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Nuovi approcci sperimentali per linterpretazione delle macrofratture nelle punte di proiettile litiche

Vittorio Brizzi (**), Cinzia Loi (*) (*) Dipartimento di Storia, Universit di Sassari (**) Dipartimento di Biologia ed Evoluzione, Universit di Ferrara - Paleoworking Parole chiave: Analisi delle tracce duso, cuspidi litiche, sperimentazione, balistica terminale, arco e frecce, indici diagnostici macroscopici Riassunto La sperimentazione balistica tradizionale, atta a verificare i risultati macroscopici e microscopici degli impatti sulle cuspidi di proiettile litico da utilizzare per il raffronto con i record archeologici, sempre stata effettuata mediante tiri su carcasse o bersagli sostitutivi collocati a distanza variabile, (comprese tra i dieci a venti metri). Secondo gli autori, questa pratica evidenzia alcuni limiti. innanzitutto non sono mai stati considerati gli impatti dovuti a tiri effettuati a breve distanza, ove la meccanica vibrazionale della freccia allimpatto genera facilmente macro-fratture trasversali, ritenute di solito incidentali in letteratura. Secondo poi, finora, non si mai tenuto conto delle modificazioni che intervengono nel proiettile durante le fasi successive allimpatto sul bersaglio vivo, corrispondenti alla fuga del selvatico colpito, al trasporto della carcassa effettuato dai cacciatori e alle operazioni di rimozione del proiettile dalla stessa. I protocolli sperimentali adottati non sono mai stati compiutamente omologati e alcuni elementi fondamentali, ad esempio i criteri che definiscono una solida unione tra asta del proiettile e armatura, non sono mai stati fissati in modo univoco. In pi, la sperimentazione tradizionale non tiene. Lesame di un campione di reperti archeologici rinvenuti nel sito neolitico di Monte Santa Vittoria, a Neoneli (Or - Sardegna), ha permesso agli scriventi di rilevare come gli indici diagnostici macroscopici sulle punte di proiettile, considerati validi dalla letteratura, potrebbero essere integrati con quelli provenienti dallapplicazione dei protocolli sopracitati. Kewords: Use wear analysis, experimental archaeology, terminal ballistic, bow and arrow, impact diagnostics, lithic projectile point. Abstract The academic interpretation of impact wear use of lithic projectile points was conducted in the past 30 years only by repeated shoots on carcasses or substitutive targets, at distance between 10 20 meters, and the subsequent diagnostic wear traces were confined in a restricted pattern. The hunting practices are far from these conditions, because the post-shot phase is full of mechanical interactions that will often leaves different wear traces on lithic points. It also happens in a very short range of shooting, because the arrow vibrations during initial acceleration are substantially different from a medium distance flight, and wear traces pattern shows many differences in transversal snap fractures at the impact. Short rage shooting is the characteristic of some collective hunting practices, as disadvantage and pursuit hunting. Authors have conducted experimentation at short distances and collected data from real hunting situations. These data was useful to speculate on behavioral hunting schemes and archeological remains, like the Neolithic obsidian arrow points sample from the collection of Monte Santa Vittoria, (OR - Sardinia), examined on this paper.

Introduzione I pattern di frattura su manufatti litici sono sempre stati oggetto di svariati studi, sia sperimentali che teorici, e si sono rivelati molto utili nellinterpretazione funzionale degli strumenti da un punto di vista archeologico che tecnologico e comportamentale, in riferimento alla loro produzione, uso e abbandono (Ahler 1979, 1989, 1992; Boisvert 1980: 148-149; Callahan 1979; Dockall 1997; Dockall 1994). Questi studi, che partirono storicamente dall analisi morfologica, (Frison, Wilson, & Wilson 1976:44-46; Roper 1979; Patterson 1980) se da una parte consentirono di acquisire molte informazioni su quelle punte gi classificate come tali, dallaltra non servirono granch a definire quegli indicatori in grado di distinguere tra tracce proprie della dinamica del proiettile, oppure attribuibili al forare e tagliare la materia vegetale ed animale. Successivamente, con lanalisi delle tracce duso (Use Wear Analysis), incominci a definirsi una cornice di riferimento significativa. Essa permise lesame dei danneggiamenti, sia sulle punte che sui margini, attraverso la comparazione tra il manufatto archeologico ed un altro, appositamente replicato e sottoposto ad usura ed affaticamento. . Sviluppatasi in Russia grazie ad A. Semenov (1964), questa tecnica stata applicata ad un vastissimo insieme di materiale litico (Tringham et al. 1974; Odell 1977; Keeley 1980; Kamminga 1982; Tomenchuk 1985; Vaughan 1985). Blind tests, effettuati successivamente, fornirono ottimi risultati (Keeley and Newcomer 1977; Odell and Odell-Vereecken 1980). Assunto fondamentale di questo processo, quello di indagare, oltre alla classe morfologico/culturale, anche gli aspetti funzionali. In sostanza, una cosa definire la tipologia del manufatto, altra cosa classificare la sua appartenenza ad una categoria duso sulla base delle tracce riscontrate. I lavori sperimentali specificamente dedicati agli impatti si sono sviluppati soprattutto negli anni successivi a Semenov. Le tracce duso sulle punte di proiettile sono fondamentalmente di due tipi: le tracce di abrasione e le tracce di affaticamento. Entrambe sono diagnostiche della meccanica delle fratture dei solidi di struttura omogenea sottoposti a carico statico o dinamico (Cotterell and Kamminga 1987, 1990). Le prime (tracce di abrasione) sono proprie della deformazione della superficie del manufatto in ragione di politura, appiattimento, striature, ma non corrispondono ad una modificazione della forma fisica macroscopica del manufatto (Buckley 1981: 469-471). Le seconde (tracce di affaticamento) corrispondono a vere e proprie rotture, apprezzabili a occhio nudo, che si verificano quando la resistenza meccanica del materiale costituente il manufatto viene vinta da una forza di impatto. Queste ultime si dividono in fratture longitudinali, fratture laterali, fratture distali e trasverse (snap), crushing, step e spin off. Le tracce, siano esse di abrasione che di affaticamento, si presentano spesso associate e vengono osservate in varie combinazioni dipendenti dalle modalit duso dello strumento, dalla consistenza del materiale e dalle sue propriet meccaniche, dal tipo di sollecitazioni e dalla loro durata. In questo lavoro ci riferiremo solo alle tracce di affaticamento. Da un punto di vista morfologico le tracce di affaticamento si dividono in fratture longitudinali, laterali (burination), basali e trasverse, mentre, dal punto di vista meccanico, vengono classificate in funzione del modo in cui inizia (initiation) la frattura e del modo in cui essa termina (termination). Si avranno cos le cone fracture e le bending fracture. Se da una parte la classificazione delle macro- fratture da impatto qui accennata, definita dal Ho Ho Committee (Ho Ho Committee Nomenclature, 1979) risulta pressoch accettata e utilizzata da tutti gli studiosi, dallaltra, nonostante il dibattito aperrto da Keeley (1980) Odell (1982a, 1986) Vaughan and Newcomer (1985), Grce, and Unger-Hamilton (1986) manca ancora, ad oggi, un protocollo di sperimentazione univoco.

1) Cone Initiating fracture 2) Bending Initiating fracture

2 a) Feather Terminating Bending fracture 2 b) Hinge Terminating Bending fracture 2 c) Step Terminating Bending fracture 2 d) Snap Terminating Bending fracture 2 e) Unfinished Terminating Bending fracture 2 f) Spin-off Cone Ferminating fracture

Fig.1 Classificazione delle macrofratture da impatto da Fisher, Vemming Hansen and Rasmussen (1984)

Vacui nel processo di sperimentazione Il processo sperimentale attualistico1 che determina le fratture osservabili sulla replica quindi ancora abbastanza vago e indeterminato. Obiettivo degli sperimentatori dovrebbe essere quello di ricreare un ambiente da laboratorio che permetta, attraverso una opportuna cura ricostruttiva (a partire dalle materie prime) la simulazione di una caccia preistorica nel suo momento topico, quello in cui il proiettile impatta sulla preda. Perch ci sia attuabile, oltre alla coerenza tra gli attributi dimensionali e di massa di un proiettile replicato rispetto a quello della cultura di riferimento, necessario tenere presenti alcuni fattori allapparenza trascurabili. Potremmo definirlo un processo di analisi riduzionistico, da compiere con cautela. Nello specifico: 1- bisognerebbe cercare di parametrizzare i modi culturali e adattativi, caratteristici del particolare contesto di studio, legati alla scelta del materiale in funzione della disponibilit, alla meccanica di assemblaggio tra le componenti e agli elementi critici che determinano la solidit e lefficacia globale del manufatto (la tecnologia relativa al fissaggio tra le cuspidi litiche e le aste, siano esse di freccia scagliata da un arco, di zagaglia lanciata da un propulsore o una lancia brandita a mano o gettata a distanza). La solidit della giunzione raggiunta attraverso la maestria manuale nel ricavare lo scasso nellestremit distale dellasta in legno e dal modo con cui leganti vegetali o animali (tendini seccati, battuti e sfibrati) e collanti (mastici vegetali o colla realizzata con sostanze animali) vengono utilizzati per assicurare la giunzione con la cuspide. Ricordiamo infatti che la solidit del fissaggio determina in larga misura lentit della traccia macroscopica sulla cuspide. Test meccanici preliminari, o standard procedurali ben definiti sui sistemi di connessione potrebbero permettere luniformit interpretativa dei dati di risulta. 2- noto, peraltro, dalletnografia, come spesso il cacciatore (o larciere in guerra) possa non desiderare un fissaggio solidale, anzi, privilegi il distacco post-impatto, per favorire la permanenza della cuspide allinterno della cavit della ferita (Brizzi 2005). Ebbene, una cuspide cos assicurata,

Attualismo una corrente di pensiero scientifico nata grazie a Sir Charles Lyell. Egli fu il primo ad esporre chiaramente e diffondere alla comunit scientifica la teoria sintetizzabile con la frase "il passato la chiave del presente". Era Geologo e Paleontologo ai tempi di Darwin.

mostra tracce di abrasione e affaticamento particolari, di entit non proporzionale allenergia cinetica del proiettile e con pattern diversi. Purtroppo i record archeologici, a parte qualche fortunata situazione di rinvenimento, non ci forniscono sufficienti elementi per ricostruire fedelmente il sistema di fissaggio che, essendo di origine vegetale ed animale, risulta deperibile nel tempo. ovvio come sia necessario, in questo caso, una sperimentazione pi specifica, avvalorando ulteriormente limportanza di una cura particolare nella predefinizione degli standard dellesperimento. 3- In un processo di sperimentazione non bisognerebbe mai trascurare il principio del miglior risultato con il minimo sforzo. Esempio di ci la cura della bonding mass (Howard 1995:293, 296; Raup 1976:284) nella giunzione tra cuspide e asta, il cui volume deve garantire solidit e nello stesso tempo creare la minor interferenza possibile allatto della penetrazione. La capacit di realizzare interfacce efficaci, utilizzando il mastice e i leganti in maniera ottimale pur minimizzandone la quantit, unarte difficile da improvvisare, ma sicuramente posseduta dai cacciatori della preistoria. Su questo argomento bisognerebbe discuterne, e giungere ad una opportuna parametrizzazione che stabilisse alcune regole. 4- La formazione di macrofratture, avviene per un impatto sul bersaglio di un proiettile caratterizzato da una sua massa, forma e velocit. Ancora, la resilienza del tessuto del bersaglio e i parametri dinamici di impatto del proiettile determinano una reazione meccanica sulla punta e le conseguenti variazioni post-impatto della sua morfologia. Nella caratterizzazione del bersaglio, si dovrebbe prestare pi attenzione sia alle enormi differenze di resistenza alla penetrazione, dovute, nelle varie specie animali dovute allanatomia e ai parametri tissutali, che alla diversa reazione che il tessuto del medesimo animale presenta nei diversi periodi dellanno, per via dello spessore e consistenza del manto. Lo stesso cervo di 170 kg, infatti, a Giugno, oppone una resistenza ben minore allimpatto del proiettile, scagliato a Febbraio nellidentico punto. dunque necessario distinguere con molta attenzione la localizzazione dellimpatto, differenziando la collisione con cartilagini ed ossa (caratterizzate da ampio spettro di resistenze) da quella su parti molli. La combinazione tra tracce di abrasione e affaticamento potrebbero fornirci indicazioni molto interessanti. Se in una sessione di sperimentazione la rilevazione dei valori della velocit di impatto, del momento (Massa per velocit) e dellenergia cinetica del proiettile rappresentano i pi semplici elementi da acquisire e standardizzare, solo bersagli perfettamente omogenei potrebbero facilmente risolvere, anche se in modo astratto e autoreferenziale, il problema inerente luniformizzazione. In altre parole, le fratture su una punta di proiettile provocate da un impatto su un bersaglio artificiale diventano diagnostiche per quel bersaglio, e basta. Fin qui abbiamo descritto le componenti di un processo danalisi riduzionista; limpegno dello sperimentatore rivolto a trasformare queste variabili in elementi via via costanti, o perlomeno facilmente governabili e standardizzabili nellambito delle sessioni sperimentali. Definire pi rigidamente i protocolli, per ampliare il pi possibile il range della sperimentazione, condividendo i risultati con altri, permette di allargare la base dei dati su cui operare un buon data mining. Il costo di un simile processo risulta altissimo. Dallaccurata ricerca bibliografica appare chiaro come ogni gruppo di scienziati, che si cimentato in passato in esperimenti di laboratorio atti a simulare gli impatti e verificare le modificazioni conseguenti nelle punte di proiettile utilizzate per simulare gli impatti e analizzare le fratture e le modificazioni conseguenti nelle punte di proiettile utilizzate, processi riportati brevemente qui di seguito, ha agito secondo logiche espresse volta per volta; pubblicando i risultati, per, troppo spesso ha omesso particolari importanti alla luce delle variabili critiche sopra esposte. Questi scienziati si sono posti certamente quesiti specifici, e hanno acquisito dati senzaltro importanti. Ma ovviamente le variabili in gioco sono molteplici, come si scritto, e senza una maggiore cura in 4

questo approccio riduzionista, lomologazione dei risultati e la possibilit di integrarli e confrontarli per avere una base di discussione statisticamente valida, spesso diventa una chimera.

Sperimentazioni passate In questo elenco (che raggruppa cronologicamente le principali sperimentazioni, documentate da pubblicazioni) sono stati descritti brevemente gli obiettivi, il numero delle punte di proiettile ed i bersagli utilizzati. Non si discriminato tra esperimenti con cuspidi litiche e organiche, perch le problematiche legate ai punti critici del protocollo di sperimentazione, in termini generali, sono le stesse. La sperimentazione da laboratorio dovrebbe sempre simulare situazioni reali in modo controllato e monitorabile. Analizzando i metodi utilizzati da tutti questi studiosi, si evince come siano sempre stati utilizzati in maniere diverse e a diverse distanze, bersagli artificiali (ben poche volte descritti in modo esaustivo) e carcasse, in vari stati di conservazione, in opposizione a quanto lamentato sopra sulluniformazione dei protocolli. Tyzzer (1936) fu probabilmente il primo a sperimentare diversi tipi di immanicamento e le caratteristiche di solidit dei vari sistemi di fissaggio, indag sui pattern macroscopici di frattura su 9 punte in osso bovino scagliate con larco e impattate su legno tenero e terreno; Ahler (1971), nel cercare di comprendere le relazioni tra tipologie formali e la loro funzione associata, effettu un numero esiguo di prove con la lancia negli impatti con il terreno; Van Buren (1974) effettu test di penetrazione e precisione su zagaglie armate con 270 punte litiche allimpatto con terreno, erba, legno. Arnt e Newcomer (1982) sperimentarono 20 punte di materiale organico scagliandole con larco contro carcasse fresche di pecora e bersagli simulati; Barton e Bergman (1982) compararono i danni da impatto tra 17 punte mesolitiche su una carcassa di daino cercando di rilevare differenze tra microliti geometrici innestati con solo mastice, solo leganti, e mastici e leganti; Bergman e Newcomer (1983) studiarono i pattern di frattura di 26 punte di freccia armate con cuspidi litiche su carcassa simulata; Guthrie (1983) esegu una prova comparata tra punte in palco di cervide e altri materiali organici usando 50 frecce scagliate da un arco compound su una carcassa di alce; Fischer, Vemming Hansen e Rasmussen (1984) furono i primi a verificare sia da un punto di vista macroscopico che microscopico le tracce duso di 153 cuspidi, impattate su carcasse simulate, carcasse fresche di cinghiale, tessuto erboso, pesci, rami e tronchi dalbero; Flenniken (1985) per studiare le relazioni tra i pattern di frattura e le variazioni morfologiche dopo un primo uso e ravvivamento di 11 cuspidi di ossidiana scagliate su capre selvatiche vive; Flenniken e Raymond (1986) proseguirono con la medesima finalit utilizzando 30 cuspidi di ossidiana, immanicate in frecce e scagliandole su alberi, suolo soffice e sottobosco; Odell e Cowan (1986) con arco e propulsore scagliarono 80 tra frecce e zagaglie su una carcassa fresca di cane per verificare le tracce di impatto in funzione dellefficacia balistica terminale di diversi tipi formali di cuspidi; Titmus e Wood (1986) studiarono la relazione tra diverse tecniche di lavorazione e tracce di impatto su 34 cuspidi di ossidiana armate su zagaglie, tirando su sabbia, terreno soffice, corteccia e legno; Woods (1988) indag sul rapporto forma e funzione delle varie cuspidi di ossidiana armate su zagaglia e scagliate contro terreno sabbioso, ghiaia, corteccia e legno. Cox e Smith (1989) compararono i pattern di frattura su lavorazione/impatto di 21 lame di coltello e cuspidi immanicate in frecce, su di una carcassa fresca di cervo coda bianca; Frison (1989) effettu uno studio sulle punte Clovis (7) immanicandole su lancia e scagliandole su un carcassa di elefante; Stodiek (1990) indag sulle tracce duso nelle interfacce dunione tra aste e 22 cuspidi in materia organica, tramite limpatto su carcasse di daino; Towner e Warburton (1990) indagarono sulle tracce duso, tra produzione e impatto su legno stagionato, di cuspidi di ossidiana immanicate su zagaglia; Shea (1988, 1993) effettu una comparazione tra tracce duso sperimentali e record archeologici di pi di 100 punte triangolari del paleolitico medio e punte Musteriane, impattate su carcasse di 5

mucca, cavallo, cervo coda bianca, gazzella, capra; Cattelain e Perpre (1993) per cercare di discriminare tra le lesioni da impatto di cuspidi armate su freccia e su zagaglia, indirizzarono 100 lanci contro una carcassa di capra; Chadelle, Geneste e Plisson (1991; 1993) in due sessioni utilizzarono larco e la balestra (appositamente tarata per simulare lenergia cinetica di una zagaglia) per comparare le fratture di pi di 400 cuspidi in funzione della loro grandezza ed energia cinetica, su carcasse di capra; Pokines (1993) lavor sulle punte organiche (20) per verificare i pattern indicatori di impatto su una carcassa di capra; Knecht (1991, 1993a, 1993b) con 23 punte di osso e palco immanicate su lancia scagliata, indirizz tiri reiterati (studiando la morfologia degli impatti dopo il ravvivamento dei margini taglienti) su carcassa di capra fresca in posizione anatomica; ci gli permise di identificare i parametri necessari (il quantitativo minimo di energia per penetrare la pelle della capra) per uniformare la sperimentazione, poi rilev i tipi di frattura sulle punte differenziando le zone di impatto (addome, vertebre, costole, bacino, mandibola e cranio) ; Callahan (1994) per studiare le propriet del sistema di fissaggio asta-cuspide litica, scagli 32 cuspidi innestate su lance e zagaglie contro una carcassa di elefante; infine sempre Knecht, nel 1995, con un campione di 90 cuspidi in osso effettu 302 tiri su una carcassa di mucca mantenendo inalterati gli standard dellesperimento del 1993, ma i risultati ancora oggi non sono stati pubblicati completamente (Knecht 1997).

Balistica terminale verosimile Tornando alla problematica relativa alla simulazione, quando questa pu dirsi congruente? Da ci che pu evincersi da quanto scritto finora, La sperimentazione balistica su carcasse o su bersagli succedanei effettuata negli anni passati, evidenzia secondo gli autori un limite a priori: la mancata omologazione di un protocollo sperimentale di riferimento. Un ulteriore grosso limite quello che segue. Procedendo nei ragionamenti, gli autori propongono un sistema olistico a monte, per ovviare a quelle che si ritengono, come vedremo, lacune ben pi pesanti rispetto a quelle considerate finora. La differenza sostanziale delle conseguenze di impatto e post-impatto (macroscopiche e microscopiche) - riscontrabili sia sul proiettile che sui tessuti - effettuando tiri verso carcasse piuttosto che su selvaggina viva, evidente. Infatti, limpatto strettamente influenzato dai parametri dinamici (uno fra tutti, il moto del selvatico che potrebbe avere una velocit dello stesso ordine di grandezza di quello del proiettile). Ben pi critica la fase del post-impatto, in cui la cuspide continua ad agire allinterno della cavit corporea grazie al movimento del selvatico (urti dellasta della freccia conficcata contro ostacoli naturali) (Odell & Cowan, 1986: 202). Ancora, la permanenza del proiettile o di parte di esso nella cavit della ferita nei momenti successivi allimpatto, determina sulla superficie del proiettile tracce duso complesse, diverse da quelle riscontrabili in una sperimentazione su carcasse inanimate, verso cui vengano indirizzati proiettili reiterati. Inoltre, nella fase di recupero del selvatico, post mortem, tutte le azioni di trasporto della carcassa e dei possibili tentativi di rimozione della freccia dal corpo da parte del cacciatore, producono tracce di affaticamento e abrasione sulla cuspide ben diverse da quelle proprie delle forze agenti in seguito al moto rettilineo del proiettile che coglie il bersaglio. Tutto ci ci fa comprendere come, la differenza tra un impatto su bersaglio vitale rispetto a quello su una carcassa, oppure su uno artificiale, in molti casi possa quindi inficiare la validit dellesperimento, dal momento in cui le fratture generate sperimentalmente vanno a raffrontarsi con il record archeologico. Come riporta Ashby (1996): Penetration data collected from real shots, into real tissues, is not a static measurement. Outcomes differ from shot to shot, as the uniformity of tissues encountered change. In the real world it is impossible to control all the variables, 6

and one does not wish to do so. Those variables do exist. They will be encountered. The scholar of abstract science will cite that this testing methodology includes too many variables, but it is precisely because of the multitude of variables that it is necessary. When dealing with infinitely complex variables, only outcome driven information analysis, from a multiplicity of data, provides usable results. This is why the medical community commonly uses outcome driven studies.2 bene chiarire come, nel caso dellimpatto del proiettile con il terreno, una roccia, un tronco dalbero o con arbusti, il problema non sussista. Infatti, il tiro errato del cacciatore tale nel modello attualistico come nel passato, ferma restando laccuratezza della ricostruzione del manufatto e del sistema di lancio. I pattern di affaticamento e usura nella simulazione saranno i medesimi nel record archeologico. Tiri a breve distanza Un altro limite della sperimentazione balistica riguarda lassenza di dati derivanti da tiri effettuati da breve e brevissima distanza, situazione verosimile in ambito venatorio, ove il cacciatore appostato - scaglia la sua freccia contro la preda guidata nei pressi dal battitore o dalleventuale ausiliario. In tali condizioni, le componenti vibrazionali della freccia modificano di buona misura le forze agenti sulla cuspide nellistante dellimpatto. Le tracce risultanti sono tali da complicare enormemente il pattern conseguente. Effettuare tiri anche da brevissima distanza (d < 3 m.) soddisfa la necessit di verificare le tracce di impatto sulle cuspidi, derivanti dalle forze che si generano in questa particolare fase della traiettoria (accelerazione iniziale). Limpatto a breve distanza ben diverso, da un punto di vista dinamico, da quello che avviene nei tiri a distanza superiore (10 < d < 25 m.), usuali nella caccia di appostamento e incontro (Churchill 1980:11 21). In questoultimo caso la freccia risulta stabilizzata nel suo moto rettilineo grazie alleffetto dellimpennaggio; la traiettoria si rettifica ed i moti trans-assiali della freccia si riducono notevolmente. Limpatto provocato da un tiro a breve distanza invece risulta caratterizzato da un pattern di forze complesso. Il moto della freccia la risultante di due componenti: laccelerazione lungo la linea di avanzamento e le accelerazioni trasversali della freccia intorno ai suoi punti nodali. Queste ultime sono causate dal (1) movimento delle dita che rilasciano la corda (nellistante in cui la freccia inizia ad accelerare verso il bersaglio) e (2) dal disassamento tra piano virtuale di scorrimento della corda e la linea di mira che congiunge locchio dellarciere con il centro del bersaglio, prodotto dallo spessore dellimpugnatura dellarco. E il fenomeno noto come paradosso dellarciere (Kooi 1981, Brizzi e Ferraro 1992: 198-204, Kooi e Bergman 1997, Brizzi 2008). Una freccia che impatta a breve distanza quindi scarica energia vibrazionale lungo il piano trasversale attraverso il canale della ferita, ed essa di entit veramente notevole. Lasta della freccia durante il suo moto libero vibra intorno ai suoi due punti nodali, posti a un sesto della lunghezza dellasta, ai suoi estremi. Questo moto, nei primi metri della traiettoria e rispetto al bersaglio, prossimo ai 150 piedi al secondo e oltre di velocit (>50 m/sec); trasversalmente le due estremit della freccia si muovono a 50 piedi al secondo (16 m/sec) in un moto oscillatorio sul
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I dati di penetrazione ottenuti da tiri in caccia reale in tessuti animali veri non sono misure statiche. I risultati differiscono ad ogni tiro, cos come i tessuti variano. Nel mondo reale impossibile controllare tutte le variabili. Gli studiosi di scienze pure sono convinti che questa metodologia includa troppe variabili, ma precisamente perch esse esistono che necessario utilizzare questo metodo. Quando si ha a che fare con infinite e complesse variabili, solo un processo ai risultati guidati fornisce risultati utilizzabili, ci quello che la comunit medica utilizza con successo nei suoi studi.

piano orizzontale, e rispetto allasse dellasta a 3000 rotazioni al minuto. Allimpatto, il punto nodale principale (anteriore) diventa linterfaccia di contatto tra asta e bersaglio; la componente della velocit, rispetto al moto lineare, di conseguenza diventa uguale a zero in un attimo rapidissimo, e buona parte dellenergia cinetica dei moti vibrazionali liberi si trasferisce istantaneamente allinterno del canale della ferita (attraverso movimenti trasversali), enfatizzando la probabilit di snap fractures, in modo indipendente dallorientamento spaziale della cuspide allimpatto, da un punto di vista simili a quelle ottenute durante il lavoro finalizzato alla realizzazione dellutensile e ad altre fratture ritenute accidentali (cadute e calpestio), definite non propriamente diagnostiche in letteratura (Fisher, Vemming Hansen e Rasmussen 1984). La sperimentazione in caccia reale Effettuare sperimentazione su animali vivi un problema etico. Ma oggi sono sempre pi i cacciatori che utilizzano legalmente larco nella stagione venatoria. Gli Stati Uniti, la maggior parte degli stati europei, africani ed asiatici consentono la caccia con larco con calendari dedicati e una regolamentazione apposita, che tutela nella la forma e nella tecnica questa attivit. Per questo motivo, gli scriventi presero accordi con organizzazioni nazionali ed internazionali di cacciatori con larco ipotizzando di utilizzare il loro potenziale di risorse umane e tecniche a scopo sperimentale attraverso un progetto. Dallanno 2002 lo scrivente, in collaborazione con alcune associazioni di caccia con larco americane ed europee e la NBEF (National Bowhunting Education Foundation) lavora, nellambito del progetto T.I.P.S (Terminal Impact Project Study) allelaborazione dei dati raccolti attraverso lutilizzo da parte delle suddette associazioni di un protocollo sperimentale di caccia, che propone specifici standard strumentali e comportamentali. Le attivit inerenti questo progetto, vengono coordinato tramite una extranet ad accesso regolamentato. In Italia, il network dellAssociazione Paleoworking, che comprende diversi ricercatori afferenti a svariati laboratori universitari, ha il compito di fornire indicazioni e materiali ai cacciatori e, successivamente, di elaborare i dati restituiti dagli stessi. Si costituto dunque un gruppo di controllo italiano, composto da esperti cacciatori e tecnologi che, oltre a verificare in progress i dati che giungono a mano a mano che lesperimento procede, riproduce le di cuspidi litiche di freccia da fornire ai cacciatori. Lo stesso gruppo, oltre a studiare il materiale utilizzato durante le azioni di caccia, ha il compito di elaborare, come gi detto, i dati forniti dai cacciatori e correlarli a quelli derivanti dallanalisi del materiale. Per quanto concerne le cuspidi, ne sono state riprodotte finora diverse centinaia - suddivise per classi metriche e topologiche - che, dopo essere state catalogate attraverso un processo di scansione 3D, il cui modello matematico era parte di un database relazionale, sono state inviate a quei cacciatori, che, accreditati dal profilo dichiarato nel data sheet compilato all ingresso, hanno deciso di partecipare al progetto. Il data sheet in questione contiene un insieme di informazioni dettagliate sulle caratteristiche del partecipante: i dati anagrafici, abitudini ed esperienze venatorie pregresse, caratteristiche dellattrezzatura utilizzata solitamente e le predilezioni/possibilit di scelta nei confronti della selvaggina cacciata. In funzione di questo profilo a ciascuno di essi viene inviato del materiale contenente il protocollo da seguire durante lattivit venatoria. Circa lattrezzatura, ogni partecipante ha lobbligo di fornire alcuni dati tecnici essenziali: la tipologia darco, il suo carico, la massa delle frecce utilizzate, la velocit di uscita delle stesse calcolata con un semplice cronotachigrafo commerciale. Il protocollo prevede, inoltre, che il cacciatore debba produrre precise indicazioni circa la cattura della preda, corredate da un esauriente documentazione fotografica. Nello specifico, prevista la compilazione di ulteriore form on line, in cui vanno specificate le informazioni relative allarea di caccia, alle caratteristiche della selvaggina abbattuta (tipologia, sesso, peso, caratteristiche specifiche) alle circostanze del tiro (ora, distanza, visibilit, dislivello, posizione del bersaglio) e, soprattutto, alle modalit del recupero (tempo impiegato, distanza, condizioni della selvaggina). Per ci che concerne la documentazione fotografica, notevole 8

importanza riveste quella inerente al materiale relativo alle lesioni, le condizioni della freccia dopo limpatto, le condizioni dellinterfaccia tra asta e cuspide e della cuspide stessa. Di questultima, una volta inviata al laboratorio, vengono analizzate solamente le macrofratture. Anche i tiri non giunti a segno e che hanno impattato su ostacoli naturali (terreno, sabbia, rocce, vegetazione e alberi) sono stati rilevati quando possibile. La comparazione digitale tra la scansione 3D di partenza e quella effettuata sul campione post impatto permette di catalogare il modello matematico delle alterazioni subite. Lelaborazione statistica di questi dati comporta un lavoro notevole. Questo processo olistico comprende ovviamente un ampio spettro di casistiche, riferibili alla maggior parte dei fenomeni che una situazione reale di caccia pu generare. La registrazione di questi dati su un database relazionale permette, attraverso un opportuno data mining, la correlazione tra fenomeni apparentemente disgiunti che, comunque, hanno come risultato, una serie di specifiche e definite modificazioni per affaticamento della morfologia della punta. Bench solo attraverso una vastissima raccolta di dati possa fornirne altri statisticamente utili, dallelaborazione di quelli raccolti finora (riguardanti il sottoinsieme delle frecce armate con cuspidi di ossidiana) sono gi emersi alcuni indirizzi interessanti, utilizzati come vedremo per approcciare uninterpretazione dellindustria litica del Monte S.Vittoria, di Neoneli (OR) e ipotizzare il comportamento in caccia degli occupanti il territorio.
Tab.I Macrofratture su cuspidi di ossidiana
target shooting d.(m.) impact Cone fracture Bending fracture Burination (longitud.) snap feather hinge step Spin off fracture monofacial to 1 mm. wild boar deer 10 to 35 22 to 30 DIAGNOSTIC 124 32 42 12 14 4 X(*) 31 18 X(*) 26 5 16 5 64 28 X 31 7 bifacial up 1 mm. 43 14 X 79 25 X

(*) not usually considered diagnostic in literature

Fig.2 Alcuni dati estratti da TIPS project (2002 2006)

Il caso di S.Vittoria Il sito, ubicato al confine tra i territori comunali di Neoneli e Nughedu S. Vittoria, nel Barigadu regione storico-geografica che si estende nella parte centrale della Sardegna (293,94 Kmq) -, occupa la sommit di un vasto pianoro dai versanti precipiti (817 metri s.l.m.) dal quale si domina gran parte dellaltopiano di Abbasanta e, verso Est, i rilievi del Mandrolisai. La localit ricade allinterno dellOasi faunistica di Assai. Lambiente, in unarea compresa nel raggio di 2 km, caratterizzata da un paesaggio di alta collina con quote comprese fra i 601 e gli i 800 m s.l.m.. Dal punto di vista geologico, tale ambito occupato dai graniti del Paleozoico; le forme del rilievo si presentano a tratti aspre e si diversificano in relazione alla distribuzione delle diverse facies litologiche. Lelevata rocciosit che contraddistingue tale paesaggio rappresenta un forte limite allutilizzo di questi terreni. Il substrato del Monte S. Vittoria costituito anchesso da rocce granitiche su cui poggiano per suoli ignimbritici. Anche le distanze dal corso dacqua non sono brevissime; il pi vicino il Riu Tintinnu, distante oltre 500 metri. Le prospezioni di superficie, effettuate sul terreno da chi scrive, hanno permesso di individuare diverse fasi di 9

frequentazione, in un arco cronologico molto ampio, il cui limite inferiore sembra collocabile alla met del IV millennio a.C., nel Neolitico Recente (cultura di Ozieri) cui seguono testimonianze delle fasi iniziali dellEneolitico (culture di Filigosa e Abealzu). Non sono attestate le fasi finali dellEneolitico e le diverse fasi dellet del Bronzo. Secondo il Barreca, sul Monte S. Vittoria vi sarebbe stato un insediamento di et punica (Barreca 1978:245). Tuttavia, sulla base di quanto documentato in loco ed in assenza di dati di scavo, si preferisce tenere sospesa la valutazione del Barreca e interpretare le rovine presenti nel sito come ci che resta dellinsediamento giudicale di Sancte Victorie de Montesancto, documentato nel Condaghe di S. Maria di Bonarcado (CSMB:doc. 17). Allo stato attuale delle ricerche non emerso alcun elemento che documenti, nella zona circoscritta attorno al nostro sito, altri insediamenti di epoca preistorica. Un dolmen stato individuato in localit Nole, a circa 3 km in direzione S del sito in esame. Nella stessa localit si trovano i resti dellomonimo nuraghe e di un villaggio ad esso pertinente. Sempre in direzione S, a poco pi di 2 km del nostro insediamento, sulla sommit del monte Olisezzo, si trovano i resti di un secondo nuraghe. La stazione di S. Vittoria si collega tipologicamente a quelle di Sas Concas de Cavizze, Esiricoro, Sedda Sa Figu, Punta Cannas in territorio di Austis (Nieddu 2003:76). Tuttavia, la scarsit delle informazioni edite ad esse concernenti non agevola lindividuazione di precisi confronti per la peculiare struttura e organizzazione del sito di S. Vittoria. Analisi territoriale A questo punto la domanda che ci si pone quale fosse la natura di questo sito (accampamento stagionale finalizzato alla caccia o insediamento permanente) e quali fattori (economico-ambientale, strategico-difensivo) possono aver indotto il gruppo umano di S. Vittoria a stanziarvisi? Non si dispone di dati di scavo, tuttavia, sulla base dei confronti con siti coevi, sui dati direttamente desumibili dallo studio territoriale e di quelli raccolti sul campo si possono avanzare alcune ipotesi interpretative che nullaltro vogliono essere se non ipotesi di lavoro in vista di future verifiche.

Fig.3 The S.Vittoria Mount Il raffronto tra il sito di S. Vittoria e quelli ad esso coevi ne fa emergere le sue peculiarit. Ricordiamo, infatti, che gli insediamenti del Neolitico Recente isolano risultano ubicati, di preferenza, in aree pianeggianti o modestamente elevate, denotano una economia legata in prevalenza allagricoltura e godono della prossimit di un corso dacqua. NOTA Lo stesso avviene anche nel restante territorio del Barigadu, allinterno del quale sono stati individuati altri 59 siti riferibili allet prenuragica3. NOTA Infatti, in questa regione si rilevato che, nella maggioranza dei casi, le testimonianze relative a possibili aree abitative si localizzano a

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breve distanza dalle necropoli ed in zone modestamente elevate per le quali si potrebbe ipotizzare unattivit di sussistenza mista. Lanalisi del rapporto degli stanziamenti con lidrografia, seppure riferita alla situazione attuale del reticolo idrografico - che tuttavia si suppone non molto dissimile da quella antica - , evidenzia come oltre il 70% di essi avesse un corso dacqua ad una distanza inferiore ai 300 metri. Per quanto concerne le relazioni fra i siti si rileva che la distanza media che separa un complesso a domus de janas da un insediamento abitativo di circa 800 metri. Caratteristica dellinsediamento di S. Vittoria invece, come gi detto, la posizione elevata che consente un grande dominio visivo dei territori circostanti. Ancora, lambiente sul quale insiste il sito roccioso, poco adatto allagricoltura. Inoltre, assai interessante notare come non vi sia un corso dacqua nelle immediate vicinanze. Altro elemento degno di rilievo lassenza di sepolture riferibili a questo insediamento. I caratteri generali del sistema ambientale in cui gravita linsediamento denotano, come gi detto, un criterio di scelta topografica orientato verso il dominio visivo del territorio e fanno supporre che, da un punto di vista economico, il ruolo di maggior interesse fosse attribuito alla caccia, considerato che le possibilit di utilizzo agricolo e per il pascolo di questi suoli sono quasi inesistenti. Infatti, tale ambiente, che immaginiamo non dovesse essere troppo differente dallhabitat che riscontriamo ancora oggi nella zona, assicur ai cacciatori che lo frequentavano periodicamente, o vi risiedevano, unampia scelta tra le prede cacciabili: prime fra tutte, le specie boschive come il cinghiale, il muflone ed il cervo (WILKENS 2003). Il materiale - Le indagini di superficie, volte in primo luogo allo studio e alla ridefinizione delle fasi di vita dellinsediamento di S. Vittoria, hanno restituito numerosi elementi di industria litica in ossidiana costituita sia da elementi su lama che su scheggia. Gli strumenti sono rappresentati da grattatoi, raschiatoi e da numerose punte di freccia. Larea di raccolta dei reperti, di estensione ridotta, si concentra in corrispondenza del settore centrale del pianoro. Lanalisi dellindustria litica permette di attribuire la prima occupazione del sito al Neolitico Recente.

Le cuspidi analizzate Dal materiale litico rinvenuto a S. Vittoria, stato enucleato un campione di 9 delle cuspidi. Esse mostrano una serie di danneggiamenti pi o meno significativi nella parte distale e alcune presentano fratture nel codolo e nelle spalle. Per quanto riguarda le dimensioni e il peso; la lunghezza va dai 18 ai 35 mm, mentre la loro massa varia dai 2 ai 4 grammi.

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Fig.6 Il campione di cuspidi in oggetto

I dati riferiti alla lunghezza presunta derivano da considerazioni di tipo balistico-strutturale. La tipologia rappresentata la cuspide bifacciale peduncolata con spalle pi o meno pronunciate (in un solo caso - 4b - sono abbastanza evidenti tracce di alette, ma non si esclude che anche altre potessero avere questa conformazione). Anche la lunghezza dei codoli dedotta da un punto di vista strutturale, mediamente come dellintera lunghezza della cuspide. Lintero sviluppo della cuspide (nei casi in cui risulti priva dellestremit) calcolato graficamente facendo convergere i prolungamenti dei bordi esterni della cuspide, tenendo conto di un profilo rettilineo o sub excurvato. Le cuspidi esaminate presentano sezione lenticolare o piano convesse. Il ritocco piatto ed invadente, in un caso (6b) seriale ed obliquo.

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arrow point 4b 5b 6b 7b 8b 9b 1d 4d 8c

original lenght (mm) 35 31 25 28 23 20 21 18 20

suspected lenght (mm) 40 40 30 32 35 39 34 40 38

Fig.5 lunghezza reale e presunta delle punte di freccia in esame Le dimensioni e le masse Il campione esaminato composto di cuspidi di modeste dimensioni. Sottoponendo, pur con le dovute cautele, le caratteristiche topologiche e metriche di esse ad un processo di reverse engineering, si potrebbe giungere con ragionevole certezza alla conclusione che tali armature fossero parte di un proiettile comunque leggero. Secondo le leggi della balistica del sistema arcofreccia (interna e esterna), infatti, una freccia ben bilanciata, in grado di muoversi verso il bersaglio in modo non erratico e dissipando la minore energia possibile, dovrebbe avere il baricentro statico spostato in avanti rispetto al suo centro geometrico di una percentuale variabile, dal 6 al 16% (BRIZZI 2006). Pi il peso in punta alto, maggiore la stabilit in volo e minore superficie stabilizzante (impennaggio) necessaria, e maggiore penetrazione con i tessuti si ottiene (Ashby, 2005). Conseguentemente, una freccia armata da una cuspide con caratteristiche analoghe al nostro campione dovrebbe avere una massa compresa tra i 20 e i 25 grammi (considerando una media tra i pesi specifici delle diverse essenze impiegabili per lasta e le altre componenti, penne, leganti ed incollaggi). La variabile incognita, procedendo in questa modellizzazione, comunque relativa alla lunghezza della freccia. Tale dato pu essere desunto per sommi capi dalle misure antropometriche, ancorch nei suoi termini minimi (un arciere non pu tendere una freccia pi corta del suo allungo fisiologico, definito dalla distanza tra la mano che regge larco con il braccio completamente teso e il punto di aggancio della corda, nei pressi del volto, con larco alla sua massima trazione). Dall altezza media desunta dai ritrovamenti funerari, si pu ragionevolmente ipotizzare una minima lunghezza di freccia intorno ai 66 68 cm. Questa sommaria ricostruzione comunque ci pu comunicare informazioni interessanti: la bassa sezione durto appare inequivocabile e le dimensioni dei codoli (massima larghezza 6 mm., massimo spessore 3 mm.) conferma luso di frecce sottili e leggere. La valutazione, nellambito della Balistica terminale, della letalit della ferita funzione dellorgano vitale colpito e dalla profondit del canale di taglio. A sua volta, la larghezza del canale di taglio e quindi della letalit della ferita vincolata al rapporto tra il perimetro della cuspide e il perimetro dellasta che la arma, che deve essere non inferiore a 1 (perch lasta, trascinata dalla cuspide, sia libera di penetrare senza attrito) e meglio se prossima a 2. La totale superficie della ferita, dal punto di vista dellefficacia, parametrizzabile rispetto al selvatico in funzione del periodo dellanno e dello spessore della pelle e dalla larghezza della cavit toracica ove risiedono gli organi vitali (FRIIS-HANSEN, 1990, PERCO 1988, 1989, LANDINI 1990). Tutte informazioni utili a ipotizzare un sistema balistico dedicato a scagliare frecce leggere (per mantenere traiettorie tese) con archi poco forti, e conseguentemente cacce di gruppo basate su sistemi definiti come svantaggio e inseguimento (CHURCHILL 1980:11 21).

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Le fratture riscontrate sul campione Sono state considerate diagnostiche le step terminating bending fracture, le Spin-off fracture bifacciali e le Spin-off fracture monofacciali di lughezza superiore al millimetro, le fratture derivanti da burination e le feather terminating bending fracture distali. Cuspide 4b La cuspide, triangolare, a spalle pronunciate, mostra una configurazione asimmetrica dovuta, con ogni probabilit, ad una frattura dellaletta destra per collisione trasversale, immediatamente successiva allimpatto. Probabilmente questa frattura generata da una forza con vettore opposto al moto verso il bersaglio (bending fracture). Si osservano, inoltre, due piccoli conoidi sulla faccia opposta (Spin off unifacciale). La punta, priva di un frammento di circa 6 mm., presenta una frattura longitudinale evidente nella forma di un canale (fluting) di discreta entit. Questa frattura diagnostica per limpatto (DOCKALL 1997:.326 ;327; AHLER 1971:85-86; AHLER & MCMILLAN 1976: 166), come pure gli spin off sullaletta destra. Rientra nella casistica delle fratture bending initiation, con propagazione lungo la superficie. E anche definita come "feather terminating bending fracture"(FISHER, HANSEN & RASMUSSEN 1984, op.cit.,). Il margine destro presenta una ulteriore frattura laterale lunga 18 mm.; secondo la terminologia adottata definibile come burination, corrispondente ad una rimozione macroscopica di materiale sul bordo dellutensile che in un altro contesto privo di altri indicatori potrebbe essere confusa con la tecnique du coup de burin4(TIXIER 1974:9). Anchessa risulta diagnostica per limpatto. Cuspide 5b E triangolare con spalle, il bordo excurvato, e il codolo risulta fratturato da una Snap Fracture molto comune negli impatti a breve distanza e nelle situazioni di caccia reale (anche se non propriamente definibile come diagnostico, secondo la letteratura). Presenta un danneggiamento nel vertice distale caratterizzato da una Bending Fracture cui corrispondono, sia nella stessa faccia che in quella opposta, delle fratture a cono interpretabili come Spin-off bifacciali. Secondo i criteri diagnostici, questo caratterizza un impatto certo. Cuspide 6b - La cuspide, di forma ogivale, biconvessa, priva di spalle, caratterizzata da un ritocco bifacciale piatto e coprente che sul lato sinistro mostra una tendenza alla serialit. Danneggiata nella punta, presenta evidenti crushing e step terminating bending fracture di modesta entit. Il codolo, fratturato, presenta una serie di indicatori di impatto (Snap + step terminating bending fracture). Cuspide 7b - La cuspide piano convessa, triangolare, con spalle asimmetriche (la sinistra risulta danneggiata). Ritoccata grossolanamente sulla faccia dorsale presenta, nellestremit distale, una Feather terminating bending fracture di 4 mm., un evidente crushing e una frattura conoide sul lato destro della faccia dorsale. Il codolo mostra, invece, una snap fracture (non diagnostica). Cuspide 8b - La cuspide. biconvessa, con spalle accennate simmetriche, lacunosa del primo terzo distale, mostra una troncatura snap non diagnostica. Il codolo rettangolare, con lesioni (Feather terminating bending fracture). Cuspide 9b - La cuspide, biconvessa, con alette accentuate simmetriche, mostra evidenti segni di ritoccoravvivamento. Su entrambe le facce sono presenti step terminating bending fracture diagnostiche. Il codolo, fratturato, presenta una ulteriore step terminating bending fracture precedente ad una ulteriore frattura trasversale (Cone Fracture). Nel bordo destro evidente una frattura combinata bending + spin off unifacciale, di lughezza compresa tra 1 e 2 mm, che, considerando la lunghezza del manufatto, pu considerarsi diagnostica per limpatto (FISCHER, HANSEN & RASMUSSEN 1984: 24). Cuspide 1d - La cuspide lacunosa sia dellestremit distale che del codolo. La sezione piano convessa, e la punta mostra evidenti step terminating bending fracture diagnostiche. La frattura del codolo anchessa step terminating bending fracture. Entrambe le fratture riscontrate, risultano diagnostiche per limpatto.

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Cuspide 4d - La cuspide, tronca per circa due quinti, presenta un ritocco di ravvivamento ortogonale allasse (evidenzia la caratteristica di tranciante trasverso). Sul bordo sono presenti innumerevoli piccole step terminating bending fractures diagnostiche ma, soprattutto, mostra una burination sul lato sinistro. Il codolo fratturato da una incipiente feather terminating bending fracture. Cuspide 8c - di piccole dimensioni, piano convessa. Sul dorso presenta una bending fracture con corrispondente spin off unifacciale nella parte ventrale, di lunghezza superiore al millimetro, quindi diagnostica per limpatto. Il codolo troncato da una step terminating bending fracture.

Macro wear traces synthesis on Arrow points Bending fracture cuspidi 4b 5b 6b 7b 8b 9b 1d 4d 8c Cone fracture
X X X X X X X X XX X X

Spin off fracture monofacciali Fino a 1 mm. Oltre 1 mm.


X

Burin (longitud.)
X

feather

snap

hinge

Step

bifacciali

X X

X X

X XX X X

Fig.6 Sintesi delle macrofratture nel campione

4b 5b 6b 7b

Distal area Feather T., burination Bending F. + bifacial spin off ( 2 < Sp < 3 mm.) Crushing + cone, Step T. Feather T., Crushing, Bending F. + spin off bifacial (1< Sp < 2 mm.) Snap Feather T., Crushing, Step T. Step T. Crushing Feather + crushing burination Bending F. + unifacial spin off (1< Sp < 2 mm.)

Fractures Mesial area Cone F. Cone + unifacial spin off (1< Sp < 2 mm.) Cone F. Cone F.

Proximal area Cone + unifacial spin-off (1< Sp < 2 mm.) Snap Feather. Snap + Step Snap T.

8b 9b

---------Cone + unifacial spin off (1< Sp < 2 mm.) ----------Step T. ------------

cone Step T. Cone Snap + Step T. Cone F. Step T.

1d 4d 8c

Fig.7 Localizzazione delle fratture diagnostiche riscontrate sul campione

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Fig.8 percentuali del tipo di frattura riscontrate sul campione

La sperimentazione I dati emersi dallanalisi funzionale macroscopica sono stati integrati con alcune nuove determinazioni scaturite da una sperimentazione balistica incentrata sul campione selezionato di punte di freccia. La completezza dei dati disponibili, derivati dallanalisi territoriale e da quella sperimentale, ci indurr quindi ad avanzare alcune considerazioni sul sito in esame che pensiamo saranno utili per alimentare il dibattito sulluso del territorio nelle diverse fasi della preistoria. dopo aver riprodotto utilizzando la stessa materia prima (ossidiana del gruppo SC-Pau) il campione litico in esame ed averlo immanicato in aste di freccia secondo i protocolli adottati da altri sperimentatori (FISHER, HANSEN e RASMUSSEN 1984; ODELL e COWAN 1986), sono state effettuate due sessioni di sperimentazione balistica. Uno degli elementi critici esaminati stato il sistema di interfaccia tra asta e cuspide. La criticit dipende dalla solidit della giunzione tra le componenti, ed in questo caso stato adottato un sistema che prevede una connessione a Vnellasta, ed un mastice composto da resina di pino, ocra e cera dapi nelle proporzioni 60% 20% 20%. Lasta, nella parte terminale dellinterfaccia, stata rinforzata con tendine di bovino. E stata posta estrema attenzione minimizzare tale massa (bonding mass) pur garantendo una uniforme solidit strutturale. Infatti, le frecce, scoccate con archi di forza variabile (Archi ricostruiti da 45 a 79 libbre di forza (200,2 351,4 N), e frecce di massa compresa tra 35 e 60 grammi, con velocit di uscita tra 45 e 70 m/sec.) su carcassa di cinghiale (utilizzate in condizioni antecedenti al rigor mortis e posizionate in modo da avere le articolazioni esposte e contratte) sono state scagliate a medie distanze (prima sessione) per comparazione con i risultati pubblicati dagli altri autori citati e da brevissime distanze (seconda sessione). E evidente come la sperimentazione in situazione reale di caccia produca in s linsieme di cause che generano lintero pattern per affaticamento, comprese le evidenze riscontrate nei tiri a brevissima distanza. Lo scopo della sessione stata quella di isolare il fenomeno per acquisirne i dati specifici. Potendo disporre di ulteriori dati, losservazione delle fratture dovute alla sperimentazione a breve distanza assumerebbe un significato statistico pi determinante. Ai risultati di queste prove ottenute da situazioni di tiro statiche abbiamo assommato ulteriori dati derivanti da osservazioni post-uso raccolte in situazioni di caccia reale al cervo ed al cinghiale nellambito del progetto TIPS. I risultati dei test effettuati 16

sulla carcassa a distanza 20 m. (prima sessione), soprattutto per ci che riguarda le fratture diagnostiche, sono compatibili con quelli delle sperimentazioni di ODELL e COWAN (1986) e quelli di FISHER, HANSEN e RASMUSSEN (1982). Tuttavia, il dato pi interessante quello relativo alla differenza tra i risultati ottenuti dalla sperimentazione eseguita su carcassa a distanza media (20 m) e quelli ottenuti dalla sperimentazione eseguita a brevissima distanza (seconda sessione) e da situazioni di caccia reale, ove le fratture snap appaiono almeno cinque volte pi frequenti soprattutto nella porzione prossimale del codolo. Il risultato della sperimentazione evidenzia una sostanziale conferma dei dati osservati nel campione in esame, considerando lintegrazione dei dati sperimentali provenienti da tiri a brevissima distanza e di quelli ricondotti alla caccia reale, in cui le fratture snap accompagnano 4 cuspidi su 9. Laver constatato che nellinsieme dei reperti litici di S.Vittoria, oltre al campione esaminato, un alto numero di frammenti di cuspide mostra evidenti fratture snap, ci permette di allargare losservazione allintero repertorio litico. Questo dato ci suggerisce lopportunit di includere tali tipi di lesione tra gli indici diagnostici. Infatti, esse sono parte integrante e diretta conseguenza dellevento venatorio. Infatti, la sperimentazione non ha considerato, almeno fino ad oggi, eventi esterni al semplice impatto con una carcassa inanimata da media distanza. Viene da s che anche lanalisi microscopica (tracce di abrasione) dovrebbe tener conto di questi fattori. Queste circostanze sperimentali, sommate, definiscono quindi, secondo noi, una ulteriore cornice di riferimento alla sperimentazione. Alle fratture propriamente diagnostiche per limpatto (spin off su due facce della cuspide, e step terminating bending fracture) sono state associati altri tipi di fratture che, in combinazione con le precedenti, possono individuare un modello di riferimento per ulteriori e pi approfonditi studi.

kind of prey

shooting distance (m.)

total impact (N)

Cone fracture

Macro wear traces synthesis on experimental Arrow points Bending fracture Burin (longitud.) feather snap hinge Step

Spin off fracture monofacial to 1 mm. over 1 mm. bifacial

% N. % N.
27 3,8 51,9 16 2,2 34,8 59 4,0 6,3 13 47,6 40,6 26 7 21 21,8 2 4,3 16 5 12,9 15,6

N.
13

N.
5

N.
21

% N. %
30,8 13 39,1 28,3 31 51,6 43,8 7 25,0 21,9 37 8 29,8 25,0 9 19,6 31 9 25,0 28,1

N.
13

%
25,0

N.
13

%
25,0

Boar (carcass) Boar (carcass) Boar (live) Deer (live) DIAGNOSTIC

2.5 20 10 - 35 22 - 30

52 46 124 32

7 5 1 3 4

13,8 12,2 11,5 13,9

2 1 5 2

16 40,4

25 2

9,6 18 4,3 64 14

8 17,4

Fig.9 Sintesi delle macrofratture sul campione sperimentale

Ipotesi comportamentali In primo luogo il rinvenimento delle cuspidi associate alla presenza di un discreto numero di raschiatoi ci suggerisce un sito preposto alla macellazione (butchering). Le cuspidi sono fratturate in modo definitivo, nel senso che difficilmente avrebbero potute essere ritoccate ulteriormente e riutilizzate. Il sito presenta un classico assemblaggio di resti della caccia, raschiatoi esausti e punte altrettanto esauste, probabilmente abbandonate allinterno di parti anatomiche non utilizzabili e poi decomposte, o semplicemente abbandonate perch non pi ravvivabili. La maggior parte di esse, infatti, presenta fratture distali (al peduncolo). 17

Il numero delle cuspidi e la loro variabilit stilistico-tecnologica suggerisce la partecipazione di un numero cospicuo di cacciatori, organizzati in cacce strutturate e coordinate, in un discreto lasso di tempo; lalta incidenza di fratture snap testimonia la probabilit di tiri effettuati a breve e brevissima distanza, come pure potrebbe indicare un lungo trasporto della carcassa con le frecce ancora conficcate. Le cuspidi sono di piccole dimensioni: la loro forma fa ipotizzare un uso su frecce leggere (m<25 grammi) e quindi scagliate da archi non particolarmente forti. Questo suggerisce cacce di gruppo, organizzate in modo da spingere gli animali verso cacciatori appostati, che porta facilmente a tiri a breve distanza e molte frecce scagliate sulla preda. Una cuspide di queste dimensioni insufficiente a provocare emorragie mortali e risolutive, ma pi cuspidi ottengono il risultato voluto. La corrispondenza delle frequenze delle fratture ottenute con la sperimentazione indica che le sollecitazioni che hanno subito le frecce del campione allinterno della carcassa (post mortem) possono derivare da situazioni di caccia ravvisabili nella battuta (driving-ambushing) e svantaggio, in cui le occasioni di tiro a breve distanza sono pi probabili, naturalmente facilitate dalla morfologia del territorio. La collocazione del sito, in posizione dominante in unarea ricca di selvaggina ungulata, potrebbe anche suggerire la scelta di un luogo difeso naturalmente per le operazioni di depezzatura preliminare e grossolana, per consentire un pi agevole trasporto della carne verso linsediamento di origine del nucleo dei cacciatori. Il monte di S. Vittoria potrebbe quindi rappresentare un insediamento temporaneo ad orizzonti liberi, consentendo la visione a lunga distanza di eventuali contendenti in avvicinamento.

Discussione Le variabili in gioco in un processo di indagine riduzionistico sulla simulazione degli impatti sulle carcasse, per il raffronto con i record archeologici, sono numerose e complesse da gestire. La realizzazione di uno standard di verifica a monte, che permetta a tutti gli sperimentatori di giungere a risultati congruenti, imporrebbe sforzi molto costosi. Al contrario, Il risultato del processo sperimentale in caccia reale, anche alla luce dellesempio riportato, ci appare significativo per ampliare lo spettro delle possibili interpretazioni per analogia, che potrebbero permettere inferenze anche sugli aspetti comportamentali dei cacciatori, qualora potessero essere indicate ed applicate ulteriori procedure di controllo. Le informazioni raccolte sono tantissime, comprendendo anche quelle relative allefficacia dellarma preistorica in termini balistici in funzione dei sistemi darma, nonch importanti dati sulle componenti comportamentali legate ai sistemi di caccia e di recupero. Anche la raccolta dati nella sperimentazione in caccia reale non scevra da problemi; nel progetto T.I.P.S. si rivelata uno dei punti critici pi evidenti, perch sulla base delle dichiarazioni dei volontari che si sono prestati alla sperimentazione (pur ricevendo un opportuna preparazione su come compilare i data sheet) le loro interpretazioni dei fatti vissuti erano comunque fortemente soggettive, creando un gap difficilmente risolvibile per i ricercatori a distanza. Sicuramente una migliore formulazione delle domande presenti sui moduli potrebbe ridurre questa componente negativa. Certo che il dubbio tra la frattura casuale e quella provocata dallimpatto e dalle successive sollecitazioni peri e post mortem rimane molto alto. Se vero che le fratture snap nelle cuspidi, soprattutto sul codolo possono essere facilmente provocate da altre cause banali, compreso il semplice calpestio e la caduta, lalta incidenza risultata dalla sperimentazione in caccia reale e nei test a breve distanza deve essere tenuta in debita considerazione. Nellesame del repertorio litico di S.Vittoria, le cuspidi che presentano elementi tradizionalmente diagnostici per limpatto, unitamente alla snap fracture del peduncolo, sono in altissima percentuale, unitamente ai resti del repertorio litico (grattatoi) che fanno presumere un luogo di depezzamento primario. questo 18

insieme di evidenze che, secondo gli autori, dovrebbe essere considerato come elemento di partenza per applicare i concetti esposti. Ulteriore campo di indagine da esplorare a fondo, la combinazione tra le macrofratture e i segni di abrasione sulle cuspidi utilizzate in caccia. Probabilmente un data mining appropriato potrebbe evidenziare ricorrenze tali da restringere il campo ed escludere levento causuale.

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