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1
Come diceva uno degli anziani, chi colpisce il nemico nel campo di battaglia é simile al
falco che si scaglia su un passero: sebbene nella moltitudine se ne contino migliaia, il falco
non presta attenzione a nessuna preda, se non a quella che ha puntato per prima.
L’espressione kezuko no kubi indica la testa colpita dopo aver dichiarato: “Colpirò
esattamente il guerriero che veste quella armatura”. (X.92).
2
Le capacità individuali non cambiano molto, ma con la pratica dell´addestramento si può
raggiungere un livello che é difficile da classificare. Se una persona si vanta del proprio
livello, credendo che sia elevato, proprio questo mostra come si trovi in basso.
Una poesia dice: “Non arrestarti dove si ferma il tuo cuore”. Infatti, rimarremmo ancorati a
una patria vecchia. Invece, spostandoci di luogo in luogo, cambiamo casa e non ci fermiamo
mai e, salendo un gradino dopo l’altro, riusciamo a raggiungere un livello più elevato.
Finché l´uomo non sale in alto, é difficile capire le infinite capacità insite in lui. (XI.145)
3
Sentendo parlare delle grandi imprese di un maestro, è segno di meschinità d’animo
pensare che non lo si potrà mai eguagliare. Ci si deve, invece, sforzare di pensare: “Il
maestro è un uomo proprio come me, perché dunque gli sarei inferiore?”
Non appena il samurai si decide a raccogliere questa sfida contro se stesso, si é giá
incamminato nella Via. Il maestro Ittei disse: “Un uomo ritenuto saggio acquisisce questa
reputazione solo perché ha iniziato ad approfondire le sue conoscenze dalla più giovane età.
Non si ottengono risultati rapidi con un apprendistato tardivo, per quanto difficile sia”.
Non appena un uomo prende la decisione di giungere alla perfezione, puó giá sperare di fare
l’esperienza dell’illuminazione. (I.117)