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GLI INTERVENTI PROGRAMMATI

DAGLI ENTI LOCALI

Accordi/
Limitazioni Nuove Utilizzo di Sistemi ICT
Cooperazione
all’accesso regole per CDU/ per la
Incentivi per la
per tipo di l’uso degli cross- gestione del
realizzazione di
veicoli spazi urbani docking trasporto
interventi
PIACENZA
PARMA
REGGIO E.
MODENA
BOLOGNA
IMOLA
FERRARA
FAENZA
RAVENNA
FORLI’
CESENA
RIMINI

Direzione Generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi di Mobilità – Giuliana Chiodini 1


IL PROGRAMMA REGIONALE
SULLA LOGISTICA URBANA

IN SINTESI

13 città hanno affrontato il problema della distribuzione delle merci


con una comune metodologia e con risultati confrontabili;

13 città hanno modificato le regole dell’accesso all’area urbana e i la


loro normativa;

12 città stanno realizzando soluzioni di logistica urbana.

Direzione Generale Reti Infrastrutturali, Logistica e Sistemi di Mobilità – Giuliana Chiodini 2


La Regione in rete:
Lepida e il programma contro il
divario regionale

Servizio Sviluppo Piano Telematico e


infrastrutture di rete

Marco Calzolari

15 Novembre 2007

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FASE 1: LEPIDA RETE GEOGRAFICA A REGIME

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 4


LA RETE GEOGRAFICA LEPIDA
A OTTOBRE 2007

2.115 Km di infrastrutture

50.000 Km di fibre
ottiche di proprietà
della Regione per Lepida

230.000 Km di fibre ottiche


di proprietà delle Aziende
Multiservizi per lo sviluppo
del territorio e per fornire
411 Pubbliche Amministrazioni collegate,
di cui 290 Comuni (su 341) servizi di connettività a
banda larga a cittadini ed
imprese

LA RETE È GIÀ REALIZZATA PER IL 90%

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 5


LEPIDA SECONDA FASE: LE RETI MAN

• 43 i progetti di MAN già


approvati dagli Enti
(province di Modena e
Ravenna, città di Bologna)

• 100-120 le reti MAN che


saranno realizzate in
regione

• 2000 le sedi della pubblica


amministrazione che
saranno collegate

CITTÀ DI BOLOGNA • 25.000.000 €


•  276 sedi collegate l’investimento totale
previsto
•  160 Km di infrastrutture
•  4.300.000 € di investimento totale

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 6


R3: RETE RADIOMOBILE REGIONALE

E’ una rete radiomobile digitale a standard Europeo (TETRA),


tecnologicamente avanzata (in parte simile a GSM/GPRS a 900 MHz)
concepita per i servizi di protezione civile, emergenza sanitaria (118),
traffico e mobilità

Aumenterà le prestazioni sia in termini di capacità di traffico che di


trasmissione dati e messaggi

R3 si integra con Lepida per realizzare una piattaforma unica di


comunicazione, quella New Generation Network di cui tante parole si stanno
spendendo in questi mesi

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 7


PiTER 2007-2009
LIVELLO MINIMO DI COMUNICAZIONE

Obiettivo strategico

Nel Piano Telematico regionale 2007-2009 è stata prevista una linea di


azione specifica per il raggiungimento del livello minimo di comunicazione:
ovvero la disponibilità per tutti i cittadini e le imprese del territorio di una
connessione ad Internet con banda larga di caratteristiche adeguate

La Regione promuove interventi nelle 71 aree comunali in situazione di digital


divide totale e nelle 150 aree comunali parzialmente coperte, con azioni
finalizzate a rendere disponibile il servizio a banda larga per una percentuale
di copertura della popolazione il più possibile vicina al 95%,in maniera da
rendere omogeneo il territorio regionale

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IL DIGITAL DIVIDE IN EMILIA-ROMAGNA

Da indagini condotte dalla Regione Emilia-Romagna emerge che il DD


interessa una popolazione di ca. 480.000 abitanti e 39.000 imprese, situati
prevalentemente in montagna, ma anche in pianura (zone rurali)

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 9


FASE 3: RIDUZIONE DEL DIGITAL DIVIDE 1/2

Stato di avanzamento degli Accordi a sett. ‘07

• Provincia Parma: avviati i lavori di realizzazione da parte di Enìa per:

• estensione della rete geografica


LEPIDA per la PA in 14 comuni
della montagna in DD con
tecnologie Wireless, finanziata
da RER e dagli Enti locali (spesa
530.000€);

b) realizzazione di un’infrastruttura
parallela a Lepida, finanziata
totalmente da Enìa, da destinare
alla fornitura di servizi a larga
banda ai privati delle zone in
montagna e in alcune zone rurali
in DD.

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 10


FASE 3: RIDUZIONE DEL DIGITAL DIVIDE 2/2

Altri accordi in preparazione a ottobre ‘07

• Provincia Reggio Emilia: deliberata dalla RER e dalla Provincia e dalla


comunità montana l’approvazione di un progetto preliminare per la
realizzazione di una prima fase di copertura dell’appennino Reggiano;
• Provincia Piacenza: avviato l’iter di approvazione di un progetto preliminare
(prima parte) da realizzarsi da parte di Enìa;
• Provincia Modena: conclusa la predisposizione del progetto preliminare
condiviso tra gli EE.LL. ed in corso di approvazione la convenzionen tra gli enti;
• Provincia Bologna: in preparazione da parte di Hera il progetto preliminare –
come previsto dall’Accordo di partnership RER-Hera per la MAN della città di
Bologna e il superamento del DD in provincia di Bologna, che la Regione dovrà
approvare;
• Provincia Rimini: è stata avviata la progettazione preliminare per un primo
intervento nella Valconca che verrà finanziato da SIS SpA e realizzato in
partnership con Hera e che prevede la realizzazione di un’infrastruttura wireless
che, partendo da Lepida di proprietà di Hera, distribuisca il servizio a larga banda
ai privati nelle zone in DD.

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Accordo per lo sviluppo della banda larga sul territorio appenninico
della Regione Emilia-Romagna
Ministero delle comunicazioni e Regione Emilia-Romagna

Obiettivo dell’Accordo
Intervenire con un “Programma Banda-Larga in sinergia, ad
integrazione della rete regionale Lepida e degli interventi già previsti
dalla Regione e dagli accordi con gli Enti, con la duplice finalità di:

potenziare le infrastrutture della rete delle pubbliche


amministrazione e ridurre il digital divide
nell’Appennino

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 12


I PRINCIPI BASE DELL’ACCORDO

94 comuni oggetto di intervento

Estensioni in fibra ottica


complementari a Lepida, verso le
PA e/o verso le centrali di Telecom
(per i servizi a privati, erogati da
operatori TLC)
Realizzazione di dorsali wireless
per copertura in banda larga alle
PA e per servizi a privati
Accordi con Telecom Italia
per attrezzare alcune centrali per
servizi whole-sale agli operatori
TLC

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LA SINTESI DEGLI INTERVENTI PREVISTI
DAL PROGETTO TECNICO DELL’ACCORDO

Servizio sviluppo piano telematico e infrastrutture di rete – Marco Calzolari 14


Facciamo entrare la Natura

Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e


della Costa
Servizio Parchi e Risorse Forestali

Enzo Valbonesi

20 Settembre 2007

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LA COLLOCAZIONE BIOGEOGRAFICA
DELL’EMILIA-ROMAGNA

La nostra regione ha una collocazione


geografica strategica, sotto il profilo
naturalistico, nel panorama italiano.
Essa infatti fa da crocevia tra le regioni bio-
geografiche Alpina, Continentale e Mediterranea.
Questa posizione “di margine” le conferisce una
importanza ecologica notevole in quanto per
alcune specie, animali e vegetali, l’Emilia-
Romagna rappresenta la stazione naturalistica più
meridionale e per altre quella più settentrionale.
Questo vale innanzitutto per la dorsale
appenninica ma non solo.
Il fatto che la nostra pianura sia stata negli ultimi
secoli, di fatto, quasi deforestata completamente
non deve tuttavia portare a ritenere che non siano
ancora presenti ecosistemi ( anche se spesso
esistenti in forme quasi “relitte”) di notevole pregio
conservazionistico.
Basti pensare all’importanza delle zone umide
tra le quali, quelle del Delta del Po, sono
classificate nell’elenco delle aree Ramsar .
Si tratta in questo caso di aree umide tra le più
importanti d’Europa.

Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi 16


COME STA LA BIODIVERSITÀ IN
EMILIA-ROMAGNA ?

E’ vero che… - Il LUPO è tornato


- Gli UNGULATI sono più numerosi (fin troppo!)
- ALCUNE SPECIE DI RAPACI hanno ricolonizzato la Regione (nidificando
anche nelle torri della Regione)
- ALCUNE SPECIE DI UCCELLI ACQUATICI sono ricomparsi ed ora nidificano in
Regione (come il Fenicottero) grazie alla protezione loro accordata dai Parchi

Ma…

Numerosi ecosistemi, habitat e gruppi di specie, caratteristici della nostra Regione, sono soggetti ad
un crescente degrado, ed in particolare:
• i litorali marini
• gli habitat delle zone umide di acqua dolce
• i corsi d’acqua di pianura
• i prati stabili e pascoli in pianura, collina e montagna (segnati dalla riduzione o dalla vera e propria
scomparsa)

Inoltre è in progressivo aumento:


 la frammentazione delle connettività ecologiche in pianura e nei fondo valle a causa soprattutto della
crescente urbanizzazione e della dispersione insediativa.
 il fenomeno del bioaccumulo di sostanze tossiche nei grandi predatori, nei chirotteri e negli anfibi che
mette a rischio le specie più fragili.

Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi 17


La carta rappresenta la distribuzione “potenziale” della biodiversità regionale, ed ha a riferimento i vertebrati. Essa
segnala le aree che presentano le migliori condizioni ecologiche per potere garantire la sopravvivenza di numerose
specie ed habitat comunitari.
Sono individuati, in colore marron scuro, le zone più importanti e quelle meglio in grado di favorire la conservazione dei
vertebrati.

Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi 18


I PRINCIPALI CORRIDOI ECOLOGICI
E GLI HABITAT “NON RIMPIAZZABILI” 1/2

…la cui alterazione comporta una minaccia sostanziale per la


sopravvivenza delle specie

Conservazione e ripristino

Importanza dei siti per la


conservazione dei vertebrati

Si tratta di quegli habitat non sostituibili con altri tipi di habitat esistenti in regione per il mantenimento di
determinate specie animali e vegetali. La carta evidenzia i principali corridoi ecologici fluviali.

Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi 19


I PRINCIPALI CORRIDOI ECOLOGICI
E GLI HABITAT “NON RIMPIAZZABILI” 2/2

Le 2 immagini precedenti sono tratte dal lavoro svolto per la nostra regione dal Prof. Luigi Boitani
dell'Università La Sapienza; lavoro commissionato per fornire analisi e proposte capaci di indicarci
quali gradi di protezione sarebbe opportuno accordare ai diversi territori regionali posti al di fuori
delle Aree protette (Parchi e Riserve) e dei siti di Rete Natura (SIC e ZPS). Il tutto finalizzato a
predisporre il 1° programma triennale per il "sistema regionale delle aree protette e dei siti di Rete
Natura 2000".
Le due immagini presentano molte coincidenza fra di loro , nel senso che si può notare un buon
grado di sovrapposizione tra alcune delle aree rappresentate nella prima e nella seconda slide.

Le indicazioni che l'incrocio tra le due slides ci fornisce sono le seguenti:

 L'importanza ecologica della dorsale appenninica e dell'alta collina;

 Il valore ecologico, come principali corridoi naturali, di alcuni corsi d'acqua: in


particolare quelli dell'Emilia Occidentale che confluiscono nel Po ed il tratto del Po
compreso tra Guastalla e il Piacentino;

 L'importanza delle zone umide con particolare riferimento a quelle del delta del Po.

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IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE

Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi 21


IL SISTEMA REGIONALE
DELLE AREE PROTETTE E DI RETE NATURA 2000

 L'immagine precedente rappresenta il sistema regionale delle aree protette e dei siti della Rete
natura 2000 (SIC-ZPS).
 Va tenuto presente che i siti di Rete Natura per il 50% della loro superficie complessiva sono
interni ai Parchi nazionali e regionali.
 La superficie delle aree protette e dei siti di Rete Natura 2000 (SIC-ZPS) è pari a circa il 13 %
della superficie della regione a fronte di una media nazionale del 22% circa.
 Tuttavia occorre precisare che la nostra regione ha istituito SIC e ZPS in tutte le principali aree
che conservavano habitat e specie di interesse comunitario. E' per questa ragione che nei
nostri confronti, da parte dell'UE, non è stata intrapresa alcuna procedura di infrazione, per
una insufficiente designazione di aree SIC e ZPS, come invece è avvenuto per altre regioni
italiane ed europee.
 Va ancora segnalato che la maggior parte delle aree protette e dei Siti della Rete Natura
presenti in Emilia-Romagna interessano territori fortemente antropizzati, a differenza di quelli di
altre regioni che invece in buona misura afferiscono ad aree collocate in alta quota dove sono
sicuramente inferiori i conflitti tra le esigenze di conservazione della biodiversità e quelle di
sviluppo economico.
 Rispetto alle indicazioni che emergono dal lavoro svolto dal Prof. Luigi Boitani, illustrate nelle
immagini precedenti ,si può notare che non sono ricompresse tra i Parchi esistenti alcuni
territori ritenuti strategici per una idonea politica di conservazione della biodiversità regionale e
in particolare i seguenti: basso Trebbia, basso Taro, fiume Marecchia, fiume Conca e il tratto
del Po che interessa le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.

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LA RETE ECOLOGICA

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LE RETI ECOLOGICHE E PAESISTICHE:
UNA GRANDE INFRASTRUTTURA AMBIENTALE

dal documento preliminare: “Schema di sviluppo del territorio regionale”

 La rete ecologica non può in alcun modo ridursi ad una rete di parchi o di aree
protette di altro tipo (SIC, ZPS, ecc.)

 Soprattutto in Italia la Rete ecologica e paesaggistica non può limitarsi a


svolgere una funzione meramente biologica ma deve considerare le diversità
paesaggistiche, il patrimonio culturale, le reti storiche di relazione, quindi
passare dalle reti ecologiche in senso stretto alle reti bio-culturali che sono
reti di reti

 Si tratta di costruire una vera e propria INFRASTRUTTURA AMBIENTALE che


tenda ad assicurare su tutto il territorio le condizioni di uno sviluppo ambientale
sostenibile e che va, in termini di importanza, considerata al pari della Rete delle
INFRASTRUTTURE TECNOLOGICHE E DEI TRASPORTI

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LE RETI ECOLOGICHE E PAESISTICHE

 Il tema delle reti ecologiche e paesistiche è trattato in modo appropriato nei documenti
preliminari al PTR e con un approccio moderno che tende a:
– Superare la concezione “insulare” della conservazione dei sistemi naturali a
favore di un approccio sistemico e a rete;
– Dilatare la strategia della rete ecologica fino a comprendere anche gli aspetti
paesistici, culturali ecc.
 Si è determinato quindi sul piano concettuale un sostanziale passo in avanti, sia
qualitativo che quantitativo, rispetto alle elaborazioni progettuali che hanno
caratterizzato i precedenti strumenti di programmazione e di pianificazione territoriale
regionale.
 Infatti, nei documenti preliminari del PTR le reti ecologiche e paesistiche sono
annoverate tra le vere e proprie azioni strategiche che il futuro PTR dovrà sviluppare.
 Va inoltre sottolineato che pur considerate nella loro intima connessione non sempre le
reti ecologiche coincidono materialmente con quelle paesistiche ed anzi le stesse reti
ecologiche si devono intendere come fasci di reti.
 Reti che sono tra di loro differenziate in relazione alle variegate esigenze di
conservazione di specie ed habitat naturali.

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RETE ECOLOGICA, URBANIZZATO
E INFRASTRUTTURE VIARIE 1/2

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