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October 11, 2012
Odio questo paese: riflessioni di un giovane italiansinfuga
Dopo mesi e mesi di introspezione, fra i vari viaggi in treno, fra la fedele puzza di orinache ti accoglie in stazione centrale tutte le mattine e fra varie letture di gente coraggiosa,di gente che stimo, sono arrivato a questa semplice, e per alcuni “ingrata” conclusione.Ora: che io me ne volessi già andare, che io avessi scoperto già da un po’ che il mondo è
troppo grande e bello
per perdersene un pezzetto, che io avessi realizzato che ci sonotalmente tante
persone, culture diverse
, luoghi da vivere ed esperienze da fare, che ioavessi da tempo realizzato che sposarsi a vent’anni, far nascere dei figli a ventiquattro elavorare fino ai sessanta (?) per poi finire ad asserire tutti i giorni il ben noto “si tiraavanti” con gli altri anziani, che io avessi realizzato da tempo che quella non èesattamente la vita che vorrei, questo era già noto. Sì.Passare tutta la vita in un cupo paese di periferia, senza mai mettere il naso fuori dallacampana di
 ignoranza
che ti circonda, senza mai darsi neanche la pena di sapere che làfuori ci sono altre culture, altri valori, altre cose da imparare e vivere, no, non è la miaaspirazione nella vita.Che io odiassi il mio paese, questo non era altrettanto noto. Era sconosciuto anche a mestesso. Fino ad oggi. A questo punto della riflessione potreste davvero pensare ch’io siadavvero un ingrato, e probabilmente ne avreste anche un po’ il diritto.Ma:Non è l’
Italia
 che odio. Non il paese dei patrimoni dell’umanità, non il paese di Dante ePetrarca, non il paese della dieta mediterranea. Non quello. Quello è uno dei paesi piùbelli del mondo. E’ il mio paese, ed io sarò sempre e comunque un italiano.Quello che odio è il lupo, nascosto dietro al travestimento di agnello.Quello.Odio l’Italia dei pregiudizi, l’Italia del sistema corrotto, l’Italia
derisa dal Sun
 in primapagina.L’Italia dei politici che promettono e parlano e mangiano sulla
schiena dolorante
di miamadre e di mio padre, sulle schiene di persone che se la passano anche peggio e gridano“Abbiamo fame”. L’Italia dei
 ricercatori
 neolaureati costretti a scappare all’estero. “Nonci sono soldi per finanziare la ricerca”, dicono.L’Italia dei
sogni chiusi nel cassetto
 e destinati a rimanere lì.L’Italia della gente che incontro in treno, che non sa se riuscirà mai a vedere la pensione.L’Italia di chi è già
scappato
, per garantirsi un futuro o garantirlo ai propri figli.L’Italia di chi resta.L’Italia del laureato che lavora come commesso o lavapiatti, raggirato dalla convinzioneche “
sei già fortunato ad avercelo, un lavoro. Accontentati.
L’Italia del “L’importante è che c’è la salute” e del “e che ci possiamo fare..”.
1 di 211/10/2012 14.49
 
L’Italia radicata in una mentalità vecchia di cent’anni, in
preconcetti
 medievali, l’Italiache si è dimenticata di che cosa significhi osare, avere dei sogni, provarci, perchéqualcuno gli ha detto che oramai
non si può più sognare
.L’Italia unita, unita dal
pregiudizio
 e dall’ignoranza, dalla disinformazione.L’Italia
razzista
, dove nel 2011 due innocenti vengono uccisi perché macchiati dellacolpa d’essere senegalesi.L’Italia che scivola sempre di più nel baratro, trascinata a fondo dalla
corruzione
, dallamafia, dall’ignoranza, dalla politica, dagli italiani che conoscono solo il lamentarsi e poicontinuare la loro vita senza batter ciglio.La
mia
 Italia. L’Italia di chi è conscio già da tempo di tutte queste cose e se le ritrovapiombare addosso in una sera milanese passando di fianco ad un coro natalizioall’ingresso della stazione.Questa è l’Italia che odio.Non so ancora bene quale sarà il mio spazio nel mondo, ma so che è il percorso checonta. E se il mio percorso non potrà iniziare in questo paese, inizierà in un altro.Io sono Luca, ho 19 anni, e ai miei sogni non ci rinuncio.
2 di 211/10/2012 14.49

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