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Andrea Cocci
Caterina Bonaccini
A41
Am1
A42
Am2
A4n
Amn
Si chiama matrice riga o vettore riga una matrice di ordine (1,n), cio formata da una sola riga; si chiama matrice colonna o vettore colonna una matrice di ordine (m,1), cio formata da una sola colonna.
Si definisce matrice nulla o matrice zero una matrice i cui elementi sono tutti uguali a zero. Due matrici dello stesso tipo sono uguali, e se scriveremo A=B, se hanno uguali tutti gli elementi corrispondenti. Si chiama matrice opposta di A, e si indica con il simbolo A, la matrice, dello stesso tipo di A, i cui elementi sono gli opposti dei corrispondenti elementi di A. Data una matrice A di tipo (m,n) si definisce trasposta di A e si indica con AT, la matrice di tipo (n,m) che si ottiene da A scambiando ordinatamente le righe con le colonne. [E evidente che (AT)T, cio la trasposta della trasposta di A, la stessa matrice A].
Se A una matrice quadrata di ordine n, si chiama diagonale principale di A linsieme degli elementi a11, a22,., ann che hanno i due indici uguali. Si chiama diagonale secondaria di A linsieme degli elementi a1n, a2n(n-1), , an i cui indici hanno per somma n+1.
A11 A21 A31 A41 A12 A22 A32 A42 A1n A2n A3n A4n
Si dice che una matrice quadrata diagonale, se sono nulli tutti i suoi elementi tranne quelli che costituiscono la diagonale principale. Una matrice quadrata si dice triangolare superiore se tutti gli elementi al di sotto della diagonale principale sono nulli. Si dice che una matrice quadrata triangolare inferiore, se tutti gli elementi al di sopra della diagonale principale sono nulli. Si chiama matrice identica o unit quella matrice diagonale i cui elementi, sulla diagonale principale, sono tutti uguale a 1.
2 -2 3
= -1 2 -1 -2 -8 5
0 18
P= AB= [a11 b11 + a12 b21 + + a1s bs1] = [ a1j bj1]. Esempio: A= [1 2 4] e B= 3 5 2 Si ottiene P= AB= [1 2 4] 3 =[13+25+42]=[21]. 5 2
Prodotto di matrici
Siano A una matrice di tipo (m,s) e B una matrice di tipo (s,n). Le due matrici siano dunque tali che il numero delle colonne della prima sia uguale al numero delle righe della seconda.
Si definisce prodotto (righe per colonne) della matrice A di tipo (m,s) per la matrice B di tipo (s,n) la matrice P di tipo (m,n) il cui generico elemento Pik si ottiene moltiplicando scalarmente la i-esima riga di A per la k-esima colonna di B, cio:
P= AB= [Pik]=[ aij bjk] Esempio: calcoliamo il prodotto delle matrici A= 2 1 3 0 1 2 B= 1 2 1 3 4 3 0 1 P=AB= 6 7 2 7 3 6 3 9 9 8 1 5
P11= [2 1] 1 = 21+14= 6 4
*Lelemento P11 sar il prodotto scalare della prima Riga di A per la prima colonna di B.
Nel caso delle matrici di ordine 2, il determinante si definisce nel seguente modo:
a11 a12 a21 a22
detB=sen2 + cos2 = 1
Minore complementare
Si dice minore complementare di un elemento di una matrice di ordine n il determinante che si ottiene sopprimendo dalla matrice data la riga e la colonna alle quali lelemento appartiene. Il minore complementare di una matrice di ordine n risulta quindi di ordine n-1.
Complemento algebrico
Si dice complemento algebrico di un elemento aik di una matrice A di ordine n il minore complementare di aik preceduto dal segno + o dal segno -, a seconda, rispettivamente, che (i+k) sia pari o dispari. Esempio: Se A= 1 2 -3 5 0 1 3 -1 2 Il complemento algebrico di a11 risulta A11 = + 0 -1 Il complemento algebrico di a21 risulta A21 = - 2 -1
1 2 -3 2
Regola di Sarrus
La regola di Sarrus valida solo per le matrici quadrata di ordine 3; a destra della matrice data si riscrivono, di seguito e nellordine, la prima e la seconda colonna; si calcola il prodotto degli elementi della diagonale principale della matrice e quello degli elementi delle due diagonali parallele; lo stesso si fa con la diagonale secondaria e le sue parallele ma prendendo, questa volta, i prodotti con il segno cambiato: la somma algebrica dei 6 prodotti ottenuti fornisce il determinante. Esempio A= 1 2 -3 2 -1 1 -2 1 4 + 1 2 -2 -1 1 + 2 + -3 1 4 2 -2 1 2 -1 1 -
Determinanti di ordine n
Il procedimento seguito per definire un determinante del 3 ordine valido anche per determinanti di ordine superiore; si pu infatti dare la seguente definizione: Il determinante di una qualsiasi matrice di ordine n dato dalla somma dei prodotti degli elementi di una linea qualsiasi per i rispettivi complementi algebrici. Esempio A = -1 1 2 0 0 3 2 1 0 4 1 2 3 1 5 7 Conviene sviluppare il determinante secondo la prima colonna, che la linea che contiene il maggior numero di 0;
detA = -1
3 2 1
4 1 2 1 5 7
-3 1 2 0
3 2 1 4 1 2
5) 6) 7)
8)
9)
10) Il determinate di una matrice triangolare o diagonale il prodotto degli elementi della diagonale principale.
AA = AA = I
Da queste ipotesi e ricordando che la matrice unit elemento neutro rispetto al prodotto tra matrici, si ricava che 1) A(AA) = AI = A
2)
(AA)A = IA = A
A(AA) =
Ma, per la prima propriet associativa del prodotto di matrici, si ha: (AA)A
Non tutte le matrici quadrate hanno uninversa. Se di una matrice quadrata A esiste uninversa, A si dice invertibile o non singolare. Se tale inversa non esiste, A si dice non invertibile o singolare. Le matrici con determinante nullo non sono invertibili.
Possiamo perci concludere che la condizione necessaria affinch una matrice sia invertibile che il suo determinante sia diverso da zero. Inoltre, se una matrice invertibile, il determinante della sua inversa il reciproco del suo determinante.
Esempio
Consideriamo la matrice
A= 1 2 0
2 1 0 6 6 1
Verifichiamo che linversa della matrice A la matrice - 1/3 2/3 0 2/3 -1/3 0 -2 -2 1
Infatti
1 2 0
2 1 0 6 6 1
-1/3 2/3 0
2/3 -1/3 0 -2 -2 1
1 0 0
= 0 1 0 = I 0 0 1 1 0 0
1 2 0
2/3 -1/3 0 2 1 0 = 0 1 0 = I -2 -2 1 6 6 1 0 0 1
Calcolando i determinanti delle due matrici si ottiene A = -3; A-1 = -1/3, confermando cos che A-1 = 1/ A .
Teorema di Laplace
La somma dei prodotti degli elementi di una linea per i complementi algebrici degli elementi corrispondenti di una linea parallela, 0: ai1Aj1++ainAjn = 0 a1iAij ++aniAnj = 0 ij Per dimostrare la prima uguaglianza osserviamo che lespressione ai1Aj1 + +ainAjn pu essere considerata lo sviluppo, secondo la j-esima riga, del determinante di una matrice in cui la j-esima riga uguale alla i-esima riga:
a11 a1n . . . . . . riga i ai1 ain . . . = ai1Aj1 + + ainAjn . . . riga j ai1 ain . . . . . . an1 ann Tale determinante nullo e viene dimostrato lenunciato.
2)
3) 4)
Esempio A=1 2 0 -1 3 1 1 1 2
-Formiamone la trasposta: A*T = 5 -4 2 3 2 -1 -4 1 5 -Dividiamone ciascuno elemento per DetA = 11 A-1 = 5/11 -4/11 2/11 3/11 2/11 -1/11 -4/11 1/11 5/11
Sistemi lineari
Ricordiamo che lequazioni lineari sono equazioni di primo grado. Un sistema lineare di m equazioni nelle n incognite x1, x2, , xn si dice in forma normale se scritto nel modo seguente: a11x1 + a12x2 + + a1nxn = b1 a21x1 + a22x2 + + a2nxn = b2 .. am1x1 + am2x2 + + amnxn = bm
Le lettere x1, x2, xn indicano le n incognite del sistema; i numeri aij si dicono coefficienti delle incognite e i numeri bi si chiamano termini noti. Il sistema omogeneo se i termini noti sono tutti nulli.
Si dice che una n-pla ordinata di numeri reali (c1, c2, cn) soluzione del sistema, se le m equazioni del sistema risultano contemporaneamente verificata quando in esse si operino le sostituzioni. Un sistema lineare si dice possibile e le sue equazioni compatibili, se ammette almeno una soluzione: si dice impossibile e lequazioni incompatibili se non ammette soluzioni. Un sistema lineare possibile si dice determinato se ha una sola soluzione, indeterminato se ne ha infinite.
A=
am1 am2 amn Si chiama matrice dei coefficienti o matrice incompleta del sistema, mentre le due matrici colonna. Rispettivamente di tipo (n,1) e (m,1) x1 X= . . xn B= b1 . . bm
Si chiama matrice colonna delle incognite e matrice colonna dei termini noti.
La matrice di tipo (m,n+1) a11 A = a21 . . a12 a1n b1 a22 a2n b2 . . . . . . amn bm . .
am1 am2
Ottenuta dalla matrice A dei coefficienti aggiungendovi, come ultima colonna, la matrice colonna dei termini noti, si dice matrice completa del sistema. Ricordano la definizione di prodotto tra matrici, e osservando che le matrici A e X sono conformabili rispetto al prodotto, notiamo che un sistema generale, pu essere scritto sotto forma matriciale.
a11x1+a12x2++a1nxn = b1 a21x1+a22x2++a2nxn = b2 . . . . a11 a12 a1n a21 a22 a2n . .
x1 x2
b1 b2
. . = .
.
xn
.
bm
AX = B
am1x1+am2x2++amnxn = bm
La matrice inversa della matrice dei coefficienti si determina come si esposto prima e sar: 5/11 -4/11 2/11
3/11 2/11 -1/11
Applicando lequazione X = A-1B X Y = Z 5/11 3/11 -4/11 -4/11 2/11 2/11 -1/11 1/11 5/11 11 0 -11 x y z = 3 4 -9
X= 3
Y=4 Z = -9
Regola di Cramer
Un altro metodo per risolvere un sistema lineare quello di utilizzare il la regola di Cramer, basata sullutilizzo delle matrici. 1) Si scrive inizialmente una prima matrice A, in cui si inseriscono i coefficienti delle incognite del sistema, dopo di ch si calcola il determinante. 2) Si scrive poi, per esempio per il calcolo dellincognita x, una matrice in cui vengono inseriti i coefficienti delle altre incognite, meno che quelli della x, al posto dei quali, si inseriscono i termini noti. Lo stesso procedimento per le altre incognite 3) Per trovare i valori delle incognite si calcola i determinanti di ogni incognita e si dividono per il primo determinante trovato. Esempio: 5x+3y+4z =-1 2x+3y+ z =-1 x+ y + z =-1 det = 5 3 4 =3 detx = -1 3 4 = 6 2 3 1 -1 3 1 1 1 1 -1 1 1 dety = 5 -1 4 =-3 detz = 5 3 -1 = -6 2 -1 1 2 3 -1 1 -1 1 1 1 -1 x=6/3 = 3 y= -3/3 = -1 z=-6/3 = -2
begin
for i := 1 to 3 do readln (vet1[k,i]); end;
clrscr; writeln ('introduci la seconda matrice quadrata di ordine 3'); for k := 1 to 3 do begin for i := 1 to 3 do readln (vet2[k,i]); end;
for k := 1 to 3 do
begin for i := 1 to 3 do vet3[k,i]:= ((vet1[k,1])*(vet2[1,i]))+((vet1[k,2])*(vet2[2,i]))+((vet1[k,3])*(vet2[3,i])); end; clrscr; for k := 1 to 3 do
begin
for i := 1 to 3 do writeln (vet3[k,i]); end;
readln;
end.