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-Giornata quinta
-Novella ottava
-Regina Fiammetta
-Narratrice Filomena
Nastagio si innamora di Bianca Traversari, ma il suo amore non è corrisposto e per questo
soffre molto, al punto di immaginare per lui il suicidio.
Il giovane, esortato dagli amici, si allontana dalla città e giunge a Chiassi dove conduce
una vita molto agiata.
Pensando a Bianca,si dirige in una pineta dove incontra una donna che, nuda e disperata,
è rincorsa da due mastini e da un cavaliere con la spada.
RIASSUNTO
Queste sono due anime dannate che scontano la pena secondo la legge del contrappasso.
Bianca,spaventata di dover vivere nella stessa condizione della donna inseguita dal cavaliere,
non si lascia sfuggire l’occasione presentatasi quella sera, decidendo di ricambiare
Nastagio e di sposarlo.
PERSONAGGI
-Nastagio degli Onesti
-Anime Dannate(cani,donna)
-Cavaliere Nero
TEMI
-Amore
-Amore cortese
-Intelligenza
-Contrappasso e dannazione
-Fortuna e industria
-Pietà
MI-RIFERIMENTI
ULAR BELLEZZA O PER LA SUA NOBILTÁ SÍ ALTIERA
NE TROPPO PIÚ NOBILE CHE ESSO NON ERA, PRENDENDO SPERANZA CON LE SUE
E DI DOVERLA TRARRE AD AMAR LUI
VANO TAL PROPONIMENTO PRENDEVA, PER CIÒ CHE PAREVA CHE QUANTO PIÚ LA SPERANZA MANCAVA,
PIÚ MULTIPLICASSE IL SUO AMORE
ALE, AVENDO QUESTE COSE VEDUTE, GRAN PEZZA STETTE TRA PIETOSO E PAUROSO, E DOPO ALQUANTO
NNE NELLA MENTE, QUESTA COSA DOVERGLI MOLTO POTER VALERE, POI CHE OGNI VENERDÍ AVVENIA
LINGUAGGIO E STILE
La premessa di Filomena è in sintesi un’ammonizione:come la pietà è premiata,
L’insensibilità è punita severamente
-Voi m’avete lungo tempo stimolato che io d’amare questa mia nemica mi rimanga e
ponga fine al mio spendere: ed io son presto di farlo, dove voi una grazia m’impetriate,
la quale è questa, che venerdí che viene voi facciate sí che messer Paolo Traversaro e la
moglie
e la figliuola e tutte le donne lor parenti, ed altre chi vi piacerá, qui sieno a desinar meco
INTERPRETAZIONE
Jacopo Passavanti
Giovanni Boccaccio
Uscì fuori per vedere chi fosse; e vidde venire una femina in verso la fossa, correndo e stridendo, tutta scapigliata;
e drieto le venìa uno cavaliere in sun uno orribile cavallo: e degli occhi e del naso e degli orecchi e de la bocca del c
usciva fuoco ardentissimo. Giugnendo la femina alla fossa ardente, passò più oltre, e non ardiva d’entrare nella fos
ma, correndo intorno alla fossa, fu sopraggiunta dal cavaliere che le correa dietro; e presela per gli sua lattenti cape
crudelmente la fedì per lo mezzo del petto col coltello ch’egli avea in mano. E cadendo in terra con molto spargimen
sangue, sì la riprese per gli insanguinati capelli, e gittòlla nella fossa de’ carboni ardenti, e lasciòlla stare per spazio
e tutta focosa e arsa la ricolse, e così, ponendola in sul collo del cavallo, e con istrida, se n’andò per la via ch’era ve
E oltre a ciò, davanti guardandosi, vide venire per un boschetto assai folto d'albuscelli e di pruni, correndo verso il lu
egli era, una bellissima giovane ignuda, scapigliata e tutta graffiata dalle frasche e da' pruni, piagnendo e gridando
e oltre a questo le vide a' fianchi due grandi e fieri mastini, li quali duramente appresso correndole spesse volte crud
dove la giugnevano la mordevano; e dietro a lei vide venire sopra un corsier nero un cavalier bruno, forte nel viso c
con uno stocco in mano, lei di morte con parole spaventevoli e villane minacciando. Finito il suo ragionare, a guisa d
cane rabbioso con lo stocco in mano corse addosso alla giovane, la quale inginocchiata e da' due mastini tenuta for
gridava mercé, e a quella con tutta sua forza diede per mezzo il petto e passolla dall'altra parte. Il qual colpo come la
ebbe ricevuto, così cadde boccone sempre piagnendo e gridando: e il cavaliere, messo mano a un coltello, quella a
reni, e fuori trattone il cuore e ogni altra cosa da torno, a' due mastini il gittò, li quali affamatissimi incontanente il ma
Né stette guari che la giovane, quasi niuna di queste cose stata fosse, subitamente si levò in piè e cominciò a fuggir
il mare, e i cani appresso di lei sempre lacerandola: e il cavaliere, rimontato a cavallo e ripreso il suo stocco, la comi
seguitare, e in picciola ora si dileguarono in maniera che più Nastagio non gli poté vedere
BOTTICELLI