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MAnuale di DIRITTO
DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE
Sesta edizione
G. Giappichelli Editore
© Copyright 2019 - G. GIAPPICHELLI EDITORE - TORINO
VIA PO, 21 - TEL. 011-81.53.111 - FAX 011-81.25.100
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ISBN/EAN 978-88-921-0349-8
ISBN/EAN9788892180833 (ebook)
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun
volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi
4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633.
a Berardino Libonati,
ai miei Allievi
e ai miei Studenti
VI Dedica
Prefazione VII
PREFAZIONE
LUIGI FARENGA
INDICE
pag.
Avvertenze 1
INTRODUZIONE
CONCETTI GENERALI
§ 1. L’operazione assicurativa. Caratteri generali: bisogno e rischio 3
§ 2. Il collegamento atto-attività. La gestione assicurativa dei rischi 4
§ 3. L’impresa di assicurazione e l’attività assicurativa. Il sistema dei con-
trolli sul settore assicurativo (rinvio) 8
§ 4. Assicurazioni private e assicurazioni sociali. Le assicurazioni obbligatorie 11
§ 5. Assicurazione e risparmio. L’assicurazione nel sistema dei contratti
aleatori. Critica 13
§ 6. (Segue) I prodotti di investimento assicurativo (rinvio) 16
§ 7. Le fonti del diritto delle assicurazioni private 16
§ 8. Profili storici. Il diritto delle assicurazioni come ordinamento settoriale 20
PARTE PRIMA
L’IMPRESA E LA DISTRIBUZIONE
DEI PRODOTTI ASSICURATIVI
CAPITOLO I
L’IMPRESA DI ASSICURAZIONE 25
pag.
CAPITOLO II
I CONTROLLI SULL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE 51
CAPITOLO III
LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE 65
pag.
CAPITOLO IV
LE VICENDE DELL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE 99
CAPITOLO V
LE MISURE DI SALVAGUARDIA, RISANAMENTO E LIQUI-
DAZIONE 107
pag.
CAPITOLO VI
LA DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO ASSICURATIVO 121
pag.
PARTE SECONDA
IL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE
SEZIONE PRIMA
LA DISCIPLINA GENERALE
CAPITOLO I
LA NOZIONE GIURIDICA DI CONTRATTO DI ASSICURA-
ZIONE 143
CAPITOLO II
LA CAUSA DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE: A) IL
RISCHIO 149
CAPITOLO III
LA CAUSA DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE CON-
TRO I DANNI: B) L’INTERESSE 157
pag.
§ 2. L’interesse come misura del valore della cosa. Il danno come lesio-
ne dell’interesse. L’inesistenza dell’interesse. L’alienazione della co-
sa assicurata 160
§ 3. L’interesse come misura del valore della cosa. Soprassicurazione e
sottoassicurazione. L’assicurazione plurima e la coassicurazione 162
§ 4. L’interesse come misura del valore. L’assicurazione danni alle persone 165
CAPITOLO IV
LA STRUTTURA DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE 167
CAPITOLO V
LE PARTI E LE ALTRE FIGURE SOGGETTIVE DEL CON-
TRATTO DI ASSICURAZIONE: CONTRAENTE, ASSICURATO,
BENEFICIARIO. L’ASSICURAZIONE IN NOME E PER CON-
TO. L’ASSICURAZIONE SULLA PERSONA DI UN TERZO 171
CAPITOLO VI
LA FORMAZIONE E LA FORMA DEL CONTRATTO DI AS-
SICURAZIONE 177
pag.
CAPITOLO VII
L’OGGETTO DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE. A)
LE OBBLIGAZIONI DEL CONTRAENTE: IN PARTICO-
LARE IL PREMIO 189
§ 1. Le obbligazioni delle parti 189
§ 2. Il premio 189
§ 3. Mancato pagamento del premio 191
§ 4. Gli altri obblighi del contraente o dell’assicurato. Obblighi ed one-
ri: valore della classificazione 192
§ 5. L’obbligo di avviso (art. 1913 c.c.) 193
§ 6. L’obbligo di salvataggio (art. 1914 c.c.) 194
CAPITOLO VIII
L’OGGETTO DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE. B)
LE OBBLIGAZIONI DELL’ASSICURATORE: IN PARTICO-
LARE L’INDENNITÀ 195
§ 1. Le obbligazioni dell’assicuratore. Profili generali 195
§ 2. La liquidazione dell’indennità (o indennizzo). Arbitrato e perizia con-
trattuale. I sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie 196
§ 3. Le limitazioni della prestazione dell’assicuratore: le franchigie e lo
scoperto obbligatorio 198
§ 4. Il debito dell’indennità. Debito di valore e debito di valuta 199
§ 5. Il diritto di surrogazione dell’assicuratore (art. 1916 c.c.) 200
CAPITOLO IX
LE VICENDE DEL CONTRATTO. L’ALIENAZIONE DELLA
COSA ASSICURATA. ASSICURAZIONE E LIQUIDAZIONE
GIUDIZIALE. LA PRESCRIZIONE 203
§ 1. L’alienazione della cosa assicurata 203
XVI Indice
pag.
SEZIONE SECONDA
I SINGOLI RAMI: LE ASSICURAZIONI CONTRO I DANNI
CAPITOLO X
CONCETTI GENERALI 207
CAPITOLO XI
L’ASSICURAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE E LE
ASSICURAZIONI DI SPESE 217
CAPITOLO XII
L’ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA DELLA RESPONSA-
BILITÀ CIVILE DERIVANTE DALLA CIRCOLAZIONE DEI
VEICOLI A MOTORE E DEI NATANTI 225
pag.
CAPITOLO XIII
L’ASSICURAZIONE DEL CREDITO E L’ASSICURAZIONE
FIDEIUSSORIA O CAUZIONALE 239
CAPITOLO XIV
LE ASSICURAZIONI CONTRO I DANNI ALLA PERSONA 245
CAPITOLO XV
LE ASSICURAZIONI TRASPORTI 249
pag.
CAPITOLO XVI
LA RIASSICURAZIONE 265
SEZIONE TERZA
I SINGOLI RAMI: L’ASSICURAZIONE SULLA VITA ED I
PRODOTTI DI INVESTIMENTO ASSICURATIVO.
LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI
E LA GESTIONE ASSICURATIVA DEI FONDI PENSIONE
CAPITOLO XVII
L’ASSICURAZIONE SULLA VITA ED I PRODOTTI DI INVE-
STIMENTO ASSICURATIVO 275
pag.
CAPITOLO XVIII
LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI E LA
GESTIONE ASSICURATIVA DEI FONDI PENSIONE 289
AVVERTENZE
I richiami agli articoli privi di indicazione del testo legislativo sono rife-
riti al d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209, e cioè al Codice delle Assicurazioni;
l’acronimo «c.c.» sta per «Codice Civile», quello «c.a.» per «Codice delle
Assicurazioni», quello «c.n.» per «Codice della Navigazione» e quello
«c.c.i.» per «Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza».
Ai sensi dell’art. 13, comma 42, legge 7 agosto 2012, n. 135, «ogni rife-
rimento all’ISVAP contenuto in norme di legge o in altre disposizioni nor-
mative è da intendersi effettuato all’IVASS».
INTRODUZIONE
CONCETTI GENERALI
za che l’impresa sarà sempre e comunque nella condizione di far fronte alle
proprie obbligazioni. Il legislatore inoltre ha predisposto una serie di con-
trolli, attribuiti in via principale ad una istituzione specializzata – l’IVASS
(Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) – idonei a garantire la sussi-
stenza dei requisiti tecnico-giuridici necessari durante l’intero ciclo vitale
dell’impresa.
In realtà questo apparato legislativo e di controllo è di origine relativa-
mente recente.
Solo nei primi anni del secolo ventesimo si è instaurato un sistema nor-
mativo di disciplina dell’impresa. Sistema che si è andato negli anni, soprat-
tutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, affinando e perfezio-
nando, sino a giungere alla più recente sistemazione legislativa del settore
contenuta nel d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209 come modificato dal d.lgs. 12
maggio 2015, n. 74 e cioè il «Codice delle Assicurazioni Private».
L’apparato normativo originario era basato su un sistema di controlli so-
stanzialmente affidato al Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato
(oggi Ministero dello Sviluppo Economico), al quale erano demandati, con
risultati spesso insoddisfacenti sul piano pratico, tutte le relative funzioni. Al
Ministero era affiancata la Commissione Consultiva per le Assicurazioni Pri-
vate, organo con funzioni esclusivamente consultive, di irrilevante rilievo
pratico.
La crisi del settore determinatasi nei primi anni ‘70, soprattutto a seguito
dell’entrata in vigore del regime obbligatorio dell’assicurazione della respon-
sabilità civile per veicoli a motore e natanti – e dal conseguente ingresso nel
mercato di imprese di modesta entità e insufficiente organizzazione tecnico-
finanziaria – rese urgente l’emanazione di una nuova disciplina del ramo danni
e, soprattutto, evidenziò la necessità dell’istituzione di un organismo specializ-
zato e destinato esclusivamente al controllo dell’intero settore.
Questo secondo obiettivo venne realizzato nel 1982 con la creazione del-
l’ISVAP (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private), ente di diritto pub-
blico, cui la legge demandò poteri di controllo, in parte indipendenti, in parte
ausiliari rispetto a quelli del Ministero.
Negli anni seguenti i poteri dell’ISVAP vennero potenziati, trasferendo a ta-
le ente la quasi totalità delle competenze in precedenza attribuite al Ministero
(prima tra tutte la concessione dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività assi-
curativa). Nel contempo venne soppressa la Commissione Consultiva per le
Assicurazioni Private.
Infine con il d.l. 6 luglio 2012, n. 95 convertito in legge 7 agosto 2012, n.
135 all’ISVAP è succeduta l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni).
Il cambiamento peraltro non interessò le funzioni ed i poteri, ma unicamente
la struttura attraverso la quale l’Istituto di vigilanza entrò sostanzialmente
nell’orbita della Banca d’Italia.
Concetti generali 11
samente calcolato con strumenti attuariali. Ciò che non può prevedersi è
«quale» tra i rischi assicurati diverrà sinistro da indennizzare; ma la circo-
stanza è del tutto indifferente per l’assicuratore.
Non può parlarsi di alea per l’assicurato, poiché l’eventuale pagamento
dell’indennità non costituisce certo un vantaggio, ma il semplice ristoro
economico di un danno subito. Né il mancato verificarsi del sinistro può
concepirsi come una «perdita», rappresentata dall’inutile pagamento del
premio. Anche la sicurezza nel futuro ha un suo costo: l’assicurato paga
per trovare tranquillità, non certo nella speranza che si verifichi il sinistro.
Anche con riferimento all’assicurazione sulla vita il discorso si pone in
termini simili.
In questi casi, infatti, per l’assicuratore vale il ragionamento appena fat-
to, mentre per l’assicurato o per il beneficiario la mancata percezione del
capitale o della rendita (per non essersi verificata la morte nel periodo con-
trattualmente previsto nel «caso morte» o per essersi verificata nel «caso
sopravvivenza») non può intendersi esattamente come una «perdita» eco-
nomica; né, all’opposto, la sua percezione (da parte del terzo beneficiario o
dell’erede nel «caso morte» o anche dello stesso assicurato nel «caso so-
pravvivenza») un vantaggio simile a quello di una vincita alla lotteria, quanto
piuttosto il risultato di un’operazione di capitalizzazione.
È comunque da rilevare che le polizze vita prevedono sovente la com-
binazione di entrambe le ipotesi tipiche, morte e sopravvivenza, di modo
che il contratto si configura come una vera e propria operazione di caratte-
re previdenziale.
Stante quanto appena detto e quanto in precedenza illustrato in merito
alla particolare organizzazione dell’impresa di assicurazione, il tradizionale
concetto cardine dell’assicurazione, come operazione di «trasferimento» di
un rischio dall’assicurato all’assicuratore, va corretto in quello di operazio-
ne di «neutralizzazione» di un rischio proprio dell’assicurato.
L’assicuratore non rischia nulla, perché i rischi sono ammortizzati dalla
massa dei premi raccolti e dal loro calcolo secondo ipotesi attuariali.
Il premio pagato dall’assicurato a sua volta costituisce il corrispettivo ne-
cessario a sostenere i costi di questa particolare organizzazione imprendito-
riale, mentre il beneficio per l’assicurato è immediatamente percepibile at-
traverso quella sicurezza e tranquillità nel futuro che pure merita un sacri-
ficio economico.
In conclusione, la collocazione del contratto di assicurazione nell’ambito
dei contratti aleatori ha significato solo se rapportata al singolo contratto ed
intesa come incertezza nella erogazione di una componente della prestazio-
ne dell’assicuratore (pagamento dell’indennità o della rendita o del capita-
16 Introduzione
risalente ai primi anni del secolo scorso (r.d. 4 gennaio 1925, n. 63 di ap-
provazione del regolamento per l’esecuzione del r.d.l. 29 aprile 1923, n.
966 concernente l’esercizio delle assicurazioni private) si era assistito ad
una sorta di «stratificazione» di provvedimenti legislativi. Neppure l’ema-
nazione del T.U. del 1959 sull’esercizio delle assicurazioni private (d.p.r.
13 febbraio 1959, n. 449) aveva eliminato completamente la precedente
normativa (cit. r.d. n. 63/1925).
Un’importante svolta si è avuta tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni
’80.
A seguito dell’emanazione delle prime direttive comunitarie, e dei conseguenti
obblighi di attuazione attraverso leggi nazionali, vennero emanate la legge 10
giugno 1978, n. 295 contenente «nuove norme per l’esercizio delle assicurazio-
ni private contro i danni» e la legge 22 ottobre 1986, n. 742 contenente «nor-
me per l’esercizio delle assicurazioni private sulla vita».
Nel contempo veniva emanata la legge 12 agosto 1982, n. 576, portante la
riforma della vigilanza sulle assicurazioni, che istituiva l’Istituto per la Vigilan-
za sulle Assicurazioni Private (ISVAP).
L’intero sistema dell’organizzazione dell’impresa privata di assicurazione, sia
per il ramo danni, che per il ramo vita, risultava così completamente riscritto.
Ciononostante sparute norme del T.U. del 1959 e, addirittura, del Regola-
mento del 1925 restavano in vigore.
La disciplina generale dei due grandi gruppi di rami – vita e danni – è stata
successivamente di nuovo modificata, sempre sulla spinta della necessità di
adeguamento alle direttive europee: le seconde direttive 88/357 e 90/619, han-
no introdotto la disciplina relativa alla libertà di prestazione di servizi – quindi
senza organizzazione stabile – da parte di imprese comunitarie negli Stati della
U.E.; le terze direttive 92/49 e 92/96, hanno introdotto il principio dell’«home
country control», ovvero il principio secondo il quale l’autorizzazione ottenuta
dall’organo di controllo nazionale ha validità per tutti gli stati comunitari, così
completandosi l’attuazione dei principi di libertà di stabilimento e di libera
prestazione di servizi.
Sono stati pertanto emanati i d.lgs. 17 marzo 1995, nn. 174 e 175, con i
quali si è interamente ridisegnata la disciplina delle assicurazioni sulla vita e
contro i danni; quest’ultima peraltro definita «assicurazione diretta diversa dal-
l’assicurazione sulla vita».
Questa nuova terminologia si giustificava con la circostanza che alcune o-
perazioni (ad es.: le assicurazione infortuni) non sono perfettamente riconduci-
bili alle assicurazioni contro i danni.
Va inoltre ricordato il d.lgs. 26 maggio 1997, n. 173 (di attuazione della di-
rettiva 674/1991) il quale ha organicamente dettato una completa disciplina
del bilancio delle imprese assicurative, dettando altresì una più specifica disci-
plina delle riserve tecniche.
18 Introduzione
Sulla base di quanto si è andato sin qui ad illustrare, può affermarsi che
la storia delle assicurazioni, intese nell’attuale significato tecnico-giuridico,
coincide con la storia dell’impresa di assicurazione e, cioè, di quell’organiz-
zazione basata su precise tecniche attuariali e finanziarie, che opera su una
massa omogenea di rischi.
Ogni diverso tentativo di trasferire un rischio a terzi deve considerarsi, co-
me detto, operazione di puro rischio lontana dal concetto di assicurazione.
Solo nella seconda metà del 1600 con la nascita dei Lloyd’s di Londra,
ma soprattutto con il Gambling Act del 1774, nasce la vera assicurazione,
organizzata su basi scientifiche ed in grado di assicurare la solvibilità delle
obbligazioni risarcitorie.
Il Gambling Act inoltre prevede espressamente l’assicurazione sulla vita
altrui, a condizione che il contraente vi abbia interesse, così ponendo una
precisa distinzione giuridica tra assicurazione e scommessa.
Con la codificazione napoleonica trovano disciplina le assicurazioni ma-
rittime e, successivamente, con le codificazioni europee della seconda metà
del XIX secolo in poi, il contratto di assicurazione diviene una categoria
generale.
Si fa strada pertanto il sistema di classificare le assicurazioni in una par-
te generale, suddividendo poi quelle speciali in assicurazioni contro i danni
e assicurazioni sulla vita.
Infine, come detto, dagli inizi del secolo XX trova disciplina, oltre all’at-
to, anche l’attività, non più lasciata alla perizia ed al senso di responsabilità
degli operatori, ma obbligatoriamente incanalata in schemi tecnico-giuridi-
ci che la rendono impresa di diritto speciale.
Il diritto delle assicurazioni, pur essendo disciplina privatistica in senso
lato, soggetta alle norme generali del diritto privato e commerciale sia in
tema di impresa che di contratto, costituisce pertanto un settore del diritto
privato, avente una normativa speciale inderogabile che caratterizza atti e
comportamenti.
Così, l’impresa di assicurazione, pur restando regolata in via generale
dalle norme in materia di impresa e società, trova la sua disciplina specifica
in norme di settore espressamente emanate per il fenomeno assicurativo.
Ugualmente, con riferimento al contratto di assicurazione, alla disciplina
generale, si sovrappone quella specifica – di cui peraltro parte è a sua volta
di carattere generale – del contratto di assicurazione.
Concetti generali 21
PARTE PRIMA
L’IMPRESA E LA DISTRIBUZIONE
DEI PRODOTTI ASSICURATIVI
CAPITOLO I
L’IMPRESA DI ASSICURAZIONE
Le seconde sono quelle che superano l’ammontare dei contributi annui so-
praelencati (ovvero li hanno superati per tre esercizi consecutivi) e non con-
tengono le previsioni statutarie illustrate. Sono soggette alla integrale disciplina
sulle imprese di assicurazione e, se hanno superato i limiti per tre esercizi con-
secutivi, devono chiedere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa.
Sino alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso era presente sul mercato assi-
curativo anche lo Stato attraverso enti di diritto pubblico.
Agli inizi degli anni ‘90 il processo di privatizzazione delle imprese pubbli-
che ha però coinvolto anche il settore assicurativo, mutando completamente il
ruolo che lo Stato vi svolgeva.
L’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA), ente di diritto pubblico e
tra le maggiori imprese nazionali operanti nel ramo vita, e – per mezzo della
controllata Assitalia – operante nel ramo danni, è stato «privatizzato» attraver-
so la trasformazione in società per azioni (d.l. 11 luglio 1992, n. 333 conv. in
legge 8 agosto 1992, n. 359). Il processo di privatizzazione si è concluso con la
dismissione del pacchetto azionario detenuto dal Ministero del Tesoro. INA e
Assitalia entrarono così a far parte del gruppo Generali, con la quale successi-
vamente si fusero, determinando la nascita di Generali Italia s.p.a.
L’impresa di assicurazione 31
Uno degli aspetti fondamentali che ha ispirato la riforma attuata dal d.lgs.
n. 74/2015 – emanato in recepimento della direttiva europea 2009/138/CE
(Solvency II) – riguarda l’assetto organizzativo interno dell’impresa di assi-
curazione.
Ed infatti il sistema dei controlli negli ultimi anni è andato progressiva-
mente a mutare da un tipo di controllo tradizionale, basato esclusivamente
su un controllo esterno e diretto da parte dell’autorità nazionale di vigilan-
za, ad un controllo primariamente interno, attraverso organi e strutture
previste dal legislatore e a ciò deputate dal management dell’impresa. Inol-
tre il sistema dei controlli viene sempre più allargato in un ambito europeo,
ove il coordinamento delle autorità nazionali diviene un elemento strutturale
che trova il suo apice nell’AEAP (Autorità Europea delle Assicurazioni e
delle Pensioni Aziendali e Professionali) o, in inglese, EIOPA European In-
surance and Occupational Pensions Authority).
trolli sul fenomeno tendenti a scongiurare, per quanto possibile, crisi fi-
nanziarie estranee al tipico rischio assicurativo.
La problematica è essenzialmente di due tipi.
Da un lato vi è la necessità che le operazioni di acquisizione di parteci-
pazioni da parte di imprese di assicurazione in altre imprese ovvero da
parte di terzi in imprese di assicurazione avvengano nel rispetto della mas-
sima trasparenza. Ciò al fine di evitare, nel primo caso, che l’impresa di
assicurazione possa trovarsi in difficoltà finanziarie a causa del coinvolgi-
mento in attività di altre imprese assicurative o, addirittura, di imprese
che svolgono attività differenti. Nel secondo caso di evitare che chi acqui-
sta partecipazioni in imprese di assicurazione sia un soggetto od un grup-
po inaffidabile.
D’altro canto vi è la necessità di verificare che i «fondi propri» (e cioè
quella parte di patrimonio non destinata a fare fronte alle obbligazioni as-
sunte dall’impresa, concetto questo molto vicino a quello di patrimonio net-
to) siano sufficientemente capienti per procedere all’acquisizione delle im-
prese partecipate.
(nel maggior termine di sei mesi) (art. 74 c.a.). Nel caso di diniego o di re-
voca dell’autorizzazione le relative partecipazioni devono essere alienate
entro il termine stabilito dall’Istituto (art. 74, comma 3, c.a.).
Gli obblighi sin qui descritti hanno lo scopo di evitare che la proprietà,
e quindi la gestione, dell’impresa assicurativa venga a cadere in mano a
soggetti che non presentano i requisiti morali e finanziari idonei a garantire
un regolare e proficuo svolgimento dell’attività assicurativa; ovvero che l’im-
presa di assicurazione venga ad essere inserita nell’ambito di un gruppo
che può perseguire strategie non confacenti l’interesse pubblico che sottin-
tende l’attività assicurativa.
A tal fine la legge prevede che l’IVASS possa chiedere, ai soggetti titola-
ri della partecipazione di controllo o qualificata in impresa assicurativa, un
«protocollo di autonomia» (art. 75 c.a.), e cioè una dichiarazione contenen-
te informazioni, condizioni e impegni comprovanti la volontà di assicurare
all’impresa autonomia di gestione. In caso di rifiuto o di dichiarazioni fal-
se, può sospendere il diritto di voto.
Va infine rilevato che l’omissione delle comunicazioni relative all’acqui-
sto di partecipazioni in imprese di assicurazione è punita con sanzioni pe-
cuniarie (art. 311 c.a.).
Per gli stessi motivi di tutela della sana e prudente gestione dell’im-
presa assicurativa, la legge (art. 77 c.a.) impone che i soggetti titolari di
partecipazioni di controllo o qualificate siano in possesso di opportuni
«requisiti di onorabilità» stabiliti dal decreto MiSE 11 novembre 2011, n.
220 (art. 5). In caso di mancanza dei requisiti, i diritti di voto (ed altri
diritti che consentono di influire sull’impresa), eccedenti il suddetto li-
mite non possono essere esercitati. In caso di inosservanza del divieto, la
deliberazione (o il diverso atto anche non assembleare) è impugnabile
(ex art. 2377 c.c.) anche dall’IVASS (nel maggior termine di sei mesi),
qualora il voto relativo alla partecipazione in discorso sia stato determi-
nante (art. 77, comma 3, c.a.). La partecipazione eccedente il suddetto li-
mite deve essere alienata entro il termine stabilito dall’IVASS (art. 77,
comma 4, c.a.).
40 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
Per gli esponenti aziendali, e cioè coloro che svolgono funzioni di am-
ministrazione, direzione e controllo (amministratori, sindaci, membri del
consiglio di gestione e del consiglio di sorveglianza, del comitato per il
controllo sulla gestione, direttori generali) e comunque per coloro che e-
sercitano funzioni fondamentali in imprese di assicurazione, la legge pre-
scrive il possesso, non solo del requisito di onorabilità, ma, stante le funzioni
gestorie o di controllo, anche di «requisiti di professionalità ed indipendenza»
(art. 76 c.a.) stabiliti sempre dal decreto MiSE 11 novembre 2011, n. 220
(artt. 3 e 6). L’impresa deve dimostrare all’IVASS che i suddetti esponenti
siano in possesso dei citati requisiti (art. 77, comma 1-bis, c.a.).
Il difetto dei requisiti, iniziale o sopravvenuto, determina la decadenza
dall’ufficio (art. 76, comma 2, c.a.). Tale decadenza è dichiarata dal consi-
glio di amministrazione (o dal consiglio di sorveglianza o dal consiglio di
gestione nel caso di sistema dualistico) entro 30 giorni.
L’art. 36 del d.l. 6 dicembre 2011, n. 201 (convertito in legge 22 dicem-
bre 2011, n. 214) stabilisce il divieto per i titolari di cariche negli organi
gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di impre-
se o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finan-
ziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di im-
prese concorrenti. A sua volta il Regolamento 18 giugno 2012, n. 42 disci-
plina il procedimento per la dichiarazione da parte dell’IVASS della deca-
denza nei confronti dei titolari delle cariche di cui al d.l. n. 201/2011 i qua-
li non abbiano rimosso l’incompatibilità prevista dal detto d.l. attraverso
l’opzione di cui al comma 2-bis del medesimo d.l. e in relazione ai quali la
decadenza non sia stata dichiarata, nei termini di legge, dagli organi compe-
tenti delle imprese di assicurazione e riassicurazione interessate (procedi-
mento Interloking).
§ 7. I conglomerati finanziari
1
In realtà la nozione di conglomerato finanziario dettata dal comma 1 dell’art. 3 del
d.lgs. n. 142/2005, ben più articolata e complessa, è la seguente: «Costituisce un conglo-
merato finanziario, qualsiasi gruppo, o sottogruppo di un gruppo, che soddisfi le seguenti
condizioni:
a) qualora a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata:
1) questa sia un’impresa madre di un’altra impresa del settore finanziario, oppure
un’impresa che detiene una partecipazione in altra impresa del settore finanziario, oppure
un’impresa legata a un’impresa del settore finanziario da una relazione che comporti l’as-
soggettamento a direzione unitaria in virtù di accordi o clausole statutarie o in cui gli orga-
ni di amministrazione, direzione e controllo sono costituiti in maggioranza dalle stesse per-
sone;
2) almeno una delle imprese del gruppo operi nel settore assicurativo e almeno una
operi nel settore bancario o nel settore dei servizi di investimento;
3) le attività consolidate o aggregate delle imprese del gruppo che operano nel settore
assicurativo e le attività consolidate o aggregate delle imprese che operano nel settore ban-
cario e nel settore dei servizi d’investimento siano entrambe significative, ai sensi dei com-
mi 3 e 4; a tali fini, il settore bancario e quello dei servizi di investimento sono considerati
congiuntamente;
b) qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata:
1) le attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario, ai sensi del
comma 2;
2) almeno una delle imprese del gruppo operi nel settore assicurativo e almeno una
operi nel settore bancario o nel settore dei servizi di investimento;
3) le attività consolidate o aggregate delle imprese del gruppo che operano nel settore
assicurativo e le attività consolidate o aggregate delle imprese che operano nel settore ban-
cario e nel settore dei servizi d’investimento siano entrambe significative, ai sensi dei com-
44 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
mi 3 e 4; a tali fini, il settore bancario e quello dei servizi di investimento sono considerati
congiuntamente».
L’impresa di assicurazione 45
del passivo e del patrimonio netto relativi alla gestione del ramo vita e dei
rami danni (cfr. anche art. 348 c.a.). In particolare la disciplina prevede spe-
cifiche incombenze in relazione alla contabilità ed al margine di solvibilità.
La legge (art. 2, commi 1 e 2, c.a.) individua sei rami vita, mentre il Re-
golamento ISVAP 16 marzo 2009, n. 29 (artt. 6-11) specifica il contenuto
di alcuni di essi:
2
Stabilisce l’art. 20 Regol. ISVAP che «Le condizioni per l’accessorietà dei rischi ai sensi
dell’articolo 2, comma 5 del decreto si verificano quando ricorrono congiuntamente le se-
guenti condizioni:
a) esiste tra i rischi un legame oggettivo di connessione in base al quale il verificarsi del-
l’evento considerato nel rischio principale costituisce causa od occasione per il verificarsi
dell’evento considerato nel rischio accessorio;
50 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
Va infine rilevato che il Regol. ISVAP precisa che non sono assicurabili
(art. 4):
– i rischi da ritiro o sospensione della patente di guida;
– le obbligazioni derivanti da operazioni che fanno riferimento a sotto-
stanti prodotti finanziari od operazioni di finanziamento;
– le sanzioni amministrative.
b) l’oggetto del rischio accessorio è lo stesso oggetto del rischio principale ossia si riferi-
sce allo stesso “bene” inteso come cosa, persona o patrimonio coperto dal rischio principale;
c) lo stesso contratto garantisce simultaneamente, a favore di un solo assicurato, diret-
tamente o a mezzo di rappresentante, sia il rischio principale sia quello accessorio e l’inte-
resse garantito contro i due rischi fa capo alla stessa persona».
I controlli sull’impresa di assicurazione 51
CAPITOLO II
I CONTROLLI SULL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE
Altra funzione della vigilanza è costituita dalla stabilità del sistema e dei
mercati finanziari, che peraltro la norma subordina rispetto alla preceden-
te. Questa subordinazione in effetti non è comprensibile, posto che un si-
stema di mercato inefficiente comporta necessariamente delle conseguenze
negative sui consumatori e sugli utenti.
Ad ogni buon conto la norma individua due tipi di vigilanza: una vigilan-
za macroprudenziale (la cui disciplina dettagliata è rinvenibile nel Regola-
mento IVASS 10 maggio 2016, n. 21), nei confronti del sistema e del mer-
cato, ed una vigilanza microprudenziale, nei confronti delle singole imprese.
Quest’ultima è quella che sarà oggetto di esame nelle prossime pagine.
D’altra parte l’art. 4 c.a. stabilisce che «Il Ministero dello Sviluppo Eco-
nomico adotta i provvedimenti previsti nel presente codice nell’ambito delle
linee di politica assicurativa determinate dal Governo».
In altri termini, poiché dall’eliminazione dal mercato di un’impresa as-
sicurativa sortiscono sicuramente degli effetti negativi sulla collettività (in
termini economici ed occupazionali), si è voluta mantenere una competen-
za in materia in capo all’organo di controllo «politico», anche se detti prov-
vedimenti non possono essere influenzati da ragioni di carattere politico-
sociale.
Al Ministero compete inoltre la vigilanza sulla CONSAP (Concessiona-
ria Servizi Assicurativi Pubblici s.p.a.), relativamente ai servizi assicurativi
(cfr. infra, Parte II, Cap. XII, § 6).
Il Ministero non ha invece alcun potere di controllo o di direzione, né
alcun potere di vigilanza, sull’IVASS.
§ 3. L’AEAP (o EIOPA)
In realtà, negli ultimi anni il sistema dei controlli ha subito una vera e
propria rivoluzione, determinata in gran parte dalla crisi del 2007-2008 e
dalla preoccupazione, a livello europeo, in ordine alla tenuta finanziaria del
sistema assicurativo.
È stato pertanto creato in seno all’Unione Europea (operante dal 1°
gennaio 2011) un organismo con la funzione di monitorare il mercato assi-
curativo europeo, attraverso un sistema di vigilanza integrato al quale par-
tecipano tutte le autorità di vigilanza degli Stati membri. L’organismo in
questione è l’AEAP (Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni
Aziendali e Professionali) o, in inglese, EIOPA (European Insurance and
Occupational Pensions Authority) 1 (cfr. art. 1, lett. g-bis, n. 1, c.a.).
L’EIOPA è un organismo consultivo indipendente del Parlamento Eu-
ropeo, del Consiglio dell’Unione Europea e della Commissione Europea.
L’obiettivo dell’Autorità è rappresentato dalla protezione dell’interesse
pubblico «contribuendo alla stabilità e all’efficacia a breve, medio e lungo
termine del sistema finanziario, a beneficio dell’economia dell’Unione, dei
1
Insieme all’EIOPA furono creati l’EBA (European Banking Authority) per la vigilanza
sul mercato bancario e ESMA (European Securities and Markets Authority) per la vigilan-
za sul mercato degli strumenti finanziari.
54 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
2
I regolamenti emanati prima del 1° gennaio 2013 continueremo a definirli «Regola-
menti ISVAP».
3
Tutti i regolamenti si sarebbero dovuti adottare entro la data del 1° gennaio 2008 (art.
354, comma 6), termine questo ampiamente superato.
I controlli sull’impresa di assicurazione 57
b) I poteri.
Necessario corollario all’attribuzione delle funzioni sono i poteri di cui
l’IVASS dispone al fine di esercitare la vigilanza, e che gli permettono, an-
che con strumenti coercitivi, gli accertamenti necessari.
I poteri possono essere distinti in «poteri di indagine» e «poteri di in-
tervento»; a questi si aggiunge il potere di accertare ed irrogare le sanzioni
pecuniarie previste dal Codice delle Assicurazioni.
b.1) I poteri di indagine (art. 189 c.a.) consistono nella facoltà di:
1. richiedere informazioni, ordinare l’esibizione di documenti e il com-
pimento di accertamenti e verifiche ritenute necessarie a tutti i soggetti sot-
toposti alla sua vigilanza;
2. effettuare ispezioni presso le imprese e tutti i soggetti comunque sot-
toposti alla sua vigilanza.
b.2) I poteri di intervento (art. 188 c.a.) consistono nella facoltà di:
1. convocare i componenti degli organi amministrativi e di controllo, i di-
rettori generali delle imprese sottoposte a vigilanza, nonché i legali rappre-
sentanti della società di revisione, l’attuario revisore e i soggetti responsabili
delle funzioni fondamentali all’interno delle imprese di assicurazione e rias-
sicurazione;
2. ordinare la convocazione dell’assemblea, degli organi amministrativi
e di controllo delle imprese soggette a vigilanza al fine di sottoporre i prov-
vedimenti necessari per rendere la gestione conforme alla legge;
3. procedere direttamente alla convocazione degli organi sociali quando
sia stato disatteso il provvedimento di cui al precedente n. 2;
4. convocare i soggetti che svolgono funzioni parzialmente comprese
nel ciclo operativo delle imprese soggette a vigilanza;
60 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
All’IVASS è attribuita inoltre la vigilanza sui gruppi dei quali faccia par-
te almeno un’impresa di assicurazione o riassicurazione con sede in Italia
(art. 210 ss. c.a.). La vigilanza è esercitata, in linea di principio, nei con-
fronti del gruppo a partire dall’«ultima società controllante italiana» (art.
210, comma 2, c.a.). In altri termini sono escluse dal controllo le società
con sede all’estero che non siano controllate da una società con sede in Ita-
lia. La «società capogruppo», così individuata, è iscritta in un apposito «al-
bo delle società capogruppo italiane» tenuto dall’IVASS (art. 210-ter c.a.).
Pertanto, ai fini che qui interessano, per «società capogruppo» si intende
l’«ultima società controllante italiana».
La società capogruppo deve comunicare all’IVASS l’elenco delle impre-
se di assicurazione o riassicurazione e le società strumentali, le società di
partecipazione assicurativa e le società di partecipazione finanziaria mista
controllate.
L’iscrizione all’Albo può peraltro avvenire anche d’ufficio da parte del-
l’IVASS se ravvede la sussistenza di una situazione di controllo (art. 210-
ter, comma 2).
Si tratta di una forma di vigilanza che ha la finalità di evitare che l’in-
serimento di un’impresa di assicurazione (o riassicurazione) nell’ambito
62 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
CAPITOLO III
LA DISCIPLINA DELL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE
può inoltre coprire tutte o solo alcune delle attività rientranti nel ramo (ad
esempio, nel ramo 9 delle assicurazioni contro i danni, solo il furto e non
anche la grandine). Tuttavia può in seguito essere chiesta l’estensione del-
l’autorizzazione anche alle altre attività e/o ad altri rami se l’impresa dimo-
stra di possedere la necessaria capacità patrimoniali (art. 15 c.a.).
Per ottenere l’autorizzazione l’impresa deve fare domanda all’IVASS,
(«istanza di autorizzazione») fornendo la prova di avere un capitale socia-
le minimo, se società per azioni o società cooperativa, ovvero un fondo di
garanzia minimo, se società di mutua assicurazione, adeguato alle previ-
sioni formulate nel programma di attività e comunque non inferiore alla
misura minima prevista dall’art. 5 Regol., il quale prevede 5 scaglioni,
compresi tra Euro 5.000.000,00 ed Euro 7.500.000,00 a seconda dei rami
per i quali si chiede l’autorizzazione (art. 5 Regol.) nonché fondi propri
di base ammissibili necessari per coprire il minimo assoluto del Requisito
Patrimoniale Minimo con un range che va da Euro 2.500.000,00 ad Euro
6.200.000,00 a seconda dei rami per i quali si chiede l’autorizzazione (art.
14, lett. c, c.a.).
Sino all’ammontare minimo, il capitale sociale o il fondo di garanzia de-
vono essere interamente versati in denaro (art. 4, comma 2, lett. b, Regol.).
Naturalmente, se la società si costituisce con un capitale superiore al mi-
nimo, l’eccedenza potrà essere solamente sottoscritta, ovvero potrà essere
rappresentata da conferimenti in natura o di crediti.
La direzione generale ed amministrativa dell’impresa deve essere situata
in Italia (art. 14, lett. b, c.a.).
I titolari di partecipazioni qualificate devono essere in possesso dei requi-
siti di onorabilità previsti dall’art. 77 c.a. (cfr. supra, Cap. I, § 5) e devono
sussistere i presupposti per il rilascio dell’autorizzazione di cui all’art. 68 c.a.
(cfr. supra, Cap. I, § 4). Deve inoltre essere allegata una relazione e la docu-
mentazione (ad es. patti parasociali) attestante che tra la costituenda impresa
o altri soggetti del gruppo di appartenenza non sussistono «stretti legami»
con altri soggetti che possano essere di impedimento all’esercizio delle fun-
zioni di vigilanza (art. 10 Regol.).
A loro volta i soggetti che assumono funzioni di amministrazione (con-
siglieri di amministrazione, componenti del consiglio di gestione), direzio-
ne (direttori generali) e controllo (sindaci, membri del consiglio di sorve-
glianza o del comitato per il controllo sulla gestione) o comunque funzioni
fondamentali all’interno dell’impresa devono essere in possesso dei requisi-
ti di professionalità, onorabilità ed indipendenza previsti dall’art. 76 c.a.
(art. 14, lett. f, c.a.) (cfr. supra, Cap. I, § 5).
L’impresa deve infine presentare un «programma di attività» analitica-
68 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
moniali poste a fronte degli impegni che l’impresa dovrà sostenere nell’e-
sercizio o negli esercizi successivi.
Il meccanismo alla base del fenomeno è costituito dalla c.d. «inversione
del ciclo produttivo», per la quale il premio dovuto dall’assicurato, che va a
costituire parte dei ricavi, è corrisposto anticipatamente.
Trattandosi di risorse accantonate per far fronte agli oneri futuri dell’as-
sicuratore, le riserve tecniche, a differenza delle altre riserve, costituiscono
poste reali di bilancio, e cioè poste alle quali corrispondono beni chiaramente
individuati di proprietà dell’impresa («attività a copertura delle riserve tec-
niche»).
Questi beni, infatti, per la loro particolare destinazione, non possono
confondersi con le altre attività patrimoniali, le quali sono poste invece a
garanzia di tutti i creditori sociali indistintamente.
Di conseguenza l’insieme delle attività a copertura delle riserve tecniche
costituisce un «patrimonio di destinazione» (le attività sono destinate esclu-
sivamente all’adempimento delle obbligazioni assunte dall’impresa con gli
assicurati) e, pertanto, è espressamente definito dalla legge «patrimonio
separato» rispetto alle altre attività dell’impresa (art. 42, comma 2, c.a.).
La legge stabilisce che le imprese debbano costituire, per i contratti del
portafoglio italiano, riserve tecniche sufficienti a garantire le obbligazioni
assunte con i contratti di assicurazione o riassicurazione (art. 36-bis, com-
ma 1, c.a.).
L’art. 36-bis, comma 3, c.a. stabilisce il principio generale in tema di cal-
colo delle riserve tecniche in virtù del quale «Per il calcolo delle riserve
tecniche l’impresa utilizza in modo coerente con le valutazioni di mercato
le informazioni fornite dai mercati finanziari e i dati generalmente disponi-
bili sui rischi di sottoscrizione» 1.
Più in particolare l’impresa deve detenere «riserve tecniche per un valo-
re corrispondente all’importo attuale che l’impresa medesima dovrebbe
pagare se dovesse trasferire immediatamente i propri impegni assicurativi e
riassicurativi ad un’altra impresa di assicurazione o di riassicurazione» (art.
36-bis, comma 2, c.a.). In altri termini gli attivi a copertura delle riserve
tecniche devono essere sempre sufficienti a fare fronte agli obblighi deri-
vanti dai contratti di assicurazione in corso.
Naturalmente la questione si pone diversamente a seconda si tratti di
contratti di assicurazione contro i danni, ove l’obbligo di pagamento del-
1
Il rischio di sottoscrizione è costituito dalla possibilità che i premi non siano sufficien-
ti a coprire i sinistri e le spese.
La disciplina dell’impresa di assicurazione 71
l’indennizzo è incerto nell’an prima ancora che nel quantum, mentre nei
contratti di assicurazione sulla vita – e segnatamente in quelli per il caso di
sopravvivenza – vi è una relativa certezza del tempo e dell’entità del paga-
mento.
Da ricordare che la funzione di verificare che il calcolo delle riserve tec-
niche sia conforme a metodologie e modelli adeguati è attribuita all’attua-
rio incaricato di svolgere la funzione attuariale di cui all’art. 30-sexies c.c.
(cfr. supra, Cap. I, § 2).
Le norme specifiche in ordine al complesso calcolo delle riserve tecni-
che sono contenute negli artt. da 36-ter a 36-duodecies c.a. e nel Regola-
mento IVASS 6 giugno 2016, n. 24. L’IVASS può richiedere in ogni mo-
mento all’impresa di dimostrare l’adeguatezza del livello delle proprie ri-
serve tecniche e la congruità dei metodi di calcolo (art. 36-terdecies).
Infine va tenuto presente che nel portafoglio italiano sono compresi tut-
ti i contratti stipulati dalle imprese nazionali, non solo in Italia, ma anche
negli altri Stati comunitari, con esclusione di quelli stipulati in Stati terzi,
per i quali devono essere accantonate le riserve richieste dall’ordinamento
dello Stato terzo (cfr. art. 1, lett. pp, c.a.).
relativi proventi, di far fronte ai costi e alle obbligazioni assunte nei con-
fronti degli assicurati e di costituire, per ciascun contratto, le riserve tecni-
che necessarie» (art. 5 Regol.).
Ai fini del calcolo delle tariffe si parte dalle «basi tecniche» – e cioè da
tutti gli elementi statistici, demografici, finanziari ed altre eventuali ipotesi,
tra cui il «tasso tecnico», e cioè il tasso di rendimento minimo che viene ri-
conosciuto dall’impresa al momento della conclusione del contratto di assi-
curazione sulla vita (art. 6 Regol.) – sui quali si fonda appunto il calcolo.
Naturalmente nelle assicurazioni sulla vita restano fondamentali le basi
demografiche, e cioè l’andamento tendenziale delle statistiche sulla morta-
lità/longevità, sia sulla popolazione in generale, sia in relazione al proprio
portafoglio. Tale andamento diviene poi ancora più importante nelle ope-
razioni ove è prevista la corresponsione di una rendita (ovvero la possibili-
tà per il beneficiario di optare per la corresponsione di una rendita invece
del pagamento di un capitale – art. 7 Regol.). Ciò perché, mentre il capitale
è un impegno economico ben determinato, la rendita può essere dovuta
sino al termine della vita del beneficiario.
Particolari disposizioni sono poi previste per il caso di forme pensioni-
stiche individuali, per i fondi pensione aperti (su cui infra, Parte II, Cap.
XVIII, § 1) e per i contratti long term care.
Il «tasso massimo di interesse garantibile» (TMG), e cioè il tesso di interesse
che l’impresa riconosce a titolo di capitalizzazione delle somme riscosse a tito-
lo di premio, deve essere determinato sulla base delle disposizioni dettate dal
Regolamento e deve essere calcolato, distintamente per diverse tipologie con-
trattuali, in funzione del tasso medio di rendimento annuo dei prestiti obbliga-
zionari emessi dallo Stato (TMO) (artt. 11-20-bis Regol.).
A.6) Le «riserve tecniche dei contratti unit e index linked e dei contratti
di ramo VI». Qualora l’impresa abbia emesso polizze index linked (nelle
quali il rendimento è legato ad un indice azionario o obbligazionario o di
altro tipo) le riserve tecniche devono essere rappresentate, con la massima
approssimazione possibile, dalle quote rappresentanti il valore di riferimento
oppure, qualora le quote non siano definite, da attivi di adeguata sicurezza
e negoziabilità che corrispondano il più possibile a quelli su cui si basa il
La disciplina dell’impresa di assicurazione 75
2
Si parla di assicurazioni del lavoro diretto in contrapposizione alle operazioni di rias-
sicurazione.
76 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
B.1.2) Anche nel ramo danni le riserve devono essere sufficienti a far
fronte agli impegni futuri dell’impresa, impegni che potrebbero superare
l’ammontare della riserva per frazioni di premio (perché l’importo dei
premi è stato calcolato in misura errata o sono sopravvenute situazioni
contingenti che hanno comportato oneri superiori alle previsioni).
Pertanto deve essere costituita la «riserva per rischi in corso» (artt. 9-11
Regol.), per far fronte a tutte le indennità e le spese derivanti dai contratti
stipulati nell’esercizio, nella misura in cui questa dovesse superare l’impor-
to della riserva per frazioni di premio.
B.2) La «riserva sinistri» è costituita dalle somme necessarie, secondo
una prudente valutazione in base ad elementi obiettivi, per far fronte ai si-
La disciplina dell’impresa di assicurazione 77
3
Sino all’emanazione del decreto ministeriale si applicano le disposizioni del d.m. 19
novembre 1996, n. 705.
La disciplina dell’impresa di assicurazione 79
§ 7. I fondi propri
L’art. 44-ter c.a. definisce «fondi propri» quelli «costituiti dalla somma
dei “fondi propri di base” di cui all’articolo 44-quater e dei “fondi propri
accessori” di cui all’articolo 44-quinquies, secondo le disposizioni stabilite
dall’IVASS con regolamento, che disciplina anche la procedura di autoriz-
zazione di cui all’articolo 44-quinquies».
A sua volta l’art. 44-quater nell’identificare i «fondi propri di base» co-
me «l’eccedenza delle attività rispetto alle passività» ai sensi dell’art. 35-
quater, sostanzialmente si riferisce al capitale sociale versato, alle riserve le-
gali ed eventualmente, se esistenti, alle riserve statutarie e volontarie. In al-
tri termini si tratta di ciò che gli economisti definiscono patrimonio netto
(esclusa la eventuale parte di capitale sottoscritta ma non ancora versata).
La disciplina dell’impresa di assicurazione 81
4
Nella società mutua assicuratrice i fondi propri accessori possono comprendere qual-
siasi credito futuro che tale mutua può vantare nei confronti dei suoi soci tramite il richia-
mo di contributi supplementari entro i dodici mesi successivi (art. 44-quinquies, comma 3).
82 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
in linea di massima, tale requisito deve garantire che siano presi in conside-
razione tutti i rischi (quantificabili) cui è esposta l’impresa, con ciò inten-
dendosi, non solo i tipici rischi assicurativi, ma tutti i rischi economico-
patrimoniali cui l’impresa è esposta 5.
Naturalmente tale calcolo deve essere operato tenendo conto del pre-
supposto della continuità aziendale.
Ulteriori disposizioni in ordine alla determinazione del requisito patri-
moniale di solvibilità sono stabilite dai Regolamenti IVASS nn. 11, 12, 14,
15 e 16 del 2015.
5
Ed infatti l’art. 45-ter, comma 5, c.a. stabilisce che «il Requisito Patrimoniale di Solvi-
bilità copre almeno i seguenti rischi:
a) il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione danni;
b) il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione vita;
c) il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione malattia;
d) il rischio di mercato;
e) il rischio di credito;
f) il rischio operativo. Tale rischio include i rischi legali ma non i rischi derivanti da de-
cisioni strategiche e i rischi reputazionali».
La disciplina dell’impresa di assicurazione 83
6
Per impresa di partecipazione assicurativa si intende una società controllante il cui
unico o principale oggetto consiste nell’assunzione di partecipazioni di controllo, nonché
nella gestione e valorizzazione di tali partecipazioni, se le imprese controllate sono esclusi-
vamente o principalmente imprese di assicurazione, imprese di riassicurazione, imprese di
assicurazione o di riassicurazione extracomunitarie, sempre che almeno una di esse sia
un’impresa di assicurazione o un’impresa di riassicurazione avente sede legale nel territo-
rio della Repubblica e che non sia una impresa di partecipazione finanziaria mista (art. 1,
comma 1, lett. aa, c.a.).
84 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
ziaria mista 7 con sede in Italia che controllano una o più imprese di assi-
curazione o riassicurazione (art. 95 c.a.), sono soggette all’applicazione
dei principi contabili internazionali – IAS (International Accounting Stan-
dards) e IFRS (International Financial Reporting Standards).
Tali principi sono stati introdotti dal Regolamento CE n. 1606/2002, at-
tuato con il d.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, con la finalità di armonizzare
l’informazione finanziaria e di aumentare la trasparenza e la comparabilità
dei bilanci redatti da tutte le società dell’U.E. quotate su un mercato rego-
lamentato. Tuttavia tale modalità di redazione del bilancio può essere adot-
tata anche dalle imprese alle quali al momento non è imposta. La disciplina
è dettagliatamente integrata dal Regolamento ISVAP 13 luglio 2007, n. 7,
come modificato da ultimo dal provvedimento IVASS 8 maggio 2018 n. 74.
La redazione del bilancio – costituito dallo stato patrimoniale, dal conto
economico, dalla nota integrativa (art. 2423 c.c.) e, per le imprese di assi-
curazione anche dal rendiconto finanziario (art. 4, comma 1, Regol. e all.
1) – è compito degli amministratori, i quali devono presentarlo all’assem-
blea per l’approvazione entro il termine massimo di 120 giorni dalla dell’e-
sercizio sociale, che, a sua volta, è obbligatoriamente fissato dal 1° gennaio
al 31 dicembre di ogni anno (art. 92 c.a.). Il termine può essere prorogato
al 30 giugno, se l’atto costitutivo lo prevede, quando particolari esigenze lo
richiedano o se l’impresa esercita in misura rilevante attività di riassicura-
zione ovvero se l’impresa è tenuta a redigere il bilancio consolidato. L’eser-
cizio di tale facoltà deve essere comunicato all’IVASS ed evidenziato nella
nota integrativa (art. 92 c.a.).
Il bilancio deve essere redatto in conformità dei principi generali di
chiarezza e verità, secondo il disposto dell’art. 2423 c.c. e deve rispettare i
principi generali in tema di valutazione delle voci, di effettività degli utili,
di competenza, di prudenza e di continuità delle valutazioni da un eserci-
zio all’altro (art. 2423-bis c.c.).
Il bilancio deve essere accompagnato da una «relazione sulla gestione»,
la quale deve indicare l’andamento generale della gestione dell’impresa, ivi
compresa una descrizione dei principali rischi e incertezze cui l’impresa è e-
sposta, l’evoluzione del portafoglio, l’andamento dei sinistri, le forme riassi-
7
Per società di partecipazione finanziaria mista si intende un’impresa diversa da un’im-
presa regolamentata (e cioè diversa da un’impresa bancaria o assicurativa o un’impresa di
investimento o una società di gestione patrimoniale o un gestore di fondi comuni di inve-
stimento) che controlla altre imprese di cui almeno una sia un’impresa regolamentata con
sede principale nell’Unione europea e con altre imprese costituisca un conglomerato finan-
ziario (art. 1, comma 1, lett. v), d.lgs. 30 maggio 2005, n. 142).
La disciplina dell’impresa di assicurazione 85
ti). Il valore corrente di questi investimenti (calcolato secondo gli artt. 16-19
d.lgs. n. 173/1997) deve essere indicato nella nota integrativa ai soli fini di com-
parazione tra valore storico e valore di mercato.
Nel caso di investimenti o di altri elementi dell’attivo non destinati a per-
manere durevolmente nel patrimonio dell’impresa (e cioè quegli attivi patri-
moniali che non sono destinati ad essere mantenuti nel patrimonio aziendale a
scopo di stabile investimento, coerentemente con l’andamento economico e fi-
nanziario dell’impresa – cfr. art. 15, d.lgs. n. 173/1997) l’iscrizione deve invece
essere effettuata al valore di presumibile realizzo, se quest’ultimo risulta infe-
riore al criterio del costo di acquisizione.
Alcuni tipi di investimenti (ad esempio quelli relativi alla gestione dei fondi
pensione) devono invece essere valutati al valore di mercato, mentre i crediti
secondo il presumibile valore di realizzazione.
Al passivo, oltre alle voci relative al capitale sociale (o fondo di garanzia per
le mutue) ed alle riserve ordinarie, trovano posto le riserve tecniche di cui si è
già parlato (cfr. supra, § 6).
Quanto al conto economico la legge (art. 44, d.lgs. n. 173/1997) distingue i
«conti tecnici», i quali comprendono tutte le voci relative alla gestione tipica-
mente assicurativa (premi, oneri relativi al pagamento dei sinistri, spese di li-
quidazione, capitali e rendite erogate per i rami vita, utili o ristorni corrisposti
agli assicurati, provvigioni, spese di amministrazione), dal «conto non tecni-
co», il quale comprende i proventi e gli oneri patrimoniali e finanziari connessi
con gli investimenti, i quali non costituiscono, nei rami danni, costi e ricavi tipi-
ci dell’attività assicurativa. Nei rami vita quest’ultimi, poiché, al contrario,
rientrano nella tipica attività di capitalizzazione dell’attività assicurativa, sono
compresi nel conto tecnico (art. 54, d.lgs. n. 173/1997).
8
Per «partita di danno» si intende l’insieme dei danni afferenti il medesimo danneggia-
to o assicurato o trattati nell’ambito della medesima tipologia di gestione.
La disciplina dell’impresa di assicurazione 89
9
Le partite di danno «NO CARD» sono le partite di danno regolate dal regime ordina-
rio e che non rientrano nell’ambito di applicazione della CARD.
10
Le partite di danno «CARD» sono le partite di danno regolate dalla procedura di ri-
sarcimento diretto, trattate dall’impresa in qualità di gestionaria per conto delle imprese di
assicurazione dei veicoli responsabili (debitrici).
90 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
ovvero non ha rispettato il piano approvato entro tre mesi dalla rilevazione
dell’inosservanza del Requisito Patrimoniale Minimo ovvero, nel caso in
cui sia soggetta a vigilanza di gruppo, non ha realizzato entro i termini sta-
biliti le misure previste dall’art. 227 (cfr. infra, Cap. V, § 1);
5. sia assoggettata a liquidazione coatta amministrativa o ne sia stato di-
chiarato lo stato di insolvenza dal tribunale (cfr. infra, Cap. V, § 6).
L’impresa deve limitarsi alla gestione dei contratti in corso e gli è vieta-
to assumere nuovi affari.
Per le imprese che esercitano il ramo responsabilità civile obbligatoria
per i veicoli a motore e natanti (cfr. infra, Parte II, Cap. XII) sono motivo
di revoca anche il ripetuto e sistematico rifiuto od elusione all’obbligo a
contrarre, ovvero nel caso di ripetuta e sistematica violazione delle disposi-
zioni sulla liquidazione dei sinistri di cui agli artt. 148-149 del Codice delle
Assicurazioni.
Se la revoca riguarda tutti i rami, con il medesimo provvedimento il Mi-
nistero dispone la messa in liquidazione coatta amministrativa dell’impre-
sa, mentre l’IVASS provvede alla sua cancellazione dall’albo delle imprese
di assicurazione. Tuttavia, nei casi sub 1 e 2 l’impresa può essere autorizza-
ta a procedere a liquidazione volontaria entro un termine perentorio.
I provvedimenti del MiSE sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, ri-
prodotti nel bollettino e devono essere comunicati dall’IVASS all’organo di
controllo degli altri Stati membri per impedire all’impresa l’esercizio dell’at-
tività assicurativa nel loro territorio.
Contro i provvedimenti di decadenza e di revoca dell’autorizzazione
l’impresa può ricorrere all’autorità giudiziaria con ricorso dinanzi al tribu-
nale amministrativo regionale del Lazio.
94 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
11
«È considerato esercizio dell’attività assicurativa in regime di stabilimento ai sensi del
comma 1, anche in assenza di succursali, agenzie o sedi secondarie, qualsiasi presenza per-
manente nel territorio della Repubblica, inclusa l’organizzazione di un semplice ufficio ge-
stito da personale dipendente dell’impresa ovvero da una persona indipendente ma incari-
cata di agire in modo permanente per conto dell’impresa stessa» (art. 23, comma 1-bis, c.a.).
La disciplina dell’impresa di assicurazione 95
CAPITOLO IV
LE VICENDE DELL’IMPRESA DI ASSICURAZIONE
1
Il Regolamento ISVAP 18 febbraio 2008, n. 14 definisce il portafoglio come «l’insie-
me dei contratti di assicurazione, compresi i debiti e crediti collegati a tali contratti, che
presentano un comune elemento distintivo quale può rinvenirsi nell’appartenenza ad un
medesimo o più rami, nel canale distributivo di raccolta, nella tipologia del contraente, nel-
l’area territoriale e in qualunque elemento comune che consenta l’individuazione del com-
plesso dei rapporti ceduti; il portafoglio non può essere costituito da soli sinistri» (art. 2,
lett. f).
Le vicende dell’impresa di assicurazione 101
Anche per la fusione si rinviene una disciplina generale dettata dagli art.
2501 ss. c.c. e una disciplina speciale per le imprese di assicurazione detta-
ta dagli artt. 1902 c.c., 168, 201 e 202 c.a., disciplina integrata dal citato
Regolamento n. 14/2008.
Le vicende dell’impresa di assicurazione 103
CAPITOLO V
LE MISURE DI SALVAGUARDIA, RISANAMENTO
E LIQUIDAZIONE
Come visto, l’IVASS, non solo ha poteri ispettivi in senso stretto, po-
tendo chiedere ogni dato e notizia e addirittura disporre ispezioni, ma può
esercitare una vera e propria ingerenza nella gestione dell’impresa attraver-
so la possibilità di convocazione degli organi sociali.
Naturalmente l’impresa potrebbe, nonostante gli inviti, non ottempera-
re agli ordini dell’Istituto di vigilanza, e le sanzioni penali (art. 306 c.a.) e
pecuniarie, pur costituendo un forte deterrente, non valgono ad attuare ciò
che gli organi sociali rifiutano od omettono di attuare.
La legge prevede pertanto, nel caso di gravi violazioni di legge o rego-
lamentari, la possibilità di sostituire gli organi sociali con un «commissa-
rio» al fine di compiere l’atto (o gli atti) necessari per conformare a legge la
gestione dell’impresa (art. 229 c.a.).
In questo caso il commissario, preposto al compimento di uno o più atti
determinati, non si sostituisce interamente nelle funzioni agli organi ge-
stionali, che pertanto restano nel pieno possesso dei loro poteri, ma sola-
mente nello svolgimento dell’atto (o degli atti) per il quale l’impresa si è
resa inadempiente (ad es. omessa comunicazione di operazioni finanziarie
poste in essere dall’impresa).
Le misure di salvaguardia, risanamento e liquidazione 111
Le funzioni dell’assemblea dei soci sono, come detto, sospese; tuttavia i com-
missari possono convocarla, previa autorizzazione dell’IVASS, qualora lo ri-
tengano necessario.
I commissari si insediano prendendo in consegna l’azienda dagli organi di-
sciolti e, se il bilancio dell’esercizio precedente l’insediamento non risulta appro-
vato, depositano presso il registro delle imprese una relazione sulla situazione
patrimoniale ed economica redatta sulla base delle informazioni disponibili.
I commissari assumono tutti i poteri gestionali che in precedenza spettava-
no all’organo amministrativo e si devono operare per ricondurre l’impresa ad
Le misure di salvaguardia, risanamento e liquidazione 113
Questa gestione non può avere durata superiore a due mesi ed è svolta
sotto la vigilanza dell’IVASS. Alla gestione provvisoria può conseguire la
procedura di amministrazione straordinaria con sostituzione dei commis-
sari provvisori con quelli nominati per quest’ultima procedura.
Gazzetta Ufficiale, del decreto di apertura della procedura. Per i creditori re-
sidenti o con sede all’estero i termini sono raddoppiati.
Entro 90 giorni dall’inizio della procedura, e comunque non oltre i 90 giorni
successivi, i commissari presentano all’IVASS l’elenco dei creditori ammessi, di
quelli esclusi e di quelli con diritto di privilegio; contemporaneamente l’elenco
deve essere depositato presso il tribunale affinché ogni avente diritto possa pren-
derne visione. Del deposito è dato avviso con pubblicazione sul Bollettino, salvo
che per i creditori esclusi ai quali deve essere inviata apposita comunicazione.
Con il deposito e la pubblicazione lo stato passivo, e cioè l’elenco dei credi-
tori, diviene esecutivo e vi si può dare esecuzione.
Entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione i creditori esclusi o
ammessi con riserva possono proporre «opposizione allo stato passivo» dinanzi
al tribunale ove l’impresa ha sede (art. 254 c.a.). La decisione sulla opposizione
può essere impugnata dinanzi alla corte di appello.
Dopo il deposito dello stato passivo, e sino a quando non sono esaurite le
operazioni di liquidazione dell’attivo, i creditori che non hanno ricevuto la co-
municazione possono chiedere l’«ammissione tardiva» al tribunale.
nanziario e l’ultimo progetto di riparto con una loro relazione ed una rela-
zione del comitato di sorveglianza (art. 261 c.a.).
In ogni fase della procedura i commissari o l’impresa stessa possono es-
sere autorizzati dall’IVASS a presentare al tribunale una proposta di «con-
cordato» (artt. 262 c.a. e 25 Regol. n. 4/2013).
La proposta deve contenere l’indicazione della percentuale offerta ai credi-
tori non forniti di privilegio (c.d. chirografari), l’impegno al pagamento inte-
grale dei creditori muniti di privilegio, il tempo del pagamento e le eventuali
garanzie offerte.
La proposta di concordato è depositata presso la cancelleria del tribunale ed
entro 30 giorni dal deposito ogni creditore o altro interessato possono proporre
opposizione. In assenza di opposizioni il concordato diviene efficace. In caso di
opposizione, sull’ammissione al concordato decide il tribunale con sentenza.
La proposta di concordato può essere presentata, previa autorizzazione del
MSE, anche dalla CONSAP (supra, Cap. I, § 1), la quale può anche assumere la
qualità di assuntore.
Il concordato viene attuato sotto la sorveglianza dei commissari, secondo
le direttive impartite dall’IVASS e con le modalità stabilite dal Regolamento
(art. 25). Esaurito il concordato i commissari convocano l’assemblea per il
mutamento dell’oggetto sociale. L’impresa infatti è tornata in bonis ma, stan-
te la revoca dell’autorizzazione, non può esercitare attività assicurativa. In di-
fetto di modifica dell’oggetto sociale, l’impresa è cancellata dal registro delle
imprese (art. 263 c.a.).
La medesima procedura di liquidazione coatta amministrativa è applicata
alla sede secondaria in Italia di impresa con sede in Stato terzo o di impresa di
riassicurazione con sede in Stato membro o in Stato terzo (art. 264 c.a.).
Una particolare disciplina è prevista nel caso di adozione di un provvedi-
mento di risanamento o di liquidazione adottato nei confronti di un’impresa
con sede legale in altro Stato membro, al fine di mantenere sottoposti alla leg-
ge italiana alcuni rapporti giuridici sorti in Italia (rapporti di lavoro, contratti
di utilizzazione o acquisto di immobili, operazioni in mercati regolamentati, ecc.)
ovvero alcuni diritti reali (su beni mobili o immobili) che si trovano in Italia
(artt. 267-274 c.a.).
CAPITOLO VI
LA DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO ASSICURATIVO
il Regol. IVASS pone limiti alla loro operatività e prevede, in relazione ai sog-
getti che coordinano la rete, la necessità del conferimento del mandato agen-
ziale. Inoltre ogni componente la rete deve essere iscritto nella sezione C del
registro degli intermediari (cfr. infra, § 8). In pratica il sistema è basato su una
struttura piramidale in cui al vertice della piramide si trova il «venditore» che
lucra sulle provvigioni di tutti coloro che operano nel corpo della piramide, i
quali a loro volta lucrano sulle provvigioni di coloro che si trovano al di sotto
sino alla base, la quale, essendo formata da coloro che non sono riusciti a «ven-
dere» contratti resta priva di guadagno. Recentemente l’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato ha sanzionato come pratica scorretta un sito che
operava proprio sulla base di vendite di tipo piramidale.
Gli agenti di assicurazione sono iscritti nella sezione A del registro degli
intermediari assicurativi (infra, § 9).
La disciplina cui sono soggetti gli agenti di assicurazione non è riscon-
trabile solamente nel codice delle assicurazioni e nel Regolamento IVASS 2
agosto 2018, n. 40, ma va integrata con quella codicistica e convenzionale.
L’attività agenziale nasce infatti da un contratto di agenzia stipulato
tra l’agente e l’impresa preponente. Il contratto di agenzia è disciplinato
in via generale dagli art. 1742 ss. c.c., in quanto non espressamente dero-
gati da norme di legge o dagli usi e in quanto siano compatibili con la na-
La distribuzione del prodotto assicurativo 125
validità agli atti compiuti con l’intervento dei soggetti non iscritti al registro
degli intermediari e, pertanto, anche a quelli compiuti con l’intervento di
un procacciatore d’affari.
I «produttori diretti» sono iscritti nella sezione C del registro degli in-
termediari assicurativi (infra, § 9). Si tratta di «intermediari che, anche in
via sussidiaria rispetto all’attività svolta a titolo principale, esercitano l’in-
termediazione assicurativa nei rami vita e nei rami infortuni e malattia per
conto e sotto la piena responsabilità di un’impresa di assicurazione e che
operano senza obblighi di orario o di risultato esclusivamente per l’impre-
sa medesima» (art. 2, lett. mm), Regol. n. 40/2018).
Per ottenere l’iscrizione nella sezione C del registro, i produttori diretti
devono: oltre che godere dei diritti civili, non avere riportato condanne pe-
nali e non essere stati dichiarati falliti, non essere pubblici dipendenti e a-
vere conseguito una formazione professionale adeguata ai contratti inter-
mediati ed all’attività svolta.
Come abbiamo visto, infatti, pur essendo soggetti che svolgo l’attività di
intermediazione in via sussidiaria rispetto ad altra attività lavorativa (non
presso pubbliche amministrazioni) devono però avere una qualche compe-
tenza in materia assicurativa.
da uno dei soggetti di cui alla lett. d), comma 2, dell’art. 109 [n.b.: banche,
intermediari finanziari e Poste Italiane], che avvii o svolga a titolo oneroso
l’attività di distribuzione assicurativa a titolo accessorio, nel rispetto delle
seguenti condizioni: 1) l’attività professionale principale di tale persona fi-
sica o giuridica è diversa dalla distribuzione assicurativa; 2) la persona fisi-
ca o giuridica distribuisce soltanto determinati prodotti assicurativi, com-
plementari rispetto ad un bene o servizio; 3) i prodotti assicurativi in que-
stione non coprono il ramo vita o la responsabilità civile, a meno che tale
copertura non integri il bene o il servizio che l’intermediario fornisce nel-
l’ambito della sua attività professionale principale». In altri termini si tratta
di soggetti che svolgono attività di intermediazione assicurativa in forma
marginale e non come attività principale.
Se l’attività è svolta in forma societaria (artt. 112 c.a.), l’iscrizione della socie-
tà nelle sezioni A, B ed E dell’albo è subordinata al possesso dei seguenti requisi-
ti: avere sede legale in Italia; non essere assoggettata a procedure concorsuali;
non versare in condizione di decadenza, divieto o sospensione previste dal citato
art. 10 della legge n. 575/1965; la responsabilità dell’attività di intermediazione
deve essere affidata ad almeno una persona fisica iscritta nel registro; se trattasi
di attività di mediazione assicurativa o riassicurativi i legali rappresentanti e i di-
rettori generali devono essere iscritti al registro. Occorre inoltre avere stipulato
una polizza di assicurazione della responsabilità civile con massimale di almeno
Euro 1,250 mln. per sinistro e 1,875 mln. globalmente nell’anno, valida in tutto il
territorio dell’U.E., per danni derivanti dallo svolgimento dell’attività da parte
della società ovvero per danni causati da errori e negligenze professionali dalle
persone fisiche e dai dipendenti e collaboratori. Infine se la società svolge attività
di intermediazione riassicurativa deve possedere il capitale minimo interamente
versato non inferiore ad Euro 120.000,00 (art. 14 Regol.).
1
Il comma 2 dell’art. 55 del Regol. n. 40/2018 stabilisce che «I distributori comunque si
astengono dall’assumere, direttamente o indirettamente, anche tramite rapporti di gruppo o
rapporti di affari, propri o di società del gruppo, la contemporanea qualifica di beneficiario o
di vincolatario delle prestazioni assicurative e quella di distributore del relativo contratto in
forma individuale o collettiva. L’obbligo di astensione non opera in relazione ai prodotti assi-
curativi dei rami danni connessi a operazioni di leasing, salvo in ogni caso l’applicazione del-
La distribuzione del prodotto assicurativo 137
l’articolo 119-bis, commi 6 e 7, del Codice». La norma fa espresso riferimento alle assicura-
zioni stipulate in funzione dell’erogazione di un mutuo ove intermediario e mutuante sono
la stessa banca.
138 L’impresa e la distribuzione dei prodotti assicurativi
PARTE SECONDA
IL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE
SEZIONE PRIMA
LA DISCIPLINA GENERALE
CAPITOLO I
LA NOZIONE GIURIDICA
DI CONTRATTO DI ASSICURAZIONE
CAPITOLO II
LA CAUSA DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE:
A) IL RISCHIO
sa può essere una cura sbagliata, protratta in varie fasi temporali, e gli ef-
fetti possono determinarsi molto tempo dopo). A tale proposito è diffusa,
nelle polizze responsabilità civile, la clausola con la quale si fanno rientrare
nella copertura assicurativa i sinistri, determinati da azioni precedenti alla
stipulazione del contratto, purché denunciati durante la durata contrattua-
le (c.d. clausola «claims made»). Va peraltro rilevato che la Cassazione ha
individuato nella claims made una clausola vessatoria, in quanto limitativa
della responsabilità dell’assicuratore, e, come tale, inefficace se non esplici-
tamente approvata per iscritto dal contraente ai sensi dell’art. 1341 c.c.
La clausola che estende la garanzia assicurativa anche alle denuncie pre-
sentate successivamente alla scadenza del contratto, purché riferite a fatti
avvenuti durante la sua vigenza (c.d. clausola «loss occurrence») è meno
comune e, normalmente, legata alla claims made. Inoltre la loss occurrence
incide in modo significativo sul costo dell’assicurazione.
Come detto se il rischio non sussisteva, o è venuto meno prima della sti-
pulazione, il contratto è nullo (art. 1895 c.c.).
Pertanto, se, in ipotesi, il premio fosse già stato corrisposto, l’assicurato-
re avrebbe l’obbligo di restituirlo.
Unica eccezione al principio è il c.d. rischio putativo, previsto dall’art. 514
c.n., secondo il quale, se la notizia dell’inesistenza o della cessazione del ri-
schio o dell’avveramento del sinistro non è pervenuta nel luogo di stipula-
zione del contratto o in quello dal quale è partita la proposta di assicurazio-
ne, prima della conclusione del contratto, questo è valido. La norma è basata
su un oggi inattuale presupposto, e cioè che le notizie in questione, perve-
nendo da luoghi lontani, possano giungere con molto ritardo e, di conse-
guenza, la buona fede del contraente prevale sulla situazione oggettiva.
Se il rischio viene meno durante l’assicurazione, il contratto si scioglie,
ma l’assicuratore ha diritto al pagamento del premio in corso al momento
in cui la cessazione del rischio gli è stata comunicata o ne sia venuto altri-
menti a conoscenza (art. 1896 c.c.). Si tratta di una deroga ai principi gene-
rali in tema di «sinallagma» contrattuale (l’assicuratore dovrebbe trattene-
re solo la parte del premio proporzionale al periodo di copertura del ri-
schio), giustificata dalla necessità di tutelare la massa degli assicurati e,
quindi, di non depauperare le riserve tecniche accantonate con restituzio-
ni, anche parziali, dei premi.
154 Il contratto di assicurazione
Come detto il rischio può avere varie intensità, a seconda del tipo di ri-
schio e del valore della cosa assicurata, intensità che determinano l’am-
montare del premio e la stessa assicurabilità del rischio. Queste valutazioni
vengono effettuate dall’assicuratore al momento della stipulazione del con-
tratto.
CAPITOLO III
LA CAUSA DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE
CONTRO I DANNI: B) L’INTERESSE
§ 2. L’interesse come misura del valore della cosa. Il danno come le-
sione dell’interesse. L’inesistenza dell’interesse. L’alienazione della
cosa assicurata
CAPITOLO IV
LA STRUTTURA DEL CONTRATTO
DI ASSICURAZIONE
CAPITOLO V
LE PARTI E LE ALTRE FIGURE SOGGETTIVE
DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE:
CONTRAENTE, ASSICURATO, BENEFICIARIO.
L’ASSICURAZIONE IN NOME E PER CONTO.
L’ASSICURAZIONE SULLA PERSONA DI UN TERZO
Abbiamo già osservato che talora il contratto non viene stipulato dallo
stesso assicurato, ma da un terzo soggetto che assume pertanto la qualifica
di contraente.
Ciò può avvenire perché il contraente stipula in nome e per conto del-
l’assicurato, in virtù di un rapporto rappresentativo; ovvero perché il con-
traente ha un interesse (indiretto o concorrente) all’assicurazione, ed allora
stipula a favore dell’assicurato.
Nel primo caso il contraente stipula in virtù di una procura o in virtù di
un rapporto di rappresentanza legale (genitore o tutore di minore o di in-
terdetto). Poiché si ritiene che l’assicurazione rientri tra gli atti di ordinaria
amministrazione, non è necessaria una speciale autorizzazione ed il potere
di contrarre rientra in quello rappresentativo del genitore o del tutore.
Se invece il contraente stipula in virtù di procura (generale o speciale)
può verificarsi l’ipotesi di eccesso di potere, e cioè di contratto che il rap-
172 Il contratto di assicurazione
3.1. L’art. 1920 c.c. stabilisce che è valida l’assicurazione sulla vita a fa-
vore del terzo, detto beneficiario.
Nell’assicurazione per il caso di morte l’indicazione del beneficiario è
tipica, anche se non necessaria.
Se non viene indicato il beneficiario, alla morte dell’assicurato, la pre-
stazione dell’assicuratore seguirà i principi dettati dal diritto delle succes-
sioni e, pertanto, sarà attribuita a favore degli eredi legittimi o testamenta-
ri. Tuttavia, poiché il terzo acquista il diritto per effetto della semplice de-
signazione (art. 1920, comma 3, c.c.), la prestazione dell’assicuratore viene
erogata direttamente al beneficiario, se indicato, senza che entri a far parte
della massa ereditaria.
Peraltro i premi corrisposti all’assicuratore sono soggetti alle norme sul-
la collazione (art. 737 c.c.), sull’imputazione (art. 747 c.c.) e sulla riduzione
(art. 555 c.c.) delle donazioni (art. 1923, comma 2, c.c.).
La designazione del beneficiario è solitamente fatta nello stesso contrat-
to; tuttavia la legge ammette che venga fatta anche successivamente, con
dichiarazione scritta all’assicuratore, o (nel caso di assicurazione per il caso
morte) nel testamento. L’indicazione può anche essere generica (ad esem-
pio: il coniuge, il fratello, la sorella) purché sia univoca, ovvero, se per te-
stamento, con la semplice attribuzione della somma assicurata (art. 1920,
comma 2).
Con i medesimi strumenti può revocarsi il beneficiario, anche implici-
Le parti del contratto di assicurazione 175
CAPITOLO VI
LA FORMAZIONE E LA FORMA
DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE
l’errore (art. 1431 c.c.), elemento questo, proprio con riferimento alla pro-
blematica della trasparenza, particolarmente rilevante. Inoltre troverebbe
ingresso l’applicazione della disciplina dell’annullamento per «errore nella
dichiarazione o nella sua trasmissione» (art. 1433 c.c.), che sarebbe idoneo
a ricomprendere le modalità di informativa in ordine alle clausole contrat-
tuali.
Infine, si darebbe ingresso ad una ipotesi di sanatoria da parte dell’assi-
curatore ai sensi dell’art. 1432 c.c.
ha 15 giorni di tempo (30 se occorre una visita medica) per accettare. Du-
rante questo lasso di tempo la proposta del contraente resta irrevocabile
(art. 1897 c.c.).
Nelle more dell’accettazione, in casi eccezionali, l’assicuratore può rila-
sciare una «nota di copertura», con la quale l’assicuratore si impegna a co-
prire il rischio sino alla (eventuale) stipulazione del contratto.
Sotto il profilo della durata, il contratto di assicurazione presenta delle
particolarità.
Se il contratto è a termine fisso, l’assicurazione ha effetto dalle ore 24
del giorno della conclusione del contratto sino alle ore 24 del giorno di
scadenza (art. 1899 c.c.). La norma ha la funzione di rendere certezza al
periodo di copertura assicurativa e di evitare, nei limiti del possibile, che il
contraente ricorra all’assicurazione quando il sinistro si è già prodotto.
Va peraltro rilevato che la conclusione del contratto non basta da sola
per rendere operante la garanzia assicurativa. Occorre infatti che il con-
traente paghi anche il premio o la prima rata di premio. Se così non è infat-
ti, salvo patto contrario, l’assicurazione resta sospesa fino alle ore 24 del
giorno in cui il contraente paga quanto dovuto (art. 1901, comma 1, c.c.).
Poiché, come visto, i contratti di assicurazione contro i danni hanno so-
litamente durata annuale, qualora l’assicuratore proponga una copertura di
durata poliennale, deve offrire al contraente una riduzione del premio ri-
spetto a quello previsto per lo stesso contratto con durata annuale. Se la
durata supera i cinque anni, il contraente, trascorso il quinquennio, ha fa-
coltà di recedere dal contratto con preavviso di sessanta giorni e con effet-
to dalla fine dell’annualità nel corso della quale la facoltà di recesso è stata
esercitata (art. 1899 c.c.).
La norma ha la funzione di evitare un impegno troppo prolungato nel
tempo per il contraente e soprattutto di compensare il vantaggio derivante
all’assicuratore dalla pattuizione poliennale.
Il contratto può prevedere il rinnovo tacito alla scadenza. Tuttavia la
proroga, qualunque sia la durata originaria, non può superare i due anni
(art. 1899, comma 2, c.c.). A questa regola fanno eccezione i contratti di
assicurazione della responsabilità civile per la circolazione dei veicoli a mo-
tori e natanti, i quali non possono avere durata superiore ad un anno e per
essi non può essere previsto il tacito rinnovo (art. 170-bis c.a.).
La disciplina esaminata non si applica alle assicurazioni sulla vita (art.
1899, comma 3, c.c.) le quali, come visto, al contrario di quelle contro i
danni, per loro natura necessitano di periodi assicurativi di lunga durata.
La durata dell’assicurazione può essere però riferita al periodo di dura-
ta del rischio. È il caso, frequente, delle assicurazioni marittime, ove l’assi-
186 Il contratto di assicurazione
CAPITOLO VII
L’OGGETTO DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE.
A) LE OBBLIGAZIONI DEL CONTRAENTE:
IN PARTICOLARE IL PREMIO
Con la stipulazione del contratto sorgono in capo alle parti una serie di
obbligazioni delle quali le più importanti, ma non le sole, sono costituite
dal pagamento del premio a carico del contraente ed il pagamento dell’in-
dennità o della rendita o del capitale, subordinatamente al verificarsi del-
l’evento dedotto in contratto, a carico dell’assicuratore.
Relativamente ad altre obbligazioni, gravanti sul contraente o sull’assi-
curato, si è discusso se trattarsi di veri e propri obblighi o piuttosto di one-
ri, e cioè di doveri imposti dalla legge, non già a soddisfacimento di un
corrispettivo diritto della controparte, ma per conseguire un diritto o un
vantaggio a favore della stessa parte onerata. Come vedremo il problema è
più teorico che pratico, posto che le conseguenze del mancato adempimen-
to sono comunque previste espressamente dalla legge.
§ 2. Il premio
Come accennato, secondo taluni autori, tra i vari doveri imposti dalla
legge al contraente (o all’assicurato), si dovrebbe distinguere tra veri e pro-
pri obblighi, cui corrisponde un diritto azionabile anche coattivamente dalla
controparte, e oneri, e cioè comportamenti dovuti imposti dalla legge per
conseguire un diritto o un vantaggio a favore dello stesso soggetto onerato.
Così, ad esempio, sarebbe un onere la disdetta del contratto nei termini
stabiliti per evitare la rinnovazione automatica del rapporto; sempre di
onere si tratterebbe con riguardo alla comunicazione dell’aggravamento
del rischio, la cui omissione comporta la perdita o la riduzione dell’eventua-
le indennità; ancora, la comunicazione dell’alienazione del bene all’assicu-
ratore ed al compratore, dalla cui omissione deriva la permanenza in capo
al contraente-venditore dell’obbligo di pagamento dei premi; e così via. Ve-
ro e proprio obbligo sarebbe costituito invece dal pagamento del premio.
In realtà, come accennato, il problema è piuttosto teorico che pratico, po-
sto che il legislatore determina le conseguenze del mancato adempimento ad
un comportamento dovuto tenendo presente la particolare natura del con-
tratto di assicurazione. È evidente che la comunicazione dell’aggravamento
del rischio non è atto che può essere oggetto di azione esecutiva, ma la sua
L’oggetto del contratto di assicurazione: il premio 193
CAPITOLO VIII
L’OGGETTO DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE.
B) LE OBBLIGAZIONI DELL’ASSICURATORE:
IN PARTICOLARE L’INDENNITÀ
principio indennitario si spiega con il rilievo che l’assicurato non può de-
terminare il danno al fine di ottenere un vantaggio, posto che il danno è
determinato da un terzo.
Il diritto di surrogazione è escluso, salvo il caso di dolo, se il danno è
stato causato: dai figli, dagli affiliati, dagli ascendenti, da altri parenti o da
affini, da personale dipendente purché stabilmente conviventi con l’assicu-
rato (art. 1916, comma 2, c.c.) e dal coniuge (a seguito della pronuncia del-
la Corte Costituzionale 21 maggio 1975, n. 117). La deroga è spiegata con
la presunzione che l’assicurato non agirà nei confronti di questi soggetti
per il risarcimento del danno. Va invece negata la surroga nei confronti del
contraente, come pure autorevolmente sostenuto, quando questi sia re-
sponsabile del sinistro subito dall’assicurato (ad esempio il vettore per i
danni alle merci trasportate). Se ciò fosse infatti verrebbe vanificato il sen-
so stesso dell’operazione assicurativa, posto che il contraente resterebbe
comunque responsabile, anche se nei confronti di un soggetto diverso.
La legge impone all’assicurato di astenersi da comportamenti che pos-
sano ledere il diritto di surroga dell’assicuratore (ad esempio con dichiara-
zioni liberatorie), dovendo, in tal caso, risponderne nei confronti di que-
st’ultimo (art. 1916, comma 3, c.c.).
Il diritto di surroga vale anche nelle assicurazioni contro i danni alle
persone (art. 1916, comma 4, c.c.), con l’esclusione (a seguito della pro-
nuncia della Corte Costituzionale 18 luglio 1991, n. 356) delle somme do-
vute per danno biologico.
Infine va ricordato che la giurisprudenza considera la somma dovuta dal
terzo all’assicuratore, che agisce in surroga, come debito di valore, in quanto
conseguente ad una obbligazione (quella dell’assicuratore verso l’assicura-
to) ugualmente di valore.
202 Il contratto di assicurazione
Le vicende del contratto 203
CAPITOLO IX
LE VICENDE DEL CONTRATTO.
L’ALIENAZIONE DELLA COSA ASSICURATA.
ASSICURAZIONE E LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE.
LA PRESCRIZIONE
Il primo comma dell’art. 187 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’In-
solvenza stabilisce che «Al contratto di assicurazione contro i danni si ap-
plica l’articolo 172, salvo il diritto di recesso dell’assicuratore a norma del-
l’articolo 1898 del codice civile se la prosecuzione del contratto può de-
terminare un aggravamento del rischio». A sua volta l’art. 172, al comma 1,
stabilisce che «Se un contratto è ancora ineseguito o non compiutamente
eseguito nelle prestazioni principali da entrambe le parti al momento in cui
è aperta la procedura di liquidazione giudiziale l’esecuzione del contratto,
fatte salve le diverse disposizioni della presente sezione, rimane sospesa fi-
no a quando il curatore, con l’autorizzazione del comitato dei creditori, di-
chiara di subentrare nel contratto in luogo del debitore, assumendo, a de-
correre dalla data del subentro, tutti i relativi obblighi, ovvero di sciogliersi
dal medesimo salvo che, nei contratti ad effetti reali, sia già avvenuto il tra-
sferimento del diritto».
Pertanto al curatore è attribuita la facoltà di scegliere se subentrare nel
contrato di assicurazione ovvero di sciogliersi. La prima opzione verrà scel-
Le vicende del contratto 205
dura concorsuale del capitale o della rendita sulla base dell’applicazione del-
l’art. 46, n. 5, l. fall. (oggi art. 146 c.c.i.), norma ritenuta applicabile in virtù del
disposto dell’art. 1923 c.c., che sottrae ad esecuzione le somme dovute dal-
l’assicuratore nell’assicurazione sulla vita. L’impignorabilità prevista dall’art.
1923 c.c. viene a sua volta individuata nella funzione previdenziale del contrat-
to e nella funzione sociale ed umana della specifica operazione assicurativa.
SEZIONE SECONDA
I SINGOLI RAMI:
LE ASSICURAZIONI CONTRO I DANNI
CAPITOLO X
CONCETTI GENERALI
A) Le assicurazioni in abbonamento
Non vanno confuse con le assicurazioni del patrimonio le assicurazioni
in abbonamento, con le quali vengono assicurati una pluralità di beni sog-
getti allo stesso rischio. Nell’assicurazione in abbonamento infatti, seppure
i beni non sono determinati al momento della stipula del contratto, la loro
determinazione deve essere comunque effettuata nel momento della effet-
tiva sottoposizione al rischio.
210 Il contratto di assicurazione
Il contratto può essere obbligatorio per entrambe le parti, nel senso che
le parti si obbligano a sottoporre ad assicurazione tutti i singoli elementi
soggetti al rischio assicurato, ovvero obbligatorio per il solo assicuratore e
facoltativo per il contraente oppure obbligatorio per l’assicurato – che de-
ve dunque assicurare tutti i singoli elementi – e facoltativo per l’assicura-
tore, che può anche rifiutarne alcuni.
Le dichiarazioni di alimento vengono effettuate secondo le modalità pre-
viste in contratto: mediante annotazione in un apposito registro tenuto dal
contraente (da comunicare periodicamente per estratto all’assicuratore) ov-
vero con singole dichiarazioni. La dichiarazione di alimento costituisce ve-
ro e proprio obbligo da parte del contraente, il cui inadempimento può le-
gittimare l’assicuratore alla risoluzione del contratto. L’assicuratore ha inol-
tre diritto alla verifica della documentazione per accertare l’esattezza delle
dichiarazioni di alimento. Alla dichiarazione di alimento, nelle assicurazio-
ni marittime, segue l’emissione di un certificato di assicurazione da parte
dell’assicuratore.
Concetti generali 211
B) Le assicurazioni globali
Con tale termine è stata individuata la particolare modalità di contrarre
l’assicurazione del credito, in quanto caratterizzata dalla assunzione di una
garanzia relativa ad una pluralità di rapporti giuridici derivanti da una de-
terminata operazione prevista in contratto (ad esempio vendita a rate pra-
ticata dal commerciante alla clientela).
L’assicurazione si atteggia essenzialmente come assicurazione in abbo-
namento, onde i singoli rapporti creditori entrano in copertura solo a se-
guito di comunicazione all’assicuratore.
Caratteristica della categoria sarebbe la circostanza che l’assicurazione è
normalmente obbligatoria per entrambe le parti, o, comunque, obbligatoria
almeno per l’assicurato – che deve dunque assicurare tutti i singoli rappor-
ti – e facoltativa per l’assicuratore, che può anche rifiutarne alcuni. Ciò per
evitare che l’assicurato si limiti a sottoporre ad assicurazione i soli crediti che
prevede possano andare in sofferenza (c.d. antiselezione dei crediti).
In realtà la categoria si presenta dai contorni non ben definiti e difficil-
mente distinguibile dalla assicurazione in abbonamento, almeno laddove
ne riproduca il meccanismo.
Inoltre, nella pratica, il termine è riferito spesso a modalità contrattuali
affatto differenti, e cioè a contratti che prevedono una copertura estesa a
più rischi diversi ma riferiti al medesimo oggetto.
C) Le assicurazioni collettive
Con questo termine si individuano assicurazioni infortuni o malattie sti-
pulate in relazione ad un particolare vincolo che lega una pluralità di assi-
curati con il contraente (rapporto di lavoro, affiliazione ad un associazione
sportiva, ecc.).
Sono pertanto assicurazioni per conto di terzi (lavoratori, atleti), i quali
assumono la posizione di assicurati, mentre il contraente (datore di lavoro,
associazione sportiva) assume gli obblighi di contratto.
Il contratto comprende solitamente sia l’infortunio (o la malattia) sia la
morte.
212 Il contratto di assicurazione
§ 4. Le assicurazioni obbligatorie
§ 6. L’assicurazione assistenza
CAPITOLO XI
L’ASSICURAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE
E LE ASSICURAZIONI DI SPESE
CAPITOLO XII
L’ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA DELLA
RESPONSABILITÀ CIVILE DERIVANTE
DALLA CIRCOLAZIONE DEI
VEICOLI A MOTORE E DEI NATANTI
permanenza nel territorio italiano (art. 125 c.a.). A tal fine ogni Stato
membro dell’Unione Europea deve costituire un «Ufficio nazionale di as-
sicurazione» con la funzione di stipulare e gestire, per conto delle imprese
aderenti, l’assicurazione frontaliera, e cioè l’assicurazione che deve essere
stipulata dai veicoli immatricolati in Stati terzi circolanti temporaneamente
nel territorio dello Stato, nonché rendersi garante per i risarcimenti dei
danni causati dalla circolazione in Italia dei veicoli immatricolati in Stati
membri.
L’Ufficio centrale italiano (art. 126 c.a.), oltre alle suddette funzioni è a-
bilitato ad emettere la «carta verde» richiesta per la circolazione all’estero
dei veicoli a motore immatricolati in Italia, garantendo le relative obbliga-
zioni assicurative.
Sotto il profilo negoziale, al fine di assicurare condizioni di trasparenza
e di concorrenza nell’offerta delle polizze in oggetto, nonché una maggiore
informativa a favore dei soggetti tenuti all’adempimento dell’obbligo assicu-
rativo in relazione ai contenuti contrattuali ed ai premi praticati, le imprese
sono tenute a mettere a disposizione del pubblico, sia presso ogni punto
vendita, sia nei propri siti internet (Regolamento 9 maggio 2008, n. 23):
a) i documenti precontrattuali;
b) le condizioni generali e speciali di polizza;
c) il servizio gratuito di rilascio del preventivo personalizzato.
A loro volta gli intermediari devono mettere a disposizione del pubblico
l’informativa riguardante le imprese di cui offrono i prodotti ed i livelli
provvigionali percepiti. Il documento contenente tali informative deve es-
sere consegnato al contraente prima della sottoscrizione del contratto. Una
particolareggiata esposizione delle regole di comportamento da parte degli
intermediari è contenuta negli artt. 53 ss. del Regolamento IVASS 2 agosto
2018, n. 40.
L’art. 22, comma 4, d.l. 18 ottobre 2012, n. 179 conv. in legge 17 di-
cembre 2012, n. 221 ha introdotto il «contratto base».
Si tratta di uno schema di contratto, che dovrà essere approvato con
decreto ministeriale, il quale deve contenere «le clausole minime necessarie
ai fini dell’adempimento dell’obbligo di legge», articolato a seconda delle
classi di merito e tipologie di assicurati, e definite le condizioni di riduzio-
ne del premio e di ampliamento della copertura. Tale previsione assolve-
rebbe alla funzione di rendere più trasparenti e consapevoli le scelte del
contraente, così favorendo la concorrenza tra le imprese assicurative. In
realtà il decreto ministeriale non è stato ancora emanato; tuttavia l’art. 132-
228 Il contratto di assicurazione
bis c.a., obbliga gli intermediari assicurativi, prima della sottoscrizione del
contratto, ad informare il contraente– consumatore «in modo corretto, tra-
sparente ed esaustivo sui premi offerti da tutte le imprese di assicurazione
di cui sono mandatari». Il Regolamento IVASS 2 agosto 2018, n. 41 all’art.
29, stabilisce con precisione gli elementi che devono essere presenti nel
«Documento di Informativa Precontrattuale» (DIP).
L’oggetto del contratto è la responsabilità civile verso i terzi, sia per dan-
ni alle persone che per danni alle persone trasportate a qualunque titolo
(quindi sia in virtù di un contratto di trasporto, che nel caso del c.d. tra-
sporto di cortesia – art. 2043 cose, prevista dall’art. 2054 c.c., nonché per i
danni c.c.) (art. 122, commi 1 e 2, c.a.).
I massimali minimi sono stabiliti con regolamento adottato dal Ministe-
ro dello Sviluppo Economico su proposta dell’IVASS (art. 128 c.a.).
Al fine di garantire la massima trasparenza, concorrenzialità ed infor-
mazione, le imprese devono mettere a disposizione del pubblico, presso
ogni punto vendita e nei siti internet, la nota informativa e le condizioni
di contratto. A loro volta le tariffe devono essere pubblicizzate mediante
preventivi personalizzati presso i punti vendita e nei siti internet (art. 131
c.a.).
Gli aventi diritto alla prestazione sono i terzi danneggiati dall’assicurato
a seguito di sinistro stradale (o marittimo) provocato dall’assicurato stesso.
La copertura assicurativa è esclusa invece nei confronti del conducente del
veicolo responsabile del sinistro (art. 129, comma 1, c.a.), nonché, relativa-
mente ai danni alle cose, nei confronti del proprietario del veicolo respon-
sabile del sinistro (ovvero del soggetto obbligato all’assicurazione: usufrut-
tuario, acquirente con patto di riservato dominio, utilizzatore nel caso di
leasing, v. art. 91 cod. strad.). Pertanto questi soggetti non hanno diritto al
risarcimento del danno.
Nell’assicurazione è compresa anche l’ipotesi del dolo; anche se, in que-
sta ipotesi, l’assicuratore ha diritto di rivalsa nei confronti dell’assicurato.
La rivalsa può essere infatti esercitata dall’assicuratore in qualunque caso
in cui avrebbe avuto contrattualmente diritto a rifiutare o ridurre la presta-
zione (ad esempio nel caso la vettura responsabile fosse condotta da per-
sona sprovvista di patente di guida) (art. 144, comma 2, c.a.).
L’assicuratore è infatti obbligato al risarcimento nei confronti del terzo
L’assicurazione obbligatoria r.c. auto 229
e non può opporgli eccezioni derivanti dal contratto o clausole che preve-
dono il contributo dell’assicurato al risarcimento (art. 144, comma 2, c.a.).
L’assicurazione non ha effetto nel caso il veicolo sia posto in circolazio-
ne contro la volontà del proprietario (ovvero di chi ha la detenzione mate-
riale del veicolo: usufruttuario, utilizzatore in caso di leasing, ecc.) dal gior-
no successivo alla denuncia presentata all’autorità di pubblica sicurezza (è
il caso tipico dell’auto rubata) (art. 122, comma 3, c.a.). In questo caso pe-
raltro, in deroga a quanto disposto dall’art. 1896 c.c., l’assicurato ha diritto
alla restituzione della parte del premio corrisposto per il periodo residuo
sino alla scadenza.
1
Si sta diffondendo anche una tipologia di polizza nella quale il premio è commisurato
all’effettivo utilizzo che l’assicurato fa del mezzo.
230 Il contratto di assicurazione
Va peraltro rilevato che la valutazione dei danni alle cose viene normalmen-
te delegata dalle imprese ai «periti assicurativi» (art. 156 c.a.), per i quali la leg-
ge prevede l’iscrizione in un apposito ruolo tenuto dall’IVASS. Per ottenere l’i-
scrizione al ruolo (art. 158 c.a.) occorre possedere determinati requisiti (ad e-
sempio non avere riportato condanne penali ovvero non essere stati dichiarati
falliti) ed avere superato una prova di idoneità dopo avere svolto un tirocinio
di due anni. La cancellazione dal ruolo consegue a rinuncia, perdita dei requi-
L’assicurazione obbligatoria r.c. auto 231
siti o provvedimento disciplinare (art. 159 c.a.) (la disciplina analitica è conte-
nuta nel Regolamento 3 gennaio 2008, n. 11).
Nel caso invece di danni alla persona, per i quali, come visto, le assicu-
razioni volontarie pongono convenzionalmente in contratto i criteri sulla
base dei quali essi vanno determinati, la legge pone dei criteri legali cui le
parti devono attenersi.
Innanzitutto se il danno è idoneo a produrre una inabilità temporanea
o una invalidità permanente, ed il soggetto danneggiato è produttore di
reddito da lavoro, deve essere preso in considerazione il reddito annuo
più elevato, prodotto nel triennio precedente il sinistro, sulla base delle
dichiarazioni fiscali presentate (art. 137 c.a.). Qualora non sia possibile
determinare il reddito sulla base delle dichiarazioni fiscali, il reddito vie-
ne determinato moltiplicando per tre l’ammontare annuo della pensione
sociale.
Se vi sono più persone danneggiate nello stesso sinistro, ed il massimale
non è sufficiente a coprire interamente la somma dei risarcimenti dovuti,
l’importo del risarcimento spettante a ciascun danneggiato è ridotto pro-
porzionalmente. Tuttavia se, trascorsi trenta giorni, l’impresa paga in buo-
na fede interamente ad uno dei danneggiati, gli altri non possono chiedere
che l’importo residuo; tuttavia hanno rivalsa nei confronti di chi ha perce-
pito per intero l’importo del risarcimento (art. 140 c.a.).
Ipotesi tipica di più danneggiati si ha qualora una o più persone traspor-
tate nei veicoli coinvolti nel sinistro abbiano subito a loro volta un danno.
In questo caso la legge attribuisce l’obbligo di risarcimento alla compagnia
assicuratrice del veicolo nel quale era a bordo il terzo trasportato, a pre-
scindere dalla responsabilità del sinistro. L’impresa assicuratrice che ha pa-
gato ha tuttavia diritto di rivalsa nei confronti dell’impresa assicuratrice del
veicolo responsabile. Qualora poi il massimale non fosse sufficiente, il ter-
zo trasportato ha diritto di chiedere la differenza all’impresa assicuratrice
del veicolo responsabile del sinistro (art. 141 c.a.).
La legge determina anche i criteri da seguire per stabilire l’ammontare
del danno biologico (artt. 138-139 c.a.).
Per danno biologico si intende «la lesione temporanea o permanente
all’integrità psico-fisica della persona, suscettibile di accertamento medico-
legale che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspet-
ti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, indipendentemente da even-
tuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito». (art. 138, comma 2,
lett. a, c.a.). Inoltre è stabilito che «In ogni caso, le lesioni di lieve entità, che
non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, non po-
232 Il contratto di assicurazione
tranno dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente» (art. 139,
comma 2, c.a.).
La legge distingue dunque il danno biologico a seconda che si tratti di
danno biologico per lesioni di lieve entità ovvero per lesioni di non lieve
entità.
– Per lesioni di non lieve entità (art. 138 c.a.), si intendono le lesioni che
comportano menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra 10 e 100 punti
percentuali.
L’entità del risarcimento del danno biologico è determinata sulla base di
una tabella emanata con decreto del Presidente della Repubblica (aggiornata
annualmente con decreto del MISE in base all’indice ISTAT). Il valore econo-
mico attribuito ai punti di invalidità varia a seconda dell’età del soggetto e del
grado di invalidità. In particolare, tanto maggiore è il grado di invalidità, tanto
maggiore è il valore dei punti. Così, una invalidità pari al 40% avrà un valore
più che doppio rispetto ad una invalidità pari al 20%. Di contro, maggiore è
l’età del soggetto, minore sarà il valore dei punti. Così, una invalidità del 40%
riferita ad un trentenne comporterà un risarcimento superiore rispetto a quella
riferita ad un settantenne.
Se la menomazione incide significativamente su specifici aspetti dinamico-
relazionali della persona (ad esempio il danno estetico è più grave, sotto il pro-
filo delle relazioni sociali, per una persona che lavora nel mondo dello spetta-
colo), il giudice può aumentare l’ammontare del danno, determinato con i cri-
teri tabellari, sino al 30%. Infine il danno biologico temporaneo, in misura in-
feriore al 100%, si determina applicando la percentuale di inabilità all’ammon-
tare del risarcimento riconosciuto per l’inabilità assoluta (100%) per ciascun
giorno di inabilità.
– Per lesioni di lieve entità (art. 139 c.a.), si intendono le lesioni che com-
portano menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra 1 e 9 punti per-
centuali.
Anche in questo caso l’entità del risarcimento del danno biologico è deter-
minata sulla base di una tabella emanata con decreto del Presidente della Re-
pubblica (aggiornata annualmente con decreto del MISE in base all’indice
ISTAT 2). Ed anche in questo caso il valore economico attribuito ai punti di in-
validità varia a seconda dell’età del soggetto e del grado di invalidità, secondo
meccanismi percentuali prestabiliti, di modo che, maggiore è l’invalidità, mag-
giore sarà il risarcimento secondo un meccanismo più che proporzionale; di
contro, maggiore è l’età del soggetto danneggiato, minore sarà l’entità del risarci-
mento. Il giudice può, in casi particolari, aumentare l’importo del risarcimento
sino ad 1/5. Se il danno biologico è temporaneo, viene liquidato l’importo di
2
Cfr. d.m. Sviluppo Economico 17 luglio 2017.
L’assicurazione obbligatoria r.c. auto 233
40,72 Euro per ogni giorno di inabilità assoluta (100%); se inferiore al 100%,
al detto importo si applica la percentuale di inabilità riconosciuta.
Se il soggetto danneggiato è assistito da assicurazione sociale (è il caso dei
dipendenti pubblici e privati), l’ente assicurativo ha diritto al pagamento diret-
to dall’impresa obbligata al risarcimento delle spese sostenute per le prestazio-
ni erogate al danneggiato (ad esempio le spese di ricovero ospedaliero) (art.
142 c.a.).
danni alla persona – dalla richiesta formulata con lettera raccomandata con av-
viso di ricevimento (art. 145, comma 1, c.a.); la richiesta deve essere corredata
dalla denuncia del sinistro sopra illustrata. Nel medesimo termine di 60 giorni
l’assicuratore deve formulare una «congrua offerta», ovvero specificare i moti-
vi per i quali non intende offrire il risarcimento (art. 148 c.a.). Se la denuncia
del sinistro è firmata da entrambe le parti, il termine di 60 giorni è ridotto a 30.
Pendenti i termini di cui sopra il danneggiato deve consentire all’assicura-
tore gli accertamenti, anche sulla persona, necessari per la quantificazione del
danno (art. 148, comma 3, c.a.). Qualora la richiesta di risarcimento non con-
tenga tutti gli elementi necessari per la valutazione del danno, l’assicuratore
può, entro 30 giorni, chiedere le necessarie integrazioni. In quest’ultimo caso il
termine per la comunicazione dell’offerta o del diniego dell’offerta inizia a de-
correre dal ricevimento delle integrazioni (art. 148, comma 5, c.a.).
Se il danneggiato accetta l’offerta dell’impresa, quest’ultima deve provvede-
re alla liquidazione dell’importo entro 15 giorni dall’accettazione. Il pagamen-
to della somma offerta deve essere effettuato nel medesimo termine anche se il
danneggiato rifiuta l’offerta dell’assicuratore ovvero non fa pervenire alcuna ri-
sposta all’assicuratore (art. 148, commi 6, 7 e 8, c.a.).
Come detto, l’azione giudiziaria nei confronti dell’assicuratore del veicolo
responsabile del sinistro, ovvero nei confronti del proprio assicuratore nel caso
di procedura di risarcimento diretto, può essere proposta solo dopo che siano
trascorsi 60 giorni (90 per i danni alla persona) dalla citata richiesta all’assicu-
ratore. Se durante il giudizio (anche penale), il terzo viene a trovarsi in stato di
bisogno a causa del sinistro (ad esempio perché temporaneamente non abile al
lavoro), il giudice, se da un sommario accertamento risultano gravi elementi di
responsabilità a carico dell’assicurato responsabile del sinistro, può concedere
una somma, a titolo di provvisionale, a favore del danneggiato, nella misura dei
4/5 della somma presumibilmente liquidabile in sentenza, da imputare alla li-
quidazione definitiva (art. 147).
Allo scopo di evitare che le finalità della legge vengano vanificate ogni-
qualvolta non sia stato rispettato l’obbligo dell’assicurazione o il sinistro sia
236 Il contratto di assicurazione
Il Fondo è amministrato, sotto la vigilanza del MiSE, dalla CONSAP (cfr. su-
pra, Parte I, Cap. I, § 1), ed è alimentato dai contributi dovuti da tutte le im-
prese autorizzate all’esercizio del ramo, in proporzione del rispettivo portafo-
glio (art. 285 c.a.). Condizioni e modalità di amministrazione, di intervento e
di rendiconto del Fondo di garanzia per le vittime della strada (e del Fondo di
garanzia per le vittime della caccia) sono contenute nel regolamento ministe-
riale di cui al d.m. 28 aprile 2008, n. 98.
L’eventuale azione giudiziaria può essere proposta nei confronti della li-
quidazione coatta, ma non prima di sei mesi dalla richiesta di risarcimento (art.
294 c.a.). Invece gli assicurati con imprese in liquidazione coatta amministrati-
va possono far valere i loro diritti (ad esempio nel caso vogliano seguire la pro-
cedura di risarcimento diretto) nei confronti della CONSAP in persona del
commissario liquidatore della procedura cui è sottoposta l’impresa con la qua-
le sono assicurati (art. 295 c.a.).
CAPITOLO XIII
L’ASSICURAZIONE DEL CREDITO E
L’ASSICURAZIONE FIDEIUSSORIA O CAUZIONALE
CAPITOLO XIV
LE ASSICURAZIONI CONTRO
I DANNI ALLA PERSONA
norme ad esso legate, e cioè degli artt. 1905-1909 c.c. (limiti del risarcimen-
to, vizi della cosa, valore della cosa assicurata, assicurazione parziale, so-
vrassicurazione). Su questo punto vi è peraltro contrasto: la giurisprudenza
infatti non esclude l’applicazione del principio indennitario alle assicura-
zioni infortuni, con la conseguente applicazione del principio di cui all’art.
1908 c.c., sulla limitazione dell’indennità all’effettivo danno subito, in ipo-
tesi di infortunio non mortale (nel caso di specie si è ritenuto applicabile
l’art. 1910 in tema di assicurazione presso diversi assicuratori); così anche
l’applicazione dell’art. 1906 c.c. sui vizi della cosa è da taluni ritenuta ap-
plicabile a questo tipo di assicurazione.
Con riferimento al caso morte, si rendono pienamente applicabili inve-
ce le norme in tema di assicurazione sulla vita per il caso di morte, con la
sola eccezione del caso di mancato pagamento del premio, al quale si ap-
plica comunque la regola di cui all’art. 1901 c.c.
In definitiva, se le ipotesi previste in polizza sono, non solo l’invalidità,
ma anche la morte, si tratta, come detto, di un contratto complesso.
Poiché l’evento deve essere fortuito, trova applicazione anche il princi-
pio generale di cui all’art. 1900 c.c.
Le polizze possono garantire qualunque tipo di infortunio, ovvero, più
di sovente, solo gli infortuni derivanti da particolari attività dell’assicurato
(ad esempio l’attività lavorativa, un’attività sportiva, ecc.).
La polizza può essere poi stipulata, oltre che in forma individuale, in
forma collettiva, assicurando in quest’ultimo caso una collettività di perso-
ne qualificate dall’appartenenza ad una determinata categoria (ad esempio
i dipendenti di un’azienda, gli atleti aderenti ad un’associazione o federa-
zione sportiva, tutti i passeggeri trasportati, ecc.).
Infine il contratto può essere stipulato dallo stesso soggetto alla cui per-
sona è riferito il rischio, oppure il contraente può essere persona diversa
dagli assicurati (ad esempio il datore di lavoro per gli infortuni che possono
colpire i dipendenti o il vettore per gli infortuni ai passeggeri). In quest’ul-
timo caso, il contratto si qualifica come assicurazione a favore di terzi e, per-
tanto, gli obblighi contrattuali sono in capo al contraente mentre la presta-
zione dell’assicuratore va a beneficio degli assicurati.
È discusso se il beneficiario possa essere persona diversa da quella sulla
cui persona è riferito il rischio (ad esempio il datore di lavoro che, a segui-
to dell’infortunio del dipendente, può perdere una prestazione lavorativa
essenziale). La questione è dubbia e va risolta caso per caso. Dubbi non
sussistono invece in caso di morte dell’assicurato a seguito dell’infortunio,
ove la prestazione deve necessariamente seguire le regole proprie dell’assi-
curazione sulla vita (art. 1920 c.c.).
Le assicurazioni contro i danni alla persona 247
CAPITOLO XV
LE ASSICURAZIONI TRASPORTI
§ 1. Profili generali
del giorno della conclusione del contratto alle ore 24 del giorno di scaden-
za. Tuttavia, se l’assicurazione scade durante il viaggio, è prorogata di dirit-
to sino alle ore 24 del giorno in cui la nave giunge a destinazione e l’assicu-
ratore ha diritto ad un supplemento di premio (art. 530 c.n.).
L’assicurazione stipulata a viaggio ha effetto dal momento di imbarco
delle merci sino al compimento delle operazioni di scaricazione o, se non so-
no imbarcate merci, dal momento in cui la nave muove dal porto di partenza
sino al momento in cui è ancorata od ormeggiata. Le operazioni di scarica-
zione non possono superare il ventesimo giorno dall’arrivo (art. 531 c.n.).
Anche la durata dell’assicurazione dell’aeromobile può essere pattuita
«a tempo» o «a viaggio».
L’assicurazione a viaggio ha effetto dall’inizio delle manovre di decollo
sino al termine di quelle di atterraggio nel luogo di destinazione. L’assicu-
razione resta sospesa, salvo patto contrario, in caso di interruzione tempo-
ranea del viaggio a meno che l’interruzione non sia dipesa da sinistro a ca-
rico dell’assicuratore o dalle condizioni atmosferiche (art. 1004 c.n.).
La durata dell’assicurazione delle merci ha effetto dal caricamento sino
allo sbarco; lo sbarco non può essere protratto oltre i 30 giorni (art. 532
c.n.). L’assicurazione delle merci trasportate con aeromobile ha invece ef-
fetto dal momento della consegna delle merci al vettore a quello della ri-
consegna al destinatario (art. 1005 c.n.).
La legge distingue tra «nolo lordo», e cioè «il nolo per l’intero ammontare
pattuito nel contratto di utilizzazione della nave» (o dell’aeromobile) (art. 519,
comma 1, c.n.), e «nolo netto», determinato, salva diversa convenzione, nel 60%
del nolo lordo (art. 519, comma 2, c.n.); pertanto, in assenza di specifica pat-
tuizione, si intende assicurato il nolo lordo (art. 519, comma 3, c.n.). All’assi-
curazione del nolo da guadagnare si applicano, in quanto compatibili, le nor-
me che regolano l’assicurazione della nave (art. 519, comma 4, c.n.).
Se per legge o per contratto il prezzo del nolo è dovuto comunque dal
noleggiatore, anche nel caso in cui, per eventi della navigazione, le merci
siano perite o danneggiate, il relativo danno è coperto dall’assicurazione del
«nolo anticipato» (se già pagato dal noleggiatore) o «dovuto ad ogni even-
to» (se ancora da corrispondere). A tale assicurazione si applicano le nor-
me sull’assicurazione delle merci, se il nolo riguarda il corrispettivo del tra-
sporto delle merci; quelle dell’assicurazione della nave, se il nolo riguarda
il noleggio o la locazione della nave (art. 520 c.n.).
L’assicurazione del «nolo sperato» rientra invece nell’ambito dell’assi-
curazione dei profitti sperati, e copre il rischio per il noleggiante di non
potere, per eventi imprevisti, guadagnare il prezzo del nolo futuro già pat-
tuito.
254 Il contratto di assicurazione
I vettori con licenza di Stati terzi non possono atterrare né decollare nel
territorio italiano se non provano di avere assolto all’obbligo di assicura-
zione.
Per quanto concerne l’obbligo di avviso, l’art. 533 c.n. fa rinvio alla disci-
plina generale di cui all’art. 1913 c.c., con una sola eccezione per l’assicura-
zione delle merci. L’assicurato ha infatti l’obbligo di avvisare l’assicuratore
anche nel caso in cui la nave sia stata dichiarata inabile alla navigazione,
sebbene le merci non abbiano subito danni. Ciò perché l’inabilità della na-
ve rende necessario il trasbordo delle merci su altra nave con possibile modi-
ficazione del rischio.
Le polizze normalmente prevedono, oltre all’obbligo di avviso, che l’as-
sicurato debba richiedere senza indugio, o comunque al più tardi all’atto
della consegna, l’intervento del «commissario d’avaria» o del perito desi-
gnato dall’assicuratore.
Anche la disciplina dell’obbligo di salvataggio (art. 534 c.n.) è mutuata
da quella generale di cui all’art. 1914 c.c. con una deroga rispetto al com-
ma 2. Le parti possono infatti pattuire che le spese fatte per evitare o dimi-
nuire il danno siano a carico dell’assicuratore solo per quella parte che,
unita all’ammontare del danno da risarcire, non supera la somma assicurata.
Le assicurazioni trasporti 261
condizionata (art. 545 c.n.); se riguarda la nave, deve essere notificata a mez-
zo ufficiale giudiziario, se riguarda l’aeromobile, le merci o il nolo, a mezzo
raccomandata.
La dichiarazione di abbandono comprende anche i diritti inerenti la co-
sa abbandonata (art. 545, comma 2, c.n.). Pertanto l’assicuratore può agire
verso i terzi responsabili.
L’assicurato ha diritto di percepire l’indennità per perdita totale, se la
validità dell’abbandono non è contestata entro trenta giorni o se è dichia-
rata giudizialmente (art. 546 c.n.).
La proprietà delle cose abbandonate ed i diritti inerenti si trasferiscono
all’assicuratore, salvo che questi, entro dieci giorni dal momento in cui la
dichiarazione è divenuta incontestabile, dichiari, nelle stesse forme della
dichiarazione di abbandono, di non volerne profittare (art. 546, commi 2 e
3, c.n.). L’acquisto automatico delle cose abbandonate si ritiene pertanto
che sia soggetto a condizione risolutiva potestativa.
264 Il contratto di assicurazione
Le assicurazioni trasporti 249
CAPITOLO XV
LE ASSICURAZIONI TRASPORTI
§ 1. Profili generali
del giorno della conclusione del contratto alle ore 24 del giorno di scaden-
za. Tuttavia, se l’assicurazione scade durante il viaggio, è prorogata di dirit-
to sino alle ore 24 del giorno in cui la nave giunge a destinazione e l’assicu-
ratore ha diritto ad un supplemento di premio (art. 530 c.n.).
L’assicurazione stipulata a viaggio ha effetto dal momento di imbarco
delle merci sino al compimento delle operazioni di scaricazione o, se non so-
no imbarcate merci, dal momento in cui la nave muove dal porto di partenza
sino al momento in cui è ancorata od ormeggiata. Le operazioni di scarica-
zione non possono superare il ventesimo giorno dall’arrivo (art. 531 c.n.).
Anche la durata dell’assicurazione dell’aeromobile può essere pattuita
«a tempo» o «a viaggio».
L’assicurazione a viaggio ha effetto dall’inizio delle manovre di decollo
sino al termine di quelle di atterraggio nel luogo di destinazione. L’assicu-
razione resta sospesa, salvo patto contrario, in caso di interruzione tempo-
ranea del viaggio a meno che l’interruzione non sia dipesa da sinistro a ca-
rico dell’assicuratore o dalle condizioni atmosferiche (art. 1004 c.n.).
La durata dell’assicurazione delle merci ha effetto dal caricamento sino
allo sbarco; lo sbarco non può essere protratto oltre i 30 giorni (art. 532
c.n.). L’assicurazione delle merci trasportate con aeromobile ha invece ef-
fetto dal momento della consegna delle merci al vettore a quello della ri-
consegna al destinatario (art. 1005 c.n.).
La legge distingue tra «nolo lordo», e cioè «il nolo per l’intero ammontare
pattuito nel contratto di utilizzazione della nave» (o dell’aeromobile) (art. 519,
comma 1, c.n.), e «nolo netto», determinato, salva diversa convenzione, nel 60%
del nolo lordo (art. 519, comma 2, c.n.); pertanto, in assenza di specifica pat-
tuizione, si intende assicurato il nolo lordo (art. 519, comma 3, c.n.). All’assi-
curazione del nolo da guadagnare si applicano, in quanto compatibili, le nor-
me che regolano l’assicurazione della nave (art. 519, comma 4, c.n.).
Se per legge o per contratto il prezzo del nolo è dovuto comunque dal
noleggiatore, anche nel caso in cui, per eventi della navigazione, le merci
siano perite o danneggiate, il relativo danno è coperto dall’assicurazione del
«nolo anticipato» (se già pagato dal noleggiatore) o «dovuto ad ogni even-
to» (se ancora da corrispondere). A tale assicurazione si applicano le nor-
me sull’assicurazione delle merci, se il nolo riguarda il corrispettivo del tra-
sporto delle merci; quelle dell’assicurazione della nave, se il nolo riguarda
il noleggio o la locazione della nave (art. 520 c.n.).
L’assicurazione del «nolo sperato» rientra invece nell’ambito dell’assi-
curazione dei profitti sperati, e copre il rischio per il noleggiante di non
potere, per eventi imprevisti, guadagnare il prezzo del nolo futuro già pat-
tuito.
254 Il contratto di assicurazione
I vettori con licenza di Stati terzi non possono atterrare né decollare nel
territorio italiano se non provano di avere assolto all’obbligo di assicura-
zione.
Per quanto concerne l’obbligo di avviso, l’art. 533 c.n. fa rinvio alla disci-
plina generale di cui all’art. 1913 c.c., con una sola eccezione per l’assicura-
zione delle merci. L’assicurato ha infatti l’obbligo di avvisare l’assicuratore
anche nel caso in cui la nave sia stata dichiarata inabile alla navigazione,
sebbene le merci non abbiano subito danni. Ciò perché l’inabilità della na-
ve rende necessario il trasbordo delle merci su altra nave con possibile modi-
ficazione del rischio.
Le polizze normalmente prevedono, oltre all’obbligo di avviso, che l’as-
sicurato debba richiedere senza indugio, o comunque al più tardi all’atto
della consegna, l’intervento del «commissario d’avaria» o del perito desi-
gnato dall’assicuratore.
Anche la disciplina dell’obbligo di salvataggio (art. 534 c.n.) è mutuata
da quella generale di cui all’art. 1914 c.c. con una deroga rispetto al com-
ma 2. Le parti possono infatti pattuire che le spese fatte per evitare o dimi-
nuire il danno siano a carico dell’assicuratore solo per quella parte che,
unita all’ammontare del danno da risarcire, non supera la somma assicurata.
Le assicurazioni trasporti 261
condizionata (art. 545 c.n.); se riguarda la nave, deve essere notificata a mez-
zo ufficiale giudiziario, se riguarda l’aeromobile, le merci o il nolo, a mezzo
raccomandata.
La dichiarazione di abbandono comprende anche i diritti inerenti la co-
sa abbandonata (art. 545, comma 2, c.n.). Pertanto l’assicuratore può agire
verso i terzi responsabili.
L’assicurato ha diritto di percepire l’indennità per perdita totale, se la
validità dell’abbandono non è contestata entro trenta giorni o se è dichia-
rata giudizialmente (art. 546 c.n.).
La proprietà delle cose abbandonate ed i diritti inerenti si trasferiscono
all’assicuratore, salvo che questi, entro dieci giorni dal momento in cui la
dichiarazione è divenuta incontestabile, dichiari, nelle stesse forme della
dichiarazione di abbandono, di non volerne profittare (art. 546, commi 2 e
3, c.n.). L’acquisto automatico delle cose abbandonate si ritiene pertanto
che sia soggetto a condizione risolutiva potestativa.
264 Il contratto di assicurazione
La riassicurazione 265
CAPITOLO XVI
LA RIASSICURAZIONE
SEZIONE TERZA
I SINGOLI RAMI: L’ASSICURAZIONE SULLA VITA
ED I PRODOTTI DI INVESTIMENTO
ASSICURATIVO.
LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI
E LA GESTIONE ASSICURATIVA
DEI FONDI PENSIONE
CAPITOLO XVII
L’ASSICURAZIONE SULLA VITA ED I PRODOTTI
DI INVESTIMENTO ASSICURATIVO
In relazione alla prima fattispecie, alla disciplina dell’art. 1898 c.c. è so-
stituita quella di cui all’art. 1926 c.c. che prevede il caso di cambiamento
della professione dell’assicurato. Il tema è già stato illustrato in sede di trat-
tazione generale (cfr. supra, Parte II, Cap. II, § 5 sub 5.3), ed a tale tratta-
zione si fa rinvio.
In relazione alla seconda, alla disciplina dell’art. 1900 c.c. è sostituita
quella di cui all’art. 1927 c.c. che prevede il caso di suicidio dell’assicurato.
Anche in relazione a questo argomento si rinvia alla trattazione svolta in
sede di disciplina generale (cfr. supra, Parte II, Cap. II, § 2).
Una disciplina particolare è infine dettata dal Codice delle Assicurazioni.
L’art. 176 stabilisce che la proposta di assicurazione (individuale) sulla
vita (con esclusione delle assicurazioni malattia a lungo termine e delle o-
perazioni relative ai fondi pensione – rami IV e VI) formulata dal con-
traente è revocabile sino alla comunicazione dell’accettazione da parte
dell’assicuratore. In caso di revoca l’assicuratore deve restituire al con-
traente eventuali somme percepite entro 30 giorni dal ricevimento della
dichiarazione di revoca.
L’art. 177 stabilisce invece che il contraente può recedere dal contratto
(individuale) di assicurazione entro 30 giorni dalla comunicazione dell’ac-
cettazione dell’assicuratore. Questa facoltà deve essere comunicata al con-
traente e il contratto deve indicare chiaramente termini e modalità del re-
cesso. Entro 30 giorni dalla comunicazione del recesso l’assicuratore deve
rimborsare il premio corrisposto, al netto della parte relativa al periodo in
cui il contratto ha avuto esecuzione ed alle spese se effettivamente sostenu-
te e documentate in contratto.
Infine gli artt. da 38-bis a 38-sexies del Regolamento 26 maggio 2010, n.
35 dettano una disciplina particolare in riferimento alla informativa via
web al contraente, stabilendo, in particolare, che le imprese devono attiva-
re, nel loro sito, un’area riservata attraverso la quale il contraente può ac-
cedere alla propria posizione assicurativa ed attraverso la quale l’impresa
può adempiere ad obblighi informativi.
ne caso morte a vita intera, nelle assicurazioni miste e in quelle caso soprav-
vivenza con controassicurazione – all’assicurato è attribuito il diritto di scio-
gliere il contratto anticipatamente e di percepire il capitale assicurato ma-
turato a quel momento.
Questa forma di risoluzione anticipata è detta «riscatto» della polizza e
soggiace a due condizioni: che, come detto, la prestazione dell’assicuratore
sia certa e, di conseguenza, anticipabile (anche se in misura inferiore perché
non corrisposti per intero i premi pattuiti); e che si sia formata la riserva ma-
tematica in relazione al contratto considerato. Va infatti tenuto presente che
i primi premi (solitamente i primi due o, al massimo, tre) sono assorbiti dalle
spese di acquisizione e gestione della polizza. Pertanto il riscatto è esercitabi-
le solo dopo il secondo o terzo anno, e il suo ammontare, nei primi anni, è
inferiore alla somma dei premi corrisposti. Solo per le operazioni di capita-
lizzazione (cfr. infra, Cap. XVIII, § 1) la legge (art. 179, comma 4, c.a.) pre-
vede che il riscatto possa essere esercitato sin dal secondo anno.
La legge non disciplina il riscatto della polizza, limitandosi a sancire l’ob-
bligo per l’assicuratore di stabilirne il regolamento in polizza, in modo che
l’assicurato possa conoscerne in ogni momento il valore (art. 1925 c.c.).
Il riscatto costituisce vero e proprio recesso – esercitato dopo il termine
di 30 giorni, e, pertanto, non soggetto alla disciplina di cui all’art. 177 –
che provoca l’estinzione del rapporto e, pertanto, costituisce dichiarazione
unilaterale recettizia.
Diversa dal riscatto è la «riduzione della polizza» (o più esattamente del
capitale assicurato), che soggiace alla stessa disciplina di cui all’art. 1925 c.c.
La riduzione consegue alla cessazione del pagamento dei premi, onde
anche il capitale assicurato viene proporzionalmente ridotto. Tuttavia non
determina lo scioglimento del contratto, che mantiene la sua durata origi-
naria. La riduzione comporta la liberazione del contraente dal pagamento
dei premi successivi (c.d. polizza liberata). Ciò può avvenire su esplicita di-
chiarazione del contraente, che non è più in grado di pagare i premi o non
desidera comunque pagarli, ovvero per cessazione dei pagamenti non ac-
compagnata dalla dichiarazione di riscatto.
Anche la riduzione presuppone la costituzione della riserva matematica,
e costituisce una modificazione del contratto originario.
L’assicuratore, nei casi in cui è possibile il riscatto della polizza, può
concedere all’assicurato un prestito su polizza, può cioè anticipare, sotto for-
ma di prestito con l’aggravio di un interesse, la somma pari a quella di ri-
scatto maturata. La somma concessa in prestito, aumentata degli interessi,
in caso di mancata restituzione viene compensata con il capitale maturato,
attribuendo la differenza all’assicurato.
282 Il contratto di assicurazione
Il codice delle assicurazioni all’art. 1 alla lett. ss) definisce prodotti assi-
curativi «tutti i contratti emessi da imprese di assicurazione nell’esercizio
delle attività rientranti nei rami vita o nei rami danni come definiti all’arti-
colo 2»; mentre la successiva lett. ss-bis) definisce prodotto di investimento
assicurativo: «un prodotto ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, numero 2),
del Regolamento (UE) n. 1286/2014» e cioè: 1) «prodotto d’investimento
al dettaglio preassemblato» o «PRIP». Si tratta nella sostanza di investi-
menti nei quali l’importo dovuto all’investitore al dettaglio è soggetto a
fluttuazioni a causa dell’esposizione ai valori di riferimento o al rendimen-
to di uno o più attivi che non siano direttamente acquistati dall’investitore
al dettaglio; 2) «prodotto di investimento assicurativo»: un prodotto assi-
curativo che presenta una scadenza o un valore di riscatto e in cui tale sca-
denza o valore di riscatto è esposto in tutto o in parte, in modo diretto o
indiretto, alle fluttuazioni del mercato. Sono esclusi i contratti di assicura-
zione diversi dalle assicurazioni sulla vita, quelli sulla vita che presentano
come rischio unicamente il decesso o l’incapacità dovuta a lesione, malattia
o disabilità e tutte le forme pensionistiche.
A sua volta il testo unico della finanza (d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 –
c.d. TUF), all’art. 1, lett. w-bis.1, 2 e 3) fornisce analoga definizione.
Si tratta dunque delle assicurazioni sulla vita nelle quali la prestazione
dell’assicuratore è direttamente collegata al valore di quote di organismi di
investimento collettivo del risparmio (OICR) o di fondi interni ovvero a
indici o ad altri valori di riferimento (ramo III) e delle operazioni di capita-
lizzazione (ramo V) (su quest’ultime cfr. infra, Cap. XVIII, § 1).
L’art. 25-ter del TUF estende ai prodotti di investimento assicurativi
l’area di vigilanza da parte della CONSOB, con un complesso meccanismo
di separazione di competenze.
1
È il rischio che il valore degli attivi destinati a copertura delle riserve tecniche non sia
tale da consentire la conservazione o la rivalutazione del capitale fino all’ammontare mini-
mo garantito (art. 2, lett. n, n. 1, Regolamento ISVAP 14 marzo 2008, n. 19).
2
È il rischio che gli attivi destinati a copertura, seppur gestiti nel rispetto delle disposi-
zioni di legge e regolamentari, non consentano di replicare l’andamento del valore delle
quote o degli attivi ovvero dell’indice azionario o del diverso valore di riferimento e quindi
di far fronte alle prestazioni assicurate variabili in funzione di tale andamento (art. 2, lett.
n, n. 2, Regolamento ISVAP 14 marzo 2008, n. 19).
3
È il rischio che l’ente emittente o la controparte non adempia ai propri obblighi con-
trattuali (art. 2, lett. n, n. 3, Regolamento ISVAP 14 marzo 2008, n. 19).
286 Il contratto di assicurazione
CAPITOLO XVIII
LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI
E LA GESTIONE ASSICURATIVA DEI
FONDI PENSIONE
Come visto, la gestione delle risorse dei fondi pensione può essere affi-
data ad imprese di assicurazione autorizzate alla gestione dell’apposito ra-
mo (ramo VI). Se la forma pensionistica è in regime di prestazione definita la
gestione deve essere obbligatoriamente affidata ad un’impresa di assicura-
zione che non è tenuta a conferire le risorse alla banca depositaria (art. 6,
comma 5, d.lgs. n. 252/2005).
Si tratta di operazioni di capitalizzazione che esulano dalla categoria
della assicurazione sulla vita, essendo escluso il rischio attinente la vita u-
mana.
La gestione deve essere obbligatoriamente affidata ad un’impresa di as-
sicurazione anche nel caso in cui sia prevista una prestazione in caso di in-
validità o premorienza. In questo caso si tratta dunque di veri e propri
contratti di assicurazione sulla vita, essendo presente il rischio morte o in-
fortunio.
292 Il contratto di assicurazione
INDICE ANALITICO
Alienazione della cosa assicurata 169, Assicurazione danni alle persone 165,
203 s. 213 s. v. anche Assicurazioni infor-
– trasferimento della cosa mortis causa tuni e Assicurazioni malattie
203
Assicurazione del credito 239 ss.
Amministrazione straordinaria 111 ss. – antiselezione 211, 239
– della ultima società capogruppo ita- – perdita del credito 240
liana 119 s.
Assicurazione del credito all’esporta-
Antitrust v. Autorità garante della con- zione 242 s.
correnza e del mercato – SACE 31, 242 s.
294 Indice analitico
Contratto di assicurazione 143 ss. (v. Diritto delle assicurazioni (come ordi-
anche Assicurazione, Polizza) namento settoriale) 20 s.
298 Indice analitico
Interesse 157 ss. Linked (Index e Unit) 16, 283 ss. v. an-
– come misura del valore della cosa as- che Prodotti di investimento assicura-
sicurata 160 ss. tivo
– come relazione di carattere econo-
mico 157 ss. Liquidazione coatta amministrativa
– concorrente e indiretto 158 115 ss.
– inesistenza 157 – accertamento del passivo 118
– lesione del v. Danno – concordato 119 s.
– nell’assicurazione danni alle persone – della controllante 121
165 – insolvenza 116, 117
– nell’assicurazione del patrimonio 159 s. – organi 116 s.
– nell’assicurazione sulla vita 158 s.
Liquidazione giudiziale (dell’assicu-
Interloking (procedimento) v. Organi rato) 204 ss.
sociali – concordato preventivo 205
– nell’assicurazione sulla vita 205 s.
Intermediari finanziari 124, 130 ss. – nell’assicurazione r.c. 205
Massimale v. Indennità
Inversione del ciclo produttivo 70, 190
Mediatore di assicurazione 128 s.
– fondo di garanzia 134
ISVAP v. IVASS
ITS 18 Ministero dello Sviluppo Economico
(MiSE)10, 52 s.
IVASS 10 s., 54 ss., 65 ss., 85, 89 ss.,
92 s. Misure di risanamento 110 ss.
– funzioni 58 s.
– obblighi di informativa 60 s. Misure di salvaguardia 107 ss.
– poteri 59 ss. – applicate ad imprese estere 110
– vigilanza informativa, ispettiva, sulle – in caso di revoca parziale dell’auto-
operazioni infragruppo 62 rizzazione 109
300 Indice analitico