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Jules Verne

I VIOLATORI DEL BLOCCO



Titolo originale dellopera
LES FORCEURS DE BLOCUS
(1865)


Traduzioni integrali dal francese di GIUSEPPE MINA
Prima edizione: 1958 Sesta edizione: 1970
Propriet letteraria e artistica riservata - Printed in Italy Copyright
1958-1970 U. MURSIA & C.

706/AC/VI - U. MURSIA & C. - Milano - Via Tadino, 29

Indice
PRESENTAZIONE 4
I VIOLATORI DEL BLOCCO 6
CAPITOLO I 6
IL DOLPHIN 6
CAPITOLO II 12
PARTENZA 12
CAPITOLO III 18
IN MARE 18
CAPITOLO IV 25
FURBERIE DI CROCKSTON 25
CAPITOLO V 32
I PROTETTILI DELL'IROQUOIS E GLI ARGOMENTI DELLA
SIGNORINA J ENNY 32
CAPITOLO VI 38
IL CANALE DELL'ISOLA SULLIVAN 38
CAPITOLO VII 43
UN GENERALE SUDISTA 43
CAPITOLO VIII 48
L'EVASIONE 48
CAPITOLO IX 56
TRA DUE FUOCHI 56
CAPITOLO X 63
LA CATTEDRALE DI SAINT MUNGO 63
SPIEGAZIONE DEI TERMINI MARINARESCHI USATI IN QUESTO
LIBRO 65

PRESENTAZIONE
L'azione de I violatori del blocco si svolge all'epoca della guerra di
Secessione fra il Nord e il Sud degli Stati Uniti d'America. I
violatori, con il loro veloce piroscafo, il Dolphin, di nazionalit
scozzese, sotto il comando di un ardimentoso capitano, riescono a
forzare il blocco navale dei nordisti e a raggiungere la citt di
Charleston. Ragioni puramente commerciali li muovono nell'impresa,
ma essi vengono coinvolti in una serie di avventure belliche e persino
sentimentali che danno all'intreccio del racconto un sapore
romanzesco, ricco di suspense e di una forte carica emotiva. Il
racconto si snoda in maniera agile e palpitante, con un piglio
narrativo che ha la rapidit e la scioltezza delle sequenze
cinematografiche.

GIOVANNI CRISTINI


J ULES VERNE nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. A undici anni,
tentato dallo spirito d'avventura, cerc di imbarcarsi clandestinamente
sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e ricondotto dal
padre. A vent'anni si trasfer a Parigi per studiare legge, e nella
capitale entr in contatto con il miglior mondo intellettuale dell'epoca.
Frequent soprattutto la casa di Dumas padre, dal quale venne
incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari. Tent dapprima la
carriera teatrale, scrivendo commedie e libretti d'opera; ma lo scarso
successo lo costrinse nel 1856 a cercare un'occupazione pi redditizia
presso un agente di cambio a Parigi. Un anno dopo sposava Honorine
Morel. Nel frattempo entrava in contatto con l'editore Hetzel di Parigi
e, nel 1863, pubblicava il romanzo Cinque settimane in pallone.
La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si
dedic esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro - in base a
un contratto stipulato con l'editore Hetzel - venne via via pubblicando
i romanzi che compongono l'imponente collana dei Viaggi
straordinari - I mondi conosciuti e sconosciuti e che costituiscono il
filone pi avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della
Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, L'isola
misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono i
titoli di alcuni fra i suoi libri pi famosi. La sua opera completa
comprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerose altre
opere di divulgazione storica e scientifica.
Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne,
nel 1872, si stabil definitivamente ad Amiens, dove continu il suo
lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrit acquistata, una
vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe termine
solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette anni, il 24
marzo 1905.


I VIOLATORI DEL BLOCCO
CAPITOLO I
IL DOLPHIN
IL PRIMO fiume le cui acque spumeggiarono sotto le ruote di una
imbarcazione a vapore fu la Clyde. Era l'anno 1812.
Quell'imbarcazione si chiamava la Comte e faceva un servizio
regolare tra Glasgow e Greenock con la velocit di sei miglia all'ora.
Da allora pi di un milione di steamers o di packet-boats ha risalito o
disceso la corrente del fiume scozzese, e gli abitanti della gran citt
commerciale si sono ormai familiarizzati con i prodigi della
navigazione a vapore.
Tuttavia, il 3 dicembre 1862, una folla enorme, composta di
armatori, negozianti, operai, marinai, donne e fanciulli, ingombrava le
vie fangose di Glasgow, e si dirigeva verso Kelvin dock, vasto
cantiere navale, appartenente ai signori Tod e Mac Gregor. Il nome di
quest'ultimo prova esaurientemente che i famosi discendenti degli
Highlanders
1
divennero industriali, e che di tutti quegli appartenenti ai
vecchi clans
2
essi hanno fatto tanti operai d'officina.
Il Kelvin dock situato a qualche minuto dalla citt, sulla riva
destra della Clyde; presto i suoi immensi capannoni furono invasi dai
curiosi: non un angolo del molo, non un muro dello scalo, non un tetto
di magazzino offriva un posto vuoto; lo stesso fiume era gremito
d'imbarcazioni, e sulla riva sinistra le alture di Govan formicolavano
di spettatori.

1
Abitanti dellHighlands (in inglese: terre alte), una regione montuosa della Scozia.
2
In questo caso, eruppi di famiglie legati da vincoli di parentela.
Tuttavia non si trattava di una cerimonia straordinaria, ma
semplicemente di varare una nave. Il pubblico di Glasgow non poteva
non essere stanco di assistere a simili operazioni. Il Dolphin questo
era il nome della nave costruita dai signori Tod e Mac Gregor - offriva
dunque qualche particolarit? No, a dire il vero. Era una nave di
millecinquecento tonnellate, in acciaio, e nella quale tutto era stato
studiato per ottenere una velocit straordinaria. La sua macchina,
uscita dalle officine di Lancefield, era ad alta pressione, e possedeva
una forza effettiva di cinquecento cavalli. Essa metteva in moto due
eliche gemelle, poste ai due lati della ruota di poppa, del tutto
indipendenti l'una dall'altra - nuova applicazione del sistema dei
signori Dudgeon di Millwal, che imprime una gran velocit alle navi,
e permette loro di muoversi in uno spazio molto ristretto. Quanto al
pescaggio del Dolphin doveva essere poco considerevole, e chi se ne
intendeva non sbagliava dicendo che quella imbarcazione era destinata
a solcare acque di media profondit. Ma infine tutti questi particolari
non potevano giustificare in alcun modo quell'accorrere di gente.
Insomma, il Dolphin non aveva niente di pi, niente di meno di
un'altra nave. Il suo varo presentava forse qualche difficolt
meccanica da superare? Neppure. La Clyde aveva gi ricevuto nelle
sue acque molte navi di tonnellaggio maggiore, e il varo del Dolphin
doveva avvenire nel modo pi semplice.
Infatti, quando il mare fu in stanca, al momento in cui il riflusso si
faceva sentire, le manovre ebbero inizio; i colpi di martello
risuonarono all'unisono sui cunei destinati a sollevare la chiglia della
nave. Presto un tremito corse per tutta quella massiccia costruzione;
per quanto fosse poco sollevata, si sentiva che si moveva; incominci
lo slittamento, acceler progressivamente, e in pochi istanti il Dolphin,
abbandonando il piano inclinato abbondantemente lubrificato, si tuff
nella Clyde, in mezzo a vaste volute di vapori bianchi. La sua poppa
tocc il fondo melmoso del fiume, poi si rialz su un'ondata
gigantesca, e il magnifico steamer, trascinato dallo stesso suo slancio,
sarebbe andato a frantumarsi sui moli del cantiere di Govan, se tutte le
sue ancore, affondandosi nello stesso tempo con formidabile rumore,
non ne avessero frenata la corsa.
Il varo era riuscito a meraviglia. Il Dolphin si dondolava
tranquillamente sulle acque della Clyde. Tutti gli spettatori batterono
le mani quando prese possesso del proprio naturale elemento, e
fragorosi evviva e urr scoppiarono dalle due rive.
Ma perch quegli applausi e quelle grida? Senza dubbio i pi
eccitati fra gli spettatori sarebbero stati molto perplessi se avessero
dovuto spiegare il loro entusiasmo. Da che proveniva dunque il
particolare interesse suscitato da quella nave? Semplicemente dal
mistero in cui era avvolta la sua destinazione. Non si sapeva a qual
genere di commercio sarebbe servita; e interrogando i diversi
capannelli di curiosi, c'era da stupirsi per la diversit delle opinioni
emesse su tale argomento.
Tuttavia i meglio informati, o coloro che pretendevano di esserlo,
erano concordi nel dire che quello steamer doveva avere una parte
nella terribile guerra che decimava allora gli Stati Uniti d'America. Ma
non ne sapevano di pi, e nessuno avrebbe potuto dire se il Dolphin
sarebbe stato una nave corsara o da trasporto, una nave della marina
confederata oppure della marina federale.
Urr! gridava uno, affermando che il Dolphin era stato
costruito per conto degli Stati del Sud.
Hip! hip! hip! vociava un altro, giurando che mai una nave
cos veloce avrebbe incrociato le acque americane.
Era dunque un'incognita, e, per sapere esattamente che cosa
pensarne, si sarebbe dovuto essere il socio, o per lo meno l'intimo
amico di Vincent Playfair e Co. di Glasgow.
Quella era una ricca, potente e ben avviata casa di commercio la
cui ragione sociale era Vincent Playfair e Co. Antica e onorata
famiglia di quei lord Tobacco che costruirono i quartieri pi belli della
citt, quegli abili commercianti, subito dopo l'atto dell'unione,
avevano fondato i primi magazzini di Glasgow, facendo traffico di
tabacchi della Virginia e del Maryland. Sorto, cos, un nuovo centro di
commercio, molti ebbero modo di crearsi immense fortune. In poco
tempo Glasgow divenne una citt industriale e manifatturiera; le
filature e le fonderie sorsero per ogni dove, e nel giro di pochi anni la
sua prosperit crebbe a dismisura.
La casa Playfair rimase sempre fedele allo spirito intraprendente
dei suoi antenati: si lanci nelle operazioni pi ardite, e sostenne
l'onore del commercio inglese. Il suo attuale capo, Vincent Playfair,
uomo sulla cinquantina, di carattere essenzialmente pratico e positivo,
quantunque audace, era un armatore nato. Nulla gli importava al di
fuori delle questioni commerciali, nemmeno il lato politico delle
transazioni; del resto era uomo perfettamente onesto e leale.
Tuttavia non era stata sua l'idea di costruire e armare il Dolphin.
Essa era interamente dovuta a J ames Playfair, suo nipote, un bel
giovane di vent'anni, il pi ardito skipper
3
della marina mercantile del
Regno Unito.
Un giorno, J ames Playfair, dopo aver letto con rabbia i giornali
americani, comunic a suo zio un progetto molto arrischiato.
Zio Vincent, gli disse a bruciapelo, ci sono due milioni da
guadagnare in meno di un mese.
E che cosa si rischia? domand lo zio Vincent.
Una nave e un carico.
Nient'altro?
S, la pelle dell'equipaggio e del capitano: ma questo non entra
in conto.
Vediamo un po', rispose lo zio Vincent che amava molto
questo modo di dire.
bell'e visto, soggiunse J ames. Avete letto il Tribune,
il New York Herald, il Times, l'Enquirer di Richmond,
l'American Review?
Venti volte, nipote J ames.
E credete, come me, che la guerra degli Stati Uniti vorr durare
ancora un pezzo?
Ne sono certo.
Voi sapete quanto questa lotta danneggi gli interessi
dell'Inghilterra, e particolarmente quelli di Glasgow?
E pi specialmente quelli della casa Playfair e Co. rispose lo
zio.
Appunto, replic il giovane capitano.

3
Nome dato agli armatori comandanti di imbarcazioni di medie dimensioni della
marina mercantile britannica.
Io me ne rammarico tutti i giorni, J ames, e non penso senza
terrore ai disastri commerciali che questa guerra pu causare. Non
perch la casa Playfair non sia solida, nipote mio, ma ha
corrispondenti che possono mancare ai loro impegni. Ah! questi
americani, siano del Nord o siano del Sud, io li mando tutti al diavolo!
Dal punto di vista puramente commerciale, Vincent Playfair aveva
ragione di parlare cos. La materia pi importante dell'esportazione
americana mancava sul mercato di Glasgow. La carestia del cotone,
per usare l'energica espressione inglese, diveniva di giorno in giorno
pi minacciosa, e migliaia di operai si vedevano ridotti a vivere della
carit pubblica. Glasgow possiede venticinquemila telai meccanici,
che prima della guerra degli Stati Uniti producevano
seicentoventicinquemila metri di cotone filato al giorno, vale a dire
ottantamila dollari all'anno. Da queste cifre si pu giudicare quali
gravi conseguenze fossero derivate all'andamento industriale della
citt, quando la materia tessile venne a mancare quasi totalmente. I
fallimenti si succedevano di ora in ora; in tutte le officine si
sospendevano i lavori; gli operai morivano di fame.
Era appunto lo spettacolo di tanta miseria che aveva dato a J ames
Playfair l'idea del suo ardito disegno.
Andr a cercare il cotone, disse, e ne importer quanto
pi possibile, costi quel che costi.
Ma, poich aveva uno spiccato senso degli affari come lo zio
Vincent, cos risolvette di procedere per via di scambio, e di proporre
l'operazione sotto forma di un affare commerciale.
Zio Vincent, disse, ecco la mia idea.
Vediamo un po', J ames.
molto semplice. Faremo costruire una nave straordinariamente
veloce e di gran capacit.
Questo possibile.
La caricheremo di munizioni da guerra, di viveri e di vestiti.
Tutta questa roba si pu trovare.
Io prender il comando dello steamer, sfider alla corsa tutte le
navi della marina federale, violer il blocco di uno dei porti del Sud...
Venderai a caro prezzo il tuo carico ai confederati che ne hanno
bisogno, disse lo zio.
E ritorner carico di cotone...
Ch'essi ti daranno per niente.
Proprio cos, zio Vincent. L'idea vi va?
Certo che mi va. Ma riuscirai a passare?
Passer, se avr una buona nave.
Se ne costruir una adatta. Ma l'equipaggio?
Oh! lo trover. Non ho bisogno di molti uomini; purch ve ne
siano per le manovre, mi basta. Non si tratta di combattere i federali,
ma di passare loro dinanzi.
Passeremo loro dinanzi, rispose lo zio Vincent in modo
perentorio. Ora, dimmi un po', J ames, verso quale punto della costa
americana pensi di dirigerti?
Finora, zio, alcune navi hanno gi rotto il blocco di New
Orleans, di Wilmington e di Savannah. Ma io voglio entrare
direttamente in Charleston. Nessuna nave inglese eccettuata la
Bermuda, riuscita a penetrare nelle sue acque. Io far come la
Bermuda, e se la mia nave pesca poco andr l dove i federali non
potranno seguirmi.
Il fatto , disse lo zio Vincent, che Charleston rigurgita di
cotone. Lo si brucia per sbarazzarsene.
S, rispose J ames. Inoltre la citt assediata. Beauregard
difetta di munizioni; egli pagher il mio carico a prezzo d'oro.
Bene, nipote! e quando vuoi partire?
Fra sei mesi. Mi abbisognano notti lunghe, notti d'inverno per
passare pi facilmente.
Verranno, nipote.
Siamo intesi, zio?
Siamo intesi.
E acqua in bocca?
Acqua in bocca!
Ed ecco come, cinque mesi pi tardi, il Dolphin era varato dai
cantieri di Kelvin dock, e perch nessuno ne conosceva la vera
destinazione.
CAPITOLO II
PARTENZA
SI PROVVIDE ad armare il Dolphin nel pi breve tempo possibile;
l'attrezzatura era pronta, e si dovette procedere soltanto alla sua
sistemazione. Il Dolphin era anche attrezzato a nave goletta: lusso
quasi inutile, perch esso non contava sul vento per sfuggire ai
monitori federali, bens sulla potente macchina chiusa nei suoi fianchi.
Verso la fine di dicembre, il Dolphin cominci le sue prove nel
golfo della Clyde. impossibile dire se ne fosse pi soddisfatto il
costruttore o il capitano. Il nuovo steamer filava meravigliosamente, e
il patent log segn una velocit di diciassette miglia all'ora, che nessun
naviglio inglese, francese o americano aveva ancora potuto
raggiungere.
Il 25 dicembre, venne iniziato il carico. Lo steamer fu ormeggiato
allo steam boat quay,
4
un po' al disotto del Glasgow Bridge, l'ultimo
che scavalca la Clyde prima della sua foce. Col, ampi wharfs
contenevano una vasta quantit di vestiario, armi e munizioni, che
pass rapidamente nella stiva del Dolphin. La natura di simile carico
tradiva la misteriosa destinazione della nave, e la casa Playfair non
pot conservare a lungo il segreto. D'altra parte il Dolphin non doveva
tardare a prendere il mare, dato che non era stato segnalato alcun
incrociatore americano nelle acque inglesi. E poi, quando si era
trattato di formare l'equipaggio, com'era possibile conservare il
silenzio? Non si poteva imbarcare gli uomini senza far loro conoscere
la destinazione, poich essi stavano per rischiare la pelle, e quando si
arrischia la pelle si ha pure il diritto di sapere dove si va a finire.
Tuttavia, anche se il futuro si presentava molto incerto, nessuno si
tenne indietro. La paga era buona e tutti avrebbero avuto una parte di

4
Banchina.
guadagno. Perci i marinai si presentarono in gran numero e fra i
migliori. J ames Playfair non ebbe che l'imbarazzo della scelta; ma
scelse bene, e in capo a ventiquattr'ore l'elenco dell'equipaggio portava
trenta nomi di marinai che avrebbero fatto onore allo yacht di Sua
Maest Graziosissima.
La partenza venne fissata per il 3 gennaio. Il 31 dicembre il
Dolphin era pronto: la sua stiva era colma di munizioni, di viveri e di
carbone. Nulla pi lo tratteneva.
Il 2 gennaio, lo skipper si trovava a bordo e stava dando un'ultima
occhiata alla sua nave, quando un uomo si present sul cassero del
Dolphin e domand di parlare a J ames Playfair. Un marinaio lo
condusse sul casseretto.
Era un solido omaccione dalle larghe spalle, dal viso rubizzo, la cui
aria da semplicione mal nascondeva un certo fondo di scaltrezza e di
allegria. Egli non sembrava che avesse molta dimestichezza con gli
usi marinareschi e guardava intorno a s come un uomo poco avvezzo
a stare sul ponte di una nave. Tuttavia si atteggiava a lupo di mare
guardando l'attrezzatura del Dolphin e dondolandosi come fanno i
marinai.
Quando fu giunto alla presenza del capitano, lo guard fisso e gli
disse:
Il capitano J ames Playfair?
Son io, rispose lo skipper. Che cosa vuoi?
Imbarcarmi a bordo della vostra nave.
Non c' pi posto; l'equipaggio al completo.
Oh! un uomo di pi non vi sar d'impaccio, anzi...
Lo credi? disse J ames Playfair, guardando il suo
interlocutore fisso negli occhi.
Ne son certo, rispose il marinaio.
Ma chi sei tu? chiese il capitano.
Un rude marinaio, ve lo garantisco, un uomo solido e deciso.
Due braccia vigorose come quelle che ho l'onore di presentarvi non
sono da disprezzare a bordo di una nave.
Ma vi sono altre navi e altri capitani che non siano il Dolphin e
J ames Playfair. Perch vieni qui?
Perch a bordo del Dolphin che voglio prestare servizio e sotto
gli ordini del capitano J ames Playfair.
Io non ho bisogno di te.
S ha sempre bisogno di un uomo vigoroso, e se per provarmi
volete che mi misuri con tre o quattro dei pi forti campioni del vostro
equipaggio, sono pronto!
Vai per le spicce! rispose J ames. E come ti chiami?
Crockston, per servirvi.
Il capitano fece qualche passo indietro per meglio esaminare
quell'Ercole che gli si presentava in modo cos singolare. Il
portamento, la statura, l'aspetto del marinaio non smentivano le sue
parole. Si capiva che doveva essere di una forza non comune e che
non avrebbe tremato dinanzi al pericolo.
Dove hai navigato? gli domand Playfair.
Un po' dappertutto.
E sai che cosa va a fare il Dolphin laggi?
S, ed appunto per questo che mi tenta.
Ebbene, guai a me se mi lascio sfuggire un uomo della tua fatta!
Va' dal secondo, signor Mathew, e fatti prendere in forza.
Dopo aver pronunciato queste parole J ames Playfair si aspettava di
vedere il suo uomo girare sui tacchi e correre a poppa; ma s'ingann.
Crockston non si mosse.
Ebbene, hai capito? domand il capitano.
S, rispose il marinaio. Ma non tutto; avrei qualche altra
cosa da chiedervi.
Ah, tu mi annoi, rispose bruscamente J ames, ed io non ho
tempo da perdere in ciance.
Non vi annoier a lungo, insistette Crockston. Due parole
ancora, e ho finito: io ho un nipote.
Ha un bello zio quel nipote! rispose J ames Playfair.
Eh! eh! fece Crockston.
Quando la finirai? domand il capitano spazientito.
Ebbene, ecco la cosa. Quando si prende in forza lo zio, si prende
anche il nipote per soprammercato.
Ah! davvero?
S, la consuetudine. L'uno non va senza l'altro.
E chi questo tuo nipote?
Un ragazzo di quindici anni, un novizio al quale insegno il
mestiere. pieno di buona volont e un giorno diventer un robusto
marinaio.
Ah! diamine, mastro Crockston, esclam J ames Playfair,
consideri forse il Dolphin come una scuola di mozzi?
Non diciamo male dei mozzi, ribatt il marinaio. Ve ne fu
uno che divenne l'ammiraglio Nelson
5
e un altro l'ammiraglio
Franklin.
6
Perbacco, amico, rispose J ames Playfair, hai un certo
modo di parlare che mi piace. Conduci qui tuo nipote; ma se non trovo
in suo zio quel solido campione che tu pretendi di essere, lo zio avr
da fare con me. Va' e ritorna fra un'ora.
Crockston non se lo fece ripetere. Salut abbastanza goffamente il
capitano del Dolphin e torn sul molo. Un'ora dopo faceva ritorno a
bordo con suo nipote, un ragazzo di quattordici o quindici anni, un po'
gracile, un po' malaticcio, con aria timida e stupefatta, e che
dimostrava di non aver ereditato dallo zio tutta la forza morale e la
vigoria fisica. Crockston era persino obbligato a istigarlo con qualche
parola d'incoraggiamento.
Su, dunque, gli diceva, fatti coraggio! Che diavolo! non ci
vorranno mangiare! E poi siamo ancora in tempo per tornare a terra.
No, no! rispose il giovinetto, e che Dio ci protegga. Nello
stesso giorno il marinaio Crockston e il mozzo J ohn Stiggs venivano
arruolati fra l'equipaggio del Dolphin.
La mattina dopo, alle cinque, i fuochi dello steamer furono spinti al
massimo: il ponte tremava sotto le vibrazioni della caldaia, e il vapore
sfuggiva fischiando dalle valvole; l'ora della partenza era giunta.
Una gran folla si stipava nonostante l'ora sui moli e sul Glasgow
Bridge. Erano intervenuti in massa a salutare l'ultima volta l'ardito
steamer. Anche Vincent Playfair era l per abbracciare il capitano

5
Orazio Nelson (1758-1805), grande ammiraglio inglese. Sconfisse per due volte la
flotta francese: ad Abukir, nel 1798, e a Trafalgar, nel 1805, dove trov egli stesso la
morte, durante la battaglia decisiva
6
J ohn Franklin (1786-1847), ammiraglio ed esploratore inglese. Prese parte, fra
l'altro, a diverse spedizioni artiche; mor nella ricerca del passaggio di Nord-Ovest.
J ames, e in tale occasione si comport come un antico romano,
mantenendo un'eroica freddezza al momento del distacco e
nell'abbracciare il suo diletto nipote.
Va', J ames, disse al giovane capitano, va' presto, e ritorna
pi presto ancora. Soprattutto non dimenticare di abusare della tua
posizione; vendi a caro prezzo, compra a buon mercato e avrai la
stima di tuo zio.
Dopo questa raccomandazione, lo zio e il nipote si separarono, e
tutti i visitatori lasciarono la nave.
In quel momento, Crockston e J ohn Stiggs si tenevano uno vicino
all'altro sul castello di prora, e il primo diceva al secondo:
Va bene, va benone. Fra due ore saremo in alto mare, e io nutro
buone speranze in un viaggio che comincia in questo modo!
Per tutta risposta il mozzo strinse la mano di Crockston. J ames
Playfair dava allora gli ultimi ordini per la partenza.
Abbiamo pressione? domand al secondo.
S, capitano, rispose il signor Mathew.
Ebbene, sciogliete gli ormeggi.
La manovra venne immediatamente eseguita. Le eliche si misero in
moto; il Dolphin si scosse, pass fra i bastimenti del porto, e
scomparve in breve agli occhi della folla che lo salutava con i suoi
ultimi urr.
La discesa della Clyde venne compiuta molto facilmente. Si pu
dire che questo fiume sia stato fatto dalla mano dell'uomo: da
sessant'anni a questa parte, grazie ai continui dragaggi e a una cura
incessante, ha guadagnato quindici piedi di profondit, e la sua
larghezza si triplicata fra le sponde della citt. Presto la foresta degli
alberi e dei fumaioli si perdette nella nebbia e nel fumo. Il rumore dei
martelli nelle fonderie e delle scuri nei cantieri in costruzione si
spense in lontananza. All'altezza del villaggio di Partick, le case di
campagna, le ville, le abitazioni successero alle officine. Il Dolphin,
moderando la velocit, manovrava fra le alte sponde che contengono il
fiume, e sovente in mezzo a canali molto stretti. Inconveniente di poca
importanza: per un fiume navigabile, infatti, vale pi la profondit
della larghezza. Lo steamer, guidato da uno di quegli eccellenti piloti
del Mar d'Irlanda, filava senza esitazione fra i gavitelli galleggianti, le
colonne di pietra e i biggings
7
coronati di fanali che delineano il
canale. Oltrepass in poco tempo il borgo di Renfrew; la Clyde si
allarg allora ai piedi delle colline di Kilpatrick e dinanzi alla baia di
Bowling in fondo alla quale si apre la foce del canale che unisce
Edimburgo a Glasgow.
Finalmente il castello di Dumbarton mostr a cento piedi d'altezza
il suo contorno appena sfumato nella bruma, e poco dopo i bastimenti
del porto di Glasgow si cullarono sotto l'azione delle onde prodotte dal
Dolphin. Qualche miglio pi in gi venne oltrepassata Greenock, la
patria di J ames Watt.
8
Il Dolphin si trovava alla foce della Clyde e
all'entrata del golfo le cui acque si versano in quelle del Canale del
Nord. L venne accolto dalle prime onde pi mosse e costeggi le
pittoresche rive dell'isola Arran.
Finalmente fu girato il promontorio della penisola Kintyre che si
trova di fronte al canale; venne avvistata l'isola Rathlin, e il pilota
riguadagn nella sua lancia il piccolo cutter che incrociava al largo.
Allora il Dolphin, restituito all'autorit del suo capitano, prese al nord
dell'Irlanda una via meno frequentata dai bastimenti, e poco dopo aver
perso di vista le ultime terre europee si trov solo in pieno oceano.

7
Monticelli di pietre che delimitano il canale.
8
J ames Watt (1736-1819), ingegnere scozzese che arrec fondamentali
perfezionamenti alla macchina a vapore di Newcomen, rendendone possibile
l'applicazione pratica quale motrice a vapore su larga scala. Il suo nome stato dato
all'unit di potenza (watt).

CAPITOLO III
IN MARE
IL DOLPHIN aveva un buon equipaggio; non erano marinai da
guerra e d'arrembaggio, ma uomini che sapevano manovrare bene: e
ci era pi che sufficiente. Quegli uomini erano persone risolute, ma
tutte pi o meno dedite al commercio: correvano dietro alla fortuna e
non dietro alla gloria. Non militavano sotto alcuna bandiera e non
dovevano sostenere alcun partito anche con un sol colpo di cannone; e
del resto tutta l'artiglieria di bordo consisteva in due piccoli petrieri,
9

atti solamente a far segnali.
Il Dolphin filava velocemente; esso rispondeva alle speranze dei
costruttori e del capitano, e ben presto ebbe superato il limite delle
acque territoriali britanniche. Non una nave in vista: la gran via
dell'oceano era libera. Del resto nessuna nave della marina federale
aveva diritto di attaccarlo sotto la bandiera inglese; poteva inseguirlo e
anche impedirgli di violare la linea dei blocchi: ecco perch J ames
Playfair aveva sacrificato tutto alla velocit del suo bastimento,
precisamente per sfuggire agli eventuali inseguimenti.
Per evitare ogni sorpresa, si faceva buona guardia a bordo.
Nonostante il freddo, un uomo stava sempre in vedetta, pronto a
segnalare la minima vela all'orizzonte. Venuta la sera, il capitano
J ames fece pi vive raccomandazioni al signor Mathew.
Non lasciate lungamente esposte le sentinelle, gli disse.
Possono esser prese dal freddo, e non si fa buona guardia in simili
condizioni. Cambiate sovente i vostri uomini.
Siamo intesi, capitano, rispose il signor Mathew.
Vi raccomando Crockston per questo servizio; egli pretende di
avere una vista eccellente: bisogna metterlo alla prova. Fategli fare la

9
II petriere un tipo antiquato di cannone con proiettile in pietra.
guardia del mattino, cos sorveglier la prima nebbia; se accade
qualcosa di nuovo, avvertitemi.
Ci detto, J ames Playfair si ritir nella sua cabina. Il signor
Mathew chiam Crockston e gli trasmise gli ordini del capitano.
Domani mattina, alle sei, gli disse, prenderai il tuo posto
d'osservazione sull'albero di trinchetto.
Crockston emise per tutta risposta un grugnito, e il signor Mathew
non gli aveva ancora voltato le spalle, che il marinaio mormor una
serie di parole incomprensibili, e fin con l'esclamare:
Che diavolo vorr dire con quel suo albero di trinchetto?
Nello stesso istante suo nipote J ohn Stiggs lo raggiunse sul castello
di prua.
E cos, mio bravo Crockston? gli disse.
E cos, tiriamo avanti, rispose il marinaio con un sorriso
forzato. Non c' che una cosa sola! Questa maledetta nave scuote le
sue pulci come un cane che esca dall'acqua, e mi sento rimescolare
tutto.
Povero amico! disse il mozzo guardando Crockston con un
vivo sentimento di riconoscenza.
E quando penso, riprese il marinaio, che alla mia et mi
permetto di avere il mal di mare! Che femminuccia sono mai! Ma ci
abitueremo, ci abitueremo. Vi sono, vero, anche certi alberi di
trinchetto che mi inquietano!...
Caro Crockston, ed per me...
Per voi e per lui, rispose Crockston. Ma non una parola di
questo, J ohn. Confidiamo in Dio; egli non ci abbandoner.
A queste parole, J ohn Stiggs e Crockston se ne tornarono
nell'alloggio dei marinai, e il nostro uomo non si addorment prima di
aver visto il giovane mozzo tranquillamente coricato nella stretta
cuccetta che gli era stata destinata.
Il giorno dopo, alle sei, Crockston si alz per andare a prendere il
suo posto; sali sul ponte, e il secondo gli ordin di salire sui pennoni e
di fare buona guardia.
Il marinaio a queste parole parve un po' titubante; poi, prendendo
alla fine una decisione, si diresse verso la poppa del Dolphin.
Ebbene, dove vai dunque? grid il signor Mathew.
Dove mi mandate, rispose Crockston.
Ti dico di andare sull'albero di trinchetto.
Eh! ci vado, riprese il marinaio con voce imperturbabile e
dirigendosi sempre verso il casseretto.
Ti vuoi beffare di me? riprese il signor Mathew con
impazienza. Va' a cercare l'albero di trinchetto: hai l'aria di un
cockney
10
che non sappia intrecciare una trinella o fare
un'impiombatura! A bordo di quale barcaccia hai dunque navigato?
All'albero di trinchetto, imbecille, all'albero di trinchetto!
I marinai di bordo, accorsi alle parole del secondo, non poterono
trattenere uno scoppio di risa vedendo l'aria sconcertata di Crockston
che ritornava verso il castello di prua.
Sicch, egli disse, esaminando l'albero la cui estremit
assolutamente invisibile si perdeva fra la nebbia del mattino; sicch
bisogna che mi arrampichi fin lass?
S, rispose il signor Mathew, e sbrigati! Per san Patrick,
una nave federale avrebbe il tempo di cacciare il suo bompresso nella
nostra attrezzatura, prima che questo poltrone sia al suo posto. Ti vuoi
dunque muovere?
Crockston, senza far motto, si iss a fatica sull'impavesata; poi
cominci ad arrampicarsi sulle griselle con movimenti goffi, e da
uomo che non sa servirsi n dei piedi n delle mani; poi, arrivato alla
gabbia di trinchetto, invece di assumere una comoda posizione se ne
stette immobile, aggrappandosi ai cordami con l'energia di chi si sente
preso dalla vertigine. Il signor Mathew, stupefatto di tanta
balordaggine, e sentendosi vincere dalla collera, gli comand di
discendere all'istante sul ponte.
Costui non ha mai fatto il marinaio in vita sua, disse al
nostromo. J ohnston, andate un po' a vedere che cos'ha nel suo
sacco.
Il nostromo corse nell'alloggio dei marinai.
In quel frattempo, Crockston scendeva faticosamente; ma,
essendogli mancato un piede, si aggrapp a una manovra corrente che
fil, lasciandolo cadere di peso sul ponte.

10
Nativo di Londra, in senso spregiativo.
Sciagurato, bestione, marinaio d'acqua dolce! esclam il
signor Mathew per canzonarlo. Che cosa sei venuto a fare a bordo
del Dolphin se non s'ai neppure distinguere l'albero di trinchetto da
quello di mezzana? Ora parleremo un pochino fra noi due!
Crockston non rispondeva, e curvava il dorso come rassegnato a
tutto. In quella il nostromo ritorn dalla sua visita all'alloggio
dell'equipaggio.
Ecco, disse al secondo, tutto ci che ho trovato nel sacco
di questo furfante: un portafogli sospetto contenente alcune lettere.
Date qua, fece il signor Mathew. Lettere con il timbro
degli Stati Uniti del Nord! Al signor Halliburtt, di Boston! Un
abolizionista, un federale! Miserabile! non sei che un traditore! Ti sei
introdotto a bordo per tradirci! Ma sta' tranquillo: la pagherai cara e
ora proverai le unghie del gatto a nove code!
11
Nostromo, fate
chiamare il capitano. Intanto, voialtri, fate buona guardia a questo
briccone.
Crockston, ricevendo tutti questi complimenti, si limitava a fare
delle smorfie, ma non apriva bocca. Lo avevano legato all'argano, e
non poteva muovere n mani n piedi. Alcuni minuti dopo J ames
Playfair usc dalla sua cabina e si diresse verso il castello di prua, dove
venne messo subito al corrente di tutto dal signor Mathew.
Che hai da rispondere? domand J ames Playfair cercando di
mantenersi calmo.
Nulla, rispose Crockston.
E che cosa sei venuto a fare a bordo?
Nulla.
E che cosa ti aspetti ora da me?
Nulla!
E chi sei?... un americano, da quanto si pu argomentare da
queste lettere?
Crockston non rispose.
Nostromo, disse J ames Playfair, cinquanta colpi di staffile
a quest'uomo per sciogliergli la lingua. Basteranno, Crockston?
Vedremo, rispose senza battere ciglio lo zio di J ohn Stiggs.

11
Il gatto a nove code (cat of nine tails) era uno staffile composto di nove corregge
usato nella marina inglese per punire marinai responsabili di infrazioni disciplinari.
Ors, voialtri, fece il nostromo.
A quest'ordine, due vigorosi marinai spogliarono Crockston della
giubba di lana. Uno di essi aveva gi afferrato lo staffile, e stava per
farlo cadere sulle spalle del malcapitato, quando il mozzo J ohn Stiggs,
pallido e sconvolto, si precipit sul ponte.
Capitano! disse.
Ah! il nipote! fece J ames Playfair.
Capitano, continu il novizio facendo un violento sforzo su
se stesso, quello che Crockston non ha voluto dire, lo dir io! Non
vi terr nascosto ci che egli si ostina a non rivelare. S, americano,
e io pure lo sono; siamo tutt'e due nemici dei fautori della schiavit,
ma non traditori venuti a bordo per consegnare il Dolphin alle navi
federali.
E che cosa siete venuti a fare, allora? domand il capitano
con voce severa ed esaminando con attenzione il giovane mozzo.
Costui esit alcuni istanti prima di rispondere; poi, con voce ferma,
disse:
Capitano, vorrei parlarvi da solo e in particolare su una
questione delicata.
Intanto che J ohn Stiggs formulava questa domanda, J ames Playfair
non cessava di esaminarlo attentamente. Il viso giovane e dolce del
mozzo, la sua voce singolarmente simpatica, la finezza e il candore
delle mani, mal dissimulati sotto uno strato di fuliggine, i suoi grandi
occhi, la cui vivacit non poteva nasconderne la dolcezza, tutto questo
insieme di cose fece nascere una certa idea nella mente del capitano.
Quando J ohn Stiggs ebbe fatta la domanda, Playfair guard fisso
Crockston che si stringeva nelle spalle; poi, volgendo al mozzo uno
sguardo indagatore che non pot sostenere, gli disse semplicemente:
Venite.
J ohn Stiggs segu il capitano sul casseretto, e l, J ames Playfair,
aprendo la porta della sua cabina, disse al mozzo, le cui guance erano
divenute pallide per la commozione:
Abbiate la compiacenza di entrare, signorina.
J ohn, cos interpellato, arross, e due lacrime mal trattenute scesero
sulle sue guance.
Rassicuratevi, signorina, disse J ames con voce pi dolce,
e vogliate dirmi per quale combinazione ho l'onore di avervi a bordo.
La fanciulla esit un istante a rispondere; poi, rassicurata dallo
sguardo del capitano, si decise a parlare.
Signore, incominci, volevo raggiungere mio padre a
Charleston. La citt assediata per terra e bloccata per mare. Non
sapevo dunque come raggiungerla, quando sentii che il Dolphin si
proponeva di violare il blocco. Mi feci, dunque, assumere fra il vostro
equipaggio, signore, e vi prego di scusarmi se ho agito senza il vostro
consenso. Voi me l'avreste sicuramente negato.
Certo, rispose J ames Playfair.
Ho dunque fatto bene a non domandarvelo, disse la fanciulla
con voce pi ferma.
Il capitano incroci le braccia, fece un giro nella cabina, poi le
domand:.
Come vi chiamate?
J enny Halliburtt.
Vostro padre, da quanto ho appreso dalle lettere scoperte nel
sacco di Crockston, non di Boston?
S, signore.
E un uomo del Nord si trova cos in una citt del Sud nel bel
mezzo della guerra degli Stati Uniti?
Mio padre prigioniero, signore. Egli si trovava a Charleston
quando vennero sparate le prime fucilate della guerra civile, e quando
le truppe dell'Unione furono cacciate dal forte Sumter dai confederati.
Per le sue opinioni, mio padre venne messo al bando dal partito che
favorevole alla schiavit, e, ad onta di tutti i diritti, venne
imprigionato per ordine del generale Beauregard. Io mi trovavo allora
in Inghilterra presso una parente ora morta; e, sola, con l'aiuto di
Crockston, il servo pi fedele della mia famiglia, volli raggiungere
mio padre e condividere la sua prigionia.
E chi dunque il signor Halliburtt? domand J ames Playfair.
Un leale e coraggioso giornalista, riprese J enny con orgoglio,
uno dei pi degni redattori del Tribune,
12
e colui che pi
intrepidamente difese la causa dei negri.

12
Giornale che conduceva la battaglia per l'abolizione della schiavit.
Un abolizionista! esclam con violenza il capitano. Uno
di quegli uomini che, sotto il vano pretesto di abolire la schiavit,
hanno coperto il paese di sangue e di rovine!
Signore, rispose J enny Halliburtt impallidendo, voi
insultate mio padre! Non dovreste dimenticare che io sono qui sola a
difenderlo!
Un vivo rossore sal al viso del giovane capitano; una collera mista
a vergogna s'impadron di lui. Stava quasi per rispondere senza
riguardi alla giovinetta; ma riusc a dominarsi e, aprendo la porta della
cabina, chiam:
Nostromo! Questi accorse subito.
La mia cabina sar d'ora innanzi della signorina J enny
Halliburtt, ordin. Per me si prepari una cabina in fondo al
casseretto. Non ho bisogno di meglio.
Il nostromo guardava con occhi stupefatti quel giovane mozzo
chiamato con nome femminile; ma, a un cenno di J ames Playfair, usc.
E ora, signorina, siete in casa vostra, disse il giovane
capitano del Dolpbin.
Poi si ritir.
CAPITOLO IV
FURBERIE DI CROCKSTON
TUTTO l'equipaggio conobbe ben presto la storia della signorina
Halliburtt. Crockston non si fece pregare a raccontarla. Dietro ordine
del capitano egli era stato sciolto dall'argano, e il gatto a nove code era
rientrato nel suo covo.
Un grazioso animale, disse Crockston, specialmente
quando d lo zampino.
Appena libero, egli discese nell'alloggio dei marinai, prese una
valigetta e la port alla signorina J enny. La fanciulla pot allora
indossare i suoi abiti femminili; ma rimase confinata e non riapparve
sul ponte.
Quanto a Crockston, dopo aver appurato che poteva essere
marinaio come montanaro, venne esonerato da qualunque servizio a
bordo.
Intanto il Dolphin navigava velocemente attraverso l'Atlantico di
cui solcava le onde con la sua doppia elica. Per il momento, l'unico
compito affidato agli uomini dell'equipaggio era di scrutare
attentamente l'orizzonte. Il giorno dopo la scoperta della vera identit
della signorina J enny, J ames Playfair stava camminando a grandi passi
sul ponte del casseretto. Egli non aveva fatto alcun tentativo per
rivedere la giovinetta e riprendere la conversazione.
Durante il suo andirivieni, Crockston s'incontrava frequentemente
con lui e lo esaminava con una smorfia di soddisfazione. Egli era
evidentemente desideroso di parlare con il capitano, e incominci a
guardarlo con tale insistenza che costui fin con lo spazientirsi.
Che cosa vuoi ancora da me? disse J ames Playfair
interpellando l'americano. Mi giri intorno come un nuotatore
intorno a un gavitello! La finirai una buona volta?
Scusate, capitano, rispose Crockston facendo l'occhietto,
avrei qualche cosa da dirvi.
Vuoi parlare?
Oh! la cosa molto semplice; voglio dirvi che in fondo siete un
brav'uomo.
E perch in fondo?
In fondo e anche alla superficie.
Io non ho bisogno dei tuoi complimenti.
Questi non sono complimenti. Aspetter a farvene quando
avrete compiuto l'impresa.
Quale impresa?
L'impresa che dovete compiere.
Ah! io ho un'impresa da compiere?
Certamente. Voi avete ricevuto a bordo la giovinetta e me; bene.
Avete ceduto la vostra cabina alla mia padroncina; benissimo. Mi
avete fatto grazia dello staffile; sempre meglio. Ora state per condurci
a Charleston direttamente; c' da restarne incantati. Ma non basta.
Come! non basta? esclam J ames Playfair, sempre pi
stupito per le pretese di Crockston.
No, certo, rispose costui assumendo un'aria furba. Il padre
prigioniero laggi!
Ebbene?
Ebbene, bisogner liberare il padre.
Liberare il padre della signorina Halliburtt?
Sicuro. Una degna persona, un coraggioso cittadino! Vale bene
la pena che si arrischi qualche cosa per lui.
Mastro Crockston, disse J ames Playfair aggrottando le
sopracciglia, tu hai l'aria di un burlone di prima forza. Ma bada
bene: io non amo io scherzo.
Capitano, sbagliate, replic l'americano, io non scherzo e
vi parlo molto seriamente. Ci che vi propongo vi sembrer a tutta
prima assurdo, ma quando ci avrete pensato su, vi accorgerete di non
poter agire diversamente.
Come! Bisogner che liberi Halliburtt?
Certo. Chiederete la sua libert al generale Beauregard, il quale
non potr rifiutarvela.
E se me la rifiutasse?
Allora, rispose Crockston senza battere ciglio,
impiegheremo tutti i nostri mezzi, e rapiremo il prigioniero in barba ai
confederati.
Dunque, esclam J ames Playfair che incominciava a farsi
prendere dalla collera, non contento di passare attraverso le flotte
federali e di rompere il blocco di Charleston, bisogner che riprenda il
mare sotto l'infuriare delle cannonate del forte per liberare un signore
che non conosco, uno di quegli abolizionisti che aborro, di quegli
imbrattacarte che versano l'inchiostro invece di versare il loro sangue!
Oh! un colpo di cannone pi o meno! soggiunse Crockston.
Mastro Crockston, disse J ames Playfair, bada bene: se mi
riparli di questa cosa, ti faccio chiudere in fondo alla stiva durante
tutta la traversata, per insegnarti a moderare la lingua.
Ci detto, il capitano conged l'americano, che se ne and
mormorando:
Dopo tutto, non posso essere scontento di questa conversazione!
Il ghiaccio rotto, e la deve andar bene!
Quando J ames Playfair aveva detto un abolizionista che aborro,
era certamente andato oltre il proprio pensiero. Egli non era un fautore
della schiavit, ma non voleva ammettere che la questione degli
schiavi fosse predominante nella guerra civile degli Stati Uniti, e ci
nonostante le dichiarazioni formali del presidente Lincoln
13
.

Pretendeva forse che gli Stati del Sud (otto su trentasei) avessero il
diritto di separarsi poich si erano volontariamente riuniti? No,
certamente. Egli aborriva gli uomini del Nord: ecco tutto. Li aborriva
come antichi fratelli separati dalla famiglia comune, come inglesi che
avevano pensato bene di fare quello che lui, J ames Playfair, approvava
avessero fatto gli Stati confederati. Ecco quali erano le opinioni
politiche del capitano del Dolphin. Ma soprattutto la guerra
dell'America lo infastidiva personalmente, ed egli se la prendeva con
chi la faceva. Si comprende dunque come dovesse accettare la

13
Abraham Lincoln (1809-1865), uno dei pi grandi presidenti degli Stati Uniti.
Antischiavista convinto, condusse a termine vittoriosamente la Guerra di
Secessione, dopo la quale proclam l'emancipazione dei negri (1863). Fu assassinato
da un secessionista fanatico.
proposta di liberare un abolizionista e di inimicarsi i confederati con i
quali intendeva concludere buoni affari.
Tuttavia le insinuazioni di Crockston non cessavano di tormentarlo
seriamente: egli cercava di allontanarle da s, ma esse si affollavano
con insistenza nella sua mente, e quando, il giorno dopo, la signorina
J enny sali un momento sul ponte, egli non os guardarla in faccia.
Ed era proprio un peccato, poich quella giovinetta dalla testa
bionda, dallo sguardo dolce e intelligente, meritava di essere guardava
da un giovanotto di trent'anni. Ma J ames si sentiva imbarazzato
dinanzi a lei; capiva che la bella creatura possedeva un'anima forte e
generosa, la cui educazione si era temprata alle vicissitudini della vita,
e comprendeva anche che il suo silenzio poteva essere interpretato
dalla signorina come un rifiuto ad acconsentire alle sue richieste.
D'altra parte J enny non cercava J ames Playfair, ma nemmeno
l'evitava, e durante i primi giorni si parlarono poco. La signorina
Halliburtt usciva di rado dalla propria cabina, e certamente non
avrebbe mai rivolto la parola al capitano del Dolphin, se uno
stratagemma di Crockston non avesse fatto incontrare le due parti
avverse.
L'americano era un fedele servitore della famiglia Halliburtt; era
cresciuto in casa del padrone, e la sua affezione non conosceva limiti;
il buon senso eguagliava in lui il coraggio e la robustezza. Come si
visto, egli aveva una maniera tutta particolare di considerare le cose; si
era creata una sua filosofia sugli avvenimenti, non si lasciava
scoraggiare e sapeva cavarsela meravigliosamente dalle pi gravi
situazioni.
Il brav'uomo si era ficcato in testa di liberare il signor Halliburtt, di
adoperare per la salvezza di lui il Dolphin e il capitano stesso, e quindi
di tornare in Inghilterra. Tale era il suo disegno, mentre la giovinetta
desiderava soltanto raggiungere il padre e condividere con lui la sua
prigionia. Per questo Crockston cercava di fare pressione su J ames
Playfair; aveva, come si visto, tentato i primi approcci, ma il nemico
non aveva ceduto.
Insomma, disse fra s, bisogna assolutamente che la signorina
J enny e il capitano s'intendano. Se tengono il broncio cos per tutta la
traversata, non concludiamo nulla. Conviene che si parlino, che
ragionino, che bisticcino anche; e possa perdere il naso, se nella
conversazione J ames Playfair non arriva egli stesso a proporre quanto
oggi rifiuta.
Ma quando Crockston vide che la fanciulla e il giovane si
evitavano, cominci a provare una certa sensazione d'imbarazzo.
Qui bisogna rompere il ghiaccio, disse fra s.
E il mattino del quarto giorno entr nella cabina della signorina
Halliburtt fregandosi le mani con aria molto soddisfatta.
Buone notizie, esclam, buone notizie! Voi non
indovinereste mai quello che mi ha proposto il capitano. Un bravo
giovane, sapete!
Ah! rispose J enny, il cui cuore batt violentemente. Ti ha
proposto?...
Di liberare il signor Halliburtt, di rapirlo ai confederati e
ricondurlo in Inghilterra.
proprio vero? esclam J enny.
Certamente, signorina. Che uomo di cuore mai il signor J ames
Playfair! Ecco com' l'inglese: o tutto buono o tutto cattivo. Ah! egli
pu contare sulla mia riconoscenza, e sono pronto a gettarmi nel fuoco
per lui, se questo gli pu fare piacere.
La gioia di J enny fu immensa nell'udire le parole di Crockston.
Liberare suo padre! Non avrebbe mai osato sperare tanto! E il
capitano del Dolphin stava per arrischiare per lei la nave e
l'equipaggio!
Ecco dunque come stanno le cose, aggiunse Crockston
terminando; e questo, signorina J enny, merita bene un
ringraziamento da parte vostra.
Pi che un ringraziamento, esclam la giovinetta,
un'amicizia eterna!
E subito lasci la sua cabina per andare da J ames Playfair ed
esprimergli tutta la sua pi viva riconoscenza.
Tutto procede per il meglio, mormor l'americano, e si arriver
a una soddisfacente conclusione!
J ames Playfair passeggiava sul casseretto e, come si pu
immaginare, fu molto meravigliato, per non dire stupefatto, nel vedere
la giovinetta avvicinarglisi con gli occhi umidi di lacrime, stendergli
la mano, e dirgli:
Grazie, signore, grazie del vostro coraggio e della vostra
abnegazione che io non avrei mai osato aspettarmi da uno straniero!
Signorina, rispose il capitano che non riusciva e non poteva
comprendere, io non so...
Intanto, signore, riprese J enny, state per correre molti
pericoli per me e forse comprometterete i vostri interessi. Voi avete
fatto gi tanto accordandomi un'ospitalit a bordo, cui non avevo
alcun diritto...
Scusate, signorina J enny, rispose J ames Playfair, ma vi
assicuro che non capisco le vostre parole. Io mi sono comportato con
voi come qualunque uomo ben educato deve fare con una donna, e il
mio modo di agire non merita tanta riconoscenza e tanti
ringraziamenti.
Signor Playfair, disse J enny, inutile fingere pi a lungo.
Crockston mi ha detto tutto!
Ah! fece il capitano, Crockston vi ha detto tutto. Allora
comprendo ancora meno il motivo che vi ha fatto lasciare la vostra
cabina e venire a dirmi certe parole di cui...
Cos parlando il giovane capitano si trovava in un grande
imbarazzo; egli si rammentava del modo poco cortese con il quale
aveva accolto le proposte dell'americano; ma fortunatamente per lui,
J enny non gli lasci il tempo di spiegarsi di pi e l'interruppe dicendo:
Signor J ames, venendo a bordo avevo un solo scopo: recarmi ad
ogni costo a Charleston. L i confederati, per crudeli che fossero, non
avrebbero rifiutato a una povera fanciulla di poter dividere la prigionia
di suo padre. Certo non avrei mai sperato in un ritorno; ma poich la
vostra generosit giunge fino a voler liberare mio padre prigioniero,
poich volete fare di tutto per tentare di salvarlo, siate certo della mia
viva riconoscenza e lasciate che vi porga la mano.
J ames non sapeva pi che cosa dire, n come comportarsi; si
mordeva le labbra e non osava prendere la mano che la fanciulla gli
tendeva. Comprendeva bene che Crockston l'aveva compromesso
perch non gli fosse pi possibile tornare indietro. E tuttavia non
voleva assuefarsi all'idea di concorrere alla liberazione del signor
Halliburtt e di assumersi la responsabilit di un incarico cos rischioso.
Ma come tradire le speranze di quella povera giovinetta? Come
rifiutare quella mano ch'ella gli porgeva in segno di profonda
amicizia? Come mutare in lacrime di dolore le lacrime di riconoscenza
che le rigavano le guance?
Perci il giovane capitano cerc di rispondere evasivamente, in
modo da conservare la sua libert d'azione e di non impegnarsi per
l'avvenire.
Signorina J enny, disse, credetemi, io far tutto il possibile
per... E prese fra le sue la manina di J enny; ma alla dolce pressione
che prov,
sent intenerirsi il cuore e la testa confondersi; gli mancarono le
parole per esprimere i suoi pensieri, e balbett qualcosa vagamente:
Signorina... signorina J enny... per voi...
Crockston, che lo stava osservando, si fregava le mani facendo
bizzarre smorfie, e ripetendo fra s:
Ci siamo! Ci siamo!
Ora J ames Playfair come avrebbe potuto togliersi da
quell'imbarazzante situazione? Nessuno avrebbe potuto dirlo. Ma,
fortunatamente per lui, se non per il Dolphin, la voce del marinaio di
vedetta si fece udire:
Ohe? ufficiale di guardia! esclam.
Che c' di nuovo? rispose mastro Mathew.
Nave in vista!
J ames Playfair, lasciando subito la fanciulla, si lanci tra le sartie di
mezzana.
CAPITOLO V
I PROTETTILI DELL'IROQUOIS
E GLI ARGOMENTI DELLA SIGNORINA JENNY
LA NAVIGAZIONE del Dolphin si era svolta fino allora con molta
fortuna e in notevoli condizioni di rapidit. Nessun bastimento si era
lasciato vedere prima di quella vela segnalata dalla vedetta.
Il Dolphin si trovava allora a 32 15' di latitudine e 57 43' di
longitudine
14
a ovest del meridiano di Greenwich, vale a dire ai tre
quinti del suo viaggio. Da quarantott'ore una nebbia, che cominciava
allora ad alzarsi, copriva le acque dell'oceano. Se quella bruma
favoriva il Dolphin nascondendolo, impediva per anche di poter
osservare il mare per una grande estensione; cosicch la nave poteva
navigare senza accorgersene a fianco delle navi che voleva evitare.
E accadde precisamente cos: quando la nave venne segnalata, essa
si trovava a sole tre miglia in linea d'aria.
Quando J ames Playfair fu alla barra, scorse facilmente attraverso la
bruma una corvetta federale che navigava, dirigendosi a tutto vapore
incontro al Dolphin in modo da tagliargli la strada.
Il capitano, dopo averla osservata attentamente, ridiscese sul ponte
e fece chiamare il secondo.
Signor Mathew, gli disse, che cosa pensate di quel
bastimento?
Penso, capitano, che sia una nave della marina federale che
sospetta le nostre intenzioni.
Infatti, non c' nessuna possibilit di dubbio sulla sua
nazionalit, rispose J ames Playfair; guardate.

14
La latitudine la distanza in gradi, primi e secondi, fra il luogo e l'Equatore; si
misura sull'arco di meridiano. La longitudine la distanza in gradi, primi e secondi,
fra il meridiano del luogo e il meridiano di Greenwich; si misura sull'arco di
parallelo.
In quel momento la bandiera stellata degli Stati del Nord
sventolava al picco di randa della corvetta, e l'imbarcazione, con un
colpo di cannone, invitava l'altra a farsi conoscere.
Ci chiedono di alzare la nostra bandiera, disse mastro
Mathew. Ebbene, alziamola, non c' da arrossirne.
A che pro? rispose J ames Playfair. La nostra bandiera non
ci coprirebbe per nulla e non impedirebbe a quella gente di volerci far
visita. No, tiriamo avanti.
E presto, rispose mastro Mathew, perch, se gli occhi non
mi ingannano, ho gi visto quella corvetta nei dintorni di Liverpool
dove sorvegliava i bastimenti in costruzione. Che perda il mio nome,
se non si legge Iroquois sul coronamento di poppa.
molto veloce?
Una delle pi rapide della marina federale.
Quanti cannoni porta?
Otto.
Bah!
Oh! non alzate le spalle, capitano, replic mastro Mathew in
tono serio. Di questi otto cannoni ve ne sono due girevoli: uno da
sessanta sul castello di poppa, l'altro da cento sul ponte, e tutt'e due
rigati.
Diavolo! fece J ames Playfair, sono due Parrot
15
e tirano
lontano tre miglia!
Tre miglia, e forse pi, capitano.
Ebbene, signor Mathew, che i cannoni siano da cento o da
quattro, che tirino a tre miglia o a cinquecento iarde,
16
la stessa cosa,
quando si fila tanto velocemente da evitarne i proiettili. Mostreremo
dunque a questo Iroquois come si corra quando si fatti per correre.
Fate attivare i fuochi, signor Mathew.
Il secondo trasmise all'ufficiale di macchina gli ordini del capitano,
e quasi subito un nerissimo fumo si sprigion dal fumaiolo dello
steamer.

15
Il Parrot un tipo di cannone usato a quei tempi in America.
16
Iarda: misura lineare inglese corrispondente a circa m 0,91.
Ci non parve incontrare i gusti della corvetta, perch essa fece al
Dolphin il segnale di mettere in panna. Ma J ames Playfair non tenne
alcun conto dell'avvertimento e non cambi la direzione della nave.
E ora, disse, stiamo a vedere che cosa far lIroquois. Le
si offre una bella occasione per sperimentare il suo cannone da cento e
per sapere fin dove tira. A tutta forza!
Bene! fece mastro Mathew, non tarderemo a venir salutati
in bella maniera.
Ritornando sul casseretto il capitano vide la signorina Halliburtt
tranquillamente appoggiata alla murata.
Signorina J enny, le disse, probabilmente quella corvetta
che vedete sottovento ci dar la caccia, e siccome proceder a colpi di
cannone, cos vi offro il mio braccio per ricondurvi nella vostra
cabina.
Vi ringrazio infinitamente, signor Playfair, rispose la
fanciulla guardando il capitano, ma non ho paura di un colpo di
cannone.
Tuttavia, signorina, nonostante la distanza vi pu essere qualche
pericolo.
Oh! io non sono stata allevata come una ragazza paurosa. In
America ci abituano a tutto, e vi assicuro che i proiettili dell'Iroquois
non mi faranno chinare la testa.
Siete coraggiosa, signorina J enny.
Ammettiamolo, signor Playfair, e permettetemi di rimanere
vicina a voi.
Non ho nulla in contrario, signorina Halliburtt, rispose il
capitano ammirando la tranquilla sicurezza della giovinetta.
Queste parole erano state appena pronunciate, quando si vide un
fumo bianco uscire dai fianchi della corvetta federale. Prima che il
rumore della detonazione fosse arrivato sino al Dolphin, un proiettile
cilindro-conico, ruotando su se stesso con spaventevole rapidit e
forando per cos dire l'aria come una vite, si diresse verso lo steamer.
Era facile seguirlo nella sua traiettoria, che si disegnava con una certa
lentezza relativa, perch i proiettili sfuggono meno velocemente dalla
bocca dei cannoni rigati che da quelli ad anima liscia.
Arrivato a venti braccia
17
dal Dolphin, il proiettile, la cui traiettoria
si abbassava sensibilmente, sfior le onde segnando il suo passaggio
con una serie di getti d'acqua; poi prese nuovo slancio toccando la
superficie liquida, rimbalz a una certa altezza, pass al disopra del
Dolphin scavezzando il braccio di dritta del pennone di trinchetto,
ricadde a trenta braccia al di l e si sprofond nei flutti.
Diavolo! fece J ames Playfair, avanti! avanti a tutta forza!
il secondo colpo non si far aspettare.
Oh! disse mastro Mathew, ci vuole un certo tempo per
ricaricare quei pezzi.
In fede mia, la cosa molto bella a vedersi, disse Crockston,
il quale, con le braccia conserte, guardava da spettatore del tutto
indifferente. E dire che sono i nostri amici che ci mandano simili
confetti!
Ah! sei tu! esclam J ames Playfair squadrando l'americano
dalla testa ai piedi.
Sono io, capitano, rispose questi senza scomporsi. Ho
visto come tirano quei bravi federali: non c' male, in verit, non c'
male!
Il capitano stava per rispondere vivacemente a Crockston, quando
un secondo proiettile venne a colpire le onde lungo l'anca di dritta.
Bene! esclam J ames Playfair, abbiamo gi guadagnato
due gomene sull'Iroquois. Corrono come un gavitello i tuoi amici,
capisci, mastro Crockston?
Non dico di no, rispose l'americano, e per la prima volta
in vita mia, questo mi fa piacere.
Un terzo colpo rest molto pi indietro dei primi due e in meno di
dieci minuti il Dolphin si era messo fuori del tiro dei cannoni della
corvetta.
Questo vale tutti i patent logs del mondo, signor Mathew,
disse J ames Playfair, e, grazie a quei proiettili, sappiamo quanto
possiamo contare sulla nostra velocit. E ora, diminuite i fuochi, non
necessario bruciare inutilmente il nostro combustibile.
Il bastimento che voi comandate molto buono, disse allora
la signorina Halliburtt rivolgendosi al giovane capitano.

17
Braccio: unit di misura lineare che equivale a circa m 0,55.
S, signorina J enny, fila a diciassette nodi, il mio bravo Dolphin,
e prima di sera, avremo perduto di vista la corvetta federale.
J ames Playfair non esagerava sulle qualit nautiche del suo
bastimento, poich il sole non era ancora calato, e gi le cime degli
alberi della corvetta americana erano scomparse dietro l'orizzonte.
Questo incidente permise al capitano di apprezzare, sotto un aspetto
del tutto nuovo, l'indole della signorina Halliburtt. Del resto il
ghiaccio era rotto: durante il rimanente della traversata le
conversazioni furono frequenti e prolungate fra il capitano del
Dolphin e la sua passeggera. Egli trov in lei una giovinetta serena,
forte, riflessiva, intelligente, tutta schiettezza nel parlare, una vera
americana con le sue idee ben precise e con una certa convinzione
nell'esporle. Ella amava il proprio paese; si appassionava per la grande
idea dell'Unione, e parlava della guerra degli Stati Uniti con un
entusiasmo di cui nessun'altra donna sarebbe stata capace. Pi di una
volta J ames si trov molto imbarazzato a risponderle. Durante le
conversazioni entravano in gioco anche le opinioni del
commerciante e J enny le combatteva con la stessa severit non
volendo concedere nulla. Sulle prime J ames discusse molto; cerc di
sostenere i confederati contro i federali, di provare come la ragione
stesse dalla parte dei secessionisti e di affermare come quelle
popolazioni che si erano volontariamente riunite, potessero
volontariamente separarsi. Ma la giovinetta non voleva cedere su
questo punto; e dimostr che la questione della schiavit aveva il
sopravvento su tutte le altre in quella lotta degli americani del Nord
contro quelli del Sud; che si trattava di un fatto pi morale e umano
che politico, e J ames fu sconfitto senza poter ribattere parola. Del
resto, in queste discussioni, egli si limitava soprattutto ad ascoltare; e
se fosse pi convinto dagli argomenti della signorina Halliburtt o dal
fascino che provava sentendola parlare, impossibile dire. Alla fine,
per, dovette riconoscere, fra le altre cose, che la questione della
schiavit era vitale nella guerra degli Stati Uniti, che bisognava
abolirla assolutamente, e porre fine a quegli orrori tipicamente
barbarici.
Del resto, come abbiamo detto, le opinioni politiche del capitano
non avevano un gran peso. Egli ne avrebbe sacrificate di pi serie ad
argomenti presentati in forma cos simpatica e in simili condizioni.
Non si preoccup quindi troppo di difendere le proprie idee su tale
materia: ma la cosa non fin qui, e il commerciante venne alla fine
preso di mira sui suoi veri interessi, e cio sul commercio al quale era
destinato il Dolphin, e sulle munizioni che portava ai confederati.
S, signor J ames, gli disse un giorno la signorina Halliburtt,
la riconoscenza non saprebbe impedirmi di parlarvi con la maggior
schiettezza. Voi siete un bravo marinaio, un abile commerciante; la
casa Playfair famosa per la sua onorabilit; ma in questo momento
essa viene meno ai suoi principi e non agisce in maniera degna del suo
nome.
Come! esclam J ames, la casa Playfair non ha il diritto di
tentare una simile operazione commerciale?
No! essa porta munizioni da guerra a un gruppo di sciagurati in
piena rivolta contro il governo regolare del loro paese; e questo
offrire armi per una causa non giusta.
In fede mia, signorina J enny, io non discuter con voi sopra i
diritti dei confederati, e vi risponder con una parola sola: io sono
commerciante, e come tale mi preoccupo soltanto degli interessi della
mia casa. Io cerco il guadagno l dove si presenta.
Ecco appunto ci che riprovevole, riprese la fanciulla. Il
guadagno non pu essere una scusante. Quando voi vendete al cinese
l'oppio che lo abbrutisce, siete tanto colpevole quanto ora che fornite
ai popoli del Sud i mezzi per continuare una sanguinosa guerra!
Oh! questa volta, signorina J enny, troppo, e io non posso
ammettere...
No, giusto, invece, e quando tornerete in voi stesso, quando
comprenderete bene la parte che rappresentate, quando penserete alle
conseguenze di cui siete perfettamente responsabile agli occhi di tutti,
mi darete ragione su questo punto come su tanti altri.
A queste parole J ames Playfair rimase come stordito; egli lasci
allora la giovinetta, dominato dalla collera, perch si sentiva
impotente a rispondere. Poi, dopo aver brontolato come un ragazzo
per una mezz'ora o un'ora al pi, ritorn presso quella fanciulla
singolare, che riusciva ad avvincerlo con argomenti sempre validi e
giusti sfoderando i suoi pi smaglianti sorrisi.
Insomma, quantunque non volesse convenirne, il capitano J ames
Playfair non era pi padrone di se stesso: egli non era pi padrone
dopo Dio a bordo del suo bastimento.
Cos, con grande gioia di Crockston, gli affari del signor Halliburtt
sembravano prendere una buona piega. Il capitano pareva ben disposto
a fare di tutto per liberare il padre della signorina J enny, a costo anche
di compromettere il Dolphin, il carico, l'equipaggio, e incorrere nelle
ire dello zio Vincent.
CAPITOLO VI
IL CANALE DELL'ISOLA SULLIVAN
DUE GIORNI dopo l'incontro della corvetta Iroquois, il Dolphin si
trovava dirimpetto alle isole Bermude, dove venne investito da una
violenta tempesta. Quei paraggi sono frequentemente battuti da
uragani impetuosissimi, e sono tristemente celebri per i disastri che vi
accadono.
Quella tempesta fu spaventevole. J ames Playfair ebbe per un
momento intenzione di trovare rifugio nel porto di Main Island, una
delle Bermude, dove gli inglesi hanno un distaccamento militare:
sarebbe stato un contrattempo increscioso e soprattutto dannoso.
Fortunatamente il Dolphin si comport a meraviglia durante la
tempesta e dopo essere fuggito per un giorno intero dinanzi
all'uragano, pot riprendere la via verso la costa americana.
Ma se J ames Playfair si sentiva soddisfatto della sua nave, non
poteva fare a meno di ammirare il coraggio e la fermezza della
giovinetta, che al suo fianco, sul ponte, os affrontare i momenti pi
terribili dell'uragano. E questa sua continua ammirazione per J enny si
tramut ben presto in vero amore.
S, diceva fra s, questa coraggiosa giovinetta la padrona a
bordo; mi tiene in suo potere come fa il mare con un bastimento
pericolante. Sento che sto per affondare. Che dir lo zio Vincent? Ah!
com' debole la natura umana! Sono sicuro che se J enny mi chiedesse
di gettare in mare tutto questo maledetto carico di contrabbando, lo
farei senza esitare, per amor suo.
Fortunatamente per la casa Playfair e Co. la signorina Halliburtt
non gli chiese questo sacrificio. Tuttavia il giovane capitano era ormai
alla merc di J enny, e Crockston, che sapeva leggergli nel pensiero,
non poteva trattenersi dal manifestare la sua gioia.
nostro, nostro! diceva fra s, e prima di otto giorni il mio
padrone sar tranquillamente a bordo nella migliore cabina del
Dolphin.
Se poi J enny si fosse accorta dei sentimenti che ispirava e li avesse
condivisi pienamente, nessuno avrebbe saputo dirlo, e J ames Playfair
meno di tutti. La giovinetta era molto riservata, subendo l'influenza
della propria educazione americana, e sapeva mantenere il suo segreto
profondamente chiuso nel cuore.
Ma intanto che l'amore faceva tali progressi nell'animo del giovane
capitano, il Dolphin filava con non minore velocit verso Charleston.
Il 13 gennaio la vedetta segnal la terra a dieci miglia a ovest. Era una
costa bassa e quasi confusa nella lontananza con la linea delle acque.
Crockston stava esaminando con attenzione l'orizzonte, quando verso
le nove del mattino, fissando un punto nel sereno del cielo, esclam:
Il faro di Charleston!
Se il Dolphin fosse giunto di notte, quel faro posto nell'isola Morris
e alto centoquaranta piedi sul livello del mare, sarebbe gi stato scorto
da molte ore, perch i fasci di luce emanati dalla sua lampada girevole
sono visibili alla distanza di quattordici miglia.
Rilevata in tal modo la posizione del Dolphin, J ames Playfair
dovette decidersi attraverso quale canale penetrare nella baia di
Charleston.
Se non incontriamo ostacoli, disse, fra tre ore circa
saremo in salvo nei docks del porto.
La citt di Charleston collocata in fondo a un estuario lungo sette
miglia, largo due, chiamato Charleston Harbour, e la cui entrata
molto difficile. Questa entrata chiusa tra l'isola Morris al sud e l'isola
Sullivan al nord. Quando il Dolphin fece la sua comparsa in quelle
acque per tentare di forzare il blocco, l'isola Morris apparteneva gi
alle truppe federali, e il generale Gillmore vi aveva fatto piazzare
alcune batterie che tenevano sotto il loro tiro la rada. L'isola Sullivan
invece era in mano dei confederati, che resistevano nel forte Moultrie,
posto alla sua estremit. Era dunque meglio che il Dolphin rasentasse
le coste settentrionali per evitare il fuoco delle batterie dell'isola
Morris.
Cinque canali permettevano di entrare nell'estuario: il canale
dell'isola Sullivan, il canale settentrionale, il canale Overall, il canale
principale e finalmente il canale Lawford; ma quest'ultimo non
frequentato da navi straniere, a meno che non abbiano eccellenti piloti
a bordo e non peschino pi di sette piedi d'acqua. Quanto al canale
settentrionale e al canale Overall, erano presi d'infilata dalle batterie
federali, ed era prudente non passarci. Se J ames Playfair avesse avuto
libert di scelta, avrebbe diretto lo steamer nel canale principale, che
il migliore e di cui era facile seguire i contorni; ma era necessario
attenersi alle circostanze e decidere a seconda degli avvenimenti.
D'altra parte egli conosceva perfettamente tutti i segreti di quella baia,
i pericoli, la profondit delle acque a marea bassa e le correnti; era
dunque in grado di ben governare la propria nave con gran sicurezza
appena avesse potuto infilare una di quelle strette aperture. Tutta la
difficolt stava dunque nel riuscire a penetrarvi.
Ora quella manovra richiedeva una grande esperienza nautica e una
esatta conoscenza delle qualit del Dolphin.
Infatti, due monitori federali incrociavano allora nelle acque di
Charleston. Mastro Mathew li segnal subito all'attenzione di J ames
Playfair.
Essi si preparano, disse, a farci delle segnalazioni per
conoscere le nostre intenzioni.
Ebbene, non risponderemo, rispose il capitano.
Intanto, le due navi si dirigevano a tutto vapore verso il Dolphin,
che continu la sua marcia, cercando d tenersi fuori del tiro dei loro
cannoni. Ma, per guadagnare tempo, J ames Playfair volse la prora a
sud-ovest, volendo ingannare i bastimenti nemici, i quali dovettero
credere che il Dolphin avesse intenzione di entrare nei canali dell'isola
Morris; e l erano piazzate alcune batterie di cannoni, di cui un solo
colpo sarebbe bastato a colare a picco la nave inglese. I federali
lasciarono dunque che il Dolphin corresse verso sud-ovest, limitandosi
ad osservarlo, senza affrettarne troppo la caccia.
Cos, nel giro di un'ora, la posizione rispettiva dei bastimenti non
cambi. J ames Playfair, volendo ingannare le navi nemiche sulla
direzione del Dolphin, fece moderare la velocit delle macchine.
Tuttavia dal denso fumo che sfuggiva dai fumaioli, si doveva credere
che cercasse di ottenere il massimo di pressione, e perci la velocit
massima.
Rimarranno con tanto di naso, disse J ames Playfair,
quando ci vedranno sfuggire al loro inseguimento.
Infatti, appena il capitano si accorse di essere giunto nelle
vicinanze dell'isola Morris e sotto il tiro di cannoni di cui non
conosceva la portata, vir bruscamente di bordo, e torn a dirigersi
verso il nord, lasciandosi dietro di due miglia i monitori. Questi,
appena si resero conto della manovra dello steamer, mossero risoluti
all'inseguimento; ma era troppo tardi. Il Dolphin, raddoppiando la
velocit sotto l'azione delle due eliche mosse a tutta forza, si allontan
rapidamente avvicinandosi alla costa; alle undici del mattino,
costeggiando l'isola Sullivan, grazie al suo pescaggio poco profondo,
entrava a tutto vapore nello stretto canale. L si trovava al sicuro,
perch nessun monitore federale avrebbe osato seguirlo in quel canale,
cos poco profondo, con una media di undici piedi d'acqua a bassa
marea.
Come! esclam Crockston, tutta qua la grande
difficolt?
Eh! eh! mastro Crockston, rispose J ames Playfair, il
difficile non sta nell'entrare, bens nell'uscire.
Bah! continu l'americano, ecco una cosa che non mi
preoccupa affatto. Con un bastimento come il Dolphin e un capitano
come il signor J ames Playfair, si entra quando si vuole e si esce nello
stesso modo.
Intanto, J ames Playfair, servendosi del cannocchiale, esaminava
con attenzione la via da seguire. Aveva sotto mano eccellenti carte
nautiche, che gli permisero di inoltrarsi senza esitazioni di sorta.
Appena il bastimento fu dentro lo stretto canale che corre lungo
l'isola Sullivan, J ames govern in modo da allontanarsi dal forte
Moultrie, fino a quando il castello di Pickney, riconoscibile dalla tinta
scura e posto sull'isolotto di Shutes Folly, si mostr verso nord nord-
est. Poco dopo lasci sulla sinistra il forte Sumter che lo nascose alle
batterie federali.
Questo forte, celebre nella guerra degli Stati Uniti, dista pi di tre
miglia da Charleston, e circa un miglio da ciascun lato della baia. un
pentagono tronco, costruito sopra un'isola artificiale di granito del
Massachusetts, e la cui costruzione dur circa dieci anni e cost pi di
novecentomila dollari.
da questo forte che, il 13 aprile 1861, Anderson e le truppe
federali vennero cacciati, ed pure contro di esso che venne sparato il
primo colpo di fucile dei secessionisti. Non possibile valutare
l'enorme quantit di ferro e di piombo che i cannoni federali gli
lanciarono contro; e ci nonostante seppe resistere per quasi tre anni.
Qualche mese pi tardi, dopo il passaggio del Dolphin, venne
finalmente espugnato sotto i colpi dei cannoni del generale Gillmore
piazzati nell'isola Morris.
Ma, in quel tempo, il forte era in piena efficienza, e la bandiera dei
confederati sventolava sopra quell'enorme pentagono di pietra.
Appena oltrepassato il forte, apparve la citt di Charleston, adagiata
quasi fra i due fiumi Ashley e Cooper, formando una punta che
s'inoltrava nella rada.
J ames Playfair fil in mezzo ai gavitelli che delineavano il canale,
lasciando a sud sud-ovest il faro di Charleston visibile al disopra dei
terrapieni dell'isola Morris. Aveva allora issato al picco di randa la
bandiera dell'Inghilterra e manovrava con velocit strabiliante nei vari
canali.
Quando ebbe lasciato a dritta il gavitello della Quarantena,
prosegu la sua corsa liberamente in mezzo alle acque della baia. La
signorina Halliburtt, in piedi sul casseretto, stava osservando quella
citt in cui suo padre era prigioniero, e gli occhi le si riempirono di
lacrime.
Alla fine la velocit dello steamer venne diminuita per ordine del
capitano, e poco dopo esso fu ormeggiato al molo nel North
Commercial Warf.
CAPITOLO VII
UN GENERALE SUDISTA
IL DOLPHIN, al suo arrivo, era stato salutato dagli evviva di una
folla immensa. Gli abitanti di quella citt, in stato di assedio e bloccata
per mare, non erano abituati alle visite dei bastimenti europei. Tutti si
chiedevano, non senza meraviglia, che cosa venisse a fare nelle loro
acque quel gran steamer, che batteva bandiera inglese. Ma quando si
seppe lo scopo del suo viaggio e il perch aveva forzato il canale di
Sullivan, quando si sparse la voce che nella sua stiva era racchiuso
tutto un carico di contrabbando da guerra, gli applausi e le grida di
gioia raddoppiarono d'intensit.
J ames Playfair, senza perdere minuti preziosi, si mise in contatto
con il generale Beauregard, comandante militare della citt. Questi
ricevette subito il giovane capitano del Dolphin, dato che arrivava
proprio in tempo per distribuire ai soldati vestiario e munizioni che
stavano scarseggiando paurosamente. Venne stabilito di scaricare
immediatamente la nave inglese, e in un attimo numerosi volontari si
offrirono in aiuto ai marinai inglesi.
Prima di lasciare il bastimento, J ames Playfair aveva ricevuto dalla
signorina Halliburtt le pi calde raccomandazioni nei riguardi di suo
padre, e il giovane capitano l'aveva rassicurata in merito mettendosi a
sua completa disposizione.
Signorina J enny, le aveva detto, potete contare su di me:
far l'impossibile per salvare vostro padre, e spero che non
intervengano difficolt. Andr dal generale Beauregard oggi stesso, e
senza domandargli esplicitamente la libert del signor Halliburtt,
cercher di sapere da lui in quali condizioni si trova: se prigioniero a
piede libero o se detenuto in qualche prigione.
Povero padre mio! rispose sospirando J enny, egli non sa
che gli sono tanto vicina. Oh! perch non posso volare nelle sue
braccia?
Un po' di pazienza, signorina J enny, fra poco lo abbraccerete.
Siate certa che affronter qualsiasi sacrificio, cercando per sempre di
agire con prudenza e riflessione.
Cos J ames Playfair, fedele alla promessa, dopo aver trattato gli
affari della sua casa, consegnando il carico del Dolphin al generale, e
stipulando l'acquisto e il prezzo di una grossa partita di cotone, avvi
la conversazione sugli avvenimenti bellici.
Dunque, disse al generale Beauregard, voi credete al
trionfo del Sud?
Non dubito un istante sulla nostra vittoria definitiva, e, per
quanto riguarda lo stato di assedio di Charleston, cesser presto per
merito dell'esercito del generale Lee.
18
Del resto, che cosa vi aspettate
dagli abolizionisti? Ammettendo anche (ci che non avverr) che le
citt commerciali della Virginia, delle due Caroline, della Georgia,
dell'Alabama, del Mississippi cadessero in loro potere, che cosa
potrebbero ottenere dopo? Essi diventerebbero i padroni di un paese
che non potranno mai occupare? No, certo, e, secondo me, se mai
fossero vittoriosi, si troverebbero molto imbarazzati della loro vittoria.
E voi siete assolutamente sicuro dei vostri soldati? domand
il capitano; non temete che gli abitanti di Charleston si stanchino di
un cos lungo assedio?
No! io non temo il tradimento. D'altra parte i traditori
verrebbero sacrificati senza misericordia: distruggerei la citt con il
ferro e con il fuoco, se vi scoprissi il minimo movimento unionista.
Davis J efferson mi affid Charleston, e potete credermi che
Charleston in mani sicure.
Avete forse alcuni prigionieri nordisti? domand J ames
Playfair, portando la conversazione su un argomento che gli stava
particolarmente a cuore.
S, capitano, rispose il generale. Fu a Charleston che
scoppi la prima scintilla dei movimento secessionista. Quelli del nord
che si trovavano in citt vollero resistere, e dopo essere stati sconfitti,
rimasero prigionieri di guerra.

18
Robert Edward Lee (1807-1870), generale sudista nella Guerra di Secessione
americana. Dopo aver vinto numerose battaglie, dovette arrendersi ai nordisti ad
Appomatox, nel 1865.
E ne avete molti?
Un centinaio circa.
Liberi nella citt?
Rimasero tali fino al giorno in cui scopersi un complotto ordito
da loro. Il capo dei cospiratori era riuscito a mettersi in contatto con
gli assediami, che venivano informati sulle condizioni della citt.
Dovetti far imprigionare questi ospiti pericolosi, e molti di essi
usciranno dalla loro prigione soltanto per salire sugli spalti della
cittadella, dove i fucili dei confederati provvederanno a far giustizia.
Che! fucilati? esclam il giovane capitano trasalendo suo
malgrado.
S! e prima di tutti il loro capo; un uomo, sapete, molto risoluto
e pericoloso in una citt assediata. Ho inviato la sua corrispondenza
sequestrata agli uffici presidenziali della citt di Richmond,
19
e prima
di otto giorni la sorte di lui verr irrevocabilmente decisa.
Chi dunque quest'uomo di cui parlate? chiese J ames
Playfair con indifferenza.
Un giornalista di Boston, un abolizionista arrabbiato, l'anima
dannata di Lincoln.
E si chiama?
J onathan Halliburtt.
Povero diavolo! fece J ames reprimendo la sua commozione.
Nonostante abbia agito in tal modo non si pu tralasciare di
compiangerlo. E credete che verr fucilato?
Ne sono sicuro, rispose Beauregard. Che volete? la guerra
la guerra; ciascuno si difende come pu.
Dopo tutto, ci non mi riguarda, rispose il capitano; e poi,
quando avr luogo l'esecuzione io sar gi lontano.
Che? pensate gi di ripartire?
S, generale; si commercianti anzitutto. Appena il mio cotone
sar caricato, prender il mare. Sono entrato in Charleston, vero, ma
bisogna che ne esca; qui sta l'importante. Il Dolphin una buona nave;
esso pu sfidare in velocit tutti i bastimenti della marina federale. Ma
per celere che sia, non ha la pretesa di schivare un proiettile da cento;

19
Capitale della Virginia. Durante la Guerra di Secessione fu appunto la capitale
degli Stati del Sud.
e un proiettile nel suo scafo o nella sua macchina farebbe
naufragare miseramente la mia impresa commerciale.
Come meglio preferite, capitano, rispose Beauregard; io
non ho consigli da darvi in simili frangenti. Voi fate il vostro mestiere,
e avete ragione; al vostro posto agirei anch'io come voi. Del resto
soggiornare a Charleston non molto piacevole, e una rada in cui
cadono colpi di cannone tre giorni su quattro, non un sicuro riparo
per una nave; dunque potrete partire quando lo crederete pi
opportuno. Ma datemi prima una semplice informazione: qual la
forza e il numero delle navi che incrociano dinanzi a Charleston?
J ames Playfair appag meglio che pot le domande del generale, e
prese cortesemente commiato da lui. Poi ritorn sul Dolphin molto
pensieroso e afflitto per quanto aveva sentito.
Che cosa devo dire alla signorina J enny? pensava; devo
metterla al corrente della terribile situazione in cui si trova suo padre,
o meglio che le lasci ignorare i pericoli che lo minacciano? Povera
fanciulla!
Non aveva ancora fatto cinquanta passi fuori della casa del generale
quando incontr Crockston, che lo aveva tenuto d'occhio fin dalla
partenza.
Ebbene, capitano?
J ames Playfair guard fisso Crockston, il quale comprese subito
che non c'erano buone nuove.
Avete visto Beauregard? domand.
S, rispose J ames Playfair.
E gli avete parlato del signor Halliburtt?
No; stato lui a parlarmene.
Ebbene, capitano?
Ebbene!... a te si pu dire tutto, Crockston.
Tutto, capitano.
Ebbene! il generale Beauregard mi ha confermato che il tuo
padrone verr fucilato fra otto giorni.
A tale notizia, un altro, al posto di Crockston, sarebbe esploso d'ira
e si sarebbe lasciato andare a manifestazioni d'isterismo, ma
l'americano, sempre fiducioso in se stesso, con uno strano sorriso sulle
labbra si limit a dire:
Bah! che importa!
Come! esclam J ames Playfair. Ti dico che il signor
Halliburtt verr fucilato fra otto giorni, e mi rispondi: Che importa!.
Certamente; tanto fra sei giorni egli sar a bordo del Dolphin, e
fra sette la vostra nave, capitano, sar in alto mare.
Bene! disse il capitano stringendo la destra di Crockston;
ti capisco benissimo. Sei un uomo risoluto, e io, a dispetto dello zio
Vincent e del carico del Dolphin, farei saltare in aria la nave per la
signorina J enny.
Non bisogna che salti in aria, rispose l'americano: questo
favorirebbe soltanto i pesci. L'importante liberare il signor
Halliburtt.
Ma sai che sar un'impresa difficile?
Senza dubbio, rispose Crockston.
Si tratta di comunicare con un prigioniero tenuto sotto stretta
sorveglianza.
Sicuro.
E di riuscire in una fuga che ha del miracoloso.
Bah! fece Crockston. Un prigioniero ha sempre l'idea
fissa di evadere e di riuscire a salvarsi; novantanove probabilit su
cento sono per lui: ed per questo che, grazie ai nostri stratagemmi, il
signor Halliburtt riuscir a salvarsi.
Hai ragione, Crockston.
Sempre ragione.
Ma, infine, come farai? Bisogna preparare un piano e agire con
molta precauzione.
Ci rifletter.
Ma J enny, quando sapr che suo padre stato condannato a
morte e che l'ordine dell'esecuzione pu arrivare da un giorno
all'altro...
Non lo sapr mai, ecco tutto.
S, meglio che l'ignori; meglio per lei e per noi.
Dov' stato rinchiuso, il signor Halliburtt? domand
Crockston.
Nella cittadella, rispose J ames Playfair.
Benissimo. A bordo, ora.
A bordo, Crockston!
CAPITOLO VIII
L'EVASIONE
LA SIGNORINA J enny, seduta sul casseretto del Dolphin,
attendeva con ansiosa impazienza il ritorno del capitano. Quando
finalmente le si present dinanzi, non pot articolare una sola parola,
ma suoi sguardi interrogavano J ames pi ardentemente di quanto non
avrebbero fatto le labbra. Il capitano raccont alla giovinetta solo i
fatti che condussero all'arresto di suo padre. Le disse che aveva
prudentemente indagato per conoscere quali erano le idee di
Beauregard circa i prigionieri di guerra. Poich il generale non sembr
ben disposto nei loro confronti, si tenne molto sulle generali e attese
che maturassero gli eventi per prendere una qualsiasi decisione.
Poich il signor Halliburtt non a piede libero in citt, la sua
fuga sar pi difficile; ma sono sicuro di riuscire nel mio intento, e vi
giuro, signorina J enny, che il Dolphin non lascer la baia di
Charleston senza avere a bordo vostro padre.
Grazie, signor J ames, disse J enny, vi ringrazio
calorosamente dal pi profondo del cuore.
A queste parole, J ames Playfair, molto emozionato, si avvicin
timidamente alla giovinetta e stava forse per parlare, e confessarle
quei sentimenti che pi non poteva contenere, quando intervenne
Crockston.
Non tutto, disse l'americano, e non questo il momento
dei convenevoli. Dobbiamo, invece, discutere a lungo.
Hai un piano, Crockston? domand la fanciulla.
Ne ho sempre uno, rispose l'americano; la mia
specialit.
Ma buono? disse J ames Playfair.
Eccellente: tutti i ministri di Washington non ne saprebbero
immaginare uno migliore. Considerate il signor Halliburtt come se
fosse gi a bordo.
Crockston diceva tutto questo con tale sicurezza, e nello stesso
tempo in modo cos bonario, che bisognava essere il pi incredulo
degli uomini per non partecipare alla sua convinzione.
Ti ascoltiamo, disse J ames Playfair.
Bene. Voi, capitano, andrete dal generale e gli chiederete un
favore che non potr rifiutarvi.
E quale?
Gli direte di avere a bordo un cattivo soggetto poco
raccomandabile, che durante la traversata ha incitato l'equipaggio alla
rivolta, e gli chiederete il permesso di rinchiuderlo nella cittadella, a
condizione di riprenderlo alla partenza per ricondurlo in Inghilterra e
darlo in mano alla giustizia del suo paese.
Bene, rispose J ames Playfair, sorridendo. Far quanto mi
dici; ma Beauregard acconsentir volentieri alla mia richiesta?
Ne sono sicurissimo, rispose l'americano.
Ma, soggiunse Playfair, mi manca una cosa.
Che cosa?
Il soggetto pericoloso.
Eccolo dinanzi a voi, capitano.
Come?...
Sono io, se non vi dispiace.
Oh, mio fedele e coraggioso amico! esclam J enny
stringendo con le sue manine le rugose mani dell'americano.
Va bene, Crockston, rispose J ames Playfair, ti capisco,
amico mio; una cosa sola mi dispiace, di non poter prendere il tuo
posto!
A ciascuno la sua parte, replic Crockston. Se vi metteste
al mio posto vi trovereste molto imbarazzato, mentre io non lo sar
affatto. Avrete abbastanza da fare pi tardi, per uscire dalla rada sotto
i colpi di cannone dei federali e dei confederati; e da questo intralcio,
ve lo confesso, me la caverei maluccio!...
Bene, Crockston, continua.
Ecco: una volta nella cittadella, studier il da farsi; ma siate
certo che cercher di agire nel migliore dei modi. Durante questo
tempo voi prov-vederete a far caricare il bastimento.
Gi, gli affari! disse il capitano; attualmente hanno poca
importanza.
Niente affatto! E lo zio Vincent che cosa direbbe? Le due
operazioni devono procedere di pari passo, cos eviteremo di destare i
sospetti. Ma facciamo presto; potrete essere pronto in sei giorni?
S.
Ebbene, che il Dolphin sia caricato e pronto a partire nella
giornata del 22.
Sar pronto.
La sera del 22 gennaio, state bene attento, spedirete una lancia
di salvataggio, con i vostri migliori uomini, a White Point,
all'estremit della citt. Aspetterete sino alle nove, e vedrete comparire
il signor Halliburtt e il vostro degno servitore.
Ma come avrai fatto per riuscire a eludere la vigilanza delle
guardie e a far fuggire il signor Halliburtt?
A questo ci devo pensare io.
Caro Crockston, disse allora J enny, arrischi la vita per
salvare mio padre!
Non preoccupatevi per me, signorina J enny, io non arrischio
assolutamente nulla, potete starne certa.
Ebbene, domand J ames Playfair, quando ti devo
condurre in prigione?
Oggi stesso, poich, capite, io sono di cattivo esempio al vostro
equipaggio. Non c' tempo da perdere.
Vuoi dell'oro? Ti potr servire nella cittadella.
Oro per comperare un carceriere? No! troppo caro e troppo
ingenuo. Quando si ricorre a questo espediente, il carceriere si tiene il
denaro e il prigioniero. E ha ragione! Niente oro; ho altri metodi pi
sicuri; tuttavia qualche dollaro... perch all'occorrenza si deve bere.
E ubriacare il guardiano.
No, un guardiano ubriaco pu compromettere tutto! No, vi dico
che ho un mio progetto in mente. Lasciatemi fare.
Ebbene, mio bravo Crockston, eccoti una decina di dollari.
troppo, ma vi restituir il resto.
Sei pronto?
Prontissimo a recitare la parte del pericoloso soggetto.
Allora, in viaggio!
Crockston, disse allora la giovinetta con voce commossa,
sei il miglior uomo che esista sulla terra!
Non me ne meraviglierei, rispose l'americano ridendo
bonariamente. Ah! a proposito, capitano, una raccomandazione
importante.
Quale?
Se il generale - sapete bene che i militari vanno per le spicce - vi
proponesse di fucilare il vostro energumeno...
Ebbene, Crockston?
Ebbene, ricordatevi di farlo prima riflettere due volte...
Te lo prometto.
Lo stesso giorno, con gran meraviglia dell'equipaggio che era
all'oscuro di tutto, Crockston, con le mani e i piedi incatenati, venne
fatto scendere a terra in mezzo a una decina di marinai, e mezz'ora
dopo, su ordine del capitano J ames Playfair, il prigioniero attraversava
le vie della citt, e nonostante la sua resistenza veniva scortato nella
cittadella di Charleston.
Durante quel giorno e i seguenti le operazioni di scarico del
Dolphin vennero effettuate senza un attimo di sosta. Le gru
sollevavano alacremente il prezioso carico proveniente dall'Europa per
lasciare il posto alla merce indigena. La popolazione di Charleston
assisteva a quella interessante operazione aiutando come meglio
poteva i marinai: si pu dire che costoro godessero di particolari
benefici. I sudisti li tenevano in grande considerazione; ma J ames
Playfair non lasci loro il tempo di accettare le cortesie degli
americani: stava sempre al loro fianco e li invitava a non perdere un
solo minuto, e di fronte a queste sollecitazioni i marinai del Dolphin
non potevano supporre la causa.
Tre giorni dopo, il 18 gennaio, le prime balle di cotone
cominciarono ad accatastarsi nella stiva del Dolphin. Quantunque
J ames non ci pensasse quasi pi, tuttavia la casa Playfair e Co. faceva
un ottimo affare, avendo ottenuto a un prezzo irrisorio tutto quel
cotone che ingombrava le banchine di Charleston.
Intanto non si avevano pi notizie di Crockston; e, quantunque non
dicesse nulla, J enny era in preda a continui timori. L'ansia e
l'inquietudine si leggevano sul suo viso, e J ames Playfair cercava di
rassicurarla con parole di incoraggiamento.
Io confido molto in Crockston, le diceva. un servo
affezionato e voi, che lo conoscete meglio di me, dovreste avere piena
fiducia in lui. Fra tre giorni vostro padre vi potr finalmente
riabbracciare, credetemi sulla parola.
Ah! signor J ames! esclam la giovinetta, come potr mai
esservi riconoscente per quanto avete fatto per me? Come potremo,
mio padre e io, sdebitarci con voi?
Ve lo dir quando saremo nelle acque inglesi! rispose il
giovane capitano.
J enny lo guard un istante, abbass gli occhi che le si riempirono di
lacrime e rientr nella sua cabina.
J ames Playfair sperava che fino al momento in cui il padre sarebbe
stato condotto in salvo, la fanciulla non venisse a conoscenza della
terribile situazione di lui, ma proprio l'ultimo giorno, dall'involontaria
indiscrezione di un marinaio, ella apprese la verit. La risposta dagli
uffici presidenziali della citt di Richmond era arrivata la vigilia per
mezzo di un corriere che era riuscito a superare le file degli
avamposti. Quella risposta conteneva la condanna a morte di J onathan
Halliburtt, e il disgraziato cittadino doveva essere fucilato la mattina
dopo. La notizia della prossima esecuzione si era sparsa nella citt e
venne portata a bordo da uno dei marinai del Dolphin. Quell'uomo la
comunic al capitano, senza accorgersi che la signorina Halliburtt
stava ascoltando. La giovinetta mand un grido straziante e cadde sul
ponte svenuta. J ames Playfair la trasport nella sua cabina, e furono
necessarie le pi assidue cure per rianimarla.
Quando riapr gli occhi, vide il giovane capitano che con il dito
sulle labbra le raccomandava un assoluto silenzio. Ebbe la forza di
tacere, di reprimere gli impeti del proprio dolore; e J ames,
avvicinandosi, le disse:
J enny, fra due ore vostro padre sar in salvo vicino a voi oppure
io sar morto per salvarlo!
Poi usc dalla cabina dicendo fra s:
E ora bisogna rapirlo a qualunque costo, dovessi pagare la sua
libert con la mia vita e con quella di tutto il mio equipaggio!.
Era giunto il momento di agire. Gi dal mattino il Dolphin aveva
completato le operazioni di carico del cotone; si era gi rifornito di
carbone, cosicch fra due ore poteva partire. J ames Playfair l'aveva
fatto uscire dal North Commercial Warf e condurre in piena rada; era
dunque pronto ad approfittare della marea che doveva essere alta alle
nove di sera.
Quando J ames Playfair lasci la giovinetta suonavano le sette; egli
diede ordine di iniziare i preparativi della partenza. Fin allora il
segreto era stato conservato nel modo pi assoluto fra lui, Crockston e
J enny. Ma in quel momento giudic utile mettere mastro Mathew al
corrente di tutto e lo fece subito.
Ai vostri ordini, rispose mastro Mathew senza fare la minima
osservazione. Alle nove?
Alle nove. Fate mettere in pressione le caldaie e che vengano
alimentate continuamente.
Sar fatto, capitano.
Il Dolphin ancorato con un'ancora da pennello. Taglieremo il
nostro ormeggio e fileremo senza perdere un secondo.
Benissimo.
Fate mettere un fanale di fonda alla testa dell'albero di maestra.
La notte oscura, e ora si leva anche la nebbia. Non bisogna correre il
rischio di smarrirci nel ritornare a bordo. Prendete anche la
precauzione di far suonare la campana appena saranno battute le nove.
I vostri ordini saranno puntualmente eseguiti, capitano.
E ora, mastro Mathew, aggiunse J ames Playfair, fate
armare una lancia e mettete ai remi sei dei nostri pi robusti marinai.
Io parto immediatamente per White Point; abbiate cura della signorina
J enny durante la mia assenza, e che Dio ci protegga!
Che Dio ci protegga! rispose il secondo.
E subito diede gli ordini necessari perch venissero accese le
caldaie e armata l'imbarcazione. In pochi minuti questa fu pronta; e
J ames, dopo aver dato un ultimo saluto a J enny, discese nella lancia e
pot vedere, al momento in cui essa si muoveva, una colonna di fumo
perdersi fra la nebbia.
Le tenebre erano profonde e il vento era cessato. Un assoluto
silenzio regnava nell'immensa rada le cui acque sembravano assopite;
solo alcune luci appena visibili tremolavano fra la nebbia. J ames
Playfair si era messo al timone e con mano sicura dirigeva la lancia
verso White Point. Era un tragitto di circa due miglia. Durante il
giorno J ames aveva stabilito alcuni punti di riferimento in modo che
pot giungere in linea retta alla punta di Charleston. Suonavano le otto
quando l'imbarcazione urt di prora White Point. Mancava ancora
un'ora al momento preciso fissato da Crockston. La riva era
assolutamente deserta; solo la sentinella delle batterie meridionali e
orientali passeggiava in su e in gi a venti passi di distanza. J ames
scandiva i minuti, ma il tempo non correva come la sua impazienza
avrebbe voluto.
Alle otto e mezzo egli intese un rumore di passi; lasci i suoi
uomini curvi sui remi e pronti a partire, e si diresse verso quel rumore.
Ma dopo dieci passi si imbatt nella ronda di guardia alle coste: una
ventina di uomini in tutto. J ames tolse dalla cintura la pistola pronto a
usarla in caso di bisogno; ma che poteva fare contro quei soldati che
scendevano verso la riva?
Il capo della pattuglia gli venne incontro e, vista la lancia, gli
chiese:
Che imbarcazione questa?
la lancia del Dolphin, rispose il giovane.
E voi siete?...
Il capitano J ames Playfair.
Vi credevo partito e gi nei canali di Charleston.
Sono pronto a partire... dovrei anzi essere gi in viaggio... ma...
Ma?... domand il capo della pattuglia con insistenza.
Un'idea improvvisa balen nella mente di J ames, il quale rispose:
Uno dei miei marinai chiuso nel carcere della cittadella e quasi
lo dimenticavo. Fortunatamente mi sono ricordato di lui quand'ero
ancora in tempo e ho mandato alcuni uomini a prenderlo.
Ah! quel manigoldo che volete ricondurre in Inghilterra?
S.
Lo avremmo fucilato molto bene anche qui, rispose il soldato
ridendo dello scherzo.
Ne sono persuaso, soggiunse J ames Playfair, ma meglio
che le cose seguano il loro corso regolare.
Buona fortuna, capitano, e state in guardia dai tiri delle batterie
dell'isola Morris.
State tranquillo. Poich sono entrato senza noie, spero anche di
uscire nelle stesse condizioni.
Buon viaggio.
Grazie.
E la pattuglia si allontan lasciando la spiaggia silenziosa.
In quel momento suonarono le nove. Era l'ora fissata. J ames sentiva
il sangue affluirgli con violenza alla testa. Un fischio risuon nell'aria.
J ames rispose con un altro fischio uguale; poi attese tendendo
l'orecchio e raccomand ai suoi marinai silenzio assoluto. Apparve
allora un uomo avvolto in un ampio pastrano. Guardava da una parte e
dall'altra. J ames gli corse incontro.
Il signor Halliburtt?
Sono io, rispose quell'uomo.
Ah! sia lodato Iddio! esclam J ames Playfair. Imbarcatevi
senza perdere un minuto. Dov' Crockston?
Crockston? chiese meravigliato il signor Halliburtt. Che
intendete dire?
L'uomo che vi ha liberato, che ci ha condotto qui, il vostro
servo Crockston.
L'uomo che mi accompagnava il carceriere del castello!
rispose il signor Halliburtt.
Il carceriere! esclam J ames.
Evidentemente egli non capiva pi nulla e fu preso da mille timori.
Ah s, il carceriere! esclam una voce ben nota. Il
carceriere l che dorme come una talpa nella mia cella!
Crockston! sei tu? chiese il signor Halliburtt.
Padrone, non facciamo parole! Vi spiegheremo tutto, ne va della
vostra vita! In mare, in mare!
I tre uomini presero posto nell'imbarcazione.
Scosta! ordin il capitano.
I sei remi caddero tutt'insieme negli scalmi. Vogate! disse.
E la lancia scivol silenziosa come un pesce sulle onde oscure di
Charleston Harbour.

CAPITOLO IX
TRA DUE FUOCHI
LA LANCIA, spinta da sei robusti rematori, volava sulle acque
della rada. La nebbia infittiva sempre pi, e J ames Playfair riusciva
con molta fatica a mantenersi sulla giusta rotta. Crockston si era
messo a prora e il signor Halliburtt a poppa vicino al capitano. L'ex
prigioniero, rimasto sbigottito dalla presenza del suo servo, avrebbe
voluto rivolgergli la parola; ma costui gli raccomand il silenzio.
Per, qualche minuto dopo, quando la lancia fu al largo, Crockston
si decise a parlare. Capiva quali domande dovessero far presa nella
mente del signor Halliburtt.
S, mio caro padrone, gli spieg, il carceriere si trova al
mio posto nella mia cella, dove gli ho affibbiato un paio di pugni, uno
sulla nuca e l'altro nel petto, come narcotico, proprio nel momento in
cui mi portava la cena. Vedete che gratitudine! Indossati i suoi abiti e
prese le chiavi, sono venuto a cercarvi, e vi ho condotto fuori della
cittadella sotto il naso dei soldati. Nulla di pi facile.
Ma mia figlia? domand il signor Halliburtt.
a bordo del bastimento che vi deve condurre in Inghilterra.
Mia figlia l, l! esclam l'americano balzando dal suo
banco.
Silenzio! rispose Crockston. Ancora pochi minuti e siamo
salvi. L'imbarcazione volava nelle tenebre, ma un po' a tentoni. J ames
Playfair
non poteva vedere in mezzo alla nebbia i fanali del Dolphin.
Esitava sulla direzione da seguire, e tale era l'oscurit che i rematori
non vedevano nemmeno la punta dei loro remi.
Ebbene, signor J ames? disse Crockston.
Dobbiamo aver percorso pi di un miglio e mezzo, rispose il
capitano. Non vedi nulla, Crockston?
Niente: e dire che ho buoni occhi. Ma vedrete che ci arriveremo:
non sospettano di nulla, laggi...
Non aveva terminato di dire queste parole che un razzo solc le
tenebre dirigendosi molto in alto, dove si spense.
Un segnale! esclam Playfair.
Diavolo! fece Crockston, deve essere stato lanciato dalla
cittadella; aspettiamo.
Un secondo, poi un terzo razzo seguirono la direzione del primo, e
quasi subito lo stesso segnale venne ripetuto un miglio pi in gi
dell'imbarcazione.
Questo viene dal forte Sumter, esclam Crockston, il
segnale che stata scoperta l'evasione di un prigioniero. Arranca!
Arranca!
Vogate, vogate, amici, esclam J ames Playfair incitando i
marinai. Quei razzi mi hanno rischiarato la via; il Dolphin lontano
non pi di ottocento iarde; sentite, sentite la campana di bordo. Forza
dunque, venti sterline per voi, se arriviamo in cinque minuti.
I marinai, sotto i loro colpi vigorosi, riuscirono quasi a sollevare la
lancia fuori dell'acqua che sembrava venisse sfiorata appena: tutti
erano tesi fino allo spasimo. Un colpo di cannone era stato sparato
dalla citt ed era caduto a venti braccia dalla lancia. Crockston pot
intuire pi che vedere un corpo rapido che gli pass dinanzi e che
poteva essere un proiettile. In quell'istante la campana del Dolphin
suonava con pi insistenza; ancora pochi colpi di remo e la lancia
raggiunse il bastimento, e dopo alcuni secondi J enny si precipitava
nelle braccia del padre. In un attimo venne issata a bordo la lancia, e
J ames Playfair si slanci sul casseretto.
Mastro Mathew, le caldaie sono in pressione?
S, capitano.
Fate tagliare l'ormeggio, e via a tutto vapore.
Di l a pochi minuti le due eliche spingevano lo steamer verso il
canale principale, allontanandolo dal forte Sumter.
Signor Mathew, disse J ames, non possiamo pensare di
entrare nel canale dell'isola Sullivan; cadremmo direttamente sotto il
fuoco dei confederati. Rasentiamo il pi possibile il lato destro della
rada, pronti tuttavia a ricevere le bordate delle batterie federali. Avete
un uomo sicuro al timone?
S, capitano.
Fate spegnere i fanali e i fuochi di bordo. gi troppo che si
vedano i riflessi delle caldaie; ma non si pu farne a meno.
Durante questo scambio di ordini, il Dolphin filava velocemente;
ma nel manovrare per poter guadagnare la riva destra di Charleston
Harbour era stato obbligato a seguire un canale che lo avvicinava
momentaneamente al forte Sumter. Si trovava ormai vicino, a quasi
mezzo miglio di distanza, quando le feritoie del forte si illuminarono
improvvisamente, e una grandine di ferro pass dinanzi allo steamer
con una spaventevole detonazione.
Troppo presto; dovreste essere pi accorti! esclam J ames
Playfair scoppiando in una fragorosa risata. Forzate, forzate,
macchinista! Dobbiamo filare tra le due bordate!
I fuochisti mantenevano sotto pressione le caldaie e il Dolphin
fremeva in tutte le parti del suo fasciame sotto lo sforzo della
macchina, come se fosse sul punto di spaccarsi. Intanto si ud una
seconda detonazione e una nuova grandine di proiettili pass
fischiando dietro lo steamer.
Troppo tardi, imbecilli! esclam il giovane capitano con
foga. Allora Crockston, che si trovava sul casseretto, disse:
Una l'abbiamo passata; ancora pochi minuti e l'avremo fatta in
barba ai confederati.
Credi dunque che non ci sia pi nulla da temere dal forte
Sumter? domand J ames.
Nulla; rimane per ancora il forte Moultrie all'estremit
dell'isola Sullivan. Ci troveremo in pericolo soltanto per un mezzo
minuto; scelgano dunque bene il momento e mirino giusto se vogliono
colpirci. Attenzione, stiamo avvicinandoci.
Bene. La posizione del forte Moultrie ci permetter di entrare
nel canale principale. Fuoco dunque, perch non sparate?
Nel medesimo istante e come se J ames stesso avesse comandato il
fuoco, il forte si illumin di una triplice serie di lampi. Si ud uno
strepito spaventevole, poi ci furono degli scricchiolii a bordo dello
steamer.
Colpiti, questa volta! esclam Crockston.
Mastro Mathew, grid il capitano al secondo che si era
messo a prora, che cosa c'?
L'albero di bompresso caduto in mare.
Ci sono feriti?
No, capitano.
Ebbene, al diavolo l'alberatura! Infiliamo diritti il canale e
governiamo sull'isola!
Gliel'abbiamo fatta ai sudisti! esclam Crockston, e se
proprio necessario ricevere colpi di cannone preferisco quelli dei
nordisti. Si digeriscono meglio.
Infatti, non erano cessati tutti i pericoli, e il Dolphin non poteva
ancora considerarsi salvo; perch se l'isola Morris non era armata di
tutti quei pezzi micidiali che vennero piazzati alcuni mesi pi tardi,
tuttavia i suoi cannoni e i mortai potevano facilmente colare a picco
una nave come il Dolphin.
L'allarme era stato dato ai federali dell'isola e alle navi del blocco
dai colpi sparati dai forti Sumter e Moultrie. Gli assedianti non
riuscivano a raccapezzarsi in quell'attacco notturno, che non sembrava
diretto contro di loro; tuttavia si tennero pronti a rispondere al fuoco.
A questo appunto pensava J ames Playfair inoltrandosi nei canali
dell'isola Morris, e aveva ragione di stare all'erta, poich, dopo un
quarto d'ora, le tenebre furono come lacerate da numerosi lampi. Una
pioggia di piccole bombe cadde intorno allo steamer facendo saltare
l'acqua fin sopra le sue impavesate, e alcune vennero a cadere sul
ponte del Dolphin, ma dalla parte del fondello: il che permise alla
nave di uscire del tutto indenne. Infatti quelle bombe, come si seppe
pi tardi, dovevano esplodere in schegge e coprire ciascuna una
superficie di centoventi piedi quadrati con un fuoco inestinguibile che
durava per venti minuti. Una sola di quelle bombe poteva incendiare
un bastimento. Fortunatamente per il Dolphin, esse erano di recente
invenzione e non ancora messe a punto: una volta lanciate, un falso
movimento di rotazione le manteneva inclinate, sicch al momento
della caduta battevano con il fondello invece di battere con la punta in
cui si trovava la spoletta di percussione. Tale difetto di costruzione
salv il Dolphin; difatti la caduta di quelle bombe poco pesanti non
caus gravi danni, e sotto la spinta delle sue macchine esso continu a
inoltrarsi nel canale.
In quel momento e nonostante i suoi ordini, il signor Halliburtt e
sua figlia raggiunsero J ames Playfair sul casseretto. Questi volle
obbligarli a ritornare nella loro cabina, ma J enny dichiar di volergli
restare vicino a tutti i costi.
Quanto al signor Halliburtt, cui la figlia aveva fatto un racconto
particolareggiato di come si era comportato il suo salvatore, gli strinse
la mano senza poter pronunciare parola.
Intanto il Dolphin procedeva a gran velocit verso l'alto mare; gli
bastava seguire per tre miglia ancora il canale per trovarsi nelle acque
dell'Atlantico: se il canale era libero all'uscita, era salvo. J ames
Playfair conosceva meravigliosamente tutti i segreti della baia di
Charleston e dirigeva la propria nave nelle tenebre con incomparabile
sicurezza. Aveva dunque tutti i diritti di credere al buon successo della
sua audace fuga, quando un marinaio del castello di prua grid:
Un bastimento!
Un bastimento? disse J ames.
S.
La nebbia si era allora alzata e si poteva vedere una pirofregata che
manovrava per chiudere il canale e ostacolare l'uscita del Dolphin.
Bisognava a ogni costo superarla in velocit e chiedere alle macchine
dello steamer uno sforzo maggiore, altrimenti tutto era perduto.
Timone tutto a dritta! grid il capitano.
Poi si lanci sulla piattaforma sovrastante le macchine. Per suo
ordine una delle eliche venne arrestata; sotto l'azione di una sola il
Dolphin manovr con meravigliosa rapidit in un cerchio molto
ristretto, come se girasse su se stesso. Aveva cos evitato di investire
la fregata federale, e inseguendola avanz verso l'entrata del canale:
era solo una questione di velocit. J ames Playfair comprese che la sua
salvezza, quella di J enny, di suo padre e di tutto l'equipaggio stava
appunto nel correre pi veloci; la fregata precedeva il Dolphin di una
distanza molto considerevole, e dal fumo che erompeva dal fumaiolo
si vedeva che forzava le macchine al massimo. J ames Playfair non era
uomo da restar indietro.
Come vi trovate? domand all'ufficiale di macchina.
Al massimo di pressione, rispose questo; il vapore sfugge
da tutte le valvole.
Chiudete le valvole, comand il capitano.
E i suoi ordini vennero eseguiti a rischio di far saltare in aria il
bastimento.
Il Dolphin, allora, si mise a correre pi in fretta; i colpi di stantuffo
si succedevano con incredibile velocit; tutti i pezzi delle macchine
tremavano sotto quei tremendi colpi; era insomma uno spettacolo da
far tremare i cuori pi saldi.
Forzate! gridava J ames Playfair, forzate sempre!
Impossibile! rispose l'ufficiale di macchina. Le valvole
sono chiuse ermeticamente e i fornelli carichi sino all'orlo.
Che importa! Riempiteli di cotone bagnato con acquavite! Bisogna
passare ad ogni costo e superare quella maledetta fregata!
A queste parole, i pi intrepidi marinai si guardarono in faccia, ma
non esitarono. Alcune balle di cotone vennero gettate nelle caldaie: si
sfond un barile di acquavite, e questa materia combustibile venne
introdotta, non senza pericolo, nei focolai incandescenti. Il ruggito
delle fiamme non permetteva pi ai fuochisti d'intendersi. In breve gli
sportelli dei forni divennero roventi; gli stantuffi andavano e venivano
come quelli di una locomotiva; i manometri indicavano una pressione
altissima; lo steamer, le cui giunture parevano dover scoppiare da un
momento all'altro, volava sulle onde e il fumaiolo lanciava torrenti di
fiamme miste a turbini di nerissimo fumo. Il Dolphin era spinto con
una velocit spaventevole, insensata, ma intanto guadagnava metro su
metro alla fregata, la superava, se la lasciava indietro di molto, e dopo
dieci minuti era fuori del canale.
Salvi! esclam il capitano.
Salvi! rispose l'equipaggio battendo le mani.
Gi il faro di Charleston cominciava a sparire a sud-ovest; lo
splendore della sua luce impallidiva, ormai la nave poteva considerarsi
fuori pericolo, quando una bomba, partita da una cannoniera che
incrociava al largo, disegn nell'oscurit una traiettoria sibilante.
Era facile seguirne la traccia, per la striscia di fuoco che lasciava
dietro di s. Vi fu un momento d'ansiet indescrivibile; tutti tacevano,
e guardavano con occhio atterrito la parabola descritta dal proiettile:
non si poteva far nulla per evitarlo, e dopo un mezzo minuto, esso
cadde con terrificante fracasso sulla prua del Dolphin.
I marinai, impauriti, si buttarono indietro, e nessuno os fare un
passo avanti intanto che la miccia bruciava con vivo crepitio.
Ma uno solo, il pi coraggioso fra tutti, si lanci su quella terribile
arma di distruzione. Era Crockston; egli raccolse la bomba fra le
braccia vigorose, mentre migliaia di scintille sfuggivano dalla miccia;
poi, con uno sforzo sovrumano, la lanci in mare. La bomba, appena
toccata la superficie delle onde, esplose con una formidabile
detonazione.
Urr! urr! esclam a una voce tutto l'equipaggio del
Dolphin, mentre Crockston si stropicciava le mani.
Di l a poco, lo steamer fendeva rapidamente le acque dell'Oceano
Atlantico; la costa americana spariva nelle tenebre, e i fuochi lontani
che s'incrociavano all'orizzonte indicavano che il combattimento fra le
batterie dell'isola Morris e i forti di Charleston Harbour era in pieno
svolgimento.
CAPITOLO X
LA CATTEDRALE DI SAINT MUNGO
IL GIORNO dopo, al sorgere del sole, la costa americana era
scomparsa. Non una nave era visibile all'orizzonte, e il Dolphin,
moderando la velocit, si diresse pi tranquillamente verso le
Bermude.
Come and la traversata dell'Atlantico, inutile descriverlo.
Nessun incidente fu segnalato durante il viaggio di ritorno, e dieci
giorni dopo la partenza da Charleston, vennero avvistate le coste
dell'Irlanda.
Tutto ci che accadde tra il giovane capitano e la giovinetta
facilmente intuibile. Poteva il signor Halliburtt riconoscere il coraggio
e l'affetto del proprio salvatore senza fare di tutto per renderlo il pi
felice degli uomini? Intanto J ames Playfair non aveva atteso di
trovarsi nelle acque inglesi per esprimere al padre e alla giovinetta i
propri sentimenti, e se conviene credere a Crockston, la signorina
J enny accolse quella confessione con immensa gioia che non cerc di
dissimulare. Al contrario, e fece bene.
Avvenne dunque che, il 14 febbraio di quell'anno, molta gente era
riunita sotto le massicce volte di Saint Mungo, la vecchia cattedrale di
Glasgow. Vi erano marinai, commercianti, industriali e magistrati, una
folla eterogenea insomma. Il bravo Crockston era il testimonio della
signorina J enny tutta raggiante nel suo splendido abito da sposa,
mentre lo zio Vincent se ne stava fiero accanto al nipote.
Si stava celebrando il matrimonio di J ames Playfair della casa
Vincent Playfair e Co., di Glasgow, con la signorina J enny Halliburtt,
di Boston.
La cerimonia fu grandiosa; tutti conoscevano la storia del Dolphin,
e consideravano giustamente ricompensata l'abnegazione del giovane
capitano: egli solo, schermendosi, si considerava premiato oltre il
proprio merito.
Alla sera, gran festa in casa dello zio Vincent; gran pranzo, un ballo
sfarzoso, abbondante distribuzione di scellini alla folla radunata in
Gordon Street. Durante quel memorabile banchetto, Crockston, pur
mantenendosi nei giusti limiti, si rivel un ottimo buongustaio.
La gioia e l'allegria di tutti i presenti facevano da coronamento alla
felicit della giovane coppia. Alla sera, quando la folla degli invitati si
fu ritirata, J ames Playfair and ad abbracciare lo zio prima di
congedarsi.
Ebbene, zio Vincent? gli disse.
Ebbene, nipote J ames?
Siete contento del grazioso carico che ho portato a bordo del
Dolphin? gli chiese mostrando la sua coraggiosa e giovane sposa.
Altro che contento, fu la risposta del vecchio commerciante;
ho venduto i miei cotoni con il trecentosettantacinque per cento di
guadagno!
SPIEGAZIONE DEI TERMINI
MARINARESCHI USATI IN QUESTO LIBRO
Alberatura - L'insieme degli alberi di una nave con tutti i loro
accessori. Albero di gabbia - Vedi gabbia. Albero di maestra - Vedi
maestra. Albero di mezzana - Vedi mezzana. Albero di trinchetto -
Vedi trinchetto.
Ammainare - Far discendere qualsiasi oggetto sospeso a cavi
(vele, bandiere, pennoni, imbarcazioni, ecc.).
Anca - La parte della nave dove i fianchi si arrotondano per
formare la poppa (v.).
Ancora da pennello - Ancorotto che viene unito, mediante cavo,
ad un'ancora affondata per aumentarne la presa.
Argano - Macchina per sollevare pesi e in genere per compiere un
grande sforzo di trazione. composta di un cilindro (campana) ad
asse verticale od orizzontale, che ruota a mano o a motore, e intorno al
quale si avvolge il cavo o la catena che compie lo sforzo.
Armare - Mettere a posto ogni arnese marinaresco. Attrezzare.
Provvedere una nave di uomini e di cose necessarie al suo
funzionamento.
Arrancare - Vogare con la massima forza.
Aurica - Si chiamano vele auriche le vele di taglio che hanno
forma trapezoidale: randa, controranda, vela a tarchia, vela al terzo o
da trabaccolo, vela al quarto.
Banco - Nelle imbarcazioni ciascuna delle tavole dove siedono i
vogatori. Barra - Leva o manovella che, fissata alla parte superiore del
timone, serve a farlo ruotare sui suoi cardini.
Beccheggio, beccheggiare - Il movimento di oscillazione della
nave, per effetto delle onde in senso longitudinale, che solleva
alternativamente la prua (v.) e la poppa (v.).
Boccaporto - Apertura rettangolare o quadrata sui ponti per dare
accesso ai ponti sottostanti e alle stive. Prende il nome dalla sua
ubicazione (b. di prora, b. di poppa, b. del centro o gran boccaporto)
e pu essere ricoperta da una tuga o casotto.
Bompresso - L'albero che sporge obliquamente dalla prua (v.) e su
cui si distendono i lati inferiori di quelle vele triangolari dette fiocchi
(v.).
Braccio (di dritta) - Cavo agganciato all'estremit dei pennoni (v.)
per dar loro (e quindi alle vele) l'orientamento voluto; in questo caso si
parla di quello di destra.
Brigantino - Veliero a due alberi con vele quadre e bompresso
(v.).
Buttafuori - Nome generico di qualsiasi asta tenuta fuori bordo per
sostenere qualsiasi cosa.
Cannoniera - Nave di piccolo dislocamento, di moderata velocit,
senza corazze e armata con cannoni di medio e piccolo calibro.
Casseretto - Nei velieri il ponte parziale (circa un quarto di tutta
la lunghezza della nave), sopraelevato rispetto al cassero (v.), che va
dall'estrema poppa (v.) all'albero posteriore [a. d mezzana (v.)].
Contiene gli alloggi degli ufficiali e funge da ponte di comando. Da
qualcuno oggi viene impropriamente chiamato cassero.
Cassero - Nelle navi a vela del passato la parte scoperta del ponte
superiore a poppa (v.), compresa tra l'albero centrale [a. di maestra
(v.)] e il casseretto. Oggi questa denominazione usata spesso in
luogo di casseretto o anche per indicare un ponte parziale,
sopraelevato alla coperta, al centro della nave (cassero centrale).
Castello di prora - il ponte parziale, sopraelevato alla coperta, che
va dall'estrema prora (v.) fin quasi all'albero di trinchetto (v.). Lo
spazio sottostante generalmente destinato ad alloggiare l'equipaggio.
Chiglia - La spina dorsale dello scafo di una nave. Si trova nella
parte pi bassa della carena ed sporgente nei bastimenti e nelle
barche di legno, mentre in quelli metallici forma superficie continua
con il resto della carena.
Clipper - Nome dei grandi e veloci velieri inglesi e nordamericani
che nell'Ottocento compivano i viaggi transoceanici per il trasporto di
passeggeri e merci. Generalmente erano attrezzati a nave, cio con tre
alberi a vele quadre.
Controfiocco - Il pi esterno dei fiocchi (v.).
Controrande - Vele auriche di forma triangolare o anche
trapezoidale, che si alzano sopra le rande (v.) e sono inferite (fissate)
all'albero di mezzana (v.) e al picco di randa (v.).
Coronamento di poppa - L'orlo superiore della poppa (v.) delle
navi.
Corvetta - Unit militare del periodo velico, a tre alberi, armata da
20 a 30 cannoni. Nei periodi successivi si incontrano le corvette miste,
munite di macchine a vapore.
Cutter - Tipo di veliero con un solo albero a vele auriche (randa,
controranda, fiocchi) e asta di fiocco.
Filare i nodi - Lasciar correre la sgola (piccola corda di canapa)
del solcometro recante i nodi (v.) per la misurazione della velocit
della nave.
Fiocchi - Sono le vele di taglio che si alzano agli stragli (v.) che
vanno al bompresso (v.). A partire dalla pi interna si chiamano:
trinchetta o trinchettina di fortuna o trinchettina (v.), gran fiocco,
secondo fiocco, controfiocco (v.).
Fregata - Nave a vela da guerra del passato. Aveva tre alberi a vele
quadre ed era armata con una sessantina di cannoni. Con un apparato
motore a vapore era chiamata pirofregata.
Gabbia (Albero di) - Secondo pezzo o segmento (gli alberi delle
navi a vela sono generalmente composti di tre pezzi o segmenti)
dell'albero di maestra (v.). Genericamente anche l'albero di
parrocchetto [secondo segmento dell'albero di trinchetto (v.)] e
l'albero di contromezzana [secondo segmento dell'albero di mezzana
(v.)].
Gabbia di trinchetto - Nome generico della vela quadra sostenuta
dall'albero di par-rocchetto [secondo pezzo o segmento dell'aero di
trinchetto (v.)].
Gavitelli - Piccoli galleggianti di legno, di sughero o di metallo
usati per indicare l'esatta posizione dell'ancora sul fondo o di un
oggetto, sempre sul fondo, che si deve ricuperare.
Giunca - Nome generico con cui sono indicati gli speciali velieri a
scafo di legno (con carena piatta e larga) usati largamente nei mari
dell'Estremo Oriente.
Goletta - Veliero con bompresso (v.) e due alberi leggermente
inclinati verso poppa (v.) portanti vele auriche (vele di forma
trapezoidale) disposte lungo il piano longitudinale della nave [randa
(v.) e controranda (v.)].
Gmena - Grosso cavo di canapa una volta usato per le ancore al
posto della catena ed ora il maggiore dei cavi per ormeggio,
rimorchio, ecc.
Governare - Dirigere una nave o un'imbarcazione usando
opportunamente il timone.
Griselle - Cavetti (funicelle) tesi e legati orizzontalmente fra le
sartie (v.) a intervalli uguali, in modo da formare degli scalini per
salire sugli alberi.
Imbrogliare - Raccogliere le vele a festoni tirando quei cavi detti
imbrogli, allo scopo di sottrarre le vele stesse all'azione del vento.
Impavesata - Parapetto della nave formato dalla murata che si
eleva al di sopra del ponte di coperta.
Impiombatura - Unione di due cavi o cime a carattere permanente
fatta intrecciandone i legnoli (ossia ognuno degli elementi con i quali
il cavo formato) delle estremit.
Lampada antirollo - Lampada speciale, montata su sospensioni
cardaniche in modo da oscillare il meno possibile ai movimenti della
nave.
Lancia - Imbarcazione a remi a poppa (v.) quadra e dotata di
cinque-otto banchi (v.) di voga. Le lance sono in dotazione alle navi
da guerra e mercantili in un determinato numero, e sono tenute alzate
alle gru; lance di salvataggio sono quelle specialmente adatte per il
ricupero di uomini caduti in mare.
Lascare (le vele) - Allentare i cavi che legano le vele in modo da
diminuirne la tensione.
Light-boat - Battello faro.
Luci di posizione - Sono i fanali di via, ossia le luci che per
convenzione internazionale tutte le navi devono portare nottetempo in
navigazione per evitare le collisioni. Per i velieri i fanali di via sono
due: uno verde a dritta non visibile a sinistra n verso poppa (v.), e
uno rosso a sinistra con analoghe zone di visibilit di quello verde. Le
navi a propulsione meccanica ne hanno un terzo bianco sopraelevato
rispetto al rosso e al verde.
Maestra (Albero di) - Il maggiore degli alberi di una nave; nelle
navi a tre alberi quello di mezzo e in quelle a due quello di poppa
(v.). detto anche albero maestro.
Manovre correnti - Sono quelle manovre (cavi e cime) mediante
le quali si alzano e si orientano i pennoni (v.), si bordano e si
imbrogliano le vele, ecc.
Mare in stanca - Si ha quando l'acqua dell'alta marea si trova in un
certo periodo tra il flusso e il riflusso.
Mettere in panna - Disporre un veliero in stato di relativa
immobilit con un opportuno orientamento delle vele.
Mezzana (Albero di) - Il pi piccolo e il pi a poppa (v.) degli
alberi di una nave a tre alberi.
Monitori - Navi corazzate a basso bordo, potentemente annate di
artiglierie di grosso calibro sistemate in torretta, destinate ad azioni
costiere. Il loro nome deriva dalla nave corazzata Monitor, costruita
nel 1861 dallo svedese Ericson per i Confederati.
Nave goletta - Veliero a tre alberi e bompresso (v.), con trinchetto
(v.) a vele quadre e gli altri due a vele auriche.
Nodo - Si usa questo termine, invece di miglio, per indicare la
velocit di una nave. Tale denominazione deriva dai nodi con i quali
graduata la sgola del solcometro che indica la velocit misurata (v.
Filare i nodi).
Opera morta - Nome complessivo di tutta la parte dello scafo al di
sopra della linea di galleggiamento.
Packet-boat - Nave mercantile che effettua il servizio postale.
Patent log - Strumento che indica la velocit di una nave; in
italiano solcometro.
Pennoni - Travi che s'incrociano agli alberi della nave per reggere
le vele quadre. Prendono i nomi delle vele che reggono.
Picchi di randa - Specie di mezzi pennoni inclinati rispetto
di'albero di mezzana (v.), che sostengono la parte superiore delle
rande (v.).
Ponte di comando - Soprastruttura al di sopra del ponte pi
elevato destinata al comando della manovra e alla direzione della
navigazione; detta anche plancia.
Poppa - La parte posteriore di una nave o di una imbarcazione.
Portare - Si dice delle vele che si gonfiano ricevendo il vento in
senso favorevole alla rotta della nave. Questo stato delle vele si
distingue da quello in cui le vele sbattono o sono a collo dell'albero.
Prendete una mano di terzaruolo - Significa ripiegare una
porzione delle vele (in modo da ridurre la superficie) quando il vento
troppo forte.
Prora o prua - La parte anteriore di una nave o di ima
imbarcazione.
Randa - Vela di taglio della specie chiamata aurica, a forma
trapezoidale. Il suo lato anteriore addossato all'albero, il lato
superiore legato ad un'asta inclinata detta picco (v.) e il lato inferiore
ad un trave orizzontale detto boma.
Ridurre le vele - Diminuire la superficie velica sottoposta
all'azione del vento. Questa operazione viene eseguita o per rallentare
la velocit della nave o per alleggerire la tensione cui sono sottoposti
gli alberi, per esempio durante una tempesta.
Rollare, rollio - L'oscillazione alternata della nave da un fianco
all'altro per effetto del moto ondoso del mare nel senso trasversale.
Ruota di prora - Pezzo di costruzione che si innalza dalla
estremit della chiglia (v.) per formare il dritto di prora.
Sampan - Imbarcazione costiera, pi piccola della giunca (v.),
larga e piatta,_ con la poppa (v.) rialzata e non dotata di coperta, a
remi e a vela. in uso sui mari e sui fiumi dell'Estremo Oriente.
Sartie - I cavi che sostengono gli alberi lateralmente e verso poppa
(v.).
Sciogliere gli ormeggi - Mollare i cavi che trattengono la nave alla
banchina del porto; in una parola: partire.
Scotta - Il cavo con il quale si tira e si fissa, in basso e verso poppa
(v.), l'angolo inferiore (bugna) della vela per bordarla, ossia per
spiegarla e distenderla al vento. Prende il nome dalla vela cui si
riferisce: scotta di gabbia, di randa, ecc.
Sloop - Voce di uso internazionale che nel XVII e XVIII secolo
indicava un veliero attrezzato con un albero a vele auriche e
bompresso (v.) con fiocchi (v.); veniva impiegato in Inghilterra e
nell'America Settentrionale. Oggi si indica con tale voce
un'imbarcazione sportiva a vela, attrezzata come il cutter (v.), ma con
carena di forma relativamente piena.
Spardeck - Ponte leggero situato al di sopra del ponte principale.
Steam-boat - Barca a vapore.
Steamer - Piroscafo.
Stiva - Lo spazio destinato a contenere il carico sulle navi
mercantili.
Straorzata - Rapida abbattuta (movimento angolare di una nave
rispetto al proprio asse verticale) di una nave sia per mal governo
(ossia perch malamente diretta con il timone) sia per mare grosso in
poppa (v.).
Stringere il vento - Navigare quanto pi possibile con la prora (v.)
in una direzione che forma con quella del vento l'angolo minimo che
permette di far portare (v.) le vele e ottenere il moto in avanti. Si dice
anche andare di bolina.
Tesare - Tendere un cavo o distendere bene una vela per
diminuirne la curvatura che subisce per l'azione del vento.
Trinchettina - La pi interna e la pi bassa delle vele di taglio
(vele triangolari, generalmente inferite a verghe oblique, chiamate
antenne e picchi, o a cavi fissi, lungo il piano longitudinale della nave)
che stanno fra l'albero di trinchetto (v.) e il bompresso (v.) e sono
dette fiocchi (v.).
Trinchetto (Albero di) - L'albero pi vicino alla prua (v.).
Trinchetto (Vela di) - La vela pi grande e pi bassa dell'albero di
trinchetto (v.).
Trinella - Funicella formata con filo di canapi vecchi, tessuta a mo'
di treccia, adoperata per vari usi.
Turno di guardia - uno dei periodi di quattro ore durante i quali
appunto di turno una parte dell'equipaggio con il compito di
espletare i servizi nautici e di sorveglianza.
Ufficiale di guardia - l'ufficiale responsabile dell'equipaggio
durante un turno di guardia (v.).
Vele basse - Vele quadre sostenute dai tronchi maggiori (o primi
segmenti) degli alberi di trinchetto (v.), di maestra (v.) e di mezzana
(v.).
Vele di gabbia - Vele quadre sostenute dagli alberi di gabbia (v.)
[che sono il secondo segmento degli alberi di trinchetto (v.) e di
maestra (v.)] e da quello di contromezzana, inferite ai pennoni di
gabbia; fanno parte delle vele alte.
Vele di straglio - Vele di taglio che si alzano sugli stragli [tiranti in
cavo d'acciaio che sostengono gli alberi verso prora (v.)] che vanno
tra un albero e l'altro.
Vento rinfresca (Il) - Significa che aumenta di forza: non vi
nessun riferimento alla sua temperatura.
Virare (di bordo) - Manovrare per far voltare la nave in modo che
cambi il lato (bordo) dal quale prende il vento. Questa manovra si
effettua nell'andatura di bolina. Si pu virare in prora oppure virare
in poppa. La prima maniera la pi normale, mentre la seconda si
effettua in circostanze eccezionali e quando non sia possibile fare
diversamente.
Yacht - Nave da diporto: pu essere a vapore e a vela.

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