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- ECONOMIA E LAVORO

L’economia locale
Carpi proviene da una lunga tradizione manifatturiera legata
all’industria tessile abbigliamento - il settore ancora oggi principale - e
alla meccanica. Le trasformazioni avvenute nel tessuto produttivo locale
sono state rilevanti, attraverso varie fasi e processi di ristrutturazione e
di adattamento all’evoluzione del contesto competitivo.

L’economia locale, data la specializzazione nel tessile abbigliamento, è


stata fra le più esposte ai fenomeni di delocalizzazione delle produzioni
in paesi a basso costo e alla concorrenza dei prodotti provenienti da
queste aree. Da sempre il dibattito sulle prospettive di questo settore,
non solo a livello locale ma anche nazionale, si è avvitato intorno all’idea
che il tessile abbigliamento - considerato, erroneamente, un “settore
maturo, a bassa tecnologia e a basso know how” - dovesse essere
progressivamente abbandonato dai paesi industrializzati. Salvo poi
sottolineare il forte contributo che esso continua a dare alle nostre
esportazioni e l’importanza e valore del “Made in Italy” sui mercati
internazionali.

Tenendo conto dei cambiamenti avvenuti a livello mondiale e


dell’accelerazione, negli ultimi anni, del processo di globalizzazione, si
può considerare straordinario che Carpi abbia ancora un’industria
dell’abbigliamento, seppure molto ridimensionata. A livello nazionale,
Carpi è ancora oggi la seconda città tessile, dopo Prato, per numero di
occupati. La permanenza di questo settore nell’economia locale è da
attribuire a due aspetti. Da un lato, la capacità di una nuova
generazione di imprese (di piccole e medie dimensioni) di innovare il
prodotto e investire nel marchio, nella comunicazione, nelle reti
distributive, nell’internazionalizzazione commerciale, e in parte in quella
produttiva; dall’altro, la creatività e le competenze diffuse nel sistema
produttivo locale, in imprese e soggetti fra loro complementari che
attraverso un intenso lavoro di squadra sono capaci di generare
innovazioni (stilisti, designer, grafici, progettisti di campionario,
produttori di tessuti, tessiture di maglieria, ricamifici, ecc.).
L’affermazione di imprese di successo è avvenuta, in questi anni, anche
in altri settori industriali, fra i quali la meccanica vanta numerosi
esempi, a fianco del settore degli imballaggi, cartotecnica, ecc. Così tra i
servizi si annoverano qualificati servizi di informatica, logistica, design,
ecc.. Nel corso del tempo, l’economia locale si è quindi diversificata,
arricchendosi di nuove competenze e punti di eccellenza. Il sistema
locale è diventato più complesso, più aperto verso l’esterno e
caratterizzato dalla presenza di imprese leader in diversi segmenti e
nicchie di mercato. Da questa struttura economica, fondata su una base
manifatturiera importante e un sistema di servizi dedicati, si deve
partire per ragionare sui problemi e le prospettive future. Sarebbe
velleitario pensare di mettere da parte l’esistente per immaginare
un’economia “ideale” non ancorata ai saperi e alle competenze presenti
nel territorio.

La crisi attuale
Segnali di difficoltà si percepivano fin dallo scorso anno, si prevedevano
per gli anni 2008 e 2009 ritmi di crescita ridotti, ma una recessione
come questa nessuno l’avrebbe immaginata. E’ globale, ha coinvolto
dapprima il sistema finanziario e bancario americano, al quale tranne
qualche eccezione, sono state date enormi garanzie pubbliche di
sostegno, ma la crisi ha ormai travolto l’economia reale. E’ doveroso per
la politica, la finanza e l’economia ‘riscrivere tutte le agende e con esse
adottare nuove regole ’. Qualche Paese ha preso provvedimenti rapidi e
tempestivi, impiegando notevoli risorse, le Banche centrali hanno
immesso liquidità per salvare il sistema del credito, in modo tale da
sostenere anche le imprese. L’Unione Europea si è mossa bene nelle
prime settimane, ma ha lasciato che prevalesse la logica nazionale e
non ha sempre coordinato gli interventi dei singoli stati. Il Governo
italiano non ha dato l’impressione di avere un ruolo forte e decisivo nella
definizione di indispensabili politiche europee. Tutte le analisi
concordano sulla gravità e la dimensione della crisi. Anche il nostro
territorio ovviamente registra pesanti difficoltà. Molte imprese hanno
bloccato l’attività, mancano commesse per i prossimi mesi, cresce la
richiesta di cassa integrazione. Si prevede un 2009 davvero complicato.
E non soffre solo il settore moda, che paradossalmente è forse più
abituato ad affrontare fasi cicliche di difficoltà; ci sono grossi problemi
nel comparto meccanico, nell’edilizia, nel resto del manifatturiero ed
anche il commercio segnala la cessazione di molte attività. Occorrono
da subito interventi straordinari per il sostegno alle imprese e al reddito
delle famiglie. Dovranno essere per tutti, adattabili anche a realtà di
piccole imprese e di lavoratori autonomi come le nostre. E’ necessaria
una azione concertata dei territori distrettuali affinché siano
concretizzati interventi. Carpi sta agendo e dovrà continuare in modo
sempre più deciso ad agire insieme alla rete dei distretti tessili, in
particolare, come Prato, Biella, Schio.

Le strategie di sviluppo e l’innovazione


L’attuale fase recessiva pone, purtroppo, seri problemi di tenuta del
sistema economico locale, mettendo a nudo nodi strutturali e di
prospettiva già noti in precedenza. E’ ormai nei fatti che il settore delle
costruzioni abbia esaurito la fase di crescita, dopo anni di intensa
attività. Nel manifatturiero, il processo di selezione delle imprese, pur
essendo molto avanzato, già prima di questa crisi, non si poteva
considerare concluso (in tutti i settori, compresa la meccanica).

La selezione delle imprese sarà quindi significativamente accelerata


dall’attuale fase recessiva e agirà in maniera differenziata sulle imprese
dei diversi stadi della filiera, coinvolgendo sia imprese che operano in
subfornitura, sia quelle che realizzano prodotti propri. Anche all’interno
di questi due tipi d’impresa le prospettive saranno molto diverse in
relazione al prodotto o alla lavorazione realizzata. Vi sono parti della
filiera che subiscono più direttamente la concorrenza di produttori a
basso costo localizzati in paesi esteri oppure immigrati a livello locale,
mentre altre produzioni di piccole serie, elevato valore aggiunto e
intensità di know how, o fasi della filiera a maggiore intensità di capitale
o di competenze, sono meno esposte alla concorrenza di prezzo e capaci
di competere sulla qualità e l’innovazione.

Il processo di ridimensionamento del manifatturiero già avvenuto a


Carpi rischia quindi di accelerare, determinando significative difficoltà
per i lavoratori coinvolti, soprattutto quelli a bassa qualificazione.

L’obiettivo che ci si deve porre esplicitamente è la creazione di reali


posti di lavoro di “qualità”, all’interno di un contesto di crescita
sostenibile, con particolare attenzione ai giovani e alle donne. Le
difficoltà dell’industria dell’abbigliamento colpiranno in particolare
l’occupazione femminile, sarà quindi importante attivare politiche
orientate al mantenimento del tasso di occupazione delle donne. I due
cardini dello sviluppo locale, rappresentati, da un lato, dai lavoratori e,
dall’altro, dalle filiere di piccole e medie imprese, devono essere al
centro delle politiche di intervento. Sostenendo gli uni e gli altri nel
miglioramento della capacità creativa, di innovazione e di iniziativa.
L’approccio che si propone è di partire dalla valorizzazione delle
specializzazioni e delle eccellenze che sono presenti nell’economia
locale per promuovere processi di innovazione e di generazione di nuove
traiettorie di sviluppo che arricchiscano il sistema produttivo locale,
ampliandone la differenziazione interna. In termini di politiche, si
propone di favorire il rafforzamento delle imprese più competitive, il
riposizionamento di una parte delle imprese su segmenti di mercato a
maggiore valore aggiunto e su nuovi mercati di sbocco (anche
attraverso forme di aggregazione fra imprese), l’attrazione e il sostegno
allo start up di imprese, ad elevato contenuto di conoscenza, sia nel
manifatturiero sia nei servizi. A questo scopo, si ritiene importante
creare un incubatore per le imprese, con servizi di supporto, e spazi a
prezzi calmierati, che favorisca la nascita di nuove iniziative
imprenditoriali, attraendo persone e idee anche da altri territori.

Sul comparto agroalimentare del nostro territorio,anch’esso in forte


difficoltà bisogna rilanciare la multifunzionalità dell’agricoltura e delle
sue imprese. Questa è la condizione necessaria nel processo di sviluppo
delle aree rurali e per la crescita sul territorio delle imprese agricole. Per
fare ciò nell’area dei comuni delle Terre d’argine, proponiamo:

• presenza dei consorzi del lambrusco di Sorbara e S. Croce,


che valorizzino qualità e quantità di produzione, insieme ad
iniziative che coinvolgano il settore;

• valorizzazione di produzioni quali ad esempio, frutta,


parmigiano reggiano e produzioni estive di meloni, cocomeri
e riso, caratteristiche del nostro tessuto cooperativo e
associativo;

• uniformare le normative urbanistiche in agricoltura


nell’Unione delle Terre d’argine, con gli strumenti della
politica del territorio (il piano territoriale e i piani urbanistici)
sulla base del piano provinciale;

• continuare ad essere presenti su fiere e manifestazioni come


“Carpi a tavola”, le vie delle cento città del vino, il mercato
contadino;

• governo della viabilità e dell’espansione urbanistica per non


creare turbamento del paesaggio agricolo;

• da subito, dare corso alle applicazioni delle decisioni della


Comunità Europea sul consumo della frutta nelle scuole.
Il capitale umano e la formazione
Le prospettive di una comunità dipendono dal capitale umano.
L’investimento nella formazione assume un ruolo fondamentale per
preparare i giovani ad un contesto in continuo e rapido mutamento e
per formare il cosiddetto “capitale umano produttivo”. La leva della
formazione può inoltre consentire alle persone di non rimanere
intrappolate in lavori precari e sottopagati, e rappresentare quindi uno
strumento di crescita professionale e di riposizionamento del lavoratore
all’interno del mercato del lavoro. Molte imprese non riusciranno a
superare la crisi e questo porrà il problema del ricollocamento del
personale ancora in età lavorativa ma uscito dal circuito produttivo.

Il sistema formativo viene così chiamato a rispondere a una duplice


domanda di competenze, quella proveniente dal sistema produttivo e
quella espressa dal singolo lavoratore che vuole migliorare il proprio
sapere.

La formazione delle competenze rappresenta uno degli strumenti chiave


per sostenere lo sviluppo di una comunità. La scuola, l’università, il
sistema della formazione necessiterebbero di una maggiore integrazione
e un maggiore coordinamento, per identificare le priorità e i percorsi che
assumono una valenza strategica per la comunità locale.

Mettere il sapere e l’educazione al primo posto significa, concretamente,


spostare energie e risorse sulla valorizzazione degli enti formativi di
qualsiasi grado e livello facendo incontrare, non episodicamente, scuole
e aziende, attraverso sistemi istituzionalizzati, valorizzando al meglio la
presenza delle università.

Più in generale, si pone il problema del miglioramento e della


valorizzazione della formazione tecnica, realizzata nelle scuole superiori,
che rappresenta un aspetto decisivo per le prospettive di importanti
settori dell’economia non solo locale (meccanica, informatica,
elettronica, ecc.). In questa direzione, si muove il progetto regionale dei
“Poli Tecnici” che, tuttavia, richiederebbe una discussione approfondita,
a livello locale, per le implicazioni e le ricadute che potrebbe avere sul
territorio. La strada intrapresa dalla Regione tende a colmare una lacuna
nell’ambito della formazione tecnica superiore non universitaria, ma
occorre interrogarsi sull’”appeal” di percorsi che rischiano di costituire
un canale parallelo, per quanto qualificato, rispetto all’università.

Carpi si caratterizza per l’elevata creatività e la presenza di competenze


diffuse in migliaia di piccole e medie imprese che lavorano in rete e in
collaborazione fra loro. Il rafforzamento delle capacità di innovazione e
delle competenze necessarie per competere in un’economia sempre più
aperta sul fronte internazionale, richiede uno sforzo congiunto di tutti gli
attori del sistema e la convergenza su alcuni progetti strategici per
l’economia locale. In questa direzione, il progetto di un intervento misto
pubblico/privato per l’alta formazione nel tessile abbigliamento
promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio insieme
all’Amministrazione comunale, può rappresentare un’occasione
importante per consolidare e integrare attività formative fondamentali,
offrendo nuove opportunità ai giovani, ai quali sarà chiesta maggiore
flessibilità e competenza. Non solo investiamo in conoscenza, ma
aiuteremo così le nostre aziende, con le quali fare sistema, ad essere più
competitive.

Il credito
Il credito ha spesso identificato la nostra zona come territorio di
raccolta. Lo dimostrano le continue aperture di sportelli in ogni angolo
della città, ma il sistema bancario oggi non può più fermarsi al solo
senso di raccolta, ma è tempo che percorra anche l'altro senso, quello
dell’aperture di nuove linee di credito, nell’ottica di favorire lo sviluppo
d’impresa che la crisi sta frenando.

In questa fase recessiva, sarebbe un grosso errore abbandonare le micro


imprese (quelle fino ai 10 addetti) che operano e producono reddito nel
nostro territorio; occorre invece avere un occhio di riguardo nei confronti
di questa imprenditorialità diffusa, pensando a un sostegno finanziario
attraverso un eventuale fondo di garanzia ad esse destinato
coinvolgendo tutti i soggetti presenti sul territorio.

Anche il sostegno dei consorzi fidi e delle cooperative di garanzia,


rappresenta uno strumento importante, così come il ‘micro credito’.
Sostegno a famiglie e imprese
Ricreare lo spazio perché le generazioni future possano vivere nel nostro
territorio con la giusta spesa per la casa è un obiettivo fondamentale.
Occorrono case a prezzi calmierati . Questo tipo di abitazione produce
comunque reddito a chi vi investe. Diverse Fondazioni hanno già dato
contributi e il reddito ricavato è eticamente corretto, lontano dalle
speculazioni.

L’housing sociale non sostituisce l’edilizia residenziale pubblica, si


affianca favorendo l’incontro tra domanda e offerta, offrendo servizi,
sviluppando azioni e strumenti con connotazione sociale, rivolti a chi
non riesce a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per
ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata.

E’ lo Stato in modo particolare che deve trovare maggiori risorse per il


sistema economico. Gli strumenti devono riguardare l’accesso al credito,
la richiesta di liquidità, attraverso la detassazione degli utili reinvestiti, il
contributo ai consorzi fidi e alle cooperative di garanzia, velocizzando i
tempi di pagamento della PA per crediti fiscali. Fin anche al
congelamento del debito a breve, come richiesto dal Sistema Moda, una
boccata d'ossigeno soprattutto per le piccole aziende per le quali anche
minimi volumi possono essere preziosi. E’ fondamentale il
coinvolgimento delle Camere di Commercio e delle Fondazioni bancarie,
che hanno risorse da mettere in campo per costituire fondi di sostegno
alle imprese e alle famiglie con la modalità del già ricordato ‘micro
credito’.

Servono misure ad hoc anche per i distretti, non pensate solo per la
grande impresa; l’incentivo alla ‘rottamazione’ potrebbe essere una
modalità da allargare a settori come quello della moda. Le famiglie
soffrono molto sul fronte del reddito, si intervenga sui mutui per la prima
casa ormai troppo onerosi e a rischio insolvenza. Servono azioni di
sostegno a tutti i redditi, a partire dai lavoratori precari e di piccole
imprese, che non sono tutelati dal cassa integrazione o da indennità
adeguate di mobilità e disoccupazione.
- AMBIENTE E TERRITORIO

Territorio
Nella legislatura che si è conclusa si è gestito il PRG cercando di
valorizzare gli obiettivi tesi al rilancio e alla crescita della città e a
introdurre elementi di più alta sostenibilità ambientale .

Dopo tre anni di forte sviluppo dell’attività edilizia (2004-2006) dovuta al


trend nazionale e alla domanda accumulata in città, si è registrato un
calo fisiologico che la crisi economica e finanziaria sta accentuando
ulteriormente.

E’ perciò necessario una costante attenzione alla qualità della


pianificazione, delle urbanizzazioni e del costruito, che, in un mercato in
forte flessione può rappresentare un vantaggio competitivo e nel
contempo determinare una maggiore qualità del territorio.

Si tratta perciò di perseverare sulla strada di uno sviluppo sostenibile,


con uno stretto legame fra strategie di sviluppo e pianificazione.

Vanno gradualmente rafforzati i processi di pianificazione e


coordinamento delle politiche a livello sovracomunale per rafforzare il
ruolo dell’Unione Terre d’Argine e in coerenza con gli obiettivi di
governance di area vasta del nuovo PTCP.

A questo fine, pur in presenza di piani regolatori diversi e relative


normative, è opportuno ragionare sulla definizione di un vero e proprio
ufficio di piano intercomunale, pensando anche a dedicare, riordinando
se necessario, funzioni e competenze specifiche. Questo per una
gestione coordinata delle politiche nel quadro del nuovo PTCP che segna
l’avvio di una nuova fase di pianificazione ponendo un limite massimo
(5%) dell’espansione residenziale, al consumo di territorio e
incentivando la pianificazione integrata o di area vasta.

Il nuovo PTCP a cui tutti i nuovi strumenti urbanistici dovranno adeguarsi


può e deve rappresentare un quadro di riferimento per un maggior
coordinamento e integrazione delle politiche di pianificazione Territoriale
dei comuni dell’Unione.

In particolare per quanto riguarda Carpi, occorre, nella prossima


legislatura, attuare il cosiddetto “spacchettamento”, suddividendo il
PRG in piano strutturale e piano operativo per adeguarlo alla
legislazione urbanistica regionale.

Sarà questa l’occasione, pur nella invarianza del piano e delle sue scelte
fondamentali come prescrive la legge, per compiere una valutazione del
suo stato di attuazione e apportare precisazioni, parziali modifiche,
correzioni che l’esperienza può suggerire al fine di rendere sempre più
realizzabili i suoi obbiettivi di fondo.

Va rinnovata la commissione per la qualità architettonica e del


paesaggio verificando la possibilità di costituirla in modo associato con
gli altri comuni.

Occorre individuare ulteriori funzioni che accrescano l’uso polifunzionale


del centro storico, fare decollare il PRU della stazione che può
riconnettere la parte est della ferrovia con il centro e prestare attenzione
alle dinamiche di insediamento sociale. L’azione amministrativa è stata
sempre attenta alla qualità dell’abitare e della città.

La diffusione dei servizi, i centri sociali, la presenza del volontariato, di


centri sportivi, di spazi a verde hanno creato luoghi di relazione,
aggregazione che sono un capitale sociale che va difeso e qualificato.

Anche sulla residenza occorre una sempre maggiore attenzione alla


qualità delle tipologie abitative ed architettoniche.

Bioarchitettura, risparmio energetico e idrico, fonti rinnovabili che sono


state inserite nel nuovo regolamento edilizio vanno ulteriormente
incrementati anche studiando nuove forme di incentivazione.

E’ opportuno studiare programmi di rigenerazione urbane rivolti al


patrimonio edilizio degli anni ’50, ’60, ’70 e verificando la possibilità di
sperimentare le STU ( società di trasformazione urbana)

Con la perequazione il PRG ha portato rilevanti benefici sociali in termini


di nuove aree verdi, aree destinate a servizi e ad edilizia economico-
popolare. Sono oltre 500 gli appartamenti edificabili per ERP su aree
acquisite gratuitamente dal comune con le nuove urbanizzazioni.

Si potranno costruire case in edilizia convenzionata con affitto


concordato, e sovvenzionata se non si continuerà a tagliare risorse ai
comuni lavorando inoltre per sensibilizzare la Fondazione Cassa di
Risparmio per sostenere il fondo per l’affitto a sostegno delle nuove
situazioni di disagio createsi con la situazione economica attuale del
territorio.
Per quanto riguarda le aree destinate ad attività produttive e
commerciali dopo la nascita del centro commerciale, e i buoni segnali di
decollo della zona di fronte all’autostrada occorre, come fatto con le
ultime delibere, promuovere soluzioni urbanistiche che superino gli
ostacoli frapposti da alcune proprietà che impediscono il decollo di aree
importanti per lo sviluppo economico della città.

All'esaurirsi, nei prossimi due anni delle aree PIP o convenzionate che
hanno garantito la messa sul mercato di aree produttive a prezzi
calmierati, occorrerà ricercare soluzioni con eventuali convenzioni con il
privato ( in coerenza con quanto già sperimentato nell'assegnazione
delle aree) per offrire anche nel futuro tale opportunità al sistema delle
imprese. In questo quadro si potrà verificare la possibilità di coniugare
contemporaneamente l'acquisizione di aree pubbliche per la
realizzazione di importanti opere viabili come ad esempio via
dell’Industria con altre per ampie zone di verde pubblico e boschive ai
margini dell'edificato.

Già oggi siamo arrivati ad una prima proposta di Piano Urbano del
Traffico con relativa gerarchizzazione delle strade che ci consentirà di
valutare ulteriori scelte da mettere in campo sul tema della viabilità
come ad esempio la verifica della fattibilità del sottopasso alla ferrovia
di via Roosevelt ed il proseguimento degli investimenti sulle piste
ciclabili, compresa la realizzazione del sottopasso ciclo/pedonale che
colleghi via Peruzzi al P.le piscine.

Importante nel prossimo futuro è estendere la rete di ciclabili, già oggi


eccellenza della nostra città, pensando a collegamenti tra le frazioni e la
città utilizzando anche tratti di strada esistenti che portino ad esempio
nel caso di Cortile, a collegare la città con la ciclabile sull’argine del
secchia già oggi molto utilizzata.

Le infrastrutture e le nuove tecnologie


Di estrema importanza saranno gli interventi a favore di tutte le
infrastrutture, sia leggere che pesanti, volte a facilitare lo sviluppo della
mobilità. Le infrastrutture viarie e ferroviarie devono continuare la
recente opera di ammodernamento e consistenza. Rispetto al
collegamento viario Carpi Modena, siamo convinti che la soluzione
individuata nel Piano Strutturale Comunale di Campogalliano possa
alleggerire il carico veicolare sulla Statale in quanto se venisse
realizzato, sposterebbe 2800 autoveicoli/ora sulla nuova direttrice
ricavata dall’intervento della TAV che si collegherebbe direttamente
sulle tangenziali di Modena. Sul collegamento ferroviario con Modena si
deve agire in maniera incisiva con le Ferrovie Emilia Romagna affinché si
incrementino le corse con il capoluogo, non è accettabile la situazione
che tale linea sta vivendo per l’incoerenza e i disservizi di Trenitalia. Solo
dopo avere assunto questi impegni si potrà pensare al collegamento con
Reggio Emilia, sede della fermata di media pianura dell’alta velocità, di
cui si è dato il via ad uno studio di fattibilità. Alta velocità che impatterà
in modo positivo in questa direzione, favorendo notevolmente la
mobilità delle persone anche del nostro distretto.

Le tecnologie digitali sono ancora sotto utilizzate nell’intera catena del


valore e nelle reti d’impresa. E’ notevole il divario tra le nostre imprese e
quelle dei paesi concorrenti e purtroppo questo divario aumenta di anno
in anno. Occorre sostenere gli investimenti in questa direzione per
migliorare la competitività del sistema di imprese e del nostro territorio.
Esistono, inoltre, interessanti opportunità, creatrici di reddito e posti di
lavoro, nel campo delle nuove tecnologie per il risparmio energetico e
anche in questa direzione andrebbero sostenuti progetti e iniziative
imprenditoriali.

Ambiente
In questo momento di crisi come quello attuale la sfida ambientale è la
vera opportunità da cogliere per rilanciare l’economia italiana.

La gestione delle risorse naturali è una delle questioni fondamentali che


dobbiamo affrontare nella politica e nella vita di ogni giorno; dobbiamo
saperci misurare con sensibilità, aspettative, diritti e doveri correlati
all’uso dei beni comuni e con i limiti delle risorse naturali. Occorre
parlare di rifiuti, e la riduzione dei rifiuti deve diventare l’obiettivo
primario dei processi produttivi; di qualità dell’aria con l’elaborazione di
strategie di area vasta; di acqua, promuovendo un uso razionale delle
risorse idriche fondato sul risparmio e sulla lotta agli sprechi; di energia,
perché modificare il sistema energetico attuale, senza precludere
prospettive di sviluppo, è uno dei compiti più importanti che ci
attendono a tutti i livelli. Dobbiamo occuparci di biodiversità con
un’incisiva azione di conservazione e valorizzazione culturale delle
nostre aree protette e di tutti gli ecosistemi ancora integri, adottando
sistemi di contabilità e bilanci ambientali, mettere i cittadini in
condizione di valutare oggettivamente i singoli problemi e il contesto di
insieme, per promuovere una visione non frammentaria e un approccio
non egoistico ma solidale alle politiche ambientali.

Rifiuti
L’incremento della Raccolta Differenziata è un impegno già assunto nel
programma elettorale precedente che ha avuto un buon livello di
realizzazione.

Con l’introduzione del porta a porta in due anni la R.D. del Comune è
passata dal 38% al 49,8% al 30/6/2008. Questo solo con il contributo di
due quartieri. Con l’estensione a tutta la zona sud è prevedibile che
Carpi alla fine del 2009 supererà il 55% di R.D. fissato dal piano
provinciale rifiuti.

Continuando l’estensione graduale del porta a porta al resto del centro


urbano la percentuale di R.D. può salire ulteriormente.

Quando il P.a P. sarà esteso a tutto il comune si può pensare di


sperimentare la tariffa puntuale (meno rifiuti consegni meno paghi)

Va rafforzato un sistema di smaltimento con una forte integrazione


provinciale dove noi ci caratterizziamo come polo del recupero, riciclo
(compostaggio, rifiuti elettronici e speciali) e dove la discarica deve
sempre di più avere una funzione residuale.

Acqua
La qualità della risorsa, come anche la quantità, ad oggi risultano
soddisfacenti. Ma vanno continuate e rafforzate politiche di uso
razionale e risparmio della risorsa idrica. Le perdite nella rete idrica di
Aimag sono diminuite e comunque sono inferiori a quelle di altre realtà.

E’ necessario continuare ad investire sulla rete dei pozzi a Fontana di


Rubiera, sulla manutenzione della rete idrica e fornire a tutte le case
sparse l’acqua potabile. Manutenzione ed interventi sulla rete fognaria
devono essere costanti e in particolare nella zona sud dove vanno
effettuati interventi per scongiurare pericoli di allagamenti.
Verde pubblico
Negli ultimi tempi sono stati fatti numerosi interventi quali: il parco
matto, il parco Giovanni Paolo II, il parco nell’ex area Cremeria e le aree
verdi previste dai comparti di lottizzazione edilizia approvati in questi
anni.

Va considerato, in un’ottica prospettica, non solo l’aspetto dei costi di


gestione e di rinnovo di alcune aree da considerare, ma soprattutto di
come favorirne la fruizione e il collegamento fra loro. Infatti un possibile
problema della gestione si può presentare relativamente ai costi, anche
elevati per avere un valido livello qualitativo.

Questi problemi vanno affrontati nell’ambito di un progetto più vasto


(controllo della gestione dei privati, programmi di riforestazione urbana)
che punti anche a valorizzare non solo i parchi ma anche i piccoli spazi
verdi, il ripristino di siepi ecologiche e filari paesaggistici, il ridisegno dei
confini fra città e campagne.

In questa ottica si potrà pensare anche alla necessità di gestione e


specializzazione di aree verdi a valenza diversa (come quelle di
sgambatoio per i cani, per l’uso da parte di bambini ed anziani, per sport
e percorsi di vita, per tempo libero ecc..) ed alla necessità di valorizzare
anche le zone di campagna e i relativi percorsi per il tempo libero
(footing, jogging, bicicletta), aspetti sempre più importanti per la vita di
moltissimi cittadini.

Energia
Con le scelte attuate nel 2008 sul risparmio energetico l’uso delle fonti
rinnovabili abbiamo compiuto una netta scelta a favore dell’ambiente e
dello sviluppo sostenibile. Occorre continuare su tale strada andando
anche oltre. Sul tema dell’illuminazione pubblica occorre fare una seria
riflessione circa le opportunità offerte dalla gestione attraverso una
ESCO, che consenta significativi risparmi economici e migliore servizio
per la collettività. Si dovranno poi costruire campagne rivolte ai cittadini
finalizzate all’utilizzo di sistemi per il risparmio energetico e realizzare,
così come proposto da Aimag, la centrale di teleriscaldamento e
cogenerazione al servizio della nuova piscina e successivamente della
residenza.

Va valorizzato il fatto che Aimag produce il 70% dell’energia necessaria


ai propri impianti con fonti rinnovabili. Allo scopo di mettere a sistema i
vari interventi fatti a delineare scenari e obbiettivi futuri è opportuno
dotarsi di un nuovo Piano Energetico Comunale integrato con le politiche
provinciali e regionali che ci consentano di sviluppare programmi che
prevedano l’uso di energie rinnovabili presso gli edifici comunali presso
gli edifici pubblici di nuova costruzione sul nostro territorio, anche
mediante la disponibilità di fondi ad hoc.

Aria
Il Comune di Carpi, firmatario fin dall’inizio dell’accordo regionale, ha
attuato politiche per la lotta all'inquinamento dell'aria. Il trasporto
pubblico, le scelte energetiche, l’aumento delle piste ciclabili, delle aree
verdi, lo sviluppo sostenibile sono tutte azioni che hanno anche una
forte influenza sulla qualità dell’aria.

Queste azioni sarebbero più efficaci se integrate in forti politiche


nazionali che purtroppo ancora mancano. In ogni caso il comune
continuerà il suo impegno anche con gli incentivi (recentemente
aumentati) a sostegno delle trasformazioni a gas delle auto a benzina,
oltre alla continuazione ed il relativo miglioramento dei servizi di Car-
shering, “C’entro in bici” e naturalmente continuando ed agevolando,
per le fasce più deboli, il trasporto pubblico locale.

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