. Per questo sono i benvenuti libri come Psicologia dei videogiochi. Come i mondi virtuali influenzano mente e comportamento di Stefano Triberti e Luca Argenton (Apogeo, euro 15) dove i due autori si pongono un triplice compito: spiegare i videogiochi agli psicologi, spiegare la psicologia ai

videogiocatori e, pi difficile ma sicuramente pi importante compito, spiegare come funzionino a livello psicologico i videogiochi a coloro che poco sanno d'entrambi, ma per interesse/lavoro/vita hanno a che fare con i videogiocatori e con i videogiochi: genitori, insegnanti, giornalisti, ecc. Triberti e Argenton lo fanno in maniera chiara e relativamente semplice, senza nascondere i problemi e i pericoli connessi al mondo videoludico, ma sfatando vulgate fin troppo sbandierate e offrendo al lettore sia box con pareri di esperti, sia un duplice percorso d'approfondimento: bibliografico e videoludico. Uno dei concetti messi in particolare risalto quello di flow: scoperto dallo psicologo di origini ungheresi Mihaly Csikszentmihalyi con delle ricerche compiute sull'attivit artistica. Proprio come il videogiocatore, l'artista sembra rapito nella creazione della propria opera, indifferente ai disturbi esterni finch la sua attivit mette in gioco in maniera profonda le sue competenze per realizzare qualcosa che sia al limite delle sue possibilit. I videogiochi hanno esattamente questo obiettivo: mantenere sempre il giocatore al limite delle sue capacit, contemporaneamente richiedendogli continuamente di affinarle e migliorarle. Per questo cos facile - rispetto ad altre attivit meno elastiche e meno focalizzate sull'utente anche quando dovrebbero intrinsecamente esserlo, come l'educazione - che l'utilizzatore di un videogioco entri in questa sorta di tunnel in cui non si accorge pi n della realt esterna (per quanto preponderante sia rispetto a quella offertagli dallo schermo attraverso cui esperisce il videogioco stesso) n dell'artificiosit dei controlli (tastiera, mouse, pad ecc.), ma nemmeno di incongruenze di plot o di gameplay. Questo effetto non esclusivamente individuale ma pu interessare anche un gruppo: sia quando in effetti pi persone collaborano per raggiungere un obiettivo in un gioco multiplayer, sia quando un giocatore gestisce contemporaneamente pi personaggi, ad esempio nei giochi fantasy che prevedano il controllo di un party - un gruppo omogeneo - di avatar ognuno dotato di abilit complementari a quelle degli altri. Ma questo effetto, per quanto straordinario, anche quello che porta i rischi collegati ai videogiochi. Ad esempio il pericolo di favorire l'obesit collegato ai lunghi periodi di sedentariet o quello, legato ai Massive Multiplayer Online Role Playing Game (i giochi di ruolo multiplayer di massa, come ad esempio World of Warcraft), di sostituire la realt virtuale in cui si pu creare un avatar forte e di successo a una realt quotidiana fatta di angherie e depressione. I due autori sottolineano per che tutte le ricerche compiute fino ad oggi, se mostrano correlazioni dell'attivit videoludica con disagi quali quelli sopra riportati (in compresenza di altri fattori quali problemi familiari ecc.), non v' alcuna ricerca scientifica che possa dimostrare che i videogiochi possano causare direttamente un qualche tipo di disagio o problema psicologico. Al contrario gli autori portano esempi di utilizzo educativo dei videogiochi, tra l'altro riportando una breve intervista a James Paul Gee, autore di uno degli studi fondamentali sull'argomento: What Video Games Have to Teach us about Learning and Literacy (Palgrave Macmillan, 2003).

Un libro spiega come al fenomeno non siano legati solo problemi e pericoli

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ALIAS 4 MAGGIO 2013

VIAGGIO IN TUNISIA

SPORT
Accanto: partita di calcio sotto la pioggia, sotto: incontro sugli sport tunisini, a destra: villaggio dello sport WSF, sotto: locandina della manifestazione del 4 maggio

Un incontro con Giacomo Carlotto, della polisportiva Indipendiente di Vicenza, di ritorno dal World Social Forum di Tunisi
di PASQUALE COCCIA

LO SPORT IN TUNISIA DOPO LA RIVOLUZIONE

Calcio a porte chiuse, le donne al lavoro gli uomini al bar

L'occasione il World Social Forum tenutosi a Tunisi a fine marzo con una sezione dedicata allo sport, poi la carovana di Sport alla Rovescia ( www.sportallarovescia.it) ha visitato i luoghi interni della Tunisia, interdetti allo sport, ha cercato di capire anche nel campo dello sport che cosa successo dopo la rivoluzione e la cacciata di Ben Al. Il campionato di calcio vietato ai tifosi, soggetti a Daspo permanente, il calcio europeizzato, l'incontro con una squadra di serie C prima in classifica, che non vede l'ora di passare in serie B e disputare il primo derby della sua storia con una vicina rivale. Lo sport totalmente assente nelle zone interne per quanto riguarda le ragazze e la grande differenza con Tunisi, il lavoro paziente di un appassionato di giochi popolari che cerca di recuperarli alla memoria collettiva e in nome dei quali mantiene rapporti internazionali, compresi quelli con l'Italia. Ne abbiamo parlato con Giacomo Carlotto della polispostiva Indipendiente di Vicenza, che con il gruppo di San Precario e Assata Shakur hanno costituito la delegazione sportiva che ha partecipato a World Social Forum di Tunisi. Che situazione sportiva avete trovato in Tunisia? C' una gran confusione, la situazione politica molto difficile, vi una disparit del livello di vita e di accesso alla pratica sportiva tra Tunisi e le zone interne. A Tunisi abbiamo visto campi di calcetto nuovi frequentati da tanti giovani, sia maschi che femmine che giocano anche a basket, pallavolo, tennis, mentre nei paesi dell'interno non vi sono attrezzature e non vi sono ragazzi che fanno sport, men che meno ragazze. Qualche cartello indicava la pratica di arti marziali all'interno di un garage, ma era chiuso, possibile che fosse vecchio. Nei piccoli centri abitati non c' neppure il sindaco e i salafiti fanno quello che vogliono, nei campi abbiamo visto lavorare solo donne, gli uomini sono tutto il giorno al bar. Quali sono gli sport che avete visto praticare? A livello di sport di base sono impegnati a recuperare gli sport popolari, i giochi tradizionali, quelli storici praticati da varie generazioni, che si pongono al di fuori del business e della commercializzazione, e costituiscono un momento di forte aggregazione. C' un signore che abbiamo incontrato, Ezzedine Bonzi, che particolarmente impegnato su questo fronte, conosce anche italiani dediti al recupero dei giochi popolari con i quali mantiene rapporti.

Si disputano campionati nazionali? Dopo la rivoluzione, l'unico sport il calcio, ma solo nei piccoli centri. Nelle citt grandi e medie il campionato si gioca a porte chiuse, alcuni ci hanno detto perch gli ultr colgono l'occasione delle partite per picchiarsi. Durante la rivoluzione di due anni fa gli ultr hanno avuto un ruolo importante, non decisivo, come in Egitto, ma comunque sono stati protagonisti, insieme ad altri giovani, della rivoluzione tunisina, sembra che le partite diventino occasione per regolare i conti, almeno nella capitale. Altri ci hanno detto che i motivi della sospensione del campionato non sono questi e gli ultr non c'entrano, gli scontri sono da attribuire alla polizia e agli infiltrati salafiti, che creano disordini. Gli stadi sono stati aperti per tre mesi, poi chiusi, riaperti di nuovo e definitivamente chiusi. Oggi le squadre giocano senza pubblico. Gli stadi sono chiusi per Daspo, in Tunisia usano proprio il termine italiano. Dopo il Social Forum quali zone avete visitato? Dopo Tunisi siamo andati verso il centro della Tunisia, ci siamo fermati a Regueb, appena prima del deserto, una zona povera lasciata a s stessa per anni da Ben Al. Abbiamo incontrato Mohamed Al Ahmadi, attivista tunisino che il contabile della locale squadra di calcio. La squadra del Envoi Sportif Regueb in serie C, ed seguita da circa duemila spettatori per ogni partita. Qui il calcio va avanti, rappresenta un

momento di aggregazione piuttosto forte, per organizzato e praticato sul modello europeo con gli sponsor. Abbiamo parlato anche con l'allenatore che ci ha detto alcune cose sulla squadra: prima in classifica e non vede l'ora di vincere il campionato e passare in serie B, per poter disputare il derby con la vicina squadra di Menzel Bouzaiane, un traguardo molto sentito. Al termine dell'incontro l'allenatore ci ha detto che il linguaggio del calcio un linguaggio universale. I calciatori sono privilegiati come da noi? I calciatori prendono uno stipendio tra i 500 e i 2000 dineri, tra 250 e 1000 euro, piuttosto consistente se rapportato a quello di un giovane impegnato in un'attivit lavorativa dipendente, che percepisce due dineri a ora, otto euro al giorno. Lo sport rappresentato al Social Forum, non un po' strano? C' stata poca partecipazione dei tunisini al Social Forum sui temi dello sport, sono presi da altri problemi, ci siamo ritrovati a discutere tra europei, principalmente con i tedeschi e i francesi. C' stato una sessione dedicata al ruolo dello sport nello sviluppo della societ e una sull'impatto delle grandi competizioni sportive. Qual' stato il momento pi significativo? Noi italiani abbiamo gestito il campo sport del Social Forum con strutture molto semplici, un impianto di pallavolo e due porte per il calcio. Non c' stata la necessit di inventarsi tornei o altro, perch i campi erano sempre occupati da partite improvvisate al momento con un via vai continuo di giovani tunisini. Tra un tiro in porta e una schiacciata di pallavolo si creava l'occasione per conoscersi e scambiare opinioni con giovani che due anni fa sono stati i protagonisti della rivoluzione tunisina. Cosa pensate di fare per la Tunisia? In Tunisia mancano i mezzi per realizzare qualsiasi progetto di sport, non vi sono sforzi di alcun genere, perch il problema principale il piatto di pasta. Ci proponiamo di stabilire contatti stabili e di aiutarli con materiale e progetti vari che valuteremo insieme prima di realizzarli.

MOBILIT NUOVA

di P.C.

Appuntamento oggi a Milano: viva i treni locali, i tram, la metro, la bici e le gambe

Pedoni, pedali e pendolari uniti nella lotta. Partir oggi pomeriggio alle 14.30 dal piazzale della stazione Centrale di Milano, la manifestazione nazionale che vede uniti in un fronte comune le utenze deboli del nostro Paese. Chiedono che i 130 miliardi di euro riservati all'alta velocit ferroviaria e alla costruzione di nuove autostrade, siano destinati a soddisfare la domanda di mobilit e a definire nuove strategie per coloro che si muovono quotidianamente utilizzando i treni locali, i bus, i tram e le metropolitane, la bici e le proprie gambe, dando lopportunit a coloro che usano lautomobile di scegliere unalternativa pi efficiente, pi sicura, pi economica. Per soddisfare la domanda di mobilit del 2,8% delle persone e delle merci, la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri, si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore, mentre agli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo, dove si muove il 97,2% della popolazione, lo Stato destina solo il 25% delle risorse, puntando su nuove strade, tangenziali e circonvallazioni, piuttosto che sul trasporto collettivo o non motorizzato. Promossa dalla rete nazionale Mobilit Nuova (http://www.mobilitanuova.it), cui aderiscono la

Fiab, Libera, Slow Food, Salvaciclisti, Sbilanciamoci!, Auser, Genitori Antismog, Uisp, Euromobility, Legambiente, Rete dei cammini e altre organizzazioni dell'utenza debole, la manifestazione di Milano vuole imporre all'agenda politica l'urgenza della revisione delle politiche della mobilit e chiede una pi equa

distribuzione delle risorse pubbliche destinate al trasporto e un deciso ridimensionamento delle politiche a favore del binomio alta velocit-auto. La politica rivendicata da Mobilitnuova, invece, ruota attorno a quattro punti centrali: la tutela dei pedoni che decidono di muoversi con le proprie gambe e il diritto ad avere marciapiedi larghi e percorsi pedonali sicuri; il diritto all'uso delle biciclette su percorsi ciclabili urbani sicuri; luso del trasporto pubblico locale e della rete ferroviaria; luso occasionale dellauto privata (sostituita in tutti i casi in cui possibile da car sharing, car pooling, taxi). Quattro punti che comportano inevitabilmente la modifica dello spazio pubblico e della sua destinazione duso, inoltre, rafforzano i legami comunitari tra le persone e tra le persone e il luogo dove vivono, studiano e lavorano, aumentano nei pedoni la percezione di maggiore sicurezza lungo le strade e le piazze pi vissute e frequentate. In altre parole, rende le citt e il territorio pi bello e migliora la qualit della vita. A partire dalla manifestazione di Milano MobilitNuova promuove una raccolta di firme (obiettivo un milione di adesioni) per una legge di iniziativa popolare, che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscano lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato.

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I FILM
ANIME NELLA NEBBIA
DI SERGEI LOZNITSA, CON VLADIMIR SVIRSKIY, VLADISLAV ABASHIN. GERMANIA LETTONIA 2012

SINTONIE
(g.d.v.) BENUR - UN GLADIATORE IN AFFITTO
DI MASSIMO ANDREI, CON NICOLA PISTOIA, PAOLO TRIESTINO. ITALIA 2012

A CURA DI SILVANA SILVESTRI CON FILIPPO BRUNAMONTI, ANTONELLO CATACCHIO, ARIANNA DI GENOVA, GIULIA DAGNOLO VALLAN, MARCO GIUSTI, CRISTINA PICCINO

IL FILM
I GIORNI DELLARCOBALENO
REGIA DI PABLO LARRAIN, CON GAEL GARCA BERNAL - ALFREDO CASTRO, CILE 2012

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1942. La Bielorussia sotto l'occupazione dell'esercito tedesco, la resistenza si organizza, un treno fatto deragliare e mentre i suoi compagni sono impiccati, Sushenya si salva ed accusato di collaborazionismo. Dal romanzo di Vasily Bykov, era in concorso a Cannes 2012. BELLAS MARIPOSAS

DI SALVATORE MEREU; CON SARA PODDA - MAYA MULAS. ITALIA 2012

Dal romanzo di Sergio Atzeni (ed. Sellerio) in concorso nella sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia. Racconta la giornata di Cate (Sara Podda), tredicenne cagliaritana con famiglia problematica, racconto sotto forma di diario e favola. Dal regista di Ballo a tre passi e Sonetaula. LA CASA

Le caratteristiche che hanno fatto apprezzare Andrei nel suo film desordio Mater Natura alla Settimana della critica di Venezia, qui ci sono tutte, la propensione al pop fiammeggiante, landamento musicale importante, la tenerezza, il melodramma. Qui si passa gagliardamente dallambientazione napoletana a quella romana, dove, dalla pice teatrale di Gianni Clementi, Sergio, che era uno dei primi cinque stuntman di Cinecitt ora si arrangia facendo il gladiatore al Colosseo, insieme a Milan (un nome adatto ai giochi di parole). Commedia dal cuore amaro. (s.s.) IL CECCHINO

magnifica metafora dei turbamenti di un corpo - e una mente - in rapido cambiamento. un romanzo di formazione tutto al femminile dove la crisi, la perdita di potere e la riconquista della fiducia in se stessi sono le temibili prove da superare. Nessun effetto speciale sostiene Kiki nella sua impresa, se si esclude quel prodigioso volo che affasciner uno dei pochi esemplari maschili del film, Tonbo, il simpatico ragazzino che sogna di costruire macchine per attraversare il cielo e che costituir loccasione del riscatto. (a.d.g.) IRON MAN 3
DI SHANE BLACK, CON ROBERT DOWNEY JR., GWYNETH PALTROW. USA 2013

FISCHIA IL VENTO TRA ERNST E DALI


BACK 2 THE WILD
Uk, 2013, 247, musica: Basement Jaxx, regia: Mat Maitland at Big Active & Natalia Stuyk, fonte: Youtube

DI MICHELE PLACIDO, CON DANIEL AUTEUIL, MATHIEU KASSOVITZ. FRANCIA 2012

DI FEDE ALVAREZ, CON JANE LEVY, SHILOH FERNANDEZ. USA 2013

Prodotto da Sam Raimi, versione del suo The Evil Dead dell81 con la regia dal regista uruguayano autore corto cult Ataque de panico! Cinque amici si rifugiano in una vecchia capanna dove scoprono il Libro dei Morti e finiscono per evocare i demoni. CONFESSIONS

DI NAKASHIMA TETSUYA, CON TAKAKO MATSU, YOSHINO KIMURA. GIAPPONE 2013

Una bambina viene trovata morta nella piscina di una scuola.Per la polizia si tratta di un incidente, ma la madre indaga e che su tratta di omicidio. Candidato allOscar per il miglior film straniero. FIRE WITH FIRE

Il commissario Mattei ha in corso unoperazione di polizia durante una rapina in banca quando un cecchino appostato sui tetti massacra parte del suo reparto operativo. Inizia la caccia alluomo che si complica sempre di pi poich al genere noir si sovrappone il genere di guerra, sprazzi di horror, buona parte di melodramma ed anche qualche notazione western. Troppa carne al fuoco, immagini color canna di fucile, colonna sonora ritmata sui caricatori, primissimi piani alternati (come da contratto?) (s.s.) EFFETTI COLLATERALI

Al terzo capitolo della saga Iron Man, Tony Stark non ha mai in mano qualcosa di solido, se non quel cuore elettromagnetico impiantatogli in Afghanistan. curioso il modo in cui l'attore Robert Downey Jr. tracci i luoghi dei desideri (perfino gli appuntamenti con la segretaria Pepper/Gwyneth Paltrow) e il suo ritorno alle origini come se fossero una dimensione a doppia faccia, dove la macchina, la plastica, l'irrealt e la simulazione delle emozioni passano attraverso il crocevia del corpo. (fi.bru.) IL MINISTRO

Il dittatore cileno Augusto Pinochet costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio della durata di 15 minuti. Pur nella convinzione di avere scarse probabilit di successo il fronte del NO si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblicitario anticonformista: Ren Saavedra. Pablo Larrain, che il pubblico italiano conosce per i suoi precedenti Tony Manero e Post Mortem, affronta in modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente. L'aggettivo quanto mai appropriato perch la scelta radicale di utilizzare una telecamera dell'epoca offre al film una dimensione del tutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio (dichiarazioni di Pinochet e cerimonie che lo vedono presente cos come interventi dei rappresentanti dell'opposizione dell'epoca) alla ricostruzione cinematografica diviene cos inavvertibile. Il pubblico in sala si trova nella situazione di chi sta compiendo una full immersion nel passato. Tutto ci all'interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente accusare qualsiasi avversario di 'comunismo' per poter vincere.

DI PIERRE SCHOELLER, CON OLIVIER GOURMET, MICHEL BLANC. FRANCIA 2011

il trionfo del compositing, coloratissimo e psichedelico, questo videoclip che riveste di immagini il sound del duo londinese di musica elettronica formato da Felix Buxton e Simon Ratcliffe. Impossibile descrivere i giochi di intarsi, i mosaici elettronici dove performer asiatiche vengono sovrapposte a sfondi naturali (dalle montagne, alle foreste ai fondi marini), corredati da animali vivi e scheletrificati. Il principale referente iconografico la pittura surrealista di Max Ernst e Salvador Dal, ricombinata in unorgia digitale definitivamente molto suggestiva. I COULD BE THE ONE

IL FILM
STA PER PIOVERE
DI HAIDER RASHID, CON LORENZO BAGLIONI E MOHAMED HANIFI, ALGERIA 2012

DI STEVEN SODERBERGH, CON JUDE LAW, CHANNING TATUM. USA 2013

DI DAVID BARRETT, CON JOSH DUHAMEL, BRUCE WILLIS. USA 2013

Jeremy Coleman (Josh Duhamel) un vigile del fuoco che ha assistito a un omicidio per mano di un boss nazista. Entra come testimone in un programma di protezione testimoni, cercando di provare la colpevolezza dellesecutore, costretto infine a uscire allo scoperto e a combattere per la propria sopravvivenza. MI RIFACCIO VIVO

Lelemento oscuro che lintreccio promette si perde nella commistione consueta di generi, il genere psichiatrico innestato sulla detective story, pi il film di denuncia contro le case farmaceutiche genere tenuto ben sotto controllo per non far perdere proventi e nella necessit di confezionare un prodotto rassicurante. Infatti, tranquilli non di devastanti effetti collaterali a causa di medicinali si tratta (non siamo nei pressi di Michael Moore), ma come sempre di quellinafferrabile mostro senza volto che la finanza (condita di misoginia). (s.s.) HANSEL E GRETEL CACCIATORI DI STREGHE

La scommessa del regista e sceneggiatore francese portarci dentro ai rituali del potere, ai suoi umori, al sudore, al desiderio, al sangue dello Stato. E al di l degli schieramenti, destra o sinistra, e visto che il film del 2011 abbastanza facile leggervi il riferimento alla Francia dellex presidente Nicolas Sarkozy. Schoeller fotografa lucidamente lambiguit attuale della democrazia, e soprattutto quella frattura che nel caso italiano, ma non solo, sta diventando sempre pi grande tra noi, i cittadini, e loro, gli uomini politici. Prodotto dai fratelli Dardenne loccasione per interrogarsi su un diverso senso di cinema politico. (c.pi.) LE STREGHE DI SALEM

Svezia, 2012, 446, musica: Avicii vs Nicky Romero, regia: Peter Huang, fonte: Mtv

DI ROB ZOMBIE, CON SHERI MOON ZOMBIE, BRUCE DAVISON. USA 2013

DI SERGIO RUBINI, CON NERI MARCOR, EMILIO SOLFRIZZI. ITALIA 2013

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Storia dellimprenditore Biagio Bianchetti (Lillo) proprietario di grandi magazzini e della sua eterna rivalit, cominciata sui banchi di scuola, con il fortunato e affascinante Ottone Di Valerio (Neri Marcor). Finch decide di farla finita e si ritrova nellaldil. POST TENEBRAS LUX

DI TOMMY WIRKOLA, CON JEREMY RENNER, GEMMA ATERTON. GERMANIA USA 2013

DI CARLOS REYGADAS, CON ADOLFO JIMNEZ CASTRO, NATHALIA ACEVEDO. messico 2013

Juan vive assieme alla sua piccola famiglia di citt nella campagna del Messico. In questo posto le gioie e le sofferenze sono concepite in un modo diverso. Juan si chiede se questi mondi siano complementari o se, in realt, si combattano per eliminarsi a vicenda ATTACCO AL POTERE

DI ANTOINE FUQUA, CON GERARD BUTLER, MORGAN FREEMAN. USA 2013

Terroristi nordcoreani assaltano la Casa Bianca e prendono in ostaggio il presidente (Aaron Eckart). Un ex agente dei servizi segreti tenter di salvarlo e preservare la sicurezza degli Stati Uniti d'America. Diretto con eleganza al tritolo e scritto con rozzezza comica un guilty pleasure irresistibile per chi ama il manicheo cinema dazione di marca reganiana.

Stravagante, forse non totalmente riuscito, ma molto divertente Hansel e Gretel cacciatori di streghe del regista norvegese Tommy Virkola, ricca coproduzione tedesco-americana (50 milioni di dollari, ne ha gi incassati 55 in America). La sequenza pre-titoli esattamente come nella favola dei Grimm, sar lorrida strega a finire nel forno, mentre i due ragazzi, cresciuti in solitudine diventeranno terribili cacciatori di streghe. cos infatti che li vediamo, quando sono gi due star di un 800 tedesco molto western, assoldati dal sindaco di un paesino per debellare la piaga delle streghe, che hanno rapito un bel numero di ragazzini. una vera incursione del cinema europeo nel territorio horror fiabesco in 3D della nuova Hollywood, che non ha finora prodotto grossi risultati e ci ha ammorbato con inutili Biancaneve e nani non sempre di prima scelta. (m.gi.) KIKI CONSEGNE A DOMICILIO
DI HAYAO MIYAZAKI, ANIMAZIONE. GIAPPONE 1989

I White Zombie diventano unicona del metal alternativo e poco dopo Zombie molla la band e firma La casa dei 100 corpi, il suo esordio. A fronte della riuscita assoluta di Le streghe di Salem si capisce come abbia faticosamente e con umilt tratto tutte le lezioni necessarie dai suoi film successivi fino a questo horror adulto e colto che sar nelle sale dal 24 aprile. (g.a.n.) VIAGGIO SOLA

Una impiegata dal volto acido e decisamente sovrappeso (interpretata da Inessa Frantowski) sfiancata dalla routine lavorativa e sogna vacanze esotiche dove pu abbuffarsi e rimorchiare uomini a g-g, ma viene riportata alla triste realt quotidiana finch, in un raptus finale (rigorosamente filmato al ralenti) non si ribella, invano. Lexcipit beffardo diverte macabramente. Al ritmo del dj svedese che sta spopolando nelle hit internazionali, Peter Huang costruisce un sapiente clip (ma piuttosto deja vu nella struttura) basato sulla ossessiva reiterazione di situazioni e inquadrature, girato tra gli interni dellufficio e gli esterni delle Barbados, con diverse gag esilaranti. LE VENT NOUS PORTERA

Said, un giovane sicuro e ambizioso, nato e cresciuto in Italia da genitori algerini, studia e lavora come panettiere part-time. A seguito del suicidio del direttore della fabbrica in cui lavora suo padre Hamid, la famiglia si trova di fronte alla lacerante realt di non poter rinnovare il permesso di soggiorno, come fa da trent'anni, e riceve un decreto di espulsione. L'Italia, il paese che Said ha sempre considerato suo, appare ora come un muro di gomma che lo spinge a tornare a casa, in Algeria, luogo che lui non ha neanche mai visitato. Nel tentativo di trovare una soluzione, Said si appella agli avvocati, ai sindacati e alla stampa, cercando di portare attenzione su un problema concreto e sempre pi presente nella societ italiana; questo percorso lo porter attraverso i meandri di una burocrazia legislativa retrograda e alla riconsiderazione della sua identit, riflettendo su un dilemma terribilmente profondo: rimanere in Italia clandestinamente oppure provare a partire per l'Algeria con la sua famiglia, aiutandola a provare ricostruirsi una vita nel paese che ha lasciato trent'anni fa?

IL FESTIVAL
MASHROME FESTIVAL
ROMA, DALL8 AL 31 MAGGIO

Francia, 2002, 4'45", musica: Noir Dsir, regia: Alex & Martin, fonte: Youtube

DI MARIA SOLE TOGNAZZI, CON MARGHERITA BUY, STEFANO ACCORSI. ITALIA 2013

Capolavoro di Hayao Miyazaki uscito dallo Studio Ghibli nel lontano 1989 (ora nelle sale italiane, distribuisce Lucky Red), la

Variazione modulata sui femminili possibili (e dunque sui maschili), quei tipi che in s concentrano infinite storie, ognuna declinabile in modo diverso. Quella della protagonista Irene, viaggiatrice di professione per verificare le stelle degli hotel di lusso non una solitudine depressa, o deprimente, al contrario appare come una specie di sottile resistenza nel rovesciamento, anche meno evidente, del luogo comune femminile. Il terreno rischioso, ma la regista riesce con affettuosa complicit a tradurre le impercettibili sfumature del sentimento in una narrazione cinematografica. La suspence altrove, nel corpo corpo tra una sceneggiatura che potrebbe rimanere chiusa e il talento della regista che ne spiazza continuamente gli esiti producendo sorprese e grandi piaceri. (c.pi.)

Una immensa spiaggia dove giungono un bambino e una madre. Il piccolo, armato di secchiello e paletta, cominica a scavare unimmensa buca e, con la sabbia avanzata, un enorme castello di sabbia, mentre la donna poco distante immersa nella lettura. Allimprovviso nubi minacciose scatenano una violenta tempesta, la madre trascinata via dal vento e scompare nella polvere. Ora il cielo nuovamente limpido e Il bambino resta da solo in riva al mare. Pur prendendo alla lettera il titolo della canzone, il video firmato da due autori della famosa societ Partizan racconta, con dovizia di effetti digitali, la stagione del distacco e della crecita, il tempo in cui si dissolve ogni illusione infantile e in cui cresce la voglia di fuga. Magia e psicanalisi si combinano insieme in questo surreale clip iniziatico che ha lanciato i Noir Dsir a livello internazionale.

Dall8 al 31 maggio il festival dellassociazione culturae Mashrome. Si tratta di un gruppo decisa a esplorare i nuovi linguaggi, le nuove forme di espressione artistica ma soprattutto individuare nuove modalit di fruizione e diffusione dellarte e del sapere in generale. Tanti i progetti in programma, tanta energia e voglia di portare allattenzione di un pubblico sempre pi numeroso eventi che possano generare condivisione e partecipazione (inclusione). Cos come il melting pot di generi cinematografici e di sperimentazioni artistiche sono i contenuti degli eventi targati MashRome. Ideatrici e fondatrici di MAshRome, Mariangela Matarozzo e Alessandra Lo Russo hanno dato vita ad un progetto comune che costituisce un primo obiettivo importante dopo molti anni di un percorso professionale nel tempo arricchitosi con lo scambio delle esperienze e delle conoscenze. Tra le opere in prima: The Noble Stud, Sofia Priftis, Time 2 Split, Fabrice Braq, Expatz, Jimmie Wing, The compositor, John Mattiuzzi, Cats Lost di Eva Munnich, Tempo: 3rd Act Maria Abdel Karim, The Environmentalist, Jacob Bond. Info: 0686705507 www.mashrome.org

IL TEATRO
OMAGGIO A MIKLS HUBAY
FESTIVAL VICINO/LONTANO, UDINE

MAGICO

Dal festival vicino/lontano di Udine, la cui IX edizione in calendario dal 9 al 12 maggio 2013, arriva una dedica teatrale a uno dei maggiori drammaturghi del nostro tempo, lungherese Mikls Hubay, scomparso a Budapest il 7 maggio 2011. E nel secondo anniversario della sua morte, l8 maggio 2013, vicino/lontano propone, nella serata di anteprima del festival, la messa in scena de Lali di Diu, versione friulana dellopera Elnmuls (letteralmente Ridurre al silenzio), la tragedia che Mikls Hubay aveva composto proprio in Friuli, dedicandola alla morte di una lingua e alla necessit di difendere le minoranze. Prodotto da unampia rete di realt teatrali e culturali Associazione Colonos, Comune di San Vito al Tagliamento, Forum, Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, Teatro Club Udine e vicino/lontano lo spettacolo debutter l8 maggio alle 21 al Teatro San Giorgio di Udine, anticipando cos la IX edizione del festival, al via gioved 9 maggio. Firma la regia Massimo Somaglino con lassistenza di Camilla Manzato. Hubay aveva composto la tragedia nell'estate 2000, di getto, in Friuli, dove era ospite e dove era stato stimolato, su invito di Danilo de Marco e Federico Rossi, a scrivere unopera sulla scomparsa di un popolo e di una lingua, recuperando dalla memoria un copione andato perduto. Info: 0432-287171 www.vicinolontano.it

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ALIAS 4 MAGGIO 2013

INCROCI DI CIVILT

SAMDERELI
di SANDRA PAOLI
VENEZIA

A due passi dal Fondaco dei Turchi e dal Fondaco dei Tedeschi, nellauditorium di Ca' Foscari, la regista turco-tedesca Yasemin Samdereli ascolta il poeta in esilio Adonis che recita i suoi versi in arabo, incantando la platea. Il dramma della sua Siria. In prima fila una ventina di scrittori e intellettuali di fama provenienti da tutto il mondo, invitati a Venezia per Incroci di civilt. Yasemin l'unica cineasta presente. Appassiona, diverte e, soprattutto, fa ancora discutere il suo film Almanya La mia famiglia va in Germania. Perch ci parla della Germania d'oggi, un paese che sta letteralmente cambiando i suoi connotati, e molto velocemente, sotto la spinta della presenza di quindici milioni di tedeschi con una biografia d'immigrazione. Non i Gastarbeiter dei decenni scorsi, ma cittadini sempre pi a pieno titolo. Yasemin una di loro. Ma anche turca. Ma anche curda. Ma anche alevi. Ma anche donna. Quale identit prevale in lei? Quando mi chiedono se sono turca, rispondo che sono curda. Quando mi chiedono se sono curda, rispondo che sono turca. Non mi piacciono le classificazioni. Se mi chiedono cosa sono, rispondo: tedesca. Yasemin e si sente una cittadina del nuovo mondo plasmato da un fermento demografico che non conosce confini. La sua un'identit mobile, dinamica, come quella che rappresenta in Almanya e, da quel che si capisce, nel prossimo film. Lei si ritrova nel temperamento di Venezia e nella sua storia. Yasemin si guarda intorno, fa domande, prende appunti: gi alla ricerca di un itinerario per immaginare il suo prossimo lavoro, che non parler d'immigrazione, ma che comunque rifletter il temperamento e la formazione multiculturale della regista. La citt e la sua laguna sono un luogo che le parla dentro. La Serenissima la New York del passato, con una storia come poche altre al mondo, di successive stratificazioni culturali ed etniche, nella quale unartista multi ed eclettica come Yasemin si rispecchia. Venezia perde abitanti, ma, come avvenuto nel corso della sua storia, continua a registrare nuovi residenti. E quelli che decidono di viverci davvero, diventano pi veneziani dei veneziani. Se ne parla con Yasemin ed emerge la parola Heimat: quale

patria? Quella d'arrivo o quella di provenienza? O tutte e due? Per lei un puzzle che ognuno compone come vuole. Pu esserci una punta di nostalgia per qualcosa che non esiste, - spiega - un'utopia, l'idea della terra natale, che spesso coincide, nei lavoratori stranieri, con i ricordi dell'infanzia, fino all'idealizzazione delle radici. Capire la propria identit e fare i conti con l'appartenenza, un percorso complicato e spesso doloroso, in sospensione tra la realt del luogo d'arrivo e quella del luogo di partenza. Per Yasemin, e per quelli della sua generazione, nati e cresciuti in Germania, si crea un mix nel quale i luoghi dei suoi ricordi (il Bacino della Ruhr) si mischiamo e si confondono con quelli della sua famiglia, l'Anatolia. Tedesca, si sente ancorata alla Turchia, anche se c' stata poche volte e non in grado di sostenere interviste in lingua turca. consapevole della complessit di quel paese. Spiega: In contesti in cui si parla di politica, molti turchi tengono a dire che non tutti loro sono nazionalisti. Peraltro in Turchia ci sono diverse culture. E alcune di esse sono a loro volta plurali, culturalmente e politicamente. I curdi stessi non sono un tutto omogeneo. Le piace il concetto di Wahlheimat, patria d'elezione. Come i lavoratori stranieri di prima generazione,

Due scene di Almanya e un ritratto della regista Yasemin Samdereli

conosce la sensazione di essere seduta tra due sedie. Da piccola desiderava essere semplicemente tedesca. Ma quando ho realizzato di essere straniera - racconta - mi sono sentita spiazzata. Spesso si diceva, tra bambini, 'Ah, che bei capelli neri che hai!', ma per me era una cosa come tante altre, un mio tratto come, ad esempio, lo possono essere i gusti alimentari. Improvvisamente capii che il mio aspetto rivela qualcosa di me. Fu come ricevere uno schiaffo. Pensai: 'Gli africani hanno la pelle scura e vivono in Africa, i turchi hanno i capelli neri e abitano in Turchia, i tedeschi in Germania e non hanno i capelli neri.' Fu uno shock. Mi chiesi cosa facessimo nella Repubblica Federale Tedesca, dato non ne eravamo parte. Cos Yasemin fece un percorso alla ricerca della sua identit, come nel in Almanya, giungendo alla conclusione che le persone come me sono parte della Germania e che, se i tedeschi non lo digeriscono, solo un problema loro. La regista proviene da un ambiente in cui c il piacere di narrare e condividere storie spiega -. Per me e mia sorella Nesrin (cosceneggiatrice ndr) era importante mostrare che i turchi venuti in Germania non erano un foglio bianco. Erano persone con storie, con famiglie, con tragedie, con un carattere, con un passato. Un passato diverso per ognuno di loro. Nel corso dell'intervista con Stefania Sbarra e Roberto Ellero, nella sala del Giorgione, spiega che in Almanya ha voluto inserire tutti questi elementi autobiografici anche per

La regista di Almanya invitata a Ca Foscari parla del concetto di patria delezione, esponente della nuova generazione europea senza confini
reazione a una certa tradizione cinematografica. Aveva sedici anni quando usc Yasemin di Hark Bohm, una trama che ruota intorno a un padre, turco, che soppone alla relazione della figlia con un tedesco. La mia stata una vendetta. Mi dicevano: 'Ah, allora anche tu sei sottomessa alla tua famiglia', e quando ribattevo che le cose non stavano cos, rispondevano 'Poverina, non lo pu neanche ammettere!' La gente da fuori riteneva di sapere come fossero le famiglie turche. Mi sentivo ferita. Mia madre aperta e moderna, come la maggioranza delle famiglie turche. Dominavano produzioni che raccontavano la storia dei lavoratori stranieri in chiave solo tragica. Famiglie come la nostra non si vedevano. E noi volevamo dar voce a un punto di vista che fino ad allora non c'era, proprio quello dei lavoratori stranieri. Di solito li si osservava e si descriveva la loro situazione, ma sempre dal di fuori, e noi volevamo che il pubblico tedesco entrasse, accompagnato da noi, dentro una famiglia turca. La conversazione finisce inevitabilmente nei deliri razzisti di Thilo Sarrazin, ex membro autorevole della Bundesbank ed esponente di spicco della Spd, che sostiene l'incapacit d'integrarsi da parte degli immigrati musulmani, Yasemin alza gli occhi al cielo e afferma che replicare a Sarrazin significa solo dare importanza alle sue parole. contenta di essere la prova vivente del contrario: Ho sempre detto di non essere un'eccezione. Ci sono cos tanti tedeschi di diversa provenienza, anche turchi, che in Germania sono avvocati, medici, artisti, scrittori. Ma non fanno notizia, perch vivono bene la loro vita.Nel frattempo anche un paese molto nazionalista come la Turchia sembra finalmente iniziare a elaborare la sua storia di multiculturalismo, troppo a lungo repressa e negata nel sangue. Pur tra mille difficolt e contraddizioni, il conflitto con i curdi sembra avviarsi verso una qualche forma di riconciliazione. di questi giorni la notizia delle trattative tra Erdogan e Apo calan, il leader storico del Pkk detenuto in un carcere di massima sicurezza a Imrali, un'isola del Mar di Marmara, un mito in molte famiglie curde. Mentre nel frattempo, il governo turco sta trattando con i curdi iracheni per la costruzione di un oleodotto che porter il loro petrolio in Anatolia. Yasemin non entra nei

dettagli della politica attuale. E pur nei toni e nel ritmo di commedia, Almanya un film politico. Con un record dincassi in Germania ma anche allestero, dallEuropa a Israele, fino a Taiwan, attualmente nelle sale della Grecia, il paese da sempre arcinemico della Turchia. Yasemin riesce a parlare a tutto il mondo, perch nel suo messaggio c' l'idea di una nuova cittadinanza non pi dettata dai vecchi confini o da insostenibili distinzioni su base etnica o religiosa. Un messaggio tanto pi importante, perch incombe sempre il rischio di finire nella direzione opposta. Dice il poeta Adonis, a proposito di quanto accade in Siria, per secoli crogiolo mediorientale di minoranze, dove il crollo di un regime dispotico sta avendo come conseguenza la cancellazione sanguinosa di secoli di convivenza pacifica: Il discorso unificante oggi (contro il regime ndr.) divenuto piuttosto un discorso regressivo. Affiora un linguaggio medievale, che insiste sulle cosiddette 'minoranze', propone divisioni di sunniti-sciiti, alawiti-cristiani, anzich promuovere 'la cittadinanza', il concetto del 'cittadino', ad esempio cristiano, dotato degli stessi doveri dei sunniti ma anche degli stessi diritti. A cosa serve una rivoluzione in un paese arabo se non si realizzano due cose essenziali? Primo, i diritti della donna, a cominciare dalla sua liberazione dalla legge religiosa; secondo, la separazione della religione da tutto ci che politica, societ, cultura, affinch la religione sia unesperienza individuale, slegata dalle istituzioni.

Vi mostro com una famiglia turca

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