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Marco Polo ( Venezia;15.9.1254 ivi il 29 .1.1324) uno dei pi importanti esploratori della storia, mercante veneziano,assieme al padre Nicol e allo zio Matteo, fu tra i primi occidentali ad arrivare fino in Cina (da lui chiamata Chatai ) percorrendo quella che veniva chiamate : la via della seta. Le cronache del suo viaggio sono state da lui dettate a Rustichello da Pisa, suo compagno di prigionia a Genova, e raccolte in un libro intitolato ;Deuisament dou monde, la descrizione del mondo, o anche, le merveilles del mondo meglio noto come il Milione. Il Milione uno dei grandi libri della prosa volgare del Medioevo , esso nasce dalla cooperazione di un viaggiatore-narratore-mercante, il veneziano Marco Polo, e di un letterato-scrittore, il pisano Rustichello da Pisa. I due auctores (si dice dictator e scriptor), prigionieri di guerra dei Genovesi , lavorarono alla stesura del testo negli anni 1298-1299. Com noto, lopera fu originariamente composta in francese antico (doil) ricco secondo molti studiosi di italianismi lessicali: una immagine attendibile di questa redazione originaria ci conservata nella Bibliothque nationale de France, da cui si desume anche la dicitura Devisement dou monde, che rappresenta con ogni probabilit lintitolazione primitiva dellopera. Il viaggio: Il giovane Marco part per la Cina insieme al padre Niccol e allo zio Matteo nel 1271 e rimase in estremo oriente per circa diciassette anni, prima di tornare a Venezia. Dopo il suo ritorno, Marco venne catturato e fatto prigioniero dai genovesi, a seguito di una battaglia navale tra le repubbliche di Venezia e Genova svoltasi presso l'Isola di Curzola in Dalmazia. In carcere scrisse insieme a Rustichello il suo notissimo libro. Il padre Niccol (o anche Nicol) e lo zio Matteo (detto Maffio) erano ricchi mercanti che commerciavano con l'Oriente. I due attraversarono l'Asia in un primo viaggio tra il 1258-60 e raggiunsero la Cina nel 1262, arrivando a Khanbaliq (la residenza del khan, il nome mongolo dell'odierna Pechino).Pi precisamente:Niccol Polo, quindi parte con il fratello Matteo per portare un carico di pietre preziose nei territori attorno al basso corso del Volga. Partono da Soldaia (lodierna Sudak), si fermano a Sarai (oggi Astrakan), in seguito a Bolgara (capitale dei Bulgari del Volga), a Bucara ( capitale del regno di Ciagatai sotto il Kan Buraq) e giungono infine a Ciandu (Shang-tu) dove fanno la conoscenza di Kublai, quinto Gran Kan dei Mongoli (dopo Cinghiscan, o Gengiscan, capostipite della dinastia). Nel 1269, i fratelli tornano a Venezia e ritrovarono il quindicenne Marco. Nello stesso anno sono a Roma (nel 1269 )come ambasciatori di Kubilai Khan, con una lettera da consegnare al Papa con la richiesta di mandare persone istruite per raccogliere informazioni sul modo di vivere mongolo. Niccol e Matteo intrapresero il loro secondo viaggio nel 1271, con la risposta di Papa Gregorio X da consegnare a Kubilai Khan. Questa volta Niccol port con s il figlio diciassettenne Marco, che, una volta arrivato in Catai, ottenne subito i favori di Kubilai , tanto che divenne suo consigliere e successivamente suo ambasciatore. Nei 18 anni di servizio al khan, Marco visit le vaste regioni cinesi ed ebbe l'opportunit di vedere i numerosi traguardi di civilt raggiunti in quell'epoca dalla Cina, traguardi non comparabili con quelli raggiunti dall'Europa nello stesso periodo molto pi povera. Arrivati a Chemenfu ( vale a dire Ciandu, residenza estiva di Kublai), dopo la consegna da parte di Niccol e Matteo di alcune lettere del papa Gregorio X, il padre di Marco offre i suoi servigi e quelli di Marco a Kubilai Khan. Marco dimostra di essere un ragazzo capace: si appropria con facilit dei costumi tartari, della lingua e della scrittura di quelle regioni, durante i viaggi compiuti per lo svolgimento dei compiti che gli sono affidati osserva, raccoglie informazioni per soddisfare la propria curiosit e lansia di conoscere, ma anche perch ha capito che lo stesso Gran Kan pi interessato alle notizie sugli usi e costumi di quei paesi che delle ambascerie mandate cos lontano.Dopo essere rimasti alla corte del Gran Kan ,Nicol, Matteo e Marco Polo decisero di ritornare al loro paese,siamo nel 1295, i Polo quindi tornano in patria, avendo svolto la loro ultima missione: accompagnare la principessa Cocacin, figlia di Kublai, nel paese di Argon, Il kan di Persia. Bolgana, la moglie di questi, anchessa parente del Gran Kan, era morta ed il re, dovendosi risposare, aveva pregato il gran Kan di mandargli una dama della stessa stirpe della regina. I fratelli Polo e Marco accompagnarono dunque la principessa Cocacin da Giava alla Persia in un viaggio di diciotto mesi. Arrivati in Persia trovarono il re Argon morto. La giovane dama and in sposa a Chiacatu, figlio di Argon. Il Milione Al suo ritorno dalla Cina nel 1295, la famiglia Polo si sistem nuovamente a Venezia, i racconti sui loro viaggi come capitava spesso per i mercanti divennero molto noti e leggendari un intreccio tra fantasia e realt. Intorno al viaggio verso mondi lontani e sconosciuti si creavano leggende sulle meraviglie del mondo,uno dei titoli del Milione, il viaggio stesso alla base sia di relazioni scientifiche geografiche che della letteratura di tutti i tempi ,pensiamo al viaggio di Ulisse o di Dante. Un codice narrativo quindi vero e proprio che arriva sino ad Indiana Jones.

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Non accertata anche se molto usata la teoria che vuole il titolo postumo del suo libro, "Il Milione", derivato da un soprannome di famiglia, "Emilione" (nome di un antenato di Marco Polo) .In seguito il libro fu rimaneggiato in vario modo sia linguistico che contenutistico . Diverse le redazioni in volgare Solo durante il periodo dell'Illuminismo si tender a rivalutare il testo pi antico e fedele al vero Milione e a dargli il posto che merita nella storia delle esplorazioni. Rustichello era uno scrittore di favole medievali, ed era dunque abituato ad arricchire la narrazione introducendo particolari fantastici come mostri, avvenimenti miracolosi o leggendari e descrizioni di cruente battaglie. Pu darsi che parte dellimmaginario mondo dello scrittore sia entrato nella descrizione del mondo di messer Marco, ma ci che il Veneziano ha visto deve essergli sembrato pi grande e strabiliante di qualunque altra cosa al mondo, e tale devono averla immaginata i contemporanei che hanno potuto, grazie al Milione, far viaggiare la fantasia attraverso contrade in cui, secondo messer Marco, pascola lunicorno. Ancora, pu essere che il giovane viaggiatore abbia frainteso qualcosa, o che, non avendo capito, si sia dato spiegazioni che vanno aldil del reale, ma viveva daltronde in unepoca in cui il meraviglioso era una componente fondamentale Marco Polo rimane comunque un uomo dotato di una straordinaria memoria che gli ha permesso di ricordare e di raccogliere in un libro, il Milione, , il riassunto di un viaggio durato pi di venti anni. Fra laltro il nome che oggi usiamo posteriore alla stesura: risale al periodo in cui Marco ricominci a lavorare al suo libro e, fra le varie aggiunte e cambiamenti, cambi anche il nome. Il Milione. Marco viene liberato nel 1299 e fa ritorno a Venezia dove, nello stesso anno, sposa Donata Bador dalla quale ha tre figlie, Fantina, Bellella e Moreta. Muore nel 1324, a settantanni. Fra i suoi beni, oltre a propriet, stoffe e oggetti orientali, vengono ritrovate le piastre doro che il Gran Kan consegnava a quelli che viaggiavano per lui, affinch fosse loro consegnato tutto il necessario per il viaggio attraverso le sue infinite terre. La lingua volgare dol Limpiego della lingua dol da parte di due Italiani alla fine del tredicesimo secolo non deve meravigliare . Anzitutto, la parlata di Francia era usata come idioma di scambio tra le diverse nationes occidentali in tutto il Mediterraneo orientale. In secondo luogo, il volgare dOltrAlpe veniva comunemente impiegato nelle produzioni letterarie dellItalia settentrionale, tanto per la realizzazione di rifacimenti di materia cavalleresca , quanto nellelaborazione autonoma di opere didattiche e storiografiche (un altro importante scrittore delle origini B.Latini, scisse in francese). Lingua dei commerci e letteraria di larga diffusione, il francese era dunque il mezzo ideale per raggiungere il pubblico pi vasto ed eterogeneo.Ricordiamo che Rustichello, intorno al 1272 aveva scritto in quella lingua unampia compilazione di argomento arturiano nota come (Roman de) Meliadus. Un impasto di realt e mirabilia ,fantasia Sorto dagli apporti di due autori lontani per formazione e cultura, il Devisement dou monde presenta evidenti caratteri eterogenei. Lasciando da parte le oscillazioni dei soggetti parlanti e altre discontinuit rilevabili nel racconto, andr quanto meno evidenziata la netta alternanza tra stile discorsivo -descrittivo e parti di tipo narrativo. Ancor pi significativa, nella sistemazione delle notizie sullAsia, la marcata tendenza alla intersecazione di reale e immaginario.I referti indicati in parte reali si mescolano con conoscenze di ascendenza libresca, i dati raccolti per esperienza diretta si intrecciano col repertorio tradizionale delle meraviglie indiane,tipiche dei racconti di altri narratori tra scrittura e leggenda,un impasto di realt e fantasia Descrizione realistica e Racconto fantastico. Verrebbe spontaneo attribuire a Marco Polo lempirismo oggettivo e a Rustichello la parte favolostica. Ma questa schematica distribuzione di ruoli rischia di condurci fuori strada. Per quanto aperto e curioso, anche il Veneziano doveva essere condizionato dalle logiche culturali e dal sistema di rappresentazioni(i codici linguistici) dellOccidente medievale. Ricordiamo ancora che a differenza dellAfrica o dellAmerica latina,ancora nell'ottocento,lOriente era visto come un mondo ricco diverso meraviglioso ,esotico nei cui confronti si evidenziava una certa subalternit un notevole rispetto. Dopo venne il colonialismo anche per Loriente. Manuale mercantile, romanzo cortese, raccolta di meraviglie e altro Ma il tratto di pi vistoso eclettismo(non omogeneo) del libro di Marco e Rustichello risiede nel suo stile molteplice e sfuggente. Posto al crocevia di svariati generi, il Devisement dou monde si sottrae a semplicistici tentativi di definizione storico-critica. Dal punto di vista strutturale - sia nellarchitettura dassieme sia nellorganizzazione delle singole parti -, lopera appare plasmata sul modello dellenciclopedia medievale e delle pratiche di mercatura. Le griglie espositive somigliano a quelli dei manuali di commercio. In tal senso, si pu affermare che il Devisement dou monde , almeno in prima istanza, un racconto geo-etnografico sullAsia compilato con un occhio di riguardo per le notizie merceologicamente rilevanti. Non manca nemmeno linfluenza del romanzo cortese, che agisce sia sul piano tematico sia a livello stilistico: sono numerose le pagine in cui lalterit dellOriente sembra confondersi con lesotismo di Re Art

il Devisement dou monde offre perci un profilo plurimo e sfaccettato,manuale mercantile, roman cortese, celebrazione dellImpero mongolo, raccolta di meraviglie orientali: lopera di Marco e Rustichello tutto questo e altro ancora. E il viaggio? Non solo una relazione di viaggio Il libro confezionato nel 1298-1299 nelle prigioni di Genova non , in senso stretto, una relazione di viaggio. La descrizione dellAsia di Marco Polo, scandita da un taglio di impronta didascalica, non si presenta come un rendiconto diaristico o un taccuino di appunti. Eppure i vagabondaggi di Marco in Oriente e la sua lunga permanenza nellImpero di Gengiskhan (1271-1295: quasi venticinque anni !) costituiscono il punto di partenza e lasse costruttivo del Devisement dou monde. Prima di tutto, andr rilevato come le grandi articolazioni dellopera ricalchino le linee portanti dellitinerario compiuto dal Veneziano. Escludendo il Prologo e una lunga appendice consacrata a potentati mongoli indipendenti - o solo formalmente dipendenti - dal potere del Gran Khan , il libro appare suddiviso in tre settori che rispecchiano le fasi principali del viaggio di Marco in Oriente: i capp. dedicati alla Persia e ai quadranti dellAsia Centrale, corrispondono al percorso dandata; i capp. relativi al Gran Khan Khubilai e alle istituzioni imperiali, rimandano al soggiorno presso il sovrano mongolo; i capp. riguardanti le Indie, rinviano al tragitto di ritorno. Insomma, la tripartizione tematica del Devisement dou monde si sovrappone alla vicenda biografica di Marco. Ma c di pi. Anche lorganizzazione microtestuale dellopera si dispone sullintelaiatura offerta dal viaggio. Considerando le sole sezioni descrittive - nettamente maggioritarie rispetto alla narratio(Narrazione) -, si pu affermare che ogni capitolo consiste di una "scheda geografica" su una regione o una citt dellOriente visitate da Marco. In tal modo, lunit minima di scansione testuale - il capitolo - rappresenta al tempo stesso una cartella dellatlante dellAsia e una tappa del cammino tracciato dal Veneziano.

Le numerose redazioni del Devisement dou monde Questo libro cos eclettico, situato allintersezione di diversi generi e nutrito di svariate suggestioni, conobbe fin dal principio del Trecento uno straordinario successo: fu tradotto in molte lingue, rimaneggiato, abbreviato, ritoccato e adattato di volta in volta al gusto e allorizzonte dattesa di nuovi contesti socioculturali. Dalla primigenia stesura in lingua dol discesero numerose redazioni, che ridisegnarono il volto dellopera, frammentandolo in uninfinit di riflessi e variazioni. per questa ragione che la tradizione manoscritta del Devisement dou monde ci appare oggi come un caleidoscopio intricato e plurilingue. Daltra parte, questa variet di riletture e rifacimenti della versione primitiva si rifrange nella pluralit di intitolazioni che lopera reca negli oltre 130 codici pervenutici: Milione , Livre des Merveilles, Del Gran Khan, Historia Tartarorum ecc. Nel 1298-1299, con la stesura del Devisement dou monde, si diede forma al testo di un viaggio; in sguito, con la propagazione manoscritta del libro incominci un fortunato e vertiginoso viaggio autonomo, l'emittente non ne deteneva quasi pi il dominio,avevamo il viaggio di Polo la sua relazione le diverse edizioni ,le interpretazioni e tanto ancora.Da ricordare: La televisione ha prodotto e trasmesso negli anni ottanta un bel film del grande regista Giuliano Montaldo sul Veneziano,in seguito P.Angela utilizzando il film ha trasmesso in una delle sue note trasmissioni un documentario

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