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CARMINA DI CATULLO: NUMERI 1-17 (alcuni esempi)

-3-Godiamoci la vita mia Lesbia, e amiamoci e non teniamo in alcun conto le critiche dei vecchi pi severi. I giorni possono tramontare e rinascere: noi, non appena tramontata la nostra breve vita, dobbiamo dormire un'unica notte senza fine. Dammi 1000 baci poi 100 poi di nuovo 1000 poi ancora altri 100, poi ancora altri 1000, poi altri 100, poi quando ne avremo accumulati molte migliaia li confonderemo per non sapere la somma o perch nessun maligno possa gettarci il malocchio, sapendo che cosi grande il numero dei nostri baci.

-1-A chi dono il nuovo piacevole libretto appena levigato dalla ruvida pomice? A te Cornelio: infatti eri solito ritenere che i miei componimenti valessero qualcosa, gi allora quando osasti unico tra gli italici svolgere la storia di un secolo, o Giove? In tre libri dotti ed elaborati. Per questo, accetta questo libretto, qualunque cosa sia e per quello che . E questo, o musa, possa sopravvivere per un secolo.

-2-Passero, delizia della mia ragazza, che ci gioca e lo tiene sul grembo, gli d la punta del dito e st a provocare i morsi acuti, quando il mio fulgido amore in vena di scherzi che diano conforto al suo dolore, credo, riposo alla passione dura potessi anch'io giocare con te come fa lei, e alleviare le tristi angosce dell'animo.

-4-Tu mi domandi,Lesbia, quanti baci, di quelli tuoi,potrebbero bastarmi. Tanti,quanti sono i granelli di sabbia dei deserti nelle distese della Cirenaica, ricca di silfio, tra l'oracolo torrido di Giove e la venerabile tomba dell'antichissimo Batto; o quante sono le stelle che nei silenzi della notte vedono i furtivi amori degli uomini. Il numero questo, dei baci con cui devi baciare il tuo pazzo Catullo perch ne abbia abbastanza. I curiosi non possano contarli, n stregarci una lingua incantatrice.

-5-Piangete o veneri amori e tutti voi uomini un po gentili. E' morto il passero della mia fanciulla, il passero gioia della mia fanciulla, che ella amava pi dei suoi occhi; infatti era dolce come il miele e conosceva la sua stessa padrona tanto bene quanto una fanciulla sua madre e non si allontanava dal suo grembo ma saltellando attorno ora qua e ora l pigolava sempre soltanto alla sua padrona. Ma ora esso va per un cammino buio, l dove dicono che nessuno ritorna, ma voi siate maledette crudeli tenebre dellorco che divorate tutte le cose graziose; mi avete portato via un passero cos grazioso. O che disgrazia! O povero passerotto! Per causa tua i begli occhi della mia fanciulla sono gonfi e rossi a furia di piangere.

-6-Disgraziato Catullo, smetti di essere folle E ritieni perso ci che vedi andato perduto un giorno per te brillarono giorni luminosi, quando eri solito andare dove la fanciulla ti conduceva amata da noi quanto nessun altra sar mai amata. L allora si facevano molti giochi d'amore, che tu volevi e la fanciulla non rifiutava veramente brillarono per te giornate luminose ora ella non vuole pi: anche tu, per quanto a fatica, non volere e non inseguire lei che fugge, e non vivere da infelice, ma con animo fermo resisti, sopporta. Addio, fanciulla, ormai Catullo resiste, non ti cercher pi ne ti supplicher se tu non vuoi; ma tu soffrirai quando non sarai pi supplicata, sciagurata, guai a te, quale vita ti aspetta? Chi ora si avviciner a te? A chi sembrerai attraente? Chi ora amerai? Di chi si dir che sei? Chi bacerai? A chi morderai le labbra? Ma tu, Catullo, ostinato resisti. -7- O Veranio, che tra tutti i miei amici tu stai davanti di trecento miglia, sei tornato a casa, ai tuoi penati e ai fratelli concordi alla vecchia madre? Sei tornato. O notizia a me lieta! Ti vedr incolume, ti ascolter narrare dei luoghi visitati, delle tue avventure, dei costumi dei popoli, come tua abitudine, O quanto c di uomini felici, chi pi gioioso e beato di me?

-8-Furio e Aurelio, voi che siete disposti ad accompagnare Catullo, sia che voglia giungere fra gli Indiani ai confini del mondo, dove il lido battuto dalle onde orientali che risuonano di lontano, Presenta e commenta adeguatamente gli sia tra gli Ircani o fra gli Arabi effemminati o presso i Saggi e i Parti armati di frecce, otto brani originali. sia (presso) le acque che il Nilo dalle sette bocche colora, sia che voglia valicare le alte Alpi, per visitare le testimonianze del grande Cesare, o il Reno dei Galli, l'oceano spaventoso e i Britanni. VALETE

posti ai confini del mondo, pronti ad affrontare tutti questi rischi insieme a me, tutti quelli che porter la volont dei celesti: annunciate alla mia ragazza poche non buone parole. Con i suoi amanti viva e stia bene, che, abbracciandoli insieme, tiene nel numero di trecento, senza amarne davvero nessuno, ma rompendo i lombi di ognuno senza tregua; e non guardi, come prima, il mio amore, che caduto per colpa sua, come un fiore posto al margine di un prato, che toccato dall'aratro che passa. Asinio Marrucino, tu non usi bene la mano sinistra nello scherzo e nel vino: rubi il fazzoletto ai distratti. Pensi che questo sia spiritoso? Ti inganni, sciocco, quanto vuoi cosa ignobile e inelegante. Non mi credi? Credi a tuo fratello Pollione che vorrebbe scambiare i tuoi furti con un talento; infatti un ragazzo dotato di garbo e buongusto. Perci aspettati trecento endecasillabi o rendimi il fazzoletto, il quale non mi muove per il suo valore, ma un ricordo di miei amici. Infatti Fabullo e Veranio mi inviarono fazzoletti Setabi in dono dall' Iberia; devo quindi amarli come amo il mio Veraniolo e il mio Fabullo.

Cenerai bene mio caro Fabullo, da me tra pochi giorni, se gli dei ti sono favorevoli, se porterai con te una cena gustosa e abbondante non senza una splendida fanciulla e vino e sale e ogni genere di allegria. Se porterai ci io dico, bello mio cenerai bene; infatti il borsellino del tuo Catullo pieno di ragnatele, ma in cambio riceverai affetto sincero e quello che vi pi soave e raffinato: infatti ti dar un unguento che alla mia fanciulla donarono le veneri e gli amori.

Quando tu lo annuserai, o Fabullo, pregherai gli dei che ti facciano diventare tutto naso. Se non ti stimassi pi dei miei occhi, amabilissimo Calvo, per questo dono ti dovrei odiare di un odio Vatiniano; infatti che cosa ho fatto o che cosa ho detto, perch tu mi dovessi far male con tanti poeti? Gli dei mandino molte sciagure a quel tuo cliente, che ti ha mandato tanti empi. Se poi, come sospetto, questo regalo insolito e bizzarro te l'ha fatto Silla il maestro di scuola, non mi dispiace, ma ne sono lieto e felice, poich la tua fatica non va perduta. O grandi dei, l'orribile e esecrabile libretto! Che mandasti naturalmente al tuo Catullo perch morisse di colpo nel giorno pi bello, nei giorni dei Saturnali. No, non la farai franca, spiritoso; infatti, se verr giorno, correr alle cassette dei librai, raccoglier i Cesi, gli Aquini, i Suffeni, tutta questa robaccia, e ti ricompenser con questi supplizi. Intanto voi, state bene e di qui andate l dove avete mosso i vostri piedi esecrabili, sventura della nostra et, pessimi poeti. E queste mie piccole cose speriamo trovino qualche lettore disposto a darmi ancora la mano.

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