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PROPOSTA A2

Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi, Torino, 2005, pag.125-127.

Quello che deve starci a cuore, nell’educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l’amore alla vita.
Esso può prendere diverse forme, e a volte un ragazzo svogliato, solitario e schivo non è senza amore per la
vita, né oppresso dalla paura di vivere, ma semplicemente in stato di attesa, intento a preparare sé stesso
alla propria vocazione. E che cos’è la vocazione d’un essere umano, se non la più alta espressione del suo
amore per la vita? Noi dobbiamo allora aspettare, accanto a lui, che la sua vocazione si svegli, e prenda
corpo.

Il suo atteggiamento può assomigliare a quello della talpa o della lucertola, che se ne sta immobile,
fingendosi morta: ma in realtà fiuta e spia la traccia dell’insetto, sul quale si getterà d’un balzo. Accanto a
lui, ma in silenzio e un poco in disparte, noi dobbiamo aspettare lo scatto del suo spirito. Non dobbiamo
pretendere nulla: non dobbiamo chiedere o sperare che sia un genio, un artista, un eroe o un santo; eppure
dobbiamo essere disposti a tutto; la nostra attesa e la nostra pazienza deve contenere la possibilità del più
alto e del più modesto destino. Una vocazione, una passione ardente ed esclusiva per qualcosa che non
abbia nulla a che vedere col denaro, la consapevolezza di poter fare una cosa meglio degli altri, e amare
questa cosa al di sopra di tutto […].

La nascita e lo sviluppo di una vocazione richiede spazio: spazio e silenzio: il libero silenzio dello spazio. Il
rapporto che intercorre fra noi e i nostri figli dev’essere uno scambio vivo di pensieri e di sentimenti, e
tuttavia deve comprendere anche profonde zone di silenzio; dev’essere un rapporto intimo, e tuttavia non
mescolarsi violentemente alla loro intimità; dev’essere un giusto equilibrio fra silenzi e parole. Noi
dobbiamo essere importanti, per i nostri figli, eppure non troppo importanti; dobbiamo piacergli un poco, e
tuttavia non piacergli troppo perché non gli salti in testa di diventare identici a noi, di copiarci nel mestiere
che facciamo, di cercare, nei compagni che si scelgono per la vita, la nostra immagine.

[…] Ma se abbiamo noi stessi una vocazione, se non l’abbiamo rinnegata e tradita, allora possiamo lasciarli
germogliare quietamente fuori di noi, circondati dell’ombra e dello spazio che richiede il germoglio d’una
vocazione, il germoglio d’un essere.

Il brano è tratto dalla raccolta Le piccole virtù, contenente undici racconti di carattere autobiografico,
composti fra il 1944 e il 1960, in cui la scrittrice esprime le sue riflessioni sugli affetti, la società, le
esperienze vissute in quel periodo.

Comprensione e Analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le
domande proposte.

1. Sintetizza il contenuto del brano, individuando i temi principali affrontati.

Nel brano tratto da "Le piccole virtù" di Natalia Ginzburg, l'autrice affronta con profondità il tema
dell'educazione e della crescita individuale dei figli. Attraverso riflessioni intime, emergono diversi temi
fondamentali. Ginzburg sottolinea l'importanza di garantire che, nell'ambito dell'educazione, i figli
mantengano sempre l'amore per la vita. Questo amore, in tutte le sue forme, rappresenta una base su cui
costruire il percorso individuale di ciascun ragazzo. la scrittrice introduce la vocazione come l'apice
dell'amore per la vita di un individuo. Un giovane potrebbe sembrare svogliato o solitario, ma potrebbe
semplicemente essere in attesa: preparandosi alla sua vocazione. La sua crescita e sviluppo devono essere
rispettati e compresi con pazienza, senza mettere pressioni ne fretta.
Ginzburg afferma che la nascita e lo sviluppo di una vocazione richiedono spazio e silenzio. Questi elementi,
come il terreno fertile per un germoglio, devono essere lasciati affinché l'individuo possa crescere ed
esprimere pienamente la propria vocazione.

Il brano evidenzia la delicatezza del rapporto tra genitori e figli. Mentre è essenziale essere importanti per i
propri figli, l'autrice mette in guardia contro l'eccessiva intrusione, sottolineando la necessità di un
equilibrio tra essere presenti e lasciare spazio per l'individualità dei ragazzi.

Ginzburg promuove la libertà dei figli di sviluppare le proprie vocazioni e passioni, senza costrizioni
predefinite. Questa libertà permette loro di esplorare e abbracciare ciò che amano, senza sentirsi vincolati
da aspettative esterne.

IlInfine, l'autrice riflette sul ruolo dei genitori che hanno seguito una vocazione. Essi possono offrire un
ambiente che stimoli la crescita individuale dei figli, consentendo loro di germogliare in modo unico,
circondati dalla saggezza e dall'esperienza dei genitori.

Possiamo dire che il testo di Natalia Ginzburg offre una profonda meditazione sull'educazione, sulla
scoperta della vocazione individuale e sulla necessità di fornire agli individui, in particolare ai giovani, lo
spazio e il supporto necessari per crescere in armonia con se stessi e con l'amore per la vita.

2. ‘L’amore alla vita’ è presente nel testo attraverso richiami al mondo della natura: individuali e spiega
l’accostamento uomo-natura operato dall’autrice.

Nel testo di Natalia Ginzburg, l' "amore alla vita" emerge attraverso richiami al mondo della natura,
stabilendo un accostamento significativo tra l'uomo e gli elementi naturali. L'autrice utilizza analogie con gli
animali, come la talpa o la lucertola, per spiegare la diversità di atteggiamenti e comportamenti dei ragazzi,
suggerendo che dietro l'apparente svogliatezza potrebbe nascondersi un processo di attesa e preparazione
interiore. L'accostamento uomo-natura è evidente quando Ginzburg paragona il comportamento di un
ragazzo alla talpa o alla lucertola. Questi animali, apparentemente immobili o solitari, nascondono in realtà
un'intensa attività interiore, come il fiutare e spiare tracce, prima di compiere un'azione improvvisa. Questa
analogia suggerisce che, anche se un giovane sembra distante o riservato, potrebbe essere coinvolto in un
processo interiore di preparazione alla sua "vocazione" (ovvero la manifestazione più alta del suo amore per
la vita).

Inoltre, Ginzburg sottolinea la necessità di "spazio e silenzio" per la nascita e lo sviluppo di una vocazione.
Questo concetto richiama l'idea di un ambiente naturale, dove la crescita e lo sviluppo avvengono in un
contesto di tranquillità e libertà, simile allo spazio silenzioso in cui germoglia un essere naturale.

 L'accostamento tra l'uomo e la natura in questo contesto suggerisce che i processi di crescita
individuale e di scoperta della propria vocazione seguono ritmi e modelli simili a quelli presenti
nella natura. La scrittrice invita i genitori a comprendere e rispettare questa connessione,
aspettando pazientemente che la "vocazione" dei loro figli si manifesti, proprio come un germoglio
che cresce in un ambiente naturale, circondato da spazio e silenzio. In questo modo, l'autrice
valorizza la relazione profonda e intima tra l'uomo e la natura nel contesto dell'educazione e dello
sviluppo individuale.
3. Il rapporto tra genitori e figli è un tema centrale nel brano proposto: illustra la posizione della
Ginzburg rispetto a esso e spiegane le caratteristiche.

Nel brano di Natalia Ginzburg, il rapporto tra genitori e figli emerge come un tema centrale, offrendo
un'analisi articolata di esso. Ginzburg sostiene la necessità di rispettare l'individualità dei figli, evitando
imposizioni rigide da parte dei genitori. Invita a trovare un equilibrio tra la presenza dei genitori e una
distanza rispettosa, permettendo ai giovani di sviluppare la propria individualità. La scrittrice sottolinea la
flessibilità nell'accettare che i figli possano avere inclinazioni diverse dalle proprie, evitando di imporre
stereotipi. Vede la vocazione come l'espressione suprema dell'amore per la vita e invita i genitori ad
attendere pazientemente che essa si manifesti, fornendo uno spazio libero da restrizioni. Ginzburg
riconosce l'influenza positiva dei genitori che hanno seguito una vocazione personale, creando un ambiente
stimolante per i figli. La sua visione promuove un approccio aperto e attento all'educazione, dove i genitori
fungono da guida e sostegno, senza limitare le potenzialità individuali dei figli.

4. Spiega a chi si riferisce e cosa intende l’autrice quando afferma che ‘Non dobbiamo pretendere
nulla’ ed ‘eppure dobbiamo essere disposti a tutto’.

Quando l'autrice afferma che "Non dobbiamo pretendere nulla" ed "eppure dobbiamo essere disposti a
tutto," si sta riferendo al ruolo dei genitori nei confronti dei propri figli e alla loro attitudine nei confronti del
futuro e delle scelte personali dei ragazzi.

La frase "Non dobbiamo pretendere nulla" indica che i genitori non dovrebbero avere aspettative rigide
riguardo al destino specifico dei loro figli. L'autrice invita i genitori a non imporre loro determinati ruoli,
carriere o standard di successo. L'assenza di aspettative eccessive permette ai giovani di esplorare
liberamente le proprie inclinazioni, senza sentirsi vincolati da idee preesistenti di ciò che dovrebbero
diventare.

Con la frase "Eppure dobbiamo essere disposti a tutto" invece intende che, nonostante l'assenza di
aspettative imposte, i genitori devono essere aperti e pronti a sostenere qualsiasi direzione la vita dei propri
figli possa prendere. Essi dovrebbero essere disposti ad accettare e sostenere le scelte individuali dei
giovani, anche se queste si discostano da ciò che potrebbe essere considerato convenzionale. In altre
parole, i genitori devono essere flessibili e pronti a sostenere i figli nelle loro aspirazioni,
indipendentemente da quali esse possano essere.

5. A cosa allude la Ginzburg quando afferma che ‘il germoglio d’un essere’ ha bisogno ‘dell’ombra e
dello spazio’?

Quando Natalia Ginzburg afferma che "il germoglio d'un essere" ha bisogno "dell'ombra e dello spazio," sta
utilizzando una metafora per descrivere le condizioni ideali affinché un ragazzo possa crescere, svilupparsi
ed esprimere la propria vocazione o identità.

Con Il germoglio d'un essere si riferisce alla crescita e allo sviluppo di un individuo, simile al germoglio di
una pianta che inizia a emergere dal terreno.

L'ombra rappresenta il concetto di protezione, intimità e rifugio. Un germoglio, in fase di crescita, ha


bisogno di essere protetto dalla luce diretta e dal calore eccessivo. Nell'analisi dell'autrice, l'ombra potrebbe
indicare la necessità di un ambiente sicuro e protetto, lontano da pressioni e influenze esterne (come quelle
dei genitori). Mentre lo spazio qui si riferisce alla libertà, all'opportunità di crescere senza restrizioni e di
esplorare le proprie potenzialità. Un germoglio ha bisogno di spazio per espandersi, per sviluppare rami e
foglie. In termini di crescita individuale, lo spazio simboleggia la libertà di esplorare, di scegliere il proprio
percorso e di sviluppare la propria identità senza costrizioni e limitazioni.

Interpretazione

Partendo da questa pagina in cui il punto di osservazione appartiene al mondo adulto e genitoriale, proponi
la tua riflessione critica, traendo spunto dalle tue conoscenze, esperienze, letture e dalla tua sensibilità
giovanile in questo particolare periodo di crescita individuale e di affermazione di sé.

Nel leggere il brano di Natalia Ginzburg, mi sono ritrovato a riflettere sulla mia personale esperienza di
crescita, cercando di capire ed immedesimarmi con le sagge parole della scrittrice. La prospettiva genitoriale
evidenziata da Ginzburg, incentrata sull'importanza di preservare l'amore per la vita nei propri figli, si
incrocia profondamente con la mia realtà. Condivido appieno l'idea che la crescita non debba essere guidata
da rigide aspettative o schemi prestabiliti, ma piuttosto da un sostegno che favorisca lo sviluppo reale delle
passioni individuali. Nel mio percorso, ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente in cui l'amore per la
vita è stato coltivato fin dall'infanzia. I miei genitori mi hanno trasmesso un immenso senso di gratitudine e
apprezzamento per le opportunità che la vita ci offre.

Ogni fase della crescita, come evidenziato da Ginzburg, è caratterizzata da alti e bassi, ma è proprio durante
questi momenti che è essenziale mantenere la prospettiva positiva e rendersi conto di ciò che si ha,
trovando sempre un lato positivo. Ritengo che questa capacità di riconoscere ed essere consapevoli della
fortuna che abbiamo ad essere dove siamo, anche nelle sfide, emerge come un elemento chiave per
affrontare la complessità della vita (che a mio parere così complessa, almeno per me, non è, al contrario di
quei ragazzi in zone di guerra costretti a dare la vita per colpa di sovrani cinici).

Parlando di vocazioni, mi ritengo privilegiato nel sapere chiaramente cosa desidero dalla vita fin da giovane.
La passione per la musica è stata identificata e coltivata anche grazie ai miei genitori, che hanno rispettato il
mio percorso senza imporre le proprie ambizioni. La storia della mia scoperta della batteria, nata da mia
madre che senza che io lo sapessi mi ha iscritto a una scuola di musica, non perché lo volesse lei per me, ma
perché sentiva che avevo il senso del ritmo innato, è un esempio tangibile di come l'ascolto attento e il
supporto possano creare un futuro.

Un elemento significativo nel mio percorso è stata la libertà di scegliere il mio cammino, sia in ambito
accademico che nelle mie passioni. Nonostante entrambi i miei genitori siano notai, non hanno mai insistito
sulla scelta di una carriera legale. Al contrario, hanno incoraggiato me e i miei fratelli a perseguire le nostre
passioni individuali, che spaziano dalla musica all'ingegneria aerospaziale e alla medicina. Questa libertà,
che accoglie le diversità dei nostri interessi, ha aiutato a creare la nostra dedizione e impegno in ogni
campo. Sebbene possa sembrare un approccio non convenzionale, credo fortemente che la possibilità di
seguire le proprie passioni sia ciò che ha consentito a ognuno di noi di eccellere nel nostro percorso.

Il sostegno dei miei genitori non è limitato ai percorsi scolastici ma è esteso in più campi come per esempio
lo sport. La libertà di esplorare diverse discipline sportive senza mai essere forzato specificatamente verso
una di esse ha contribuito a formare una prospettiva equilibrata sulla vita, dove il successo personale è
definito dalla passione e dal piacere, piuttosto che da aspettative esterne.

Concludo dicendo che, la mia crescita, in sintonia con le riflessioni di Ginzburg, è stata formata da un
ambiente familiare che ha coltivato l'amore per la vita e ha permesso la fioritura delle nostre individuali
vocazioni. La gratitudine per questo privilegio e la consapevolezza della libertà di scegliere il proprio
cammino mi guidano attraverso il percorso della vita, consentendomi di apprezzare a pieno il mio ruolo di
musicista in crescita.
Personalmente mi trovo pienamente in accordo con ciò che Natalia Ginzburg afferma nel testo. Non solo mi
trovo a condividere ciò che è scritto ma credo che la mia fase di crescita sia funzionata e stia andando
proprio come descritto. I miei genitori mi hanno sempre trasmesso un amore smisurato per la vita e un forte
senso di gratitudine per ciò che siamo e la fortuna che abbiamo a poter sviluppare i nostri interessi a pieno.
È vero che non va sempre tutto bene e sono periodi caratterizzati più da pace e tranquillità e periodi in cui
affanno, frenesia e ansia prendono il sopravvento, ma bisogna sempre essere in grado di trovare gli aspetti
positivi in qualsiasi cosa e non dimenticarsi mai di ringraziare per ciò che si ha.

Parlando di vocazioni io mi ritengo più che fortunato. È pieno di ragazzi che alla mia età non hanno ancora
un’idea chiara di cosa vogliono fare nella vita mentre io ho la fortuna che sono anni che so ciò che voglio. I
miei genitori hanno avuto un ruolo fondamentale nell’aiutarmi a capire cosa volessi veramente senza
spingermi a fare qualcosa che volessero loro per me. Mia mamma dice che già da quando ero piccolo
vedeva in me un gran senso del ritmo e ciò la spinse ad iscrivermi a fare lezione di batteria quando avevo
circa 8 anni. Oggi, dopo 10 anni, sono ancora in cameretta a studiare la batteria e la musica perché ciò è
diventato tutto per me. Se mio padre non mi avesse portato quasi controvoglia a vedere l’open day del Liceo
Musicale ora probabilmente non sarei dove sono e per questo sarò infinitamente grato ad entrambi.

Loro sono tutti e due Notai eppure non hanno mai messo pressioni ne a me ne ai miei fratelli sulla scelta
della scuola, non hanno mai spinto affinché nessuno di noi studiasse legge, hanno sempre puntato tutto
sulle nostre passioni e credo che questa sia la cosa che più apprezzo da parte loro. Io studio musica, mio
fratello ingegneria aerospaziale e mia sorella medicina: 3 campi molto diversi, eppure ognuno di noi si
impegna al massimo per fare al meglio ciò che studia. Se avessero fatto studiare a tutti e tre legge a questo
punto sarebbe anche potuto succedere che avremmo mollato l’università o che la stessimo frequentando in
maniera mediocre o superficiale.

Questa libertà nel seguire le proprie passioni non riguarda solamente l’ambito dello studio ma per esempio
anche lo sport. Da bambino me li hanno fatti provare tutti affinché scegliessi io cosa più mi piaceva. Mio
padre è un gran giocatore di tennis, lo pratica tutte le settimane da svariati anni e chiaramente ogni tanto
mi ha portato a giocare con lui per passare del tempo assieme ma mai mi ha forzato a giocare a livelli
agonistici o a provare a diventare forte perché non era ciò che interessava a me.

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