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ISBN: 9788844078584
INTRODUZIONE
MALOCCHIO E IETTATURA
Le testimonianze delle religioni
OGGETTI… PERICOLOSI
Bicchiere - Buchi - Caminetto - Coltello - Cucchiaio -
Forbici - Forcina - Grano, paglia e fieno - Pane - Pettine -
Rasoio - Scopa
AZIONI RISCHIOSE
Passare sotto una scala - Aprire l’ombrello - Rovesciare
l’olio - Spargere il sale - Accendere la sigaretta - Andare
a caccia - Rompere uno specchio - Regali sconsigliati -
Vestirsi e svestirsi
SEGNI DEL CORPO
Il sangue - I piedi - I mancini - La mano - L’esadattilia -
Le unghie - La forza dei denti - I capelli
FENOMENI ATMOSFERICI
Le comete - Quando piove e tira vento… - Le tempeste e
i marinai - La Luna, i licantropi e altri misteri -
L’arcobaleno
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
LE FORME CARATTERISTICHE
DELLA SUPERSTIZIONE
Una vecchia che tenga in testa una civetta, alli piedi un gufo, da
una banda, dall’altra una cornacchia, e al collo un filo con molti
polizini, nella man sinistra una candela accesa. E sotto il medesimo
braccio una lepre, nelle man dritta un circolo di stelle con li pianeti,
verso li quali con aspetto timido riguardi.
SUPERSTIZIONE E RAGIONE
LA SFORTUNA E IL DESTINO
I FILOSOFI E LA SUPERSTIZIONE
La magia positiva
La magia contadina però non è solo diretta al maleficio,
poiché in essa sono anche presenti pratiche positive, quasi
sempre con funzione terapeutica. In realtà nella cultura
popolare mago e guaritore spesso si confondono,
scambiandosi i ruoli e mettendo in relazione ambiti diversi e
in contrasto, come la religione, la medicina, le superstizioni.
Sarà capitato a molti di sentir parlare del potere delle
“segnature”. Alcuni guaritori-maghi di campagna hanno il
“dono del tocco”: possono toccare la parte malata di uomini
e animali, “segnarla” con la croce e allontanare il male con
l’aiuto della religione, dell’olio santo e di invocazioni rituali.
Il mago-terapeuta non è però un personaggio qualsiasi:
quasi sempre la sua nascita è per alcuni aspetti
straordinaria. Può essere venuto al mondo con la membrana
amniotica (“nato con la camicia”), settimino, nato il giorno
di Natale ecc. Queste sue prerogative biografiche avrebbero
condizionato profondamente la sua vita, rendendolo in
qualche modo speciale e dotato di poteri straordinari negati
alla maggioranza delle persone. Va osservato che in qualche
caso la guarigione operata dal mago è tale perché la
patologia è effetto di un disturbo di carattere psicosomatico.
In questo senso è diretta l’interpretazione proposta dalla
psicoanalisi: il cerimoniale simbolico della superstizione
basta a determinare, tanto presso chi lo pratica quanto
presso chi lo riceve, un sentimento di soddisfazione. E il
risultato realmente ottenuto sarebbe in fondo secondario.
LA LOTTA CONTRO LE SUPERSTIZIONI
STREGHE O GUARITRICI?
Molte streghe erano delle ottime conoscitrici delle virtutes herbarium, in
quanto numerose di queste donne, prima di essere riconosciute come
adepte di Satana, svolgevano un importante ruolo nella gestione della
salute delle comunità contadine in cui erano inserite. La loro
demonizzazione esprime chiaramente l’atteggiamento della cultura
dominante nei confronti delle pratiche folcloriche, ma soprattutto di quelle
attività magico-terapeutiche che ebbero un forte ruolo pratico all’interno
della cultura popolare.
Il Malleus maleficarum
La situazione generale fu ulteriormente esasperata
quando due domenicani, Heinrich Institor Kramer e Jacob
Sprenger, sulla base delle loro esperienze di inquisitori in
Germania, furono incaricati di redigere un’opera che
raccogliesse tutte le conoscenze sulla stregoneria, in linea
con le prerogative contenute nella Bolla di Innocenzo VIII.
L’opera, intitolata Malleus maleficarum (Il martello delle
streghe), era una sorta di manuale che, oltre a tentare di
descrivere il fenomeno in sé, si soffermava anche sulle
pratiche magiche compiute dalle streghe e sui sistemi
giuridici da adottare, in relazione ai dogmi teologici, per
lottare contro la stregoneria. Il volume divenne una pietra
miliare della lotta contro il male e, in quel clima di paura e di
rinnovata adesione alla lotta
contro un demonio che le
guerre di religione avevano
rinvigorito, fu uno strumento
di repressione
particolarmente efficace.
La prima edizione del
Malleus maleficarum è
dell’inverno 1486 e fu
stampata a Strasburgo. Fino
al 1669 seguirono
trentaquattro edizioni,
giungendo a più di
trentacinquemila copie. In
questo fondamentale testo
sulla caccia alle streghe
viene illustrato come le
superstizioni costituiscano la
forza principale delle
streghe.
Frontespizio dell’edizione lionese del
Ci sono infatti quattordici specie di
Malleus maleficarum del 1669
opere di superstizione nei tre
generi di divinazione, di cui il primo si esercita con un’esplicita
invocazione dei diavoli, il secondo soltanto con la tacita considerazione
della disposizione di qualcosa, come le stelle, i giorni, le ore, e così via, il
terzo con la considerazione di qualche atto umano nell’intento di
scoprirvi qualcosa di occulto: tutti e tre portano il nome di sortilegi […] La
divinazione attraverso i sogni; essa viene praticata in due modi: sia
quando ci si serve dei sogni per indagare su qualcosa di occulto
mediante la rivelazione degli spiriti maligni invocati a tale scopo e con cui
si stringono espliciti patti; sia quando ci si serve dei sogni per conoscere
il futuro in quanto essi precedono da una rivelazione divina o da una
causa naturale intrinseca o estrinseca […] Ma tutto questo è cosa lieve a
paragone dei sogni fatti dalle streghe con intenti superstiziosi. Infatti
quando non vogliono trasferirsi con il corpo, ma soltanto scorgere con
l’immaginazione ciò che le loro colleghe streghe stanno perpetrando, non
devono fare altro che coricarsi sul lato sinistro in nome del loro diavolo e
di tutti gli altri e così certi dettagli vengono loro rappresentati con una
visione immaginaria da una loro simile.
Questo frammento del Malleus maleficarum dimostra con
chiarezza come, in piena caccia alle streghe, la paura del
diavolo, la magia e la superstizione costituissero un unico
tessuto, in cui la fede e l’irrazionalità spesso si
amalgamavano producendo, paradossalmente, nuove
superstizioni e credenze.
Gli autori del trattato, contraddicendo l’autorità dei Padri
della Chiesa, sostenevano la possibilità che le streghe
fossero in grado di “fascinare con gli occhi a danno di
un’altra persona”.
Verso la ragione?
Non è facile stabilire quando la caccia alle streghe giunse
al termine della sua follia distruttrice, anche perché la fine
della fobia contro le donne di Satana ebbe aspetti e tempi
diversi nei singoli Paesi.
Tra la metà del XVII secolo e la seconda metà del
successivo vi fu un declino della persecuzione, determinato
anche da una più matura e razionale valutazione dei
fenomeni.
A preparare la strada contribuirono autori come Giovanni
Pico della Mirandola (1463-1494) e Cornelio Agrippa von
Nettesheim (1486-1535), che certamente proposero una
lettura più ampia della cultura magica, ponendone in rilievo
le sue specificità filosofiche.
Ma nello stesso tempo, tracciarono anche delle linee di
demarcazione tra reale e irreale, tra possibile e impossibile,
secondo un metodo analitico dominato dalla razionalità: in
particolare verso la fine del XVII secolo vi fu una lenta ma
costante mutazione della mentalità collettiva. Teologi e
giuristi, condizionati dagli scienziati dell’epoca, espressero
dubbi sempre maggiori sull’esistenza delle streghe e sul loro
operato.
Questo tipo di approccio al fenomeno coinvolse ampie
fasce della società, trovando convinti assertori del pensiero
cartesiano soprattutto tra i livelli più colti. Ma furono
fondamentali i contributi di scienziati come Galileo,
Copernico, Keplero, Newton, che con le loro affermazioni
dimostrarono come l’universo rispondesse a leggi fisiche
regolarmente prestabilite, senza risentire in alcun modo
dell’influenza soprannaturale e dell’intervento degli spiriti,
buoni o cattivi che fossero.
Dio creatore genera il Mondo; incisione da una Sacra Bibbia del 1937
La concezione di Adorno
“Credo nell’astrologia perché non credo in Dio”, disse uno
studente a Theodor W. Adorno (1903-1969), che nel 1956
scrisse il volumetto Stelle su misura, in cui sottolineava che
l’astrologia, di fatto, cerca di soddisfare i desideri di persone
profondamente convinte che altri (entità spesso senza nome
e fortemente sincretistiche) sappiano su di loro, e su ciò che
fanno ogni giorno, più di quanto siano in grado di decidere
da sé. Adorno, padre della Scuola di Francoforte, dopo aver
analizzato quotidianamente per circa sei mesi il contenuto
della rubrica astrologica del “Los Angeles Times”, giunse a
una conclusione molto chiara:
Oggi c’è una incompatibilità clamorosa fra il progresso di scienze naturali
come l’astrofisica e la credenza nell’astrologia. Quelli che combinano le
due cose sono costretti a una regressione intellettuale che in passato non
era certo necessaria […] Possono quindi ritenere che solo esigenze
pulsionali molto forti facciano sì che la gente accetti ancora – o accetti
nuovamente – l’astrologia.
IETTATURA E IETTATORE
Con “iettatura” (da iectare) si intende la pratica di gettare il malocchio: da
questo termine derivano “iettato”, colui che subisce la iettatura ed è colpito
dal malocchio; “iettatore”, persona a cui, per vari motivi, si attribuisce il
potere di esercitare con la propria volontà – o anche solo con la propria
presenza – influssi malefici sugli altri. Lo iettatore, detto anche
“menagramo”, in pratica è una persona che “porta disgrazie”.
Lo iettatore, di cui abbiamo uno stereotipo proveniente soprattutto dalla
tradizione popolare, viene quasi sempre descritto come un personaggio
magro e allampanato, perennemente vestito di nero, con occhiali dello
stesso colore (caratteristiche che rimandano all’abbigliamento prescritto
per il lutto), dal volto triste e rassegnato, la voce bassa e querula. In genere
dimostra un inquietante interesse per la salute, gli affanni e i mali degli
altri, il che lo rende quanto meno anomalo; inoltre lo iettatore si dilunga
nella descrizione delle proprie disgrazie, quasi con un’aria di perverso
compiacimento.
Per estensione si utilizza la locuzione “guardare (o
vedere) di malocchio” quando si mostra rancore, ostilità,
odio, disprezzo.
Ho letto anche nel libro settimo della Storia Naturale di Plinio che
ci sono in terra d’Africa alcune famiglie di uomini che fanno
incantesimi con il suono della voce o con parole; e se per caso
questi hanno lodato con forza degli alberi belli, messi rigogliose,
graziosi fanciulli, cavalli gagliardi, bestiame florido e ben nutrito,
tutte queste cose periscono improvvisamente, senza che nessun
altro fattore sia intervenuto a danneggiarle. Negli stessi libri è
descritto anche un micidiale incanto che viene dagli occhi; e vi si
narra che vi sono uomini in Illiria capaci di uccidere con lo sguardo
coloro che hanno guardato a lungo con ira; e che gli stessi, che
sono così nocivi con lo sguardo, siano essi maschi o femmine,
hanno due pupille per ogni occhio.
LA SIMPATIA COSMICA
IL CONCETTO DI CORRISPONDENZA
IL PESSIMISMO ANTROPOLOGICO
L’OTTIMISMO ANTROPOLOGICO
SCIENZA E SUPERSTIZIONE
Diavoli e streghe
BICCHIERE
BUCHI
CAMINETTO
COLTELLO
CUCCHIAIO
FORBICI
FORCINA
PETTINE
SCOPA
ANNO NUOVO
ANNO BISESTILE
EPIFANIA
1° APRILE
Alcuni fanno derivare l’uso dalla pesca, che in certi paesi comincia
il primo d’aprile, e perché infruttuosa dapprincipio, potè dar luogo
alla costumanza di cogliere i semplicioni offrendo un’esca che loro
sfugge, come il pesce in aprile sfugge a pEsCatori […] un’allusione
ad un antichissimo uso degli Ebrei, quello di mandare per disprezzo
una persona di qua e di là, come fecero con Gesù Cristo, da Erode a
Pilato, da Caifas ad Anna, nei primi di aprile, secondo i computi
degli ecclesiastici. Onde, secondo essi, la voce poisson sarebbe una
corruzione di passion. Una tradizione giudaica vi riconosce il volo
della colomba dall’arca di Noè prima che le acque abbassassero e
non so quale incontro di essa con l’aprile ecc. Altri vi scoprirono un
fatto meramente mitologico, altri vi videro uno scandaloso
significato fallico; altri più delicatamente un passaggio ad uso di
mandare o di offrire alle donne o alle ragazze un pesce con
intendimento erotico; altri ancora una inclinazione dello spirito
umano allo scherzo, al ritorno della grata stagione.
IL 17
Sono numerose le paure che circondano il numero diciassette, per certi
aspetti del tutto simili a quelle indicate per il tredici. Forse anche in questo
caso la credenza ha origine nell’antica tradizione ebraica, che cercava di
trovare delle relazioni tra i numeri e gli avvenimenti caratterizzanti l’umana
esistenza. La negatività del diciassette aumenta quando si unisce al
venerdì, giorno considerato pericolosissimo dalla superstizione in numerosi
Paesi.
È dunque evidente che gli Antichi aveano del tempo del meriggio
una grande idea; e la riguardavano come sacro e terribile. Noi
abbiamo a rallegrarci che di un pregiudizio una volta sì comune, e
di cui trovano vestigia nei libri più antichi, rimanga ora appena la
rimembranza, essendo esso totalmente cancellato dalla mente dei
popoli. Ciò non sembrerà assai ordinario a chi conosce quale
influenza eserciti tuttora l’antichità sopra i costumi e gli errori del
volgo. Si deridono ora i pregiudizi che si aveano anticamente
intorno allo starnuto, ma la consuetudine di salutar chi starnuta
sussiste anche al presente, e sussisterà sempre nelle nazioni
civilizzate.
Il venerdì
Un discorso a parte merita il temutissimo venerdì. La sua
negatività può in parte essere determinata dal fatto che in
quel giorno, secondo la tradizione cristiana, Cristo fu
crocifisso. Da qui il divieto di mangiare carne, partecipare a
feste e divertirsi, quasi come nel lutto; popolarmente è
diffuso il detto che chi ride di venerdì piange la domenica.
Grandi uomini del passato hanno avuto paura del
venerdì; anche campioni della razionalità, come gli
illuministi Voltaire e Rousseau, consideravano questo giorno
uno tra i più nefasti.
Che ci piaccia o meno, il venerdì ha reso un po’ tutti
schiavi di una superstizione che è stata tramandata come
una tradizione.
Il tentativo di non intraprendere viaggi, o peggio sposarsi
o iniziare attività importanti di venerdì, fa parte del bagaglio
culturale di molte persone; è noto a tutti infatti il detto: “Di
venere e di marte né si sposa né si parte”.
Chi nasce di venerdì avrebbe un bel carattere, che la
tradizione popolare ha estremizzato in un detto molto
esplicativo: “Chi nasce di venerdì è senza fiele”. Nascendo
senza fiele non si conoscerà l’odio e si avrà un
atteggiamento dolce e amabile nei confronti degli altri.
Ma per raggiungere questo stato è necessario porre
alcune gocce del proprio sangue in un panno e bruciarlo:
solo così la negatività del venerdì potrà essere eliminata per
sempre.
Il venerdì 17
Se poi il venerdì cade di 17, allora la negatività sarà
massima, anche secondo quelli che alla superstizione
credono solo un po’.
Difficile stabilire l’origine di questa credenza; l’unica
ipotesi possibile è che quella data rimandi a una grande
catastrofe (epidemia, carestia, guerra) di cui però si sono
perduti i riferimenti storici.
Qualche anno fa una ricerca inglese pubblicata
sull’autorevole “British Medical Journal” sembrò smentire
scientificamente le credenze dei superstiziosi: quel giorno, a
Londra, gli incidenti automobilistici erano sensibilmente
diminuiti.
Però, immediatamente dopo, la rivista puntualizzava che
ciò poteva forse essere dovuto al fatto che molti londinesi
avevano scelto di starsene a casa, per evitare i danni del
giorno infausto. In pratica la smentita diventava una
conferma.
Forse potremmo pensare che il 17 la gente sia più cauta:
magari non esce di casa se proprio non è indispensabile,
guida con maggiore attenzione, guarda bene dove mette i
piedi, soppesa le parole ecc.
Pare che, dal venerdì nero di Wall Street, gli operatori di
borsa particolarmente attenti ai simboli varchino la soglia
del sancta sanctorum della finanza con il piede destro,
evitando di indossare qualcosa di viola e premurandosi di
avere in tasca un portafortuna.
ANIMALI DA TENER D’OCCHIO
ALLODOLA
CANE
CIVETTA
CUCULO
GATTO
IL FOLLETTO
È curioso ricordare che il folletto, figura importante nell’immaginario
popolare, avrebbe un diretto legame con la farfalla.
Folletto è un termine generico con il quale si indicano i piccoli esseri
evanescenti che costellano l’universo della tradizione orale popolare.
Mentre i vari tipi di elfi sono descritti come creature piccole, ma concrete, i
folletti sono ectoplasmi, riflessi fugaci che non hanno ombra e non lasciano
tracce. L’origine del termine folletto è spesso indicata nel greco falena, e
sarebbe collegata ai lari latini. Ma sono supposizioni del tutto arbitrarie, che
non trovano alcun riscontro in una seria analisi etimologica. È emblematico
l’abbinamento tra il folletto e il fuoco fatuo, che rinveniamo in alcune
tradizioni popolari, anche in ragione dell’assonanza linguistica che
accomuna questi due termini in alcuni dialetti. A causa della loro varietà, i
folletti sono presenti in tutta una serie di tradizioni, spesso molto diverse tra
loro, che propongono delle creature complesse e molto varie, caratterizzate
da sfumature locali e da notevoli valori simbolici. Aggiungiamo che nelle
nostre campagne i fuochi fatui erano ritenuti spiriti dei defunti che
richiedevano suffragi.
MAIALE
PECORA
PIPISTRELLO
ROSPO
TOPO
Passare sotto una scala è una tra le azioni più temute dai
superstiziosi di buona parte del mondo occidentale.
Bisogna considerare che la scala è un simbolo importante
per numerose religioni. Costituisce il tramite per porre in
relazione il cielo alla Terra; ed è il mezzo per determinare un
rapporto tra il mondo dei vivi e l’aldilà.
Giacobbe vide in sogno una scala lungo la quale salivano
e scendevano gli angeli: “Una scala poggiava sulla terra,
mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco che gli
angeli di Dio salivano e scendevano su di essa” (Genesi
28,12).
Anche il Buddha utilizzò una scala per scendere dal
monte Meru.
La scala compare come simbolo in un’antica tradizione
egizia che poneva Osiride, il dio del Sole, contrapposto in
un’eterna lotta a Set, dio delle tenebre. Un giorno Set spinse
Osiride nel buio di una tomba e ve lo rinchiuse. In aiuto di
Osiride venne Horus, dio-falco del Sole nascente, che con
una scala e con il simbolo della V, fatto con due dita, riuscì a
liberare il padre prigioniero.
La superstizione relativa alla scala, sorta in ambito
cristiano, forse risentiva della tradizione esoterica secondo
la quale la scala appoggiata a un muro o a un albero
formerebbe il lato più lungo di un triangolo, simbolo della
Trinità. Chi attraversa il triangolo dissacra questo simbolo e
rivela affinità con il diavolo.
Razionalmente possiamo anche considerare che in
passato la scala era l’unico mezzo per effettuare una serie
di attività che oggi sono affidate a sistemi di elevazione più
sofisticati. Allora però esisteva solo la scala a pioli che, per
certe attività, rappresentava una continua fonte di rischi. Da
qui, probabilmente, la credenza. Se proprio non si può fare a
meno di passare sotto una scala, la tradizione popolare
prevede alcune pratiche di scongiuro. Una indica di
incrociare le dita fino a quando non si incontrerà un cane;
un’altra di sputarsi sulle scarpe. Un ultimo avvertimento:
attenzione al numero dei pioli, passare sotto una scala porta
sfortuna, ma passare sotto una scala con un numero di pioli
dispari è peggio. I danni saranno ancora più gravi.
APRIRE L’OMBRELLO
ROVESCIARE L’OLIO
SPARGERE IL SALE
ACCENDERE LA SIGARETTA
Ancora diffusa è la superstizione secondo la quale
accendere più sigarette con un solo fiammifero
determinerebbe la morte del più giovane. Questa credenza
trae origine dal tempo di guerra. Infatti in trincea, di notte,
più soldati si accendevano la sigaretta con un solo
fiammifero per risparmiare; il cecchino nemico aveva così
tutto il tempo per prendere la mira e conseguentemente
sparare al terzo soldato, che per logica gerarchia militare
era l’ultimo ad accendere la propria sigaretta.
Questa superstizione probabilmente ha avuto origine
durante la Grande Guerra, quando le trincee erano colme di
soldati che dovevano difendere i confini in stressanti e
logoranti combattimenti, dove si lottava e si moriva per
conquistare qualche metro in più, sotto il tiro incrociato di
cecchini sempre in agguato.
ANDARE A CACCIA
REGALI SCONSIGLIATI
VESTIRSI E SVESTIRSI
IL SANGUE
I PIEDI
I MANCINI
LA MANO
L’ESADATTILIA
Da sempre l’uomo considera straordinari – positivamente
o negativamente – gli esseri diversi. Folletti, uomini
selvatici, ibridi ed extraterrestri sono spesso contrassegnati
da sei dita, preferibilmente nelle mani. Ma tali
caratteristiche non sono una prerogativa dei personaggi
leggendari: a volte le si ritrova nelle raffigurazioni di
evangelisti, profeti e santi.
L’esadattilia non è un’anomalia sconosciuta alla scienza,
anche se è piuttosto rara; da sempre questa particolarità ha
comunque determinato la formazione di credenze e
superstizioni.
In passato, chi possedeva un numero di dita superiore a
quello canonico generalmente era considerato in rapporto
con le creature dell’ombra e, spesso, era indicato come
strega o eretico. Sulla demonizzazione dell’esadattilia
abbiamo una testimonianza anche nella Bibbia: “Vi era un
uomo di grande statura che aveva sei dita per ogni mano e
sei dita per ogni piede, in tutto ventiquattro; anch’egli
discendeva da Rafa. Oltraggiò Israele, ma Gionata, figlio di
Simeià, fratello di Davide, lo abbatté” (2° Libro di Samuele
21,20).
“LEGGERE” LE DITA
La forma delle dita consente di trarre auspici sul futuro e sulla personalità:
le dita lunghe sono segno di fortuna; quelle corte di sventura. Se una
persona ha il medio e l’indice lunghi uguali bisogna stare in guardia: si
tratta di un essere poco raccomandabile! Un mignolo incurvato è simbolo di
ricchezza, mentre un pollice largo indica disonestà.
LE UNGHIE
IL PRURITO
Alcune manifestazioni del corpo sono interpretate dalla moderna
psicoanalisi come segni di nervosismo o di disagio interiore. Per esempio il
prurito, oppure inciampare, sbadigliare o spostare un arto senza motivi
apparenti, sono spesso ritenuti sintomi di malessere collegato alla sfera
dell’inconscio e alle sue molteplici sfaccettature. Prima che la psicoanalisi
considerasse queste manifestazioni dei segni psichici attraverso i quali il
nostro cervello cerca di mandarci dei messaggi, la superstizione aveva
provato a interpretarli, cercando di vedere in essi un’espressione quasi
profetica da cui trarre auspici sugli eventi futuri.
Per la superstizione il prurito può essere visto positivamente o
negativamente, ma si tratta sempre di un avvertimento preciso. Può
annunciare spese se a prudere è la mano; visite, se a richiedere di essere
grattati sono i piedi. Il prurito al naso indica un’imminente avventura
galante, mentre quello ai capelli che qualcuno ci sta pensando
assiduamente.
I CAPELLI
Non sarà molto alieno dal nostro proposito apportar qui alcuna
cosa de’ nei; over da’ segni che si veggono in faccia indovinar
quelli che sono nascosti nella persona, per la corrispondenza che
hanno tra loro. Certo cose piacevoli e non disutili, le quali avendole
esperimentate e ritrovate vere, queste regole ho poste qui […] Chi
ha un neo nella milza o sotto il ventre, sarà sempre infermo.
Melampo: il collo corrisponde con le gambe; così le braccia con i
piedi. Alì: se se ne vedrà uno nella gola, ne sarà un altro nel destro
lato del petto. Ma Melampo dice: dove finisce il ventre. Dice ancora
Alì: uno nelle mani, un altro nella verga. Ma un neo nelle mani
dell’uomo o donna, dimostra fecondità; ma la femina farà femine, e
l’uomo maschi. Nella parte di sovra, dove è il core, un neo
nell’uomo o nelle zinne nella femina, giudicherai cattivo. Nel
genocchio destro della femina è buon segno, nel sinistro di
fecondità. Sappisi oltre questo, che nella parte destra tutti
significano felice sorte, il contrario nella sinistra.
FENOMENI ATMOSFERICI
LE STELLE CADENTI
Le superstizioni che riguardano le stelle cadenti hanno alcune analogie con
quelle sulle comete. A differenza di queste ultime, però, quelle sulle stelle
cadenti sono circondate da un’aura positiva. Infatti in molti Paesi le stelle
cadenti sono considerate segni di fortuna e si crede che se si esprime un
desiderio prima della loro caduta oltre l’orizzonte, questo si realizzerà molto
presto. Poeticamente, molte culture sostengono che all’interno di ogni stella
cadente vi sia l’anima di un uomo in viaggio verso la Terra per entrare in un
neonato; questa credenza si lega alla tradizione secondo la quale quando
un uomo muore si accende una nuova stella.
LE TEMPESTE E I MARINAI
L’ARCOBALENO
LA NASCITA
MASCHIO O FEMMINA?
Il naturale desiderio di conoscere il sesso del nascituro – quando ancora non
esisteva l’ecografia – era soddisfatto osservando la forma della pancia della
donna incinta: la pancia a punta annunciava una femmina, la pancia larga,
un maschio. Un altro metodo consisteva nel prestare attenzione al lato
verso il quale il bambino scalciava: destro maschio, sinistro femmina. Era
ricorrente anche l’utilizzo dell’osso dello sterno di pollo, spezzato dalla
futura madre e da un’altra persona: se alla donna fosse restato il pezzo più
corto, il neonato sarebbe stato un maschio, invece quello più lungo, con la
“cuffia”, avrebbe indicato una femmina. Quest’osso è generalmente detto
“ossicino dei desideri”: due contendenti esprimono un desiderio e poi danno
un forte strattone; chi si troverà la parte più grossa (quella con la “cuffia”)
sarà presto soddisfatto.
Si ritiene che questa credenza sia correlare all’attribuzione, a galline e galli,
di proprietà divinatorie da parte dei popoli antichi.
Tra le pratiche diffuse in alcuni Paesi del Mediterraneo troviamo la “prova
della moneta”. Questa superstizione richiedeva di far cadere dentro il
vestito della futura madre, dal collo in giù, una moneta e osservare come
sarebbe giunta in terra: testa maschio, croce femmina. Per cercare di
intervenire direttamente sul sesso del nascituro, invece, è sempre stata
diffusa la credenza che indossare abiti rosa “chiamerebbe una femmina”,
mentre vestire di azzurro avrebbe l’effetto contrario.
Sempre in linea con queste superstizioni, basate sul
principio della magia simpatica, si pongono numerosi divieti
alimentari: non mangiare crostacei perché le chele
potrebbero ferire il bambino, i cibi rossi possono far venire
delle macchie al nascituro, bere troppi alcolici annuncia una
vita da etilista per il figlio ecc.
Il momento del parto era quello più delicato e per
scongiurare incidenti si attuavano diverse pratiche in cui la
magia, la religione e una sorta di proto-medicina si univano
inscindibilmente. Si consigliava di far indossare alla
gestante una cintura del marito, perché quell’oggetto
avrebbe allontanato ogni sofferenza; molto ricercate in
passato erano anche le “cinture della Madonna” realizzate
in alcuni santuari ponendole a contatto con quella della
Madonna di Loreto.
Se il piccolo spunta con i piedi in avanti sarà sfortunato:
per opporsi alla cattiva sorte i contadini francesi
consigliavano di strofinare il bambino con foglie di alloro.
Quando il bambino nasceva tra le pareti domestiche, era
immediatamente lavato in un’acqua nella quale erano poste
foglie di noce e vino: una sorta di bagno purificante che
aveva lo scopo di introdurre il piccolo nel mondo. Se il
neonato nasceva due mesi prima del termine, ed era quindi
un settimino, oppure nasceva “con la camicia”, era
considerato una creatura dotata di poteri soprannaturali: il
suo futuro era segnato, poiché certamente sarebbe
diventato un guaritore, un rabdomante, un mago, forse, ma
certamente un essere speciale, fuori della norma. Un futuro
da guaritore era annunciato anche per i bambini che
perdevano la mamma venendo alla luce.
È considerato anche importante guardare con che mano
il bambino afferrerà il primo oggetto che gli viene proposto:
se userà la sinistra sarà, naturalmente, sfortunato; ma solo
se il piccolo non è mancino.
In genere ancora oggi si crede che il giorno migliore per
venire al mondo sia la domenica; sorte nefasta invece per
chi nascerà di mercoledì, ma le cose andranno ancora
peggio per i nati nel giorno di Natale, che saranno
condannati a divenire lupi mannari nelle notti di Luna piena.
Un pezzetto del cordone ombelicale era conservato come
talismano e utilizzato come una sorta di panacea per guarire
molti mali, o per effettuare pratiche magico-protettive di
diverso genere.
LE VOGLIE
Quando una donna incinta desidera qualcosa da mangiare va subito
accontentata, perché in caso contrario il piccolo nascerà con varie
deformazioni fisiche. La donna travolta dalle “voglie” deve fare attenzione a
non toccarsi, durante la crisi, perché in caso contrario il neonato sarebbe
segnato, nel punto in cui la mamma si è toccata, con una macchia del
colore del cibo desiderato. Per scongiurare questo pericolo, la tradizione
popolare consiglia alla gestante di portare le mani sulle natiche ogni
qualvolta venga assalita dalle “voglie”.
LA MORTE
TIPI DI MAGIA
Generalmente si tende a individuare tre tipi di magia:
1. magia nera (pratiche dirette a produrre dei malefici);
2. magia bianca (pratica per combattere la magia nera, o per ristabilire
un equilibrio iniziale, per esempio la salute);
3. magia “economica” (pratica destinata a garantire il dominio sulla
natura, non necessariamente orientata verso il maleficio).
TALISMANI E PENTACOLI
I FILATTERI
I BREVI
LA GRAFOFAGIA
ABRACADABRA
TOCCARE FERRO
I CHIODI
Le defixionum tabellae
Anche nella magia nera si fece largo uso di chiodi, in
particolare nelle defixionum tabellae: autentiche pratiche
magiche, spesso di morte, studiate dall’archeologia sulla
base di significativi ritrovamenti. Le defixionum tabellae
sono sottili tavolette di metallo, prevalentemente di piombo,
rinvenute a centinaia dagli archeologi nell’area
mediterranea e che risalgono al VI secolo a.C., mentre le più
recenti sono di età imperiale ed erano diffuse ancora nei
primi secoli del Cristianesimo. In genere queste tavolette,
chiamate “defissioni”, riportano scritte in greco, spesso con
un linguaggio volutamente criptico; ne sono state rinvenute
anche con scritte in latino in forma metrica, in Spagna e in
Britannia, dove giunsero i soldati romani.
Le defixionum tabellae rientravano nelle pratiche di
magia nera e pertanto erano severamente perseguite dalla
legge, che infliggeva pene severissime a chi fosse stato
scoperto a praticare questo rito.
Dopo aver scritto la maledizione sulla tavoletta, il
defissore vi incideva segni magici e misteriosi in grado,
secondo la sua interpretazione, di simboleggiare la vittima
della sua ira. Quindi la tavoletta veniva ripiegata, in alcuni
casi la si trafiggeva con un chiodo (in latino defigere
significa inchiodare) e quindi la si seppelliva in un’area sacra
nei pressi di un santuario o di un cimitero.
È emblematico il testo di una tavoletta rinvenuta a
Cartagine:
Uccidete, sopprimete, dilaniate Gallico, il figlio di Prima, ora, al cospetto
della folla; che restino legati i suoi piedi, le membra, i sensi, il cervello,
così che non uccida né orso né toro, con la rete semplice, con quella
doppia e neppure con la tripla […] Fatelo nel nome del dio vivo
onnipotente; adesso, adesso, presto, presto. Che l’orso possa sbranarlo e
farne strazio!
L’AMBITO QUADRIFOGLIO
Forse i quadrifogli sono meno rari di quanto si creda, ma resta il fatto che
trovarne uno costituisce un segno di fortuna. Una fonte apocrifa narra che
Eva, quando fu cacciata dal Paradiso Terrestre, si portò via per ricordo
proprio un quadrifoglio.
Donare un quadrifoglio appena raccolto è un augurio di prosperità.
In passato si diceva che un quadrifoglio all’occhiello avesse il potere di
esentare dal servizio militare.
All’assegnazione di prerogative positive al quadrifoglio ha probabilmente
contribuito la sua rarità.
IL FERRO DI CAVALLO
IL GOBBO
LE CORNA