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La rete ecologica non può in alcun modo ridursi ad una rete di parchi o di aree
protette di altro tipo (SIC, ZPS, ecc.)
Il tema delle reti ecologiche e paesistiche è trattato in modo appropriato nei documenti
preliminari al PTR e con un approccio moderno che tende a:
– Superare la concezione “insulare” della conservazione dei sistemi naturali a
favore di un approccio sistemico e a rete;
– Dilatare la strategia della rete ecologica fino a comprendere anche gli aspetti
paesistici, culturali ecc.
Si è determinato quindi sul piano concettuale un sostanziale passo in avanti, sia
qualitativo che quantitativo, rispetto alle elaborazioni progettuali che hanno
caratterizzato i precedenti strumenti di programmazione e di pianificazione territoriale
regionale.
Infatti, nei documenti preliminari del PTR le reti ecologiche e paesistiche sono
annoverate tra le vere e proprie azioni strategiche che il futuro PTR dovrà sviluppare.
Va inoltre sottolineato che pur considerate nella loro intima connessione non sempre le
reti ecologiche coincidono materialmente con quelle paesistiche ed anzi le stesse reti
ecologiche si devono intendere come fasci di reti.
Reti che sono tra di loro differenziate in relazione alle variegate esigenze di
conservazione di specie ed habitat naturali.
La dorsale Appenninica
Sono stati evidenziati i cinque grandi sistemi naturali e geografici dell'Emilia-Romagna nei quali sono presenti le
maggiori criticità sotto il profilo ecologico e dove, ad eccezione della dorsale appenninica, esistono o sono in
programma opere infrastrutturali e/o tendenze di sviluppo economico e territoriale che possono pregiudicare in modo
irreversibile il funzionamento o il ripristino delle reti ecologiche e paesistiche naturali esistenti.
Le cause principali di tali rischi, che possono generare un vero e proprio collasso ecologico dei sistemi naturali
ricompresi nelle aree evidenziate (con l'unica eccezione della dorsale appenninica per la quale, come vedremo dopo,
si pongono problematiche per certi versi di tipo opposto rispetto a quelle che caratterizzano la situazione delle
restanti quattro aree), sono sostanzialmente attribuibili:
Ai fenomeni ambientali di scala globale, quali quelli connessi ai cambiamenti climatici (con il conseguente aumento
della siccità, dell'innalzamento del livello marino ecc.), o di scala locale-regionale, quali sono quelli della subsidenza,
dell'erosione costiera, del peggioramento della qualità delle acque, della progressiva risalita del cuneo salino ecc.;
Alla crescente dispersione insediativi con il conseguente aumento dei suoli impermeabilizzati, delle esigenze idriche,
energetiche, di mobilità ecc.;
Al continuo sviluppo delle reti infrastruttrali, soprattutto viarie e ferroviarie.
Questi fenomeni, anche attraverso l'effetto di accumulo dato dalla loro combinazione, producono :
L'isolamento sempre più marcato di habitat e specie provocandone la scomparsa;
La ulteriore rottura delle connessioni ecologiche e degli ecomosaici agricoli e paesistici esistenti.
I sistemi ambientali più colpiti sono quelli delle zone umide di acqua dolce e di transizione, delle acque fluviali, delle
prime quinte collinari (in particolare di quelle tra Bologna e Parma), della pianura in generale e della costa.