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Dossier tecnico n 5 Redatto a cura del Servizio Tecnico Commerciale Dipartimento di Bassa Tensione
Indice
1. Generalit Definizione Perch limitare? Come limitare? Caratteristiche di ua necessarie per limitare la corrente Caso particolare degli interruttori modulari 2. Metodi per ottenere la limitazione Resistenza a cambiamento di stato Resistenza a coefficiente di temperatura positivo Resistenza variabile costituita dall'arco 3. Propulsori di contatti e sganciatori ultra rapidi Propulsori di contatti Sganciatori ultra rapidi 4. Conclusioni 2 2 2 3 3 4 5 5 5 5 6 6 6 8
Questo dossier tecnico una semplice introduzione ai principi della limitazione della corrente, tecnica sviluppata in corrente continua dal 1930, e in corrente alternata negli anni '50. L'obiettivo di questo dossier quello di facilitare la comprensione dei vantaggi conseguiti con l'impiego di interruttori di tipo limitatore in un impianto elettrico.
1. Generalit
Definizione
Un dispositivo limitatore quando la corrente di corto-circuito che lascia passare ha una ampiezza nettamente inferiore alla corrente presunta (rif. fig. 1). Nel caso di un interruttore limitatore, si ha simultaneamente una riduzione di ampiezza e una riduzione del tempo T di passaggio della corrente rispetto al tempo di passaggio della corrente di corto-circuito in un interruttore non limitatore. Quali sono questi effetti ?
s
Effetti elettromagnetici Alla distanza d da un conduttore percorso dalla corrente I si ha nell'aria una induzione magnetica B pari a B = 2 107 I (1) d
Perch limitare ?
Per realizzare interruttori pi economici, soprattutto per le correnti nominali pi basse. L'apparecchio limitatore attraversato dalla corrente limitata, molto inferiore alla corrente presunta, ed chiamato ad interrompere soltanto tale corrente limitata. s Per minimizzare gli effetti della corrente di guasto negli impianti elettrici.
s
Esempio: con I = 50 kA e d = 10 cm si ha B = 0,1 T. Conseguenze possibili: perturbazioni nei dispositivi elettronici situati in prossimit dei conduttori percorsi da una corrente di corto-circuito.
s Effetti u
meccanici Se alla distanza d da un conduttore percorso da una corrente I si trova un altro conduttore parallelo al primo, della stessa lunghezza L e percorso dalla corrente I', questo conduttore sottoposto ad una forza F (di attrazione se le correnti sono equiverse, di repulsione se controverse) che vale, per unit di lunghezza: F = B I' L Nel caso in cui i due conduttori siano percorsi dalla stessa corrente I la formula diventa F I2 = 2 107 d L
Esempio: con I = 50 kA e d = 10 cm si ha una forza di 5000 N per ogni metro di conduttore. Conseguenze possibili: deformazione o rottura di pezzi. u In tutte le apparecchiature i contatti mobili, mantenuti pressati sui contatti fissi da molle, tendono ad aprirsi per effetto di una forza elettrodinamica di repulsione. Questa forza deve essere talvolta equilibrata da sistemi di "compensazione". Per I = 50 kA questa forza pu raggiungere i 1000 N. Conseguenze possibili: innesco di un arco tra i contatti delle apparecchiature di comando e conseguente loro deterioramento.
s
Effetti termici In presenza di un corto-circuito si ha un riscaldamento adiabatico dei conduttori di sezione S pari a = KT i2 dt S2
0
dove il termine
i dt
2 0
denominato
energia termica specifica (espressa in A2s ) e KT un coefficiente che dipende dalla natura dei conduttori (circa 610-3K mm4/A2s per il rame). Esempio: un filo di rame della sezione di 1,5 mm2 aumenta la sua temperatura di 110K quando percorso per un semiperiodo da una corrente di 2000 A a 50 Hz. Conseguenze possibili: deformazione dei materiali e danneggiamento degli isolanti che possono creare rischio di incendio e di elettrocuzione.
i corrente limitata
corrente presunta
(1) Tutte le grandezze sono espresse nelle unit di misura del sistema MKSA
MERLIN GERIN - Dossier Tecnico n 5
Come limitare?
Si consideri un circuito in corrente alternata monofase di potenza apparente S e tensione E che alimenta un carico Z con un dispositivo di protezione A di impedenza trascurabile prima della sua entrata in azione (rif. fig. 2). Quando si presenta un corto-circuito ai morsetti del carico Z, prima dell'intervento di A (quindi con ua trascurabile) la rete alimentata da una forza elettromotrice e per la quale si ha: dt e = R i + L di dove: R = resistenza equivalente L = induttanza equivalente per l'insieme sorgente + linea + guasto. Essendo nullo il valore di corrente nell'istante iniziale la corrente si stabilisce con una derivata iniziale pari a e(0) di = dt t=0 L Questa derivata massima quando il corto-circuito avviene nell'istante in cui massima la tensione della rete; ci corrisponde, per fattori di potenza inferiori a 0,25, all'instaurarsi della corrente presunta praticamente simmetrica. Esempio: con una sorgente trifase a 50 Hz, 400 V, di potenza apparente S=3200 kVA e di corrente di cortocircuito massima di 100 kA (la cui cresta pu quindi oltrepassare i 200 kA in regime asimmetrico), la derivata iniziale massima della corrente di 44 kA/ms. Al fine di evitare che si stabiliscano tali correnti e per non doverne sopportare gli effetti, si deve interporre nel circuito un dispositivo di protezione limitatore A che, al manifestarsi di un corto-circuito, inserisca molto rapidamente una caduta di tensione ua che si opponga al crescere della corrente.
sorgente S E R L
i A e Z ua
guasto
Questo permette di concludere che il valore massimo della corrente limitata raggiunto quando la tensione d'arco uguaglia la e della sorgente (rif. fig. 3). Una prima conseguenza che la limitazione della corrente tanto pi facile da ottenere quanto pi bassa la tensione della rete. Inoltre, con riferimento alla figura 3, in cui P il punto di intersezione delle curve della tensione ua e della tensione della sorgente, si osserva che, per ottenere una limitazione efficace necessario che l'istante dell'intersezione P sia molto prima del massimo della corrente di cortocircuito presunta (quindi < 5 ms a 50 Hz) da cui evidente l'importanza di ottenere il pi rapidamente possibile elevati valori di ua. Infine, occorre che la tensione massima UM introdotta dalla tensione d'arco sia superiore alla tensione massima EM della sorgente.
Riassumendo le tre condizioni da rispettare per una limitazione efficace sono: s intervenire presto => ts minimo, ma si ha un limite inferiore imposto dalla soglia di intervento del dispositivo (per esempio la regolazione massima degli sganciatori istantanei per gli interruttori o l'energia termica specifica di non fusione per i fusibili); s agire velocemente => sviluppo rapido della tensione ua, ottenuto per esempio negli interruttori con una forte accelerazione dei contatti; s creare alte UM => UM>E M, ottenuto per esempio allungando, frazionando e raffreddando l'arco nel dispositivo di interruzione. Di queste tre condizioni, le prime due, "intervenire presto" e "agire velocemente", sono le pi importanti. Per quanto riguarda la terza condizione, "creare alte UM", non necessario che UM superi di molto EM. Anzi, per una rete trifase a 400 V (quindi una tensione di fase di cresta pari a 325 V) sufficiente una tensione UM di 400 V. Nota: ts il tempo di apparizione della tensione ua (per es. separazione dei contatti o vaporizzazione di un elemento fusibile).
i presunta II i limitata
5 ms 0 UM EM P e ua u T
10 ms t
ts
u ristabilita
fig. 3: curve u = f(t) e i = f(t) dello sviluppo della tensione d'arco e della sua conseguenza: la diminuzione della corrente di corto-circuito.
e supponendo una corrente di cresta Il=4 kA il calcolo fornisce ua= 233 V, inferiore di circa 100 V alla EM. A fronte di queste tre condizioni da soddisfare per avere una limitazione efficace, i due capitoli seguenti esplorano i differenti principi fisici e le tecniche utilizzate nella concezione di apparecchi limitatori, fusibili ed interruttori.
F sganciatore D
C alimentazione
F F B B
A i
A'
a) repulsione semplice
b) repulsione rinforzata
F A nucleo fisso
N B I O A C
b) con circuito magnetico a "c", per interruttori ad elevata corrente nominale
a) con nucleo magnetico, per interruttori modulari fig. 6: schema dei propulsori di contatti a corrente propria di tipo elettromagnetici.
Esistono anche sganciatori ultrarapidi che utilizzano la pressione sviluppata dall'arco elettrico nella camera di interruzione in presenza di forti correnti. Infatti, quando si genera un arco nella camera di interruzione, vi si crea una pressione di diversi bar disponibile dal momento in cui la corrente limitata passa per il suo massimo (il punto P sulla figura 3).
La tecnica con la quale si utilizza questo principio, recentemente brevettata da Merlin Gerin, permette di realizzare interruttori molto rapidi e molto limitatori: questa pressione viene sfruttata, grazie a canalizzazioni e valvole appropriate per azionare un pistone che comanda in meno di 5 ms il meccanismo di apertura dell'interruttore.
4. Conclusioni
La lettura di questo Dossier Tecnico permette di apprezzare l'importanza delle ricerche necessarie per poter offrire gamme di interruttori ad alte prestazioni. Merlin Gerin a partire dal 1930, insieme ad altri costruttori, ha contribuito al miglioramento della sicurezza in generale e alla affidabilit della distribuzione elettrica. Gli ultimi brevetti depositati dalla societ rappresentano il futuro degli interruttori limitatori nella distribuzione elettrica dove migliorano notevolmente la selettivit e, come conseguenza, la continuit di servizio.
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In ragione dellevoluzione delle Norme e dei materiali, le caratteristiche riportate nei testi e nelle illustrazioni del presente documento si potranno ritenere impegnative solo dopo conferma da parte di Schneider Electric.