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Cesare PaveseDolor

Verrà la morte e avrà i Omar Ouahhabi, 2B

tuoi occhi
Cesare Pavese
1908. Nasce a Santo Stefano Balbo nelle Langhe, da una famiglia piccolo
borghese. Presto si trasferisce a Torino, dove compie gli studi.
1932. Si laurea in Lettere con una tesi sul poeta statunitense Walt
Whitman. In questo periodo inizia a tradurre autori inglesi e
statunitensi
1934. Prende il posto di Leone Ginzburg, arrestato dalla polizia fascista,
alla direzione della rivista «La Cultura» e inizia a collaborare con la
casa editrice Einaudi.
1935. Viene arrestato per i suoi rapporti con il gruppo antifascista
“Giustizia e Libertà” e viene inviato al confino per un anno a
Brancaleone Calabro.
1936. Pubblica la raccolta di poesie Lavorare stanca.
1941. Esce Paesi tuoi, con cui CesarePavese ottiene il primo grande
successo come scrittore.
1942. Viene assunto definitivamente presso la casa editrice Einaudi.
1943. Durante l’occupazione tedesca si rifugia nel Monferrato, dove
guarda alla Resistenza con distacco.
1945. S'iscrive al Partito Comunista e collabora al giornale «L’Unità». In
questi anni approfondisce la riflessione sul mito e sul folklore.
1950. A giugno vince il Premio Strega per La Bella estate. In agosto
viene ritrovato morto suicida.
La poesia
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
(Cesare Pavese)
Parafrasi
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. La morte che ci
accompagna tutto il giorno, quotidianamente, senza
darci tregua. È una presenza fissa ma insensibile e sorda,
come un vecchio rimorso o un’abitudine irrazionale. Il
tuo sguardo sarà una parola inutile, un grido strozzato,
soffocato, che non verrà emesso, un silenzio.Tu vedi così
i tuoi occhi tutte le mattine, quando sei da sola e ti sporgi
verso lo specchio. O dolce speranza, quando tutti noi
moriremo capiremo che sei fondamentale, sei il cuore
della vita, eppure allo stesso tempo sei solo un’illusione.
La morte ha uno sguardo per ciascuno. Verrà la morte e
avrà i tuoi occhi. Sarà come interrompere un vizio,
come vedere e riconoscere nello specchio un viso morto
che riemerge, come ascoltare una voce che non ha suono,
una bocca sigillata.
Moriremo senza una parola, nel silenzio.
Analisi metrica e fonetica
SINALEFE ver\rà\la\mor\teea\vrà\i\tuo\ioc\chi
ICTUS que\sta\mor\te\che\ciac\com\pa\gna *
CESURE ++ dal\mat\ti\noal\la\se\rain\son\ne
ENJAMBEMENT* sor\da\co\meun\vec\chio\ri\mor\so
* oun\vi\zi\oas\sur\doi\tuo\ioc\chi*
sa\ran\nou\na\va\na\pa\ro\la
un\gri\do\ta\ciu\toun\si\len\zio
co\sí\li\ve\dio\gni\mat\ti\na
quan\do\su\te\so\la\ti\pie\ghi*
nel\lo\spec\chioo\ca\ra\spe\ran\za
quel\gior\no\sa\pre\moan\che\noi*
che\sei\la\vi\tae\seiil\nul\la
per\tut\ti\la\mor\tehau\no\sguar\do
ver\rà\la\mor\teea\vrà\i\tuo\ioc\chi
sa\rà\co\me\smet\te\reun\vi\zi\o
co\me\ve\de\re\nel\lo\spec\chio*
rie\mer\ge\reun\vi\so\mor\o
co\mea\scol\ta\reun\lab\bro\chiu\so
scen\de\re\mo\nel\gor\go\mu\ti
Analisi retorica
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
Similitudini: "come un vecchio rimorso" (verso 4), "come saranno una vana parola,
vedere" (verso 16), "come ascoltare" (verso 18). un grido taciuto, un silenzio.
Metafore: "cara speranza" (verso 10), "gorgo" (verso 19). Cosí li vedi ogni mattina
Personificazione: la morte è personificata ("verrà" e "avrà i quando su te sola ti pieghi
tuoi occhi" versi 1, 14). nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
Ossimoro: "grido taciuto" (verso 7).
che sei la vita e sei il nulla.
Climax: "vana parola, "grido taciuto", "silenzio" (versi 6-7) Per tutti la morte ha uno sguardo.
tra loro costituiscono una climax ascendente. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Chiasmo: "vana parola" e "grido taciuto" (versi 6-7) sono Sarà come smettere un vizio,
disposti tra loro in modo da formare un chiasmo aggettivo- come vedere nello specchio
sostantivo. riemergere un viso morto,
Antitesi: "sei la vita e sei il nulla" (verso 12). come ascoltare un labbro chiuso.
ANAFORA: ripetizione del verso 1 e 14 Scenderemo nel gorgo muti.
Analisi lessica e sintattica

Il lessico della poesia è prevalentemente


informale con termini semplici e usuali, non
presenta particolari arcaismi, neologismi o
forestierismi, ma qualche forma gergale tipo
“vizio assurdo”
Riguardo alla sintassi , essa avviene
prevalentemente per paratassi
Registro semantico
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, che riporta la data del 22 marzo 1950,
evidenzia molto bene queste caratteristiche: il testo sviluppa infatti una
breve e impietosa riflessione del poeta sulla fine di un amore che chiude
ogni speranza sul futuro, quasi prefigurando il suicidio dell’io poetico. La
poesia mostra una chiara disposizione del tema: il primo verso, come una
legge ineludibile, sancisce l’unione tra gli occhi dell’amata e la morte che
il poeta immagina imminente; la morte stessa appare del resto come la vera
compagna dello scrittore, “ dal mattino alla sera”. Gli occhi , che
costituiscono un classico topos della tradizione lirica , diventano quindi un
motivo di sofferenza:
“una vana parola,un grido taciuto, un silenzio”.
Chiude quindi la prima strofa un’altra considerazione senza scampo: il
crollo della “cara speranza” nel momento fatidico della morte.
La seconda parte di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi si apre,
simmetricamente alla prima, con una considerazione gnomica , che
focalizza l’associazione morte-occhi, ribadita dal v. 14, identico al primo.
Seguono quindi immagini di incomunicabilità e silenzio, che sono un
simbolo trasparente dell’assenza di fiducia nel futuro dopo l’abbandono
dell’amata. L’ultimo verso suona quindi come il preannuncio di una morte
silenziosa, di uno silenzioso sprofondamento nel “gorgo” dell’oblio.
SITOGRAFIA

https://www.studenti.it/cesare-pavese-biografia-poesie-romanzi.html

https://library.weschool.com/lezione/pavese-verra-la-morte-e-avra-i-tuoi-occhi-poesia-analisi-parafrasi-12534.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pavese

https://www.treccani.it/enciclopedia/cesare-pavese/
“Inserisci
“Grazie qui
dell’attenzione”.
una citazione”.

–Giovanni Mela

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