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Ortopediche
Analisi Matematica
Insegnante: Giuseppe
Eulisse
Fondazione Ospedale Maggiore
Policlinico, Mangiagalli e Regina
Elena
Servizio Fisica Sanitaria: via Pace 9 -
Milano
Telefono: 02.5503.5201
FINALITA’ DEL CORSO
CONOSCERE LE NOZIONI
FONDAMENTALI DI
(D.Hilbert 1920)
I numeri primi
Un numero naturale p>1 è primo se ha due soli
divisori: il numero 1 e se stesso.
m
n
che abbia per quadrato il numero 2, cioè:
2
m
= 2m e n primi tra di loro, perché se avessero
Possiamo pensare i numeri interi
n
un fattore comune potremmo sempre eliminarlo. Anche i loro quadrati
un fattore comune potremmo sempre eliminarlo. Anche i loro quadrati
saranno primi tra loro e, quindi, il loro rapporto non può essere uguale a 2.
I numeri irrazionali (I)
L’insieme dei numeri irrazionali è non numerabile: in
altre parole, non è possibile metterlo in
corrispondenza biunivoca con l’insieme dei numeri
naturali.
La risposta è NO.
a = l2
Le equazioni
8 x − 3 + 2 x = 6 x +1 + 4 x
x( x + 2 ) + 9 = 8 x +1
y − 2 x + 2 = 0
2 2
y = x −2
3
Le funzioni
Le funzioni
Le funzioni
Alcune funzioni: la retta
Equazione in forma implicita
ax+by+c=0
dove:
• a è il coefficiente della variabile x
• b è il coefficiente della variabile y
• c è il termine noto
Equazione in forma esplicita
y=mx+q
dove:
• m è il coefficiente angolare
• q è l’ordinata all’origine
Dalla forma implicita alla esplicita
ax+by+c=0
by=-ax-c
a c a c
y = − x − , posto m = − , q = −
b b b b
y=mx+q
Il coefficiente angolare m
fornisce indirettamente la
misura dell’angolo che la retta
forma con il semiasse
orientato positivamente delle
ascisse
y y=mx+q
α
0
x
Se m>0
allora
0°<α <90°
y=mx+q y
α
x
O
Se m<0
allora
90°<α <180
°
L’ordinata all’origine q
q
x
O
Se q=0 ⇒ y=mx
la retta passa per l’origine
y
x
O
Condizione di parallelismo
O
r’: y=m’x+q’
r r’
r // r’ ⇔ m=m’
Condizione di perpendicolarità
Due rette sono
perpendicolari se e solo se il
coefficiente angolare
dell’una è inverso e opposto
al coefficiente angolare
dell’altra retta
y r’
x r: y=mx+q
O r’: y=m’x+q’
r
1
r ⊥ r’ ⇔ m = −
m'
Una retta semplice y=x
Il significato del coefficiente angolare
Il significato del coefficiente angolare
Il significato del termine noto
Trovare punto di incontro tra le due rette
Le coniche
s
Data una retta s, detta asse r
di rotazione, e una retta r
che interseca s in un punto V,
Asse di rotazione
detto vertice, la superficie
illimitata generata da r nella V
sua rotazione completa intorno α
Retta generatrice
a s si chiama superficie conica
circolare indefinita di rotazione.
Le due porzioni della superficie
conica, quella inferiore e
quella superiore, che hanno in comune il vertice, si chiamano
falde della superficie conica.
L’angolo α formato dalle rette generatrici con l’asse di
rotazione si chiama semiapertura della superficie conica.
Le coniche
Con il termine conica, si indica una curva ottenuta sezionando,
mediante un piano, una superficie conica indefinita a due falde.
Al variare dell’ampiezza dell’angolo β , formato dall’asse della
superficie conica con il piano secante, si possono presentare
seguenti casi (fig. 2):
β = 90o circonferenza
α <β ellisse
900
β = α parabola
0 ≤ β < iperbole
α
Le coniche nelle applicazioni
Le coniche si prestano a rappresentare molti fenomeni
fisici. Per esempio:
Circonferenza x 2 +y 2+ax+ by
+ =c 0
x2 y2
Ellisse 2
+2
= 1
a b
Parabola y =ax +2 bx
+ c
x2 y2
Iperbole 2
−=
2
± 1
a b
La circonferenza
La circonferenza
è il luogo
geometrico dei
punti del piano
equidistanti da
un punto fisso
detto centro
Una circonferenza semplice
Una circonferenza più generale
L’ellisse è il luogo
geometrico dei
punti del piano la
cui somma delle
distanze da due
punti fissi detti
fuochi è costante
Le leggi di Keplero
P(x;y) PH = PF
F (0;p/2)
p O x
y=
2 d
H
Una parabola semplice
L’importanza del coefficiente di
x2
L’importanza del coefficiente di x2
L’importanza del coefficiente di x2
L’importanza del termine noto
Una parabola generale
Trovare i punti di intersezione
L’iperbole
L’iperbole è il
luogo geometrico
dei punti del piano
per i quali è
costante la
differenza delle
distanze da due
punti fissi detti
fuochi
L’iperbole equilatera
Proporzionalità
inversa
Trovare i punti di intersezione
La funzione esponenziale
funzione esponenziale y = a x
con a > 1 funzione esponenziale y = a x con 0 <a <1
dominio D= R dominio D= R
codominio C=R+ codominio C=R+
la funzione è crescente la funzione è decrescente
lim ax = 0 lim ax = + ∞ lim ax = 0 lim ax = + ∞
x -∞ x +∞ x +∞ x -∞
y y
1 1
0 0
x x
La funzione esponenziale in base e
A(t) = A0 x e -λ t
λ = 0,693/T1/2
I logaritmi
x y
1
¼ -2
½ -1
0 1
1 0
2 1 -1
4 2
-2
Osservazioni
x 0+ x +∞
Proprietà della funzione logaritmo
2° caso: per
p esempio supponiamo che sia a=1/2
si ha y = log1/2 x
2
x y 1
¼ 2
½ 1
0 1
1 0
-1
2 -1
4 -2
-2
Osservazioni
Possiamo assegnare alla variabile x solo valori positivi
D = R+
il valore del logaritmo decresce al crescere dell’argomento:
x1 > x 2 log1/2 x1 < log1/2 x2
funzione decrescente
y può assumere qualsiasi valore reale C=R
I valori di y per x > 1 decrescono indefinitamente, mentre per
valori di x <1 i valori di y risultano positivi e la curva si
accosta asintoticamente all’asse y quando x tende a 0
lim log1/2 x = -∞ lim log1/2 x = +∞
x +∞ x 0+
La funzione logaritmo in generale
funzione logaritmica y = log a x funzione logaritmica y = log a x
con a > 1 con 0 <a<1
dominio D= R+ dominio D= R+
codominio C=R codominio C=R
la funzione è crescente la funzione è decrescente
lim log a x = -∞ lim log a x = + ∞ lim log a x = +∞ lim log a x = - ∞
x 0 x +∞ x 0 x +∞
y y
0 1 0 1
x x
ANGOLO
Prendiamo due semirette a e b aventi la stessa
origine, il piano resta diviso in due parti,
ciascuna delle quali viene detta angolo.
ARCO
La parte di circonferenza compresa tra i lati
dell’angolo.
A
SISTEMI DI MISURA DI ANGOLI
SESSAGESIMALE:
grado sessagesimale = la 360a parte
dell’angolo giro.
RADIANTE
l’angolo al centro che insiste su un arco
che rettificato ha lunghezza pari al raggio.
Misura in radianti di un angolo
È uguale alla misura dell’arco diviso il
raggio:
o angolo giro = 2π r / r = 2π
o angolo piatto = π r / r = π
o angolo retto = π /2
π /
y 2
y
1
-π /2 (3/2)π
2π x x
π A=(1,0) π /2 π 2π
-1
(3/2) π Dominio R
Codominio [-1, 1]
Periodica di periodo 2π
y = cos (x)
π /
y 2
y
-π /2
2π x
π A=(1,0) π /2 π (3/2)π x
(3/2) π Dominio R
Codominio [-1, 1]
Periodica di periodo 2π
y = tan (x) = senx/cosx
π /
y2 T = (1, tan(α ))
y
2π
π A=(1,0) -π /2 π /2 π (3/2)πx
(3/2) π
π /
y 2
T’ = (cot(α ), 1) y
B=(0,1)
x
2π
π A=(1,0) -π /2 π /2 π (3/2)π 2
π
(3/2) π
Relazione tra seno e coseno
sin2(x) + cos2(x) = 1
y
M=(cos(α ), sin(α ))
A=(1,0)
sin( x) = ± 1 − cos ( x)
2
Relazione tra seno, coseno e tangente
sin2(x) + cos2(x) = 1
1
1 + tan ( x) =
2
2
cos ( x)
1
cos ( x) =
2
1 + tan ( x)
2
1
cos( x) = ±
1 + tan 2 ( x)
Valori in archi particolari
π /6 π /3 π /4
π 1 π 3 π 2
sin( ) = sin( ) = sin( ) =
6 2 3 2 4 2
π 3 π 1 π 2
cos( ) = cos( ) = cos( ) =
6 2 3 2 4 2
π 1 π π
tan( ) = tan( ) = 3 tan( ) = 1
6 3 3 4
π π 1 π
cot( ) = 3 cot( ) = cot( ) = 1
6 3 3 4
Le funzioni studiate
I limiti : le origini storiche
L’idea di limite si può far risalire al metodo di
esaustione di Eudosso (IV secolo a.C.) e dei geometri
greci che lo hanno seguito. Tale metodo fu poi
potenziato da Archimede (II secolo a.C.).
La nozione di limite nasceva però solo in una forma
geometrica intuitiva. Così, ad es., una piramide
appariva come il limite della somma di tanti prismi in
essa inscritti (o circoscritti).
La nozione entrò nell’ambito dell’Analisi pura con
Wallis (1656) e, in una forma più completa e rigorosa,
con Bolzano (1817), Cauchy (1823) e, soprattutto,
Weierstrass (1885).
Nozione di limite
Data la funzione
Poiché il limite per x che tende a x0 di f(x) è un numero reale l, si dice che il
limite è “finito”.
La validità della condizione |f(x)- l|<є presuppone che f(x0) sia definita in I
(escluso al più x0).
Specifichiamo la definizione
La definizione dice che, fissato un є
qualsiasi, anche “molto vicino a zero”,
troviamo sempre un intorno di x0 tale che
per ogni x di quell’ intorno f(x) appartiene
a ]l-є;l+є[, cioè è “molto vicino” a l.
Domanda
Per quali punti x0 si pone il problema di “cercare il limite della funzione in x0” ?
Limite infinito di una funzione
per x tendente a un valore finito
Data la funzione
e un’altra
rappresentazione grafica
Gli asintoti
La funzione y = 1/x
La funzione ha
due diversi limiti
a seconda che ci
si avvicini a x = 0
da destra o da
sinistra!
L’asse delle y è
aisntoto verticale.
Limite finito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Data la funzione
In che modo si
stabilizza per x
tendente
all’infinito (+ o -)?
Limite finito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Limite finito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Limite finito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
L’asintoto orizzontale
L’asintoto orizzontale
L’asintoto orizzontale
L’asintoto orizzontale
Limite infinito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Limite infinito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Limite infinito di una funzione
per x tendente a un valore infinito
Forme indeterminate
Esempi di calcolo di limiti
Esempi di calcolo di limiti
LE DERIVATE
Osservazioni
1. Per far avvicinare il punto R al punto P sulla curva,
occorre che la funzione y = f (x) sia continua!
Esempio 1
Si consideri la curva senza punti “angolosi”
descritta dalla funzione continua y = f ( x) = x 2
ed un generico punto P x, x 2 sulla curva. Si( )
consideri un secondo punto sulla curva di
coordinate R x +.∆La (
x, ( pendenza
x + ∆x ) 2 )
in P alla curva è:
lim
( x + ∆x ) 2 − x 2 = lim
x 2 + 2 x∆x + ( ∆x ) 2 − x 2
= lim
2 x∆x + ( ∆x ) 2
=
∆x→0 ∆x ∆x→0 ∆x ∆x→0 ∆x
= lim ( 2 x + ∆x ) = 2 x = f ' ( x)
∆x→0
LE DERIVATE
lim
( x + ∆x ) 3 − x 3 = lim
x 3 + 3 x 2 ∆x + 3x( ∆x ) 2 + ( ∆x ) 3 − x 3
=
∆x→0 ∆x ∆x→0 ∆x
= lim
∆x→0
3 x 2 ∆x + 3 x( ∆x ) 2 + ( ∆x ) 3
∆x ∆x→0
( )
= lim 3 x 2 + 3 x∆x + ( ∆x ) 2 = 3 x 2 = f ' ( x)
LE DERIVATE
3. f
'
f ( x)
'
f ( x ) '
g ( x ) − f ( x ) g '
( x)
( x) = =
g g ( x) g 2 ( x)
LE DERIVATE
Esempio 2
sinx
Per la funzione y = tan x =
cos x
si ottiene:
= 1 / cos 2 x = 1 + tan 2 x
LE DERIVATE
Esempio 3.3
Si consideri la funzione y = e x . Essa è invertibile e
derivabile. La derivata di questa funzione è la
funzione stessa.
f (b) − f (a ) f ' ( xo )
=
g (b) − g (a ) g ' ( x o )
LE DERIVATE
TEOREMA DI DE L’HOSPITAL .
Siano dueRfunzioni derivabili in A; sia un punto di
f ,g : A→ xo
accumulazione per A e sia:
lim f ( x) = f ( xo ) = 0 e lim g ( x) = g ( xo ) = 0
x→ xo x→ xo
Il calcolo del rapporto dei limiti genera la f.i. . Sia inoltre:
1. 0
2. 0
g ' ( xo ) ≠ 0
Allora f ' ( x)
∃ lim =l
x→ xo g ' ( x )
lim f ( x)
x→ xo =l
g ( x)
Formule di derivazione
Formule di derivazione
Formule di derivazione
Formule di derivazione
Gli integrali
L'idea del concetto di integrale si trova già in Archimede di Siracusa, vissuto tra il 287 e il 212 a.C, in parte nel metodo
da lui usato per il calcolo dell'area del cerchio o del segmento di parabola detto metodo di esaustione e più
precisamente nel calcolo dell'area della superficie racchiusa dal primo giro della spirale.
Nel XVII secolo, vari matematici trovarono altri metodi ingegnosi per calcolare l'area sottesa al grafico di semplici
funzioni, ad esempio (Fermat 1636, Nicolaus Mercator, 1668).
Tutto ciò prima che Newton, Leibniz, Johann Bernoulli scoprissero indipendentemente il teorema fondamentale del
calcolo integrale che ricondusse tale problema alla ricerca di una primitiva o antiderivata di una funzione.
La definizione di integrale per le funzioni continue in tutto un intervallo, introdotta da Pietro Mengoli ed espressa con
maggiore rigore da Cauchy, venne posta su base diversa da Riemann in modo da evitare il concetto di limite e da
comprendere più estese classi di funzioni. Ma nel 1875 Gaston Darboux mostrò con un suo celebre teorema che la
definizione di Riemann può essere enunciata in maniera del tutto simile a quella di Cauchy, purché si intenda il concetto
di limite in modo un po' più generale. Per questo motivo si parla di integrale di Cauchy-Riemann. Tale maggior
generalità servì di spunto a Mauro Picone nel 1923 per la definizione del limite d'una variabile detta ordinata.
Gli integrali
L’integrale indefinito può essere inteso come operatore inverso della
derivata perché associa a una funzione f(x) (integranda) l’insieme di
tutte e sole le funzioni la cui derivata è la f(x) stessa.
Per esempio, date le funzioni:
y = x l’integrale indefinito è dato da
∫ = +C
x x
e dx e
1
∫ x dx = log x + C
Proprietà degli integrali indefiniti
∫ [ f ( x ) + f ( x ) ]dx = ∫ f ( x ) dx + ∫ f ( x ) dx
1 2 1 2
Primitive di
alcune
funzioni
L’integrale definito