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Lossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo

Nuovi apporti sulla diffusione, sui sistemi di produzione e sulla loro cronologia

Atti del 5 Convegno internazionale (Pau, Italia, 27-29 Giugno 2008)

a cura di Carlo Lugli

Comune di Pau

Regione Autonoma della Sardegna

Provincia di Oristano

Comune di Pau, Paese dellOssidiana Via S. Giorgio, 17 - 09090 Pau OR Tel. 0783 939002 - Fax 0783 939282 comune.pau@tiscali.it NUR Via Amsicora, 27 - 09091 Ales OR Tel. e Fax 0783 998100 nurbgi@libero.it Il progetto grafico di Luigi Manias. Il testo composto da Diego Dess delle Nuove Grafiche Puddu con Adobe In design in Optima Linotype di Herman Zapf nei corpi 11, 10 e 9; per la copertina nei corpi 30, 22, 18, 14, 12. Stampato in offset dalle Nuove Grafiche Puddu su carta Favini Aralda avorio opaca da 100 g con PH neutro per linterno e su cartoncino Symbol Freelife Gloss P.W. BC Fedrigoni da 300 g per la copertina. Allestimento in brossura a filo refe e plastificazione della copertina a cura delle Nuove Grafiche Puddu di Ortacesus. Lossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo : nuovi apporti sulla diffusione, sui sistemi di produzione e sulla loro cronologia : Atti del 5. Convegno internazionale, Pau, Italia, 27-29 Giugno 2008. / a cura di Carlo Lugli. - Ales : Nur, 2010. - 380 p. : ill. ; 24 cm. 736.280945944 OSSIDIANA - Monte Arci - Congressi - Pau - 2008. Prima edizione 26 febbraio 2010 ISBN 978-88-96837-00-9

Lossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo. Nuovi apporti sulla diffusione, sui sistemi di produzione e sulla loro cronologia, Atti del 5 Convegno internazionale (Pau, Italia, 27-29 Giugno 2008), a cura di C. Lugli. NUR, Ales, 2010

Ipotesi interpretative sullindustria litica del Monte S. Vittoria - Neoneli (Or)

Cinzia Loi1, Vittorio Brizzi2


Riassunto Lo studio si riferisce ad unanalisi macroscopica delle fratture da impatto riscontrate su un piccolo campione di cuspidi in ossidiana rinvenute nel sito neolitico di S. Vittoria, individuato allinterno delloasi faunistica di Assai, nel territorio di Neoneli (Or). Lindustria in questione, di cui fanno parte anche numerosi raschiatoi con evidenti tracce di ritocco, stata presa in esame da un punto di vista funzionale; alcuni di questi reperti sono stati riprodotti, immanicati in aste di freccia e scagliati, in diverse sessioni, su carcasse di selvaggina per comparare le fratture risultanti. In questo modo stato possibile attribuire allimpatto la maggior parte delle tracce presenti. Ci suggerisce unipotetica interpretazione del sito, identificabile come accampamento temporaneo di cacciatori in cui veniva operato il depezzamento primario della selvaggina abbattuta con arco e frecce, per agevolarne il trasporto verso il villaggio. La morfologia del territorio, alcune considerazioni legate alla dinamica venatoria e la sua ubicazione, in unarea ancora oggi ricca di fauna ungulata autoctona, potrebbero suffragare questa ipotesi. Abstract This article will show how obsidian macroscopic wear traces analysis on a little assemblage of arrow points excavated from the Neolithic site of S. Vittoria, in the Assai wildlife oasis in the Neoneli territory (Or), can be employed to explore the destination of the site. Thanks to experimental archaeology and functional analysis on these remains, assembled in arrow and shoot with bow to boar carcasses, in several sessions, authors hypothesized a temporary hunting dressing site for a quick butchery operations, before returning to the village. The territory morphology, its localization, with a contemporary rich autochthonous fauna and some behavioral aspects on the hunting practice could confirm this hypothesis.
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Dipartimento di Storia, Universit di Sassari. loi.c@libero.it Dipartimento di Biologia ed Evoluzione, Universit di Ferrara - Paleoworking. vittorio.brizzi@unife.it

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C. Loi e V. Brizzi

Introduzione Il presente lavoro muove dallanalisi macroscopica delle fratture da impatto riscontrate su un campione di cuspidi in ossidiana rinvenute nellinsediamento neolitico di S. Vittoria. Il sito, ubicato al confine tra i territori comunali di Neoneli e Nughedu S. Vittoria, nel Barigadu regione storico-geografica che si estende nella parte centrale della Sardegna (293,94 Kmq) occupa la sommit di un vasto pianoro dai versanti precipiti (817 m s.l.m.) dal quale si domina gran parte dellaltopiano di Abbasanta e, verso E, i rilievi del Mandrolisai. La localit ricade allinterno delloasi faunistica di Assai (Figura 1).

Fig. 1: Il monte di S.Vittoria, Neoneli (Or).

Lambiente, in unarea compresa nel raggio di due km, caratterizzato da un paesaggio di alta collina con quote comprese fra i 601 e gli 800 m s.l.m. Dal punto di vista geologico tale ambito occupato dai graniti del Paleozoico1; le forme del rilievo si presentano a tratti aspre e si diversificano in relazione alla distribuzione delle diverse facies litologiche. Lelevata rocciosit che contraddistingue tale paesaggio rappresenta un forte limite allutilizzo di questi terreni. Il substrato del Monte S. Vittoria costituito anchesso da rocce granitiche su cui poggiano per suoli ignimbritici. Anche le distanze dal corso dacqua non sono brevissime; il pi vicino il Riu Tintinnu, distante oltre 500 metri. Le prospezioni di superficie - effettuate sul terreno da chi scrive (Loi cds a) - hanno permesso di individuare diverse fasi di frequentazione, in un

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arco cronologico molto ampio, il cui limite inferiore sembra collocabile alla met del IV millennio a.C., nel Neolitico Recente (cultura di Ozieri) cui seguono testimonianze delle fasi iniziali dellEneolitico (culture di Filigosa e Abealzu). Non sono attestate le fasi finali dellEneolitico e le diverse fasi dellet del Bronzo. Secondo il Barreca (1978: 245), sul Monte S. Vittoria vi sarebbe stato un insediamento di et punica. Tuttavia, sulla base di quanto documentato in loco ed in assenza di dati di scavo, si preferisce tenere sospesa la valutazione dello studioso e interpretare le rovine presenti nel sito come ci che resta dellinsediamento giudicale di Sancte Victorie de Montesancto, documentato nel Condaghe di S. Maria di Bonarcado (Besta 1982). Allo stato attuale delle ricerche non emerso alcun elemento che documenti, nella zona circoscritta attorno al nostro sito, lesistenza di altri insediamenti di epoca preistorica. Un dolmen stato individuato in localit Nole, a circa tre km in direzione S del sito in esame (Loi cds b). Nella stessa localit si trovano i resti dellomonimo nuraghe e di un villaggio ad esso pertinente. Sempre in direzione S, a poco pi di due km dal nostro insediamento, sulla sommit del monte Olisezzo, si trovano i resti di un secondo nuraghe. La stazione di S. Vittoria si collega tipologicamente a quelle di Sas Concas de Cavizze, Esiricoro, Sedda Sa Figu, Punta Cannas in territorio di Austis (Nieddu 2003: 76). Tuttavia, la scarsit delle informazioni edite ad esse inerenti non agevola lindividuazione di precisi confronti per la peculiare struttura e organizzazione del sito di S. Vittoria. 1. Analisi territoriale A questo punto la domanda che ci si pone quale fosse la natura di questo sito (accampamento stagionale finalizzato alla caccia o insediamento permanente) e quali fattori (economico-ambientale, strategico-difensivo) possono aver indotto il gruppo umano di S. Vittoria a stanziarvisi. Non si dispone di dati di scavo: tuttavia, sulla base dei confronti con siti coevi e sulla base dei dati direttamente desumibili dallo studio territoriale e di quelli raccolti sul campo si possono avanzare alcune ipotesi interpretative, che nullaltro vogliono essere se non ipotesi di lavoro in vista di future verifiche. Il raffronto tra il sito di S. Vittoria e quelli ad esso coevi ne fa emergere le sue peculiarit. Ricordiamo, infatti, che gli insediamenti del Neolitico Recente isolano risultano ubicati, di preferenza, in aree pianeggianti o modestamente elevate, denotano una economia legata in prevalenza allagricoltura e godono della prossimit di un corso dacqua (Melis 2003: 86).

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Lo stesso avviene anche nel restante territorio del Barigadu, allinterno del quale sono stati individuati altri 59 siti riferibili allet prenuragica (Loi cds c). In questa regione, infatti, si rilevato che nella maggioranza dei casi le testimonianze relative a possibili aree abitative si localizzano a breve distanza dalle necropoli ed in zone modestamente elevate per le quali si potrebbe ipotizzare unattivit di sussistenza mista. Lanalisi del rapporto degli stanziamenti con lidrografia, seppure riferita alla situazione attuale del reticolo idrografico che tuttavia si suppone non molto dissimile da quella antica, evidenzia come oltre il 70% di essi avesse un corso dacqua ad una distanza inferiore ai 300 metri. Per quanto concerne le relazioni fra i siti si rileva come la distanza media che separa un complesso a domus de janas da un insediamento abitativo di circa 800 metri. Caratteristica dellinsediamento di S. Vittoria invece, come gi detto, la posizione elevata, che consente un grande dominio visivo dei territori circostanti. Ancora, lambiente sul quale insiste il sito roccioso, poco adatto allagricoltura. Inoltre assai interessante notare come non vi sia un corso dacqua nelle immediate vicinanze. Altro elemento degno di rilievo lassenza di sepolture riferibili a questo insediamento. I caratteri generali del sistema ambientale in cui esso gravita denotano, come gi detto, un criterio di scelta topografica orientato verso il dominio visivo del territorio e fanno supporre che, da un punto di vista economico, il ruolo di maggior interesse fosse attribuito alla caccia, considerato che le possibilit di utilizzo agricolo e per il pascolo di questi suoli sono quasi inesistenti. Tale ambiente, infatti, che immaginiamo non dovesse essere troppo differente dallhabitat che riscontriamo ancora oggi nella zona, assicur ai cacciatori che lo frequentavano periodicamente, o vi risiedevano, unampia scelta tra le prede cacciabili: prime fra tutte, le specie boschive come il cinghiale, il muflone ed il cervo (Wilkens 2003). 2. Il materiale Le indagini di superficie, volte in primo luogo allo studio e alla ridefinizione delle fasi di vita dellinsediamento di S. Vittoria, hanno restituito numerosi elementi di industria litica in ossidiana costituita sia da elementi su lama che su scheggia. Gli strumenti sono rappresentati da grattatoi, raschiatoi e da numerose punte di freccia (Figura 2). Larea di raccolta dei reperti, di estensione ridotta, si concentra in corrispondenza del settore centrale del pianoro. 2.1 Analisi delle cuspidi Dal materiale litico rinvenuto a S. Vittoria, stato enucleato un cam-

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Fig. 2: Il campione di cuspidi in esame.

pione di nove cuspidi. Esse mostrano una serie di danneggiamenti pi o meno significativi nella parte distale e alcune presentano fratture nel codolo e nelle spalle. Per quanto riguarda le dimensioni e il peso, la lunghezza va dai 18 ai 35 mm, mentre la loro massa varia dai due ai quattro grammi. I dati riferiti alla lunghezza presunta derivano da considerazioni di tipo balistico-strutturale. La tipologia rappresentata la cuspide bifacciale peduncolata con spalle pi o meno pronunciate (in un solo caso, cuspide 4b, sono abbastanza evidenti tracce di alette, ma non si esclude che anche altre potessero avere questa conformazione). Anche la lunghezza dei codoli dedotta da un punto di vista strutturale, mediamente come dellintera lunghezza della punta. Lintero sviluppo della punta (nei casi in cui risulti priva dellestremit) calcolato graficamente facendo convergere i prolungamenti dei bordi esterni della cuspide, tenendo conto di un profilo rettilineo o sub excurvato (Tabella 1). Le armature esaminate presentano sezione lenticolare o piano convesse. Il ritocco piatto ed invadente, in un caso (6b) seriale ed obliquo.

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Tabella 1: Lunghezze presunte del campione Cuspide 4b 5b 6b 7b 8b 9b 1d 4d 8c Lunghezza origine 35 31 25 28 23 20 21 18 20 Lunghezza presunta 40 40 30 32 35 39 34 40 38

2.2 Le dimensioni e le masse Il campione esaminato composto da cuspidi di modeste dimensioni. Sottoponendo, pur con le dovute cautele, le caratteristiche topologiche e metriche di esse ad un processo di reverse engineering, si potrebbe giungere con ragionevole certezza alla conclusione che tali armature fossero parte di un proiettile comunque leggero. Secondo le leggi della balistica del sistema arco-freccia (interna e esterna), infatti, una freccia ben bilanciata, in grado cio di muoversi verso il bersaglio in modo non erratico e dissipando la minore energia possibile, dovrebbe avere il baricentro statico spostato in avanti rispetto al suo centro geometrico di una percentuale variabile dal 6 al 16%1 (Brizzi 2006). Pi la massa in punta alta, maggiori sono la stabilit in volo, la penetrazione nel bersaglio e minore superficie stabilizzante (impennaggio) necessaria. Conseguentemente, una freccia armata da una cuspide con caratteristiche analoghe al nostro campione dovrebbe avere una massa compresa tra i 20 e i 25 grammi (considerando una media tra i pesi specifici delle diverse essenze impiegabili per lasta e le altre componenti, penne, leganti ed incollaggi). La variabile incognita, procedendo in questa modellizzazione, comunque relativa alla lunghezza della freccia. Tale dato pu essere desunto per sommi capi dalle misure antropometriche, ancorch nei suoi termini minimi (un arciere non pu tendere una freccia pi corta del suo allungo fisiologico, definito dalla distanza tra la mano che regge larco con il braccio completamente teso e il punto di aggancio della corda, nei pressi del volto, con larco alla sua massima trazione). Dallaltezza media dei paleosardi, desunta dai ritrovamenti funerari (German 1995), si pu ragionevolmente ipotizzare una minima lunghezza di freccia intorno ai 6668 cm. Questa sommaria ricostruzione comunque ci pu comunicare informazioni interessanti: la bassa sezione durto appare
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Per la nostra analisi, stata utilizzata la Carta Geologica dItalia.

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inequivocabile2 e le dimensioni dei codoli (massima larghezza sei mm, massimo spessore tre mm), confermano luso di frecce sottili e leggere. Tutte informazioni utili a ipotizzare un sistema balistico dedicato a scagliare frecce leggere (per mantenere traiettorie tese) con archi poco forti, e conseguentemente cacce di gruppo basate su sistemi definiti come svantaggio e inseguimento (Churchill 1993: 1121). 3. Le tracce duso macroscopiche Ricordiamo che le tracce duso riscontrabili sugli strumenti litici sono fondamentalmente di due tipi: le tracce di abrasione e le tracce di affaticamento. Le tracce di abrasione sono proprie della deformazione della superficie del manufatto in ragione di politura, appiattimento, striatura, ma non corrispondono ad una modificazione della forma fisica macroscopica (Buckley 1981: 469-471). Le tracce di affaticamento corrispondono invece a vere e proprie rotture, apprezzabili a occhio nudo, che si verificano quando la resistenza meccanica del materiale costituente il manufatto viene vinta da una forza di impatto. Queste ultime sono diagnostiche della meccanica delle fratture dei solidi di struttura omogenea sottoposti a carico statico o dinamico3. Nel presente studio, a causa delle modalit di rinvenimento, verranno considerate soltanto le tracce di affaticamento4 (Figura 3). Da un punto di vista topologico le tracce di affaticamento si dividono in fratture longitudinali, laterali (burination), basali e trasverse; dal punto di vista meccanico, invece, vengono classificate in funzione del modo in cui inizia la frattura (initiation) e del modo in cui essa termina (termination). Si avranno cos le Cone fracture e le Bending fracture. Le Cone fracture sono originate da una forza applicata in unarea relativamente modesta. Tali fratture si generano in prossimit del punto di applicazione della forza stessa. Non sono sempre connesse alla funzione propria del proiettile.
La valutazione, nellambito della balistica terminale, della letalit della ferita funzione dellorgano vitale colpito e dalla profondit del canale di taglio. a sua volta, la larghezza del canale di taglio -e quindi della letalit della ferita- vincolata allangolo frontale della cuspide e al rapporto tra il perimetro della cuspide/circonferenza dellasta e larea di impatto/sezione durto che la arma, che deve essere non inferiore a 1 (perch lasta, trascinata dalla cuspide, sia libera di penetrare senza particolari attriti) e meglio se superiore a 2. La totale superficie della ferita, dal punto di vista dellefficacia, parametrizzabile rispetto al selvatico in funzione del periodo dellanno e dello spessore della pelle e dalla larghezza della cavit toracica ove risiedono gli organi vitali (FriisHansen 1990; Perco 1988; 1989; Landini 1990). 3 Per carico statico si intendono le fratture generate soprattutto per pressione (ritocco a pressione) mentre per carico dinamico si intendono le fratture a percussione. La percussione morbida rientra, talvolta, nel campo del carico statico (Cotterell e Kamminga 1987; 1990). 4 Nella classificazione delle tracce di affaticamento il sistema seguito quello definito dal Ho Ho Committee (Ho Ho Committe Nomenclature 1979). La terminologia si mantenuta in lingua inglese, per evitare confusioni di traduzione.
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Fig. 3: Classificazione delle macro fratture per impatto (da Fisher et al. 1984).

Le Bending fracture si generano, invece, su una superficie pi ampia. Il punto di applicazione della forza distante dalla frattura stessa. Entrambe, sulla base della loro forma e terminazione, si articolano in sei specie diverse. Le tracce, siano esse di abrasione che di affaticamento, si presentano spesso associate e vengono osservate in varie combinazioni dipendenti dalle modalit duso dello strumento, dalla consistenza del materiale e dalle sue propriet meccaniche, dal tipo di sollecitazioni e dalla loro durata. Le cuspidi e i frammenti di cuspide rinvenuti nel sito, di lunghezza e massa variabile, presentano ognuna tracce per affaticamento. Lo studio del materiale rivela che tutti i tipi di macro-fratture sono variazioni sul tema della Bending fracture e della Snap fracture. La spiegazione di questa uniformit basata sui limiti fisici dellinnesco e forma della frattura specifica (Cotterell e Kamminga 1979; Keeley e Lawrence 1979; Tsirk 1979). 4. Le fratture riscontrate sul campione Sono state considerate diagnostiche le Step Terminating Bending fracture, le Spin-off fracture bifacciali e le Spin-off fracture monofacciali di lunghezza superiore al millimetro, le fratture derivanti da burination e le feather Terminating Bending fracture distali (Tabelle 2-3; Figura 4). La cuspide 4b, triangolare, a spalle pronunciate, mostra una configurazione asimmetrica dovuta, con ogni probabilit, ad una frattura dellaletta destra per collisione trasversale, immediatamente successiva allimpatto. Tale frattura stata generata, con ogni probabilit, da una

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Tabella 2: Tipologia di frattura macroscopica sullintero campione di S.Vittoria (Ho Ho Committee Nomenclature 1979) Fratture rilevate area mesiale Cone F. Cone + spin-off unifacciale (1<Sp<2 mm) Cone F. Cone F. Cone + spin-off unifacciale (1<Sp<2 mm) Step T. -

area distale 4b 5b 6b 7b 8b Feather T., burination Bending F. + spin-off bifacciale (2<Sp<3 mm) Crushing + cone, Step T. Feather T., Crushing, Bending F. + spin-off bifacciale (1<Sp<2 mm) Snap

area prossimale Cone + spin-off unifacciale (1<Sp<2 mm) Snap Feather. Snap + Step Snap T. Cone Step T. Cone

9b Feather T., Crushing, Step T. Step T. Crushing Feather + crushing burination Bending F. + spin-off unifacciale (1<Sp<2 mm)

1d 4d 8c

Snap + Step T. Cone F. Step T.

Tabella 3: Fratture attribuite alle cuspidi Sintesi dei risultati osservativi Bending fracture Burin (longitud.) feather hinge snap Step

Cone fracture cuspidi

Spin-off fracture monofacciali bifacciali oltre 1 mm X X X

fino a 1 mm

4b 5b 6b 7b 8b 9b 1d 4d 8c

X X X

X X X X

X X X

XX X XX X X X

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Fig. 4: Ripartizione percentuale dei tipi di frattura sul campione.

forza con vettore opposto al moto verso il bersaglio (Bending fracture). Si osservano, inoltre, due piccoli conoidi sulla faccia opposta (Spin off unifacciale). La punta, priva di un frammento di circa 6 mm, presenta una frattura longitudinale evidente nella forma di un canale (fluting) di discreta entit. Questa frattura diagnostica per limpatto (Dockall 1997: 326-327; Ahler 1971: 85-86; Ahler e McMillan 1976: 166), come pure gli spin off sullaletta destra. Rientra nella casistica delle fratture Bending initiation, con propagazione lungo la superficie. E anche definita come Feather Terminating Bending fracture (Fisher et al. 1984). Il margine destro presenta unulteriore frattura laterale lunga 18 mm; secondo la terminologia adottata definibile come Burination, corrispondente ad una rimozione macroscopica di materiale sul bordo dellutensile che in un altro contesto privo di altri indicatori potrebbe essere confusa con la tecnique du coup de burin (Tixier 1974: 9). Anchessa risulta diagnostica per limpatto. La cuspide 5b, triangolare con spalle e bordo excurvato, presenta il codolo fratturato da una Snap fracture molto comune negli impatti a breve distanza e nelle situazioni di caccia reale (anche se non propriamente definibile come diagnostico, secondo la letteratura). Presenta un danneggiamento nel vertice distale caratterizzato da una Bending fracture cui corrispondono, sia nella stessa faccia che in quella opposta, delle fratture a cono interpretabili come Spin-off bifacciali. Secondo i criteri diagnostici, questo caratterizza un impatto certo. La cuspide 6b, di forma ogivale, biconvessa, priva di spalle, caratterizzata da un ritocco bifacciale piatto e coprente che sul lato sinistro mostra una tendenza alla serialit. Danneggiata nella punta, presen-

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ta evidenti crushing e Step Terminating Bending fracture di modesta entit. Il codolo, fratturato, presenta una serie di indicatori di impatto (Snap+Step Terminating Bending fracture). La cuspide 7b piano convessa, triangolare, con spalle asimmetriche (la sinistra risulta danneggiata). Ritoccata grossolanamente sulla faccia dorsale presenta, nellestremit distale, una Feather Terminating Bending fracture di 4 mm, un evidente crushing e una frattura conoide sul lato destro della faccia dorsale. Il codolo mostra, invece, una Snap fracture (non diagnostica). La cuspide 8b, biconvessa, con spalle accennate simmetriche, lacunosa del primo terzo distale, mostra una troncatura snap non diagnostica. Il codolo rettangolare, con lesioni (Feather Terminating Bending fracture). La cuspide 9b, biconvessa, con alette accentuate simmetriche, mostra evidenti segni di ritocco-ravvivamento. Su entrambe le facce sono presenti Step Terminating Bending fracture diagnostiche. Il codolo, fratturato, presenta una ulteriore Step Terminating Bending fracture precedente ad una ulteriore frattura trasversale (Cone Fracture). Nel bordo destro evidente una frattura combinata Bending+spin off unifacciale di lunghezza compresa tra 1-2 mm che, data la lunghezza del manufatto, pu considerarsi diagnostica per limpatto (Fischer et al. 1984: 24). La cuspide 1d lacunosa sia dellestremit distale che del codolo. La sezione piano convessa e la punta mostra evidenti Step Terminating Bending fracture diagnostiche. La frattura del codolo anchessa una Step Terminating Bending fracture. Entrambe le fratture riscontrate, risultano diagnostiche per limpatto. La cuspide 4d, tronca per circa due quinti, presenta un ritocco di ravvivamento ortogonale allasse (evidenzia la caratteristica di tranciante trasverso). Sul bordo sono presenti innumerevoli piccole Step Terminating Bending fractures diagnostiche ma, soprattutto, mostra una burination sul lato sinistro. Il codolo fratturato da una incipiente Feather Terminating Bending fracture. La cuspide 8c di piccole dimensioni, piano convessa. Sul dorso presenta una Bending fracture con corrispondente Spin off unifacciale nella parte ventrale, di lunghezza superiore al millimetro, quindi diagnostica per limpatto. Il codolo troncato da una Step Terminating Bending fracture. 5. La sperimentazione I dati emersi dallanalisi funzionale macroscopica sono stati integrati con alcune nuove determinazioni scaturite da una sperimentazione balistica incentrata sul campione selezionato di punte di freccia. La com-

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pletezza dei dati disponibili, derivati dallanalisi territoriale e da quella sperimentale, ci indurr quindi ad avanzare alcune considerazioni sul sito in esame che pensiamo saranno utili per alimentare il dibattito sulluso del territorio nelle diverse fasi della preistoria. La sperimentazione balistica su carcasse o su bersagli succedanei effettuata dagli studiosi negli anni passati, evidenzia un limite irrevocabile. Esso consiste nel non aver considerato la differenza sostanziale delle conseguenze di impatto e post-impatto (macroscopiche e microscopiche) riscontrabili sia sul proiettile che sui tessuti effettuando tiri verso carcasse piuttosto che su selvaggina viva, sia sul proiettile stesso sia nellazione sui tessuti. Infatti, limpatto strettamente influenzato dai parametri dinamici. Il post-impatto la fase in cui la cuspide continua ad agire allinterno della cavit corporea grazie al movimento del selvatico (urti dellasta della freccia conficcata contro ostacoli naturali) e quindi prosegue nella sua azione lesiva (Odell e Cowan 1986: 202). Inoltre, nella fase di recupero del selvatico, post mortem, tutte le azioni di trasporto della carcassa e dei possibili tentativi di rimozione della freccia dal corpo da parte del cacciatore producono tracce di affaticamento e abrasione sulla cuspide ben diverse da quelle proprie delle forze agenti in seguito al moto rettilineo del proiettile che coglie il bersaglio. La differenza tra un impatto su bersaglio vitale rispetto a quello su una carcassa oppure su uno artificiale, in molti casi pu quindi inficiare la validit dellesperimento, nel momento in cui le fratture generate sperimentalmente vanno a raffrontarsi con il record archeologico. La permanenza del proiettile o di parte di esso nella cavit della ferita nei momenti successivi allimpatto, determina sulla superficie del proiettile tracce duso complesse, diverse da quelle riscontrabili in una sperimentazione su carcasse inanimate, verso cui vengano indirizzati proiettili reiterati. Un altro limite della sperimentazione balistica riguarda la mancanza di dati derivanti da tiri effettuati da breve e brevissima distanza (situazione verosimile in ambito venatorio, ove il cacciatore, appostato, scaglia la sua freccia alla preda guidata nei pressi dal battitore o dalleventuale ausiliario). In tali condizioni, le componenti vibrazionali della freccia modificano di buona misura le forze agenti sulla cuspide nellistante dellimpatto. Le tracce risultanti sono tali da complicare enormemente il pattern conseguente. Al fine di colmare tale lacuna, dopo aver riprodotto utilizzando la stessa materia prima (ossidiana del gruppo SC-Pau) il campione litico in esame ed averlo immanicato in aste di freccia5 secondo i protocolli
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Uno degli elementi critici esaminati stato il sistema di interfaccia tra asta e cuspide. La criticit

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descritti ed adottati da altri sperimentatori (Fisher et al. 1984; Odell e Cowan 1986), sono state effettuate due sessioni di sperimentazione balistica. Le frecce, infatti, scoccate con archi di forza variabile6 su carcassa di cinghiale7, sono state scagliate a media distanza (prima sessione) al fine di poter comparare i dati ottenuti con i risultati pubblicati dagli autori citati e da brevissime distanze8 (seconda sessione). Ai risultati di queste prove ottenute da situazioni di tiro statiche abbiamo assommato ulteriori dati derivanti da osservazioni post-uso raccolte in situazioni di caccia reale al cervo ed al cinghiale9. Qui sono state considerate anche le lesioni derivate da movimenti post-impatto della cuspide conficcata nel corpo del selvatico (i movimenti del selvatico colpito in fuga con la cuspide o tutta la freccia conficcata) e post-mortem (derivanti dal trasporto della carcassa da parte dei cacciatori e prima della depezzatura o provocati dai tentativi di estrazione della freccia per agevolare il trasporto della carcassa). La decisione di effettuare tiri anche da brevissima distanza (d < 3 m) soddisfa la necessit di verificare le tracce di impatto sulle cuspidi, derivanti dalle forze che si generano in questa particolare fase della traiettoria (accelerazione iniziale). Limpatto a breve distanza ben diverso da un punto di vista dinamico da quello che avviene nei tiri a distanza superiore, usuali nella caccia di appostamento e incontro (10 < d < 25 m) (Churchill 1993: 11-21). A tale maggiore distanza la freccia risulta stabilizzata nel suo moto rettilineo grazie alleffetto dellimpennaggio; la traiettoria si rettifica ed i moti trans-assiali della freccia si riducono notevolmente. Limpatto provocato da un tiro a breve distanza risulta cos caratterizzadipende dalla solidit della giunzione tra le componenti, ed in questo caso stato adottato un sistema che prevede una connessione a V nellasta, ed un mastice composto da resina di pino, ocra e cera dapi nelle proporzioni 60%-20%-20%. Lasta, nella parte terminale dellinterfaccia, stata rinforzata con tendine di bovino. Infine, estrema attenzione stata posta nelluniformare tale interfaccia su tutti i campioni per limitare il pi possibile la variabilit del risultato a fronte di una non costante solidit strutturale. 6 Archi ricostruiti da 45 a 79 libbre di forza (200,2-351,4N), e frecce di massa compresa tra 35 e 60 grammi, con velocit di uscita tra 45 e 70 m/sec. 7 Le carcasse di cinghiale sono state utilizzate in condizioni antecedenti al rigor mortis e posizionate in modo da avere le articolazioni esposte e contratte. 8 E evidente come la sperimentazione in situazione reale di caccia produca in s linsieme di cause che generano lintero pattern per affaticamento, comprese le evidenze riscontrate nei tiri a brevissima distanza. Lo scopo della sessione stato quello di isolare il fenomeno per acquisirne i dati specifici. Potendo disporre di ulteriori dati, losservazione delle fratture dovute alla sperimentazione a breve distanza assumerebbe un significato statistico pi determinante. 9 I dati provenienti dalle sperimentazioni in caccia sono stati raccolti ed elaborati dal 2002 al 2006 nel corso di esperimenti patrocinati da NBEF (National Bowhunting Educational Foundation) e coordinati da uno degli autori nellambito del progetto T.I.P.S. in collaborazione con il network dellassociazione Paleoworking. I risultati qui indicati si riferiscono alle sole frecce armate con cuspidi in ossidiana fissate direttamente allasta (prive di foreshaft).

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to da un pattern di forze complesso. Il moto della freccia la risultante di due componenti: laccelerazione lungo la linea di avanzamento e le accelerazioni trasversali della freccia intorno ai suoi punti nodali. Queste ultime sono causate dal movimento delle dita che rilasciano la corda (nellistante in cui la freccia inizia ad accelerare verso il bersaglio) e dal disassamento tra piano virtuale di scorrimento della corda e la linea di mira che congiunge locchio dellarciere con il centro del bersaglio, prodotto dallo spessore dellimpugnatura dellarco. E il fenomeno noto come paradosso dellarciere (Kooi 1981; Brizzi e Ferraro 1992: 198204; Kooi e Bergman 1997; Brizzi 2008). Una freccia che impatta a breve distanza quindi scarica energia vibrazionale trasversale lungo tutto il canale della ferita, ed essa di entit veramente notevole10; il fenomeno moltiplica la probabilit di rotture per flessione (Bending e Snap fracture) sulla cuspide simili a quelle ottenute durante il lavoro sullutensile durante la sua realizzazione e ad altre fratture ritenute accidentali (cadute e calpestio) e definite non propriamente diagnostiche in letteratura (Fisher et al. 1984). I risultati dei test effettuati sulla carcassa a distanza 20 m (prima sessione), soprattutto per ci che riguarda le fratture diagnostiche, sono compatibili con quelli delle sperimentazioni di Odell e Cowan (1986) e quelli di Fisher, Vemming Hansen e Rasmussen (1982). Tuttavia, il dato pi interessante quello relativo alla differenza tra i risultati ottenuti dalla sperimentazione eseguita su carcassa a distanza media (20 m) e quelli ottenuti dalla sperimentazione eseguita a brevissima distanza (seconda sessione) e da situazioni di caccia reale, ove le fratture Snap appaiono almeno cinque volte pi frequenti soprattutto nella porzione prossimale del codolo. Il risultato della sperimentazione (Tabella 4) evidenzia una sostanziale conferma dei dati osservati nel campione in esame, considerando lintegrazione dei dati sperimentali provenienti da tiri a brevissima distanza e di quelli derivanti dalla caccia reale, in cui le fratture Snap accompagnano quattro cuspidi su nove. Laver constatato che nellinsieme dei reperti litici di S.Vittoria, oltre al campione esaminato, un alto numero di frammenti di cuspide mostra
10

Lasta della freccia durante il suo moto libero vibra intorno ai suoi due punti nodali, posti a un sesto della lunghezza dellasta, ai suoi estremi. Questo moto, nei primi metri della traiettoria e rispetto al bersaglio, prossimo ai 150 piedi al secondo (50 m/sec) e oltre di velocit; trasversalmente le due estremit della freccia si muovono a 50 piedi al secondo (16 m/sec) in un moto oscillatorio sul piano orizzontale, e rispetto allasse dellasta a 3000 rotazioni al minuto. Allimpatto, il punto nodale principale (anteriore) diventa linterfaccia di contatto tra asta e bersaglio; la componente della velocit, rispetto al moto lineare, conseguentemente diventa uguale a zero in un attimo rapidissimo, e buona parte dellenergia cinetica dei moti vibrazionali liberi si trasferisce istantaneamente allinterno del canale della ferita (attraverso movimenti trasversali) enfatizzando la probabilit di snap fracture, indipendentemente dallorientamento spaziale della cuspide allimpatto.

Tabella 4: Il campione sperimentale esaminato. D le fratture ritenute diagnostiche in letteratura Sintesi dei risultati sperimentali Cone fracture Bending fracture Burin (longitud.) Fino a 1 mm N. 27 51,9 13 25 5 9,6 % N. % N. % N. % N. % N. 7 13,8 2 3,8 % N. % feather snap hinge Step monofacciali Oltre 1 mm N. % 25 N. 13 % 25 Spin-off fracture bifacciali

Tipologia Distanza Numero bersaglio di tiro di impatti (m) Totali (N)

Cinghiale (carcassa)

2,5

52

21 40,4 16 30,8 13

Cinghiale (carcassa) 5 12,2 1 2,2 16 34,8 2 4,3 2 4,3

20

46

18 39,1 13 28,3

19,6

17,4

Cinghiale (caccia) 13 11,5 5 4 59 47,6 26 21

10-35

124

16 12,9 64 51,6 31

25

37 29,8

31

25

Cervo (caccia) 4 13,9 2 6,3 13 40,6 D

22-30

32

21,8

15,6 14 43,8

21,9

25

28,1

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DIAGNOSTICHE

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evidenti fratture Snap, ci permette di allargare losservazione allintero repertorio litico. Tale dato ci suggerisce lopportunit di includere tali tipi di lesione tra gli indici diagnostici, essendo esse parte integrante e diretta conseguenza dellevento venatorio. Infatti, la sperimentazione non ha considerato, almeno fino ad oggi, eventi esterni al semplice impatto con una carcassa inanimata da media distanza. Viene da s che anche lanalisi microscopica (tracce di abrasione) dovrebbe tener conto di questi fattori. Queste circostanze sperimentali, sommate, definiscono quindi, secondo noi, una ulteriore cornice di riferimento alla sperimentazione. Alle fratture propriamente diagnostiche per limpatto (Spin off su due facce della cuspide, e Step Terminating Bending fracture) sono state associati altri tipi di fratture che, in combinazione con le precedenti, possono individuare un modello di riferimento per ulteriori e pi approfonditi studi. 6. Conclusioni In primo luogo il rinvenimento delle cuspidi associate alla presenza di un discreto numero di raschiatoi ci suggerisce un sito preposto alla macellazione (butchering). Le cuspidi sono fratturate in modo definitivo, nel senso che difficilmente avrebbero potuto essere ritoccate ulteriormente e riutilizzate. Il sito presenta un classico assemblaggio di resti della caccia: raschiatoi e punte esauste, abbandonati perch non pi ravvivabili. Le punte potrebbero anche essere state lasciate allinterno delle parti anatomiche scartate. La maggior parte di esse, infatti, presenta fratture distali (al peduncolo). Il numero delle cuspidi e la loro variabilit stilistico-tecnologica suggerisce la partecipazione di un cospicuo numero di cacciatori, organizzati in cacce strutturate e coordinate in un discreto lasso di tempo; lalta incidenza di fratture Snap testimonia la probabilit di tiri effettuati a breve e brevissima distanza, come pure potrebbe indicare un lungo trasporto della carcassa con le frecce ancora conficcate. Le cuspidi sono di piccole dimensioni: la loro forma fa ipotizzare un uso su frecce leggere (m < 25 grammi) e quindi scagliate da archi non particolarmente forti. Questo suggerisce cacce di gruppo, organizzate in modo da spingere gli animali verso cacciatori appostati, che porta facilmente a tiri a breve distanza e molte frecce scagliate sulla preda. Una cuspide di queste dimensioni insufficiente a provocare emorragie mortali e risolutive, ma pi cuspidi ottengono il risultato voluto. La corrispondenza delle frequenze delle fratture ottenute con la speri-

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mentazione indica che le sollecitazioni che hanno subito le frecce del campione allinterno della carcassa (post mortem) possono derivare da situazioni di caccia ravvisabili nella battuta (driving-ambushing) e svantaggio, in cui le occasioni di tiro a breve distanza sono pi probabili, naturalmente facilitate dalla morfologia del territorio. La collocazione del sito, in posizione dominante in unarea ricca di selvaggina ungulata, potrebbe anche suggerire la scelta di un luogo difeso naturalmente per le operazioni di depezzatura preliminare e grossolana, per consentire un pi agevole trasporto della carne verso linsediamento di origine del nucleo dei cacciatori. Il monte di S. Vittoria potrebbe quindi rappresentare un insediamento temporaneo ad orizzonti liberi, consentendo la visione a lunga distanza di eventuali contendenti in avvicinamento.

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