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IL MASSACRO

Ai primi di ottobre circa 800 nativi lasciarono i loro campi estivi sullo Smoky Hill per
trasferirsi nelle vicinanze di Fort Lyon: le tribù Cheyenne dei capi Pentola Nera e
Antilope Bianca si insediarono in un'ansa del fiume Sand Creek, un affluente del
fiume Arkansas in quella che oggi è la Contea di Kiowa del Colorado sud-orientale, a
circa 64 chilometri a nord-est di Fort Lyon, mentre gli Arapaho dei capi Piccola
Cornacchia e Mano Sinistra si accamparono nelle immediate vicinanze del forte
stesso, con la cui guarnigione i nativi presero a intrattenere regolari rapporti
commerciali e a ricevere le razioni alimentari loro spettanti in base ai trattati
firmati[22]. I buoni rapporti instaurati con i nativi attirarono però sul maggiore
Wynkoop critiche da parte dei suoi superiori e il 5 novembre 1864 egli fu trasferito a
Fort Riley in Kansas venendo rimpiazzato a Fort Lyon dal maggiore Scott J. Anthony,
un sostenitore della linea dura.

Anthony sospese la distribuzione dei viveri ai nativi finché questi non avessero
consegnato le armi in loro possesso, ma anche quando gli Arapaho ebbero eseguito
il maggiore vietò loro di entrare nel forte per commerciare, ordinandogli di tenersi a
distanza; Pentola Nera si recò al forte per incontrare il nuovo comandante e stando
alla testimonianza di diversi ufficiali presenti all'incontro, il maggiore Anthony lo
rassicurò sul fatto che se i nativi fossero rimasti nel loro campo sul Sand Creek non
avrebbero avuto nulla da temere.

Gli Arapaho smontarono il loro campo e si divisero in due: la tribù di Mano Sinistra
raggiunse i Cheyenne sul Sand Creek, ma quella di Piccola Cornacchia, una volta
fuori dalla vista della guarnigione di Fort Lyon, piegò a sud e si rifugiò oltre il fiume
Arkansas. Partiti gli Arapaho, Anthony informò i suoi superiori circa la presenza di
«una banda di nativi a meno di 60 chilometri dal forte», chiedendo rinforzi.

Il 26 novembre un commerciante bianco che aveva rapporti con i nativi, John


"Coperta Grigia" Smith, giunse a Fort Lyon per chiedere l'autorizzazione a recarsi al
campo sul Sand Creek per affari; sfruttando l'occasione per tenere tranquilli i nativi, il
maggiore Anthony non solo diede il suo assenso ma fornì anche a Smith un
carro-ambulanza dell'esercito con il suo conducente, il soldato semplice David
Louderback, per trasportare le sue merci.

Il giorno dopo i rinforzi chiesti da Anthony arrivarono a Fort Lyon: dopo una marcia
condotta in gran segreto, il colonnello Chivington condusse personalmente al forte
600 cavalleggeri appartenenti al suo 1st Colorado Volunteer Regiment of Cavalry, a
una compagnia del 1st Regiment New Mexico Volunteer Cavalry distaccata in
Colorado e soprattutto al 3rd Colorado Cavalry Regiment del colonnello George L.
Shoup, un'unità di miliziani i cui componenti si erano offerti volontari appositamente
per combattere contro i nativi, un impiego considerato più sicuro del servizio al fronte
contro i confederati.
Chivington proibì a chiunque di uscire dal forte e inviò un distaccamento di
cavalleggeri al vicino ranch di William Bent, bloccando gli occupanti al loro interno;
due dei tre figli meticci di Bent, George e Charlie, si trovavano però già al campo sul
Sand Creek in visita a parenti della madre insieme a Edmund Guerrier, un
commerciante Cheyenne-francese che avrebbe poi sposato una delle figlie di Bent,
Julia. Riuniti i suoi ufficiali, Chivington mise subito in chiaro la sua intenzione di
attaccare il prima possibile il campo dei nativi sul Sand Creek, trovando il pieno
appoggio del maggiore Anthony ma anche l'opposizione di alcuni dei presenti: in
particolare, il capitano Silas Soule e il tenente Joseph Cramer, rispettivamente i
comandanti delle compagnie D e K del 1st Colorado Cavalry, e il tenente James
Connor della guarnigione di Fort Lyon protestarono per il progettato attacco a un
campo di nativi pacifici, una chiara violazione dei precedenti impegni presi circa la
garanzia della sicurezza dei nativi.

Stando a quanto riferito da testimoni, Chivington si scagliò con rabbia contro i


dissidenti, aggredendo verbalmente il tenente Cramer urlando: «Maledetto sia
chiunque simpatizzi con i nativi! Io sono venuto a uccidere i nativi e credo sia giusto
e onorevole usare qualsiasi mezzo Dio ci abbia messo a disposizione per uccidere
gli indiani!>>.

Soule, Cramer e Connor furono obbligati a partecipare alla spedizione dietro la


minaccia di essere deferiti a una corte marziale, ma diedero segretamente ordine ai
propri uomini di sparare sui nativi solo per difendersi.

Alle 20:00 del 28 novembre la colonna di Chivington lasciò Fort Lyon, accresciuta nel
numero da un ulteriore centinaio di soldati e da quattro obici da montagna tratti dalla
guarnigione del forte; come guida il colonnello aveva portato con sé il noto
esploratore James Beckwourth ma questi, ormai anziano (aveva 66 anni all'epoca
dei fatti) e afflitto da dolori reumatici e vista debole, si dimostrò inadeguato al
compito e Chivington diresse la colonna a un piccolo ranch posto lungo la strada,
obbligandone il proprietario ad affiancare Beckwourth: questi era Robert Bent, il
maggiore dei tre figli meticci di William Bent.

All'alba del 29 novembre 1864 la colonna dei soldati giunse al campo Cheyenne e
Arapaho sul Sand Creek, ottenendo una completa sorpresa: a parte i guardiani del
recinto dei cavalli, i nativi non avevano messo nessuna sentinella a protezione del
campo, tanto erano fiduciosi sul fatto di non avere nulla da temere.

L'accampamento era situato in un'ansa a ferro di cavallo del Sand Creek, a nord di
un piccolo torrente in quel momento in secca: la tribù di Pentola Nera era accampata
al centro, con a ovest i Cheyenne dei capi Antilope Bianca e Copricapo di Guerra e a
est, un poco più discosti, gli Arapaho di Mano Sinistra.

La maggior parte dei maschi adulti era lontano più a est, a caccia delle mandrie di
bisonti nella zona dello Smoky Hill, e circa i due terzi dei 600 nativi presenti nel
campo erano donne o bambini; Robert Bent stimò che i guerrieri fossero circa 35, cui
sommare un'altra trentina di uomini anziani.

I nativi furono svegliati dal rumore dei cavalli della massa dei soldati che galoppava
verso il campo; la confusione si sparse rapidamente per l'accampamento mentre
donne e bambini uscivano urlando dalle tende e i pochi guerrieri disponibili
correvano a prendere le armi.

Edmund Guerrier fu svegliato dalle urla delle donne: uscì dalla tenda e si diresse
verso l'alloggio del mercante John Smith, anche lui accampato con i Cheyenne
insieme a sua moglie nativa, a suo figlio meticcio Jack e al soldato David
Louderback.

Quest'ultimo propose di andare incontro ai soldati avanzanti, ma non appena il


piccolo gruppo uscì dalla tenda di Smith i cavalleggeri aprirono il fuoco con carabine
e pistole: il gruppo fece dietro front e corse a ripararsi dietro la tenda, dove furono
raggiunti anche da Charlie Bent.

Pentola Nera aveva fatto innalzare accanto al suo tipi un alto palo di legno a cui
aveva fissato una grossa bandiera degli Stati Uniti d'America, un dono di quando
aveva firmato il trattato di Fort Wise: non appena i soldati si avvicinarono al campo, il
vecchio capo urlò alla sua gente di radunarsi sotto alla bandiera e in poco tempo
svariate centinaia di donne e bambini si ammassarono intorno al palo, mentre
tutt'intorno i soldati facevano fuoco indiscriminatamente.

Ai primi spari il capo Antilope Bianca, un anziano di 75 anni, si mosse a passo svelto
verso i soldati; James Beckwourth, che cavalcava a fianco di Chivington, testimoniò
che il capo, disarmato e con le mani in alto, si avvicinò urlando «Fermi! Fermi!» in
inglese perfettamente udibile, finché non fu abbattuto a colpi di fucile da parte dei
soldati.

Il corpo rimase abbandonato sul letto asciutto del torrente: come riferì poi Robert
Bent, alcuni soldati vi si avvicinarono e lo mutilarono con i loro coltelli, tagliandogli il
naso, le orecchie e i testicoli per farne dei trofei.

Risalendo il letto asciutto del torrente, anche gli Arapaho del campo vicino corsero a
rifugiarsi sotto la bandiera di Pentola Nera; il capo Mano Sinistra si fermò di fronte ai
soldati con le braccia incrociate, dicendo che non avrebbe combattuto contro di loro
perché erano amici: fu colpito da una pallottola di fucile, ma riuscì poi a mettersi in
salvo.

Robert Bent descrisse lo scontro come «una carneficina indiscriminata di uomini,


donne e bambini».

Bent vide un gruppo di trenta o quaranta donne rifugiarsi in un anfratto: una


bambina di circa sei anni fu mandata fuori con una bandiera bianca, ma questa fu
subito colpita e uccisa dal fuoco dei soldati; tutte le donne ammassate nell'anfratto
furono poi passate per le armi senza che potessero opporre resistenza.

Tutti i corpi dei nativi uccisi che Robert Bent vide erano stati scalpati e molti mutilati
dai soldati, una circostanza confermata anche dalla testimonianza del tenente
James Connor: i soldati tagliarono le dita delle mani dei morti per impossessarsi di
anelli e altri gioielli, oppure asportarono nasi, orecchie e organi sessuali di uomini e
donne per farne dei trofei da esporre sui cappelli o sulle selle dei cavalli; nei giorni
successivi al massacro molti soldati furono poi visti mettere in mostra questi loro
trofei nei saloon della zona di Denver.

Non venne dato nessun quartiere ai nativi feriti, né ai bambini.

Robert Bent vide un soldato avvicinarsi a una donna stesa a terra, colpita a una
gamba, e spezzarle entrambe le braccia a colpi di spada, lasciandola poi lì a morire
dissanguata; sempre Bent riferì di una bambina di cinque anni che, nascosta in un
banco di sabbia, fu scoperta da due soldati: questi le spararono a distanza
ravvicinata con le loro pistole e poi ne trascinarono il corpo fuori dalla sabbia
prendendolo per un braccio. Sia Bent sia il capitano Soule videro il corpo di una
donna incinta, lasciato sventrato e con il feto abbandonato accanto; Bent riferì di
aver visto i corpi di numerosi neonati uccisi con le loro madri, mentre il tenente
Connor seppe di un bambino di pochi mesi gettato nella cassetta del fieno di un
carro e poi abbandonato a morire sulla strada durante il rientro della colonna al forte.

L'attacco non fu molto coordinato poiché molti soldati erano scarsamente disciplinati
e ubriachi dopo le bevute fatte durante la marcia di avvicinamento; parecchi nativi
riuscirono quindi a fuggire dal luogo del massacro: quando divenne chiaro che la
bandiera alzata da Pentola Nera non era un rifugio sicuro, vari gruppi di nativi
fuggirono attraverso il basso corso del Sand Creek cercando rifugio sulla sponda
opposta, dirigendo poi a est verso i campi dei Cheyenne andati a caccia sullo Smoky
Hill; diversi di loro furono uccisi dal fuoco degli obici da montagna dei soldati che
sparavano dalla riva sud del fiume.

Pentola Nera si salvò nascondendosi in un burrone, anche se sua moglie fu


gravemente ferita; numerosi nativi si nascosero scavando buche e trincee nella riva
sabbiosa del torrente in secca, resistendo poi fino a notte: tra questi vi fu George
Bent, rimasto separato dal fratello Charlie fin dalle prime fasi dello scontro e ferito al
fianco da una pallottola di fucile.

Conclusasi la sparatoria la colonna di Chivington fece rapidamente rientro a Fort


Lyon; prima di lasciare l'area i soldati presero i cavalli dei nativi e incendiarono le
tende del campo.
I soldati portarono con sé sette prigionieri: la moglie Cheyenne del commerciante
John Smith, la moglie nativa di un colono che risiedeva a Fort Lyon con i suoi tre
bambini e i due meticci Jack Smith e Charlie Bent.

Beckwourth riuscì a salvare la vita a Charlie nascondendolo su un carro insieme a


un ufficiale rimasto ferito e facendolo poi rilasciare, ma Jack fu ucciso da un soldato
che infilò la canna della sua pistola in un buco della tenda dove il prigioniero era
detenuto.

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