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IL NARCISIMO

Il narciso è qualcuno di estremamente egoista che pensa esclusivamente al proprio interesse e cui
l’unica fonte di ammirazione è l’immagine di sé stesso. Ma al giorno d’oggi si parla sempre più
frequentemente di narcisismo ai tempi di social network. Siamo una società moderna e sviluppata
che diventa man mano sempre più tecnologica. E’ inevitabile, dunque, che la tecnologia influenzi
molti dei nostri comportamenti e gesti naturali. Leggendo l’articolo di Giulia Scaltton, studentessa
ventiduenne allo IUSVE di Mestre, ho potuto approfondire al meglio la questione. La società
moderna risulta sempre di più essere una società in cui gli uomini basano la propria esistenza su
come appare la loro immagine su internet. La dimensione social diventa la sala d’attesa della
felicità, della bellezza perenne. Quindi, tra like e condivisioni, i social network sembrano essere gli
unici a nutrire l’autostima personale, sembrano rinforzare il narcisismo di chi li utilizza. Il selfie
diventa il vero simbolo dell’io narcisista. Ci fa apparire come qualcosa che non siamo ma che
vorremo essere, alimentando il nostro ego. L’unica cosa che ci interessa è di apparire perfetti,
bellissimi, senza difetti. L’uomo non è più in grado di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo
è. Si specchia in smartphone, per ore e ore, giornate e giornate, senza percepire il confine tra reale e
virtuale. Infatti, negli ultimi anni, sono aumentate le ore al giorno spese nei social: nel 2016 si
contavano due ore e mezza al giorno di utilizzo di social network (secondo report annuale Hootsuite
sui trend dei social media a livello globale). Ora, nel 2019, le ore sono aumentate a sei al giorno. Si
diventa, dunque, sempre più dipendenti dai social network. Questo alimenta l’autostima del narciso
che si sente una star del web, che tutti conoscono, apprezzano e ammirano. Ma nonostante i
numerosi seguaci il narciso si sente spesso in perenne solitudine. Perché per quando io possa essere
circondato da migliaia di amici online non sarà mai come avere degli amici reali. C’è una
grossissima incapacità di relazionarsi con gli altri uomini se non si ha uno schermo davanti. Ci
sentiamo vulnerabili perché non appariamo come vorremmo, senza alcun difetto. Allora questo crea
nel narciso anche una sorte di paura perché non c’è più lo scudo che mi protegge e mi rende
invincibile. Dopo la lettura di questo articolo mi sono soffermata a pensare sulle parole dell’autrice.
Anche se mi ritrovo d’accordo su moltissime cose dette da Giulia, come la dipendenza degli uomini
dai social o la necessità di sentirsi sempre perfetti modificando le foto o utilizzando i filtri, non
concordo su tutto. Credo che i social in fin dei conti non abbiano tutti questi aspetti negativi. Molte
volte le persone riescono ad apportarsi di più a chi non conoscono, confidandosi con loro senza la
paura di essere giudicati. Tramite social sono nate tantissime amicizie e in moltissimi casi anche
storie d’amore. Dunque sono in disaccordo sul fatto che i social creino solitudine, perché pur
volendo non si è mai soli in quanto siamo costantemente presenti nella vita di altri uomini. Sono
d’accordo, invece, con l’idea che il social network aiuta a nutrire l’autostima personale. Ma anche
questo discorso è molto personale. Tutto dipende, infatti, dal carattere di una persona. Se io sono
una persona dal carattere forte mi piaccio cosi come sono. Non ho bisogno dei filtri che mi
modifichino i tratti. Io mi piaccio nella realtà e di conseguenza non ho paura di farmi vedere sui
social vera, nuda e cruda. D’altro canto c’è chi, invece, non gode di un carattere forte e sente,
quindi, il bisogno, a causa delle insicurezze, di modificare le proprie foto. Si sente costantemente
giudicato e mai sufficiente. Non si accetta così com’è nella realtà e non lo farà neanche sui social.
Dunque il discorso è relativo, cambia da persona in persona. Nell’articolo si parla anche
dell’incapacità dell’uomo di distinguere la realtà dal virtuale. Secondo me riguardo a questo
l’aspetto la scrittrice ha esagerato un po'. E’ vero che gli uomini trascorrono sempre più ore davanti
allo schermo ma non credo che il fenomeno sia cosi estremo da impedirgli di separare ciò che è
reale da ciò che non lo è. Stare social è più che altro una valvola di sfogo per gli uomini, che per
rilassarsi decidono di trascorrere un po' di tempo online. Come sempre anche questo è un discorso
soggettivo. In conclusione a differenza della scrittrice non condannerei i social. Hanno, per me,
molti più aspetti positivi che quelli negativi. Non vedo niente di male nel rendere pubblica la
propria vita sui social. Condividere i propri ricordi con le altre persone può essere visto come una
volontà dell’uomo di conservare i propri ricordi come in una capsula del tempo. Mi trova
d’accordo, invece, sul fatto che gli uomini dovrebbero diventare più empatici nei confronti degli
altri. Perché molto spesso siamo troppo impegnati su noi stessi da non renderci conto che chi è
attorno a noi può avere bisogno del nostro aiuto. Dovremmo, dunque, curarci meno dell’opinione
altrui e vivere la nostra vita come preferiamo. Non abbiamo bisogno dei filtri perché ognuno di noi
è bello a modo suo.

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