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TEMPI LUNGHI - A TE

I - A ignota (potresti essere tu, o mia lettrice)

Come la luna che di notte fa vedere

II - Cristiana

Dama dantesca con luci e ombre hai colonizzato il nostro inconscio

Cavalli selvaggi calpestare la brughiera del mio cuore avrebbero fatto meno male

Ma i tuoi zoccoli, croce o delizia chi pu dirlo, mi fanno sentire libero e forte

Intanto tremo

III - Senza titolo

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Ascoltando il tuo silenzio mi pare di sentire leco del mio

Vorrei fare la comunione col tuo corpo

Ma sono un girasole, ed notte

IV - C bisogno di centellinare le parole

Non amo mescolarmi in orde assordanti di armigeri danzanti truccati a festa

C bisogno di centellinare le parole

V - Nomi e monosillabi

cattedrali di rugiada ispessite dal sale, le tue iridi

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alba (o afasia: per a inizia sempre), nutrito di letteratura, io (ti) attendo

VI - Senza stelle

notte nave e un faro

ovest strano come ho fatto della mia vita un orologio svizzero

est e non sono riuscito a prendere lunico treno, che non ripasser.

sud emigrante carico di valigie sono rimasto in piedi il fumo bruciava nellattesa mentre un altoparlante borbottava

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barbari borborigmi

nord ma lanima che pesa, che non si scrolla di dosso

persino il cretese nauta aveva il suo neonato Virgilio, sia pure verso linferno

VII - Davide e Golia

Mi sento, gravido granello di grana grassa, in mezzo a un temporale. (stereotipi)

Mi sento senza fionda (realt)

VIII - Tornare uomo

Potessi almeno togliermi due cerchi di vetro (che siano rettangoli, per giunta elaborati, fa lo stesso) perch anche la memoria vada in tilt:

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macch, divento ragno e (io che odio gli aracnei) ti capto lo stesso brancolo nel buio (come e pi forse di prima)

IX - Non so

Ritorno di ghiaccio per un attimo di calore animale

Cosa mi resta, se non le ferite del sonno?

Ma non dormo, e la notte lunga e vacillante

Almeno potessi consolarmi con qualcosa di anonimo

X - Se si potessero spiegare tutti i misteri di un numero come 51.201

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Drappeggiata di un velluto blu o di un profondo rosso, larancia meccanica nella tua mano quasi si inchinava mentre mi facevi gi la testa e fissavi, colpevole dinnocenza, un paio di istantanee a tizi cogli occhi spalancati chiusi

Non mi basta pi nemmeno il cinema, e i sogni dei sogni non riesco a farli

XI - Tempi lunghi

Poeti che cantano di viole e di rose eppure sono cinque parole (o poche pi), che penso e non riesco a dire [c dietro dellaltro mi suggerisco(no)]

Ah, fosse il cervello meno cervello e pi emozionale come un cazzo che non riflette se inturgidirsi oppure no

persino Lawrence dArabia aveva un solo tempo, o Dio ci mise sette giorni per costruirmi

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Fosse andato a meglio rilento, certo, non me la sarei presa

XII - Come cani

Almeno ti fossi premurata di chiedere posso entrarti dentro?

Invece no, agisci come pensi, e hai ragione: la forza vince nella lotta per la vita il debole schianta lucciso muore

Ma se fuori sembro triste il cuore ride ed pi vero

forse

che il dolore unaltra maschera della felicit

Vittima di una vittima, starei ore a leccare le tue ferite

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XIII - Venezia

Nei tuoi occhi neri c il colore del mare il tuo naso unovvia gondola la tua bocca di cerbiatto tradirebbe unorigine montana

E io che ti guardo, collinante di rude aspetto al tatto e alla lingua, non posso che mirare la bizantina, ma pur sempre cristiana, Venezia

XIV - Fortunali

Allorizzonte due fuochi segnavano la fine del tutto

Calma piatta dintorno a me

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Navigo solo e me ne pento, ma vado in cerca di tempeste

Non crediate, la bonaccia a uccidere

Fortunali (scorciatoia sul tema)

Non crediate, la bonaccia a uccidere

XV - Rubrica

non chiedo altro dalla vita che

di diventare il tuo numero di cellulare preferito

sono bugiardo, lo so, e troppo pretendo

XVI - Odio i possessivi

Vola, mia colomba

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Non ti farei ridere e non si vive di cibo solo

Non potrei contenere il mare

XVII - cfr.Gli effetti della nicotina, in Enciclopedia medica universale (vol.VI, p.1387), Rizzoli, Torino, 1979-80

qualche sigaretta di troppo ti hanno reso la voce di ferina sensualit

come se una rauca tigre ruggisse al tuo interno eco

per chiss quale processo di osmosi ne respiro erosive boccate - lingue di bruciato pi spettri dei miei sogni che nebbia - e lasma cerebrale si risveglia

credevo fosse pi facile di pendere dal male non dallinnocente blasfemia alla quale ti volti

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non dalle tue labbra alla nicotina

sapessi almeno che differenza c fra una rossa e una nazionale

per sapere quanto sono vivo quanto sono morto

XVIII - Bianca/neve

sembri madreperla anche adagiata sui fondali mi faresti rilassare

ma chi lha detto che cuore e amore fanno rima;non questione di accenti lamore tutto di testa per questo esplode il cuore colpito da cpide frecce butta sangue e basta

rivoli di contrasti presto leccati da stupidi cani o spiaccicati da orme di insensibili padroni

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XIX - Il bello

Anche ogni rosa ha le sue duecento spine

Mentre un cardo che ne sa di amore se non del genitore

Il bello (scorciatoia sul tema)

Anche ogni rosa ha le sue duecento spine

XX - Mancanza

come lacqua non mi baster a chi ci si sperso nel caldo un deserto di oasi

per dissetarmi

Mancanza (variazione sulla tipografia)

Come lacqua a chi si perso nel caldo

Non mi baster un deserto di oasi

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per dissetarmi

XXI - La mangiatrice

Non ti curi del tuo coltello nel mio burro

Fai male, ma tu ricavi piacere

E a me piace scivolare, pezzo per pezzo, dentro la tua vagina

Spero almeno di lasciare una scia

XXII - Porto dapprodo

In tanto nitore di questa videocivilt mi ritrovo a cercare un punto di tenebra

sia pure un buco di spaziale nero sia pure una rorida fica

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XXIII - Moto dellanima

Non so come ma a volte accade che un bruco si trasformi in farfalla

Non che sia accaduto

Una margherita, per, (sempre?) meglio di un pisciacane DI ROTTERDAM E DINTORNI - A ME

I - Albione

Che triste la terra dove non cresce che mattina

E che strazio parlare come se la lingua fosse legata dai fili di parole tutte uguali

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Seguire le frecce, va bene, ma a volte - solo nostalgia! quanto pi bello il tira e molla di un elastico impazzito

II - Est./grigioblunotte con occasionali rovesci a basse quote e tendenza a schiarite

Cade fitta

Dove altrove c chi pare sorridere di pi

lacrime di un dio troppo umano per isolani il cui orgoglio ha inamidato il sole

in meno di due giri di tristezza indolore

Un distillio di sale

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lento rimbomba nel cuore

III - Ero cieco e ora

ero cieco e ora ci vedo

classi, caste, categorie, superiore/inferiore, conformismo, stereotipi

diventare tutti ciechi questo forse il miracolo

IV - on the road

il cuore che deve essere un miglio sempre avanti a te

la testa, lei, lo capisce che come rifare il letto ogni mattina per poi ridormirci ogni sera

e che i vincoli

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- oggi domani ieri hanno la scadenza

v - Postmoderno

ho frammentato la prosa e non le ho trovato un senso ma va bene cos!? mi ha detto un critico si arriver a un poeta che si spiega in postmoderno Donati analizza tautologie a un robot che dia dignit a onde bip e a radiazioni crzzz i cortocircuiti si chiameranno poesie

VI - La fine dellamore

dopo tanto lavacro muscoli di guance scolpite sorridono

finito o (nemmeno) iniziato, un appetito nuovo

VII - A fil di voce

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emozioni in rincorsa come silenzi di farfalle in accoppiamento

si trattengono, le interiora dellanima TROVAROBATO POETICO - A QUALCUNO

allinverso, darling dolce amore tesoro cuore miele

palindromi, come in versi satanici

penetrazione sesso carne rapporti potere

il suicida (nato dalla stanchezza, dalla voglia, dalla prosa) linterruttore fa solo un clik

lo sparo saranno qualche decibel pi su

per entrambi,

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sempre il buio ad avere la meglio

talvolta gi sollievo cos

Verbum

Ritmata da un mentecatto, artista di prose pi che di poesie.

Senza significato se non la intendi la colpa di chi ?

Glielo dai tu col tuo corpo sempreverde e pieno di vita.

Abbi fede in noi, Parola.

Addio confuso

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Quando guardo allindietro torno nel focolare con la mente.

Ripenso che stavamo passeggiando a noi sulla spiaggia dorata.

Amore celeste poi dopo il fatto sognavamo calato un muro di velo su di noi.

Sk

Grazie del cinema addio di morte prematura.

***

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Poesie, e poi pi: monologhi di morti.

***

Poeta chi sente poesie dentro chi non lha scritte

***

Io, incapace di sognare, loblio della mente, il Nulla. Mi fingo in poesie. CONVERSAZIONE INESISTENTE - RACCONTO

E se fosse luomo a essere senza futuro? continuava a ripetere mogio e forse inascoltato il vecchietto sulla sedia malferma. L, nellaltro stanzone, il giovane, vista la sua esperienza, tentava di decantare i pregi della tecnologia: Tuttaltro che uno strumento di comunicazione freddo e impersonale il computer solo un medium, daccordo, ma se dietro c lemozione Il computer il futuro. Ma la coppia non capiva le sue parole e difendeva la sua opinione, discutibile ma non stupida, con pertinacia: il computer finir per assoggettare gli uomini, come i robot. Ancora: E se fosse luomo a essere senza futuro?. Faceva freschetto: e si spost in terrazza, dove ancora il tepore estivo si faceva sentire. Una boccata di tabacco bruciato lo fece tossire, ma non se ne dispiacque: era un odore familiare, che gli fece tornare alla mente tante sensazioni, anche se a queste non corrispondevano ricordi concreti. Let, pens

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Come va, vecchietto?. Nessuna risposta: non aveva udito. Come sta, signor DAvila?, si sforz di urlare con pi forza il vicino nel terrazzino accanto, avendo cura di togliersi la sigaretta e il bocchino in modo da scandire bene ogni parola. Bene, grazie. Sempre bene, mannaggia, sempre bene, tra i denti. Una pausa. mai possibile fece di rimando, scocciato che vada sempre e comunque tutto bene, signor DAvila? No, che non possibile: lei sordo, asmatico, ha la cataratta e domani potrebbe cascarle lennesimo lembo di pelle. Cosha per stare bene, oggi?. Ho imparato il mio nome. Cosa?! fece stizzito. In casa, laltra conversazione copriva il suono di questa. Non lo ricordavo pi, e lei chiamandomi ammise con candore il vecchio, e continuando in un soffio: e vorr vivere finch avr voglia di imparare. La conclusione e di vivere la disse troppo piano. Non cera retorica nelle sue parole. Tra s mugol: E se fosse luomo a essere senza futuro?. Fu sentito: Perch, tra un minuto non sar gi futuro?. Allunisono, ma sottovoce: Filosofi, accidenti!. La sigaretta era ormai spenta: Ma perch avrete mai tutti quanti paura di morire. e per poi tutti quanti fate di tutto pur di allungare lesistenza voleva finire cos, vero?. La risposta non la ud, o forse non fu mai emessa. Perch? perch l. Lass non ce la fece a dirlo, daltronde non poteva anche essere laggi o semplicemente l? Non c pi niente da imparare. Lo disse spietato, con freddezza, noncurante. E chi lha detto? gli scapp fuori, dallinconscio dove abitano le convinzioni. Lasciamo perdere. Rientro fece frettoloso, e rientr, tirandosi dietro la porta a vetri. Nella sera vespertina si not bruciare una fiammella rossa e poco sopra, leggermente spostato, un risplendere di denti: ma non era proprio un sorriso. BIOGRAFIA

Roberto Donati nasce ad Arezzo il 20 settembre 1980, e da allora l vive ancora, in via Romagna 5. Ama la scrittura, ma aspira a fare il regista cinematografico: non si sente troppo talentuoso e, forse per compensazione artistica, scrive poesie, recensioni, racconti, soggetti, sceneggiature. Non sa se ha talento, e comunque non ne vorrebbe fare il mestiere della sua vita: ma ambizioso e preferisce il dileggio pubblico allinvisibilit. Scrive per urgenza passionale e al tempo stesso ama la purezza della forma.

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Preferirebbe poter essere qualsiasi personaggio di qualsiasi forma artistica, piuttosto che un vero essere umano: crede nella metafora e nella sospensione dellincredulit, e da l nasce il desiderio di trasfigurare la realt in qualcosa di fantastico e di non documentabile. Anzi, crede che questo sia il concetto intimo pi prossimo alla definizione di arte.

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