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L'arca di No

Ci son due coccodrilli


ed un orango tango,
due piccoli serpenti
e un'aquila reale,
il gatto, il topo, l'elefante:
non manca pi nessuno;
solo non si vedono i due leocorni.

Un d No nella foresta and


e tutti gli animali volle intorno a s:
"Il Signore si arrabbiato il diluvio mander:
voi non ne avete colpa, io vi salver"

Ci son due coccodrilli


ed un orango tango,
due piccoli serpenti
e un'aquila reale,
il gatto, il topo, l'elefante:
non manca pi nessuno;
solo non si vedono i due leocorni.

E mentre salivano gli animali


No vide nel cielo un grosso nuvolone
e goccia dopo goccia a piover cominci:
"Non posso pi aspettare l'arca chiuder."

Ci son due coccodrilli

ed un orango tango,
due piccoli serpenti
e un'aquila reale,
il gatto, il topo, l'elefante:
non manca pi nessuno;
solo non si vedono i due leocorni.

E mentre continuava a salire il mare


e l'arca era lontana con tutti gli animali
No non pens pi a chi dimentic:
da allora pi nessuno vide i due liocorni.

Ci son due coccodrilli


ed un orango tango,
due piccoli serpenti
e un'aquila reale,
il gatto, il topo, l'elefante:
non manca pi nessuno;
solo non si vedono i due leocorni.

Banana cocco baobab

Ero stanco di essere un uomo della citt,


in mezzo a gabbie di cemento a vivere: come si fa?
Molti problemi inutili, troppe preoccupazioni,
meglio andar sugli alberi e mettersi a penzoloni e fare:

Rit.
Uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, banana cocco baobab
banana banana banana banana banana
banana banana banana banana banana
banana cocco baobab

Andare sulle liane invece che col tram


e al posto del vestito la pelliccia di Pierre Tarzan
e stare in cima agli alberi a tirare le banane
in testa ai coccodrilli, ai bufali e ai cinghiali e fare:
Rit.
Uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, banana cocco baobab
banana banana banana banana banana
banana banana banana banana banana
banana cocco baobab
Stare sotto il cielo e non dormir nel letto
Invece che studiare buttarsi gi dal tetto
Correre nei sui prati e bruciare anche i canguri
E poi tutti nel vento a fischiar come i siluri e fare:
Rit.
Uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, uh,uh, ah,ah, banana cocco baobab
banana banana banana banana banana
banana banana banana banana banana
banana cocco baobab

Dov' il pollice

Dov' il pollice, dov' il pollice

Eccolo qua, eccolo qua


Come stai, stai bene, molto bene grazie
Vado via, vengo anch'io
(Si ripete con le altre dita, pugno e mano)
Pollice, indice medio , annullare , migniolo.

Palloncino blu

Palloncino blu su, su, su,


Nel cielo se ne va su, su, su,
E canticchiando fa trallero lero l
Incontra una farfalla, le dice buona sera
Incontra una cornacchia
Mamma quant' nera
Incontra un passerotto
Che non sa volare attaccati al mio filo
Se da mamma vuoi tornare
Palloncino blu su, su, su,
Nel cielo se ne va su, su, su,
E canticchiando fa trallero lero l
Palloncino blu gi, gi, gi
Nel mare se ne va gi, gi, gi
E canticchiando fa trallero lero l

Incontra un pesciolino gli dice buona sera


Incontra una balena, mamma com' nera
Incontra un polipetto che non sa nuotare
Attaccati al mio filo se da mamma vuoi tornare

Palloncino blu gi, gi, gi


Nel mare se ne va gi, gi, gi
E canticchiando fa trallero lero l

Seconda versione
Whisky ragnetto che sale la montagna
la pioggia lo bagna
e Whisky cade gi, gi, gi!
Ma ecco esce il sole
e Whisky si asciugato
risale la montagna e va sempre pi s, s, s!
Sulla montagna c' una casetta
con una streghetta
che se lo vuol mangiar, gnam, gnam!
Ma Whisky molto furbo
riscende la montagna
e va dalla sua mamma
e non la lascia pi, pi, pi!

Il viaggio di Pollicino

Cera una volta il sarto Alberto che aveva un figlio di nome Gigetto. Il bambino era
molto intraprendente e sveglio, per era minuscolo, piccolo, piccolo proprio come un
pollice della tua mano. E fu cos che tutti iniziarono a chiamarlo Pollicino.
Un giorno Pollicino si present a suo padre Alberto e gli disse che voleva ad ogni costo
andarsene in giro per il mondo.
Il sarto disse: Bene figlio mio, sei tu che devi scegliere cosa fare della tua vita.
Poi gli fabbric una spada per difendersi durante il viaggio, usando un lungo ago da
rammendo.

La mamma di Pollicino prepar un pranzo daddio, con tutti i piatti preferiti dal suo
minuscolo bambino, e dopo aver mangiato con i genitori ed averli salutati per bene
Pollicino part.
Cammina cammina cammina arriv in una grande foresta. Anche l cammin per un
bel po finch non incontr una banda di briganti che si erano messi in testa di rubare
il tesoro del re, ma non sapevano come fare!
Vedendo arrivare un bambino cos piccolo con un ago come spada si misero a ridere e
a canzonarlo. Poi per pensarono che Pollicino poteva essere molto utile. Piccolo
comera poteva infatti passare dal buco della serratura del castello e poi aprire da
dentro la camera del tesoro. Cos gli chiesero se voleva andare con loro a fare quel
lavoro in cambio di uno scudo doro zecchino.
Pollicino accett e si rec con loro al castello.
Quando arrivarono davanti al grande portone, Pollicino si infil nella serratura della
stanza del tesoro senza nessuna fatica, apr la finestra e butt fuori gli scudi doro per i
briganti, uno dopo laltro. Ne aveva gi buttati un bel numero, ma sul pi bello sent il
re arrivare e dovette nascondersi velocemente.
Il re, che si chiamava Venceslao, si accorse subito che tanti scudi erano spariti, ma non
riusc a capire come era potuto accadere, visto che la serratura era perfettamente
chiusa e non cera niente fuori posto.
Il re Venceslao usc dalla stanza del tesoro, chiam due sentinelle e le mise di guardia
per controllare che non sparisse altro oro.
Pollicino, si mise a prenderli in giro fingendosi uno scudo con le gambe! Li fece correre
avanti e indietro per ore nella camera del tesoro finch quelli se ne andarono sfiniti.
Allora fin di gettare gli scudi ai briganti dalla finestra e poi si cal anche lui. I briganti
lo colmarono di lodi e gli chiesero se voleva diventare il loro capo. Ma lui si fece dare il
suo scudo doro e rispose che prima voleva girare il mondo e continu per la sua
strada.
Dopo qualche giorno di cammino, si ferm a lavorare da un artigiano, ma il lavoro non
era di suo gusto e ripart poco dopo.
Dopo qualche altro giorno fu assunto come domestico in una locanda, ma aveva la
brutta abitudine di spiare quello che facevano le cameriere quando i padroni non
vedevano e poi di andarglielo a riferire. Cos le cameriere iniziarono a fargli degli
scherzi sempre pi pesanti e dovette andarsene anche da l. Fu un peccato, perch a
Pollicino quel lavoro piaceva ed era divertente. Si sarebbe fermato volentieri ancora un
po. Ma comunque lesperienza gli serv da lezione, perch fare la spia non mai una
bella cosa!
Unaltra volta, mentre camminava in aperta campagna, incontr una volpe, Giustina,
che lo ingoi senza neppure farci caso. Pollicino le grid: Ehi signora volpe Giustina mi
ascolti! Ci sono io nella vostra gola, lasciatemi andare. Hai ragione, rispose la volpe
Giustina, tu sei talmente piccolo che come boccone non vali niente, ma se mi
prometti i polli che stanno nel cortile di tuo padre Alberto, io ti lascio libero.

Pollicino le rispose che poteva avere tutti i polli che voleva e cos Giustina lo sput e
lo riport a casa lei stessa.
Quando il padre Alberto rivide il suo caro figlioletto era talmente contento che diede
volentieri alla volpe tutti i suoi polli. Limportante era che il suo piccolo Gigetto fosse
tornato a casa!
In compenso ti porto una bella moneta, disse Pollicino e gli porse lo scudo doro che
si era guadagnato ad aiutare i briganti. Poi raccont al padre e alla madre tutte le
avventure che aveva vissuto mentre girava per il mondo.
Tanti anni fa, in una casetta umile e povera, viveva un vecchietto di nome Lapo che
campava a stento con la moglie Luisa. I due vecchietti non avevano avuto figli e
adesso erano rimasti soli. Per loro la vita era davvero dura, soprattutto da quando la
povera Luisa si era ammalata ed era tanto debole. Il vecchio Lapo, per recuperare
qualche spicciolo, tutti i giorni si recava nel bosco per fare un po di legna che poi
vendeva in fascine per comperare pane e latte.
Una mattina, mentre si dirigeva verso il bosco, incontr un anziano signore con una
lunga barba bianca e liscia come la seta che si avvicin a lui dicendogli: Mi chiamo
Martino. So che sei buono e conosco le tue sofferenze, per questo voglio darti una
mano: ecco per te una borsa con cento denari. Fanne buon uso. Il povero Lapo, tutto
emozionato e palpitante, torn di corsa a casa e nascose il denaro sotto un mucchio di
letame, ma non disse nulla alla moglie.
Il giorno dopo, rientrato a casa, dopo il lavoro nel bosco, trov una bella sorpresa: la
tavola era imbandita con anatra arrosto, patate, funghi e crostata alle mele. Ma come
hai fatto a comperare tutto questo ben di Dio?, domand Lapo alla moglie. Lei, allora,
gli rispose tutta soddisfatta: Marito mio, ho venduto tutto il letame Sciagurata! Che
hai fatto? Cerano nascosti cento denari doro zecchino! O povero me! Come far
adesso?.
La mattina dopo, pi infelice che mai, il vecchio Lapo riprese stancamente la strada
per il bosco. Ma, per sua fortuna, lungo il cammino incontr di nuovo Martino dalla
lunga barba bianca che gli disse: Lapo, Lapo, conosco ci che ti capitato per tua
sfortuna. Ma coraggio, io sono qui per aiutarti: eccoti altri cento denari, fanne buon
uso.
Stavolta, il vecchio li nascose sotto un mucchio di cenere e non ne fece parola con la
moglie. Ma la donna, il giorno successivo, pens di vendere la cenere e prepar
unaltra cenetta squisita. Immaginate la disperazione del povero boscaiolo quando
vide la tavola imbandita! Lindomani, pi sconfitto e abbattuto che mai, si mise a
sedere sotto un grande castagno, piangendo silenziosamente.
Ma dopo poco, con sua sorpresa, pass di l sempre quel misterioso vecchio dalla
barba lunga e bianca che cos gli parl: Non ti dar del denaro, oggi. Tieni queste tre
belle ranocchie, vendile e col ricavato comprati un pesce, il pi grosso che c. Il
vecchio Lapo, che si fidava ciecamente di Martino, fece proprio cos: si rec da un
pescatore e prese il pesce pi bello e pi grande che cera.

La notte si accorse che, al buio, quel pesce luccicava in modo straordinario, sembrava
avesse in mano una lanterna, tanto era forte la luce che emanava. Cos, decise di
appenderlo fuori della porta, perch stesse al fresco.
Quella notte era buia e tempestosa e molti pescatori che erano in alto mare erano
disperati perch non riuscivano ad avvistare la costa. Poi, allimprovviso, videro quel
bagliore luminoso e, remando in quella direzione, si salvarono. Grati, diedero al
vecchio met della loro pesca e fecero con lui un patto: se avesse appeso quel pesce
tutte le sere, avrebbero spartito con lui il pescato. E cos fecero. Fu cos che il vecchio
Lapo e sua moglie Luisa non conobbero pi gli stenti della miseria e della fame.

Il drago dalle sette teste

Cera una volta, in un paese lontano lontano, ai piedi di una montagna, un piccolo
villaggio. Gli abitanti di questo paesino vivevano felici e sereni fin quando un giorno
accadde qualcosa di terribile. Da allora gli abitanti vivevano nel terrore e nellinfelicit.
Un giorno arrivarono in paese sette fratelli. Erano in viaggio per andare a trovare la
loro nonna. Quando arrivarono trovarono il paesino mezzo deserto, porte e finestre
erano chiuse. Bussarono, ma nessuno apriva le porte.
Che strano, casa succede qui? si chiese Ermanno, il pi grande dei sette fratelli
come mai nessuno apre le porte? Eppure sono in casa, ho visto una tenda che si
muoveva e laggi ho visto una luce accesa.
Aprite, aprite, vogliamo solo un bicchiere dacqua e qualcosa da mangiare, url
Alessio, il secondo fratello.
A rispondere alle loro urla fu solo una vecchina, che si affacci da una finestra:
Andate via ragazzi, date retta a me, scappate, scappate da questo villaggio.
Ma perch, cos successo chiese Ermanno per favore nonnina ce lo dica!.
Cari ragazzi, anni fa successa una cosa terribile, si svegliato il drago della grotta
che sta nella montagna. E un drago terribile e cattivissimo di nome Gennaro. Ha sette
teste ed impossibile da sconfiggere. Tanti uomini del villaggio hanno provato ad
ucciderlo, ma appena gli tagliano una testa, quella ricresce. Siamo disperati! Molti
sono fuggiti da qui. Il drago, infatti, pretende un bambino al mese.
Come? Mangia i bambini? disse Alessio ma terribile!
S, e quel che peggio che se non glieli portiamo distrugger tutto il villaggio.
Fuggite, finch potete, disse la vecchina.
No, nonnina dissero i fratelli in coro Vogliamo aiutarvi.
E cos i fratelli si misero in cammino verso la grotta di Gennaro.

Allora vado prima io, sono il maggiore e sono sicuro di farcela disse Ermanno
vedrete che torner vincitore.
Ermanno lott come un leone contro le sette teste del drago, ma torn dai fratelli
stanco e spaventato.
E una creatura terribile, enorme e feroce.
Non preoccuparti fratello lo consol Alessio vado io, sono pi grosso e robusto di
te, vedrai che con i miei muscoli torner vincitore.
Ma anche Alessio torn dopo poco, ferito, spaventato ed esausto.
Provo io disse Guido sono il pi piccolo, sono sveglio ed agile, vedrete che torner
vincitore!
Ma nemmeno Guid pot nulla contro Gennaro, il drago dalle sette teste.
Ad uno ad uno i fratelli provarono ad uccidere la terribile creatura, ma tutti e sette
tornarono sconfitti. Ogni volta che tagliavano una testa, zac! Quella ricresceva
allistante.
La nonnina allora gli disse: Ragazzi miei, voi siete sette come le teste del drago:
invece di andare a combattere uno alla volta, andate tutti insieme; ognuno tagli una
testa, fatelo tutti insieme e vedrete che riuscirete ad ucciderlo. Ricordate che lunione
fa la forza!.
I sette fratelli si presero sotto braccio e marciarono verso la grotta. Sguainarono
insieme le spade e zac, zac, zac, zac, zac, zac e zac! Le sette teste caddero tutte
insieme e non appena toccarono terra, il drago Gennaro si dissolse in una nuvola di
polvere.
I sette fratelli ce lavevano fatta, gli abitanti del villaggio li festeggiarono con canti,
balli e dolci. E, secondo me, stanno ancora festeggiando adesso!

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