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SISTEMA INFORMATIVO DELLA MOBILITA’

PROSPETTIVE

Direzione Generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi di Mobilità – Stefano Grandi 1


SISTEMA INFORMATIVO DELLA MOBILITA’

Prospettive

Direzione Generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi di Mobilità – Stefano Grandi 2


L’investimento sulle competenze delle
persone per uno sviluppo sostenibile e
coeso:
la nuova programmazione comunitaria e il
modello di governance del sistema

Servizio Programmazione e valutazione progetti


Francesca Bergamini

30 novembre 2007

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DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE

POR 2007-2013 Fondo Sociale Europeo Ob.2 (deliberazione Assemblea


legislativa n. 101 dell’01/03/2007

Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il lavoro


2007/2010 (deliberazione Assemblea Legislativa n. 117 del 16/05/2007

Accordo fra Regione e Province dell’Emilia-Romagna per il coordinamento


della programmazione 2007/2009 per il sistema formativo e per il Lavoro
(delibera Giunta 680 del 14/05/2007)

Intese tra Regione Emilia-Romagna e singole Province

POR 2007-2013 Fondo Sociale Europeo Ob.2


(decisione CE C(2007)5327 del 26/10/2007)

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
POLITICHE PER L’ISTRUZIONE,
LA FORMAZIONE E LA QUALITÀ DEL LAVORO

Elemento portante della strategia regionale di competitività fondata


sullo sviluppo di un’economia sempre più basata sulla conoscenza, e
sono al contempo la garanzia per la piena fruizione, da parte delle
persone, dei diritti di cittadinanza.

Leva per promuovere uno sviluppo sostenibile e di qualità che punta


alla valorizzazione delle eccellenze territoriali, alla competitività delle
imprese e alla coesione sociale.

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
INDICATORI SPECIFICI DELLA SEO 2003
E ALTRI INDICATORI DELL’UE. ANNO 2005. %

Indicatori Obiettivo UE 15 UE 25 Emilia Nord Est Italia


UE 2010 Romagna
Tasso di occupazione totale 70 65,1 63,7 68,4 66 57,4
Tasso di occupazione femminile 60 57,3 56,2 60 56 45,3
Tasso di occupazione 55- 64 anni 50 44,1 42,5 33,4 29,9 31,4
Tasso di disoccupazione - 8,2 9 3,8 4 7,7
Tasso di disoccupazione di lunga durata - 3,4 4,1 1,1 1,2 3,9
Incidenza disoccupaz. di lunga durata su
- 41,4 45,5 28,8 30,9 50,6
disoc. totale
Tasso di scolarizzazione superiore 85 74,6 77,5 77,3 77,1 73,1
Laureati in scienze e tecnologia - 13,6 (*) 12,6 (*) 16,5 12,2 11,5
Adulti che partecipano
12,1 11,2 10,2 5,7 6,1 5,8
all'apprendimento permanente
Tasso di partecipazione
85 86 - 98,8 89,7 92,1
all'istruzione secondaria superiore
Incidenza della povertà - - - 2,5 4,8 (*) 11,1
Spesa in R&S (spesa privata e pubblica)
3 2 1,9 1,2 (**) 0,5 0,5
in % del PIL
Servizi per l'infanzia (% bambini con
33 - - 27,7 - 6
meno di 3 anni)
Servizi per l'infanzia (% bambini dai 3 ai
90 - - 96,4 98,5 98
5 anni)

(*) dato del 2004


(**) dato del 2003

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
DALLE CRITICITÀ ALLE PRIORITÀ

 non adeguata integrazione tra politiche attive del lavoro e


politiche strutturali per l’occupazione (innovazione tecnologica
ed organizzativa, ricerca e sviluppo, sistemi produttivi
innovativi)
 rischi di ampliamento del mismatch qualitativo tra domanda e
offerta di lavoro
 assenza di politiche specifiche per l’invecchiamento attivo
 scarsa partecipazione ad attività di formazione continua e
permanente in particolare per i lavoratori “deboli”
 difficoltà ad intercettare e dare risposte mirate ai soggetti in
condizioni di svantaggio (non interessati da provvedimenti
normativi)
 permanenza o accentuazione dei divari di genere e della
segregazione orizzontale e verticale delle donne

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
FINALITÀ DEL FONDO SOCIALE EUROPEO

 accrescere l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese

 migliorare l’accesso all’occupazione, prevenire la disoccupazione di lunga


durata, incoraggiare l’invecchiamento attivo

 potenziare l’inclusione sociale delle persone svantaggiate

 potenziare il capitale umano

 promuovere partenariati, patti e iniziative tramite la creazione di reti dei


soggetti interessati

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
COERENZA CON LE POLITICHE COMUNITARIE,
NAZIONALI E REGIONALI

 strategia per l’occupazione

 orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione

 orientamenti strategici comunitari

 raccomandazioni in materia di occupazione

 obiettivi comunitari di settore

 quadro di riferimento strategico nazionale

 documento strategico regionale

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
OBIETTIVO GENERALE POR FSE

sostenere la crescita economica e sociale e il suo


impatto occupazionale, coniugando la qualità
dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane
con la qualità dello sviluppo economico e la coesione
sociale, attraverso investimenti sul sapere e sulla
qualificazione del lavoro che diano fondamento e
prospettiva all’obiettivo della società della conoscenza,
e a quello di pari opportunità di accesso e permanenza
nel sistema regionale dell’istruzione, della formazione e
del lavoro.

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
ADATTABILITÀ

Orientare le iniziative di formazione continua verso temi chiavi per


l’innovazione tecnologica ed organizzativa del tessuto produttivo
Sviluppare sistemi di formazione
regionale e locale
continua e sostenere l’adattabilità dei
Rafforzare e diversificare gli interventi di formazione continua nel
lavoratori
settore privato, con priorità alle PMI, ai lavoratori e lavoratrici anziane e
a quelli con bassa qualificazione

1a) Accrescere l'adattabilità Sviluppare interventi rivolti alle persone occupate con rapporti di lavoro
dei lavoratori, delle imprese non subordinati
Favorire l’innovazione e la produttività
e degli imprenditori al fine Favorire le pari opportunità di genere
attraverso una migliore
di migliorare l'anticipazione Sviluppare un sistema integrato di sicurezza e qualità del lavoro
organizzazione e qualità del lavoro
e la gestione positiva dei Sostenere l’adattabilità nelle organizzazioni del lavoro finalizzata alla
cambiamenti economici modernizzazione delle imprese e delle filiere produttive

Accompagnare i percorsi di innovazione nei processi produttivi e nelle


Sviluppare politiche e servizi per strategie di mercato delle imprese attraverso interventi per accrescere
l’anticipazione e gestione dei le competenze delle figure decisionali delle imprese, in coerenza con le
cambiamenti, promuovere la finalità e le priorità individuate all'interno del Patto per la qualità dello
competitività e l’imprenditorialità sviluppo, la competitività, la sostenibilità ambientale e la coesione
sociale in Emilia-Romagna

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
OCCUPABILITÀ

Aumentare l’efficienza, l’efficacia,


Migliorare la qualità e l’efficacia del sistema regionale dei servizi per
la qualità e l’inclusività delle
l’impiego,
istituzione del mercato del lavoro

1b) Migliorare l'accesso


all'occupazione e
l'inserimento sostenibile nel
mercato del lavoro per le Realizzare misure attive e preventive coerenti con le tendenze produttive
persone in cerca di lavoro e settoriali e locali, per garantire alle persone disoccupate l’entrata e il
per quelle iniziative, prevenire Attuare politiche per il lavoro attive
reinserimento nel mercato del lavoro
la disoccupazione, in e preventive, con particolare
Garantire ai giovani l’accesso al mercato del lavoro, aumentando il livello
particolare la disoccupazione attenzione all’integrazione dei
delle conoscenze e delle competenze minime possedute in coerenza con
giovanile e di lunga durata, migranti nel mercato del lavoro,
le esigenze dei sistemi produttivi ed economici
incoraggiare l'invecchiamento all’invecchiamento attivo, al lavoro
Sviluppare l'integrazione sociale e la valorizzazione professionale e
attivo e prolungare la vita autonomo e all’avvio di imprese
occupazionale degli immigrati quale risorsa per gli obiettivi di sviluppo
lavorativa e accrescere la economico e di coesione sociale
partecipazione al mercato del
lavoro

Promuovere la partecipazione delle donne all’occupazione, attraverso


Migliorare l’accesso delle donne
azioni specifiche e iniziative finalizzate allo sviluppo del mainstreaming di
all’occupazione e ridurre le
genere, centrate in particolare sulla conciliazione tra tempi di lavoro, di
disparità di genere
vita e di cura

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
INCLUSIONE

Sviluppare azioni tese a rimuovere le discriminazioni nell’accesso e nella


stabilizzazione occupazionale e professionale
1c) Potenziare l'inclusione
Sviluppare percorsi Rafforzare l’integrazione fra attività orientative, formative, misure di
sociale delle persone
d’integrazione e migliorare il accompagnamento e tutoraggio, azioni di politica attiva per il lavoro, utilizzo
svantaggiate ai fini della loro
(re)inserimento lavorativo dei coordinato degli strumenti del collocamento mirato, e tra questi e gli
integrazione sostenibile nel
soggetti svantaggiati per interventi dei servizi sociali e sanitari, al fine di garantire forme di sostegno
mondo del lavoro e
combattere ogni forma di personalizzato
combattere ogni forma di
discriminazione nel mercato
discriminazione nel mercato
del lavoro Favorire l’inserimento nel lavoro e l’occupazione, sempre con un approccio
del lavoro
integrato e personalizzato, in particolare dei soggetti che ad oggi sono stati
meno tutelati e per i quali non esistono altri strumenti di intervento a livello
regionale e/o nazionale

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
CAPITALE UMANO

Elaborazione e introduzione delle Assicurare standard di qualità nell’offerta di politiche attive del lavoro
riforme dei sistemi di istruzione, (accreditamento, standard formativi, certificazione dei percorsi e delle
formazione e lavoro competenze)

Aumentare la partecipazione alle Potenziare, attraverso azioni di sistema, le capacità di


1d) Potenziare il opportunità formative lungo tutto l’arco programmazione e intervento dei soggetti competenti per lo sviluppo
capitale umano della vita del sistema di lifelong learning

Creazione di reti tra università, centri


Rafforzare le reti finalizzate a generare impatti positivi su aree legate
tecnologici di ricerca, mondo produttivo
allo sviluppo economico e del territorio, in particolare sostenendo lo
e istituzionale con particolare attenzione
start up di attività collegate alla ricerca e all’innovazione nell’ambito di
alla promozione della ricerca e
settori strategici della Regione Emilia-Romagna
dell’innovazione

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
TRANSNAZIONALITÀ E INTERREGIONALITÀ

Sviluppare buone pratiche, scambio di esperienze e di


1e) Promuovere partenariati, sperimentazioni a livello interregionale e transnazionale, al fine di
patti e iniziative tramite la creare un circolo virtuoso di accrescimento dei saperi e delle
creazione di reti di soggetti conoscenze
Promuovere la realizzazione e
interessati, quali parti sociali e
lo sviluppo di iniziative e di reti
organizzazioni non governative, Realizzare confronti e scambi su modelli comuni di
su base interregionale e
a livello transnazionale, programmazione e gestione delle attività cofinanziate dal FSE a
transnazionale, con particolare
nazionale, regionale e locale al livello di sistemi di istruzione, formazione e lavoro
attenzione allo scambio di
fine di promuovere riforme nei
buone pratiche
settori dell'occupazione e Realizzare azioni formative e di mobilità finalizzate
dell'integrazione nel mercato del all’accrescimento delle competenze di lavoratori, lavoratrici e
lavoro persone in cerca di occupazione, per lo sviluppo economico e
territoriale dei sistemi

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
POR EMILIA-ROMAGNA: RISORSE

totale costo %
eleggibile

Asse I - Adattabilità 165.330.474 20,5%

Asse II - Occupabilità 377.437.373 46,8%

Asse III - Inclusione sociale 96.778.814 12,0%

Asse IV - Capitale Umano 120.973.517 15,0%

Asse V - Transnazionalità e interregionalità 16.129.802 2,0%

Asse VI - Assistenza tecnica 29.840.134 3,7%

TOTALE 806.490.114 100,0%

Tasso di cofinaziamento FSE 36,7%

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
LINEE DI PROGRAMMAZIONE E INDIRIZZI
PER IL SISTEMA FORMATIVO E PER IL LAVORO 2007/2010

Individuano nel quadro delle priorità strategiche:

 le principali politiche
 gli strumenti per la loro attuazione
 i criteri per l’attribuzione delle risorse
 le modalità di condivisione degli obiettivi e delle responsabilità
tra Regione ed Enti Locali

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
LINEE DI PROGRAMMAZIONE E INDIRIZZI
PER IL SISTEMA FORMATIVO E PER IL LAVORO 2007/2010

Linee prioritarie di intervento

 la costruzione di un sistema di opportunità formative per i giovani


 la promozione della qualità del lavoro
 competenze dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese e del sistema
economico regionale
 ricerca e innovazione

Priorità trasversali

 pari opportunità
 interculturalità

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
LINEE DI PROGRAMMAZIONE E INDIRIZZI PER IL SISTEMA
FORMATIVO E PER IL LAVORO 2007/2010

Modello di governance per accrescere la capacità di governo del sistema


regionale, con l’obiettivo di:

 sviluppare l’integrazione verticale e orizzontale tra i diversi livelli


istituzionali
 valorizzare il partenariato istituzionale e la concertazione con le parti
sociali
 evidenziare le specificità territoriali per ricondurre le differenziazioni di
programmazione alle effettive peculiarità provinciali

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
ACCORDO FRA REGIONE E PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA
PER IL COORDINAMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE 2007/2009

Fornisce il quadro delle risorse


regionali, nazionali e comunitarie
disponibili per l’attuazione delle politiche locali, definendone
l’attribuzione tra Regione e Province,
in relazione ad obiettivi concordati,
sulla base dei target strategici regionali e comunitari

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
POR EMILIA-ROMAGNA: RISORSE ASSEGNATE ALLE
PROVINCE DA ACCORDO 2007/2009

2007/2009
Asse I - Adattabilità 61.255.917
Asse II - Occupabilità 52.749.062
Asse III - Inclusione sociale 33.963.862
TOTALE 147.968.841

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Programmazione e valutazione progetti – Francesca Bergamini
9 INTESE REGIONE - PROVINCIA

Traducono gli obiettivi strategici regionali in specifiche priorità


provinciali individuando i contributi che ciascuna dimensione locale –
con le proprie peculiarità - è chiamata a fornire per il conseguimento
degli obiettivi fissati dal DPEF e dalla programmazione comunitaria

Definiscono a livello provinciale:

 strategie generali e indirizzi di programmazione


 organizzazione e coinvolgimento del partenariato
 obiettivi specifici, priorità di intervento, target e dispositivi, integrazione
con altre politiche/risorse

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Il coordinamento della programmazione
integrata a sostegno delle politiche
intersettoriali a valenza regionale,
interregionale, nazionale e comunitaria

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse


Serenella Sandri

30 novembre 2007

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Con Determinazione n. 764 del 2000

Gruppo per le progettualità relative all'Asse B

Gruppo per le progettualità relative all'Asse E

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Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri
Gruppi di coordinamento programmazione attività Misura
B1 e E1

Obiettivi:

 elaborare ipotesi strategiche riferite agli interventi previsti nel


Programma Operativo Regionale 2000/2006 Ob. 3 F.S.E.;
 elaborare progetti innovativi riferiti al Programma Operativo
Regionale 2000/2006 Ob. 3 F.S.E.;
 monitorare le iniziative attivate a livello regionale

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Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri
Con Determinazione n. 4180 del 2001

Gruppo interdisciplinare di coordinamento della


programmazione delle attività nell'ambito del
P.O.R. FSE 2000 - 2006

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Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri
GRUPPO INTERDISCIPLINARE DI COORDINAMENTO DELLA
PROGRAMMAZIONE NELL'AMBITO DEL P.O.R

Obiettivi:

Coordinare la programmazione delle attività nell'ambito


del P.O.R. FSE 2000 - 2006, al fine di rendere coerente
tale programmazione con le diverse esigenze delle
politiche regionali e favorire l’integrazione orizzontale tra
le varie attività

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 27


MODALITÀ DI LAVORO:

 Documenti di programmazione
 Bandi regionali
 Bandi provinciali
 Monitoraggio
 Referenti di merito sui progetti
 Programmazione Equal
 Monitoraggio progetti Equal

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 28


Partecipazione ai gruppi d coordinamento interdirezione in
materia di:

Immigrazione
Detenuti
Pari Opportunità
Politiche giovanili
Piano regionale anziani
Piani territoriali di coordinamento provinciale
Programmi d’Area
Programmazione Interreg
Gruppo di monitoraggio del patto per lo sviluppo regionale
Tavolo sulle Assistenti familiari

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 29


GRUPPO DI COODINAMENTO E MONITORAGGIO
DELLA SOVVENZIONE GLOBALE MISURA B1

Obiettivi:

monitorare, concertare e valutare le azioni


attuative della Convenzione sottoscritta dall’O.I.

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 30


CORDINAMENTO CON GLI
ALTRI FONDI STRUTTURALI

 Lettura di genere dei fondi strutturali: esperienza


dell’Eurorapporto

 La valutazione delle politiche di genere: Progetto


EES Gender Mainstreaming

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L’INTEGRAZIONE
NELLA PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Dal Documento Strategico Regionale:

consolidare (in sinergia con gli altri programmi regionali)


la competitività e la capacità di crescita dell’economia garantendo
un’offerta di lavoro adeguata a supportare e sostenere i mutamenti
strutturali del sistema socioeconomico, in particolare attraverso le
politiche per l’istruzione, la formazione professionale e l’inclusione
sociale

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L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Dal Programma Operativo Regionale: Elementi cardine per


l’attuazione delle strategie di sviluppo delle risorse umane:

L.R. 12/2003 Istruzione e formazione

L.R. 17/2005 Lavoro

L.R. 2/2003 “Promozione della cittadinanza sociale e per la


realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali

L.R. 5/2004 “Integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati

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L’INTEGRAZIONE
NELLA PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Nelle leggi 2/2003 e 5/2004 è evidenziato come le


politiche sociali debbano essere fortemente
integrate con le altre politiche di sviluppo e si
intende operare proprio in questa direzione,
coordinando le strategie in materia di politiche
sociali, sanitarie, educative, formative e del lavoro

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L’INTEGRAZIONE
NELLA PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Nel POR l’integrazione tra politiche di sviluppo, di


coesione sociale e sostenibilità è definita di
fondamentale importanza e conseguentemente
l’intervento del Fondo Sociale Europeo viene
interpretato come trait union tra le politiche relative al
sapere, all’inclusione sociale, al lavoro e allo sviluppo
territoriale

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 35


L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Nel POR vengono individuate forme di integrazione


del FSE con il FESR negli Assi Adattabilità e
Capitale umano, per l’innovazione e l’economia
della conoscenza, in modo da contribuire in modo
più decisivo all’attuazione delle più ampie politiche
di competitività e sviluppo economico

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L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Nell’Asse Adattabilità si lavorerà in integrazione


con il Fondo europeo di sviluppo rurale (FEASR),
con l’obiettivo di ottimizzare e massimizzare gli
obiettivi di riconversione e aggiornamento
professionale delle risorse umane che operano
nel sistema agroalimentare regionale.

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 37


L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Nel caso del Fondo europeo per la pesca (FEP),


saranno individuate nella programmazione operativa dei
due fondi le modalità per garantire la complementarietà
tra gli interventi del FSE e quelli che il Regolamento n.
1198/2006 prevede nell’ambito dell’Asse prioritario 3:
misure di interesse comune, riguardanti le azioni
collettive finalizzate ad accrescere le competenze
professionali o sviluppare nuovi metodi e strumenti di
formazione.

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L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Per l’Asse Transnazionalità e interregionalità, la


Regione attuerà gli interventi previsti nell’Asse
perseguendo una logica di integrazione e
complementarietà con quanto sarà realizzato
nell’ambito dell’Obiettivo Cooperazione territoriale
europea

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 39


L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Con delibera 1057 del 2006 la Regione Emilia-


Romagna ha avviato un processo riorganizzativo
volto a razionalizzare la tecnostruttura dell’ente
con economia delle risorse e maggiore
valorizzazione delle competenze definendo in
modo preciso le modalità attraverso cui
l'integrazione si realizza e gli ambiti di intervento in
cui le strutture mettono in comune risorse e
competenze

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 40


L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Area di integrazione di responsabilità della DG Cultura


Formazione e Lavoro:
Coordinamento della programmazione delle attività
nell'ambito del Piano operativo regionale riferito
alle risorse del Fondo Sociale Europeo 2000-2006

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 41


L’INTEGRAZIONE NELLA
PROGRAMMAZIONE FSE 2007 – 2013

Con delibera 1980/06 si sono individuate le Direzioni generali


coinvolte:

 Attività produttive, commercio e turismo.


 Sanità e politiche sociali.
 Programmazione territoriale e negoziale, intese. Relazioni
europee e internazionali.
 Agricoltura.
 Ambiente e difesa del suolo e della costa
 Risorse finanziarie e patrimonio
 Gabinetto del Presidente

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 42


Con Determinazione n. 1987 del 2007

COSTITUZIONE AREA DI INTEGRAZIONE


'FONDO SOCIALE EUROPEO' - GRUPPO DI
LAVORO INTERDIREZIONALE

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 43


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Modalità di lavoro:

definizione di un Piano d’azione, che specifichi obiettivi, tempi,


modalità di verifica;
definizione di un documento su Modalità di integrazione che
identifichi le modalità organizzative che si intendono adottare per
assicurare l’azione integrata delle diverse strutture

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 44


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Obiettivo generale

Elaborazione di proposte programmatiche, monitoraggio e


valutazione delle politiche regionali di istruzione, formazione e
lavoro per gli aspetti inerenti le politiche dello sviluppo economico,
territoriale, sociale e di pari opportunità per tutti

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 45


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Obiettivi specifici

 Costruire un quadro conoscitivo complessivo, individuando precisamente le


aree di integrazione delle politiche di istruzione, formazione e lavoro con le
altre politiche regionali.
 Individuare modalità di integrazione della programmazione delle politiche a
favore della qualificazione delle persone in tutti gli interventi di sviluppo
economico e territoriale;
 Monitorare e valutare l’attuazione dei programmi finanziati con i diversi fondi
comunitari, nazionali e regionali in relazione alle ricadute sui temi della
qualificazione del lavoro, inclusione sociale delle persone e sviluppo
sostenibile.

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 46


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Ambiti di lavoro:

 Monitoraggio e valutazione del P.O.R FSE 2000-2006 e del Programma


Comunitario Equal;
 Informativa sull’attuazione del negoziato con la Commissione Europea per
l’approvazione del POR FSE 2007-2013;
 Coordinamento programmatico delle azioni da attivare;
 Individuazione aree di sinergia con gli altri fondi.

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GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Aree di sinergia della programmazione regionale e


provinciale del FSE Ob. 2 2007 – 2013 con le politiche
regionale dei diversi settori e la programmazione relativa ad
altri fondi europei.

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 48


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Aree di sinergia:
Es: Politiche sociali
legame tra le politiche di inclusione sociale e le strategie per migliorare
quantitativamente e qualitativamente il livello occupazionale
Perseguire e privilegiare per quanto concerne l’inclusione socio –
lavorativa dei soggetti deboli, approcci di tipo integrato e personalizzato
Interazione dei due modelli di governance (Piano Sociale e Socio-
Sanitario e programmazione FSE)

Individuazione indicatori condivisi

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 49


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Aree di sinergia:
Es.: Piano regionale Anziani
Integrazione tra politiche sociali e formative fra soggetti pubblici e privati e di
cooperazione internazionale e promozione dell’economia sociale e del 3° settore a
sostegno dell’inclusione sociale in raccordo con i piani di zona distrettuali
Qualificazione di tutti gli operatori pubblici e del volontariato e le badanti
immigrate al servizio delle persone anziane e non autosufficienti
Integrazione sociale ed occupazionale degli immigrati, quale risorsa per la
coesione sociale nel contesto regionale
Qualificare l’apprendimento e la comunicazione verso le persone anziane
………………….

Individuazione indicatori condivisi

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 50


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Aree di sinergia:
Es.; Attività produttive, Commercio e turismo
Ricerca, innovazione e collegamenti con l’alta formazione:
formazione di specifiche competenze e di figure professionali per la gestione
dell’innovazione, del cambiamento e del trasferimento tecnologico
sull’inclusione nei processi di trasformazione del sistema produttivo regionale
dell’imprenditorialità femminile.
Tematiche energetico-ambientali
……………………

Individuazione indicatori condivisi

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 51


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE
EUROPEO

Aree di sinergia:
Es.; Agricoltura
Miglioramento della competitività del sistema produttivo mediante l’accrescimento
del grado di integrazione e di innovazione delle filiere agroalimentari, la promozione
dell’aggregazione e dell’ammodernamento delle imprese e dell’orientamento al
mercato :
promozione dell’innovazione, dell’imprenditoria e dell’economia della
conoscenza, mediante lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, comprese le
nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, attirando un maggior numero di
persone verso il mercato del lavoro, migliorando l’adattabilità dei lavoratori, delle
lavoratrici e delle imprese e aumentando gli investimenti in capitale umano.
Formazione degli imprenditori e dipendenti agricoli e forestali attraverso azioni di
sistema in continuità con quanto realizzato tra il 20000 e il 2006
………………………..

Individuazione indicatori condivisi

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 52


GRUPPO DI LAVORO INTERDIREZIONALE
DI INTEGRAZIONE 'FONDO SOCIALE EUROPEO

Aree di sinergia:
Es.; Ambiente
………………………..
Pari Opportunità
………………………..

Programmazione territoriale e negoziale, intese, relazioni europee e


internazionali
………………………..
Individuazione indicatori condivisi

Coordinamento interistituzionale per la programmazione del Fse – Serenella Sandri 53


PROGRAMMA REGIONALE
DI SVILUPPO RURALE 2007-2013

Direzione Generale Agricoltura

Giorgio Poggioli

30 novembre 2007
FABBISOGNI PRIORITARI DI INTERVENTO
SETTORI AGRICOLO, FORESTALE E ALIMENTARE

 Rinnovamento generazionale e qualificazione imprenditoriale;


 Maggiore efficacia dei sistemi di formazione e assistenza;
 Stabilità occupazionale e reddituale;
 Riduzione dei costi di produzione, in particolare energetici;
 Diversificazione verso produzioni non alimentari;
 Maggiore adesione ai sistemi di qualità;
 Internazionalizzazione dei prodotti regionali di qualità;
 Condivisione di strategie di filiera orientate al mercato.

55
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
FABBISOGNI PRIORITARI DI INTERVENTO
AMBIENTE E GESTIONE DELLA TERRA

 Ridurre i livelli complessivi di utilizzazione della risorsa idrica da parte del settore agricolo;
 Ridurre i livelli di inquinamento delle acque da inputs agricoli e da carichi zootecnici nelle zone
sensibili;
 Aumentare la copertura del suolo, il ricorso a pratiche agricole anti-erosive e la
realizzazione/manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie;
 Mantenere attività agricole sostenibili nelle aree montane e a rischio di dissesto idrogeologico;
 Incrementare il contenuto di sostanza organica nel suolo;
 Favorire una corretta gestione e utilizzazione dei fanghi derivati da reflui urbani, dei compost e degli
effluenti zootecnici,
 Ridurre i livelli di emissione di gas ad effetto serra e di ammoniaca da inputs agricoli e deiezioni
zootecniche;
 Sviluppare le bioenergie;
 Salvaguardare e incrementare il patrimonio forestale;
 Aumentare la diversificazione paesaggistica nelle aree di pianura;
 Aumentare la biodiversità e conservare/espandere gli spazi naturali e seminaturali e gli elementi
dell’ecosistema agricolo e forestale;
 Preservare e sviluppare attività agricole ad Alto Valore Naturalistico (AVN);
 Tutelare le razze animali e le specie vegetali regionali di interesse agrario a rischio di estinzione;
 Migliorare il benessere degli animali allevati.

56
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
FABBISOGNI PRIORITARI DI INTERVENTO
ASPETTI SOCIO-ECONOMICI

 Promuovere la competitività dello spazio rurale supportandone i processi di


sviluppo in maniera conforme alle risorse locali e diversificando le opportunità
di creare reddito e accrescere l’occupazione;
 Promuovere il ruolo dei giovani e delle donne nello sviluppo dell’impresa
agricola;
 Sviluppare l’integrazione fra spazio rurale e spazi urbani, migliorando
l’accessibilità e salvaguardando le funzioni paesaggistico-ambientali
dell’impresa agricola diversificata;
 Tutelare, riqualificare e rendere fruibile il patrimonio naturalistico e storico-
culturale degli spazi rurali;
 Diversificare e integrare l’offerta turistica dello spazio rurale, sviluppando
un’offerta di sistema, che coniughi la ricettività ad un prodotto turistico basato
sulla valorizzazione delle risorse locali;
 Migliorare il profilo professionale degli operatori;
 Migliorare la qualità delle partnership locali e sviluppare l’integrazione e la
sinergia fra le diverse programmazioni.

57
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
LE TAPPE DEL PROGRAMMA REGIONALE

Il programma è stato redatti conformemente all’allegato II del Reg.


1974/06 e comprende 8 allegati:

 Carta del rischio di erosione;


 Buona pratica agricola zootecnica;
 Perizia del calcolo degli aiuti per le misure dell’asse 2;
 Schede di notifica per gli Aiuti di Stato aggiuntivi;
 Analisi di contesto;
 Valutazione ex ante;
 Valutazione ambientale strategica;
 Studio di incidenza.

58
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005,
sul sostegno allo sviluppo rurale
da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)

Il regolamento stabilisce le norme generali per il sostegno comunitario a favore


dello sviluppo rurale finanziato dal FEASR , istituito dal regolamento (CE) n.
1290/2005. Definisce inoltre gli obiettivi della politica di sviluppo rurale e il
quadro in cui essa si inserisce.
Il Fondo contribuirà alla realizzazione dei tre obiettivi corrispondenti ai tre assi *
di sviluppo rurale definiti a livello comunitario, vale a dire:

 migliorare la competitività dell'agricoltura e della silvicoltura tramite un sostegno alla


ristrutturazione;
 migliorare l'ambiente e lo spazio rurale tramite un sostegno alla gestione del territorio;
 migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle
attività economiche.

59
Direzione GeneraleAgricoltura – Giorgio Poggioli
LE STRATEGIE

 Favorire l’organizzazione e l’aggregazione di filiera


 Promuovere il ruolo ambientale dell’agricoltura, la sostenibilità dei metodi di
produzione e la tutela della biodiversità.
 Promuovere la sicurezza alimentare, la qualità ed il riconoscimento
dell’origine dei prodotti.
 Promuovere, in particolare lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.
 Promuovere la multifunzionalità dell’azienda agricola ed il ruolo di servizio in
materia di promozione, valorizzazione e di tutela dell’ambiente e del territorio.

 La necessità di concentrare gli interventi per


obbiettivi rilevati e territori rende necessaria un’ampia
selettività nella assegnazione delle risorse pubbliche.

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Direzione GeneraleAgricoltura – Giorgio Poggioli
LE TAPPE DEL PROGRAMMA REGIONALE

Lunga e ampia concertazione con le parti sociali e istituzionali interessate

 Definizione del Quadro strategico – discusso con il partenariato locale in


tutti i territori provinciali e sottoposto al tavolo di partenariato regionale (28
luglio 2006);
 Confronto con il Valutatore indipendente;
 Definizione della proposta di programma: nuova intensa consultazione di
tutte le parti interessate e del tavolo di partenariato regionale (24
novembre 2006);
 Approvazione in Giunta regionale il 4 dicembre 2006;
 Completamento della valutazione ex ante;
 Approvazione definitiva in Assemblea Legislativa regionale il 30 gennaio
2007;
 9 febbraio 2007 invio alla Commissione;
 22 febbraio 2007 ammissione del programma all’iter di negoziazione;
 25 Luglio 2007 approvato in Comitato Sviluppo rurale UE

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
APPROCCIO INTEGRATO E TERRITORIALE

Il Programma assume quale elemento strategico l’approccio integrato e


territoriale alla programmazione

 i progetti collettivi e di filiera nell’Asse 1, che consentono di migliorare


l’aggregazione delle imprese agricole sia in senso orizzontale (progetti collettivi)
sia in senso verticale (progetti di filiera);

 gli accordi agroambientali nell’Asse 2, che si prefigurano come strumenti di


progettazione integrata territoriale, finalizzati all'ottimizzazione dell’utilizzo delle
risorse dell’Asse attraverso la concentrazione degli interventi nelle aree con
maggiore sensibilità ambientale;

 il “Patto per lo Sviluppo” nell’Asse 3, individuato quale strumento di


progettazione integrata territoriale per gli interventi finalizzati al miglioramento delle
condizioni di vita e delle popolazioni delle aree a maggiore ruralità della Regione.

63
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRIORITÀ TEMATICHE TRASVERSALI

Il Programma Regionale di Sviluppo Rurale assumerà alcune priorità tematiche


trasversali rispetto agli Assi ed allo schema progettuale e territoriale fin qui
definito.

 Sostegno e incentivazione dei giovani imprenditori;

 Valorizzazione dell'agricoltura a metodo biologico;

 Promozione delle produzioni di qualità regolamentata e NO OGM;

 Promozione dello sviluppo delle filiere bioenergetiche.

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRIORITÀ TEMATICHE TRASVERSALI:
SOSTEGNO E INCENTIVAZIONE DEI GIOVANI IMPRENDITORI

 nell’Asse 1 per gli interventi di promozione della conoscenza e di


sviluppo del potenziale umano (Misure 111 “Azioni nel campo della
formazione professionale e dell’informazione” e 114 “Utilizzo dei servizi
di consulenza”) e per la ristrutturazione e lo sviluppo del capitale fisico
(Misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”);

 nell’Asse 2 per gli interventi di sostegno alle aziende agricole situate in

aree svantaggiate.

65
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRIORITÀ TEMATICHE TRASVERSALI:
VALORIZZAZIONE DELL’AGRICOLTURA A METODO BIOLOGICO

 nell’Asse 2 per gli interventi di sostegno alle produzioni biologiche,

senza limitazioni territoriali.


 nell’Asse 1 attraverso il sostegno dei costi di certificazione per le

aziende biologiche con la Misura 132 “ Partecipazione degli agricoltori ai

sistemi di qualità alimentare”, nonché attraverso la definizione di una

priorità specifica nella valutazione dei progetti di filiera.

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRIORITÀ TEMATICHE TRASVERSALI:
PROMOZIONE DELLE FILIERE BIOENERGETICHE

 nell’Asse 1 attraverso gli investimenti per la realizzazione di impianti da

biomasse, aziendali ed interaziendali, in tutte le aree rurali regionali, con


i tutte le tipologie progettuali, qualora finalizzati alla produzione di
energia da impiegare prevalentemente nel ciclo produttivo.
 nell’Asse 3 attraverso:

 impianti aziendali per la produzione di energia finalizzati prevalentemente


alla diversificazione economica
 impianti da biomassa pubblici, la cui gestione sarà affidata prioritariamente
ad imprenditori agricoli e forestali (Misura 321 – Azione 3), localizzati nelle
aree a maggiore ruralità e nei comprensori bieticoli di pianura.

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
68
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRIORITÀ TERRITORIALI

 per l’Asse 1 si prevede di intervenire differenziando il tasso di contribuzione


pubblica per le aziende situate in aree svantaggiate, che comprendono tutte le
aree con problemi complessivi di sviluppo e parte delle aree rurali
intermedie;
 per l’Asse 2 si prevede di potenziare e ampliare l’applicazione delle specifiche
indennità per le zone svantaggiate (tutte le aree con problemi complessivi di
sviluppo e parte delle aree rurali intermedie), allargando il numero e le
tipologie di potenziali beneficiari al fine di assicurare il sostegno ad un ampio
numero di aziende operanti in tali aree;
 per l’Asse 3 si prevede di concentrare la maggior parte degli interventi nelle aree
a maggiore grado di ruralità (aree con problemi complessivi di sviluppo e aree
rurali intermedie) in particolare per quanto riguarda le Misure finalizzate al
miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali;
 per l’Asse 4 i territori eleggibili interessano le aree con problemi complessivi di
sviluppo e aree rurali intermedie, mentre i soli territori eleggibili nelle aree ad
agricoltura specializzata sono i Comuni attualmente interessati dall’Iniziativa
LEADER+. Pertanto oltre il 90% dei territori eleggibili per attivazione delle
strategie di sviluppo locale integrato ricadono in aree ad elevato grado di ruralità.

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
RIEPILOGO MISURE ATTIVATE

 ASSE 1 – 9 misure su 14 previste

 ASSE 2 – 8 misure su 13 previste

 ASSE 3 – 7 misure su 8 previste

 ASSE 4 – LEADER : 5 misure su 5 previste

 ASSISTENZA TECNICA

29 misure proposte su 41 previste, a fronte delle 14 attivate nel 2000-2006.

70
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
ASSE 1 – MIGLIORAMENTO DELLA COMPETITIVITÀ
DEL SETTORE AGRICOLO E FORESTALE


Misure attivate:
 111 Azioni nel campo della formazione professionale e dell'informazione (1c);
 112 Insediamento di giovani agricoltori (1b);
 114 Utilizzo di servizi di consulenza (New);
 121 Ammodernamento delle aziende (1a);
 122 Accrescimento del valore economico delle foreste (2i);
 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali(1g, 2i,3 m);
 132 Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare (New);
 133 Attività di informazione e promozione (New);

 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore
agricolo e alimentare e in quello forestale (New);
 Misure non attivate:
 Prepensionamento;
 Avviamento di servizi alla gestione, di sostituzione e di consulenza aziendale;
 Infrastrutture rurali connesse allo sviluppo ed all'adeguamento dell'agricoltura e silvicoltura;
 Ripristino del potenziale produttivo danneggiato e azioni appropriate di prevenzione;
 Rispetto delle norme basate sulla legislazione comunitaria;

71
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRINCIPALI INNOVAZIONI DELL’ASSE 1

• Adozione di una logica progettuale che privilegia un approccio di filiera o


un approccio collettivo con l’utilizzo di più strumenti:
 l'accordo fra differenti soggetti operanti nell'ambito della filiera o portatori di
esigenze comuni in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi;
 la predisposizione di un programma di intervento costituito da più progetti;
Si individuano due macro tipologie di accordi:
 accordo di filiera: coinvolge soggetti che operano in differenti anelli della
filiera e realizzano più tipologie di azioni (sinergia fra più misure);
 accordo collettivo: coinvolge prevalentemente categorie di soggetti
omogenei impegnati nella realizzazione di analoghe tipologie di intervento
(utilizzo coordinato di una misura per risolvere una problematica diffusa).

Le filiere si distinguono in:


 Filiere afferenti alle produzioni animali
 Filiere afferenti alle produzioni vegetali

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
ATTUAZIONE SU BASE TERRITORIALE DELL’ASSE 2
(AREE PREFERENZIALI)

Aree preferenziali:
• Aree vulnerabili alla Direttiva Nitrati
• Aree montane
• Aree a rischio erosione e dissesto
• Aree della Rete Natura 2000

73
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
ASSE 2 – MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE E
DELLO SPAZIO RURALE

Misure previste.

 211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane (2e)


 212 Indennità a favore degli agricoltori di collina (2e)
 214 Pagamenti agroambientali (2f).
 215 Pagamenti per il benessere degli animali (New).
 216 Investimenti non produttivi
 221 Imboschimento di terreni agricoli(2h).
 226 Ricostruzione del potenziale forestale e interventi preventivi (New)
 227 Sostegno agli investimenti non produttivi (New)

Misure non attivate.


 misura relativa alle superfici agricole di “indennità Natura 2000” per assenza,
al momento, degli elementi necessari alla quantificazione degli aiuti
(attivabile dal 2009) .
 misura relativa alle superfici forestali di “indennità Natura 2000” con le stesse
motivazioni della precedente misura ( attivabile dal 2009) .

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRINCIPALI INNOVAZIONI DELL’ASSE 2

Aree preferenziali Aree preferenziali a Aree preferenziali a Aree preferenziali a


Misure/Azioni/Interventi a prevalente prevalente tutela prevalente tutela prevalente tutela del
dell'Asse 2 tutela idrologica naturalistica paesaggistica suolo
Misura 211 M M M M
Misura 212 C C C C
Misura 214
Azione 1 M-C-P M-C-P
Azione 2 M-C-P M-C-P
Azione 3 C-P C
Azione 4
Azione 5
Azione 6
Azione 7
Azione 8 M-C-P M-C-P M-C-P M-C
Azione 9 P C P C P C
Azione 10 P C P C P C
Misura 215 M-C-P M-C-P
Misura 216
Azione 1 M-C-P
Azione 2 P
Azione 3 P C P C P C
Misura 221 P-C P-C P-C C
Misura 226*
Misura 227 M-C-P M-C-P M-C-P

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
ASSE 3 - QUALITÀ DELLA VITA E DIVERSIFICAZIONE
DELL’ECONOMIA NELLE ZONE RURALI

Misure attivate
 311 Diversificazione in attività non agricole (3p);
 313 Incentivazione delle attività turistiche (New);
 321 Investimenti per servizi essenziali per l'economia e la pop. rurale;
 322 Sviluppo e miglioramento dei villaggi (3o);
 323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale (3o);
 331 Formazione ed informazione degli operatori economici (New);
 431 Acquisizione di competenze e animazione (New).

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRINCIPALI INNOVAZIONI DELL’ASSE 3
APPLICAZIONE SU BASE TERRITORIALE DELL’ASSE 3
IN FUNZIONE DEL GRADO DI RURALITÀ

Aree con problemi Aree ad agri-


Codice Aree rurali
Titolo Misura/Azione complessivi di coltura spe- Poli urbani
Misura intermedie
sviluppo cializzata
311 Diversificazione in attività non agricole
1 - Agriturismo X X X
2 - Ospitalità turistica X*
3 - Impianti per energia da fonti
X X X
alternative
313 Incentivazione di attività turistiche X ** X ** X **
321 Servizi essenziali per l’economia e la
popolazione rurale
1 - Ottimizzazione rete acquedottistica X X
2 - Miglioramento viabilità rurale X X
3 - Impianti pubblici per produzione di
X X
energia da biomasse
322 Sviluppo e rinnovamento dei villaggi X X
323 Tutela e riqualificazione del patrimonio
X *** X *** X ***
rurale
331 Formazione e informazione X X X
341 Acquisizione competenze e animazione X X X

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
PRINCIPALI INNOVAZIONI DELL’ASSE 3

• Ampliamento numero di Misure attivate (da 5 a 7), in particolare per lo sviluppo


del capitale umano (formazione e acquisizione di competenze).
• Rafforzamento degli strumenti della programmazione territoriale integrata:
 Attuazione tramite il PRIP
 Attuazione attraverso Programmazione negoziata per le Misure 321 (Azioni
1 e 3) e 322 (Azione 1)
• Nuovi interventi specifici sul risparmio energetico e sul sostegno ad impianti
alimentati da fonti energetiche rinnovabili, connessi alle Misure dell'Asse 1 e 2.
• Misura 311 – Diversificazione dell’attività agricola: ampliamento degli
interventi a sostegno del turismo rurale diffuso.

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
RIPARTIZIONE FINANZIARIA

Quota FEASR Spesa


Quota Quota
Asse (44% sp. pubblica
Statale Regionale
pubblica) totale
Asse 1 Competitività 168,50 150,12 64,34 382,95
Miglioramento dell'ambiente e del
174,74 222,39 - 397,13
Asse 2 paesaggio
Asse 3 Diversificazione e qualità della vita 42,90 38,22 16,38 97,50
Asse 4 Leader 21,00 19,51 7,22 47,73
Assistenza tecnica 4,11 3,66 1,57 9,35
Totale generale 411,25 433,91 89,50 934,66

Peso degli Assi

asse 3
14% AT
1% asse 1
42%

asse 2
43%

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Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
80
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ED AGRICOLTURA

CONDIZIONALITA’

 In vigore dal 2005 è entrata a pieno regime nel 2007

 Nel 2007 sono 50.359 gli agricoltori che obbligatoriamente rispettano la


condizionalità, per una superficie complessiva di 1,12 milioni di ettari.

 La condizionalità è oggetto di controlli ed in caso di infrazioni si hanno


riduzioni o esclusioni dai contributi (pagamenti diretti da Reg. 1782/03)

 La condizionalità comporta il rispetto di norme in materia ambientale, di


sanità pubblica, di salute degli animali e delle piante, di igiene e
benessere degli animali, di gestione dei suoli

81
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
CONDIZIONALITA’

CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI

 Rete natura 2000 (uccelli selvatici, habitat, flora, fauna selvatica)


 Prodotti fitosanitari (uso e commercio)
 Acqua (protezione delle acque sotterranee da certe sostanze pericolose e
dai nitrati di origine agricola)
 Suolo (fanghi di depurazione in agricoltura)
 Animali (identificazione, registrazione, salute e benessere)

82
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
CONDIZIONALITA’

BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI

 Regimazione acque superficiali dei terreni in pendio


 Gestione delle stoppie e dei residui vegetali
 Mantenimento in efficienza della rete di sgrondo delle acque
superficiali
 Protezione del pascolo permanente
 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione
 Manutenzione degli oliveti
 Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio

83
Direzione Generale Agricoltura – Giorgio Poggioli
Ricerca, sperimentazione, assistenza
tecnica, formazione e trasferimento
dell’innovazione agricola nel sistema
regionale

Servizio Sviluppo del Sistema Agro-Alimentare


Giancarlo Cargioli

30 novembre 2007

84
CONTENUTI DELL’INTERVENTO

 Il modello attuale di promozione della ricerca e sperimentazione agricola


in Emilia Romagna;

 Il modello regionale dell’assistenza tecnica in agricoltura;

 La formazione in agricoltura;

 Il trasferimento delle innovazioni;

 Gli orientamenti del nuovo Piano Poliennale dei Servizi.

85
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
IL MODELLO ATTUALE DI PROMOZIONE DELLA RICERCA
E SPERIMENTAZIONE AGRICOLA IN EMILIA ROMAGNA

il ruolo della ricerca e dell’innovazione agricola a


livello regionale

 Rispondere alle domande del sistema produttivo regionale attraverso


attività fortemente applicative;

 Supportare le scelte politiche su temi di interesse generale (ambiente,


biodiversità,ecc.);

 Accompagnare il sistema regionale verso la ricerca di livello nazionale


ed internazionale su temi prioritari per l’Emilia-Romagna

86
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
IL MODELLO ATTUALE DI PROMOZIONE DELLA RICERCA
E SPERIMENTAZIONE AGRICOLA IN EMILIA ROMAGNA

Ricerca e Sperimentazione
Domanda Interessi collettivi
di ricerca applicata

I produttori La Regione
(Enti organizzatori
ricerca)

Piano annuale della ricerca


e sperimentazione

Realizzato da:
Università, altri Enti di ricerca, Imprese e Aziende sperimentali

87
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
IL MODELLO REGIONALE
DELL’ASSISTENZA TECNICA IN AGRICOLTURA

 La Regione fissa: gli obiettivi generali, ripartisce le risorse e valuta i


risultati complessivi;

 Le Organizzazioni dei produttori: individuano i problemi e gli obiettivi


specifici, formulano progetti con richiesta di contributo finanziario (in
media 60%), si organizzano per erogare servizi;

 Le Province: fissano gli obiettivi territoriali, valutano i progetti presentati,


concedono i contributi, controllano in itinere e valutano i rendiconti.

88
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
IL MODELLO REGIONALE
DELL’ASSISTENZA TECNICA IN AGRICOLTURA

 L’attività di assistenza tecnica compete alle Province che assegnano


CONTRIBUTI ai progetti ritenuti idonei presentati dai PRODUTTORI
ASSOCIATI

 L’obiettivo è favorire l’introduzione delle innovazioni nei processi


produttivi per:

 Accrescere la competitività sul mercato

 Aderire alle esigenze della società (tutela ambientale, salute,


benessere animale..)

89
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
LA FORMAZIONE IN AGRICOLTURA

Chi può accedere ai fondi pubblici per la formazione?

gli enti di Formazione ACCREDITATI,


l’accreditamento avviene per ambiti formativi (formazione
permanente, continua,..) e
NON per specializzazioni settoriali

90
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
LA FORMAZIONE IN AGRICOLTURA

Nella precedente programmazione:

 i fondi pubblici per la formazione provenivano quasi tutti dal F. S. E.


(ad eccezione della Misura 1.c del P.R.S.R. gestita dall’Agricoltura
con fondi FEOGA);

Nella nuova programmazione (P.R.S.R. 2007-2013):

 la formazione per gli imprenditori agricoli è finanziata attraverso la


misura 111 dell’Asse 1: le imprese agricole e forestali
acquisteranno i servizi inseriti nel CATALOGO VERDE e potranno
chiedere un contributo a parziale rimborso delle spese sostenute.

91
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
LA FORMAZIONE IN AGRICOLTURA

Cos’è il CATALOGO VERDE


Un elenco di proposte contrattuali per la
fornitura di servizi di:

FORMAZIONE
INFORMAZIONE
CONSULENZA

Sui quali la Regione dà un contributo a parziale rimborso


dei costi sostenuti per l’acquisto

92
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
IL TRASFERIMENTO DELLE INNOVAZIONI

Interventi realizzati direttamente dall’Assessorato:convegni,


pubblicazioni, rivista “Agricoltura”, www.ermesagricoltura.it.

Interventi realizzati dagli enti organizzatori della domanda di ricerca:


CRPV - centro ricerche produzioni vegetali
CRPA - centro ricerche produzioni animali

Interventi realizzati da associazioni, aziende sperimentali e soggetti


privati

93
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
GLI ORIENTAMENTI
DEL NUOVO PIANO POLIENNALE DEI SERVIZI

Le esigenze espresse dal mondo produttivo

 Competitività dell’impresa agricola:


 Innovazione di prodotto (produzioni a marchio, produzioni tipiche..);
 Innovazione di processo (tecniche compatibili con l’ambiente,
produzioni biologiche, innovazione organizzativa e logistica);
 Approccio al mercato;
 Diversificazione del’impresa agricola con particolare riferimento alle
produzioni no-food ed al terziario;
 Monitoraggio della competitività, attraverso la valutazione dei costi
di produzione ed il posizionamento verso i competitori.

94
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
GLI ORIENTAMENTI
DEL NUOVO PIANO POLIENNALE DEI SERVIZI

Le esigenze di innovazione espresse dal mondo produttivo

 Sostenibilità ambientale:
 Impatto dell’attività agricola su suolo-acqua-aria
 Misure antierosione del suolo
 Uso agricolo dell’acqua in funzione del risparmio idrico
 Residui e loro utilizzo
 Bilanci energetici e sostenibilità delle nuove filiere agroenergetiche
 Biodiversità

95
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
GLI ORIENTAMENTI
DEL NUOVO PIANO POLIENNALE DEI SERVIZI

Le esigenze di innovazione espresse dal mondo produttivo

 Sicurezza e qualità delle produzioni:


 Caratterizzazione funzionale,organolettica e qualitativa dei prodotti
in particolare quelli tipici;
 Sistemi diagnostici rapidi ed affidabili;
 Innovazione produttiva per la riduzione dei rischi di alterazione;

96
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
ORGANIZZAZIONE
DELLA DOMANDA DI RICERCA

 Migliorare la capacità di selezione delle tematiche progettuali e


del reperimento delle risorse;
 Ottimizzazione dei costi;
 Miglioramento della capacità di partecipazione a reti di ricerca
nazionali ed internazionali

97
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
BANDO COMPETITIVO

 Per garantire l’innovazione di prodotto e processo si farà ricorso


a bandi regionali con le seguenti caratteristiche:

 percentuale di contributo pubblico inferiore al 50% (la maggiore


partecipazione finanziaria privata consente di concentrare le
proposte su argomenti di sicuro interesse per il mondo produttivo);
 i risultati dei progetti di ricerca saranno di proprietà del beneficiario;
 dovranno essere garantite ricadute dirette sul sistema agricolo
regionale

98
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
ALTRI BANDI

Per i temi della “sostenibilità ambientale” e “sicurezza e qualità


delle produzioni” di interesse generale si utilizzeranno bandi
regionali con percentuali di contributo pubblico superiore al 50%
con obbligo di divulgazione dei risultati.

99
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
CRESCITA DEL CAPITALE UMANO

 Il trasferimento della conoscenza come priorità al pari della


ricerca;
 Integrazione fra assistenza tecnica tradizionale e
consulenza aziendale;
 Responsabilizzazione del mondo produttivo
 Mantenimento degli strumenti di conoscenza di interesse
generale (ad es. banche dati)

100
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
INTEGRAZIONE

 Di filiera;
 Fra strumenti finanziari (sinergie fra risorse pubbliche
di diversa provenienza e private);
 Fra strumenti normativi;
 Fra enti e istituzioni;

101
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

 Conferma della modalità di finanziamento a progetto previa


valutazione;
 Messa a punto di strumenti di valutazione ex post e delle
ricadute sul sistema (Outcome)
 Implementazione di una banca dati ad accesso pubblico dei
risultati della ricerca

102
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
INTEGRAZIONE CON PTR

Ruolo dell’agricoltura in rapporto alle principali


problematiche ambientali-territoriali e le
innovazioni che possono essere messe a
punto e trasferite

103
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
PRODUZIONI COMPATIBILI CON
L’AMBIENTE

 Riduzione dei prodotti chimici in agricoltura (pesticidi, erbicidi,


fertilizzanti) in un’ottica anche di valorizzazione commerciale:
Produzione Integrata e Agricoltura biologica

 Zootecnia: riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente


attraverso una corretta gestione degli effluenti zootecnici

104
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
CONSERVAZIONE DEL SUOLO-MANTENIMENTO DELLA SOSTANZA
ORGANICA DEL SUOLO-STOCCAGGIO DEL CARBONIO NEL SUOLO

Supporti informativi acquisiti:

 Carta della dotazione di sostanza organica (Carbonio) nei suoli di pianura,


scala 1:25000;
 Individuazione, qualificazione delle matrici organiche utilizzabili (scarti del
sistema agroalimentare, effluenti zootecnici, fanghi di depurazione);
 Definizione delle tecniche agronomiche per l’impiego di matrici organiche
idonee a limitare la contaminazione delle acque e del suolo

105
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
RISPARMIO IDRICO E MIGLIORAMENTO
DELLA QUALITÀ DELL’ACQUA

Supporti informativi già operanti.

Procedura di calcolo di bilanci idrici che si avvale:

 Di dati ottenuti dalla rete meteo ARPA-SIM;


 Di dati della rete regionale di controllo della falda superficiale;
 Dei coefficienti evapo-traspirazione per coltura definiti da attività
sperimentali pluriennali.

106
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
AGROENERGIE

 Potenzialità colturali;
 Indagine sui distretti;
 Monitoraggio matrici organiche;
 Progetti pilota (filiera corta)

Criticità

 Urbanistiche (non vi è univocità di approccio per i diversi ambiti


di competenza territoriali)
 Classificazione delle matrici

107
Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare - Giancarlo Cargioli
Edilizia scolastica ed
universitaria

Servizio Cultura Formazione e Lavoro

Lucio Agrotti

11 Gennaio 2008

108
LEGGE 11 GENNAIO 1996, N. 23
“NORME PER L’EDILIZIA SCOLASTICA”

Legge-quadro per le strutture edilizie destinate al sistema dell’istruzione


obbligatoria, con l’obiettivo, indicato all’art. 1, comma 1, di “assicurare a
tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio
adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali,
economiche e sociali.”

La programmazione degli interventi si realizza attraverso piani generali


triennali e piani annuali di attuazione “predisposti e approvati dalle regioni,
sentiti gli uffici scolastici regionali, sulla base delle proposte formulate
dagli enti territoriali competenti sentiti gli uffici scolastici provinciali”.

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 109


LEGGE 11 GENNAIO 1996, N. 23
“NORME PER L’EDILIZIA SCOLASTICA”

Comuni: Scuole materne,


elementari e medie
COMPETENZE
(Art. 3)
Realizzazione,
fornitura, manutenzione
ordinaria e straordinaria
degli edifici scolastici
PROVINCE: Istituti e scuole di
istruzione secondaria superiore
compresi: i licei artistici e gli istituti d'arte,
di conservatori di musica, di accademie,
di istituti superiori per le industrie
artistiche, nonché di convitti e di istituzioni
educative statali

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti


REGIONE EMILIA-ROMAGNA
FONDI STATALI LEGGE23/96 (1999-2006)

Numero Importo Finanziamenti 1999-2006


Annualità
interventi finanziamenti
1996 77 16.269.389,58
25.000.000,00
1997 89 18.428.286,36
1996
1998 79 21.254.644,76 20.000.000,00 1997
1999 66 12.516.267,85 1998
1999
2000 77 14.067.971,22 15.000.000,00
2000
2001 98 21.730.378,50 2001
2002
2002 0 0,00 10.000.000,00
2003
2003 74 7.106.972,01 2004
5.000.000,00 2005
2004 141 20.392.228,00
2006
2005 0 0,00
0,00
2006 0 0,00 Annualità

-- 701 131.766.138,28

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 111


REGIONE EMILIA-ROMAGNA
FONDI REGIONALI L.R. 39/80 (2000-2005)

Numero Importo
Annualità
interventi finanziamento

2000 81 5.105.288,29 6.000.000,00

2001 16 1.549.370,70 5.000.000,00

2002 21 2.085.608,27 4.000.000,00 2000


2001
2003 19 1.549.370,70 2002
3.000.000,00
2003
2004
2004 33 2.518.786,12 2.000.000,00
2005

2005 36 2.326.243,01 1.000.000,00

totale Emilia-
206 15.134.667,09 0,00
Romagna

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 112


PIANO TRIENNALE 2007-2009
L. 23/96 E L.R. 39/80

Interventi per Adeguamenti normativi

Provincia 2007 2008 2009


n. Finanziament n. importo lavori n. importo lavori
interventi o 1/3-1/3-1/3 interventi interventi
Bologna 6 1.697.608,95 15 6.560.667,00 5 2.065.742,00
Ferrara 3 669.714,23 3 1.390.060,00 13 4.111.530,00
Forlì-Cesena 5 842.973,63 4 1.270.633,38 1 500.000,00
Modena 8 1.396.070,95 10 2.222.386,50 2 778.875,00
Parma 3 843.806,61 12 6.713.171,05 12 3.416.275,83
Piacenza 3 620.568,54 7 1.170.329,99 11 1.434.211,08
Ravenna 4 653.054,68 8 3.453.000,00 4 1.317.000,00
Reggio Emilia 4 1.000.000,00 10 3.007.736,45 10 3.762.244,31
Rimini 2 599.744,10 6 4.162.200,00 9 8.322.832,35
Totale RER 38 8.323.541,69 75 29.950.184,37 67 25.708.710,57

Delibera G.R. 22.10.07 – BUR n.184 del 19.12.2007

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 113


PIANO TRIENNALE 2007-2009
L. 23/96 E L.R. 39/80

Interventi per Altre tipologie di lavori

Provincia 2007 2008 2009


n. interventi Importo n. interventi importo lavori n. interventi importo
finanziato lavori
Bologna 2 918.852,57 25 42.474.173,00 3 2.179.832,00
Ferrara 1 362.491,40 4 2.549.250,00 - 0
Forlì-Cesena 2 303.980,04 5 12.082.276,85 6 6.396.617,54
Modena 2 755.641,28 18 23.807.457,25 10 28.931.899,16
Parma 1 455.516,34 11 13.630.899,47 11 5.421.373,99
Piacenza 1 200.000,00 5 8.692.400,00 2 1.234.798,62
Ravenna 2 350.000,00 10 6.960.000,00 14 6.154.000,00
Reggio
Emilia 2 513.391,65 10 10.695.571,52 12 20.261.540,00
Rimini 2 228.086,13 4 11.317.051,32 6 13.041.431,32
Totale RER 15 4.087.959,41 92 132.209.079,41 64 83.621.492,63

Delibera G.R. 22.10.07 – BUR n. 184 del 19.12.2007

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 114


ANNUALITÀ 2007
CONFRONTO EFFICACIA CONTRIBUTI

Costo
Stato Regione Ente locale Costo finanziato intervento
Totale Regione per adeguamenti a
norma - 2007 2.774.513,89 2.774.513,89 2.774.513,91 8.323.541,69 9.385.377,86

Totale Regione per altre tipologie di


-- 1.351.812,65 2.736.146,76 4.087.959,41 8.860.465,56
intervento – 2007

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 115


EDILIZIA UNIVERSITARIA

Legge 14 novembre 2000 n. 338


“Disposizioni in materia di alloggi per studenti
universitari”

Legge regionale n. 15 del 26 luglio 2003, art. 20


“Contributi agli Enti locali
per il potenziamento dei Poli didattico-scientifici
per nuovi insediamenti universitari”

Legge regionale n. 15 del 27 luglio 2007


“Sistema regionale integrato
di interventi e servizi per il diritto
allo studio universitario e l’alta formazione”

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti


EDILIZIA UNIVERSITARIA
ART.15 - L.R.15 DEL 27.7.07

La Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art.15 della citata legge 15/07,


promuove la realizzazione, il riequilibrio e l’ampliamento delle strutture atte a
garantire il diritto allo studio universitario attraverso il finanziamento di opere
di “edilizia residenziale universitaria che prevedano l’acquisto, la
costruzione, l’ampliamento la ristrutturazione e l’ammodernamento….
nonché le spese per arredamenti ed attrezzature, anche in integrazione con
la normativa in materia di alloggi e residenze per studenti universitari e di
edilizia residenziale pubblica”

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 117


EDILIZIA UNIVERSITARIA
art.19 - l.r.15 del 27.7.07

Università: Ergo, un'unica azienda per il diritto allo studio

Dal 1° gennaio è diventata operativa la nuova Azienda della Regione


Emilia-Romagna per il diritto agli studi superiori che subentra alle 4
territoriali di Bologna, Ferrara, Modena - Reggio Emilia, e Parma.
La nuova azienda si chiama Ergo e tra gli obiettivi primari che le
competono vi è quello dell’ampliamento del numero degli interventi per il
diritto allo studio al fine di offrire servizi omogenei su tutto il territorio
regionale.

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 118


LEGGE 14 NOVEMBRE 2000 N. 338
1° BANDO

finanziamento di complessivi 10 interventi per un importo


complessivo di oltre 30.000.000 di Euro, esattamente:

 € 11.535.902 alle Aziende Regionali per il Diritto allo Studio Universitario


 € 15.704.063 alle Università di Bologna e Ferrara;
 € 540.000 all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza;
 € 223.047 al Collegio S. Carlo;
 € 2.741.549 alla Cooperativa Nuovo Mondo.

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 119


Piano triennale edilizia universitaria 2008-2010
Legge regionale 27 luglio 2007 n. 15 e Legge 14 novembre 2000, n. 338
Legge regionale 15/2007
Costo del Altri Cofinanziamento
Sede Descrizione intervento Annualità Annualità Annualità
progetto finanziamenti L.338/00
2008 2009 2010

Realizzazione residenza universitaria di 4.573.314 +


Bologna 25.221.439,00 1.000.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00 11.148.125,00
Via Fioravanti 6.500.000 (area)

Adeguamento alle norme di sicurezza


Ferrara 1.407.219,00 261.203,16 261.203,16 261.203,16 623.609,52
della residenza universitaria S. Spirito
Residenza universitaria S. Spirito -1°
Ferrara 60.000,00 60.000,00
intervento sui pavimenti
Alloggi Via Coramari -
Ferrara 50.000,00 50.000,00
Impermeabilizzazione tetto

Residenza universitaria Casa della


Ferrara 100.000,00 100.000,00
studentessa - rifacimento facciata e infissi

Ferrara Acquisto arredi alloggi di Via G. D'Arezzo 70.000,00 70.000,00


Ferrara Acquisto arredi casa della studentessa 186.000,00 186.000,00
Casa dello Studente - adeguamento
Ferrara 70.000,00 70.000,00
impianti
Uffici di Via D'Arezzo - sostituzione
Ferrara 50.000,00 50.000,00
impianto di riscaldamento
Restauro residenza universitaria S. Filippo
Modena 9.279.018,28 893.333,00 893.333,00 1.790.156,40 1.600.000,00 4.102.195,88
Neri
Reggio Emilia Recupero di Villa Marchi 3.461.079,49 559.463,84 594.229,32 576.846,58 1.730.539,75
Residenza RUM -. Riqualificazione della
Modena 250.000,00 250.000,00
sala polivalente

Campus Arestud - riqualificazione e


Modena messa in sicurezza dell'area cortiliva di 600.000,00 600.000,00
pertinenza delle residenze RUM e Allegretti

Acquisto arredi per nuovi alloggi presso


Reggio Emilia 70.000,00 70.000,00
immobili ACER

Acquisizione arredi per la residenza


Parma 1.500.000,00 750.000,00 750.000,00
Volturno

TOTALI 42.374.755,77 4.000.000,00 3.668.765,48 3.678.206,14 13.423.314,00 17.604.470,15

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 120


DIREZIONE GENERALE CULTURA,
FORMAZIONE, LAVORO

Primaria

Secondaria

Università

Bologna, 11 gennaio 2008


Cabina di regia per il coordinamento delle politiche di programmazione e per il PTR

Servizio Cultura Formazione e Lavoro - Lucio Agrotti 121


Le politiche culturali

Direzione Cultura, formazione e lavoro


Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani

Patrizia Orsola Ghedini

24 Gennaio 2008

122
LA CULTURA NEL DPEF

La cultura è:

 un fattore di coesione sociale e un elemento indispensabile per


l’identità, la memoria, la conoscenza e la crescita individuale e
sociale e per la promozione e il riconoscimento dei diritti di
cittadinanza delle persone e per la qualità della vita dei cittadini;

 un settore strategico sul piano economico, per la riconoscibilità


e per la competitività di un territorio, per un aumento della
ricchezza diffusa e per la promozione della nostra regione nel
suo complesso.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 123


LA RICCHEZZA DEL PATRIMONIO CULTURALE
DELL’EMILIA-ROMAGNA: UNO SGUARDO DI INSIEME

L’Emilia-Romagna è straordinariamente ricca di beni culturali pubblici e privati,


di iniziative e di attività: oltre 400 musei, più di 1000 le biblioteche (di cui 466 di
enti territoriali), edifici storici di grande valore e prestigio, rocche, castelli,
collezioni d’arte, 100 teatri storici, oltre 140 sedi attive di spettacolo e 440
schermi cinematografici: un patrimonio culturale di straordinaria ricchezza e di
grande valore, frutto della storia civile della nostra regione, profondamente
radicato nelle comunità locali, cresciuto in modo costante grazie all’impegno
delle istituzioni di governo a livello regionale e territoriale e alla presenza diffusa
di istituzioni, associazioni e centri che producono e promuovono cultura.

Conservare, valorizzare, qualificare e potenziare tale patrimonio,


aumentandone le opportunità di fruizione per i cittadini in una logica di sistema
e di equilibrio territoriale costituisce l’obiettivo fondamentale della Regione.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 124


L’ARTICOLAZIONE DELLE POLITICHE CULTURALI:
I SETTORI DI INTERVENTO

A livello regionale le politiche culturali si articolano in tre ampi settori di


intervento:

1. lo spettacolo (spettacolo dal vivo, cinema, Film Commission,


Osservatorio sullo spettacolo);

2. la promozione culturale, che ricomprende il sostegno ad iniziative


locali; interventi diretti della Regione relativi ad attività di valenza e
rilevanza almeno regionale; la promozione culturale all’estero, ossia gli
interventi di export culturale;

3. i beni culturali: musei, biblioteche, archivi, beni architettonici e siti di


particolare valore storico, artistico e culturale.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 125


LE NORME E I PROGRAMMI REGIONALI
CHE REGOLANO GLI INTERVENTI

Le leggi regionali sulle politiche culturali sono fondamentalmente tre:


- L.R. 13/1999 “Norme in materia di spettacolo”
- L.R. 37/1994 come modificata dalla 13/97 “Norme in materia di promozione
culturale”
- L.R. 18/2000 “Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni
culturali”

La loro attuazione avviene, come negli altri settori, attraverso Programmi triennali, nei
quali si definiscono: gli obiettivi generali e specifici per il triennio; le azioni prioritarie ai
fini della loro attuazione; le modalità di attuazione degli interventi, anche rispetto alle
relazioni istituzionali con i soggetti interessati; i requisiti per accedere ai finanziamenti
regionali; le modalità di valutazione degli interventi e di assegnazione degli stessi
finanziamenti; le procedure.
Attualmente si stanno attuando: la terza annualità del Programma sullo spettacolo 2006-
2008 (delibera dell’Assemblea legislativa n. 38/2005) e la seconda annualità del
Programma 2007-2009 in materia di promozione culturale e del Programma 2007-2009
in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (rispettivamente delibere
dell’Assemblea legislativa n. 95/2006 e n. 116/2007)

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 126


LO SPETTACOLO DAL VIVO E IL CINEMA:
ALCUNI DATI DI CONTESTO

Nel settore dello spettacolo dal vivo e del cinema l’Emilia-Romagna


occupa una posizione preminente all’interno del panorama
nazionale e si contraddistingue per:

 un’offerta ricca e articolata sul piano quantitativo e qualitativo, sia per


quanto riguarda i generi sia in rapporto alla distribuzione territoriale;
 una risposta e un’affluenza di pubblico fra le più alte d’Italia;
•.
 un forte impegno e un’attenzione all’innovazione da parte delle
istituzioni pubbliche e private;
 una notevole capacità progettuale e distributiva da parte dei diversi
attori del sistema;
 la presenza alcune punte di eccellenza riconosciute a livello
nazionale e internazionale.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 127


LO SPETTACOLO DAL VIVO VISTO DA VICINO - 1

Lo spettacolo dal vivo, considerando i tre settori che lo caratterizzano (prosa,


musica e danza), offre un quadro veramente unico di strutture e attività:

 un teatro stabile pubblico (la Fondazione ERT-Emilia-Romagna Teatro a


Modena), due stabili privati (a Bologna e a Parma), sei teatri stabili di
innovazione-ragazzi e uno di ricerca, che costituiscono la struttura portante
delle attività teatrali;
 una Fondazione lirica (il Teatro comunale di Bologna sei teatri di tradizione
(a Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ravenna, Ferrara), che fanno
dell’Emilia-Romagna la regione con la più alta concentrazione di teatri lirici;
 una compagnia di danza di fama internazionale (la Fondazione nazionale
della danza con la compagnia Aterballetto);
 festival musicali e teatrali di grande rilievo e orchestre sinfoniche dirette da
maestri anch’essi di fama internazionale.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 128


LO SPETTACOLO DAL VIVO VISTO DA VICINO - 2

A quanto sopra evidenziato vanno aggiunti:


 la presenza di corsi universitari, quali, ad esempio, il DAMS (Disciplina delle
Arti, della Musica e dello Spettacolo); l’impegno pubblico in specifici
programmi di formazione, che contribuiscono all’alto livello qualitativo di
artisti, tecnici e personale organizzativo delle imprese e delle istituzioni di un
settore che conta circa 7.000 occupati, in buona parte giovani;
 la presenza degli Enti partecipati dalla Regione, in qualità di socio fondatore
(oltre alla Fondazione lirico-sinfonica “Teatro Comunale di Bologna”) e, in
particolare:

1. la Fondazione ERT-Emilia-Romagna Teatro (teatro stabile regionale);


2. la Fondazione nazionale della danza;
3. la Fondazione Arturo Toscanini;
4. l’ATER-Associazione Teatri Emilia-Romagna

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 129


SPETTACOLO DAL VIVO - LE SEDI

Articolazione territoriale delle sale di spettacolo in Emilia-Romagna, anno 2006

Numero delle sale di spettacolo e loro densità per 100.000 abitanti, anno 2005

Altri Comuni N. sale per


Capoluogo Totale
della Provincia 100.000 ab 9% 5%
Bologna 36 22 58 6,0 4%
Ferrara 5 8 13 3,7 4%
Forlì-Cesena 4 17 21 5,6
Modena 8 15 23 3,5
40%
Parma 19 10 29 7,0
Piacenza 4 3 7 2,5
20%
Ravenna 4 10 14 3,8
Reggio-Emilia 8 12 20 4,0
Rimini 5 11 16 5,5
Totale Bologna 9%
Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma
93 108 201 4,6 4% 5%
Emilia-Romagna
Piacenza Ravenna Reggio-Emilia Rimini

L’Emilia-Romagna è la regione che vanta in Italia la maggiore presenza di sale per lo spettacolo dal vivo in
funzione, in rapporto alla popolazione: 210 distribuite su 185 sedi (teatri, auditorium, cinema-teatro, centri
polifunzionali ecc.), con una media di 4,8 ogni 100.000 abitanti.

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SPETTACOLO DAL VIVO - LE IMPRESE

Articolazione delle imprese di spettacolo dal vivo per tipologia di attività e forma giuridica,
anno 2006

Enti di natura

Altre forme di
Cooperative
Associazioni

Fondazioni

pubblica

impresa
Società

Totale
Attività musicali 69 7 6 8,0 0 0 90
Attività teatrali 102 4 11 24,0 0 2 143
Danza 23 1 1 1,0 0 1 27
Agenzie di spettacolo 0 0 10 0,0 0 4 14
Dialettale 7 0 0 0,0 0 0 7
Attività interdisciplinare
36 3 5 3,0 1 1 49
Totale 237 15 33 36 1 8 330

Fonte: Regione Emilia-Romagna, Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani; sito


Cartellone - Lo spettacolo in Emilia-Romagna; siti istituzionali; sito Infoimprese
dellaCameradi Commercio; bancadati Osservatorio Regionale dello Spettacolo

Nel 2006, sono state censite 330 imprese che svolgono attività di Spettacolo dal vivo in Emilia-Romagna, la
maggior parte di esse adotta la forma giurdica di “associazione culturale”. I settori trainanti sono il teatro di
prosa e la musica.

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SPETTACOLO DAL VIVO - L’OCCUPAZIONE

Totale numero dei lavoratori, giornate lavorative e retribuzioni medie annue in Italia ed
Emilia-Romagna, anno 2005

incidenza %
Lavoratori Giornatelav. Annue Retribuzioni annue
ER sul Tot.
Numero Italia
Numero medio Importo medio

Categoriedi Emilia Emilia Emilia


Italia Italia Italia
lavoratori Romagna Romagna Romagna

Artistici 70.657 9.129 12,9% 42 40 5.312 4.649

Tecnici 6.587 910 13,8% 120 131 10.836 10.286

Amministrativi 4.414 470 10,6% 232 232 27.613 19.968

Fonte: nostra elaborazione su dati ENPALS – Ente di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo

I lavoratori dello spettacolo dal vivo attivi in Emilia-Romagna sono 10.509, pari al 12,9% del
dato nazionale, con una popolazione corrispondente al 7,1% del paese.

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SPETTACOLO DAL VIVO
OFFERTA, DOMANDA E SPESA AL BOTTEGHINO, ANNO 2006

Sia per lo spettacolo dal vivo, sia per il cinema l’Emilia-Romagna rappresenta il
terzo polo, dopo Lazio e Lombardia in termini di consumo e offerta.

Emilia Incidenza
Dati Generali Italia
Romagna % sul totale

Rappresentazioni 17.090 181.622 9,4%


Spettatori 2.877.787 30.988.563 9,3%
Spesaal botteghino 40.024.082 514.696.592 7,8%

Con riferimento allo Spettacolo dal vivo, le statistiche SIAE indicano che sono state effettuate 17.090
rappresentazioni (9,4% del paese) e sono stati venduti 2.877.787 biglietti (9,3% del paese, con un
incremento dell’11,6% nel quinquennio 2002-2006), per una spesa complessiva al botteghino di
40.024.092 Euro.

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SPETTACOLO DAL VIVO
RAPPRESENTAZIONI EFFETTUATE IN EMILIA-ROMAGNA E IN ITALIA,
ANNI 2002-2006

9%

91%
Emilia-Romagna Italia

Variaz. Variaz.
% sul tot.
% %
2002 2003 2004 2005 2006 Italia nel
2006- 2006-
2006
2002 2005

Emilia-Romagna 18.405 18.798 18.456 18.724 17.090 9,4 -7,1 -8,7

Italia 169.476 184.754 191.289 187.556 181.622 100,0 7,2 -2,0

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SPETTACOLO DAL VIVO
SPETTATORI IN EMILIA-ROMAGNA E IN ITALIA, ANNI 2002-2006

92%

8%

Emilia-Romagna Italia

Variaz. Variaz.
% sul tot.
% %
2002 2003 2004 2005 2006 Italia nel
2006- 2006-
2006
2002 2005

Emilia-Romagna 2.577.714 2.479.426 2.591.210 3.149.217 2.877.787 9,3 11,6 -8,6

Italia 27.877.706 27.484.115 30.478.922 30.888.957 30.988.563 100,0 11,2 0,3

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SPETTACOLO DAL VIVO
SPESA AL BOTTEGHINO IN EMILIA-ROMAGNA E IN ITALIA,
ANNI 2002-2006

Emilia-Romagna Italia
8%

92%

Variaz. Variaz.
% sul tot.
% %
2002 2003 2004 2005 2006 Italia nel
2006- 2006-
2006
2002 2005

Emilia-Romagna 42.212.795 41.209.845 43.135.384 49.278.696 40.024.092 7,8 -5,2 -18,8

Italia 458.327.848 462.479.000 520.714.727 517.381.770 514.696.592 100,0 12,3 -0,5

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IL CINEMA VISTO DA VICINO

Anche per il cinema l’Emilia-Romagna occupa tradizionalmente


una posizione di primo piano nel panorama italiano per quanto
riguarda la presenza di sale, l’affluenza di pubblico, il sostegno alla
promozione di una cultura cinematografica, gli interventi di
conservazione e restauro del patrimonio cinematografico, ecc.

In questo settore va segnalata la presenza di un’Istituzione di


eccellenza come la Cineteca del Comune di Bologna, con un’attività e
una competenza riconosciuta a livello internazionale.

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CINEMA - LE SEDI

6,7%
Bologna
12,6%
Ferrara
23,8%
Forlì-Cesena
Modena
Parma
Le sale cinematografiche 11,2% Piacenza
7,4%
presenti in regione sono Ravenna
4,5% Reggio-Emilia
269, tra esse, 12 multiplex e Rimini
7,4% 10,4%
40 multisale, per un totale di
16,0%
459 schermi. Si registra una
Altri n. sale per
media di 6,4 sale ogni Capoluogo
comuni
Totale
100.000 ab.

100.000 abitanti. Bologna 33 31 64 6,7


Ferrara 8 12 20 5,7
Forlì-Cesena 17 11 28 7,4
Modena 12 31 43 6,4
Parma 7 13 20 4,8
Piacenza 6 6 12 4,3
Ravenna 7 23 30 8,0
Reggio-Emilia 10 24 34 6,8
Rimini 9 9 18 6,1
Totale Emilia-
109 160 269 6,4
Romagna
Fonte: AGIS, ISTAT 2006

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CINEMA - LE IMPRESE

5,3% 4,0%
Bologna
8,0%
1,3% Ferrara
L’attività regionale è stata
8,0% Forlì-Cesena
imperniata per anni sulla
Modena
distribuzione, si sta però
assistendo negli ultimi anni 8,0% 64,0% Parma
0,0%
alla crescita delle imprese di 1,3% Piacenza

produzione. Tra il 2003 e il Ravenna


2006 sono passate da 52 a Provincia 2003 2004 2005 Reggio
2006
Emilia
75, con un incremento del Bologna 34 42 43 48
Rimini
Ferrara 1 2 1 0
44 %. Le imprese sono Forlì-Cesena 1 1 2 1
Modena 6 6 6 6
concentrate in massima Parma 2 4 5 6

parte a Bologna. Piacenza


Ravenna
0
3
0
3
0
3
1
6
Reggio Emilia 3 3 3 4
Rimini 2 2 3 3

Totale Emilia-Romagna 52 63 66 75

Fonte: Emilia-RomagnaFilm Commission, dati 2003, 2004, 2005, 2006

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CINEMA - L’OCCUPAZIONE

I lavoratori dello spettacolo attivi in Emilia-Romagna sono 1.669, pari al


2,4% del dato nazionale, principalmente utilizzati nell’esercizio delle sale.

Numero dei lavoratori, giornate lavorative e retribuzioni annue in Italia ed Emilia-


Romagna, anno 2005

Categorie di Lavoratori Giornate lav. annue Retribuzioni annue


lavoratori Numero Numero medio Importo medio
incidenza %
Emilia- Emilia- Emilia-
Italia ER sul Tot. Italia Italia
Romagna Romagna Romagna
Italia
Artistici 43.933 541 1,2 20 26 5.515 5.903

Tecnici 10.446 627 6,0 130 142 12.104 12.104

Amministrativi 15.246 501 3,3 208 179 20.023 21.067

totale 69.625 1.669 2,4 78 116 9.681 9.352

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CINEMA - GLI SPETTATORI

Il cinema ha visto in Emilia-Romagna nel 2006 risultati particolarmente positivi,


anche in considerazione della crisi che investe il consumo nelle sale:
11.394.226 biglietti venduti (10% del dato nazionale, incremento nel
quinquennio del 4,6%), una spesa complessiva di 64.476.148 Euro. Le
variazioni percentuali registrate tra il 2006 e il 2005 mostrano la stabilità
raggiunta dal settore.

Spettatori in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2002-2006


% sul Variaz. Variaz.
tot. % %
2002 2003 2004 2005 2006
Italia 2006- 2006-
2006 2002 2005

Emilia-Romagna 10.897.997 10.721.183 11.925.401 11.192.767 11.394.226 11 4,6 1,8

Italia 111.493.028 105.030.086 115.104.001 104.684.194 104.979.882 100,0 -5,8 0,3

Fonte: SIAE, Il quadernodelloSpettacoloin Italia, 2001- 2005; Annuariodellospettacolo2006

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CINEMA SPESA DEL PUBBLICO IN EMILIA-ROMAGNA E IN ITALIA.
ANNI 2002-2006

% sul tot. Variaz. % Variaz. %


2002 2003 2004 2005 2006
Italia2006 2006-2002 2006-2005
Emilia-Romagna 64.404.746 64.049.388 69.880.417 64.320.103 64.476.148 11% 0,1 0,2

Italia 629.384.679 608.563.592 656.398.784 599.511.146 601.218.001 100% -4,5 0,3

Fonte: SIAE, Il quadernodelloSpettacoloin Italia, 2001- 2005; Annuariodellospettacolo2006

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CINEMA RAPPRESENTAZIONI IN EMILIA-ROMAGNA E IN ITALIA,
ANNI 2002-2006

% sul tot. Variaz. % Variaz. %


2002 2003 2004 2005 2006
Italia2006 2006-2002 2006-2005

Emilia-Romagna 98.717 114.262 120.667 120.899 122.470 10% 24,1 1,3

Italia 981.887 1.074.224 1.151.152 1.193.772 1.220.229 100% 24,3 2,2

Fonte: SIAE, Il quadernodelloSpettacoloin Italia, 2001- 2005; Annuariodellospettacolo2006

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CINEMA I MULTIPLEX E GLI EFFETTI PROBLEMATICI
SUL PICCOLO ESERCIZIO

Anche nella nostra regione abbiamo assistito ad una rapida diffusione dei
multiplex: 5 sono gli insediamenti in corso di realizzazione (2
multisale e 3 multiplex) che, per la loro dimensione, sono destinati ad
incidere sul sistema dell’offerta, aggravando ulteriormente la crisi delle
monosale e delle piccole multisale.

La diffusione dei multiplex:


 ha mantenuto alto il livello della domanda fra le fasce di pubblico
più giovane;
 rischia però di orientare i consumi di cinema verso produzioni
culturalmente più povere, a scapito della qualità e della
produzione cinematografica italiana ed europea.

Inoltre, le modalità alternative di visione dei film (home video, internet,


pay TV), fanno perdere al cinema le funzioni caratteristiche di
socializzazione e aggregazione e non offrono le opportunità di confronto
critico e di approfondimento tipiche dei cinema d’essai e delle sale di
qualità.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 144


CINEMA LA NUOVA LEGGE REGIONALE E
IL PROGRAMMA SULL’ESERCIZIO CINEMATOGRAFICO

Nel luglio del 2007, la Regione Emilia-Romagna ha approvato un


Programma per l’insediamento di attività cinematografiche, in
attuazione della L.R. 12/2006 “Disciplina della diffusione
dell’esercizio cinematografico”.

Le misure previste nella legge regionale e nel relativo programma di


attuazione sono utili per:

 ricondurre alla pianificazione territoriale la selezione delle aree idonee


per l’insediamento delle nuove multisale;
 ridurre la progressiva chiusura dei cinema monosala;
 limitare il progressivo impoverimento dell’offerta di cinema di qualità in
vaste aree del territorio.

Fondamentali rimangono le attività e le iniziative di promozione della


cultura cinematografica per avvicinare nuovo pubblico, sostenendo e
qualificando la funzione delle sale cinematografiche

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SPETTACOLO
GLI INTERVENTI REGIONALI DI SOSTEGNO

Nell’ambito di quanto previsto dalla L.R. 13/99, attraverso i Programmi triennali, la Regione
sostiene:
 le attività di produzione e distribuzione di spettacoli da parte di soggetti pubblici e privati;
 l’organizzazione di rassegne e festival;
 la promozione della ricerca e delle forme di espressione artistica e dell’attività creativa dei nuovi autori;
 la promozione della qualificazione del personale artistico, tecnico e amministrativo;
 le attività degli Enti a partecipazione regionale;
 le iniziative di promozione e formazione del pubblico;
 il potenziamento dei circuiti relativi al piccolo esercizio cinematografico e il cinema d’essai;
 la costruzione, il restauro e la qualificazione delle sedi, ivi comprese le attrezzature e le innovazioni
tecnologiche;
 la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico.

La Regione inoltre svolge direttamente:


 l’attività di Film Commission, attraverso servizi alle imprese che utilizzano il territorio regionale come
set cinematografico; un sostegno ai professionisti regionali nel settore audiovisivo; la partecipazione
organizzata alle principali fiere e ai festival di maggior rilievo; la realizzazione di strumenti informativo-
promozionali.
 l’attività di Osservatorio dello spettacolo, in convenzione con la Fondazione ATER Formazione
(monitoraggio, ricerca e comunicazione)

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 146


SPETTACOLO INTERVENTI FINANZIATI E STRUMENTI DI NEGOZIAZIONE PER L’ATTRIBUZIONE
DELLE RISORSE FINANZIARIE – ANNO 2006

Spettacolo dal vivo e cinema

A. Produzione, distribuzione, rassegne, festival e coordinamento di attività


omogenee:

• n. 32 progetti tramite altrettante convenzioni con gli organismi di


maggior rilievo;
• n.108 progetti attraverso la stipula di 9 Accordi con le Province;

B. Potenziamento e recupero delle sedi, attrezzature tecnologiche e


conservazione e valorizzazione del patrimonio:

• n. 23 interventi tramite Accordi con le Province

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PROMOZIONE CULTURALE

La Regione interviene a sostegno delle molteplici iniziative culturali che si


susseguono ovunque sul territorio regionale (mostre, concerti, rassegne, festival,
dibattiti…) su varie tematiche e in ambiti differenziati (arti figurative, letteratura,
poesia, cinema, filosofia, fumetto, fotografia, design….) per iniziativa:

 diretta della Regione, in collaborazione con soggetti pubblici e privati


 degli Enti locali;
 di istituti e di associazioni culturali, di livello regionale e locale.

Nell’ambito della promozione culturale all’estero la Regione svolge un’azione di:

 coordinamento ed organizzazione di eventi e manifestazioni attraverso il Forum per le attività


promozionali all’estero costituito da una rete di istituzioni territoriali, nazionali ed internazionali
pubbliche e private e settori regionali attigui per missione;
 monitoraggio dei contributi per viaggi e trasporti delle tournée all’estero concessi dal Ministero
per i beni e le attività culturali, DG Spettacolo dal vivo ai soggetti territoriali;
 comunicazione: sito ; Collana di comunicazione istituzionale coordinata; realizzazione e
distribuzione materiali.

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PROMOZIONE CULTURALE
INTERVENTI FINANZIATI NEL 2006

n. Interventi
Convenzioni con Istituti Regionali 8
(Istituto Parri, Regia Accademia Filarmonica, Fondazione Fellini, Associazione
Orlando, Fondazione Museo Ebraico, Istituto Cervi, Solares Fondazione Culturale)

Convenzioni con Associazioni regionali 4


(ENDAS Emilia-Romagna, AICS Comitato Regionale, ARCI Regionale, ACLI
Regionale)

Progetti di valenza locale (contributi ad Istituzioni ed Associazioni di valenza 72


provinciale)

Progetti di valenza locale (contributi a soggetti pubblici per investimenti 31


tecnologici)

Progetti-obiettivo delle Province 14

Interventi diretti della Regione per progetti ed iniziative di valenza ed interesse 93


regionali

Iniziative di promozione Culturale all'Estero 11

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I PRINCIPALI EVENTI
DI PROMOZIONE CULTURALE ALL’ESTERO NEL 2007

 Congresso, mostra e seminari Art and Patronage in a Renaissance Court: The Malatesti a
Los Angeles
 Rassegna cinematografica e mostra dedicate a Guareschi a New York per le Celebrazioni
del Centenario
 progetto Artemis incontra culture altre- MEXICO CITY a Città del Messico;

 festival di poesia AmobolognaFestival Mediterraneo Caribe 2007

 MANIFESTAZIONI NAZIONALI PRIMAVERA ITALIANA2007 IN GIAPPONE: Lontano


vicino Laboratori teatrali per ragazzi 6 repliche Spettacolo teatro ragazzi Jack e il fagiolo
magico di Laminarie; CORPI ALTRI Nuove estetiche coreografiche dall’Occidente
all’Oriente di Danza Urbana
 Spettacolo di teatro musicale In qualche parte del mondo di Carlo Lucarelli a Buenos Aires
per la riunione mondiale della Consulta emigrazione dei giovani
 Mostra Giacimenti Golosi e presentazione Artusi in spagnolo, Progetto Cinema, Mostra e
video Il restauro dei luoghi verdiani in Centro America
 Concerti Arturo Toscanini Recital in occasione delle Celebrazioni del Centenario, e Mostra
Teatri storici in Emilia-Romagna in Brasile
 Spettacolo di danza Romeo and Juliet di Aterballetto in occasione del 50° anniversario
UE a Bruxelles

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OBIETTIVI PROGRAMMATICI
SPETTACOLO E PROMOZIONE CULTURALE - 1

Consolidare, qualificare e integrare l’offerta culturale e di spettacolo in


una logica di equilibrio territoriale, sostenendo le aree meno favorite,
valorizzando le vocazioni territoriali e promuovendo la costruzione di sinergie e
forme di coordinamento tra esperienze analoghe.
Innovare la programmazione dell’offerta, con maggiore attenzione alla
contemporaneità; promuovere la creatività giovanile nei differenti ambiti
delle attività artistiche e nell’imprenditorialità culturale; sostenere, nell’ambito
del cinema e degli audivisivi, oltre al cinema di qualità e al piccolo esercizio, in
particolare il documentario e il cinema di animazione, che riguardano una
realtà produttiva molto presente nel nostro territorio.

Ampliare e diversificare il pubblico, con attenzione alle nuove generazioni,


alle fasce di pubblico non abituali e a quelle con minori opportunità di fruizione
in una logica di distribuzione dell’offerta su tutto il territorio regionale e di
sostegno alla fruizione di beni ed attività culturali e di spettacolo, per residenti
e non.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 151


OBIETTIVI PROGRAMMATICI
SPETTACOLO E PROMOZIONE CULTURALE - 2

Promuovere il patrimonio e le attività culturali e di spettacolo, sia sul


piano strutturale, attraverso lo sviluppo e la qualificazione delle sedi e
l’innovazione tecnologica, sia sostenendo l’attività di soggetti pubblici e privati
e promuovendo l’immagine e la cultura dell’Emilia-Romagna all’estero;
Conservare e valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e naturale
nel territorio regionale;
Valorizzare il ruolo dei soggetti a partecipazione regionale nel settore
dello spettacolo in una logica di maggiore sinergia tra gli stessi e con gli altri
soggetti del sistema regionale dello spettacolo e di razionalizzazione della loro
attività;

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 152


OBIETTIVI PROGRAMMATICI
SPETTACOLO E PROMOZIONE CULTURALE - 3

Affermare il principio della programmazione concertata e della


negoziazione, quale strumento di interazione fra Regione, Enti locali e
soggetti privati, individuando obiettivi e strategie condivisi e forme di
corresponsabilità;

Adottare modalità di utilizzo delle risorse finanziarie e strumenti mirati di


valutazione delle attività degli enti e degli operatori dello spettacolo di
maggiori dimensioni, ai fini dell’attribuzione delle stesse risorse, in modo
da incentivare anche “comportamenti virtuosi” da parte degli stessi
operatori, più attenti alla qualità e alla spesa (sistema di valutazione delle
attività che prevede indicatori di efficacia e di efficienza in rapporto
agli obiettivi regionali).

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CULTURA E SPETTACOLO
SPESA COMPLESSIVA

Stanziamenti complessivi per gli anni 2005-2008 per il sostegno ad iniziative relative ad
interventi sui Beni e per la Promozione Culturale sia per interventi strutturali sia per spesa
corrente

16.000.000,00

14.000.000,00

12.000.000,00

10.000.000,00

8.000.000,00

6.000.000,00

4.000.000,00

2.000.000,00

-
2005 2006 2007 2008
Conto capitale Spesa corrente

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CULTURA E SPETTACOLO
SPESA REGIONALE IN CONTO CAPITALE

Stanziamenti complessivi per gli anni 2005-2008 per il sostegno ad iniziative relative ad
interventi sui Beni e per la Promozione Culturale e per interventi strutturali sulle sedi di
spettacolo

6.000.000,00

5.000.000,00

4.000.000,00

3.000.000,00

2.000.000,00

1.000.000,00

-
2005 2006 2007 2008

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 155


CULTURA E SPETTACOLO
SPESA REGIONALE CORRENTE

Stanziamenti complessivi per gli anni 2005-2008 per il sostegno ad iniziative relative ad
interventi sui Beni e per la Promozione Culturale e per le attività di spettacolo

16.000.000,00
14.000.000,00
12.000.000,00
10.000.000,00
8.000.000,00
6.000.000,00
4.000.000,00
2.000.000,00
-
2005 2006 2007 2008

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 156


ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI 1:

La Regione Emilia-Romagna, come emerge dai dati e anche nel confronto con le altre regioni
italiane, presenta:
 un quadro complessivamente soddisfacente sia sul piano della domanda che sul piano
dell’offerta culturale;
 un elevato grado di imprenditorialità degli operatori e una buona capacità di
innovazione sul piano organizzativo e gestionale;

Va rilevato tuttavia che:


 questa ricchezza non costituisce, al momento, un sistema compiuto a livello regionale
in termini di offerta integrata delle diverse categorie e tipologie di beni;
 non sono ancora sufficientemente sviluppati tutti i possibili collegamenti fra produzione
ed offerta culturale complessiva della Regione (spettacolo dal vivo e cinema,
manifestazioni,
 mostre, ecc.) e tra esse, l’offerta turistica e, più in generale, le attività produttive;
 la stessa ricchezza di iniziative promosse a livello territoriale richiederebbe maggiori
sinergie e un’azione programmatica più incisiva a livello regionale in una logica di
equilibrio territoriale,anche sul piano qualitativo, e di una migliore e produttiva
finalizzazione delle risorse.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 157


ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI 2

Più in particolare, per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo:


 la diffusione delle sedi e delle attività di spettacolo dal vivo, frutto di un impegno costante degli
Enti, locali e della Regione, configurano un sistema complesso che rende necessaria un’azione di
rete, l’individuazione di sinergie sul piano produttivo e dei contesti sui quali concentrare strategie
e risorse (si pensi, ad esempio alla lirica, con la presenza della Fondazione “Teatro comunale di
Bologna, accanto alla presenza di altri 6 teatri di tradizione);
 la presenza della Regione all’interno di numerosi Enti partecipati richiede un’azione di
razionalizzazione, ai sensi della L.R. 21/12/2007, n. 26, in una logica di maggiore efficacia delle
politiche regionali;

Per quanto riguarda il cinema e il multimediale:


in particolare nel settore ICT, è presente nella regione un’importante filiera di produzione
cinematografica, audiovisiva e multimediale, che la colloca, dopo i poli di Roma, Milano e
Torino, in una posizione di notevole rilievo, configurando nella provincia di Bologna un vero e
proprio “distretto del multimediale” che copre più del 60% del tessuto imprenditoriale
cinematografico della regione (150 imprese e un giro d’affari di 80 milioni di euro; la presenza della
Cineteca che costituisce un centro di eccellenza di rilievo internazionale, oltre alla presenza
significativa, sul territorio regionale, di case di produzione di documentari e di cinema d’animazione,
una realtà cui dedica particolare attenzione la Film Commission della Regione Emilia- Romagna).
L’importante collaborazione avviata tra Assessorato alla Cultura e alle Politiche giovanili e
Assessorato alle Attività produttive, in occasione dell’APQ sui giovani , ha già prodotto significativi
sviluppi.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 158


Le politiche giovanili

Direzione Cultura, formazione e lavoro

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani

Patrizia Orsola Ghedini

24 Gennaio 2008

159
LE NORME REGIONALILA LEGGE REGIONALE N. 21/1996:
“PROMOZIONE E COORDINAMENTO DELLE POLITICHE RIVOLTE AI GIOVANI”

 è stata promulgata in assenza di riferimenti normativi nazionali;


 ha come finalità quelle di: promuovere la partecipazione degli adolescenti e dei
giovani alle espressioni della società civile e alle istituzioni della regione,
favorendo il pieno sviluppo della loro personalità sul piano culturale, sociale ed
economico; valorizzarne le forme associative; promuovere e coordinare gli
interventi dei soggetti pubblici e privati e del mondo economico;
 tra gli ambiti di intervento prevede: la famiglia, l’ambiente esterno, inteso come
insieme di relazioni, informali e formali; i contesti scolastici, educativi e lavorativi;
 tra le azioni programmatiche indica: la costituzione di forme associative fra i
soggetti di livello provinciale nel campo dell'orientamento alla formazione e del
mercato del lavoro; la prosecuzione degli studi per una scolarità piena dopo
l'obbligo; l'informazione a favore delle giovani generazioni attraverso la rete degli
Informagiovani, la formazione degli operatori, l'orientamento, l'innovazione
tecnologica.

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LE NORME REGIONALI LA LEGGE REGIONALE N. 21/1996:
“PROMOZIONE E COORDINAMENTO DELLE POLITICHE RIVOLTE AI GIOVANI”

La legge regionale:

 costituisce un esempio di norma concepita in una logica di integrazione;

 prevede, tra l’altro, l'istituzione di un gruppo di lavoro interassessorile con


l’obiettivo di attuare forme di raccordo tra i vari ambiti e tra le strutture che a
diverso titolo attuano interventi rivolti ai giovani;

Ad oltre dieci anni dalla promulgazione della legge, è possibile


evidenziare alcuni elementi positivi e alcune criticità che hanno
contraddistinto la sua attuazione.

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LA LEGGE REGIONALE n. 21/1996:
ASPETTI POSITIVI E CRITICITA”

ASPETTI POSITIVI

❒ ruolo più attivo degli Enti locali nella programmazione degli interventi,
nell'accoglimento delle istanze territoriali e nell’individuazione di ambiti di
lavoro più articolati;

❒ consolidamento di una rete degli Enti Locali che operano nell'ambito delle
politiche giovanili e, più recentemente, nella costruzione di forme innovative
di collabora-zione/concertazione tra Regione ed Enti locali;

❒ crescita di soggetti, in particolare all’interno dell’associazionismo, che, a


diverso titolo e grazie all'impulso della legge stessa, hanno saputo cogliere
esigenze multiformi del mondo giovanile, tentando di fornire risposte
progressivamente più adeguate su vari terreni.

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LA LEGGE REGIONALE n. 21/1996:
ASPETTI POSITIVI E CRITICITA”

CRITICITA’

❒ separatezza delle competenze all’interno delle varie strutture regionali ed


autoreferenzialità delle politiche di settore rivolte ai giovani;

❒ mancanza di una visione di insieme degli interventi e delle risorse


disponibili e, conseguentemente, di obiettivi e strategie condivisi (dai
documenti regionali, redatti anche a seguito di Conferenze regionali sulle
politiche giovanili - negli anni 1999, 2003, 2005 - emerge come, nonostante
tentativi importanti di lavoro congiunto, le politiche rivolte ai giovani si
presentino più come una sommatoria di logiche e politiche settoriali che
come il frutto di un approccio integrato e condiviso;

❒ minore efficacia, visibilità e produttività dell’azione regionale nel suo


complesso.

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LA LEGGE REGIONALE n. 21/1996:
ASPETTI POSITIVI E CRITICITA”

La Regione quindi, pur sviluppando interventi molteplici, spesso anche


lungimiranti e innovativi, a favore delle giovani generazioni (si pensi, ad
esempio, alle politiche sociali, culturali, del lavoro, formative, ecc.) non è riuscita
tuttavia ad assumerli all’interno di una strategia complessiva e in una logica di
sistema, né a tradurli in un quadro coordinato di azioni.

Va inoltre segnalato che:

❒ le priorità sulle politiche giovanili in Regione e negli Enti locali spesso dipendono
dall’Assessorato cui viene attribuita la delega al coordinamento delle
competenze in capo ai diversi settori; ciò ha spesso influenzato, con diversi
accenti, anche le modalità di attuazione della L.R.21/96;

❒ manca una conoscenza adeguata sui giovani;giovani se si escludono i fenomeni di


disagio e le statistiche sulla popolazione, mancano informazioni sulla vita
quotidiana dei giovani e una letteratura alla quale fare riferimento.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 164


L’AREA DI INTEGRAZIONE POLITICHE GIOVANILI

 a partire dalla consapevolezza delle criticità sopra evidenziate, la Giunta


regionale,
regionale tra le varie Aree di Integrazione, ha costituito un’ Area di
integrazione “Politiche giovanili”
giovanili

 all’indomani della costituzione di tale Area di integrazione sono avvenuti


importanti cambiamenti a livello nazionale, che hanno accelerato un
processo di confronto tra le strutture regionali.

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IL CONTESTO NAZIONALE
Giugno 2006 – Giugno 2007

Istituzione, per la prima volta in Italia, di:

 un Ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive (POGAS), che allinea


l’Italia agli altri Paesi europei; ad esso viene anche affidato il compito di
integrare le competenze e le politiche settoriali in ambito giovanile e
promuovere il coordinamento tra i diversi Ministeri competenti e tra i vari livelli
territoriali;

 un Dipartimento per le Politiche giovanili e le Attività sportive presso la


Presidenza del Consiglio dei Ministri;

 un Fondo Nazionale per le Politiche giovanili di 130 milioni di euro annuali per il
triennio 2007-2009,
2007-2009 di cui: 60 milioni destinati alle Regioni , 12 milioni
destinati all’ANCI, 3 milioni destinati all’UPI

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IL CONTESTO NAZIONALE:
Il PIANO NAZIONALE GIOVANI E L’INTESA IN CONFERENZA UNIFICATA

Approvazione inoltre, nel gennaio 2007, di un Piano Nazionale Giovani,


Giovani nel quale
vengono definiti specifici ambiti di intervento:
 agevolare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro;
 sviluppare e valorizzare le competenze e la formazione dei giovani;
 favorire l’accesso alla casa per i giovani;
 promuovere la creatività e favorire i consumi culturali “meritori”;
 favorire e ampliare la partecipazione alla vita pubblica e la
rappresentanza;stimolare il dialogo interreligioso e interculturale;
 combattere il disagio giovanile;
 stilare il rapporto annuale sui giovani.

Intesa in sede di Conferenza Unificata il 14 giugno 2007,


2007 con la quale sono state
definite:
 le modalità di ripartizione delle risorse tra le Regioni e il loro utilizzo tramite
Accordi di Programma quadro da sottoscriversi tra Regioni POGAS e MISE,
 l’utilizzo delle risorse destinate ai Comuni tramite PLG (Piani locali giovani)
giovani

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 167


POPOLAZIONE, COMPLESSIVA E CON CITTADINANZA STRANIERA, IN ETÀ 18-34 ANNI
RESIDENTE IN EMILIA-ROMAGNA PER SESSO E PROVINCIA; INCIDENZA % DI STRANIERI. 1°
GENNAIO 2007
Totale Di cui stranieri Rapporto Rapporto
su base su base
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale provinciale regionale

Piacenza 26.579 25.349 51.928 4.365 4.504 8.869 17,08% 1,08%


Parma 42.553 40.674 83.227 6.277 6.347 12.624 15,17% 1,54%
Reggio Emilia 54.759 51.575 106.334 8.699 8.060 16.759 15,76% 2,04%
Modena 69.433 65.439 134.872 11.272 10.381 21.653 16,05% 2,64%
Bologna 88.981 86.394 175.375 11.985 12.635 24.620 14,04% 3,00%
Ferrara 32.305 31.086 63.391 2.769 2.968 5.737 9,05% 0,70%
Ravenna 35.396 34.300 69.696 4.847 4.877 9.724 13,95% 1,19%
Forli'-Cesena 38.883 37.290 76.173 4.824 4.776 9.600 12,60% 1,17%
Rimini 30.043 29.522 59.565 3.154 3.570 6.724 11,29% 0,82%

Regione E.R. 418.932 401.629 820.561 58.192 58.118 116.310

90.000
80.000 Maschi
Italiani
70.000
60.000
50.000 Femmine
Italiane
40.000
30.000
20.000 Maschi
Stranieri
10.000
0
Femmine
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Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 168


PERSONE TRA I 18 E 34 ANNI RESIDENTI IN EMILIA-ROMAGNA, PER GENERE E TITOLO DI
STUDIO PIÙ ALTO CONSEGUITO. VALORI PERCENTUALI PER GENERE. MEDIA ANNUA 2006

100
Peso %
Titolo di studio Uomini % Donne %
titolo di studio 90

Nessun titolo 0,8 53,5 46,5 80


Licenza elementare 1,4 47,3 52,7 70
Licenza media 27,7 60,3 39,7 Peso % titolo di studio
Qualifica professionale 6,9 61,5 38,5 60

Maturità 47,2 47,7 52,3 50


Accademie 0,3 0 100 Uomini
40
Diploma universitario 0,8 29,1 70,9
Laurea (Nuovo Ord.) 3,1 51,3 48,7 30
Donne
Laurea specialistica 0,5 77,2 22,8
20
Laurea (Vecchio Ord.) 10,6 40,6 59,4
Post laurea 0,6 27,4 72,6 10
Dottorato 0,1 30,6 69,4
0

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Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 169


PERSONE TRA I 18 E 34 ANNI RESIDENTI IN EMILIA-ROMAGNA PER GENERE E CONDIZIONE
PROFESSIONALE. MEDIA ANNUA 2006

Condizione professionale Uomini (v.a) Donne (v.a) U + D (v.a)

Occupati 333.968 78,96% 264.970 66,05% 598.938 72,68%


In cerca di occupazione 14.988 3,54% 19.151 4,77% 34.139 4,14%
Inattivi (non FdL) 73.998 17,50% 117.051 29,18% 191.049 23,18%

Totale 422.954 401.172 824.126

Inattivi (non
FdL)
17%
In cerca di
occupazione
4%

Occupati
79%

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ACCORDO di PROGRAMMA QUADRO
“Giovani evoluti e consapevoli” - GECO

L’ 11 dicembre 2007, tra la Regione Emilia-Romagna, il POGAS – Ministero per le Politiche


giovanili e Attività sportive e il MISE – Ministero per lo sviluppo economico è stato
sottoscritto l’Accordo di Programma Quadro per il triennio 2007-2009 per l’attuazione
di interventi rivolti ai giovani.
giovani

Si compone di 2 Sezioni:

 una Sezione attuativa che comprende gli interventi con copertura finanziaria certa
nel triennio

 una Sezione programmatica che comprende interventi che potranno essere attuati
solo a fronte di eventuali risorse aggiuntive

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 171


L’ A P Q - GECO

I numeri dell’Accordo:

✓ 29.488.754 euro valore complessivo dell’Accordo nel triennio


✓ 12.690.000 euro le risorse del Fondo Nazionale
✓ 10.240.000 euro le risorse della Regione
✓ 6.558.754 euro le risorse di Enti Locali e soggetti privati
✓ 4 linee strategiche
✓ 22 progetti
✓ 6 Assessorati:
✓ Cultura, Sport e Progetto Giovani;
✓ Turismo e commercio;
✓ Attività Produttive, Sviluppo Economico, Piano Telematico;
✓ Promozione Politiche Sociali ed Educative per l’Infanzia e
l’Adolescenza, Politiche per l’Immigrazione, Sviluppo Volontariato,
Associazionismo e Terzo settore ;
✓ Politiche per la Salute;
✓ Ambiente e Sviluppo Sostenibile,
✓ 4 Direzioni Generali coinvolte:
✓ Cultura, Formazione e Lavoro;
✓ Attività Produttive, Commercio e Turismo;
✓ Sanità e Politiche Sociali;
✓ Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa
✓ 1 Servizio Intese Istituzionali e Programmi Speciali d’Area

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 172


L’ A P Q - GECO
RISORSE FINANZIARIE COMPLESSIVE 2007-2009

FONTI FINANZIARIE Importi in Euro

Risorse statali ordinarie 12.690.000,00


Risorse regionali ordinarie 10.240.000,00
Risorse comunali 3.815.254,26
Risorse provinciali 131.400,00
Risorse di soggetti privati 2.612.100,00

TOTALE GENERALE 29.488.754,26

8,86%
0,45%

12,94%
Risorsestatali ordinarie

Risorseregionali ordinarie
43,03%

Risorsecomunali

Risorseprovinciali

Risorsedi soggetti privati


34,73%

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 173


I CONTENUTI DELL’ A P Q - GECO
LE LINEE STRATEGICHE

4 sono le Linee strategiche in cui è articolato l’Accordo:

1 Promuovere la produzione e la fruizione culturale dei giovani;

2 Favorire l’accesso dei giovani al lavoro e all’impresa nei settori


produttivi emergenti di alta tecnologia e ICT (Information and
Communication Technologies);

3 Promuovere l'informazione, la partecipazione, la cittadinanza attiva e il


dialogo interculturale;

4 Promuovere stili di vita sani, la pratica sportiva e il turismo giovanile in


una logica di valorizzazione dell’ambiente.

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L’ A P Q - GECO
GLI OBIETTIVI DELLE LINEE STRATEGICHE

Linea strategica

Promuovere la produzione e la fruizione culturale dei giovani

Gli obiettivi di questa linea strategica sono:


 promuovere la produzione e la diffusione della cultura, in termini di offerta e di
consumo;
 sostenere la ricerca e lo sviluppo della progettualità e della creatività dei
giovani artisti emiliano-romagnoli e di quelli attratti dalle opportunità formative e
professionali presenti sul territorio regionale;
 offrire ai giovani artisti spazi e occasioni di visibilità e promuovere lo scambio
delle loro esperienze con altre esperienze regionali, nazionali ed internazionali;
 valorizzare, documentandole, le vocazioni artistiche territoriali.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 175


L’ A P Q - GECO
GLI OBIETTIVI DELLE LINEE STRATEGICHE

Linea strategica
Favorire l’accesso dei giovani al lavoro e all’impresa nei settori produttivi emergenti di
alta tecnologia e ICT (Information and Communication Technologies)

Obiettivo della Linea strategica è quello di promuovere la formazione e il


sostegno alla nascita di giovani imprese nei settori produttivi emergenti di
alta tecnologia e ICT, settori strategici per la competitività della regione nel
contesto internazionale e nei quali i giovani sono indubbiamente
protagonisti, non solo in quanto consumatori, bensì in quanto portatori di
un alto potenziale in termini di innovazione.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 176


L’ A P Q - GECO
GLI OBIETTIVI DELLE LINEE STRATEGICHE

Linea strategica
Promuovere l'informazione, la partecipazione, la cittadinanza attiva e il dialogo
interculturale

Gli obiettivi di questa linea strategica sono:

 assumere i giovani come protagonisti del cambiamento e del rafforzamento della


coesione sociale,
sociale attraverso la loro partecipazione attiva alla vita democratica;
 offrire loro spazi e occasioni capaci di farne emergere le potenzialità sul piano
individuale e dell’aggregazione sociale;
 garantire loro le informazioni necessarie per agevolarne le scelte di vita;
 promuovere un contesto sociale che ne stimoli la consapevolezza critica, il senso
della responsabilità,
responsabilità la capacità di dialogo,
dialogo di accoglienza verso i più deboli e di
integrazione con giovani appartenenti ad altre culture, in una logica di valorizzazione
delle differenze e in una prospettiva di piena uguaglianza di diritti e doveri.

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L’ A P Q - GECO
GLI OBIETTIVI DELLE LINEE STRATEGICHE

Linea strategica
Promuovere stili di vita sani, la pratica sportiva e il turismo giovanile in una
logica di valorizzazione dell’ambiente

Gli obiettivi di questa linea strategica sono:


incoraggiare stili di vita sani e abitudini adeguate al mantenimento e al recupero del
benessere psico-fisico, in un’accezione ampia, che va dalla prevenzione e
sensibilizzazione dei giovani sui rischi per la salute derivanti dall’assunzione di
droghe, dall’inquinamento farmacologico, dall’abuso di sostanze alcoliche fino all’
incentivazione e al sostegno della pratica sportiva e all’educazione alla sostenibilità.

Tali obiettivi vengono assunti in un’ottica integrata e in un quadro di sinergie positive


tra sport, turismo giovanile e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali del
territorio.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 178


L’ A P Q - GECO
RISORSE FINANZIARIE E PROGETTI
PER LINEA STRATEGICA SEZIONE ATTUATIVA

Lineastrategica Costo Totale(euro) N. Progetti

1 Promuoverelaproduzioneelafruizioneculturaledei giovani 10.048.254,26 8


2 Favorirel’accesso al lavoro eall’impresanei settori produttivi emergenti di altatecnologia eICT 10.406.000,00 4
3 Informazione, partecipazione, cittadinanzaattivaedialogo interculturale 5.636.000,00 4
4 Promuoverestili di vitasani, lapraticasportivaeil turismo giovanilein unalogicadi valorizzazionedell’ambiente 3.398.500,00 6

Totale 29.488.754,26 22

Promuovere la produzione e la fruizione


culturale dei giovani
12.000.000,00
Favorire l’accesso al lavoro e all’impresa
10.000.000,00 nei settori produttivi emergenti di alta
8.000.000,00 tecnologia e ICT
Informazione, partecipazione, cittadinanza
6.000.000,00
attiva e dialogo interculturale
4.000.000,00

2.000.000,00
Promuovere stili di vita sani, la pratica
sportiva e il turismo giovanile in una
0,00 logica di valorizzazione dell’ambiente

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L’ A P Q - GECO
ELENCO DEGLI INTERVENTI DELLA SEZIONE ATTUATIVA

Costo totale per intervento


Intervento
(euro)

1 Connessioni culturali 3.943.254,26


2 Giovani Artisti Insieme ... per la musica 200.000,00
3 Operafutura 1.800.000,00
4 La fabbrica del possibile 660.000,00
5 Teatri futuri 2.210.000,00
6 www.schermielavagne.it - Il portale dell'educazione all'immagine 495.000,00
7 Non limitare il gusto del Cinema 470.000,00
8 Str@ti della cultura 270.000,00
9 Percorsi di formazione per il distretto della multimedialità 1.750.000,00
10 “Emilia-Romagna Regione Animata” Projects Award 340.000,00
11 Distretto della Multimedialità 3.126.000,00
12 Protagonisti della società della conoscenza 5.190.000,00
13 Sistema Informativo Giovanile - Rete regionale InformaGiovani e Rete regionale Eurodesk 1.800.000,00
14 Dialogo e integrazione interculturale 596.000,00
15 Centri di aggregazione giovanile dell’Emilia Romagna: dalla conoscenza alla rete 3.000.000,00
16 Consulta giovanile dell'Unione Terre di Castelli 240.000,00
17 Prevenzione incidenti stradali alcolcorrelati 450.000,00
18 Luoghi di prevenzione 450.000,00
19 La società sportiva ideale 300.000,00
20 Terre alte ed alto mare 1.635.500,00
21 Byke & go!!! 420.000,00
22 Analisi e studio della ricettività giovanile 143.000,00
Totale costo APQ 29.488.754,26

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L’ A P Q - GECO
RISORSE FINANZIARIE E PROGETTI
PER LINEA STRATEGICA SEZIONE PROGRAMMATICA

COSTO COSTO COSTO


LINEA STRATEGICA TITOLO INTERVENTO
PREVISTO PREVISTO TOTALE
anno 2008 anno 2009

Promuovere la produzione e la fruizione


Connessioni culturali 520.000,00 480.000,00 1.000.000,00
culturale dei giovani
Favorire l’accesso al lavoro e all’impresa nei
settori produttivi emergenti di alta tecnologia e Expand Memories 40.000,00 40.000,00 80.000,00
ICT
Promuovere stili di vita sani, la pratica sportiva e Qualificazione e
il turismo giovanile in una logica di potenziamento degli impianti 4.000.000,00 4.000.000,00 8.000.000,00
valorizzazione dell’ambiente sportivi
Miglioramento della ricettività degli ostelli 800.000,00 1.000.000,00 1.800.000,00

Totale 5.360.000,00 5.520.000,00 10.880.000,00

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I RIFERIMENTI EUROPEI

In corrispondenza di ogni Linea strategica l’Accordo individua anche i


collegamenti con le politiche e le azioni a favore dei giovani assunte a livello
europeo.

Vanno comunque citati:

il Libro Bianco della Commissione Europea del 2001


“Un nuovo impulso per la gioventù europea”
i Programmi Cultura 2007, Media 2007, Gioventù in azione
Programma di apprendimento permanente (completa la nuova generazione dei
programmi giovanili UE)
il Protocollo di intesa fra 10 Regioni Europee per la cooperazione in materia
di Politiche giovanili,
giovanili promosso dalla Regione Emilia-Romagna, per raggiungere
gli obiettivi e in coerenza con le strategie definite nei Consigli Europei di: Lisbona
2000; Gotebörg 2001; Barcellona 2002

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L’ A P Q - GECO
RILEVANZA DELL’ACCORDO

Tra gli elementi di carattere generale:

 un’attenzione sui giovani mai registrata prima;


 l’assunzione dei giovani in una prospettiva innovativa,
innovativa fuori da logiche
paternalistiche e assistenziali e, conseguentemente la coerenza dell’Accordo,
dell’Accordo
in termini di contenuti, con il Piano Nazionale Giovani,
Giovani che individua le nuove
generazioni come “leva per lo sviluppo del Paese”;
 le caratteristiche di trasversalità e di integrazione, in termini di competenze e
risorse, tra più Assessorati (Cultura, Sport e Progetto Giovani, Attività
Produttive, Sanità, Politiche sociali, Turismo e Ambiente) e più Direzioni
generali e tra la Regione, gli Enti locali e i vari soggetti pubblici e privati
coinvolti;
coinvolti
 le caratteristiche di innovazione di molti progetti, contenuti all’interno delle
Linee strategiche nelle quali si articola l’APQ, sul piano dei contenuti,
metodologico e delle relazioni tra i soggetti coinvolti;

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 183


L’ A P Q - GECO
RILEVANZA DELL’ACCORDO

❒ la concertazione con gli Enti locali,


locali che ha consentito, attraverso l’APQ, di:
consolidare gli interventi previsti all’interno di azioni programmatiche già in atto
in attuazione della L.R. 21/96; cogliere le idee e le proposte più innovative
emergenti a livello territoriale;
❒ la logica di sistema,
sistema con la quale si è tentato di lavorare sul piano degli
interventi e delle relazioni istituzionali con i territori, e l’utilizzo positivo delle
risorse che ne è derivato, a livello nazionale, regionale e locale;
❒ la positiva collaborazione tra le strutture regionali sul piano amministrativo ed
organizzativo,
organizzativo che ci ha consentito di produrre un risultato molto apprezzato da
parte sia da parte del POGAS che del MISE, rispettando le procedure e i tempi
previsti dall’Intesa approvata in sede di Conferenza Unificata.

Va segnalata infine l’approvazione nei giorni scorsi di un’ulteriore Intesa in


conferenza Unificata (dopo quella per il 2007) sottoscritta anche per gli anni
2008 e 2009,
2009 che garantisce una maggiore certezza sul piano delle relazioni
istituzionali e delle risorse.

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L’APQ GECO: LE 4 LINEE STRATEGICHE
E LA COERENZA CON GLI INDIRIZZI PER LA FORMAZIONE DEL PTR

La PRODUZIONE E LA FRUIZIONE CULTURALE DEI GIOVANI per la molteplicità


dei significati che la cultura assume come fattore strategico sul piano socio-
economico, in termini di competitività e come elemento di coesione sociale e di
crescita individuale e collettiva (il rinomato “viver bene” emiliano-romagnolo è
l’espressione di tradizioni culturali ben radicate e diffuse sul territorio e il frutto di
costanti investimenti della Regione, degli Enti locali e di soggetti pubblici e privati)

L’ACCESSO AL LAVORO E ALL’IMPRESA NEI SETTORI PRODUTTIVI


EMERGENTI DI ALTA TECNOLOGIA E ICT (Information and Communicatio
Technologies) come investimento in innovazione e sapere, in una prospettiva di
sempre maggiore integrazione tra istruzione, formazione, ricerca e produzione e di
sostegno alle filiere emergenti generate dallo sviluppo delle nuove tecnologie

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 185


L’APQ GECO: LE 4 LINEE STRATEGICHE
E LA COERENZA CON GLI INDIRIZZI PER LA FORMAZIONE DEL PTR

L’INFORMAZIONE, LA PARTECIPAZIONE, LA CITTADINANZA ATTIVA E IL


DIALOGO INTERCULTURALE come investimento sulla risorsa umana per rinnovare e
rilanciare la coesione sociale, per la riaffermazione dei valori di democrazia e di
socialità, per favorire relazioni sociali e produttive più intense, promuovere una cultura
dell’accoglienza e far fronte, consapevolmente, a bisogni sempre più complessi

LA PROMOZIONE DI STILI DI VITA SANI, LA PRATICA SPORTIVA E IL TURISMO


GIOVANILE IN UNA LOGICA DI VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE come
investimento per migliorare la qualità della vita, rafforzando le politiche di welfare e, con
esse, le risposte a bisogni crescenti della collettività, che attengono non solo a
necessità di cura e assistenza, ma anche ad obiettivi di sviluppo della persona, di
contrasto al degrado e all’esclusione sociale. Questa linea di intervento si inserisce
nelle scelte finalizzate a ricercare un nuovo equilibrio tra interventi di prevenzione,
tutela, assistenza, promozione dell’agio e del benessere, coniugando tali interventi con
la promozione di una cultura dell’ambiente e della sostenibilità.

Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani - Patrizia Orsola Ghedini 186


LE POLITICHE GIOVANILI
I PROSSIMI IMPEGNI

 attuare l’APQ con lo stesso spirito di collaborazione e la tempestività con i quali le


strutture regionali coinvolte hanno lavorato per la sua elaborazione;

 riprendere il confronto all’interno dell’Area di Integrazione Politiche giovanili per


costruire un quadro informativo più completo, comprensivo delle azioni che
complessivamente l’amministrazione regionale attua a favore dei giovani;

 coerentemente con gli obiettivi indicati all’interno della stessa Area di


Integrazione, continuare ad operare perché le politiche giovanili possano
configurarsi come un sistema unitario, complesso e dinamico;

 assumere l’APQ come un primo banco di prova in una prospettiva di


programmazione integrata degli interventi e delle risorse, anche ai fini di una
maggiore produttività della spesa;

 garantire, insieme ad una maggiore efficacia,


efficacia anche una maggiore visibilità
dell’azione regionale,
regionale attraverso modalità coordinate di informazione e di
comunicazione.

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