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Ipertesti

Introduzione
Forse perch della fatal quete
tu sei limmago a me s cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquete
tenebre e lunghe alluniverso meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co miei pensier su lorme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier chentro mi rugge.
U. Foscolo, Opere. Poesie e tragedie, edizione diretta da F. Gavazzeni con la
collaborazione di M.M. Lombardi e F. Longoni, Einaudi-Gallimard, Torino 1994, vol. I.
Parafrasi
O Sera, f orse mi giungi tanto gradita perch tu sei limmagine della morte! Scendi sul mondo sempre
invocata da me, sia quando le liete nubi estive e i venti primaverili sereni ti accompagnano,
sia quando dallatmosf era carica di neve porti ovunque oscurit tempestosa e che dura a lungo, e occupi
dolcemente i luoghi pi nascosti del mio cuore.
Di pensiero in pensiero mi porti per i sentieri che conducono alla morte, e f ugge intanto questo mio tempo
tormentoso e con lui se ne vanno le schiere enormi
degli af f anni a causa dei quali esso si consuma assieme a me. E mentre contemplo la pace che tu porti,
sacqueta quello spirito bellicoso che si agita dentro di me.
Ugo Foscolo - Poesie, sonetto I
Alla sera
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