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Superficie abitabile maggiore di 150 m2.Occorre prevedere pi linee per l'illuminazione di base limitando a 150 m2 la superficie dei locali interessati da una singola linea. Elevato numero di prese da 10 o 16 A. Occorre prevedere una linea ogni 15 prese. Elevato numero di apparecchi utilizzatori fissi (scaldacqua, lavatrici, lavastoviglie) che debbono funzionare contemporaneamente, assorbendo una potenza totale maggiore di 3,6 kW. Occorre, in questi casi, alimentare ciascun apparecchio utilizzatore con potenza unitaria maggiore di 2,2 KW direttamente dal quadro con una linea protetta.
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Alcuni valori di tali coefficienti sono riportati nelle tabelle 1.3 e 1.4. Tab.1.3 - Fattore di utilizzazione
Tipo di utilizzazione
Lampade Motori da 0,5 a 2 kW Motori da 2 a 10 kW Motori oltre i 10 kW Forni a resistenza Raddrizzatori Saldatrici Macchine utensili, trasportatori Ascensori, impianti di sollevamento Pompe, ventilatori
Tipo di utilizzazione
Motori da 0,5 a 2 kW
Numero
fino a 10 oltre 10 fino a 10 oltre 10 fino a 5 Oltre 10 fino a 2 Oltre 10 fino a 10 fino a 4 oltre 10 qualsiasi qualsiasi qualsiasi
Kc
0,6 0,5 0,7 0,45 0,8 0,65 0,9 0,7 0,8 0,75 0,6 0,8 0,9 1
1 0,7 0,75 0,8 1 1 tra 0,7 e 1 tra 0,6 e 0,8 tra 0,8 e 1 1
Motori da 2,5 a 10 kW
Motori da 10 a 30 kW
Motori oltre 30 kW
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permanente pu essere fatta con le tabelle indicate nelle norme CEI UNEL 35024/1 e CEI UNEL 35024/2 che non vengono riportate per brevit.
Nei sistemi trifase equilibrati il valore della caduta di tensione, rispetto al valore della tensione concatenata, si ottiene moltiplicando la (1.3) per 3: Vtr f = 3 Vf (1.4) Nei sistemi monofase la caduta di tensione totale si ottiene sommando la caduta di tensione nella fase con quella nel neutro. Poich per questi sistemi i conduttori di fase e di neutro devono avere la stessa sezione sufficiente moltiplicare per 2 il valore fornito dalla (1.3): Vmon = 2 Vf (1.5)
,5 4,8 0, 68 5, 2,5 8,9 0, 55 9,08 4 5,57 0, 43 5,68 6 3,7 0, 35 3,78 0 2,24 0, 9 2,27 6 ,4 0, 2 ,43 25 0,889 0, 06 0,907 35 0,64 0, 0 0,654 50 0,473 0, 0 0,483 70 0,328 0,0965 0,334 95 0,236 0,0975 0,24 20 0, 88 0,0939 0, 9 50 0, 53 0,0928 0, 57 85 0, 23 0,0908 0, 25 240 0,0943 0,0902 0,0966 300 0,076 0,0895 0,0780 400 0,0607 0,0876 0,0625 500 0,0496 0,0867 0,05 2 630 0,0402 0,0865 0,04 7 N.B. Valori riferiti alla temperatura di 80 C
0, 8 0, 09 0, 0 0,0955 0,086 0,08 7 0,08 3 0,0783 0,0779 0,075 0,0762 0,0740 0,0745 0,0742 0,0752 0,0750 0,0742 0,0744 0,0749
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trifase
Sf
1,5 mm2
2,5
4,5
La potenza convenzionale di un unit costituente limpianto viene calcolato sommando tutti i valori ottenuti applicando alla potenza nominale degli apparecchi utilizzatori fissi e alla potenza corrispondente alla corrente nominale delle prese a spina, i coefficienti dedotti dalla tabella 1.8. Nel caso vi sono pi unit da alimentare, possibili fattori di contemporaneit sono quelli riportati nella tabella 1.9.
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Scaldacqua
Cucina elettrica
Ascensore
Tab.1.9 - Coefficienti di contemporaneit per impianti civili Numero di unit di impianto alimentate 1 da 2 a 4 Valore del coefficiente 1 0,8
da 5 a 10 0,6
11 e oltre 0,4
Prescrizioni particolari per la posa dei cavi. I tubi o condotti portacavi devono avere un diametro superiore a 1,4 volte il diametro,del cavo o del fascio di cavi. Se i tubi sono metallici, i cavi di tutte le fasi (compreso l'eventuale neutro) del medesimo circuito devono essere infilati nello stesso tubo. I tubi incassati nei muri o sotto intonaco devono avere percorsi paralleli od ortogonali agli spigoli della muratura. Il raggio di curvatura dei tubi deve rispettare il valore previsto per i cavi.
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I cavi in cunicoli devono essere provvisti di guaina protettiva. I cunicoli devono avere curvature compatibili con quella prevista per i cavi e dimensioni in grado di permettere l'ispezione e la sostituzione dei cavi. I canali portacavi devono avere una sezione utile sufficiente per permettere un 'agevole installazione e rimozione dei cavi. Inoltre devono soddisfare le prescrizioni valide per i tubi. I cavi a parete o a soffitto, su passerelle o su supporti distanziati devono essere provvisti di guaina protettiva. Nelle installazioni fisse, qualora sussistano rischi di danneggiamento dovuti a sollecitazioni meccaniche (fino ad un'altezza di 2,5 m), i cavi devono essere protetti opportunamente. I cavi interrati devono essere muniti di guaina protettiva e di una protezione meccanica supplementare adatta a sopportare le prevedibili sollecitazioni meccaniche esterne. Requisiti particolari Propagazione del fuoco lungo i cavi:i cavi in aria installati singolarmente, cio distanziati tra loro di almeno 250 mm, devono rispondere alla prova di non propagazione della fiamma prevista dalla Norma CEI 20-35; quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, devono essere conformi alla Norma CEI 20-22. Provvedimenti contro il fumo: nel caso di installazione di notevoli quantit di cavi in ambienti chiusi, frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione, devono essere adottati sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, cavi a bassa emissione di fumo come prescritto dalle Norme CEI 20-37 e 20-38 Problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi:se i cavi sono installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovano a coesistere in ambienti chiusi con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi, bruciando, sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista occorre fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici e corrosivi (Norma CEI 20-37 e 20-38).
Colori distintivi dei cavi I conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle tabelle CEI-UNEL 00722 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e di protezione devono essere contraddistinti rispettivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. I conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco, in tutto l'impianto, dai colori: nero, grigio cenere, marrone.
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campione (luce solare o corpo nero).Il suo valore convenzionalmente compreso fra 0 e 100 dove 100 indica la resa ottimale. Per le lampade vengono definiti altri due parametri legati a quelli appena introdotti come indicato dalle tabelle 2.1 e 2.2 Di seguito vengono descritte i tipi di sorgente luminose pi usate. Lampade ad incandescenza L'emissione luminosa prodotta da un filamento di tungsteno, materiale avente un elevato punto di fusione, portato all'incandescenza. Le lampade ad incandescenza per illuminazione generale sono caratterizzate da una eccellente resa dei colori (Ra 100), una efficienza luminosa relativamente modesta ed una vita media di circa 1000 ore a tensione nominale. La potenza delle lampade in commercio con tensione nominale di 230 V varia da 10 W a 300 W . L efficienza luminosa varia da 8 lm/W a 16 lm/W. Le lampade ad incandescenza rappresentano ancora oggi la sorgente di luce artificiale pi economica e diffusa sul mercato. Questo tipo di lampada semplice da utilizzare per lassenza di dispositivi esterni di accensione, per la buona resa cromatica e per lottimale temperatura di colore di circa 2700 K. Le lampade ad incandescenza sono generalmente utilizzate per illuminazione residenziale. Lampade ad alogeni Hanno, rispetto alle lampade ad incandescenza, una maggior efficienza, minori dimensioni, migliore tonalit della luce ed una vita media superiore alle 2000 ore a tensione nominale (per le alogene dicroiche la vita media pu raggiungere anche le 4000 ore). Tali prestazioni sono dovute alla presenza dell'alogeno, che determina un particolare ciclo rigenerativo del filamento di tungsteno, evitando l'annerimento del bulbo. Fra le lampade ad alogeni, stanno avendo una notevole diffusione le lampade a bassissima tensione di tipo compatto e con riflettore dicroico. Queste lampade sono caratterizzate da una notevole riduzione, rispetto ai riflettori tradizionali, del calore emesso nella direzione del fascio luminoso. Ia potenza delle lampade alogene in commercio con tensione nominale di 230W varia da 40 W a 500 W . Lefficienza luminosa varia da 13 lm/W a 20 lm/W. Lampade fluorescenti Sono le pi diffuse lampade a scarica nel gas e sono utilizzate in uffici, scuole, stabilimenti, negozi,ecc. L'emissione luminosa avviene mediante la trasformazione in luce delle radiazioni ultraviolette prodotte da una scarica elettrica di vapori di mercurio a bassa pressione. Le lampade fluorescenti sono caratterizzate dall'avere valori di luminanza relativamente bassi ed elevati valori di efficienza luminosa e durata (in condizioni normali duso la vita media di 8000-10000 ore). Sono disponibili numerosi tipi diversi tra loro per potenza (da 14 a 58 W), efficienza (da 55 a 100 lm/W) , resa dei colori (da 82 a 98) e tonalit della luce. Per funzionare hanno bisogno di uno starter per l'accensione, di un alimentatore per stabilizzare la corrente e di un condensatore per compensare lo sfasamento provocato nelle linee elettriche di alimentazione (pertanto lefficienza luminosa complessiva varia da 50 a 90 lm/W). Lampade fluorescenti compatte Sono lampade fluorescenti che possiedono un'alta efficienza luminosa, una lunga durata, delle dimensioni compatte ed una facilit di installazione pari a quella delle lampade ad incandescenza. Queste lampade vengono normalmente utilizzate quando la sorgente luminosa
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deve rimanere attiva per lunghi periodi della giornata. Sono in grado di soddisfare le esigenze del risparmio energetico mantenendo, al contempo, una gradevole qualit della luce. Le lampade fluorescenti compatte si distinguono in: - lampade con alimentatore incorporato (Ra=82, potenze da 5 a 25 W, efficienza luminosa da 40 a 60 lm/W). - lampade con alimentatore esterno (Ra=82, potenze da 5 a 55 W, efficienza luminosa da 46 a 90 lm/W, con reattori da 40 a 80 lm/W ). Le prime, nellinstallazione allesterno, possono essere montate in apparecchi chiusi purch ci sia un efficiente ricambio di aria e sono intercambiabili con le normali lampade ad incandescenza poich sono dotate di alimentatore incorporato sono caratterizzate da una vita media di 8000 ore ed hanno una temperatura di colore di 2700 K. Le lampade con alimentatore esterno sono normalmente impiegate in apparecchi ad incasso di dimensioni ridotte, nei quali ha particolare rilevanza la facilit di innesto nel montaggio.Sono caratterizzate da una durata media di 8000 ore e sono disponibili con temperatura di colore 2700 K e 4000 K Lampade a scarica di gas Sono lampade a vapori di mercurio, di sodio e di ioduri, nate dall'esigenza di contenere i consumi laddove non preminente la resa del colore; sono impiegate per illuminazione industriale, stradale e di grandi aree. Le lampade a vapori di sodio e di ioduri richiedono un accenditore come dispositivo di innesco, oltre, ovviamente, un alimentatore per stabilizzare la corrente ed un condensatore per compensare lo sfasamento. Attualmente sono disponibili lampade con elevata efficienza, lunga durata, discreta resa dei colori ed elevati livelli di illuminamento; tra le lampade a scarica ad alta pressione, le lampade di ioduri offrono la miglior resa dei colori. Qualunque sia la sorgente luminosa, necessario che i circuiti relativi ad ogni accensione o gruppo di accensioni simultanee, non abbiano un fattore di potenza a regime inferiore a 0,9. Sono di seguito riportate le caratteristiche principali delle lampade a scarica di gas. Lampade a vapore di sodio a bassa pressione: elevatissima efficienza luminosa (da 125 a 200 lm/W che diventa da 100 a 170 lm/W considerando lalimentatore ); potenze da 35 a 180W; bassissima resa cromatica (produce una luce gialle monocromatica con temperatura di colore 1800K);funziona solo con determinati posizionamenti al montaggio Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione: elevata efficienza luminosa ( da 40 a 60 lm/W che diventa da 35 a 55 lm/W considerando lalimentatore); mediocre resa cromatica (da 35 a 55); potenze da 50 W a 100 W; qualsiasi posizione di funzionamento;temperatura di colore 3800-4200 K. Lampade a luce miscelata. Sono lampade a scarica, intercambiabili con quelle a incandescenza perch non richiedono alimentatori esterni. Il pregio di questo tipo di lampade che il flusso luminoso indipendente dalla temperatura ambiente e viene raggiunto quasi totalmente al momento dellaccensione. Hanno le seguenti caratteristiche:accensione istantanea; potenze da 100 a 500 W; buona resa cromatica (da 50 a 60); efficienza luminosa da 10 lm/W a 25 lm/W; temperatura di colore 3600-4100 K; funzionano solo con determinati posizionamenti al montaggio Lampade a vapori di sodio ad alta pressione. La luce di questo tipo di lampada prodotta dalleccitazione di atomi di sodio e da un processo di assorbimento e riflessione di raggi di diversa lunghezza donda. Hanno le seguenti caratteristiche: posizione di funzionamento qualsiasi;durata 8000-9000 ore; temperatura di colore 2000 K ; resa cromatica pari a 20;potenze da 150 a 1000 W;alta efficienza luminosa (da 100 a 135 lm/W che diventa da 90 a 125 lm/W considerando l alimentatore)
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Lampade ad ioduri metallici: potenze da 70 W a 2000 W; alta resa cromatica (da 65 a 90); alta efficienza luminosa ( da 70 a 95 lm/W che diventa da 60 a 90 lm/W considerando lalimentatore); temperatura di colore: da 3000 a 5600 K; spesso funzionano solo in determinate condizioni di montaggio.
CEI 34-23
EN 60598-2-1
CEI 34-27
EN 60598-2-6
CEI 34-27 V1
EN 60598-2-6 A2
CEI 34-30
EN 60598-2-5
CEI 34-31
EN 60598-2-2
CEI 34-33
EN 60598-2-3
Titolo Apparecchi di illuminazione - Parte I: Prescrizioni generali e prove Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi fissi per uso generale. Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi con trasformatore incorporato per lampade ad incandescenza. Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi con trasformatore incorporato per lampade ad incandescenza. Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Proiettori per illuminazione. Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi di illuminazione da incasso. Apparecchi di illuminazione - Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi per illuminazione stradale.
Dinterni
Classe di isolamento I o II
Grado di protezione
I o II I o II
Stradali
I o II
IP20 o IP 40 IP44 per vano accessori elettrici IP45 per vano ottico IP65 IP55 IP44 per vano accessori elettrici IP45 per vano ottico
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50-100-150
W,I
100-150-200
W,I
200-300-500
W,I
300-500-750
W,I
Colorifici
verniciatura grossolana verniciatura ordinaria verniciatura fine ritocchi e controllo colore 200-300-500 300-500-750 500-750-1.000 750-1.000-1500 W,I W,I W,I I,C 1B 1B 1B 1A C C B B
Industrie tessili
sballaggio, cardatura, stenditura filatura, sbobinatura, tintura tessitura, cucitura. stampaggio tessuti 200-300-500 300-500-750 500-750-1000 W,I W,I W,I,C 2 1B 1B C B B
Ai fini della progettazione, i valori iniziali di illuminamento si ottengono moltiplicando quelli di esercizio per un fattore di deprezzamento, in modo da tener conto dellinvecchiamento e dell insudiciamento dei materiali. Per ambienti interni si sceglie un fattore di deprezzamento peri a 1,25; in casi eccezionali, per esempio in ambienti polverosi o dove siano difficili le operazioni di pulizia dell impianto di illuminazione e dei locali, si adotta un fattore di deprezzamento pi elevato (esempio 1,43 oppure 1,67).
Abitazioni e alberghi
zona di conversazione o di passaggio zona di lettura zona di scrittura zona dei pasti cucina bagno. illuminazione generale. bagno. zona specchio camere. illuminazione generale camere. zona armadi camere letti camere stiratura,cucitura e rammendo 50-100-150 200-300-500 300-500-750 100-150-200 200-300-500 50-100-150 200-300-500 50-100-150 200-300-500 200-300-500 500-750-1000 W W W W W W W W W W W 1A 1A 1A 1A 1A 1A 1A 1A 1A 1A 1A A A A A A B B B B B A
Negozi e magazzini
aree di circolazione esposizione merci vetrine 150-200-300 300-500-750 500-750-1.000 I I W,I,C 1B 1B 1B B B B
Uffici
uffici generici dattilografia, sale computer uffici per disegnatori e per progettazione sale per riunioni 300-500-750 W,I 1B B
500-750-1.000 300-500-750
W,I W,1
1B 1B
B B
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(2.4.1) Uniformit di illuminamento Il rapporto fra l'illuminamento minimo e quello medio, nel locale o nella zona del locale dove si svolge un determinato compito visivo (piano di riferimento), non deve essere minore di 0,8; nelle aree adiacenti, il valore medio dell'illuminamento non deve essere mai minore di un terzo del valore medio nella zona sede del compilo visivo. Nel caso di locali adiacenti, il rapporto fra lilluminamento medio del locale pi illuminato e quello del locale meno illuminato non deve essere maggiore di 5. (2.4.2) Limitazione dell abbagliamento Labbagliamento pu essere causato sia dalle lampade nude e dagli apparecchi di illuminazione (abbagliamento diretto), sia dalle elevate luminanze prodotte dalle superfici lucide (abbagliamento riflesso) Abbagliamento diretto. Le Norme UNI 10380 prevedono la massima luminanza degli apparecchi in funzione dal tipo di apparecchio, dellangolo azimutale di osservazione , della classe di controllo dell abbagliamento G e dellilluminamento medio dellambiente.
Il fattore di utilizzazione U fornito dal costruttore degli apparecchi di illuminazione , in funzione dei fattori di riflessione, del tipo di apparecchio di illuminazione, di lampada e dell'indice del locale K, definito da: a b (2.2) K= h (a + b) dove: a e b sono le dimensioni in pianta del locale ed h laltezza degli apparecchi di illuminazione sul piano di lavoro.
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dellilluminazione artificiale, devono disporre di unilluminazione di sicurezza di sufficiente intensit. Secondo vari Decreti: D.M.9/4/94; D.P.R. 30/6/95, n418; D.M.19/8/96, da considerarsi unilluminazione di sicurezza lungo le via di uscita quella che assicura unilluminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza del piano di calpestio. In genere richiesto che il tempo di alimentazione delle lampade di illuminazione di sicurezza sia minore di 0,5 secondi, e che lautonomia di tale alimentazione sia superiore ad unora.
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Analizzando la regola generale di protezione IB In IZ risulta evidente che si possono realizzare due condizioni di protezione distinte: una condizione di massima protezione, realizzabile scegliendo un interruttore con una corrente nominale prossima o uguale alla corrente di impiego IB, ed una condizione di minima protezione scegliendolo con una corrente nominale prossima o uguale alla massima portata del cavo. E chiaro che scegliendo la condizione di massima protezione si potrebbero verificare delle situazioni tali da pregiudicare la continuit di servizio, perch sarebbe garantito lintervento dellinterruttore anche in caso di anomalie sopportabili. Per contro la scelta di un interruttore con una corrente regolata uguale alla portata del cavo porterebbe alla massima continuit di servizio a discapito del massimo sfruttamento del rame installato.
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- trifase equilibrato Nella tabella 3.1 sono riportate le formule per il calcolo delle correnti di cortocircuito nel caso di un sistema trifase TN-S. Da tali formule si vede che le correnti di cortocircuito dipendono da Zm (impedenza delle rete di alimentazione riportata al secondario del trasformatore) Zt (impedenza del trasformatore) e Zl (impedenza della linea).
Zl
E2
Zm
Zt
Zl
Icc tr =
Vn 3 (Rt + Rl )2 +(Xm + X t + Xl )2
E3
Zm
Zt
Zl
E1
Zm
Zt
Zl
E2
Zm
Zt
Zl
I cc f
Vn 2 (R t + R l ) 2 + (X m + X t + X l ) 2
E3
Zm
Zt
Zl
E1
Zm
Zt
Zl
E2
Zm
Zt
Zl
I cc f n =
Vn 3 (Rt + Rl + Rn )2 +(X m + X t + X l + X n )2
E3
Zm
Zt
Zl
Zn
E1
Zm
Zt
Zl
E2
Zm
Zt
Zl
I cc f pe =
Vn 3 (Rt + Rl + R pe )2 +(X m + X t + X l + X pe )2
E3
Zm
Zt
Zl
Zpe
Limpedenza Zm la si pu considerare prevalentemente reattiva senza commettere errori apprezzabili. Per il calcolo di Xm si pu usare la formula: Vn2 Xm = (3.3) Acc dove: Vn = tensione concatenata nominale lato B.T. Acc = potenza di corto circuito nel punto si consegna dellenergia ( tale valore fornito dallente erogatrice di energia) Limpedenza del trasformatore Zt si ricava attraverso le formule: V % Vn2 Z t = cc (3.4) 100 An
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Rt =
Pcu Vn2 2 An
(3.5)
X t = Z t2 Rt2 (3.6) dove: An = potenza nominale del trasformatore Vcc % = tensione percentuale di corto circuito del trasformatore Pcu = perdite negli avvolgimenti del trasformatore. Le tabelle 3.2 e 3.3 riportano i valori tipici di Vcc% e Pcu per trasformatori trifasi in olio e in resina di diversa potenza (Vn = 400 V) :
Tab.3.2 - Trasformatori a trifase in olio
An 50 100 160 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600
Trasformatori a Trasformatori a perdite normali Perdite ridotte Vcc% Pcu Vcc% Pcu 4% 1100 4% 850 4% 1750 4% 1400 4% 2350 4% 1850 4% 3250 4% 2550 4% 3850 4% 3100 4% 4600 4% 3650 4% 5450 4% 4350 4% o 6% 6500 4% o 6% 5200 6% 8300 6% 7200 6% 10500 6% 9000 6% 13100 6% 12000 6% 17000 6% 16000
Per limpedenza di linea Zl avremo Zl = l(r+jx) , dove l la lunghezza della linea ed r (resistenza al metro) e x (reattanza al metro) sono i valori indicati nella tabella 1.5 . (3.2.2) Scelta del dispositivo di protezione I dispositivi idonei alla protezione contro i corto circuiti devono rispondere alle seguenti condizioni [64-8 art. 434.2]: a) avere un potere di interruzione (Pi ) non inferiore alla corrente di corto circuito presunta nel punto di installazione (I cc max ) (tranne quando si effettua la protezione serie): b) intervenire in modo tale che tutte le correnti provocate da un corto circuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito siano interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura massima ammissibile. Al fine di verificare tale condizione necessario che, per ogni valore possibile di corto, lenergia specifica passante dal dispositivo dinterruzione (
[i(t )] dt
2 0
specifica di cortocircuito sopportabile dai cavi ( Ess ). L'energia specifica una grandezza introdotta dalle Norme per valutare l'entit dell'energia termica specifica lasciata passare dal dispositivo di protezione durante il corto circuito. Dimensionalmente non una grandezza fisicamente indicativa (As) ma lo diventa quando moltiplicata per la resistenza dell'elemento interessato, determinando cos l'energia sviluppata dalla corrente di corto circuito all'interno di esso. Lenergia specifica passante facilmente calcolabile se il tempo di apertura dellinterruttore superiore a 0,1 s. In questo caso cortocircuito e t il tempo di intervento del dispositivo. Per durate molto brevi (< 0.1 s) e per
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[i(t )] dt = I
2 0
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i dispositivi di protezione limitatori di corrente, il valore di energia specifica passante devono essere indicati dal costruttore del dispositivo di protezione (nella figura 3.2 sono riportati le energie specifiche passanti degli interruttori Bticino BTdin 60, curva C).
= 70 C
Lenergia specifica di cortocircuito sopportabile da un cavo facilmente calcolabile per valori di correnti di cortocircuito alti (> 1000A ). In questo caso, supponendo un funzionamento adiabatico del cavo, avremo Ess = K2S2 , dove S la sezione in mm2 e K indicato dalla norma 64/8 e vale 115 o 143 per cavi in rame isolati rispettivamente con PVC o EPR. Per correnti di cortocircuito minori di 1000A i valori di energia specifica sopportabile dai cavi sono, approssimativamente, quelli riportati nei diagrammi in figura 3.3. Se la protezione viene fatta con un interruttore magnetotermico che protegge la conduttura da sovraccarico si possono avere due casi (figura 3.4). Caso A). Conduttura completamente protetta per correnti di cortocircuito inferiori a Ia. In questo caso necessario effettuare la sola verifica Icc max Ia , in quanto per qualsiasi corrente di corto circuito per guasto all'estremit della linea, di valore tale da non provocare l'intervento del rel magnetico, la linea comunque protetta dal rel termico. Vale la pena notare che in questo caso la linea protetta anche per cortocircuiti non franchi.
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10
2 2
11
I t (A s) 10
10
I t (A s) 10
10
isolamento in PVC
240 mm 2
10
10
10
70 mm 2 50 mm 2 35 mm 2
10
95 mm 2 70 mm 2 50 mm 2 35 mm 2
107
25 mm 16 mm
2 2
10
25 mm 2 16 mm 2
10 mm
10 6
10 mm 6 mm 4 mm
2 2
2 2
10 6
6 mm
4 mm 2 2,5 mm
2
10 5
1,5 mm
2
10 5
2,5 mm
1,5 mm
4
10
10 1
10 2
10 3
10 4
10 5 Icc (A)
10
10 1
10 2
10 3
10 4
10 5 Icc (A)
Caso B). Conduttura protetta per correnti I tali che Ib I Ia e per correnti I Ib1 . Al fine di avere una protezione totale dai corto circuiti perci necessario che risulti: I cc min I I cc max I a essendo I cc min e I cc max rispettivamente la minima e la massima corrente di corto circuito presunta al termine e all'inizio della conduttura.
Caso A
ale di Joule
I2 t
Caso B
A
K S
integr
B1
Ia
corrente di cortocircuito Icc
Ib1
Ib
Ia
corrente di cortocircuito Icc
correnti critiche
K S
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(3.3) Selettivit
Per selettivit si intende il coordinamento dei dispositivi di protezione in modo tale che il guasto che si verifichi in un punto qualsiasi della rete possa essere eliminato dall'apparecchio di protezione immediatamente a monte del guasto, e solamente da esso. Considerando due apparecchi in serie, la selettivit totale se realizzata per ogni valore di sovracorrente, oppure parziale quando si accetta che l'intervento del solo dispositivo di protezione a valle si verifichi fino ad un determinato valore della sovracorrente, mentre per valori superiori si ammette l'intervento di entrambi le protezioni. La selettivit in caso di sovraccarico facile da realizzare. E normalmente sufficiente che linterruttore a monte abbia una corrente nominale almeno doppia di quella dellinterruttore a valle. Nel caso di corto circuito la selettivit si presenta senz'altro pi problematica del caso del sovraccarico. Infatti per interrompere elevate correnti di corto circuito lo sganciatore magnetico interviene in un tempo estremamente breve: da ci deriva che tutti gli interruttori posti a monte del punto di guasto e perci attraversati dalla corrente di corto circuito, possono intervenire se tale corrente supera quella di intervento dei rel magnetici. Per ottenere unottima selettivit possibile aggiungere appositi ritardi ai tempi di intervento dei rel degli interruttori a monte. Questa soluzione non molto usata perch un ritardo di apertura produce un incremento notevole dellenergia specifica passante. Si ottiene una buona selettivit distanziando opportunamente le correnti dintervento e degli scangiatori magnetici e le correnti nominali degli apparecchi, sfruttando cio la naturale diminuzione delle correnti di corto circuito verso valle e il fatto che le masse inerziali degli sganciatori sono differenti con la conseguenza che l'interruttore a valle, pi piccolo e spesso pi veloce, interviene anticipando l'apertura rispetto all'interruttore a monte che rimane chiuso.
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Quando il dispositivo di protezione un dispositivo di protezione a corrente differenziale, Ia la corrente nominale differenziale I n. Quando il dispositivo di protezione un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti, esso deve essere: - un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il funzionamento automatico entro 5 s. - un dispositivo con una caratteristica di funzionamento a scatto istantaneo ed in questo caso Ia deve essere la corrente minima che ne provoca lo scatto istantaneo. Da ci deriva che il valore di Rt risulta notevolmente diverso impiegando interruttori magnetotermici o differenziali. Infatti con i primi si richiedono valori di resistenza di terra molto bassi, anche inferiori all'ohm, mentre per i secondi si possono realizzare impianti di erra con resistenza anche dell'ordine del migliaio di Ohm. Considerando la grande difficolt per ottenere e mantenere nel tempo livelli di Rt cos bassi da garantire la protezione con interruttori automatici magnetotermici, l'impiego del differenziale diventa pressoch indispensabile. (4.1.2) Protezione dai contatti indiretti nei sistemi TN Il sistema TN ha un punto collegato direttamente a terra mentre le masse dell'impianto sono collegate a quel punto per mezzo del conduttore di protezione. In caso di guasto a terra del sistema, il circuito percorso dalla corrente di guasto risulta costituito dai soli conduttori metallici, senza interessare l'impianto di dispersione a terra; il valore della corrente di guasto pu essere molto elevato. Si distinguono i seguenti tipi di sistemi TN, secondo la disposizione dei conduttori di neutro: TN-S: il conduttore di neutro e di protezione sono separati; TN-C-S: le funzioni di neutro e di protezione sono combinate in un solo conduttore in una parte del sistema (figura 4.2); TN-C: le funzioni di neutro e di protezione sono combinate in un solo conduttore (PEN).
Figura 4.2 Sistema TN-C-S
L1 L2 L3 PEN N
PE
Utilizzatori
Utilizzatori
N-S (masse al N eutro mediante PE S eparato)
T (neutro a T erra)
La Norma 64.8, nel caso di sistema TN, per attuare la protezione mediante dispositivi di massima corrente a tempo inverso o dispositivi differenziali richiede soltanto che sia soddisfatta, in qualsiasi punto del circuito, la condizione: Zs Ia Uo dove: - Uo la tensione nominale verso terra dell'impianto, in volt. - Zs l'impedenza dell'anello di guasto, in ohm, per guasto franco a massa
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Ia il valore, in ampere, della corrente che provoca l'intervento del dispositivo di protezione, entro il tempo di seguito definito: a) Correnti terminali che alimentano Tab. 4.2 Tempi di interruzione Uo (V) Tempo di interruzione (s) (tramite o senza prese a spina), 120 0,8 componenti elettrici mobili, portatili o 230 0,4 trasportabili.I tempi massimi di 400 0,2 interruzione sono definiti dalla tabella > 400 0,1 4.2 b) Correnti di distribuzione:il tempo massimo di interruzione di 5 s. c) Correnti terminali che alimentano componenti elettrici fissi: il tempo massimo di interruzione di 5 s purch siano verificate alcune condizioni analizzate all'art. 413.1.3.5 della norma 64-8 (qui per brevit non riportate), in caso contrario si ricava mediante la tabella riportata al punto a).
Poich nei sistemi TN un guasto franco a massa si traduce in un corto circuito in quanto la corrente di guasto percorre i conduttori di fase e di protezione non interessando in pratica l'impianto di terra, le correnti di corto circuito possono assumere valori elevati nel qual caso la protezione contro i contatti indiretti pu essere assicurata da interruttori solo magnetotermici. La quantit Uo/Zs deve essere valutata nel caso peggiore cio con l'impedenza di guasto di valore massimo, a cui corrisponde la corrente di corto circuito minima: U0 = I cc f pe min ZS
Nel caso in cui la condizione di protezione non fosse soddisfatta con limpiego di interruttori magnetotermici necessario ricorrere a dispositivi differenziali. Limpiego di dispositivi differenziali soddisfa generalmente la condizione di protezione e non richiede il calcolo dellimpedenza totale dellimpianto Zs. Gli interruttori differenziali non presentano alcun problema di coordinamento, in quanto per I n elevate (3A) ammettono impedenze dellanello di guasto dellordine di diverse decine di W (76), che non si realizzano mai. Per evitare interventi intempestivi dei dispositivi differenziali conviene installare sui circuiti di distribuzione apparecchi di tipo regolabile, impostando la massima corrente nominale differenziale ed il massimo ritardo; sui circuiti terminali installare invece apparecchi istantanei con la massima sensibilit consentita.
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L1 la somma delle lunghezze in chilometri delle linee aeree; L2 la somma delle lunghezze in chilometri delle linee in cavo.
Rt
Normalmente il valore della corrente di terra non pu essere calcolato dall'utente che non conosce le lunghezze delle linee del sistema che alimenta la propria cabina; tuttavia tale valore, su richiesta, viene fornito dall'Ente distributore, il quale provvede anche a comunicare il tempo di intervento delle protezioni in caso di guasto. Le Norme CEI 11-8 prescrivono che ogni sistema a media tensione deve essere dotato di impianto di terra, dimensionato in modo che in caso di dispersione a terra non si abbiano tensioni di passo e di contatto superiori a quelle stabilite nella tabella 4.2. Tab. 4.2 Valore limite delle tensioni di passo e di contatto Tempo di eliminazione del guasto [s] Tensione [V] 2 50 1 70 0,8 80 0,6 125 0,5 160
Il dispersore di terra da ritenersi idoneo e non necessario effettuare la misura delle tensioni di passo e di contatto nei seguenti casi: - Quando la tensione totale di terra (prodotto della corrente di terra per il valore della resistenza totale di terra) non supera del 20% i valori sopra riportati. - Se il dispersore ad anello chiuso di perimetro inferiore a 100 m, con masse da collegare a terra tutte all interno del perimetro del dispersore e la tensione totale di terra non supera del 80% i valori sopra riportati.
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acquedotto pubblico), o artificiale se realizzato appositamente per questo scopo. I dispersori artificiali sono costituiti da tubi, profilati, tondini, ecc., per i quali le Norme fissano dimensioni minime allo scopo di garantire la necessaria resistenza alle sollecitazioni meccaniche e soprattutto alla corrosione. I conduttori di terra, collegano il dispersore con il nodo di terra e gli elementi del dispersore fra loro. Il conduttore di terra deve essere in grado di resistere alla corrosione e di sopportare eventuali sforzi meccanici. Le sezioni minime dei conduttori di terra sono indicate nella Norma CEI 64-8 riportate nella tabella 4.3:
Materiale Sezione minima [mm2] Rame o ferro 16 Rame 25 Non protetto contro la corrosione Ferro 50
I conduttori di protezione, collegano le masse al nodo di terra. La sezione minima dei conduttori di protezione riportate nella seguente tabella:
I conduttori equipotenziali principali, collegano il nodo di terra alle masse estranee. La massa estranea una parte metallica, non facente parte dell'impianto elettrico, che presenta una bassa resistenza verso terra, ad esempio la tubazione idrica. Se una persona entra in contano con una massa in tensione per un guasto di isolamento e, contemporaneamente, con una massa estranea non collegata all'impianto di terra, sottoposta ad una differenza di potenziale pericolosa, donde l'obbligo normativo di collegare a terra le Masse estranee. I conduttori equipotenziali principali devono avere una sezione non inferiore a met di quella del conduttore di protezione di sezione pi elevata dellimpianto, con un minimo di 6 mm2. Non richiesto, tuttavia, chela sezione superi 25 mm2, se il conduttore equipotenziale di rame, o una sezione di conduttanza equivalente, se il conduttore di materiale diverso.
Il nodo, o collettore, di terra, serve a unire gli elementi precedenti fra loro.
I conduttori equipotenziali supplementari, collegano altre masse presenti in luoghi a maggior rischio elettrico (bagni, piscine, ecc.) al conduttore di protezione. Un conduttori equipotenziale supplementare che colleghi due masse deve avere una sezione non inferiore a quella del pi piccolo conduttore di protezione collegato a queste masse. Un conduttore di protezione supplementare che collega una massa ad una massa estranea deve avere una sezione non inferiore alla met della sezione del corrispondente conduttore di protezione. La sezione dei conduttori equipotenziali supplementari deve essere comunque non inferiore a 2,5 mm2 se prevista una protezione meccanica (cio conduttori posati entro tubi o sotto intonaco), 4 mm2 se non prevista una protezione meccanica (cio conduttori fissati direttamente a parete).
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(4.3.1) Progetto del dispersore Valutare in sede di progetto la resistenza di terra di un impianto cosa alquanto difficile, per almeno due motivi: - Di solito la resistenza del terreno conosciuta solo in prima approssimazione, e non si conosce come varia al variare della profondit. - Il calcolo di RT, nota la geometria dei conduttori e la resistenza del terreno, non banale.Usualmente si usano formule approssimate Nel caso dei dispersori pi comuni, la resistenza di terra pu essere calcolata con le formule riportate in seguito. Picchetto cilindrico verticale di lunghezza L e raggio r: 4L RT = 1 ln 2 L r
Corda conduttrice orizzontale di lunghezza L, raggio r,interrata ad una profondit h di almeno 50 cm: ln 2L 1 RT = L rh
RT=
4 A
La resistivit del terreno dipende dal tipo di suolo in cui sistemato limpianto di terra ed influenzata dallumidit e, in misura inferiore, dalla temperatura.Pi precisamente essa diminuisce con laumento dellumidit e con laumento della temperatura. Nella tabella 4.5 riportata la resistivit per alcuni tipi di terreni.
Nel caso di due dispersori in parallelo, la resistenza di terra complessiva maggiore o uguale del parallelo delle resistenza dei singoli dispersori. La resistenza totale pari al parallelo delle resistenze dei due dispersori se la distanza fra i due dispersori almeno un ordine di grandezza superiore alla massima dimensione dei singoli dispersori. Se la resistenza di terra non opportunamente bassa la verifica dellimpianto di terra passa attraverso la misura delle tensioni di passo e di contatto. Per ottenere tensioni di passo basse bisogna disporre i dispersori perimetrali dell impianto in profondit, in modo da avere bassi gradienti di potenziale in superficie. Per ottenere tensioni di contatto basse bisogna prevedere dispersori vicino alla superficie in prossimit di tutte le masse scoperte, e quindi toccabili, in modo da portare il potenziale del suolo il pi vicino possibile a quello delle masse.
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(4.3.2) Omologazione e verifiche degli impianti di terra Gli impianti di terra di nuova costruzione o rinnovati devono essere sottoposti all'omologazione da parte dell'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro) in conformit al Decreto Interministeriale 15/l0/93, n.519. Le modalit con le quali effettuare la denuncia degli impianti di terra sono riportate nella Circolare n.8219 del 14/6/94 emessa dal Dipartimento ISPESL incaricato dell'omologazione. Le verifiche periodiche, successive a quelle eseguite per l'omologazione, per l'accertamento della conservazione degli impianti e del loro corretto funzionamento sono affidate alle ASL (Aziende Sanitarie Locali) dal Decreto Interministeriale 15/10/93, n.519. L' impostazione delle verifiche e la loro frequenza devono essere conformi alle linee generali del DL 626/94 per quanto riguarda il rischio elettrico su impianti e macchinari. La periodicit delle verifiche stabilita in: - 5 anni per le cabine elettriche. - 2 anni per gli impianti utilizzatori alimentati in media tensione e per tutti gli impianti utilizzatori dei luoghi di lavoro. Per gli impianti di terra, la Legge 46/90 ed il relativo regolamento di attuazione prescrivono la presentazione del progetto. La documentazione da predisporre, indipendentemente dagli obblighi di legge dovrebbe dimostrare la corretta esecuzione dell'impianto, fornire i risultati della verifica finale ed indicare le modalit di gestione e manutenzione. Una planimetria in scala opportuna deve evidenziare: il posizionamento e le caratteristiche dei dispersori di fatto, il posizionamento e le caratteristiche dei dispersori intenzionali, il posizionamento dei collettori principali, il percorso dei conduttori di terra, le loro caratteristiche e le condizioni di posa, il percorso dei conduttori equipotenziali , le loro caratteristiche e le condizioni di posa. Per i dispersori di fatto realizzati con ferri di armature sufficiente prevedere una semplice documentazione esplicativa. I calcoli di progetto possono essere raccolti in schede che consentono di individuare il procedimento seguito partendo dai dati di riferimento sino al calcolo della resistenza di terra.
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La Norma suddivide i quadri in due grandi categorie: quadri (o meglio apparecchiature assiemate) AS e ANS. In particolare: 1) Apparecchiatura AS: apparecchiatura di protezione e manovra conforme ad un tipo o ad un sistema costruttivo prestabilito senza scostamenti tali da modificare in modo determinante le prestazioni rispetto allapparecchiatura tipo provata secondo quanto prescritto nella presente Norma. 2) Apparecchiatura ANS: apparecchiatura di protezione e manovra contenente sia sistemazioni verificate con prove di tipo, sia sistemazioni non verificate con prove di tipo, purch queste ultime siano derivate (per esempio attraverso il calcolo) da sistemazioni verificate che abbiano superato le prove previste. Pertanto, per apparecchiatura di serie (AS), si intende un quadro elettrico che venga cablato allo stesso modo del prototipo precedentemente provato secondo tutte le prove di tipo richieste dalla Norma. E possibile che due quadri AS dello stesso modello abbiano particolari diversi a patto che non vengano modificate quelle parti che potrebbero a loro volta modificare i risultati delle prove di tipo eseguite sul prototipo.
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Lapparecchiatura ANS invece un quadro che non stato sottoposto a tutte le prove di tipo previste dalla Norma; in particolare le prove che normalmente vengono omesse sono le seguenti: Verifica dei limiti di sovratemperatura (art. 8.2.1 - CEI 17-13/1), Verifica della tenuta al corto circuito (art. 8.2.3 - CEI 17-13/1). I limiti di sovratemperatura prescritti sono riportati nella seguente tabella 5.1.
Morsetti Organi di comando manuale metallici Organi di comando manuale non metallici Involucri esterni metallici Involucri esterni non metallici
massimo [K] 70 15 25 30 40
I calcoli da effettuare in sostituzione delle prove sopra citate e le modalit di effettuazione di detti calcoli sono riportati nelle Norme CEI: - 17/43: Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS); - 17/52: Metodo per la determinazione della tenuta al corto circuito delle apparecchiature assiepate non di serie (ANS). Si ricorda che, anche per i quadri AS la prova di tenuta al corto circuito viene omessa quando il valore della corrente di corto circuito (di breve durata o condizionata) nel punto di installazione non superiore a 10 kA; detto valore viene elevato a 15 kA se la linea o le linee di alimentazione del quadro sono protette con interruttori limitatori che, in corrispondenza del loro potere di interruzione nominale, lascino passare una Ipk (corrente di picco) non superiore a 15 kA.
con T0,5 =dkPtot 0,804 dove: d un coefficiente che tiene conto dellesistenza delle separazioni orizzontali; - se Ae < 1,25 m2 , d = 1 (definizione di Ae vedi dopo);
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se Ae > 1,25 m2 , d = 1 con e senza finestre di ventilazione nel caso che non esista alcuna separazione, d = 1,05 con e senza finestre di ventilazione per una separazione. d = 1,10 o 1,15 se vi sono finestre di ventilazione e nel caso di 2 separazioni. d = 1,15 o 1,30 se vi sono finestre di ventilazione e 3 separazioni. k una costante che caratterizza linvolucro; il suo valore determinato mediante diagrammi (vedi figura 5.1); k funzione della superficie di scambio dellinvolucro Ae (m2 ) Ae= Aob dove Ao la superficie geometrica delle diverse pareti dellinvolucro. b una costante che tiene conto del tipo di parete e del tipo di installazione.valori di b: parte superiore esposta b = 1,4, parte superiore coperta b = 0,7, pareti laterali esposte b = 0,9, pareti laterali coperte b = 0,5, pareti laterali degli involucri centrali b = 0,5, parte a pavimento b = 0,5, Ptot la potenza dissipata in watt Fig. 5.1 - Costante dellinvolucro K per involucro con finestre di ventilazione e con una superficie Ae > 1,25 m2
fattore di ripartizione di temperatura c 1.65 1.6 1.55 1.5 1.45 1.4 1.35 1.3 1.25 1.2 1.15 1.1 1.05 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1
1 2 3 4 5
0 11 12 13
Curva/tipo di installazione 1 Involucro separato, libero su tutti i lati 3 Involucro separato, appoggiato al muro 2 Primo o ultimo involucro distaccato 3 Involucro centrale distaccato 5 Involucro centrale appoggiato al muro 4 Involucro centrale appoggiato al muro e con parte superiore coperta
in cima allinvolucro:
T1 = Ta + T1
con T1 = c T0,5 dove T0,5 rappresenta la sovratemperatura precedente; - c una costante di riscaldamento determinata mediante diagrammi. Esempio di diagramma (vedi figura 5.2) c funzione di Ae e di uno dei due fattori f o g f = h1,35/(LP) se Ae > 1,25 m2 g = h1,35/L se Ae < 1,25 m2
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Limiti di applicazione della Norma. Per poter applicare la Norma CEI 23-51 necessario che i quadri per usi domestici e similari rispondano ai seguenti requisiti: a) involucro conforme alla Norma CEI 23-49, dichiarato tale dal costruttore mediante dichiarazione diretta o mediante cataloghi; su tale involucro deve essere indicata la potenza massima dissipabile, detta Pinv; b) corrente nominale in entrata non superiore a 125 A; se il quadro fosse privo di dispositivi in entrata, la limitazione di 125 A si applicherebbe alla corrente nominale in uscita. c) installazione possibile sol in punti in cui la corrente presunta di corto circuito nominale non superi i 10 kA ameno che tali quadri non siano dotati di dispositivi limitatori di corrente aventi corrente limitata non superiore a 15 kA in corrispondenza del loro potere di interruzione nominale.
Classificazioni, prescrizioni. I quadri per uso domestico e similare vengono suddivisi in due grandi categorie.
A - Quadri con corrente nominale monofase fino a 32 A. L 'unica prescrizione per questi quadri la presenza di una targa, posta anche dietro la portella, che riporti in maniera indelebile i seguenti dati: nome o marchio del costruttore; tipo o altro mezzo di identificazione del quadro; corrente nominale del quadro; natura della corrente e frequenza; tensione nominale di funzionamento grado di protezione. B - Quadri non compresi tra quelli indicati in A e con corrente nominale 125 A. Per questi quadri si applicano le seguenti prescrizioni: devono essere dotati di targa come i precedenti; deve essere misurata la resistenza di isolamento tra ciascun conduttore attivo e la massa e tra i conduttori attivi tra loro; la resistenza deve risultare superiore a 1000 Q/V per ciascun circuito riferita alla tensione nominale verso terra; devono essere realizzati assiemando involucri con una potenza massima dissipabile: Pinv Ptot
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dove: Ptot la potenza totale dissipata nel quadro. devono essere corredati da una relazione che riporti i calcoli della potenza dissipata.
Pne j Ke 2 +
Pn j Kj 2
2e3 4e5 69 10
Fattore di contemporaneit K CEI EN 60439-1 CEI EN 60439-3 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,6 0,6 0,5
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5) Gruppo di misura. In genere istallato in un locale apposito, accessibile allutente. Se il gruppo di misura Fig. 6.1 Schema di una cabina 1 installato nel locale di consegna, la lettura della misura resa disponibile all utente tramite un ripetitore di lettura 2 collegato con un cavo in fibra ottica. 3 6) Punto di consegna dellenergia. Le apparecchiature a 4 monte di tale punto costituiscono limpianto di consegna e viene allestito dall Ente distributrice di energia nel 5 locale di consegna, il cui accesso riservato esclusivamente a tale Ente. 6 7) Linea di alimentazione. allestita dall utente, ed normalmente costituita da tre cavi unipolari con 7 schermo metallico idoneo alla tensione nominale della 8 cabine. La sezione dei cavi stabilita dalla societ distributrice che ne assicura la protezione. 9 8) Sezionatore di linea. Per ragioni di sicurezza 10 opportuno prevedere un sezionatore del tipo sotto carico, a meno di installare un interblocco tra il medesimo e linterruttore di protezione, che ne 9 impedisca la manovra a interruttore chiuso. 9) Conduttori di collegamento. Per collegare fra loro le 11 14 apparecchiature di MT, si utilizzano normalmente 13 conduttori nudi di rame in sbarre o in tondino. Questi 12 17 15 conduttori sono fissati agli elementi della cabina mediante isolatori. Essi devono soddisfare le 16 prescrizioni stabilite dalle Norme 11-1 e 11-8 che qui, per brevit, vengono omesse. 18 10) Dispositivo di protezione contro le sovracorrenti. Questa protezione tassativamente richiesta dalla Societ distributrice dellenergia, onde evitare che un cortocircuito sullimpianto di un utente possa causare disservizi ad altri utenti. I dispositivi idonei a 19 interrompere un cortocircuito in MT sono gli interruttori automatici (ad olio ridotto, in SF6 ,o ad alto vuoto) e i fusibili (che devono essere accompagnati da un sezionatore sotto carico). 11) Trasformatore. I pi diffusi sono di due tipi: In olio minerale (a perdite normali o ridotte) e in resina. I trasformatori in olio sono pi economici e hanno perdite e ingombri inferiori a quelli in resina, ma per la presenza dellolio, che pu incendiarsi, opportuno prendere provvedimenti particolari, soprattutto se leventuale incendio potrebbe causare danni gravi. 12) Variatore manuale di tensione. Questo dispositivo, presente sul secondario di ogni trasformatore, garantisce il giusto valore di tensione al variare della tensione al primario, dipendente dalla posizione della cabina. 13) Messa a terra del centrostella del trasformatore. 14) Nodo principale di terra. E costituito da una bandella di rame di dimensioni approssimative: 30x3x500 mm. Ad esso vengono collegati, mediante bulloni (vite con testa, dado e rondella Glover) i conduttori indicati. 15) Conduttore di neutro. 16) Conduttore di protezione. 17) Conduttore di terra. 18) Dispositivo di protezione in BT.
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(6.3) Ventilazione
Per una buona ventilazione della cabine bene prevedere nella parte inferiore della cabina, possibilmente dietro i trasformatori, una o pi prese daria dallesterno il cui bordo superiore deve essere soprelevato rispetto al pavimento della cabina di almeno 20 cm e nella parte superiore camini o finestre che diano verso larea libera. I dispositivi di aerazione devono avere grado di protezione IP3X se posti in prossimit di parte in tensione e evitare penetrazione di acqua o neve e lingrasso di piccoli animali che possono provocare cortocircuiti. Per il calcolo della grandezza delle prese daria vi sono opportuni grafici che danno la sezione delle finestre o del condotto darea in funzione della potenza dissipate allinterno della cabina, della differenza di altezza fra il centro della sagoma del trasformatore e le uscite daria, e della differenza di temperatura fra larea in ingrasso e in uscita della cabina.
(6.4) Pratiche
linstallazione
di
una
cabina
di
Una cabina di trasformazione soggetta alle leggi delledilizia e pertanto la sua installazione subordinata allespletamento di alcune pratiche: - pratica presso il genio civile della Provincia ai sensi delle leggi 1086/71 e 64/74. E necessario presentare il progetto completo degli elaborati tecnici firmato dal progettista e dal costruttore; - pratica per la concessione della licenza edilizia presso il Comune. Devono essere presentati i disegni con le viste in pianta, alzato e prospetto; - direzione lavori. Deve essere nominato un direttore dei lavori.
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Lallacciamento dellutente da parte dell Ente Distributore dell energia subordinato alla presentazione della seguente documentazione: - scheda di rilievo del tipo di utilizzazione dellenergia elettrica fornita in MT) , relativa alla qualit del servizio; - disegni costruttivi di massima (piante e sezioni) dei locali di consegna e di misura, con le indicazioni dei materiali e delle caratteristiche tecniche e dimensionali di pareti, pavimento e soffitto o tetto, infissi, aperture, ecc.; - descrizione di massima delle caratteristiche e della configurazione dell'impianto di terra e copia del verbale di verifica dell'impianto di terra; - descrizione (tipi e caratteristiche) del cavo MT di raccordo e delle sue terminazioni, del sezionatore generale, dell'interruttore od interruttore di manovra-sezionatore generale e di altri materiali ed apparecchiature che, pur facendo parte dell'impianto dell'utente, sono installate a monte dei tali apparecchiature; descrizione delle protezioni adottate sul lato MT e dei loro parametri di intervento; schema unifilare della parte MT comprese le unit di trasformazione MT/BT con indicazione dei possibili assetti di esercizio; - copia della dichiarazione di conformit dell'impianto elettrico utilizzatore, ai sensi della legge n. 46 del 513190 e relativo DPR 447 del 6 112 /91, compilata dall' installatore abilitato; - copia della certificazione comprovante l'agibilit dei locali di consegna e misura (se prevista) ; - nel caso di alimentazione di emergenza, descrizione sommaria ,dei dispositivi di blocco adottati contro il collegamento in parallelo delle alimentazioni. - Per le cabine alte lutente dovr fornire la certificazione comprovante lomologazione della struttura.
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(7.1.2) Relazione tra rischio e danno In funzione dei tipi di rischio si possono verificare diversi tipi di danno. La tabella che segue mette in relazione i tipi di rischio e di danno con la causa del danno e la componente di rischio come definita al paragrafo precedente.
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Tab 7.2 - Relazione fra tipo di rischio, causa di danno e componente di rischio
Tipo di rischio
Rischio 1
Tipo di danno
Perdita di vite umane
Causa di danno
Tensioni di contatto e di passo Incendio Sovratensioni(3) Incendio Sovratensioni
Componente di rischio
H A,C(2) D,G(1),M A,C(2) D,G,M(1)
Rischio 2
Rischio 3
Incendio
A,C(2)
Rischio 4
Perdita economica
(1) Solo per strutture con impianti interni sensibili. (2) Solo per linee elettriche di energia. (3) Solo negli ospedali e nelle strutture con pericolo d'esplosione. (4) Solo per strutture ad uso agricolo (perdita di animali).
(7.1.3) Procedura semplificata per la scelta delle misure di protezione Nel caso di strutture ordinarie possibile adottare la procedura semplificata indicata all'appendice G della Norma CEI 81-1. Seguendo la procedura semplificata, si calcola preliminarmente la frequenza media Nd di fulmini che colpiscono direttamente la struttura e che pu essere valutata con la seguente formula: Nd = Nt Ad 10 - 6 = Nt C A 10- 6 [fulmini/anno] nella quale: - Nt la densit annuale di fulmini (fulmini/Km2 anno) al suolo relativa alla zona ove situata la struttura Ad larea di raccolta (m2) della struttura; - A larea di raccolta (m2) della struttura isolata; - C il coefficiente ambientale. I valori di Nt si deducono dalla carte topografica riportata in figura 7.1; Larea di raccolta di una struttura definita come la misura della superficie al terreno che ha la stessa frequenza annuale di fulminazioni dirette della struttura. Larea di raccolta A di una struttura isolata larea della superficie ottenuta dallintersezione fra il piano di terra e tutte le rette con pendenza 1/3 intersecanti ledificio. Per una superficie parallelepipeda avremo pertanto: A= LW + 6H (L + W) + 9 H2 essendo L, W, H rispettivamente la lunghezza L , la larghezza W e laltezza H della struttura. La determinazione del coefficiente ambientale C fatto secondo la tabella 7.3.
0,25 0,5 1 2
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(*) Le strutture pi basse le cui di raccolta ricadono tutte allinterno dellarea di raccolta della struttura considerata devono essere trascurate
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La scelta del livello di protezione dellLPS deve essere effettuato dal progettista dopo aver confrontato i valori di Nd con il valore Na della frequenza di fulminazione riportato nella tabella 7.3. - Se Nd > Na deve essere installato un LPS di efficienza E > Ec = 1- (Na / Nd). - Se Nd < Na linstallazione dellLPS non necessaria. (7.1.4) Frequenza di fulminazione tollerabile per strutture ordinarie Viene nel seguito riportata la tabella 7.3 della Norma CEI 81-1 unitamente ad una legenda delle strutture alle quali la procedura semplificata pu, nella grande maggioranza dei casi, essere applicata.
A B C D
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l)
m) n) o) p)
In generale, per ciascun ambiente, i dati dimensionali sono: - tipi di lampade e di apparecchi di illuminazione: - quantit ed ubicazione degli apparecchi di illuminazione: - livello di illuminamento medio di esercizio (En); - uniformit di illuminamento. Altri dati possono essere indicati per particolari tipi di ambienti, quali: - ripartizione della luminanza; - classe di qualit (valori calcolati) della limitazione dellabbagliamento (G); - temperatura o tonalit del colore della luce: - fattore di manutenzione (M): - fattore di deprezzamento (D). Schema della tipologia degli impianti e dei componenti elettrici principali in relazione ai parametri elettrici (per esempio, tensioni, correnti). alle condizioni ambientali e di utilizzazione (per esempio, interno di edifici civili. ,installazioni industriali all aperto, luoghi con pericolo di esplosione). Criteri di dimensionamento e scelta dei componenti elettrici. Descrizione delle modalit operative degli impianti (automazione. supervisione, controllo, distacco carichi, di alimentazione, comandi di emergenza ecc.). Definizione del grado di dettaglio e dei tipi elaborati di progetto (solo quando la complessit del progetto lo richiede). Altre eventuali informazioni.
Schema elettrico generale Nasce dall'analisi delle esigenze delle utenze da alimentare e delle sorgenti di energia disponibili (per esempio, alimentazione esterna, autoproduzione). Pu essere uno schema unifilare o multifilare e deve mostrare le principali relazioni o connessioni tra i componenti: inoltre deve riportare le informazioni relative ai circuiti di potenza, ai livelli di tensione e di cortocircuito, al sistema di protezioni elettriche, ai circuiti di comando e segnalazione, ai dati nominali dei componenti elettrici principali.
Potenze installate, potenze assorbite e relativi dimensionamenti Tale documento generalmente consiste in un elenco dei valori delle potenze installate ed assorbite, calcolati tenendo conto di: - potenza nominale degli apparecchi utilizzatori; - potenze assorbile dagli apparecchi utilizzatori nelle condizioni di funzionamento stabilite; - fattori di potenza; - fattori di contemporaneit e di utilizzazione degli apparecchi utilizzatori. Inoltre, contiene il dimensionamento dei componenti elettrici e delle condutture (per esempio, cavi, condotti sbarre ecc.) in base alle massime cadute di tensione ammesse, alle correnti del carico, alle correnti di guasto e alle condizioni di posa.
Diagrammi di coordinamento delle protezioni Le tabelle e i diagrammi di coordinamento delle protezioni sono documenti alternativi o complementari tra loro. Essi contengono i dati per definire le caratteristiche significative dei dispositivi di interruzione, dei dispositivi, di protezione dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori ed i dati per la verifica della selettivit, quando richiesta, dei dispositivi di protezione quali: - tipi di dispositivi di protezione (per esempio, magetotermico primario, rel termico primario, dispositivo a corrente differenziale. fusibili ecc.); - tipi di curve d'intervento, campi di taratura e valori selezionati; - poteri d'interruzione richiesti nei diversi punti dellimpianto elettrico;
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Elenco dei componenti elettrici l'elenco dei componenti dell'impianto elettrico, escluse le condutture (per esempio, macchine, apparecchiature assiemate, apparecchiature, prese a spina ecc.), e degli apparecchi utilizzatori (per esempio. motori, apparecchi d'illuminazione ecc.) compresi quelli ausiliari, con indicato per ciascuno: la sigla di identificazione (ove necessaria per una corretta individuazione in relazione all'installazione, alle verifiche, all'esercizio e alla manutenzione), la tipologia, la potenza nominale o altra grandezza di dimensionamento, la tensione e la frequenza nominali, le condizioni di alimentazione e funzionamento (per esempio, continuit dell'alimentazione, funzionamento continuo, intermittente ecc.), le prescrizioni per il comando e le segnalazioni, altre informazioni eventualmente necessarie per l'acquisto.
Elenco delle condutture elettriche l'elenco con i dati significativi delle condutture, quali ad esempio: - la sigla di identificazione ove necessaria per una corretta individuazione in relazione all'installazione. alle verifiche; all'esercizio e alla manutenzione; - le informazioni relative alle connessioni alle due estremit (da.. a.. ); - la lunghezza; - le caratteristiche dei conduttori, dei cavi e dei condotti sbarre quali: il tipo, la formazione. la sezione dei conduttori; - le informazioni relative alloro supporto, fissaggio, protezione meccanica e altre informazioni eventualmente necessarie per l'acquisto.
Specifiche tecniche dei componenti elettrici Le specifiche tecniche contengono, per ciascuno dei componenti sopra elencati, i dati di progetto, i riferimenti alle norme di costruzione e collaudo, le eventuali richieste di prove speciali le quantit e la documentazione che il fornitore deve produrre.
Documenti di disposizione funzionale I documenti di disposizione funzionale consistono, per esempio, in schemi a blocchi. cio schemi dinsieme che utilizzano principalmente segni grafici a blocchi, oppure in schemi elettrici circuitali (Norma CEI 3-33), che rappresentano i collegamenti elettrici e le funzioni di uno specifico circuito, senza tener conto delle reali forme, dimensioni ed ubicazione degli elementi rappresentati, allo scopo di facilitare l'analisi di un circuito nel suo ruolo funzionale, l'esecuzione di prove e la localizzazione dei guasti.
Schemi delle apparecchiature assiemate di protezione e di manovra (quadri) Gli schemi delle apparecchiature assiemate di protezione e manovra (comunemente denominate anche "quadri") contengono l'indicazione dei circuiti principali in entrata e uscita, gli interruttori, i dispositivi di protezione e comando, gli strumenti di misura, i dati di dimensionamento che permettono la costruzione o selezione delle apparecchiature stesse. In particolare devono riportare: - tensione nominale d'isolamento (Ui) e di impiego (Ue); - frequenze nominale; - livello di tenuta al cortocircuito; - portata nominale delle sbarre; - tipi di interruttori e/o fusibili; - corrente nominale e potere di interruzione degli interruttori e/o dei fusibili; - interblocchi; - sigla dei componenti (eventuale);
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sigla (eventuale) e/o descrizione dei circuiti alimentati; sigla delle condutture in entrata e in uscita (eventuale).
Disegni planimetrici I disegni planimetrici mostrano i componenti elettrici in relazione alla loro ubicazione planimetrica. Riportano le cabine elettriche (con le dimensioni, la disposizione dei quadri. dei trasformatori e delle apparecchiature, le dimensioni degli spazi di manutenzione e delle uscite di sicurezza), i percorsi principali delle condutture elettriche, con relative dimensioni d'ingombro o disegnate in scala, i principali componenti elettrici (quadri in campo, macchine, apparecchiature, prese a spina, apparecchi utilizzatori ecc.), la posizione approssimativa degli elementi del dispersore di terra, dei conduttori di terra, di equipotenzialit e di protezione non facenti parte delle conduttura dei conduttori attivi, la posizione dei nodi equipotenziali e dei collettori principali di terra; nonch gli eventuali riferimenti a sezioni e disegni particolari (i disegni relativi all'impianto di terra possono contenere informazioni concernenti l'impianto di protezione dai fulmini).
Dettagli d'installazione Questi documenti contengono le informazioni necessarie per una corretta installazione dei componenti elettrici, compresa la disposizione dei cavi negli scavi e nelle passerelle, la disposizione dei condotti sbarre, i dettagli relativi all'impianto di terra ed alla protezione contro i fulmini ove prevista. Tenendo conto del necessario coordinamento con altri tipi di impianto. Il grado di dettaglio del progetto correlato alla complessit e specificit dell'impianto. Tutte queste informazioni possono essere fornite con soluzioni tecniche costruttive e/o di installazione prestudiate (disegni tipici), ottimizzate e pronte per l' esecuzione; sono di uso generale e pertanto possono non avere riferimenti specifici all'impianto in oggetto.
Documentazione specifica relativa ad ambienti e applicazioni particolari Per ciascun tipo di ambiente e applicazione particolari (bagni, strutture agricole, locali ad uso medico, con pericolo di esplosione ecc.), richiesta una documentazione che deve contenere tutte le informazioni che evidenziano il rispetto delle prescrizioni contenute nelle Norme specifiche, che integrano modificano o sostituiscono quelle generali. La documentazione specifica integra quella indicata nei punti precedenti.
Computi metrici, stime e prezzi unitari I computi metrici definiscono in modo pi o meno dettagliato le quantit di materiali e di attivit previste per la realizzazione dell'impianto. I computi metrici nei quali vengono riportati i prezzi sono definiti estimativi in quanto consentono di fare stime parziali o totali di un'opera. La caratteristica pi importante dei computi metrici la facile gestibilit per quanto riguarda sia le quantit sia i prezzi. Ogni prezzo deve avere una propria codificazione cos da farlo sempre corrispondere al medesimo materiale o alla medesima attivit. Gli elenchi dei prezzi unitari sono generalmente elenchi dei componenti che fanno parte o possono far parte dellimpianto e delle attivit necessarie per la loro installazione, con indicati per ciascuno gli oneri generali e specifici compresi nel prezzo. Gli elenchi dei prezzi unitari, indispensabili per gli appalti a misura, svolgono un'utile funzione anche negli appalti cosiddetti a forfait (cio a prezzo convenuto complessivo) in quanto consentono la quantificazione senza contestazioni delle eventuali varianti in corso d'opera perch prevedono, per lo stesso tipo di materiale, diversi tipi di posa o almeno quelli ricorrenti nell'impianto progettato.
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Disposizioni di sicurezza, operative e di manutenzione, conseguenti alle scelte progettuali Sono le disposizioni da rispettare nell' installazione, esercizio e manutenzione,onde evitare situazioni pericolose per la sicurezza e la continuit di funzionamento ed inoltre per la salvaguardia dei componenti elettrici, che sono conseguenti alle scelte progettuali. Non sono comprese le disposizioni derivanti da caratteristiche costruttive dei componenti, di competenza del costruttore, e quelle relative alla conduzione del cantiere.
Capitolato speciale d'appalto prestazionale e descrittivo Il Capitolato speciale d'appalto viene redatto solo su richiesta specifica del committente (normalmente le amministrazioni pubbliche). I criteri per la stesura di questo documento sono contenuti nella Guida CEI 0-2, che riporta in sintesi e con qualche modifica, il contenuto del Capitolato tipo impianti elettrici, approvato con D.M. del 12.12.1962, aggiornato nel 1988. Secondo i suddetti criteri, questo documento suddiviso in quattro parti. Nella prima vengono indicati i dati e la consistenza del lavoro da eseguire e ne vengono stabiliti i tempi e le modalit di esecuzione. Nella seconda e terza parte sono elencate le prescrizioni tecniche e normative, alle quali l'impianto e i suoi componenti devono risultare conformi. La quarta parte l'elenco di tutti i documenti di progetto.
Documentazione relativa alla protezione contro i fulmini Il sistema di protezione contro i fulmini cosa del tutto diversa da un impianto elettrico, pertanto i relativi documenti di progetto non possono essere inseriti tra quelli di quest'ultimo. Questo progetto quindi deve risultare separato da quello dell' impianto elettrico. Poich il sistema di protezione contro i fulmini contiene provvedimenti da adottare nei confronti dell' impianto elettrico e pu. avere in comune con esso il dispersore di terra e alcuni collegamenti equipotenziali, il relativo progetto (quando necessario o richiesto dal committente) deve precedere quello dell'impianto elettrico.
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