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L'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA

Operazione O.M.T -

http://it.wikipedia.org/wiki/Zog_I_di_Albania
* Alfredo Guzzoni: Nasce a Mantova il 12 aprile 1877. Dopo
la Scuola di Guerra partecipa al conflitto Libico e quindi alla
Grande Guerra come Capo di S.M. nella 7 e 11a divisione.
Nel 1918 diviene Capo di S.M del 3 C.d.A. Nel 1930,
promosso Generale va a comandare una brigata Alpina.
Passa quindi alla Accademia Militare di Modena e alla
Divisione Granatieri. E' Governatore dellEritrea per un breve
periodo (1935) e nel 1939 comanda il Corpo d spedizione in
Albania (operazione OMT). Allo scoppio del Conflitto ai
vertici della IV armata sul fronte Alpino Francese. Ricopre la
carica di sottosegretario di stato alla guerra e sottocapo di
S.M. finch Cavallero rimane in Albania. Dal 1942 comanda
la VI armata in Sicilia e la comandava anche quando gli
americani sbarcarono. Viene sollevato dall'incarico quando
le truppe Italiane collasseranno ai primi d'Agosto del 1943.
Dopo l'8 settembre viene arrestato nella R.S.I. come traditore.
Scampa al plotone d'esecuzione grazie ai tedeschi. Morir a
Roma nel 1965.

Oltre mare Tirana - l'oro di Bombig

L'accelerazione di Hitler in Cecoslovacchia provoca da noi la paura di perdere in Europa orientale quelle piccole fette di influenza che
ci eravamo cos duramente conquistate nel tempo (oltre al protettorato virtuale sull'Albania poi non erano molte, una Savoia in Bulgaria,
qualche isola nell'Egeo e normali rapporti con qualcun'altro, Grecia esclusa: la nostra influenza sul Montenegro, patria della Regina,
ormai era cosa d'antiquariato). A dir la verit della nostra influenza non s'era accorto nessuno. All'epoca del primo grande conflitto
avevamo messo in salvo corte e esercito Serbo, salvaguardato i confini dell'Albania e della stessa Grecia che poi neanche ci
ringraziarono. Le potenze vincitrici, non noi che avevamo fatto uccidere 700.000 persone per poco o niente, ci avevano promesso
ulteriori zone di influenza in Turchia e a suo tempo addirittura nella caucasica Georgia Russa, ma dalla Cecoslovacchia (pure aiutata) i
francesi ci avevano cacciato. Lo spagnolo Franco, nel '39, dopo i miliardi ricevuti, al di l d'un - grazie, non ho soldi per pagarvi
ora- non era andato. Ma torniamo all'Albania. A fine grande guerra le minacce al piccolo stato per i problemi irrisolti di confine
etnico nella Ciamuria greca (di etnia misto-albanese) si inasprirono. La cosa strana per che era l'Albania a minacciare i pi grossi
vicini. Gli albanesi rivendicavano anche il Kossovo serbo ( con forte presenza albanese ) inglobato nel nuovo regno Serbo-Jugoslavo e
a dir la verit un pezzo di Montenegro e di Macedonia sempre serbi ma sempre bietnici. Per gli albanesi, a maggioranza mussulmana,
lo schieramento anti-tedesco del 1915 era stato un incidente di percorso da non ripetere. Le occasioni di attrito coi vicini, ex alleati,
quindi non mancavano e non mancheranno. Sul trono di Albania sedeva da alcuni anni Re Zog, ex presidente della Repubblica
autoproclamatosi Re e novello sposo di Geraldina d'Ungheria in dolce attesa di un figlio. Alessandro (Leka, tutt'ora vivente e
pretendente al trono), nascer il 5 aprile 1939 in un brutto momento. Fra le pochissime ricchezze di questo paese si favoleggia quella del
petrolio che aihm rester appunto favola. L'Anic, nonostante la antieconomicit costruir qui due raffinerie. Dal sottosuolo esce una
mistura strana lontana parente del petrolio, solo gli italiani riescono ad usarla (cattivi petroli, oli e catrami). Il problema lalto
contenuto di zolfo del petrolio albanese, che richiede ladozione di particolari processi di raffinazione ed elevati investimenti. Contatti
che Zog avrebbe avuto con gli Inglesi e i soliti Francesi ( anche a loro andava imputata la nostra vittoria "mutilata" nella grande guerra e
le beghe nei Balcani e nell'est Europa ) fecero propendere Mussolini per un azione mirata di forza tesa ad assicurarsi anche militarmente
il territorio. L'Albania era stata chiamata il Belgio Italiano per un analogo compromesso economico con la Francia. L'Asse Roma
Berlino, in quel momento pi che un asse stabile sembrava un dondolo. I tedeschi le loro intenzioni le annunciavano a decisione presa
o peggio a partita chiusa, tanto erano veloci. Dopo l'Anschluss dell'Austria, da noi dolentemente riconosciuto, e quello della
Cecoslovacchia si ritenne quindi necessario rispolverare il vecchio piano di annessione.
Uno schema pacifico di protettorato "pesante"con relativo ultimatum venne sottoposto
in fretta e furia a Re Zog il 25 marzo 1939. Noi le nostre rivendicazioni le palesavamo
pubblicamente, con relativo anticipo, poi ci rodevamo del sospetto che qualcuno
volesse guastarci la festa. Lo stesso ambasciatore albanese Seregi in transito a Bari si
accorge della concentrazione di soldati pronti a partire per invadere il suo paese. La
campagna "militare" d'Albania del 39 nasceva quindi tanto raffazzonata che tutto il
resto ne fu conseguenza. L'aerotrasporto organizzato consistette nel caricare soldati su
bombardieri, finanche nelle stive delle bombe e senza armamenti pesanti. La nafta
sbarcava nei porti dove serviva la benzina e viceversa. Il comandante in capo designato
Guzzoni* seppe dell'operazione non pi di una settimana prima, confidenzialmente,
da un alto ufficiale in stazione a Padova. L'ordine di sbarco dei reparti venne a volte
alterato cosicch chi doveva effettuare solo occupazione e controllo del territorio finiva in prima linea. I fondali scelti nei porti non
corrispondevano al pescaggio delle navi. 50 anni dopo un'altra ammiraglia italiana vi si arener di nuovo. La fretta e la segretezza con
cui circondammo l'avvenimento fecero passare in second'ordine i guai dopo la relativa facilit della campagna. La frammentazione del
corpo di spedizione (22.000 uomini) venne effettuata con organici costituiti da richiamati non a conoscenza degli ultimi apparati tecnici
introdotti (radiotelegrafisti) e, come nel caso dei bersaglieri, distolti dalle loro abituali occupazioni solo dieci giorni prima o di leva
impreparati. Erano anche stati presi a battaglioni qui l da 12 reggimenti diversi un p per dare il lustro della conquista a tutti e un p
per mettere insieme la gente pi esperta. La dislocazione di 4 teste di ponte (sbarchi) a fronte di una pur piccola resistenza avrebbe
costituito un serio problema. Ma questa non era la Normandia. Composizione delle colonne e relativi comandi ( fra parentesi i reggimenti di
appartenenza ):
- Colonna 1 (Colonnello Scattini-San Giovanni di Medua; Obbiettivo: Scutari)
3, 5 Btg. (8 rgt.), 28 Battaglione Bersaglieri del 9 rgt.
Due Compagnie del Battaglione di Marina "San Marco"
- Colonna 2 (Generale Messe; Durazzo; Obbiettivo: Tirana)
2, 17 Btg. (2 rgt.), 10 (7 rgt.), 14 (5 rgt.), 27 Battaglione Bersaglieri
(11 rgt.)
1 Battaglione del 47 Reggimento Fanteria
8 Battaglione Carri Leggeri
10 Battaglione Carri Leggeri
1 Battaglione Granatieri (su Tirana via aerea dopo la conquista della
citt)
2 Battaglione Granatieri (come il 1 Battaglione)
Una Batteria da 65/17mm, una Batteria Antiaerea
- Colonna 3 (Colonnello Bernardi; Valona; Obbiettivo: Fieri)
1 (1 rgt.), 16 Battaglione Bersaglieri (10 rgt.)
40, 76 Battaglione Camicie Nere
- Colonna 4 (Colonnello Carasi; Santi Quaranta; Obbiettivo:

Argirocastro)
20 (3 rgt.), 33 Battaglione Bersaglieri (11 rgt.)
Il regno che Vittorio Emanuele III si
apprestava ad aggiungere personalmente alla
sua corona, come diceva lui stesso, era una

terra con quattro sassi, impercorribile,


fangosa, malarica e con montagne dove la
semplice vita era un rischio.

3 Gruppo Carri Veloci "San Giorgio"

"Scarpe Grosse" un film di Dino Falconi del 1940 con A. Nazzari al nuovo
cinema italiano a Durazzo

In Albania non si va per terra via litoranea, poich la costa


paludosa e malarica, e quindi non ci si sostiene l'un l'altro. In
Albania si risalgono verso l'interno quei fiumi che diventeranno
tristemente famosi. L'esercito di linea albanese, valutato pi numeroso del nostro, non oppose che sporadica resistenza. Allora come
adesso, nella situazione in cui erano, non potevano che migliorare. L'unica colonna veramente impegnata fu la prima del primo
scaglione che puntava da Durazzo su Tirana (capitale nell'interno). Lo sbarco avvenne alle 5,25 del 7 aprile. Alle 10,10 del 9 aprile
Tirana era occupata. Re Zog e figlio Leka riparavano in Grecia. L'operazione denominata O.M.T era costata 12 morti e 81 feriti. Dopo
l'assicurazione ai paesi confinanti che l'impresa era finita l, il 12 aprile un'assemblea collaborazionista (costituita ad hoc) destituiva Re
Zog. Il 16 Aprile Vittorio Emanuele III accettava ufficialmente la corona d'Albania. Gli venne in mente di visitare il suo regno nel 1942
e per poco non lo uccidono. Della durezza di quelle terre e di quelle genti avremo modo di scoprirlo 18 mesi dopo quando muoveremo
guerra alla Grecia e 4 anni dopo, ma questa gi un'altra storia.

I reggimenti bersaglieri presenti erano reggimenti di formazione poich hanno tutti un solo battaglione mobilitato ( il solo 2 ne ha due
). Su 12 battaglioni 9 sono ciclisti. Il reparto comando quindi anche se preso da un reggimento ha giurisdizione su organici di diversi
reggimenti (1.2.3.5.7.8.9.10.11.12?) Il battaglione misto quello che inquadrava la compagnia carri veloci L3 della prima colonna del
Gen. Messe (2 e 5). La compagnia carri verr poi soppressa in questi reggimenti a fine campagna per passare agli L6 e alle
autoblindo. I reggimenti 5-7-8-9-12, inquadrati nelle divisioni Corazzate e Motorizzate, lasceranno definitivamente le biciclette (dopo
40 anni ) per le moto e gli autocarri. Erano inoltre presenti aliquote di fanteria (47-48 fanteria), Camicie nere (3 Btg), VIII e X carri L,
Cavalleria corazzata S. Giorgio, Btg. Grado del S. Marco di fanteria di marina artiglieria e servizi.
Bombig, nato a Pola nel 1913, consegue il diploma di ragioniere ed entra subito nella Accademia di Militare di Modena nel 1933 per il
brevetto di sottotenente. Assegnato all'8 Bersaglieri viene promosso tenente 5 anni dopo alla vigilia della partenza per l'Albania.
Sbarca a S. Giovanni di Medua col III battaglione complementi e viene ben presto coinvolto con la sua compagnia in scontri a fuoco.
Per tentare il passaggio del ponte della Brinassa, minato e interrotto si lancia con alcuni volontari oltre il manufatto, potentemente
difeso da mitragliatrici. Viene colpito a morte e spira poco dopo. Scutari 8 aprile 1939.
Tra i pochi bersaglieri caduti la Medaglia
d'Oro BOMBIG RICCARDO

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