Sei sulla pagina 1di 9

Risposte aperte

Traumatologia dell'apparato
locomotore, prof Picerno
Traumatologia
Università telematica e-Campus
8 pag.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
04. Quali sono, come si dividono e da cosa sono caratterizzati i fattori alla base delle lesioni da sport
Le lesioni a carico dei muscoli sono molteplici, la maggior parte di essi dipendono dall’attività sportiva. Essi
in particolare possono dipendere dall’ Evoluzione fisiologica di lesioni acute e subacute importanti, ad esempio
le fibrositi post-traumatiche da riparazione di una lesione acuta importante o da evoluzione fibrotica in lesioni
acute da sovraccarico; le Fibrosi croniche ab initio, tale lesioni possono presentarsi in quantità maggiore nella
pratica del salto dell’ostacolo, in cui la gamba nella discesa dell’ostacolo effettua una contrazione eccentrica
con arresto brusco sul terreno per la immediata ripresa della corsa; l’ Evoluzioni sfavorevoli delle lesioni
muscolari; la Sindrome o dolore miofasciale. I primi due scenari prendono il nome di fibrositi. Tra le sindromi
dolorose muscolo-scheletriche, quella miofasciale è sicuramente una delle più frequenti, essa si manifesta con
dolore muscolare continuo, associato a contrattura e limitazione funzionale.
05. Che rapporto c'è tra fattori determinanti e fattori di rischio nelle lesioni da sovraccarico?
Le lesioni da sovraccarico sono patologie causate da sollecitazioni ripetute ed eccessive sui vari distretti
dell’apparato muscolo scheletrico. Esse sono dovute a fattori a fattori predisponenti ed a fattori determinanti
che possono essere esogeni o estrinsechi, ossia a fattori esterni all’organismo e fattori interno ad essi. Se
entrambi i fattori coesistono si può parlare di causa multifattoriale. Tra i fattori esogeni rientrano le superfici
da gioco, l’equipaggiamento sportivo, le condizioni atmosferiche e gli errori commessi durante la fase di
preparazione o allenamento. Mentre i fattori endogeni possono essere distinti in fattori non modificabili, ossia
le alterazioni congenite del sistema muscolo-scheletrico, l’età e il sesso, e fattori modificabili attraverso
l’esercizio fisico, il peso corporeo, uno scarso o del tutto assente riscaldamento muscolare, uno squilibrio
neuromuscolare e un’ errata esecuzione del gesto tecnico. I segmenti che possono risultare più esposti alle
lesioni da sovraccarico sono rappresentati dai tendini, le cartilagini, lesioni ai muscoli e infine le fratture da
stress.
01. Descrivere gli effetti delle proprietà viscoelastiche dei legamenti sulla curva tesione-lunghezza
La curva tensione-lunghezza indica quanto può allungarsi o deformarsi un legamento sottoposto a tensione
nelle sue condizioni di riposo, in tensione, nel punto di lesione e, di rottura. I legamenti hanno componenti
viscose, ossia in base a ci se la loro resistenza aumenta all’aumentare della tensione con cui sono allungati.
Se la velocità di deformazione è alta allora si rompe il corpo del legamento, mentre se è lenta il legamento
si stacca dalla sua inserzione.

20. elencare le fasi principali del processo di guarigione di un muscolo dopo lesione acuta e in quali di
queste lo stretching e la mobilizzazione lievi dell'arto ha un effetto positivo
Le fasi in cui si divide il processo di guarigione di un muscolo dopo una lesione acuta sono tre. La prima fase
è rappresentata dalla distruzione, che è caratterizzata da rottura e necrosi delle fibre muscolari, dalla reazione
infiammatoria e dalla formazione dell’ematoma. La seconda fare è rappresentata dalla riparazione, ossia la
fagocitosi del tessuto cicatriziale connettivo e la proliferazione capillare e nervosa nella zona lesionata. La
terza ed ultima fase consiste nel rimodellamento, ossia la maturazione delle fibre rigenerate, la contrazione, la
riduzione e la riorganizzazione del tessuto cicatriziale. Per la guarigione della lesione risulta utile rieducare la
muscolatura con una mobilizzazione lieve e lo stretching allo scopo di conferire una nuova elasticità al tessuto
nella fase della riparazione. Lo stretching viene considerato fondamentale nella fase di rimodellamento del
processo di guarigione.

21. Perchè uno stiramento si rtratta con massaggio decontratturante?

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
Lo stiramento rientra nelle lesioni muscolari indirette, dopo lo stiramento la contrattura è un azione riflessa
dovuta al fatto che la lesione comporta una rottura del reticolo endoplasmatico e una conseguente uscita degli
ioni di calcio. Di conseguenza per ottemperare a tale fattore si ricorre al massaggio decontratturante, il quale
rappresenta un tipo di massaggio profondo che agisce in profondità sui tessuti connettivi e muscolari, con lo
scopo di sciogliere le contratture e le tensioni della muscolatura. Nello specifico, nel caso dello stiramento esso
agisce riscaldando i tessuti e favorendo la decontrazione del muscolo, migliorandone l’estensibilità, riattivando
la circolazione del sangue e riducendo notevolmente il dolore.
22. Definizione e cause della contrattura
La contrattura muscolare è una lesione muscolare provocata dalla contrazione involontaria e improvvisa di uno
o più muscoli. Rappresenta un atto di difesa del nostro corpo, messo in atto quando il tessuto muscolare viene
sollecitato con un carico eccessivo e che va oltre il suo limite di sopportazione fisiologico.
Si manifesta con la comparsa di rigidità e aumento del volume (ipertonia) delle fibre muscolari coinvolte,
apprezzabile alla palpazione.
23. Definizione, cause e tipologie del crampo
Il crampi sono dolori muscolari improvvisi e violenti causati dalla contrazione involontaria di uno o più
muscoli. Il crampo può essere definito anche come uno stato di affaticamento che può trarre origine da uno
squilibrio idro-elettrolitico o da un deficit energetico che influenza la stabilità della membrana del moto
neurone alfa. I crampi sono causati principalmente da una insufficiente ossigenazione del muscolo, dal freddo,
da carenza di sali minerali quali potassio, calcio, magnesio e sodio, da traumi fisici, oppure in conseguenza di
uno sforzo prolungato o improvviso. I crampi possono manifestarsi anche per malattie neurodegenerative o
come raro effetto collaterale dell'utilizzo di sostanze chimiche o farmaci

24. elencare e descrivere i fattori in base ai quali viene classificatà la gravità di una contusione
La classificazione delle contusioni che si usa è quella di Reid, che stabilisce la gravità della contusione in base
alla quantità di fibre interrotte. Le contusioni muscolari vengono classificate in base al ROM, ossia l’escursione
articolare, residuo dell’articolazione mossa dal muscolo coinvolto nel trauma, esse si differenziano in lieve,
moderato e severo. La contusione lieve è consentita oltre la metà dell’intera escursione articolare, nella severa
è concesso un arco di movimento inferiore ad un terzo dell’intera escursione articolare, mentre nella moderata
è consentita meno della metà, ma comunque non più di un terzo dell’escursione articolare.
25. elencare quali sono le caratteristiche in comune e le differenze tra una contusione ed una distrazione
di terzo grado
le caratteristiche in comune tra contusione e distrazione di terzo grado sono: la lacerazione del tessuto
muscolare, lo stravaso ematico, il deficit funzionale, i processi di guarigione, la restituzione anatomica e il
trattamento riabilitativo. Mentre le differenze sono rappresentate dal meccanismo traumatico e dalla modalità
di prevenzione.
09. Definizione, caratteristiche, fattori di rischio della sindrome miofasciale
La sindrome del dolore miofasciale è una condizione in cui una persona avverte dolore muscolare cronico in
una certa zona del corpo. Il dolore di solito comincia (o peggiora) quando vengono stimolati i punti di innesco.
La causa esatta non è chiara ma ci sono alcuni fattori che si ritiene siano coinvolti: il movimento ripetitivo del
muscolo interessato, i periodi prolungati di inattività, lo stress mentale e l’ansia. Il trattamento della sindrome
del dolore miofasciale può includere antidolorifici, terapia fisica, massaggi, tecniche di rilassamento e altri
approcci. I sintomi di solito migliorano con il trattamento, ma se la condizione non viene trattata, potrebbe
peggiorare. Non è esattamente chiaro cosa causi la SDM ma ci sono alcuni fattori che si ritiene contribuiscano
a questa condizione: danno traumatico al muscolo; danno da sforzo ripetitivo; cattiva postura; carenze
dietetiche; periodi prolungati di inattività o immobilità di una certa parte del corpo (come un arto rotto che si
trova in una posizione fissa per un lungo periodo); poco sonno e stanchezza; stress mentale; depressione e
ansia.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
05. Elencare e descrivere le tipologie di tutori
I tutori ortopedici rappresentano quei supporti che migliorano la stabilità articolare, riducono e prevengono
dolore nei soggetti che hanno subito infortuni, fratture, distorsioni e traumi vari. In base a loro utilizzo si
dividono in: tutori preventivi, che servono per prevenire infortuni in caso di articolazioni instabili o di sport a
rischio, essi hanno lo scopo di distribuire il carico lontano dall’articolazione interessata e ridurre il carico sui
legamenti, i tutori riabilitativi, essi vengono utilizzati prevalentemente nei post operatori, infine i tutori
funzionali, essi vengono utilizzati nella fase post riabilitazione, forniscono una sensazione di sostegno a
muscoli e legamenti.
07. Elencare gli elementi che costituiscono l'unità funzionale spinale e le loro rispettive funzioni
L’unità funzionale spinale è costituita da due vertebre adiacenti, il disco interposto e strutture
capsulolegamentose. È composto da due pilastri, uno anteriore che ha una funzione di sostegno e una posteriore
che ha una funzione dinamica. La capsula articolare è un dico intravertebrale che svolge la funzione di
ammortizzatore. Le articolazioni interapofisarie sono il centro di rotazione attorno al quale avvengono la
flesso-estensione, la rotazione e l’inclinazione tra e vertebre. Il punto debole del corpo vertebrale si ha in una
zona definita scoperta, che è la parte più predisposta a fratture. Il disco ha una zona centrale composta da un
nucleo gelatinoso, composto per circa l’80% da acqua, costituita da mucopolisaccaridi e una zona periferica
costituita da un anello fibroso formato da una successione di fasci fibrosi concentrici a decorso obliquo e
incrociato ai fasci vicini.
04. elencare i nomi delle lesioni scheletriche acute del tratto cervicale
le lesioni definite stabili sono rappresentate dalla lussazione monolaterale di faccetta, la frattura a cuneo, la
frattura a scoppio del tratto cervicale basso, la frattura di Clay Shoveler. Le lussazioni instabili sono
rappresentate dalla lussazione bilaterale di faccette, dal teardrop, dalla frattura di Hangman e la frattura di
Jefferson.
11. definizione, meccanismo lesivo e stabilità della frattura di Chance
Nella frattura di Chance si separa completamente la metà superiore da quella inferiore di una vertebra del tratto
toracico e si verifica spesso in seguito ad un incidente con mezzo di trasporto. Essa si manifesta in seguito ad
una decelerazione improvvisa, a livello del rachide si manifesta un momento flessorio brusco con epicentro su
una vertebra toracica. In tale frattura vengono coinvolte tutte e tre le colonne secondo la suddivisione di Dennis,
in tal caso si parla di lesione instabile.
12. elencare i nomi delle lesioni scheletriche acute del tratto dorsale
le fratture vertebrali del tratto dorsale possono avere conseguenze molto gravi, come la lesione del midollo
osseo e la paralisi degli arti inferiori. Esse sono la frattura a Cuneo, la frattura di Chanche, trazione o distrazione
e rotazione.

10. spiegare perchè una postura scorretta comporta un aumento della compressione del disco
intravertebrale
Una postura scorretta comporta un aumento della compressione del disco intravertebrale e porta ad una serie
di fenomeni degenerativi come disidratazione del nucleo, sofferenza della porzione elastica dell’anello fibroso
che comportano nel tempo la fuoriuscita di ernie discali e disturbi neurologici gravi. Con una postura scorretta
diventa più complesso e quasi impossibile mantenere le curve fisiologiche della colonna vertebrale e ciò
comporta a lungo andare una graduale e costante perdita dei liquidi.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
11. spiegare il perchè l'impiego dei muscoli estensori del tronco durante il sollevamento di un carico da
terra produce compressione sulle vertebre lombari
I muscoli estensori della colonna hanno un braccio di forza molto piccolo, quindi questi devono produrre uno
sforzo maggiore per poter sollevare un carico. La forza del carico da sollevare si manifesta sulla colonna
vertebrale con una componente compressiva. Essendo i muscoli inseriti sui processi spinosi, parte della
tensione muscolare è trasferita sui dischi intervertebrali come forze compressive che si sommano alla forza
compressiva generata dal carico esterno sulle vertebre lombari.

12. elencare e motivare quali sono gli elementi per un corretto sollevamento di un carico da terra
per poter prevenire qualsiasi rischi nel sollevare un carico da terra possono essere attuate quattro soluzione. La
prima, diminuire il più possibile il braccio della forza del carico da sollevare, avvicinando il carico al fulcro.
La seconda, utilizzare la contrazione degli addominali, perché la pressione elevata è contenitiva per le ernie e
alleggerisce la colonna vertebrale di parte del carico. La terza, mantenere il più possibile le curve fisiologiche
della colonna vertebrale. Infine la quarta, cercare di non estendere il rachide, ossia bisogna cercare di non far
lavorare gli estensori de rachide, sollevando il carico usando gli estensori del ginocchio e i flessori dell’anca.
02. spiegare ciò che porta ad una discopatia
la discopatia porta alla degenerazione del disco, che avviene per normali processi di invecchiamento, oppure
per stress ripetuti per un lungo periodo di tempo a carico del disco che ne alterano il ciclo di idratazione
disidratazione, portando ad una lenta e graduale perdita di liquidi.
14. spiegare l'importanza del ritmo scapolo-omerale nella riabilitazione della spalla
Nella riabilitazione della spalla analizzare il ritmo scapolo-omerale ha una rilevanza fondamentale per poter
valutare l’efficacia del lavoro di recupero, in quanto è in grado di determinare se i muscoli della cuffia dei
rotatori lavorano in modo sincrono per poter dare stabilità dinamica necessaria per il movimento corretto della
spalla.
15. spiegare che cos'è il ritmo scapolo-omerale e quali sono le sue funzioni
Il ritmo scapoloomerale consiste in un susseguirsi di azioni per permettere l’abduzione completa del braccio
sul piano frontale. Il ritmo scapolo-omerale ha tre funzioni principali: innanzitutto aumenta la mobilità della
spalla in abduzione e flessione; poi previene l’impingement tra la testa dell’omero e acromion evitando lo
schiacciamento dei tessuti tendinei e legamentosi sotto-acomiali; infine aumenta la stabilità della spalla.
16. chi sono i motori del ritmo scapolo-omerale?
L’abduzione risulta dipendente da un perfetto sinergismo tra muscolo deltoide e cuffia dei rotatori, il deltoide
innalza l’omero ma ciò porta la grande tuberosità omerale a scontrarsi con l’arco acromiale schiacciando il
legamento coraco-acromiale, la cuffia dei rotatori che permette completare il movimento. Il muscolo sovra
spinato traziona ed ancora la testa omerale nella fosse glenoidea, i muscoli sottospinato, sottoscapolare e
piccolo rotondo fissano la testa e allo stesso tempo la fanno ruotare, permettendo di sfuggire all’impatto con il
legamento coraco-acromiale
17. quali sono i muscoli attuatori del ritmo scapolo-omerale?
Il muscolo sovraspinato, i muscoli sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo.
09. spiegare le cause dell'impingemente funzionale esterno
Esistono due tipi di impigement, uno interno e uno esterno, essi si differenziano in base al fatto se essi si
trovino all’interno o all’esterno la capsula dell’articolazione gleno-omerale. L’impingement esterno consiste
nello schiacciamento del tendine sovraspinoso e della borsa sinoviale tra testa dell’omero e arco acromiale a
causa di un restringimento dell’area sub-acromiale quando la spalla è addotta oltre i 60°

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
15. elencare e descrivere brevemente i meccanismi di lussazione anteriore acuta dell'articolazione gleno-
omerale
Meccanismo di colpo diretto, ossia la caduta sulla spalla latero-posteriormente con braccio addotto, produce
una forza che spinge l’omero in avanti. Meccanismo ABER sulla mano con braccio addotto e extraruotato
spinge la testa omerale. Meccanismo di meta caduta durante una corsa a braccia estese in avanti e spalla in
iperflessione. Meccanismo di Placcaggio, i corpo dell’avversario che si oppone al movimento in avanti del
placcatore, fa leva sul braccio.
16. quali sono le lesioni associate ad una lussazione anteriore di spalla?
le lesioni associale a lussazione anteriore da meccanismo di meta; a lesione associata a caduta con meccanismo
di placcaggio; la lesione associata a lussazione da caduta a bassa intensità; la lesione associata a lussazione
posteriore; la lesione associata a sollevamento di carichi pesanti.
09. in cosa consiste il peel back mechanism?
Il peel back applica un progressivo sovraccarico di forze tensili a livelo della porzione posteriore dell’ancora
bicipitale, determinando una lesione slap tipo II posteriore
10. quali sono i metodi di stabilizzazione di una spalla a seconda degli scenari e alla tipologia di
instabilità?
i metodi di stabilizzazione della spalla sono tre. Il primo instabilità traumatica unidirezionale, che è
conseguente ad una lussazione e necessità di un trattamento chirurgico per ridare stabilità all’articolazione. Il
secondo, instabilità minore, a sua volta distinta in instabilità microtraumatica acquisita causata da microtraumi
ripetuti e accumulati nel tempo e instabilità minore, che deriva da periodi di lunga immobilizzazione. La terza
è l’instabilità atraumatica multidirezionale che non è conseuente a nessun trauma acuto ma è causata da lassità
legamentosa.
08. relativamente ai fattori che determinano la stabilità dell'anca, cosa è importante considerare quando
si impianta una protesi d'anca?
La stabilità dell’anca protesizzata è basata sul corretto rapporto tra le componenti e sul mantenimento
dell’equilibrio muscolo-legamentoso, è fondamentale per la funzione articolare e per il successo a lungo
termine dell’impianto in termini di integrazione e di rimodellamento osseo.

09. quali sono i fattori legati alla geometria del femore prossimale responsabili della stabilità dell'anca
e come si ripercuote la loro altrerazione su di questa?
La geometria del collo del femore è importante per la stabilità dell’anca in quanto la sua variazione va a
modificare le linee di forza che agiscono su questa struttura. I fattori legati alla geometria del femore prossimale
sono due, sul piano trasversale è possibile osservare l’angolo di antroversione del collo del femore e sul piano
frontale l’angolo di inclinazione.

09. cos'è la sindrome retto-adduttoria, quali tipologie di atleti interessa e quali sono le cause di
insorgenza?
È una lesione muscolo-tendinea da sovraccarico cronico o da un evento traumatico, che presenta dolore nella
regione pubica provocata da una tendinopatia inserzionale dei muscoli adduttori dell’anca che si inseriscono
sull’osso pubico. Gli atleti maggiormente esposti sono i calciatori, gli atleti che svolgono sport su ghiaccio, ad
esempio hockey e pattinaggio

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
10. cos'è l'osteite pubica, quali tipologie di atleti interessa e quali sono le cause di insorgenza?
È una patologia infiammatoria da sovraccarico della sinfisi pubica ed è una delle tre possibili cause della
pubalgia. I fattori scatenanti possono essere estrinsechi, ad esempio le calzature, fattori tecnici,
sovrallenamento, errata esecuzione del gesto tecnico; ed intrinsechi, ad esempio errato appoggio del piede,
iperlordosi lombare, squilibrio muscolare. Gli atleti maggiormente esposti sono i calciatori, pattinatori a rotelle
che praticano corse su lunghe distanze.
11. quali elementi deve contenere un programma di allenamento mirato alla prevenzione della pubalgia?
Può essere predisposto un programma di ginnastica posturale, l’uso di suolette o ricorrere all’osteopatia. Inoltre
può essere impostato un allenamento partendo dalla valutazione di eventuali dismetrie degli arti, paramorfismi
della colonna vertebrale o alterazioni dell’appoggio del piede a terra, mirando a ristabilire la stabilità del
cingolo pelvico
12. quali elementi deve contenere una valutazione del soggetto ai fini della verifica del rischio di
pubalgia?
Per valutare tale patologia vanno valutati i fattori estrinsechi e i fattori intrinsechi. All’origine di questa
patologia si riscontrano tre cause, osteite pubica, ernia da sport e sindrome retto-adduttoria. La diagnosi è quasi
sempre di tipo clinico e si possono effettuare anche dei test diagnostici come radiografie, ecografie, risonanze
magnetiche con mezzo di contrasto
definizione anca a scatto, tipologie e cause
L'anca a scatto è la particolare condizione in presenza della quale l'anca, al momento del movimento, compie
una sorta di scatto rumoroso.Nella maggior parte dei casi, l'anca a scatto è la conseguenza di un'eccessiva
tensione dei muscoli che contribuiscono alla mobilità della stessa articolazione dell'anca; più raramente, è il
risultato di una lesione intra-articolare di natura traumatica.
23. cos'è lo screw home mechanism e quali sono i fattori che lo determinano
È un’involontaria rotazione interna che avviene durante gli ultimi 30° di estensione del ginocchio e nei primi
30° di flessione del femore sul piatto tibiale. Questa rotazione è dettata da tre fattori, la forma del condilo
femorale mediale che guida il femore in rotazione interna; la tensione passiva del legamento crociato anteriore
e la direzione della trazione del quadricipite.

24. in che modo un corciato anteriore lesionato può mettere a rischio l'integrità dei menischi?
la lesione del legamento crociato anteriore può avvenire quando il ginocchio viene sottoposto ad una rotazione
forzata o violenta iperestensione, ciò può provocare delle lesioni combinate, che a loro volta vengono definite
triadi infelici. Se un crociato anteriore si rompe esso non guarisce da se ma bisogna ricostruirlo con tendini
prelevati da muscoli.m se essa non viene eseguita in modo corretto non si manifesta un meccanismo di stabilità
è questo porta a non salvaguardare l’integrità dei menischi
25. dopo ricostruzione del crociato anteriore, perchè e in che modo bisogna potenziare il quadricipite?
Bisogna potenziare il quadricipite perché dopo il periodo di immobilizzazione il esso ha perso tono muscolare.
Gli esercizi utili sono a catena cinetica chiusa e risultano validi e sicuri perché causano una minima trazione
anteriore della tibia, si sconsigliano squat fino ad un massimo di flessione di 45°.
26. dopo ricostruzione del crociato anteriore, perchè e in che modo bisogna potenziare gli ischiocrurali?

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
Gli esercizio di potenziamento devono andare a sollecitare i muscoli gastocnemio e posteriori della coscia.
Bisogna potenziare gli ischiocrurali perché coadiuvano il crociato essendo anche essi resistori alla traslazione
anteriore della tibia.
28. descrivere la meccanica di estensione del ginocchio in catena cinetica chiusa
l’estensione del ginocchio in catena cinetica chiusa avviene grazie all’iniziale rotolamento puro nei primi 25°
di movimento. In tale fase i condili femorali ruotano anteriormente e scivolano posteriormente sul piatto tibiale.
29. descrivere la meccanica di flessione del ginocchio in catena cinetica chiusa
In catena cinetica chiusa la flessione del ginocchio avviene con tibia fissa. La flesso-estensione è determinata
da una combinazione di un movimento di rotolamento e scivolamento dei condili femorali sul piatto tibiale.
30. Quali strutture tendinee hanno estensioni ai menischi del ginocchio, qual è il loro ruolo sui menischi
e come agiscono su di essi durante la flesso-estensione del ginocchio.
I menischi sono fissati sul piano tibiale con i loro corni anteriori e posteriori mediante i legamenti menisco-
tibiali. Tali legamento sono poco tesi per consentire ai menischi di muoversi per seguire i condili femorali
durante la flesso estensione. I due corni anteriori dei due menischi sono tenuti insieme dal legamento trasverso.
Inoltre ai menischi arrivano anche estensioni tendinee del tendine rotuleo in posizione anteriore. Grazie alle
estensioni tendinee i muscoli stabilizzano in maniera attiva la posizione dei menischi durante il movimento di
flesso estensione del ginocchio.
09. perchè la banda ileotibiale è sia flessore che estensore del ginocchio?
La banda ileotibiale è sia flessore che estensore in quanto a ginocchio esteso si comporta come un estensore,
ossia raddrizza il ginocchio, invece nel movimento di flessione scivola entrando in frizione con il condilo
femorare.
06. qual'è la differenza tra una frattura di Colles e quella di Smith?

Frattura di Colles: il polso si frattura quando le persone cadono su una mano aperta piegando il polso
all’indietro. L’osso più grande dell’avambraccio (radio) si frattura in prossimità del polso e l’estremità
fratturata del radio si sposta verso l’alto, verso il dorso della mano.
Frattura di Smith: il polso si frattura quando le persone cadono con la mano piegata in avanti. L’estremità
fratturata del radio si sposta verso il basso, verso il palmo della mano.

07. quali sono le principali sindromi da sovraccarico a carico di polso e mano?


Sindrome del tunnel carpale, ossia lesione del nervo mediano; paralisi del ciclista o sindrome di Guyon, ossia
lesione al nervo ulnare al canale di Guyon; paralisi dei bowler, ossia lesione dei rami digitali del nervo ulnare;
morbo di Quervain, Impingment dorsale del polso.
12. a quali movimenti del piede resistono i legamenti del compartimento mediale e laterale della caviglia?
Per quanto concerne il compartimento laterale i tendini de peroniero lungo e breve con la loro tensione
resistono all’inversione della caviglia, anche i reticoli hanno un ruolo di stabilità e il retinacolo superiore dei
peronieri può rompersi in distorsioni in inversione, mentre il reticolo inferiore degli estensori contribuiscono
alla stabilità dell’articolazione sub talare e resiste all’inversione del calcagno. Per quanto concerne il
compartimento mediale, con la loro tensione i tendini dei muscoli tibiali posteriori, flessore lungo delle dita e
flessore lungo dell’alluce, danno contributo nel resistere all’eversione della caviglia.
13. elencare tutte le strutture passive e attive che resistono alla eversione del piede

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)
E strutture passive sono i tendini della caviglia del compartimento mediale e le strutture legamentose del
compartimento mediale. Il legamento interosseo invece si presenta con una parte delle fibre tese durante
l’inversione e altre tese all’eversione, quindi resiste sia ad eversione che inversione del calcagno. Le strutture
attive sono rappresentate dai muscoli
14. quali sono i fattori instriseci ed estrineci nella prevenzione delle distorsioni di caviglia?
I traumi alla caviglia possono avere dei fattori contribuenti intrinseci ed estrinseci, tra i primi lassità
legamentosa congenita, squilibri posturali, dismetrie, ipotono muscolare. Tra i fattori estrinsechi troviamo
invece le caratteristiche ambientali e le condizioni del terreno su cui si pratica l’attività sportiva.
15. elencare tipi di meccanismi lesivi distorsivi della caviglia e el relative principali strutture legamentose
che si lesionano
Il meccanismo traumatico più comune che porta lesione acute alla caviglia è il trauma distorsivo, esso può
avvenire in supinazione del piede, in inversione di esso, in eversione del piede o in torsione della gamba con
il piede fisso al suolo. Al trauma distorsivo possono affiancarsi le lesioni acute di diversi tessuti, ad esempio
lesioni ossee, lesioni osteocondriali dell’astragalo, lesione legamentose e tendinee.
16. quale'è il ruolo della propriocezione nella stabilità della caviglia?
Gli esercizi propriocettivi hanno due scopi fondamentali. Il primo è allenare le azioni anticipatorie quando si
capisce che sta sopraggiungendo instabilità; la seconda allenare le azioni riparatorie quando si è perso
l’equilibrio e si attuano movimenti compensatori per recuperare la situazione.
17. che ruolo hanno i muscoli peronieri nella stabilità della caviglia?
Sono stabilizzatori attivi della caviglia nel compartimento laterale, in particolare i tendini del peroniero lungo
e breve con la loro torsione resistono all’inversione della caviglia.
18. spiegare il perchè in un trauma distorsivo di caviglia in inversione l'articolazione subtalare è meno
soggetta della tibiotarsica a lesionarsi
In un trauma distorsivo della caviglia in inversione del piede si lesionano prima i legamenti che controllano
l’inversione dell’articolazione tibiotarsica perché l’articolazione subtalare l’inversione fisiologica ce l’ha
quindi può in parte assecondare il meccanismo traumatico.

19. quanti tipi di instabilità di caviglia ci sono e quali sono le relative peculiarità
L’instabilità della caviglia è una condizione in cui il paziente avverte costanti cedimenti della caviglia, in
particolar modo quando cammina o corre su terreni irregolari. In particolare le instabilità della caviglia possono
essere divisi in due gruppi, meccanica e funzionale. L’instabilità meccanica è causata dalla rottura dei
legamenti esterni della caviglia, mentre l’instabilità funzionale è causata da alterazioni della propriocezione o
del controllo neuromuscolare a livello dell’articolazione.
20. perchè la morsa crurale ha bisogno di legamenti che la stabilizzano?
La morsa crurale è una articolazione costituita da malleolo laterale e mediale. Questa articolazione è modellata
come una cerniera ad un grado di libertà che permette movimenti sul piano laterale di flesso-estensione della
caviglia o flesso dorsale e flesso plantare del piede, dunque una lesione di questi legamenti porterebbe uno
slargamento della pinza tibio-peroneale con conseguenti instabilità dell’articolazione tibio-astragalica in tutti
i suoi movimenti.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: lisa-signoretta (lisa.signoretta@gmail.com)

Potrebbero piacerti anche