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Consigli sulla Felicità

(tratto da: Aforismi sulla saggezza del vivere)

ARTHUR SCHOPENHAUER

Ciò che si è contribuisce più alla felicità di ciò che si ha.

Dobbiamo spalancare la porta alla serenità ogni volta che si presenta, occorre evitare ogni eccesso come
ogni prolungato sforzo intellettuale.

I nemici della felicità: il dolore (bisogno e privazione) e la noia (sicurezza e abbondanza).


Più abbiamo ricchezza di spirito meno spazio si concede alla noia.
L’uomo intelligente mirerà a non subire dolore, molestie ed avere pace e tempo libero, se è uno spirito
grande punterà alla solitudine.
La sorte migliore tocca a chi non ha subito grandi sofferenze, non ha chi ha avuto grandi gioie e godimenti.

Johann Heinrich: “La disgustosa pretesa di raggiungere la felicità, per di più nella misura vagheggiata, è la
rovina di tutto a questo mondo.”

Non dovremmo ami dimenticare che solo il presente è reale e certo.

“Considera ogni giornata come una vita a sé stante” (Seneca)

Un’energetica attività pratica consiglia di sospendere l’attività intellettuale per qualche tempo.

Alla sera prima di addormentarsi è bene prendere in rassegna quello che si è fatto durante il giorno.

Nella società dobbiamo rinnegare noi stessi per piacere, rinunciando penosamente a tre quarti della nostra
personalità per diventare simili agli altri. Abituarsi a portare in società una parte della solitudine in modo da
restare soli anche nel contatto con gli altri: non bisogna renderli subito partecipi di ciò che si pensa.

Gli errori da noi commessi vanno analizzati in tutta la loro gravità per evitare di commetterli in futuro.
Il tempo giusto per le meditazioni sono le ore del mattino.

Per guidare il nostro Io verso un obiettivo occorre imporsi un’autocostrizione.

Le cose piacevoli ha cui dopo aver riflettuto abbiamo rinunciato continuano ad attirarci con la loro
apparenza; dieci ragioni contro l’esistenza di un pericolo sono soverchiate da un’immagine falsa della sua
apparenza reale.

E’ insensato indignarsi della azioni altrui, quanto lo è per un sasso che ci rotoli tra i piedi.

Se qualcuno per noi è davvero molto importante dobbiamo nasconderglielo come fosse un delitto.

Per prima cosa si deve comprendere la regola e poi imparare ad applicarla.


Non si notano i difetti e i vizi proprio ma solo quelli degli altri.
Per diventare consapevoli dei propri difetti è bene notarli e biasimarli negli altri. Per migliorarci abbiamo
bisogno di uno specchio.

La Rochefocauld : “Nelle avversità dei nostri migliori amici troviamo sempre qualcosa che non ci dispiace
affatto.”

Spiattellare la propria superiorità intellettuale soprattutto davanti a testimoni è un gesto temerario.


E’ consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace anziché con quello che si dice, nel
primo caso siamo ispirati dalla saggezza, nel secondo dalla vanità.

Pigrizia: quando per non impegnarci personalmente a esaminare, agire, vigilare preferiamo fidarci di
qualcun altro.
Egoismo: quando il bisogno di confidare i fatti nostri ci induce a confidarci con altri.
Vanità: quando argomento della confidenza è qualcosa che ci pone in buona luce.

Dopo giusta riflessione bisogna agire secondo il proprio carattere altrimenti quello ce si fa non è in armonia
con quello che si è.

Nelle occasioni importanti non agiamo tanto per una nozione di ciò che è giusto ma per un istinto che nasce
dalle profondità recondite del nostro essere.
Colui che è chiamato a qualche grande realizzazione lo comprenderà fin da giovane nelle segrete profondità
del suo essere.

Si dovrebbe aver sempre presente l’azione del tempo e la mutevolezza delle cose; si dovrebbero evocare
vivide immagini del contrario (nella felicità l’infelicità, nell’amicizia l’inamicizia etc.)

Usura del tempo: diventano sue vittime tutti coloro che non riescono ad aspettare.

Shakespeare: “Ho già provato tanti assalti di gioia e di dolore


che al loro primo manifestarsi no mi abbandonerò
come una donnetta a nessuno dei due.”
(Tutto è bene, atto III, scena 2 )

Una disgrazia si sembra meno gravosa se l’avevamo considerata possibile, abbiamo abche già pensato ai
motivi di consolazione i rimedi possibili.

Fare quello che si può, ma sopportare di buon grado quello che si deve.

Di fronte alle avversità quotidiane no bisogna neppure accorgersene, non dobbiamo tenercele dentro per
rimuginarci sopra.

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