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di Tatiana Polo

La recente scomparsa di Alexandr Solenicyn, il premio Nobel russo per la letteratura, ripropone il rompicapo della sua interpretazione. I titoli dedicati alla sua scomparsa dalla grande stampa russa un titano di livello pari a quelli dellantichit, LOmero del nostro tempo, Lunico apostolo della coscienza del XX secolo riecheggiano i toni iperbolici tributati allo scrittore negli ultimi anni di vita. Fuori dal coro solo i quotidiani dopposizione, come la Novaja gazeta (dove lavorava Anna Politkovskaja), i quali si sono limitati a dare la notizia in stile telegrafico. Altri ancora, di modesta tiratura, hanno dato sfogo al risentimento degli ambienti che lo consideravano un traditore della Patria, criminale, antisemita, fantoccio del Cremlino, o semplicemente uno scrittore sopravvalutato. Un questionario on-line sulla figura di Solenicyn proponeva quattro opzioni: a). delatore colpevole della morte dei detenuti nel GULAG b) traditore e calunniatore della Patria c)

scrittore mediocre d) Profeta. Lultima opzione raccolse un infimo 2 per cento e il questionario dette la stura a chilometrici commenti, dibattiti, insulti, spiegazioni, finch fu silenziato dagli hacker: Il sito attaccato dal DDOS. Ci scusiamo per il disagio. Ma stata solo una breve tregua in una guerra destinata a durare. In Italia la situazione diversa. Qui la furia di sentimenti e pareri opposti, un tempo scatenati dalla sua requisitoria anticomunista, si acquietata in uno stagno tranquillo. Da noi Solenicyn sbarc mezzo secolo fa, quando il settimanale LEspresso pubblic la prima traduzione occidentale, di Enzo Bettiza, di Una giornata di Ivan Denisovi. La storia di questa pubblicazione, recentemente rievocata da Bettiza sulla Stampa, contiene quellenfasi sulla comparsa di un nuovo Messia sovietico, che poi caratterizz la cultura italiana: Nel novembre del 1962, i cieli delle steppe furono dimprovviso attraversati da un tuono che si ripercosse, simile al preannuncio di una calamit travolgente ma positiva, sui recinti letterari, politici, psicologici, ideologici di Mosca. Lo stesso Kruscev, che aveva gi dato in pasto ai cerberi linerme Pasternak, decise stavolta di non sprangare il Cremlino allimpatto del tuono Solzenicyn1. La burrasca che arriv dopo questo tuono oscur di brutto non solo e non tanto i cieli della steppa, quanto quelli della politica italiana. La Sinistra sent minacciati la sua identit e i suoi valori, gi scossi dal XX congresso del PCUS con la condanna del culto della personalit e soprattutto dalla repressione in Polonia e Ungheria. Le rivelazioni di Solenicyn demolivano il mito della comune patria sovietica; sotto la felice e pacifica repubblica universale retta su principi di giustizia spuntavano baracche e filo spinato. Lo scrittore si erge come il pi grande accusatore del comunismo realizzato e pronuncia la sua immensa, scrupolosa requisitoria. - scrive Barbara Spinelli nel 2001. - Ne saranno scosse durevolmente le intelligenze d'Europa, e le teorie marxiste e socialiste. In alcuni paesi, come in fronda, il fenomeno travolger il Partito comunista. Avr fine la costante egemonia che esso esercitava sui vocabolari del dopoguerra. Intuendo il disastro delle proprie sicurezze, () i comunisti resisteranno ancora, e calunniando il testimone denigreranno la testimonianza: fu il caso dell'accoglienza dell'Arcipelago presso l'intelligencija di sinistra in Europa, e specialmente in Italia.2. Questenfasi senzaltro nobile, protrattasi per pi di 40 anni ed espressa quasi ieri da una giornalista di tale spicco, port alla situazione
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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200807articoli/34729girata.asp

B. Spinelli, prefazione al romanzo Arcipelago Gulag di Solenisyn, Mondadori, 2001.

in cui attualmente versa lintera ala sinistra della politica italiana. Strada facendo si assistette al degrado del vivacissimo ponte culturale tra i due Paesi, iniziative create e tenute in constante manutenzione dallarea vicina al PCI: un degrado che fin poi per compromettere pure le relazioni culturali italo-russe, paradossalmente pure a danno dellaiuto che lItalia avrebbe in seguito potuto dare alla nascente democrazia russa. Invano Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica, denunciava su Rinascita, in un commento del 1974 sullespulsione di Solenicyn, che nel nostro paese ci si , nei giorni scorsi, preoccupati essenzialmente di alzare il solito polverone propagandistico, di sfruttare loccasione per una polemica a buon mercato sullURSS, sul comunismo e perfino sul PCI. Lautore dellarticolo, allarmato dallimmensa portata distruttiva dellattivit di Solzenicyn, ammoniva i lettori, che la negazione dei valori del socialismo impoveriva il mondo. questa negazione, fattasi una via sempre pi cieca, che ha segnato la condanna di unopera come quella di Solgenitsyn che pure aveva preso le mosse da una giusta battaglia di rottura col passato staliniano3. Probabilmente furono i comunisti a rendere possibile lapparizione in Italiano nella casa editrice di Nicola Teti a Milano di un libro del giornalista cecoslovacco Tomas Resac La spirale delle contraddizioni di Aleksandr Solgenitsyn4. La pubblicazione, basata sui dossier del KGB, tentava una demolizione della figura morale dello scrittore cos sopra le righe e talmente goffa da risultare controproducente. Naturalmente la cultura italiana prese le distanze dalla piega politica presa dal caso Solenicyn e rimase fedele alla sua prima impressione. Linnamoramento, alimentato da vari convegni, incontri e presentazioni, si coagul in un vaccino contro qualunque critica. Contribu molto anche

G. Napolitano, Ancora sul caso Solgenitsyn, Lesperienza sovietica e la nostra prospettiva, in Rinascita, 22.02.1974 N.8 p. 7. Tomas Resac La spirale delle contraddizioni di Aleksandr Solgenitsyn 1977, Teti Editore, Milano Ecco la presentazione del libro, fornita oggi dalla casa editrice: Si tratta di un contributo dello scrittore cecoslovacco Tomas Rezac sulla figura controversa di Solgenitzyn. Rezac si dedicato ad una vera e propria indagine sulla figura del premio Nobel russo, raccogliendo tutto il materiale possibile sul suo conto e interrogando quanti hanno avuto a che fare con lo scrittore (la moglie Natalia Rescetovskaja, gli amici di giovent Vitkevic e Simonjan, i compagni degli anni di reclusione). Il risultato non appare certo favorevole al premio Nobel, la cui figura morale appare gravemente compromessa. Rezac riuscito a dimostrare che Solgenitzyn, battagliero esponente per i diritti delluomo, non un cavaliere senza macchia e senza paura, ma un uomo dal passato ambiguo che in prigione si prestato al ruolo di delatore e di agente provocatore.
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laspetto fisico del Premio Nobel: Russo vecchio stile, barba sempre pi lunga, con lespressione pensosa e solenne del volto. Pi tardi la considerazione del prosatore sinnacqu con lo scetticismo di Carlo Cassola, Umberto Eco e Alberto Moravia, che pare avrebbero avuto qualcosa da rimproverare al Nostro sia sul piano professionale sia su quello socio-politico5. Ma niente poteva intaccare la linea adottata ufficiale sul grande Solenicyn. Il problema, che complica ogni tentativo di affrontare largomento, che i lettori italiani non vogliono consumare il prodotto Solenicyn nonostante la crosta caramellata della critica lusinghiera, n il retrogusto amarognolo dei nascosti pareri alternativi. vero che neanche in Patria la popolarit dello scrittore quella di una volta. Ci fu un periodo, in Russia, in cui fu letto praticamente da tutta la popolazione adulta. Oggi ci sono ben altri best-seller nazionali, mentre il Nostro, diventato fuori moda, occupa il suo legittimo posto tra i classici del Novecento. In Italia invece il calo di popolarit dellepistola di Solenicyn si tradotto in netto rifiuto. Dopo il boom degli anni Settanta, quando comparvero almeno una quarantina di traduzioni, oggi leditoria italiana non propone niente di nuovo. Chiss perch la massa dei lettori considera Solenicyn soltanto un memorialista, lautore di denunce datate e perci ormai lo ignora, malgrado gli sforzi dei critici, il Nobel e altri prestigiosi premi, compreso uno italiano, il Brancati del 94. Il suo nome, tuttal pi, viene citato come termine di paragone: Xiong Yan, il Solzenicyn cinese. Peccato. Quale altro scrittore del XX secolo stato cos osannato e cos contestato? Nella storia dellumanit a pochi tocc la stessa sorte: Napoleone, Casanova, Che Guevara. Sono personaggi complessi, che lanalisi parziale non aiuta a capire. La critica italiana gli fa un pessimo servizio, nascondendo le proprie perplessit dietro una cortina di belle emozioni di tanti anni fa. Tappandosi il naso, lo chiama Profeta, Vate e, poco manca, Duce, ma non riesce a spiegare n a noi n a se stessa, il vero significato di Solenicyn. Se i suoi connazionali lo odiano o lo ignorano - ci vien detto - perch sono per lo pi stupidi e ottusi, indegni del loro geniale rappresentante. Scrive M. DellAsta indignata, che Solenicyn resta il cuore morale della nazione, persino della nuova Russia che di cose stantie come la morale se ne infischia alla grande. Dopo il plateale insuccesso delle trasmissioni che aveva intrapreso nel 1994 (che avevano fatto dire che un moralista noioso); dopo che una casa editrice russa aveva sospeso la pubblicazione della
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v. Irina Alberti sullAvvenire: http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/urssstalinismo/aleksandr_solzenicyn/articolo.php?id=1912&titolo=Cos%C3%AC%20l#

sua opera omnia "per mancanza di sottoscrittori", qualcuno aveva cercato di seppellirlo anzitempo come un relitto della tramontata epoca del dissenso6. Ancor pi ferisce il verdetto di Vittorio Strada, che per valorizzare Solenicyn non trova di meglio che sminuire altri grandi protagonisti della storia e cultura russa: Per lopinione comune, egli stato il pi grande dei dissidenti. Ma, a differenza degli altri, con la sola eccezione di Sacharov, Solenicyn non tanto "dissentiva" dall'ideologia al potere nell'Urss e altrove, quanto ad essa era totalmente "contro", e in modo pi radicale dello stesso Sacharov. Questo appare ancora pi chiaro oggi, di fronte al melanconico spettacolo degli ex "dissidenti" che avevano dimostrato il coraggio della renitenza al vecchio regime, ma non hanno retto alla prova, indubbiamente non facile, della fine di quel regime e, a parte quelli di essi che si sono ritirati a vita privata in qualche nicchia (accademica, per lo pi) offerta dall'ospitale Occidente, hanno esaurito la loro carica intellettuale, stranieri nella nuova Russia e nella vecchia Europa. Quanto a quei "dissidenti" mancati (per carenza di coraggio) che sono stati i "frondisti" degli anni Sessanta, nel periodo kruscioviano, e che dopo le piccole rivolte in ginocchio durante la restaurazione brezneviana, erano approdati tra le braccia del gorbaciovismo, costoro, ormai sbalzati via dal nuovo corso storico postsovietico, sembrano dei falsi veterani che esaltano battaglie mai da loro combattute7. Arrivata a questo punto, sono stata tentata di partire per Venezia e di sfidare il Professor Strada a duello, dimenticando che sono in ritardo di due secoli e che, in ogni caso, non mi sarebbe stato facile travestirmi da uomo. Ma, stiamo seri, bisogna difendere lonore di chi aveva pagato con le torture e la propria vita il titolo di dissidente. Bisogna andare fino in fondo per scoprire cosa c nel conto presentato dallodierna societ russa allo scrittore e cittadino Solenicyn, senza naturalmente tralasciare il merito che gli spetta. Attraverso una ricostruzione di come si formato il sentimento prevalente dei russi nei confronti del famoso scrittore loro connazionale, vediamo di dare una nostra interpretazione della sua controversa figura. E cominciamo da lontano

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/urssstalinismo/aleksandr_solzenicyn/articolo.php?id=1916# V. Strada, Solzenicyn, il dissenso che non va in pensione, Corriere della sera del 19.04.1995
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la reazione degli sciacalli del potere sovietico contro lassegnazione del premio Nobel per la letteratura 1958 a Boris Pasternak, lo fece scendere presto nella tomba; il comitato dovette sentirsi in colpa. Due anni dopo il premio tocc a Michail olohov, homo sovieticus e ligio alla linea del Partito; non fu una scelta felice8. Quando nel 1969 il Comitato del Nobel individu il nuovo candidato russo, la scelta sembr pi azzeccata: lautore, ex-detenuto del campo di lavoro, era un uomo dacciaio e del pensiero libero e democratico. Lanno dopo il Premio gli fu assegnato. Ma chi era costui? Aleksandr Isaevi (Isaakovi) Solenicyn, come dice ledizione russa di Wikipedia9, aveva una biografia assai tormentata. Era nato l11 dicembre del 1918 a Kislovodsk, nel Caucaso, da Taisia erbak e Isaakij Solzenicyn, morto prima della nascita del figlio in un incidente di caccia10. La madre proveniva da famiglia agiata, alla quale durante la rivoluzione dottobre erano stati espropriati tutti i beni compresa la casa. La miseria, lodio verso tutto il mondo e la conflittualit dei parenti accolsero la nuova vita. Taisia, che non si rispos mai, presto decise di trasferirsi a Rostov, dove trov un lavoro di dattilografa e un rifugio in un appartamento di coabitazione, nel quale per i successivi 15 anni occup insieme con il figlio non una stanza a parte, ma un angolo della stanza, probabilmente separato con un armadio e un pezzo di stoffa. Conosce il lettore il metodo di eliminazione dei ratti nelle case di campagna russa? Si catturano due ratti e li si mette in una grande botte; dopo una settimana i ratti dentro la botte sono solo uno e il vincitore
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Della critica di Solzenicyn olohov alla fine pag caro. Fin dagli anni 30 girava la voceche il suo romanzo fosse in realt un clamoroso plagio. Non appena esiliato in Europa, Solzenicyn commission a I. N. Medvedeva-Tomaevskaja di riassumere tali accuse in un libro intitolato Stremja Tihogo Dona. Zagadki romana (La staffa del Placido Don. I misteri del romanzo), di cui scrisse la prefazione e che pubblic a Parigi. Cfr. I. Izgarev olohov: izn ne po li, in Argumenty i fakty, 25.02,2002 http://noblit.ru/content/view/399/1/
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Voce http://ru.wikipedia.org/wiki/%D0%A1%D0%BE%D0%BB%D0%B6%D0%B5%D0% BD%D0%B8%D1%86%D1%8B%D0%BD,_%D0%90%D0%BB%D0%B5%D0%BA %D1%81%D0%B0%D0%BD%D0%B4%D1%80_%D0%98%D1%81%D0%B0%D0 %B5%D0%B2%D0%B8%D1%87#cite_note-0 Il padre come risulta dal diploma di maturit rilasciato al futuro scrittore dalla scuola di Rostov si chiamava Isaak, ed era perci sicuramente ebreo. Nel passaporto invece il patronimico di Solzenicyn Isaevi, tipicamente russo. Al rilascio del passaporto i cittadini russi solitamente avevano facolt di cambiare i propri dati. Sono documentati, ad es., casi in cui fu consentito di cambiare un nome troppo antiquato. Le fotocopie del diploma e del passaporto di Solzenicyn sono pubblicate nella rivista Studeneskij meridian, N7 1990.
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viene lasciato libero; il problema dellinfestazione della casa risolto: i roditori scompaiono. Aleksandr apparteneva alla razza dei vincitori e possedeva le attitudini di un campione olimpico di lotta col mondo circostante, ma in questa palestra qualcosa si spezz nellanima del bambino, alterando la percezione di ogni sua futura vittoria in una dolorosa sensazione di essere egli stesso interiormente percosso e torturato. Per tutta la vita langusto, lurido e buio ambiente, dove lo aspetta un pericolo mortale, lo ipnotizza e lo attrae. Gli si sviluppa uno stranissimo complesso psicologico, anzi, secondo il biografo O. Davydov, addirittura uno sdoppiamento della personalit, un alter ego incline al tradimento e suicidio11. Intanto Aleksandr frequenta la scuola e poi lUniversit locale, laureandosi in matematica a pieni voti. Secondo la testimonianza della sua compagna di classe Evelina Kuner, possedeva un talento straordinario da attore e frequentava la locale scuola di teatro, dove insegnava la futura celebrit del teatro sovietico Jurij Zavadskij. E qui arriviamo al primo capo della futura requisitoria tesa a demolirne limmagine pubblica: imbarazzo per le proprie origini ebraiche, se non addirittura antisemitismo, per aver mutato in patronimico russo la paternit che lo qualificava in modo eloquente come ebreo. Altri vi trovano la prima traccia della straordinaria abilit e propensione di Solenicyn a raggirare linterlocutore e a manipolare i fatti, ritengono in coro i suoi irritati oppositori di vari accampamenti. Tanto per citare, ci appoggiamo allarticolo del Dottore in scienze storiche Ju. Fedorovskij Oda dissidentstvu12. Gli studi allUniversit procedevano brillantemente, ma la vera passione del giovane divenne la letteratura. Produce una mole di opere in prosa e in versi e si iscrive al corso per corrispondenza dellIstituto della Filosofia, Letteratura e Storia a Mosca. Istituzione assai memorabile per il Nostro, che mescoler poi le tre discipline nella sua opera, pi una quarta la propria vita. Facendo cos impazzire i suoi biografi e critici, che questi addendi vogliono a tutti i costi studiare separatamente13. Ma ecco che nel 41 la guerra interrompe i suoi studi. O, meglio, modifica il loro indirizzo. Chiamato alle armi tre mesi dopo linizio della guerra, Solzenicyn ottiene il privilegio di accedere alla formazione dei Quadri, frequenta la scuola di ufficiali di artiglieria e parte per il fronte a met guerra, nel febbraio del 1943 gi comandante di una batteria di rilevamento acustico. L lo raggiunge presto la moglie Natalia
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O. Davydov http://www.peremeny.ru/column/view/739/ Fedorovskij http://www.libelli.ru/works/solzh.htm

Per esempio, il romanzo storico-biografico lArcipelago Gulag viene definito dallautore come Saggio di indagine letteraria

Reetovskaja. Ci dimostra che gi allora Aleksandr Isaevic sa ottenere dalla vita quel che gli spetta. In seguito rievocher in libri e discorsi questa sua esperienza bellica, esponendo il fianco alla collera dei veterani: dice, ad esempio, di aver attraversato il Paese per tutta la durata della guerra quale comandante di batteria ... a volte senza precisare che non si tratta di una batteria dartiglieria in prima linea, ma di una unit tecnica tenuta in posizione arretrata. False sembrano ai vecchi lupi di guerra le descrizioni delle battaglie, ingiuste le caratteristiche dei comandanti, sbagliati i numeri, gonfiate le proprie fatiche, considerando che viveva con la moglie, che scrisse al fronte una marea di opere letterarie e che veniva servito da un cuoco personale, Ivan uchov, cui nome poi diede al protagonista del suo primo celebre racconto. Avranno pure ragione gli esperti militari, ma dimenticano, che le opere di letteratura devono essere giudicati come tali, anche se lo stile del Nostro possa creare limpressione di un dossier di documenti storici. Ma torniamo alla biografia. Due volte decorato, promosso capitano, in Prussia Orientale quando, nel 1945, viene improvvisamente arrestato, rispedito a Mosca e rinchiuso in prigione. Laccusa di aver organizzato un complotto sovversivo contro il governo. Come racconter nel primo capitolo di Arcipelago Gulag (Arresto), era stato cos ingenuo da aver discusso il piano dazione in una lettera a un amico e cofondatore del futuro partito sovversivo Nikolaj Vitkevi. A questultimo limprudenza dello scrittore cost due anni di GULAG pi del loquace Aleksandr: e non nellistituto di ricerca scientifica, paradiso delluniverso carcerario, toccato al futuro Nobel, ma in un stabilimento di pena tra i pi duri. A Vitkevi fu fatto leggere un verbale dellinterrogatorio di Solzenicyn, in cui lo calunniava: il figlio, Nikolaj Vitkevic-junior, dichiar poi: Non voglio che il nome di mio padre venga pronunciato accanto a quello di quel mascalzone di Solzenicyn14. Che la delazione non fosse inventata al KGB confermato dalla stessa moglie N. Resetovskaja, la quale scrive nelle sue memorie15 di essere stata lei stessa calunniata dal marito, insieme ad un altro amico, Kirill Simonjan e ad su un casuale compagno di viaggio sul treno, un certo Vlasov, ma per fortuna furono tutti prosciolti. Naturalmente su ci si scatenato un putiferio. Visto che il capitano Solenicyn era ben consapevole che tutta la corrispondenza veniva controllata dalla censura (si dice, lo sapevano anche i bambini),
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L.Samutin, Vospominanija (Ricordi) http://compromat.ru/main/kulturka/solzhenitsyn.htm


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N. Resetovskaja V spore so vremenem (Discutendo con il tempo), ed. APN, 1975.

generalmente si ritiene che il vero movente della sua autodenuncia fosse il desiderio di disertare dal fronte. Quindi, oltre che mascalzone sarebbe stato pure codardo e traditore della Patria. Ma un ragionamento confuso: mancavano pochi mesi alla fine della guerra ed difficile pensare che un imboscato fosse tanto terrorizzato da preferire commutare pochi mesi di retrovia in anni di galera. Su, non vogliamo mica arrivare a pensare che il Nostro volesse rovinare i migliori amici e la donna amata! La questione pi sottile e pi interessante. Tanto pi che lo scrittore, ricordando gli avvenimenti, non si difende e non riesce a spiegare il motivo delle sue azioni, dice solo: ero smarrito, confuso, mi comportavo da stupido, ingenuo, avevo la mente offuscata, ecc. Noi invece supponiamo che fu quel segreto desiderio di ritrovarsi sul fondo della botte, negli inferi della realt, che lo sospinse a fare il passo falso. Forse star bene gli dava semplicemente fastidio, senza che egli se ne rendesse ben conto. Nerin, il protagonista del Primo cerchio, esclamer: La felicit delle ripetute vittorie, la felicit dellavverarsi trionfale dei desideri, la felicit della completa soddisfazione una sofferenza! la morte dellanima, un continuo bruciore di stomaco nel senso morale16. Nella felicit e normalit della vita quotidiana Aleksandr Isaevic percepiva qualcosa di vergognoso e fatale per gli esseri umani; e siccome la guerra contro il fascismo volgeva al termine e si prospettava un periodo di benessere e generale tranquillit, egli sentiva bisogno di salvare se stesso, la moglie e gli amici. priva di cinismo dunque la sua frase nellArcipelago, rivolta al calunniato amico Simonjan: Peccato che non ti hanno arrestato. Non sai quanto hai perso!. La segreta aspirazione del suo animo, la sofferenza, trova nel conscio dellautore ladeguata motivazione logica: il rifiuto della menzogna della vita, morale e sociale. Lo slogan Vivere senza menzogna determina il tema principale della creazione di Solenicyn: la conservazione dellanima nel contesto del totalitarismo. La purezza dellanima va continuamente allenata nella sofferenza, che diventa una specie di sport morale. tremendo pensare, che scrittore io sarei diventato (lo sarei diventato comunque), se non mi avessero arrestato, scrive ne La quercia e il vitello. E ancora: Ero di umore sereno, addirittura felice, e anzi, trionfante durante tutti questi anni in cui scrivevo segretamente, 5 anni in un lager prima della mia malattia e 7 anni di confino17.

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http://lib.ru/PROZA/SOLZHENICYN/vkp1.txt http://www.lib.ru/PROZA/SOLZHENICYN/telenok.txt

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La pagina successiva della biografia del futuro premio Nobel ci illustra ulteriori progressi nelladdestramento dellatleta interno. Non abbiamo motivo di dubitare della sua disponibilit a collaborare con gli agenti del sistema di oppressione sovietico, quando egli stesso racconta nel tomo II dellArcipelago del suo ingaggio come delatore sotto il nome di copertura Vetrov, avvenuto nella prigione di Mosca. Lo guida il desiderio di essere buono, giusto, ubbidiente. Lautore sostieneb tuttavia di non aver mai realmente denunciato nessuno: Cos riuscii ad evadere limpegno. Mai pi mi capit di porre la firma Vetrov. Ma ancor oggi mi sento pieno di sgomento, quando per caso mimbatto in questo cognome18. Impossibile, - tuonano gli ex-prigionieri dei lager e gli agenti in pensione del sistema penitenziario. Una volta arruolato, sei spia e come tale facilmente ricattato, non ci vuole niente per costringerti a spiare. I detenuti, che dormivano in tanti nelle grosse baracche, non tolleravano i delatori ed erano molto solidali nella loro eliminazione: li uccidevano di notte senzalcun rischio di essere individuati. Per gli agenti bastava dimenticare la lettera dingaggio firmata sul loro tavolo mentre qualcuno dei detenuti vi faceva pulizie e uscire per un attimo dalla stanza: la notte stessa i compagni giustiziavano chi laveva firmata. Veleno sgorga dalle memorie degli ex-detenuti, quando discutono loscuro passato di prigioniero politico dellautore di Arcipelago. Qualcuno di loro scrive di aver scontato il rifiuto di firmare il contratto dingaggio col raddoppio del periodo di detenzione, con linasprimento del regime carcerario, con la revoca di piccoli vantaggi in precedenza concessi19. Solenicyn, al contrario, se la pass meglio, come egli stesso pi volte ammise. Pur non essendo scienziato, pot scontare la pena nel privilegiato Istituto penitenziario di ricerca scientifica. Per quale merito? Le prove dellattivit di delatore di Solenicyn sono a portata di mano del nostro lettore. Nel 74 il KGB, gridando alla vendetta, tir fuori le denunce firmate Vetrov e le regal a due letterati stranieri: al cecoslovacco Tomas Resak, che li riprodusse nel famigerato libro di cui abbiamo parlato allinizio, e al tedesco occidentale Franc Arnau. Questultimo, criminologo, grafologo e vero tedesco, esamin a fondo le denunce e giunse alla conclusione della loro autenticit e appartenenza al pugno di Solenicyn20. Questi affermazioni convinsero unenorme platea russa che lo scrittore sia stato direttamente responsabile della morte di alcuni detenuti.
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Solzenicyn, Arcipelago Gulag,

osca, Zentr Novyj mir, 1990, II, p. 243.

V. Buin, Aleksandr Solzenicyn, Mosca, Algoritm, 2003. Oppure V. K. Almasov http://warrax.net/48/solzhenitsyn2.html


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F. Arnau, Neue Politik N.2, Hamburg, 1978.

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Possiamo pure ignorare queste testimonianze, visto che entrambi gli autori sono di parte. E anche se i documenti analizzati sono autentici, solo unanalisi di documenti. La personalit dello scrittore va indagata in profondit. L, nel fondo della sua anima si nasconde un demone Nahrap, come lo chiama O. Davydov, che si cerca un habitat privo delle condizioni umane. Questa sete di disagio viene proiettata sugli altri individui. Analizzando la trama del Primo cerchio, Davydov vi scopre lantropologia del tradimento: ogni personaggio apparentemente positivo contiene il proprio demone che lo spinge in prigione o fa mettere in prigione e uccidere gli altri. Questa voce interna la possiedono Volodin, Gerasimovic, Hobrov, Ruska, Celnov, ma forte soprattutto nel protagonista Nerzin. In questo modo, il demone Nahrap trasforma le persone migliori (secondo Solenicyn) in traditori, vigliacchi, sabotatori, che si distinguono dalla gente cattiva solo per il loro idealismo benevolo. In conformit con questa impostazione mentale, Aleksandr Isaevic, senza rendersene conto, causa la morte delle persone e mette in pericolo mortale se stesso, per esempio quando senza alcuna ragione decide di litigare col capo per farsi trasferire dallIstituto di ricerca, isoletta doro del GULag, in un posto di detenzione tra i pi disumani del sistema, Steplag in Kazakistan. E non riesce a capire, perch lavesse fatto. Non sa che cos il suo interno genio malvagio allena i muscoli, sa solo che ci avvenga per sconfiggere il male. Nel 1953 fu liberato e per tre anni visse in confino nel piccolo paesino in Kazakistan, finch con decreto del Tribunale Supremo non venne definitivamente prosciolto e pot tornare nella Russia centrale. Dal 1957, quando fu pure ufficialmente riabilitato, prese dimora a Rjazan, dove continu a insegnare in una scuola. A quellepoca la Russia attraversava lincredibile stagione politica del disgelo. La condanna dello stalinismo, pronunciata dalla tribuna del XX congresso del Partito, sembrava aprire le porte alle libert e ai diritti, sognati da molti. Ci fu chi intese alla lettera il supremo messaggio e cominci a pretendere il dovuto. Ma trov una resistenza enorme della burocrazia partitica, non disposta a tollerare lo sbalzo climatico oltre un certo grado, oltre la tacchetta di rischio per i ghiacci polari del totalitarismo sovietico. Tra gli ingenui e testardi esattori degli elementari diritti costituzionali, troviamo il Nostro, assettato di lotta e in ottima forma. Scrisse allora quei quattro - cinque suoi racconti, tra cui i capolavori Giornata di Ivan Denisovic (1959) e La casa di Matrjona (1960), che miracolosamente riusc a pubblicare grazie allenergico intervento del poeta e redattore di Novyj mir A. Tvardovskij. Fu unesplosione, una scossa elettrica, un terremoto. La cruda realt della vita nel lager e il degrado della campagna russa martoriata dalla dittatura comunista, descritte in queste

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opere, misero in subbuglio tutta la societ e, fulmineamente tradotte in altre lingue, urtarono il mondo. Il magico cristallo della letteratura restitu limmagine tridimensionale alle asciutte rivelazioni politiche del Cremlino. Il boato prodotto allinterno del Paese era talmente assordante per certe orecchie, che non si poteva pensare di ampliarlo con altre pubblicazioni di Solenicyn, n tanto meno con lintroduzione di altri autori, che pure cerano. Per esempio, cera Vasilij Grossman o Varlam alamov, entrambi di grandissimo talento, che scrivevano con la stessa passione di Solzenicyn e sullo stesso suo argomento. Ma Khruscev cap a quale pericolo la sua politica esponeva il socialismo sovietico insieme con lui medesimo, e fece un passo indietro. Era tardi. Fu spazzato via dai suoi mandarini e sostituito da Breznev. Leminenza grigia del Partito era il KGB, guidato fino al 67 da V. Semiasnyj, poi da Ju. Andropov, che adott la linea dura nel ripristino della dittatura comunista. Ma il seme era stato gettato. Presto germogli un intero movimento di dissidenti e difensori della legalit, che agivano da soli o in piccoli gruppi. Le loro idee, profuse in documenti e opere letterarie, copiati con le macchine da scrivere, si diffondevano nel Paese a passo di tartaruga tramite samizdat, la rete di distribuzione illegale e affogavano nelloceano della propaganda ufficiale. Pi efficace era il tamizdat, cio la pubblicazione presso case editrici della dissidenza allestero. Per una pubblicazione di questo genere due dei pi noti esponenti del dissenso A. Sinjavskij e Ju. Daniel, furono arrestati e sottoposti a un processo, che contribu ad accrescere la notoriet del movimento. Tre anni dopo altri otto pazzi uscirono sulla piazza Rossa con gli striscioni per protestare contro loccupazione sovietica della Cecoslovacchia: N. Gorbanevskaja, L. Bogoraz, V. Delaunay, V. Fainberg, K. Babizkij, V. Dremluga, T. Baeva e P. Litvinov. Sempre dal 68 il movimento prese a redigere e divulgare il suo bollettino bimestrale (Cronaca di avvenimenti attuali), dedicato alla vita e al martirio dei dissidenti rimasti allinterno dellURSS. Ma si tramava sempre in clandestinit. Gli unici due, che grazie alla loro enorme popolarit internazionale potevano permettersi di lottare apertamente erano il Nostro e il fisico nucleare Andrej Saharov, successivamente insignito del Premio Nobel per la Pace. Alla fine degli anni 60 Solenicyn si mise in totale contrapposizione allideologia ufficiale. Le autorit fecero vari tentativi per immobilizzare il guanto destro di Khruscev contro lo stalinismo. Cominci cos la persecuzione dello scrittore, che fu pedinato e denigrato dalla stampa. Manifestazioni denigratorie furono organizzare nelle fabbriche, nelle scuole superiori, negli uffici statali. Gli interventi degli oratori dovevano basarsi sullinformazione riportata nei giornali, dalla radio e dallaTV; fu vietato leggere le sue opere. Aleksandr Isaevic si attendeva di essere

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arrestato da un momento allaltro. La casa di amici dove Solenicyn aveva nascosto il suo archivio fu perquisita, e la KGB venne in possesso dellArcipelago GULag, e cap che era la fine. Pens di suicidarsi. Ma con stupore scopr di essere pi forte di loro! Fu una sorpresa anche per le autorit, che pensavano di trovare in lui uno disposto a negoziare, e invece allimprovviso scoprirono davanti a se un formidabile pugile, incurante della categoria di peso dellavversario. Quel forzuto, illuminato dalle mille luci dei mass-media stranieri, sembrava non avesse listinto di sopravvivenza o non si rendesse conto di poter essere schiacciato. Si prese pure a scimmiottare Davide contro Golia. Il colpo dincontro Solenicyn lo fece partire a maggio del 67, con La lettera aperta al IV congresso dellUnione degli scrittori sovietici, che conteneva la protesta contro la censura e le persecuzioni politiche dei letterati. Il match del secolo inizi e intorno al ring si faceva le prime scommesse. Un robusto barbuto sferr al Sistema una serie combinata di colpi, fatti di interventi pubblici, proclami, interviste ai giornalisti stranieri, ma soprattutto di incredibile letteratura. Non pi racconti, ma romanzi Nel primo cerchio(1966), La divisione cancro(1966), Arcipelago GULAG (1967), Agosto 1914 (1971) e La ruota rossa, allora iniziata, si riversano durante questo periodo nella circolazione clandestina. Il regime reagiva ruggendo: i libri di Solenicyn vennero proibiti e il reato del loro possesso veniva punito con la reclusione nei luoghi assai lontani. Molte erano le vittime. Una aiutante volontaria dello scrittore, Elisaveta Voronjanskaja, si suicid impiccandosi, dopo che nel suo appartamento durante la perquisizione fu trovata la copia di Arcipelago GULag. Lo spettatore incantato della lotta, lOccidente premi Solenicyn con il Nobel. Unenorme platea dei tifosi russi, gente di ogni ceto e professione, seguiva lo spettacolo con curiosit e cuore in gola. I difensori della legalit con Saharov in capo, gli scrittori, rappresentanti delllite intellettuale del Paese come il musicista M. Rastropovi si alzarono e si unirono per difendere suo coraggioso fratello. Solo che egli, - e qui ci stiamo ad un'altra contestazione nei suoi confronti, - non volle essere fratello, ma Padre. Qui siamo arrivati allincriminazione di Solenicyn per mania di grandezza. Si ritiene, che facesse di tutto per creare il culto della propria personalit. Il risentimento generale di questo tipo si prorompe nelle memorie di chi lo aveva conosciuto personalmente, nelle lettere aperte a lui indirizzate. La sintesi di incriminazioni di questo tipo troviamo da uno dei massimi autori russi contemporanei, Vladimir Vojnovi, che nel 74 fu diffamato ed espulso dallUnione degli scrittori proprio per aver pubblicamente difeso Solenicyn, oltre che per aver scritto le sue opere satiriche non ortodosse. Lammiratore

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appassionato, pi tardi Vojnovic caricaturista venne attratto dal personaggio Solzenicyn: La sua maniera di comportarsi (in pubblico, non in privato) fornisce molto materiale per la parodia: la presunzione incredibile, lipocrisia e la bigotteria; nella polemica con gli oppositori linclinazione allimbroglio. Cos nacque il libro Portret na fone mifa (Ritratto sullo sfondo di un mito21, dedicato interamente al culto di personalit di Solzenicyn in Patria. Nelle conclusioni Vojnovi scrive: A mio avviso, come scrittore Solenicyn non era male, a volte anche straordinario, ma le sue qualit come grandezza, genialit, capacit profetiche e onest morale devono essere classificate come mitologiche. Lo stesso parere lo esprime il filosofo e traduttore Lev Kopelev, compagno di prigionia del Nostro e anchegli scrittore, nella Lettera aperta a Solzenicyn: Nellultimo decennio tu rappresentavi la nostra letteratura con straordinaria dignit e inconfutabile verit, ma da quando tu credesti di essere lunico portatore di un'unica verit, questa dignit e questa veridicit cominciarono a venir meno, a dare crepe e a sgretolarsi. E ancora: Ti ricordi, come Tolstoj spiegava, che ognuno assomiglia a una frazione, dove il nominatore quello che gli altri ne pensano e il denominatore ci che egli pensa di se stesso. A lungo non me ne accorgevo, come aumentava, come lentamente esplodeva il tuo denominatore22. Lo stesso atteggiamento nei rapporti di Solenicyn viene segnalato da tutte le parti. Saharov scrive di avergli chiesto un intervento a favore di Grigorenko e Marenko, due protagonisti del dissenso sovietico in quel momento sotto processo, lultimo dei quali cadde poi martire del regime; e di essersi sentito rispondere: No! Loro hanno voluto sfondare il muro con lariete, sono loro che hanno scelto questa sorte, non si pu salvarli. Ogni tentativo pu solo nuocere loro e danneggiare gli altri. Mi sentii raggelato commenta Saharov - da questa posizione, cos opposta alla spontanea umana reazione23. Che dire di tutte queste pretese? Che partono senza capire la natura del personaggio, distruttiva e non costruttiva. I maestri di questo tipo e calibro sono sempre lottatori solitari. assurdo esigere da un campione del mondo di fare gioco di squadra o far scudo agli atleti minori. Altro tallone dAchille di Solenicyn era, secondo i critici, il suo nazionalismo patriottico, tre volte imperdonabile; un antisemita che
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http://www.voinovich.ru/portret.htm Purtroppo qualche anno fa una casa editrice italiana aveva rifiutato di stampare questo best-seller dei paesi anglosassoni, malconsigliata da qualche sciagurato esperto russista.
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L.Kopelev http://imwerden.de/pdf/syntaxis_37_pismo_kopeleva_solzhenicynu.pdf . D. Saharov. Vospominanija (Ricordi), vol. I, . 423. M,1996

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disprezzava gli altri popoli e travisava il carattere etnico russo. Certo, le le sue ripetute sortite contro gli ebrei si possono spiegare solo con lautolesionismo, visto che non solo suo padre, ma anche la sua seconda moglie Natalia Svetlova e dunque, anche tutti i suoi figli per tre quarti, sono ebrei. Ironizza Vojnovi, che lantisemita (razzista) quello che ha un amico ebreo (negro). E infatti Solenicyn sottolineava che i due amici scrittori che lavevano aiutato in Germania erano ebrei. Secondo lui la rivista degli esuli russi in Occidente era la rivista degli ebrei in lingua russa. Ma pi che di loro, egli era un grande amico degli scrittori filofascisti come V. Solouchin, che apertamente loda Hitler e sospira chegli non abbia risolto la questione ebraica. Il libro Duecento anni insieme afferma che essere un ebreo russo significa essere una specie di centauro: le due met, quella russa e quella ebraica, non si fondono mai completamente. Anche altre nazionalit sono separate dal popolo Russo con un profondo solco; i loro rappresentanti, quando stanno male o muoiono, sono meno degni di compassione rispetto ai Russi. Nazionalisti e patrioti lo accusavano invece di incomprensione dellanima russa, anzi d vera russofobia, oltre che di intollerabile quietismo nei confronti degli ebrei. Alla fine le opposte accuse si neutralizzarono a vicenda. Neppure Solenicyn poteva essere contemporaneamente antisemita, nazionalista e russofobo. Ma la sua coerenza stava nellessere bastian contrario: questa la sua personale bandiera, il suo personale inno patriottico. Nel 1974 Solenicyn fu privato della cittadinanza ed espulso. LEuropa e poi lAmerica lo accolsero come eroe. E lui si sent obbligato a dimostrare le sue qualit professionali, cio la sua bravura del combattente e sfascia tutto. Lincontro con lOccidente prometteva grandi risultati e dalla distanza ravvicinata il Nostro potenzi i colpi, distribuendoli con entrambe le braccia sul nuovo avversario. Scrisse, che la sua prima reazione era un sentimento di meraviglia e di compassione, che la moderna societ libera era debole, fiacca, incapace di difendere la propria libert, che lOccidente tramava contro la Russia ecc. Non intendeva proprio lasciar perdere la vis polemica. Ma nessuno raccolse la sfida. La risposta fu ovviamente un compunto silenzio. La critica occidentale si limit a non lodare le opere che era impossibile lodare, ma neanche le critic. La battaglia, semplicemente, non ebbe luogo e Solenicyn rimase deluso, affogato nel benessere economico, felice, e annoiato. Quel che lo consol e lo fece sperare, furono le nuove ondate di critica provenienti dallaltra parte del globo. Laccusa prevalente era il tradimento dalla patria, laver confuso la Madre Russia con lUnione Sovietica. Cos Vjaeslav Rumjanzev, deputato del Parlamento allepoca di Gorbaev e creatore del portale

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storico-filosofico Chrono: Era proprio necessario vivere e lavorare negli Stati Uniti, farsi sfruttare dalla propaganda antisovietica, intrecciando le proprie denunce nel massiccio flusso mediatico destabilizzatore? vero che il regime sovietico e la burocrazia partitocratica rappresentavano un danno per la Nazione, ma per quale motivo bisognava partecipare ai programmi di distruzione della Patria, organizzati dalla CIA e dal Dipartimento di Stato degli USA?24. proverbiale la frase detta da Solzenicyn durante il suo intervento al Congresso statunitense: Per favore, - si rivolse il Premio Nobel ai parlamentari americani, - ingeritevi pi spesso nelle nostre questioni interne. Questo i progressisti russi non glielo potevano perdonare. La volutt irresistibile di essere colpito da loro e di colpirli a sua volta suonava dolce nelle orecchie del sempre pi anziano scrittore. Nel 1990 Solenicyn torna in Patria. Ma gli anni si fanno sentire ed egli non pi lo stesso. Scrive lopuscolo Come dobbiamo riassestare la Russia, dove preoccupato a ricostruire, a creare. Istituisce un premio letterario dandogli il proprio nome. Gli osservatori stranieri non si accorgono di niente e sparano retoricamente nel vuoto: Quale la ragione della straordinaria forza e durata di questuomo che da piu' di trent'anni al centro della vita etico-politica, oltre che letterariointellettuale, non solo del suo Paese, ma, si pu dire, del mondo?25. Stanco e docile, egli accetta dalle mani del Presidente Putin nel 2007 il Premio Statale della Federazione Russa, la stessa onorificenza che aveva rifiutato di accettare da Gorbacev e Elzin. La fortuna volle riservare il lieto fine al romanzo storico-ideologico della vita di Solenicyn; il genio di distruzione esaur la sua forza e si spense in pace. Il mondo gli rimasto grato per quello che ha fatto. Ma perch questa gratitudine rimanga nelle generazioni avvenire e perch i suoi libri continuano ad essere letti, non chiamatelo Profeta. Non era lunico a predire il crollo dellURSS e sbagli completamente le cause. Chiamatelo, caso mai, il Big Cracker, che abbattendosi sul Big System della dittatura staliniana aveva scassinato anche quello, lasciandoci il tesoro dellinformazione.

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Cit. in Vittorio Strada, art. cit. Vittorio Strada, art. cit.

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