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PRIMA

Paolo
LETTERA
l’organizzatore A TIMOTEO
C on le Lettere pastorali, come sono ormai comunemente
chiamati gli scritti di Paolo ai discepoli Timoteo e Tito,
entriamo nel vivo dell’organizzazione della comunità
cristiana. Quel “corpo di Cristo” che l’Apostolo vedeva
delinearsi nelle comunità destinatarie delle sue Lettere (cfr.
1Cor 12,27), ora appare nel pieno del suo sviluppo e della
sua visibilità.

R adicato nella tradizione religiosa di Israele, Paolo, da


operoso missionario e fondatore, ne valorizza da una
parte gli elementi che ancora concorrono a costruire e
guidare la comunità cristiana, dall’altra ne innova
sapientemente l’organizzazione alla luce del Vangelo e
dell’esperienza apostolica delle origini, come testimoniano
gli Atti degli Apostoli (cfr. At 2,42-45).

L’ opera di Paolo organizzatore incide innanzitutto


nell’interiorità della vita della comunità. Questa è vista
nei suoi atteggiamenti costitutivi di fondo: la preghiera, la
celebrazione liturgica, l’armonia fraterna nella carità, la
Interventi di perfetta coerenza tra Vangelo e vita quotidiana, la fedeltà al
“deposito” della fede e della verità.
Gianfranco Ravasi
Giuseppe Pulcinelli
Michelangelo Tábet A questa interiorità fa da supporto la struttura visibile
che sostiene e organizza la comunità: le figure
dell’episcopo/vescovo, del presbitero e del diacono, uomini
Giuseppe De Virgilio e donne, padri e madri, vedove e schiavi, tutti intenti alla
Vladan Tatalovic edificazione e all’organizazzione della Chiesa, alla “buona”
Paolo Ricca battaglia della fede e a custodire il “deposito” del Vangelo
Salvatore Piga dal tradimento dei falsi maestri.
Primo Gironi
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