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CH-8903 Birmensdorf
Editore:
Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio. Birmensdorf. 1991
Responsabile dell'edizione:
Prof. Rodolphe Schlaepfer, Direttore dell'Istituto federale
di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, FNP
(già: Istituto Federale di Ricerche Forestali, IFRF).
Redazione:
Dott. Ruth Landolt
Traduzione italiana:
Doti. Mario Pividori
Editore commissionato:
F. Fluck-Wirth, Internal. Buchhandlung fur Botanik
und Naturwissenschaften, CH-9053 Teufen
Il lavoro vuole dare un contributo di co- Die Arbeit gibt Anregungen fOr die prakti-
noscenze pratiche alle opere di rimbo- schen Aufforstungsarbeiten unter den
schimento nelle difficili condizioni di erschwerten Bedingungen im Gebirge.
montagna. Sono trattati il rilevamento Behandelt werden die Beurteilung der
delle condizioni stazionali, i pericoli che in Standortsverhaltnisse, die spezifischen
differenti condizioni microstazionali in- Gefahrdungen der einzelnen Baumarten
combono su singole specie arboree, la an den verschiedenen Kleinstandorten,
vivaistica specificatamente indirizzata agli angepaBte Methoden der Pflanzennach-
interventi in montagna, le tecniche di zucht, die spezielle Pflanztechnik (Ver-
piantagione (impiego di piante in conteni- wendung van Topfpflanzen), die stand-
tori), la distribuzione dei soggetti sul ter- ortsgema.Be Anordnung der Pflanzung
reno (sesto d'impianto), le misure tecni- in rottenartigem Verband, technische
che di protezione contro i movimenti della SchutzmaBnahmen gegen Schneebe-
neve, la cura dei novellati e delle spessi- wegungen, Jungwuchs- und Dickungs-
ne e la documentazione relativa ai lavori pflege und die Dokumentation der aus-
eseguiti. gefOhrten Arbeiten.
Les conseils livrés dans ce travail portent This article provides practical tips on
sur la pratique des afforestations en mon- afforestation under the difficult conditions
tagne, dans des conditions difficiles. Plus in mountainous regions. lt discusses the
précisément, sonttraités ici l'appréciation assessment of site conditions, specific
des conditions de station, les dangers threats to various tree species under
spécifiques encourus par les essences particular micro-site conditions, appro-
en fonction des différentes micro-stations, priate methods of cultivation, a special
les méthodes appropriées de culture en planting technique (using potted plants),
pépinière, les techniques de plantation the cluster arrangement of the plants
(emploi de plants en pots), la plantation according to site, mechanical protection
par collectifs en fonction de la station, les against snow movement, tendi ng of you ng
moyens techniques de protection contre growth and thickets, and the documen-
la neige, les soins au recrO et au fourré et tation of the work conducted.
la documentation des travaux réalisés.
Keywords:
Mots-clefs: High altitude afforestation, avalanche
Afforestation en altitude, ouvrages para- defence, snow slip, tending of young
valanches, glissement de la neige, soins growth, cluster planting, propagation,
aux recrOs, collectif, production de plants, mountain forest.
foret de montagne.
3
Sommario
Abstract 3
1 Introduzione 9
2 Analisi stazionale 10
2.1 Descrizione generale della stazione 10
2.2 Selezione delle microstazioni 11
2.2.1 Microstazioni non idonee al rimboschimento 11
2.2.2 Microstazioni favorevoli al rimboschimento 14
2.2.3 Microstazioni da rimboschire in tempi successivi 14
2.2.4 Microstazioni rimboschibili solo con misure ausiliarie 15
2.3 Individuazione delle aree d'impianto per piccoli gruppi e per singole piante 15
5 La tecnica d'impianto 33
5.1 Semina diretta 33
5.2 Piantagione 33
5.2.1 Lavorazioni preliminari sulla superficie d'impianto e preparazione della buca 33
5.2.2 Trasporto alla zona di rimboschimento 33
5.2.3 Tecnica d'impianto con postime a radice nuda 34
5.2.4 Tecnica d'impianto con postime in pane di terra 34
5
6 Scelta del tipo di impianto in funzione della stazione da rimboschire 35
6.1 Basi per un rimboschimento a piccoli gruppi 35
6.1.1 Sulla utilizzazione delle microstazioni favorevoli all'attecchimento
e all'accrescimento in aree a morfologia articolata del territorio 35
6.1.2 Come ottenere una differenziazione in aree a morfologia del terreno
poco articolata 36
6.1.3 Come evitare soprassuoli adulti uniformi e instabili in zone a morfologia
del territorio poco articolata 37
6.2 Esecuzione del rimboschimento a piccoli gruppi 37
6.3 Mescolanza delle specie 42
6.4 Successione nel tempo degli impianti 42
9 Documentazione 52
9.1 Necessità di disporre di una buona documentazione 52
9.2 Elenco dei documenti preliminari e di aggiornamento 52
10 Riassunto
Ecologia e tecnica dei rimboschimenti in montagna - proposte per la
pratica 55
Zusammenfassung
Okologie und Technik der Aufforstung im Gebirge -
Anregungen fur die Praxis 55
Résumé
Ecologie et technique des afforestations en montagne -
Suggestions à l'usage des praticiens 56
Summary
Ecology and Techniques of Afforestation in Mountainous Regions -
Practical Tips 56
11 Bibliografia 57
6
Indice delle illustrazioni e delle tabelle
Illustrazioni
7
38 Deformazione della radice causata dalla parete del vaso 32
39 Aiuto alla germinazione nella semina diretta 33
40 Trasporto di piantine in pane di terra collocate in un
contenitore accatastabile 34
41 Pino cembro appena messo a dimora (pane di terra) 34
42 Piccolo gruppo naturale di abete rosso 35
43 Effetti della distribuzione a piccoli gruppi su un'area a morfologia articolata 36
44 Effetti della distribuzione a piccoli gruppi su un'area a morfologia uniforme 37
45 Rimboschimento a piccoli gruppi 38
46 Rimboschimento tradizionale a file regolari 38
47 Effetti della struttura a piccoli gruppi in confronto alla struttura uniforme
in popolamenti adulti 38
48 Rimboschimento instabile 39
49 Chioma estesa fino a terra (struttura a piccoli gruppi) 39
50 Esempio di un rimboschimento a piccoli gruppi e sua evoluzione 40
51 Microcollettivi di abete rosso dopo l'impianto 39
52 Schema di una piantagione a piccoli gruppi nello stadio di spessina 41
53 Marcatura del rimboschimento prima della messa a dimora delle piantine 40
54 Rastrelliera di legno «tipo SLF» 43
55 Rastrelliera «tipo SLF» 44
56 Palificazione 45
57 Gradonamento 45
58 Costruzione manuale dei gradoni 46
59 Traverse in legno 46
60 Cavalletti treppiedi 47
61 Carta degli interventi tecnici 48
62 Piccolo gruppo di larici troppo fitto 50
63 Strutturazione a piccoli gruppi durante gli sfolli 51
64 Carta del rimboschimento con le particelle delimitate 52
65 Esempio di un protocollo di rimboschimento 53
66 Estratto del registro di rimboschimento 54
Tabelle
Il termine tedesco «Rotten» è stato tradotto con l'espressione «piccoli gruppi». Con
questo termine si intendono piccoli collettivi di piante, fitti, riuniti sia per rinnovazione
agamica, che per ragioni microstazionali.
8
1 Introduzione
Werner Frey e Walter Schonenberger
La presente pubblicazione vorrebbe dare sul modo di limitare gli effetti da loro CH-7280 Davos - Weissfluhjoch (SNV),
una panoramica, in forma facilmente provocati. La conoscenza delle condizio- che sono stati riuniti sulla rivista Schwei-
comprensibile, delle possibilità e dei limiti ni stazionali e della loro possibile esposi- zerischen Zeitschrift fur Forstwesen 139,
del rimboschimento in stazioni difficili di zione a pericoli sono l'indispensabile 9, 1988 sotto il titolo: «Untersuchungen
alta quota. Ogni forestale che ha realiz- premessa per l'adozione delle misure zur Oekologie und Technik der Hochla-
zato dei rimboschimenti in alta montagna tecniche più appropriate. Per tale motivo genaufforstung - Forschungsergebnisse
sa quanto essi siano onerosi e quanti questi temi vengono trattati qui, nei primi aus dem Lawinenanrissgebiet Stillberg»
rischi siano a loro connessi. E' però molto capitoli. (ScHONENBERGER e FREY, 1988).
difficile interpretare i successi o gli insuc- Il capitolo 4 riguarda gli aspetti Ulteriori suggerimenti provengono
cessi , in quanto le cause da cui essi specifici dell'allevamento in vivaio del da pubblicazioni sui rimboschimenti rea-
derivano possono essere di varia natura materiale adatto ai rimboschimenti ad lizzati ad alta quota in altri stati alpini
e spesso difficilmente individuabili. Inol- alta quota. Le difficili condizioni ambien- confinanti (vedi FBM, 1961 e 1963); citia-
tre, i rimboschimenti ad alta quota si tali giustificano cure particolari e un im- mo perciò solo una selezione di questi
sviluppano molto lentamente, per cui il pegno aggiuntivo. In queste situazioni lavori, alcuni facilmente reperibili dai
successo finale è difficilmente valutabile diventa di fondamentale importanza l'uti- tecnici svizzeri e altri consigliati come
nello spazio di tempo della carriera di un lizzo di postime allevato nel pane di terra. testi di consultazione (es. MAYER, 1976;
forestale e, non di rado, da rimboschi- Il capitolo 5 è dedicato alle tecniche HARTMANN et al., 1988).
menti «riusciti» derivano soprassuoli ma- di messa a dimora delle piantine nei rim- In occasione dei parecchi corsi
turi labili e pertanto problematici. boschimenti ad alta quota. Vengono va- tenuti negli anni passati in collaborazione
In linea di principio vogliamo espor- lutate le tecniche di semina diretta e dei con Nicolin Bischoff e la Scuola Forestale
re le relazioni ecologiche esistenti tra diversi tipi di impianto (in particolare il di Maienfeld, le nostre conoscenze e le
stazione e rimboschimento, le esigenze rimboschimento a buche) con piante sia nostre indicazioni sono state discusse in
ed i pericoli per gli alberi. Queste cono- a radice nuda che in pane di terra. modo critico con forestali di grande espe-
scenze sono utili per prevenire errori Il capitolo 6 dà dei suggerimenti per rienza provenienti da zone montane, in
grossolani e permettono di adottare le sfruttare in modo ottimale le condizioni modo da incrementare ulteriormente il
tecniche più appropriate al rimboschi- stazionali adottando una disposizione nostro bagaglio culturale in materia. Noi
mento, tecniche che verranno ampia- calibrata in collettivi (piccoli gruppi) speriamo vivamente che questa collabo-
mente dettagliate in seguito. Questa nell'impianto, in modo da ridurre i pericoli razione prosegua anche in futuro e siamo
pubblicazione è rivolta principalmente agli maggiori nella fase giovanile e massimiz- quindi a disposizione per discutere diret-
Ingegneri Forestali di Circondario ed ai zare la stabilità del popolamento nella tamente con il personale forestale le
Forestali di Sezione o di Circolo. Non si fase di maturità. indicazioni date in questa pubblicazione,
tratta di un testo accademico, ma solo di Il capitolo 7 descrive gli interventi anche nell'ambito di corsi regionali.
una guida pratica al rimboschimento in tecnici atti a realizzare una efficace prote-
alta montagna. zione nei confronti delle valanghe e dei
11 capitolo 2 tratta dell'analisi stazio- movimenti del manto nevoso: protezioni
nale. Esso descrive quali criteri si devono temporanee, infissione di pali (palifica-
adottare nella scelta della stazione al fine zione), gradonamenti, traverse e caval-
della realizzazione del rimboschimento, letti.
come organizzare la cartografia e come Nel capitolo 8 vengono prese in
demarcare sul territorio gli interventi da considerazione le cure colturali al rimbo-
effettuare. schimento d'alta quota durante le fasi di
Nel capitolo 3 vengono presentati, novellato e di spessina.
anche per mezzo di illustrazioni, i princi- Il capitolo 9 si occupa della metodo-
pali danneggiamenti e le principali malat- logia di redazione di una esauriente
tie cui sono soggetti i rimboschimenti di documentazione dei lavori eseguiti.
alta montagna: malattie fungine, attacchi Le proposte e le raccomandazioni
di insetti, brucamenti e danni da selvaggi- riportate nel testo sono ampiamente giu-
na, danni di origine climatica e meccani- stificate. Gran parte delle conoscenze si
ca, concorrenza della vegetazione. Ven- basano su lavori di ricerca nel quadro del
gono chiariti i sintomi, l'importanza, la programma montano, eseguiti nell'arco
diffusione e le relazioni con le caratteristi- di un trentennio dall'Istituto Federale di
che stazionali. Le indicazioni non riguar- Ricerche Forestali - CH-8903 Birmens-
dano solo i mezzi e le vie per combattere dorf (IFRF)-e dall'Istituto Federale per lo
i parassiti, ma danno anche informazioni studio della Neve e delle Valanghe -
9
2 Analisi stazionale
Walter Schonenberger e Werner Frey
□
Zone iniziali
8 Aree situate su rilievi del territorio, da rimboschire immediatamente, senza ulteriori
Durante la fase di «progetto prelimina- fasi preparatorie.
re», tenendo conto dei vari vincoli di pro-
tezione idrogeologica, economici ed in Fig. 1. Esempio di carta della stazione, con riportato il piano del rimboschimento. L'area
particolar modo dei principi di protezione di progetto è di 2,25 ha. L'estratto utilizzato corrisponde a quello della carta degli
dell'ambiente naturale {BFL 1987: Natur- interventi tecnici {fig. 61 ).
10
und Heimatschutz beim forstlichem Pro-
jektwesen), si decide riguardo alle moda-
lità, i luoghi ed alla portata degli interventi
da effettuare. Nel progetto preliminare si
devono già chiarire quali sono le condi-
zioni di base di tutto il progetto che non
possono essere modificate dagli inter-
venti: geologia, caratteristiche pedologi-
che, quota, precipitazioni, condizioni
regionali di innevamento, vegetazione e
specie forestali presenti, carico di selvag-
gina, influenze del pascolo, posizione del
limite superiore del bosco, ecc.
11
-
copertura nevosa, nella fase in cui si è megaforbie, le erbe di palude, i cariceti. In e causa una carenza nutrizionale alla
sciolto circa 1/3 -1/4 del manto nevoso, queste aree le giovani piantine sono pianta. L'accrescimento è molto ridotto
permette di individuare nelle aree sco- particolarmente soggette a malattie fun- per cui i piccoli alberi per decenni non
perte superfici relativamente favorevoli al gine. Viceversa la concorrenza della riescono a fuoriuscire dallo strato occu-
rimboschimento. Viceversa, l'ultimo vegetazione è più difficile da giudicare pato dalla coltre nevosa (fig. 5).
quarto - terzo di superficie coperto da nei terreni pascolati. Si raccomanda anche prudenza nei
neve deve essere giudicato problematico Spessi strati di humus grezzo sono dossi fortemente esposti ai venti dove
per il rimboschimento. Va però inteso che indicatori di mancanza di calore. L'am- siccità e aridità fisiologica da gelo posso-
la situazione deve essere osservata per biente in cui si sviluppano le radici è di no mettere in pericolo la sopravvivenza
alcuni anni e nell'analisi devono essere norma troppo freddo per la rinnovazione delle piantine.
incluse anche le zone valanghive. Le
porzioni di territorio che fino alla seconda
metà di maggio sono ancora regolarmen-
te coperte di neve devono essere consi- Microstazioni non adatte al rimboschimento
derate come problematiche.
Le aree soggette a movimenti del Tipologia Avversità
manto nevoso ed i canaloni da valanga
Zone con innevamento abbondante Malattie fungine,
sono, tenendo conto delle aree sovra-
e prolungato periodo vegetativo abbreviato
stanti, da escludere dalle operazioni di
impianto, a meno che i movimenti della
Zone poco innevate e a scioglimento Gelate, aridità fisiologica da
neve vengano limitati da opere di
precoce del manto nevoso gelo, brucamento
protezione. Anche se l'attecchimento è
soddisfacente, in tutte queste zone le
Zone soggette a scivolamento del Sciabolatura, schianti, sradi-
piante sono esposte a seri rischi sia a manto nevoso (scivolamento, valanghe) camento, sramatura
medio che a lungo termine. Gli alberi
vengono facilmente sradicati, i fusti Vegetazione troppo densa Concorrenza, mancanza di luce
contorti, stroncati o spaccati (fig. 4).
La vegetazione è un buon strumen- Accumulo di humus grezzo Carenza di calore, ossigeno,
to per la valutazione della stazione. An- sostanze nutritive
che senza approfondite conoscenze
botaniche delle specie si possono trarre Zone esposte al vento Aridità fisiologica da gelo,
preziose indicazioni dalle associazioni brucamento
vegetali presenti. Dove la vegetazione è
molto alta e fitta (megaforbie, praterie a Zone fredde, in ombra Carenza di calore,
Calamagrostis), essa è una forte concor- accrescimenti rallentati
rente nei confronti della rinnovazione per
quanto riguarda luce, calore, sostanze Zone con ristagno idrico Malattie fungine
nutritive e disponibilità idrica per cui può
impedire l'affermazione delle piantine. E' Zone generalmente problematiche: impluvi, depressioni, avvallamenti, forre,
facile individuare specie indicatrici di fre- conche, pianori e versanti in ombra.
schezza o di umidità come ad esempio le
12
Fig. 4. In zone soggette a scivolamento della neve o distacco di valanghe le giovani
piante possono essere estirpate, spaccate, schiantate o deformate. In questi casi il
rimboschimento è possibile solo con l'adozione di misure protettive.
Fig. 5. A causa della mancanza di calore sul versante esposto a nord, questo larice di
14 anni non cresce praticamente più. L'accumulo di humus grezzo indica una stazione
fredda, nella quale è prevedibile una carenza nutrizionale e funzioni vitali delle piantine
rallentate. Confrontare con la fig. 7.
13
In generale si può dire che, ad alta
quota, impluvi, forre, depressioni e piano-
ri sono più sfavorevoli al rimboschimento
in confronto ai rilievi loro adiacenti.
Fig. 6. La rinnovazione naturale a causa delle condizioni estreme imposte dalle quote
elevate può affermarsi solo sporadicamente e nelle stazioni migliori, di norma i rilievi
del terreno.
14
senti l'opportunità di ampliare qua e là logie caratteristiche e gli effetti degli tuarsi non aumenta sensibilmente: è tut-
i rimboschimenti effettuati sui «punti interventi tecnici di protezione vengono tavia necessario un maggior impegno
appoggio». Eventualmente, può anche annotati nella «carta degli interventi tec- nella direzione lavori da parte del tecnico
risultare opportuno effettuare i rimbo- nici» (fig. 61). Ulteriori informazioni su forestale. In primo luogo è di fondamen-
schimenti dopo aver realizzato degli questo argomento sono riportate nel tale importanza una buona preparazione
interventi preliminari di miglioramento cap. 7. ed una grande motivazione della mano-
(cap. 6.3). dopera che esegue i lavori (vedi cap.
6.2). La meticolosità del lavoro viene ri-
pagata da un maggiore successo del
2.2.4 Microstazioni rimboschibili 2.3 Individuazione delle aree di rimboschimento.
solo con misure ausiliarie Impianto per plccoll gruppi Un territorio con una superficie
e per singole piante morfologicamente ben strutturata, in
Nel caso in cui un rimboschimento serva confronto ad una superficie monotona,
da protezione per oggetti, si accetta anche Le condizioni ambientali del piano subal- offre già dall'inizio migliori opportunità nei
un maggior costo dovuto ai lavori di pre- pino possono essere estremamente va- confronti della rinnovazione naturale e
parazione per il miglioramento delle riabili anche nell'ambito di superfici molto del rimboschimento. La irregolarità della
condizioni stazionali a favore del novella- piccole, per cui non è possibile riportare struttura deve essere individuata, sfruttata
me. Per impedire lo scivolamento del in cartografia con sufficiente dettaglio e addirittura migliorata con interventi tec-
manto nevoso ed evitare dunque danni queste differenziazioni. Conviene quindi nici selvicolturali e di rimboschimento.
meccanici causati dai movimenti della effettuare sul campo una ulteriore sele- Per questa ragione i rimboschimenti non
neve si possono costruire gradonamenti, zione nelle microstazioni dichiarate rim- dovrebbero mai coprire grosse superfici.
palificazioni, cavalletti ed altre protezioni boschibili. Sia per gli impianti a gruppi
paravalanghe temporanee (cap. 7). Il che, addirittura, per l'impianto di singoli
gradonamento, con un profondo rime- alberi, la scelta dei luoghi favorevoli deve
scolamento del terreno, può essere utile essere effettuata, in modo accurato, di-
al fine di migliorare le condizioni stazionali. rettamente sul terreno. Per queste ulte-
Anche in pendii esposti a nord esso può riori selezioni delle microstazioni valgono
essere favorevole, in quanto varia l'ango- i criteri sopra descritti, ma con maggiore
lo di incidenza dei raggi solari che in dettaglio in quanto vengono presi in
tal modo riscaldano maggiormente la considerazione le ceppaie, i massi, i
parte orizzontale del gradone. Le tipo- gradoni, ecc. La mole di lavoro da effet-
15
3 Danni e malattie ricorrenti nei rimboschimenti d'alta quota
Walter Schonenberger e Werner Frey
Un'analisi attendibile della stazione pre- La seguente descrizione delle 3.1 Malattie fungine
suppone che si conoscano i pericoli che principali awersità ricorrenti nei rimbo-
le singole specie corrono nei confronti schimento di alta montagna si basa 3.1.1 Herpotrichia sp.
delle awersità e la loro dipendenza dalle principalmente sulle esperienze derivate (muffa nera della neve, mal nero
caratteristiche microstazionali. Buone dalle ricerche effettuate a Stillberg della tela)
conoscenze in questo campo permetto- (ScHéiNENBERGER e FREY, 1988). E' per-
no di evitare molte malattie e danni, inve- altro necessario ricordare che le indica- Sintomatologia:
ce di dover poi in seguito ricorrere alla zioni qui riportate, quando ciò era possi- gli aghi, i rami, oppure l'intera piantina
lotta contro i parassiti. Un ruolo importan- bile, sono state generalizzate. vengono ricoperti da un feltro di micelio di
te è anche giocato dalla tempestività con colore marrone-nero, per cui gli aghi sono
cui vengono realizzati gli interventi di riuniti a fasci e appaiono incollati. Nel
difesa. secondo anno dello sviluppo della malat-
tia si formano i corpi fruttiferi, piccoli,
sferici, scuri (fig. 8, 9).
16
Per evitare la diffusione dei focolai
di infezione sarebbe opportuno, dopo lo
scioglimento della neve, potare i rami
attaccati e bruciarli. L'efficienza di questo
metodo non è peraltro ancora stata ac-
certata.
Prevenzione:
le fallanze causate dall'Herpotrichia pos-
sono essere ridotte drasticamente evi-
tando di rimboschire aree a forte inneva-
mento oppure vallette nivali, privilegian-
do invece siti emergenti (intorno a ceppi,
sassi, sporgenze, costoni, ecc.) ed effet-
tuando il rimboschimento come descritto
nel cap. 6. In questo modo le asperità
della superficie vengono ulteriormente
evidenziate con il rimboschimento. La
neve viene depositata più copiosamente
sul terreno lasciato libero ed i gruppi di
piante si liberano precocemente dal manto
nevoso. Eliminando le giovani piante
presenti nelle zone di massima infesta-
zione si riduce ulteriormente il pericolo di
contagio nel resto dell'area.
Le protezioni paravalanghe in zone
fortemente innevate provocano la riten-
zione della neve; il pericolo di un forte
a c attacco epidemico può essere tanto ele-
vato da indurre alla sola costruzione di
opere paravalanghe permanenti, rinun-
ciando al rimboschimento. Le possibilità
Fig. 9. Herpotrichia: a) ramo di pino mugo attaccato dal fungo; b) aghi di abete rosso di un risanamento biologico vengono
awolti dal micelio; c) corpi fruttiferi. Da BuTIN, 1983, per gentile concessione della spesso soprawalutate. Infatti, non sono
Thieme-Verlag. evitabili anche le conseguenze dovute ad
anomalie meteorologiche come inverni
miti con molta neve oppure ritardi nello
scioglimento delle nevi, a seguito dei
Importanza: re le malattie fungine, i Servizi Forestali quali vengono colpite anche stazioni re-
il fungo può attaccare solo piantine o parti dovrebbero rinunciare a trattamenti lativamente favorevoli (questo vale an-
di albero che restino coperte dalla neve chimici su ampie zone e ricercare mezzi
che per le altre muffe della neve).
fino a primavera inoltrata. Spesso le pian- e metodi di prevenzione alternativi.
tine muoiono. Pur manifestandosi anche
sulla rinnovazione naturale, è particolar-
mente pericoloso nei rimboschimenti dove
attacca gruppi di alberi (diffusione a
macchia). Le malattie fungine più frequenti nei rimboschimenti d'alta quota
Lotta:
L'Herpotrichia può essere combattuto con Agente patogeno Ospite Caratteristiche e diffusione
fungicidi altamente concentrati (BAZZIGHER,
1966). Il trattamento deve essere protratto Herpotrichia sp. a. rosso Zone umide a copertura nevosa
perunaduratadadue e sino a tre decenni, p. montano depressioni nivali, necessita
con frequenza annuale, meramente a di innevamento prolungato
fine preventivo e non dopo una massiccia
infezione. Non esistono o quasi verifiche Phacidium infestans p. cembro Zone a forte copertura nevosa
nel lungo periodo sulla vera efficacia in necessita di innevamento pro-
condizioni reali di questo metodo di lotta. lungato. Aggredisce in breve
D'altra parte, nei versanti ad elevata tempo l'intera piantina anche
pendenza, dove il fungo è maggiormente se di buona vitalità
pericoloso, poiché i piccoli alberi sono
spesso anche danneggiati dal movimento Ascocalyx abietina p. cembro Si sviluppa lentamente in
del manto nevoso, non ha senso trattare p. montano stazioni inadatte e su
chimicamente per decenni. Inoltre, in a. rosso piantine poco vitali
senso generale, nel quadro della Ascocalyx laricina larice
salvaguardia ambientale, per combatte-
17
3.1.2 Phacidium infestans Karst.
(muffa della neve, mal della tela)
Sintomatologia:
l'agente patogeno è facilmente riconosci-
bile. Il fungo si sviluppa sugli aghi del pino
cembro durante il periodo in cui questi
sono coperti di neve. Dopo lo scioglimen-
to del manto nevoso gli aghi sono di
colore giallo, in seguito diventano rosso-
bruni e, verso la fine di agosto, grigio
chiaro. I corpi fruttiferi appaiono come
punti grigio-scuri del diametro di circa
mezzo millimetro e sono situati al di sotto
della superficie degli aghi. Con la matura-
zione in tardo autunno le fruttificazioni
fuoriescono dalla foglia e si aprono libe-
rando le spore (fig. 1O, 11, pag. 20). i,
b e
Specie colpite:
nei rimboschimenti ad alta quota il fungo
attacca come parassita solo il pino cem-
bro. Inizialmente esso si manifesta a Fig. 1O. Phacidium infestans: a) aspetto dell'attacco con aghi morti al di sotto della
macchia intorno ai cembri preesistenti copertura nevosa; b) segmenti di aghi con corpi fruttiferi in ambiente secco; c) idem in
che sono la fonte dell'infezione. Questo ambiente umido. Da BuT1N, 1983, per gentile concessione della Thieme-Verlag.
fatto può portare a situazioni paradossali
nei rimboschimenti, in quanto l'infesta-
zione si sviluppa dalle zone più favorevo-
li, con scarsa copertura nevosa, dove è
maggiormente presente la rinnovazione
naturale. Da queste aree, con il passare
degli anni, il fungo si espande alle stazio-
ni con maggior accumulo di neve, dove le
conseguenze del suo attacco sono molto
,(\_
più gravi. ;~~~
t~(~~~
,~:"1, 111i1J~}.,..-~
Sviluppo: ~~\;~ffi'11~~'(
il Phacidium infestans è in grado di svilup- ,~if,Jili!
parsi solo sotto la copertura della coltre ~r/,~'
nevosa in condizioni di elevata umidità . ~~ ' (,1'
atmosferica. Dopo lo scioglimento delle , 'i',1;r·1,
nevi il suo sviluppo si arresta. Le tempe- "
( I
rature appena al di sotto degli 0° C non I ·I
sono ottimali, ma sufficienti alla sua cre-
scita. Le spore maturano in autunno inol-
trato e quindi si diffondono nell'ambiente.
La diffusione non sembra solo awenire
attraverso l'aria ma anche nel suolo. '
/~. 11 1 (7ff1
Importanza:
il Phacidium non è solo diffuso nei rimbo-
schimenti ma anche sulla rinnovazione
naturale del pino cembro. Esso può pro-
vocare la morte, nel giro di un solo inver-
no, dei piccoli cembri. Negli alberi più
grandi attacca solo le ramificazioni infe- a b e
riori, coperte più a lungo dalla coltre di
neve. Al contrario dell'Ascocalyx (moria
dei getti) esso attacca anche piante molto Fig. 12. Ascocalyx sp.: a) aspetto dell'attacco su pino nero; b) sintomi precoci con
vitali: non è mai un parassita di piante infestazione della gemma; c) apice morto del getto con presenza di corpi fruttiferi. Da
indebolite. BuT1N, 1983, per gentile concessione della Thieme-Verlag.
18
Lotta: cii mente riconoscibile sul larice, per cui in Importanza:
in generale valgono le stessa indicazioni questo caso si deve attendere la compar- negli ultimi due decenni il fungo, fino ad
date per l'Herpotrichia. sa dei corpi fruttiferi sulle punte dei getti allora quasi sconosciuto, è comparso
morti. Dato che sul materiale morto si sempre più di frequente in forma epide-
sviluppano anche molti funghi saprofiti mica nei rimboschimenti d'alta quota nelle
Prevenzione: innocui, nel riconoscimento si possono Alpi, distruggendo completamente su
per ridurre il pericolo di contagio è neces- fare facilmente delle confusioni e degli vaste aree gli impianti realizzati.
sario evitare il rimboschimento continuo errori. In molti casi una identificazione
su grandi superfici, differenziando nello certa è possibile solo con l'analisi al
spazio e nel tempo l'impianto e alternan- microscopio. Lotta:
do gruppi di specie diverse (cap. 6). Il per evitare la diffusione delle spore è
Phacidium si diffonde spesso ed in modo necessario tagliare e bruciare le piantine
vistoso da cembri adulti anche nelle sta- Specie colpite: attaccate già all'inizio dell'estate, poiché
zioni senza una copertura nevosa molto A. abietina su pino cembro e pino monta- da esse le spore si diffondono durante
spessa e prolungata. Sarebbe quindi no, raramente su abete rosso; A. laricina tutto il periodo vegetativo. Sulla base di
consigliabile potare i rami colpiti in prima- su larice. quest'ultima considerazione è evidente
vera e bruciarli prima che le spore venga- che la lotta chimica non è praticabile, in
no disperse nell'ambiente. quanto sarebbero necessari ripetuti trat-
Sviluppo: tamenti durante tutta la buona stagione.
al contrario degli agenti delle «muffe della A causa della ramificazione molto fine,
neve», quello della moria dei getti si svi- nel larice una «potatura fitosanitaria» è
3.1.3 Ascocalyx abietina (Lagerb.) luppa anche durante il periodo vegetati- molto costosa e difficile e, inoltre, nelle
Morelet e Ascocalyx laricina vo, in particolare in condizioni di clima piante di certe dimensioni, essa risulta
(Lagerb.) Schlaepfer (moria dei umido e fresco. La diffusione delle spore difficilmente realizzabile.
getti) awiene durante tutto il periodo estivo.
Piantine deboli poste in stazioni fresche-
umide con un prolungato periodo di co- Prevenzione:
Sintomatologia: pertura nevosa sono attaccate più fre- in stazioni fredde ed umide (impluvi,
da principio le gemme si colorano di quentemente che non quelle cresciute in versanti in ombra, zone di accumulo di
marrone e muoiono. Dalle gemme la stazioni più calde ed asciutte. Probabil- humus grezzo, vegetazione fitta) non si
malattia si diffonde ai getti ed agli aghi mente, nei giovani alberi, viene ridotta la dovrebbero effettuare dei rimboschimenti;
delle annate più recenti per passare via capacità di resistenza quando, a causa di per cui, per impianti e rinfoltimenti si
via a quelle più vecchie (fig. 12, pag. 18; un'estate fredda ed umida oppure di una dovranno preferire stazioni favorevoli
fig. 13, pag. 20). L'imbrunimento degli stazione troppo fresca, non si è verificata su elevazioni del terreno in cui le piante
aghi parte, in modo caratteristico, dalla la completa lignificazione dei tessuti. si possono sviluppare con una vitalità
loro base e, nel pino cembro, questi Caratteristico è anche il lento decorso maggiore.
vengono anche ripiegati alla base verso il dell'attacco, che porta alla morte delle
basso. Dopo la morte dei getti e degli aghi piantine di norma solo dopo due o tre anni
si formano dei corpi fruttiferi scuri e e nel caso del larice anche più tardi.
semisferici con un diametro che può Spesso la malattia si blocca e la piantina
raggiungere un millimetro. Il fungo è diffi- è in grado di superare la crisi. 3.1.4 Altre malattie fungine
19
Fig. 11. Cembri colpiti da Phacidium infestans. Colpiti sono solo i rami inferiori, rimasti
a lungo sotto la coltre nevosa.
Fig. 13. Cembro colpito dalla moria dei
rametti (Ascocalyx abietina). Il ripiega-
mento verso il basso e l'arrossamento
della base degli aghi che si sviluppa a
partire dalla cima dei rametti sono i tipici
sintomi di attacco su cembro.
Fig. 20. Formiche interessate agli afidi Fig. 21. Pidocchi galligeni su larice. iden-
della corteccia (Cinara sp.) sulla cortec- tificabili grazie alla lanuggine cerosa di
cia di giovani rametti di cembro. colore bianco.
Fig. 22. Danni da gelo tardivo su abete rosso. I giovani rametti sono congelati ed Fig. 14. Forte danno da cervo su abete
afflosciati. rosso.
20
Fig. 19. Cembro colpito da afide (Pineus Fig. 26. Danni da fenomeni di gelo-disgelo su abete rosso. Gli aghi dei rami più esposti
sp.). Attacco facilmente riconoscibile assumono una colorazione rosso-brunastra. Gli aghi protetti dal manto nevoso sono
grazie alla caratteristica lanuggine bian- rimasti verdi.
ca sui rametti. In caso di forte attacco gli
aghi si arrossano e muoiono precoce-
mente.
Fig. 24. Aridità da gelo su un giovane abete rosso fortemente esposto al vento. Gli aghi
assumono una colorazione rossa e la corteccia si ritira.
21
3.2 Danni da selvaggina e
da pascolamento
22
Gli effetti dell'attività dei lacnidi sono simili
a quelli provocati dal Pineus, ma sembra-
no essere meno legati alle stazioni con
condizioni di calore più favorevoli.
Sul larice e sull'abete rosso assu-
mono particolare importanza due adelgi-
di: il Sacchiphanthes viridis Ratz (Cher-
mes) e l'Adelges laricisVall. Entrambe le
specie hanno come ospite primario l'abe-
te rosso sul quale determinano la forma-
zione, con danni limitati, di galle. Sul
larice, invece, questi insetti che qui si
ricoprono di cera (aspetto lanuginoso},
pungono gli aghi provocandone il ripiega-
mento ed il disseccamento (fig. 21, pag.
20). La presenza massiccia di questi insetti
è legata principalmente a stazioni calde
dove causano anche notevoli riduzioni
dell'accrescimento.
Molti altri insetti possono arrecare
dei danni ai rimboschimenti effettuati ad
alta quota: diverse specie di scolitidi,
Hylobius abietis, Neodiprion sertifer,
Fig . 17. Asportazione di gemme e getti su larice arrecata da fagiano di monte o pernice. Diprion pini, ecc. Maggiori ragguagli al
riguardo si possono trovare su BRAUNS
(1976}. HARTMANN et al. (1 988) e
SCHWERDTFEGER (1981).
La maggior parte dei rimboschi- te già al secondo anno ed in seguito si
menti viene fortemente attaccata durante concentrano prevalentemente nelle zone
il primo inverno dopo l'impianto dai rodi- più pietrose. Tutte le lavorazioni del suo- 3.4 Danni di origine
tori (topi in particolare), che si nutrono lo, sia gradonamento che apertura delle climatica
delle radici, della corteccia e degli aghi buche, favoriscono l'azione di questi
(fig. 18). Sembra che le giovani piantine animali. Essi penetrano spesso anche Le gelate tardive e quelle precoci posso-
provenienti dal vivaio siano particolar- nel terriccio e nei contenitori delle piante no, durante l'accrescimento estivo, cau-
mente appetite, in quanto i danni da ro- in pane di terra. sare la morte delle gemme, dei getti e
sicchiamento diminuiscono notevolmen- degli aghi dell'anno. A seguito di tali eventi
questi organi perdono turgore, assumo-
3.3 Danni da insetti
23
no una colorazione bruna ed alla fine tardive, l'aridità fisiologica dovuta al gelo fresca ed umida segue un inverno povero
disseccano (fig. 22, pag. 20; fig. 23, pag. deriva da un disseccamento che si verifi- di neve. Questo tipo di danno costituisce
23). La sensibilità al freddo delle diverse ca durante il periodo invernale a causa un fattore limitante nei confronti dell'in-
specie è estremamente variabile e dipen- della perdita di acqua in condizioni di nalzamento del limite superiore del bo-
de in gran parte dallo stadio di sviluppo clima caldo e ventoso, quando il suolo è sco (TRANQUILLINI, 1979). Di norma, co-
della pianta. Di norma il pino cembro ancora gelato e non permette il riforni- munque, non si effettuano rimboschimenti
sopporta, anche durante il periodo vege- mento idrico. Inoltre, il fenomeno dipen- in queste aree limite.
tativo, una temperatura di alcuni gradi de anche dalle condizioni meteoriche In condizioni estreme esposte ai
sotto lo zero senza subire particolari danni; dell'annata precedente che influiscono venti, gli abeti rossi non sono in grado di
pino montano, larice, ed abete rosso sono sul grado di lignificazione dei tessuti. soprawivere singolarmente, ma resisto-
invece più sensibili. I danni da gelo sono I danni da aridità fisiologica da gelo no solo in collettivi. Le cause di questo
difficilmente letali per qualsiasi specie, possono essere osservati ai limiti supe- comportamento dovrebbero essere le-
ma causano delle riduzioni nell'accres- riori del bosco quando ad una estate gate alla reciproca protezione dal vento e
cimento, la formazione di biforcazioni e alla riduzione del raffreddamento del suolo
inducono forme a cespuglio. La presenza all'interno della comunità (KuocH e AM1ET,
di forti e frequenti danni da gelo è ricondu- 1970; ScHONENBERGER, 1981 ). E' possibile
cibile ad una scelta sbagliata delle prove- ottenere un simile effetto positivo con il
nienze utilizzate nei rimboschimenti. Non rimboschimento a piccoli gruppi.
esistono contromisure per limitare que- Gli effetti dei danni dovuti a repen-
sto fenomeno. tine variazioni di temperatura (gelo-di-
A differenza delle gelate precoci e sgelo) e albedo sono molto simili a quelli
tardive l'aridità fisiologica da gelo provo- provocati dall'aridità fisiologica, in quanto
ca anche la morte dei getti e degli aghi anch'essi si verificano durante il periodo
degli anni precedenti e, addirittura, la invernale a causa del repentino disgelo
morte dell'individuo. (fig. 24, pag. 21; fig. degli aghi causato dall'irraggiamento e
25). Gli aghi assumono una caratteristica successivo nuovo congelamento (HoLZER,
colorazione rossastra e, in casi estremi, il 1959). La colorazione rosso-bruna degli
raggrinzimento dei getti uccisi. Questo
fenomeno danneggia maggiormente le ;, ....
-
~
,.
.~;'-...... -:
aghi (fig. 26, pag. 21) si evidenzia e si
concentra nella porzione di chioma espo-
. ,. ·:
giovani piantine in zone esposte al vento
e situate in aree a scarso innevamento . - sta da est a sud.
Ulteriori informazioni sul comples-
dove parte del fusto emerge dalla coltre so argomento dei danni di origine climati-
nevosa: in particolare sugli espluvi, co- ca si possono trovare in SAKAI e lARCHER
stoni, e nei pendii in prossimità del limite (1987) e TRANQUILLINI (1979).
superiore del bosco. L'aridità fisiologica
da gelo colpisce tutte le specie, anche i
larici che d'inverno hanno la chioma
spoglia. Pur essendo difficile verificarne 3.5 Danni meccanici
la presenza, buona parte dei dissecca- Fig. 25. Effetti dell'aridità fisiologica da
menti presenti sui larici possono essere gelo su collettivi di abete rosso. Sono Nell'impianto non è possibile evitare di
ricondotti a questa causa (FREY 1983). Al seccate tutte le porzioni di pianta non danneggiare l'apparato radicale (shock
contrario dei danni da gelate precoci e protette dal manto nevoso. da trapianto). Se le piantine vengono
lasciate per troppo tempo al sole o al
secco durante il trasporto o le operazioni
d'impianto, viene seriamente compro-
Danni di origine climatica nei rimboschimenti d'alta quota messa la loro capacità di assunzione
idrica. Se a tutto questo si aggiunge lo
stress dovuto alle difficili condizioni
In estate gelate tardive Congelamento a seguito di temperature al ambientali in alta montagna, a seguito di
gelate precoci di sotto della soglia di resisten·za. Alle quote un periodo di siccità, le piantine possono
elevate questo fenomeno può verificarsi disseccarsi subito dopo la messa a
in ogni momento. dimora. Una procedura scorretta nella
realizzazione degli impianti porta sempre
In inverno aridità fisio- Danni da disidratazione dovuti a eccesso di ad una elevata mortalità nelle prime
logica da gelo traspirazione in presenza di terreno congela- settimane. Lo shock da trapianto può
to; congelamento dei vasi conduttori. influire negativamente per anni dopo il
rimboschimento con accrescimenti ridotti
gelo-disgelo Danni alle cellule dei tessuti causati da (fig. 27) e con un aumento della predispo-
repentine variazioni della temperatura sizione agli attacchi parassitari. Lo shock
al di sopra e al di sotto di 0° C. risulta inferiore in piante che abbiano un
buon equilibrio chioma-radici, oppure un
albedo Degradazione della clorofilla a causa apparato radicale compatto e molto ramifi-
dell'eccesso di radiazione sui rami posti cato. Se le piantine sono in pane di terra
sopra la coltre nevosa. lo shock da trapianto viene in parte già
superato nel contenitore, perché le radici
si sono già rigenerate al momento della
24
messa a dimora. Da questo fattore deriva
il maggior successo degli impianti
effettuati con il pane di terra, sempre che
tutte le operazioni siano state svolte
correttamente.
Fino a quando le piantine sono molto
piccole, sorprendentemente, queste non
vengono di norma molto danneggiate dai
movimenti del manto nevoso (deforma-
zioni nelle forme d'accrescimento). Al di
sotto della coltre di neve le piantine sono
spesso schiacciate contro il suolo: i pic-
coli fusti sono ancora elastici e nell'ac-
crescimento assumono una caratteristica
sciabolatura (fig. 28). La rottura del fusto
si verifica solo in casi estremi. Con l'avan-
zare dell'età e a seconda della specie, i
movimenti del manto nevoso provocano
diversi effetti nell'accrescimento e nella
forma (ScHONENBERGER, 1981). Nelle zone
di scivolamento della neve si possono
verificare il distacco dei rami e lo scalza-
mento delle piantine (fig. 29). A volte, nel
pino cembro e nel pino montano, nella Fig. 27. Shock da trapianto su pino Fig. 28. Sciabolatura su abete rosso in
parte rivolta a monte, si verifica un ripie- montano. L'accrescimento dopo la mes- una stazione soggetta a forte scivola-
gamento alla base dei fasci di aghi che sa a dimora è molto inferiore a quello mento del manto nevoso.
vengono abrasi in tutta la loro lunghezza registrato in vivaio.
e che quindi in seguito disseccano (fig.
30, pag. 21). Gravi danni vengono anche
causati dalla escoriazione della corteccia è possibile solo proteggere singoli alberi dentato, d'altra parte aumentare la varia-
durante il passaggio di una valanga o alcuni piccoli gruppi. E' quindi necessa- bilità morfologica del suolo, dove questa
oppure nel caso di una caduta di sassi. rio prevedere l'impianto e le opere per la è uniforme e monotona. In microstazioni
Quando gli alberi superano i 2-3 metri di rottura della coltre nevosa già nella fase a scarsa copertura nevosa la protezione
altezza sono maggiormente soggetti di impostazione del progetto di rimbo- dai movimenti della neve nei confronti dei
all'azione del movimento e del peso della schimento. Infatti, nel caso di un impianto piccoli gruppi risulta più facile e meno
neve (FREY, 1985). a piccoli gruppi, è possibile, da una parte onerosa. Le tecniche di protezione ven-
Una protezione efficace nei con- sfruttare le irregolarità di un terreno acci- gono descritte in dettaglio nel cap. 7.
fronti del movimento del manto nevoso è
molto onerosa. Di solito nei primi anni
bastano costruzioni paravalanghe atte a
evitare lo scivolamento del manto nevo- Movimenti del manto nevoso (confronta fig. 31)
so. Attualmente non esiste alcun tipo di
protezione estensiva per evitare gli effetti
disastrosi degli schianti da neve nei rim- Assestamento Movimento verticale e pressione della coltre nevosa a causa
boschimenti di 30-50 anni. Con i cavalletti del peso e dell'addensamento degli aggregati di neve.
Localizzazione: in zone pianeggianti.
Fig. 29. Abrasione della corteccia su pino Smottamento Breve valanga limitata all'interno della copertura nevosa
cembro provocata dal movimento della (piccoli distacchi e provocata dallo scivolamento della coltre nevosa.
coltre nevosa. Le parti più danneggiate localizzali)
risultano le zone d'inserzione dei rami.
25
E' possibile ridurre il problema della
concorrenza della vegetazione con una
componente parallela al terreno
calibrata strutturazione a piccoli gruppi.
Fig. 31. Scivolamento e scorrimento del manto nevoso. Da SALM, 1982, per gentile
concessione del Club Alpino Svizzero.
Sintomatologia:
Questa particolare malattia molto diffusa
nel pino cembro e nel pino montano si
manifesta con una colorazione bruna degli
aghi. Diversamente da quanto succede
nel caso dell'Ascocalyx questa attacca le
annate di aghi più vecchie e non procede
dalla base di questi, bensì dall'apice
oppure dalle porzioni mediane delle fo-
glie. Spesso, sullo stesso ago, si presen-
tano contemporaneamente parti brune e
parti verdi (fig. 33). Sovente questi sinto-
mi sono difficilmente attribuibili ad una
unica causa; si sospetta però che i danni
Fig. 32. Concorrenza della vegetazione erbacea (Adenostyles alliariae, Petasites siano originati da punture di insetti. L'infe-
a/bus). Su simili stazioni nessuna piantagione di alberi ha speranza di successo. zione potrebbe anche essere causata da
26
Lophodermium sp. I tipici caratteri di rico- Prevenzione: (tab. 1). Con questa tabella si vorrebbe
noscimento di questi funghi si trovano Non è possibile dare delle indicazioni in offrire un aiuto alla diagnosi dei danni.
sugli aghi morti caduti a terra e più rara- quanto, asecondadellastazione, le cause Nella tabella seguente vengono descritti
mente sulle piantine. li fattore scatenante possono essere diverse. ancora una volta i pericoli in funzione
potrebbe però anche essere un comples- delle quattro principali specie forestali del
so di cause: aridità fisiologica da gelo, piano subalpino e vengono date indica-
gelo-disgelo e albedo (cap. 3.4). In que- zioni sulle caratteristiche e attitudini di
sto caso, i sintomi si riscontrano nella 3.8 Caratteristiche, avversi- queste ultime (tab. 2). Le tabelle possono
parte della chioma esposta al sole o al tà e attitudini delle essere utili nella scelta corretta della
vento. specie a seconda delle caratteristiche
principali specie foresta-
Questa sintomatologia non deve delle microstazioni.
essere confusa con la moria degli aghi li utilizzate nei rimbo-
conseguente all'attacco di scolitidi, ilobidi schimenti d'alta quota
o Armillaria, casi nei quali tutti gli aghi
della chioma della piantina disseccano Il seguente ampio elenco riporta le princi-
contemporaneamente; inoltre essa si dif- pali malattie e i parassiti che attaccano
ferenzia anche notevolmente dall'ingialli- i rimboschimenti d'alta quota e la segna-
mento e dalla perdita naturale in autunno lazione delle specie forestali attaccate
degli aghi senescenti causata dall'invec-
chiamento.
Importanza:
L'origine di questo «imbrunimento degli Tab. 1. Principali parassiti e malattie delle giovani piantine nei rimboschimenti d'alta
aghi» non è ben nota e la sua importanza quota
è di difficile stima. Spesso questa malat-
tia compare sul pino cembro in combina- Funghi Specie attaccate
zione con l'Ascocalyx e con attacchi di
afidi. A nostro parere può portare alla Herpotrichia sp. a. rosso, p. montano
morte dell'albero. Phacidium infestans p. cembro
Ascocalyx abietina p. cembro, p. montano
Ascocalyx laricina larice
Lotta: Lophodermium seditiosum p. montano, p. cembro
La lotta è impossibile. Il taglio delle parti Chrysomyxa sp. a. rosso
malate, così come viene effettuato per le Coleosporium sp. p. montano
malattie tradizionali di origine fungina, Botrytis cinerea larice
non è realizzabile, in quanto sono attac- Naemacyclus minor p. montano
cate principalmente le annate di aghi più Lachnellula willkommii larice
vecchie, situate all'interno della chioma. Armillaria mellea a. rosso, p. montano, p. cembro
larice
Heterobasidion annosum a. rosso, p. montano, p. cembro
larice
27
Tab. 2. Scala delle awersità, caratteristiche e attitudini delle principali specie utilizzate
nei rimboschimenti in alta montagna
(tratto da AuurzKY (1963), tab. 1, modificata e integrata)
Caratteristiche
Idoneità ed attitudine
28
4 Piante per rimboschimenti ad alta quota
Walter Schonenberger e Werner Frey
4.1 Provenienze 4.2.2 Postime a radice nuda chioma-apparato radicale risulta squili-
brato e in questo caso lo shock da tra-
Il fatto che le piante destinate al rimbo- A causa del loro lento accrescimento le pianto può essere fatale.
schimento debbano provenire da una piante d'alta quota necessitano da uno a Se il rimboschimento in montagna
zona con caratteristiche simili a quelle due anni in più, rispetto alle piante delle viene effettuato con postime a radice
della zona d'impianto è un postulato quote inferiori, per raggiungere le loro nuda è necessario ritardare di uno o due
generalmente noto. Nonostante questo, stesse dimensioni. Per l'utilizzazione mesi, artificialmente e con tecniche ap-
ancora oggi si fanno dei compromessi come postime a radice nuda le prove- propriate, l'entrata in vegetazione delle
sulla scelta delle provenienze. Nella zona nienze d'alta quota (oltre circa 1500 m piantine. In questo modo l'impianto d'alta
delle Alpi sono state eseguite molte ricer- s.l.m.) raggiungono le dimensioni ottimali quota può essere realizzato nel periodo
che (es. NATHER, 1987; ScHM1or-VoGr, di 20-30 cm alle seguenti età: abete rosso primaverile, migliore dal punto di vista
1977/1986) dalle quali sono state tratte le 3/2, larice 1/1, pino cembro 3/3, pino fisiologico e di regola meno rischioso. Le
seguenti considerazioni: montano 2/2 (fig. 34). Sono possibili delle piantine vengono tolte dal terreno in pri-
oscillazioni di un anno a seconda della mavera prima dell'entrata in vegetazione
- Quota: vengono tollerati solo 100 metri provenienza e delle caratteristiche del e conservate in condizioni di non ecces-
di differenza tra luogo di provenienza vivaio. Se le piantine sono di dimensioni siva umidità in speciali sacchi posti sotto
e luogo d'impianto. troppo ridotte esse trovano difficoltà a la neve, in cantine fresche oppure in celle
- Non si devono confondere prove- svilupparsi in modo corretto a causa della frigorifere (HAENE e GALL, 1984). I sacchi
nienze delle Alpi Centrali e delle concorrenza della vegetazione; vicever- per la conservazione devono essere
Prealpi. sa, se sono troppo grandi, il rapporto protetti dall'azione dei topi e non devono
- Non si devono utilizzare provenienze
di versanti nord per versanti sud e
viceversa.
- Importanza del tipo di substrato: pro-
venienze da terreni calcarei non Anno 2 3 4 5 6 7
devono essere utilizzate su substrati
silicei e viceversa. a. rosso
Radice
larice
Ideale sarebbe la raccolta dei semi nelle nuda
vicinanze delle aree destinate ai futuri
rimboschimenti. In ogni caso è necessa-
{ p. cembro
p. montano
rio controllare che il popolamento da seme
sia effettivamente di una provenienza
locale. a. rosso
Pane larice
4.2 Tecnica vivaistica di terra
29
essere accatastati. In ogni caso non
devono subire l'irraggiamento solare, né
venire illuminati quando la neve si scio-
glie. Ogni operazione destinata a ritarda-
re l'entrata in vegetazione delle piantine
deve essere eseguita con molta cura in
quanto è molto facile che le radici fini
inaridiscano o che si possano verificare
attacchi fungini.
30
nell'area da rimboschire la neve non si sia I contenitori più indicati sono quelli carta riciclata e bitume (Fyba, contenitore
ritirata completamente. Ritardando l'en- le cui pareti non oppongono resistenza a parete morbida Sellners e altri ancora)
trata in vegetazione prima del trapianto in alla perforazione da parte delle radici. Se hanno avuto un grande successo (fig. 37,
contenitore è possibile effettuare il rimbo- le pareti di torba compressa sono impe- 38). Le dimensioni del contenitore e quelle
schimento fino ad estate inoltrata. Un netrabili, le radici si contorcono e forma- della piantina devono essere ben equili-
rimboschimento autunnale è realizzabile no dei grovigli. E' stato quindi per la brate. Per piantine di dimensioni di 10-20
con piante in pane di terra se queste sono facilità con cui le radici attraversano le cm si consigliano vasi di 1 Ocm, per piante
state invasate a ciclo vegetativo conclu- pareti che contenitori di torba (Jiffy, Fer- di dimensioni maggiori anche il vaso deve
so. tilpot, ecc.) e contenitori di fibre di legno, essere più grande.
Il substrato consigliato consiste in
una miscela ben inumidita di compost di
corteccia ben maturo e decomposto, ter-
riccio di bosco proveniente dalle zone
Postime in pane di terra per rimboschimenti ad alta quota intorno all'area da rimboschire ed even-
tualmente terriccio da vivaio e/o torba.
Una miscela contenente una parte di
substrato
torba è particolarmente indicata per la
contenitore~ preparazione del pino cembro; il larice
invece necessita nel substrato di una
fuoriuscita delle
radici
cassette per il
trasporto
31
Annotazioni sulla produzione e sull'uso del postime in pane di terra
In condizioni favorevoli, le radici nel pane di terra hanno 1-2 mesi di tempo per
rigenerarsi.
La parete del contenitore non deve formare una barriera alle radici: utilizzare solo
materiale forabile.
costi. Viceversa, l'impianto con pane di con il pane di terra risulterà, in partico-
4.3 Pane di terra o radice terra permette il risparmio di un anno lare nelle stazioni difficili, maggiormente
nuda? nella permanenza del materiale di rin- economica.
novazione in vivaio, un miglior accre- In alta montagna, in confronto alle
Le spese maggiori dell'impianto con pane scimento dopo la messa a dimora e una stazioni a quote inferiori, il principio se-
di terra derivano non tanto dagli scarsi maggiore percentuale di attecchimento. condo il quale un buon risultato dipende
costi aggiuntivi del contenitore e del Inoltre, con tale tecnica, i tempi ed i dall'accurata esecuzione dei lavori, ha
substrato, ma dalle spese, anche note- modi d'impianto sono più flessibili e una validità ancora maggiore.
voli, derivanti dal trapianto in vaso, dallo meno legati all'andamento delle con-
stockaggio, dalle cure colturali in vivaio, dizioni meteorologiche. Se il confronto
dal trasporto e dalla messa a dimora. tra le due tecniche viene fatto in base
Effettuando in proprio alcune di queste alle piante attecchite e non in base alle
operazioni è possibile limitare in parte i piante messe a dimora, la piantagione
32
5 La tecnica d'impianto
Werner Frey e Walter Schonenberger
5.1 Semina diretta Alcune sperimentazioni sulla semi- protezione dal pascolo e dal dissecca-
na con diversi tipi di protezione sembrano mento. E' quindi possibile aumentare in
In confronto alla piantagione, la semina però dare dei risultati confortanti. Le pri- modo gratificante il successo della semina
diretta dovrebbe avere diversi vantaggi: me esperienze effettuate con piccole in particolari microstazioni se a questi
costi limitati, assenza di shock da trapian- «serre» coniche costruite con materiale miglioramenti si assommano altri accor-
to, un apparato radicale con disposizione cellulosico (fig. 39), ad esempio, illustrano gimenti come la lavorazione superficiale
naturale. In realtà il successo della rinno- chiaramente che la percentuale di pianti- del terreno. Naturalmente, in alcune sta-
vazione è limitato dall'elevato tasso di ne vitali così protette è nettamente supe- zioni, come ad esempio dove il movimen-
fallanze dovuto al pascolo, all'aridità sta- riore se comparata a quella in condizioni to del manto nevoso interessa anche gli
zionale, al surriscaldamento, alle infezioni non protette. Sembra che queste micro- strati più vicini al suolo, l'uso di queste
fungine, ecc., per cui, senza la realizzazio- serre creino condizioni ambientali caldo- tecniche risulta comunque impossibile.
ne di particolari accorgimenti di protezio- umide favorevoli all'attecchimento ed
ne, questa tecnica non è conveniente. esplichino una importante funzione di
5.2 Piantagione
33
calore, possono danneggiare gravemen- l'accumulo di calore, frenare l'inaridimen-
te le radici fini delle piantine e compro- to del suolo e accelerare lo scioglimento
mettere così il successo del rimboschi- della neve (fig. 41).
mento.
Le piantine in pane di terra vengono
di norma trasportate all'area di rimbo- 5.2.4 Tecnica d'impianto con
schimento stipate in appositi contenitori. postime in pane di terra
Il postime è così meno soggetto al rischio
di disseccamento, un altro punto a van- Con la tecnica relativamente costosa che
taggio del pane di terra. Queste cassette utilizza il postime in pane di terra in buche
vengono quindi trasportate singolarmen- preparate in precedenza si può migliora-
te a spalla oppure portate in apposite re notevolmente l'attecchimento delle
gerle («Raf») che permettono una mag- piantine e prolungare il periodo utile
giore facilità di movimento anche in terre- all'impianto. E' necessario però che l'orlo
ni accidentati (fig. 40). del contenitore sia coperto di terra, altri-
Se molte delle piantine muoiono menti le radici non sono in grado di fuo-
durante, subito dopo oppure nei primi riuscire a causa dell'infeltrimento delle
due anni della fase di attecchimento, la pareti di torba. Durante le operazioni di
causa del fenomeno è quasi sempre da scavo della buca utilizzando la trivella
ascriversi ad un non corretto trattamento bisogna accertarsi inoltre che venga
del materiale di rinnovazione durante il garantito un buon contatto tra contenitore
trasporto o la messa a dimora. e suolo. Le buche per la messa a dimora
non devono essere in alcun modo prepa-
Fig. 40. Il postime in pane di terra può rate con il palanchino, in quanto le pareti
essere trasportato in cassette accatasta- 5.2.3 Tecnica d'impianto con compattate formerebbero una barriera
bili ed essere così protetto da eventuali postime a radice nuda insormontabile per l'apparato radicale.
ferite. Le operazioni di trapianto in pane di
In alta montagna non è quasi mai possi- terra, potatura, trasporto e messa a dimo-
bile effettuare la piantagione a fessura o ra del materiale di rinnovazione, devono
a squarto in quanto le piantine non sono essere affidate solo a mano d'opera spe-
in grado di tollerare le sollecitazioni fisio- cializzata. Gli apprendisti ed il personale
logiche e meccaniche cui sono sottopo- non qualificato devono prima essere
ste con questa tecnica d'impianto. L'uni- adeguatamente addestrati e quindi diretti
co vantaggio derivante dalla piantagione e sorvegliati. I lavori d'impianto non
a fessura è dovuto al fatto che alterando devono mai essere affidati a cottimo! Il
di meno la struttura del suolo si hanno successo del rimboschimento dipende in
minori rischi di inaridimento. Per contro il gran parte dalla accuratezza con cui
suo maggiore svantaggio è dato dalla vengono svolte le diverse fasi di lavoro.
impossibilità di posizionare correttamen-
te le radici nel suolo. In questi casi sareb-
be quindi più sicuro poter utilizzare mate-
riale in pane di terra.
L'impianto a buche con postime a
radice nuda, con costi più contenuti, è
adatto a rimboschimenti in condizioni
stazionali non troppo difficili. Il corretto
collocamento delle radici è sempre l'ele-
mento decisivo per il successo di qualsia-
si tecnica d'impianto. Di norma è consi-
gliabile eseguire una potatura delle radici
al momento della messa a dimora. In
particolare le piantine a radice nuda sono
in special modo soggette al dissecca-
mento delle radici fini per cui, durante le
operazioni d'impianto, questo fenomeno
deve essere evitato ad ogni costo: pochi
minuti all'aria oppure ancor peggio alla
luce diretta del sole, possono causare
danni gravissimi.
Per evitare questo rischio è bene
Fig. 41. Pino cembro in buone condizioni, utilizzare poche piantine per volta, tenen-
con assenza di shock da trapianto, messo dole in un substrato umido dentro una
a dimora di recente (pane di terra). Il cesta.
pietrame proveniente dallo scavo deve Le pietre estratte durante lo scavo
essere depositato sulla battuta del gra- della buca possono essere poste ai lati e
done. a monte delle buca in modo da favorire
34
6 Scelta del tipo di impianto in funzione della stazione da rimboschire
Walter Schonenberger e Werner Frey
35
Fig. 43. Effetti della distribuzione in picco-
estate 10 m li gruppi, durante la fase giovanile, in
zone a morfologia del territorio articolata,
in confronto al rimboschimento andante
impianto a piccoli gruppi su tutta la superficie con sesto d'impianto
regolare. Nel semestre estivo: nella di-
sposizione a piccoli gruppi la concorren-
za della vegetazione erbacea è inferiore,
in quanto l'impianto viene eseguito solo
sui rilievi. Le piantine sono in parte protet-
te dalla selvaggina. Nel semestre inver-
nale: nella disposizione a piccoli gruppi
impianto andante su tutta vengono ridotti i danni dovuti al movimen-
la superficie to del manto nevoso, in quanto l'impianto
viene eseguito solo nelle zone a scarso
innevamento: le piantine si proteggono
reciprocamente ed è più facile realizzare
opere di difesa. Lo scioglimento precoce
della neve favorisce un prolungamento
del periodo vegetativo. Nel rimboschi-
mento andante su tutta la superficie
aumentano i rischi di attacchi fungini e i
inverno 10 m
danni di origine meccanica.
Gli alberi centrali vengono protetti dall'aridità fisiologica da gelo 6.1.2 Come ottenere una differen-
ziazione in aree a morfologia
Viene mantenuta la varietà della fauna e della flora
del territorio poco articolata
Il popolamento è meno soggetto a danneggiamenti su vaste superfici
In pendii uniformi, con una scarsa diffe-
Le chiome scendono fino a contatto con il suolo
renziazione della morfologia del territo-
Luce e calore possono penetrare all'interno del popolamento rio, raramente si verifica una selezione
naturale in base alle differenze staziona-
Viene migliorata la stabilità del popolamento nei confronti dei danni da neve e da vento
li. Con l'associazione uniforme degli al-
L'esecuzione delle cure colturali è meno onerosa e il rischio in caso di loro mancata esecuzione beri, i rimboschimenti si sviluppano altret-
viene ridotto tanto regolarmente, in particolar modo
nelle stazioni favorevoli all'accrescimen-
36
Fig. 44. Effetti della distribuzione a piccoli
estate 10 m gruppi, durante la fase giovanile, in zone
a morfologia del territorio uniforme in
impianto a piccoli gruppi confronto al rimboschimento andante su
tutta la superficie. Nel semestre estivo: la
concorrenza della vegetazione erbacea
viene ridotta in tempi più brevi in quanto
la densità è maggiore. Tra i gruppi si
·•. ·:- mantiene una disponibilità di pascolo per
· ··• '!. . . • . • •· •
la fauna selvatica che invece non può
penetrare facilmente al loro interno. Vie-
ne inoltre conservata la variabilità ecolo-
impianto andante su gica del sistema. Nel semestre invernale:
tutta la superficie si crea una netta divisione tra aree rimbo-
schite e zone di accumulo della neve.
Nella formazione a piccoli gruppi le pian-
tine possono essere protette più efficace-
mente che non nel rimboschimento an-
dante su tutta la superficie. I piccoli grup-
pi hanno una colorazione più scura per
cui si liberano più precocemente dal manto
inverno 10m nevoso e sono quindi meno soggetti agli
attacchi fungini.
impianto a piccoli gruppi
37
Fig. 45. Rimboschimento a piccoli gruppi
effettuato con lo scopo di sfruttare l'effet-
to locale di protezione creato dalla pre-
senza di opere paravalanghe. Kirchberg,
Andermatt (UR).
38
Fig. 48. Nei rimboschimenti andanti su
tutta la superficie gli alberi sono anche
soggetti su vaste aree a schianti da neve,
da vento (illustrazione) e ad altri tipi di
awersità.
39
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40
Fig. 52. Schema di rimboschimento a
piccoli gruppi nello stadio di spessina
prima della riunione dei microcollettivi.
Sono state rimboschite solo le microsta-
zioni favorevoli sui rilievi con copertura
nevosa inferiore. Spesso è sufficiente
solo un impianto molto rado distribuito su
tutta la superficie.
Distanza: la distanza tra i gruppi deve possono essere ridotte in modo che questi mento più rapido quali larice e pino
essere tale per cui non possano, in futu- si chiudano nel giro di qualche decina di montano aumentano le distanze tra gli
ro, chiudersi tra loro. Essa deve essere anni e formino così il piccolo gruppo de- alberi.
almeno pari al doppio della lunghezza dei finitivo. Se si utilizzano specie eliofile le Suggerimenti di esecuzione: prima
rami di una pianta adulta. distanze tra i gruppi dovrebbero essere dell'inizio delle operazioni d'impianto si
Composizione: il gruppo definitivo leggermente maggiori (vedi cap. 6.3). consiglia di marcare sul terreno con delle
può essere costituito da diversi microcol- Sesto d'impianto: in via indicativa, paline i punti in cui sono localizzati i
lettivi (fig. 51 e 52). In tal modo le micro- le piantine dovrebbero riunirsi nel collet- piccoli gruppi in modo da ottenere pre-
stazioni possono essere sfruttate in modo tivo nel giro di 5-1 O anni. Ciò vuol dire ventivamente una buona visione d'insie-
più razionale e si raggiunge in breve che nelle stazioni estreme, per le specie me del complesso del rimboschimento.
tempo la formazione attesa del collettivo a lento accrescimento come pino cembro Questa operazione è molto impegnativa
con un numero di alberi limitato. Solo così e abete rosso, le distanze all'interno del e delicata e dovrebbe essere diretta dal
è possibile evitare un popolamento mo- microcollettivo scendono fino a 50 centi- Forestale stesso. Si è anche dimostrato
noplano negli stadi di spessina e perti- metri. Però grazie agli spazi liberi tra i utile marcare i primi microcollettivi con un
caia e quindi limitare i problemi creati da piccoli gruppi e tra i microcollettivi il numero testimone per ogni singola piantina previ-
una simile situazione. Questi microcollet- totale di piantine rimane simile a quello di sta. In questo modo si mettono in eviden-
tivi possono essere composti da 20 a 50 un impianto andante su tutta la superfi- za il numero, la distanza d'impianto delle
piantine ed avere un diametro di circa cie. In aree poste a quote leggermente piantine e ancora la posizione, le dimen-
3-4 metri. Le distanze tra i microcollettivi inferiori e utilizzando specie ad accresci- sioni, la forma e le distanze tra i microcol-
41
perficiali, sia dove gli alberi ad alto fusto
non riescono a soprawivere a causa del
L'Impianto del piccoli gruppi pericolo di valanghe. A questo scopo
sono particolarmente adatti il pino mugo,
Dimensioni Il diametro ideale varia da una metà fino ad una grandezza l'ontano verde (drosa) oppure diverse
intera di un albero adulto; quindi all'aumentare della quota le specie di salici subalpini e, fino ad una
dimensioni del gruppo diminuiscono. quota di circa 1500 m s.l.m., l'ontano
bianco. Le specie preparatorie possono
Formazione Più microcollettivi temporanei, aventi un diametro di circa predisporre al rimboschimento le aree a
3-4 metri costituiti da 20-50 piantine (un numero inferiore pascolo, ridurre gli estremi climatici, creare
per larice e pino montano), rispondono meglio alle esigenze condizioni stazionali favorevoli in pendii
nell'accrescimento degli alberi, in confronto ad un unico scoscesi e nudi. Queste specie si possono
gruppo definitivo di pari dimensioni. ben combinare nel rimboschimento in
piccoli gruppi inseriti tra i gruppi oppure
Sesto d'impianto Denso, in modo che la chiusura delle chiome awenga nel sostituite alle specie d'alto fusto. Oltre
giro di 5-1 O anni. Alle quote elevate questo significa una alle specie citate si possono ancora ricor-
distanza tra 50 e 100 centimetri. dare il sorbo degli uccellatori, l'acero di
monte, la betulla ed il pioppo tremolo.
Distanze Tra i microcollettivi circa 2-3 metri in modo che, nel giro di
alcuni decenni, essi si chiudano a formare il gruppo defini-
tivo. Per le specie eliofile è necessario utilizzare distanze 6.4 Successione nel tempo
maggiori. Il distanziamento tra i piccoli gruppi deve essere degli impianti
almeno pari al doppio della lunghezza della sporgenza dei
rami degli alberi adulti (7-10 metri), in modo che non si Negli spazi tra i piccoli gruppi o al posto
verifichi mai una chiusura completa delle chiome tra i gruppi degli stessi si possono lasciare radure in
confinanti. modo che anche la rinnovazione naturale
si possa affermare o che in seguito sia
Rischio Per limitare e distribuire il rischio è necessario utilizzare o possibile effettuare dei postimpianti. In
creare le differenziazioni stazionali; realizzare una mesco- un rimboschimento contemporaneo di
lanza di specie tra i singoli gruppi e alternare con degli grandi superfici, si corre il rischio che lo
arbusti; differenziare nel tempo in modo scalare l'impianto e shock da trapianto, in concomitanza al
costruire delle opere di protezione. verificarsi di periodi secchi, provochi la
morte di un elevato numero di piantine
oppure che il rimboschimento stesso
venga distrutto da un attacco parassita-
lettivi. Risulta così possibile discutere con natura a formare collettivi. Tra le specie rio. Graduando invece nel tempo l'im-
la mano d'opera il senso e gli scopi del eliofile anche il larice, seppur in condizio- pianto, il rischio viene distribuito nelle
lavoro da eseguire (fig. 53). In seguito, ni estreme, può creare dei collettivi anche diverse fasi di sviluppo presenti, in quan-
quando il sistema d'esecuzione è stato se di dimensioni minori. Sussiste quindi to queste subiscono pericoli di tipo diver-
capito dagli operatori, è sufficiente se- la possibilità di formare dei fitti popola- so. Infatti, le epidemie di origine micotica
gnalare il centro dei microcollettivi. menti a piccoli gruppi utilizzando questa colpiscono in genere solo durante precisi
Una volta terminate le operazioni specie. Il pino montano, invece, mal si stadi di sviluppo delle piantine. Comun-
d'impianto è consigliabile contrassegna- adatta alla costituzione di gruppi. In ogni que, lo scaglionamento nel tempo degli
re il centro dei piccoli gruppi con dei caso i microcollettivi formati da queste impianti ha dei limiti, in particolare dove il
paletti ben visibili, in modo da facilitarne due specie eliofile dovrebbero essere di bosco svolge una importante funzione di
l'individuazione durante le cure colturali, dimensioni minori e contenere un nume- difesa ed è necessaria la costruzione di
in special modo se la vegetazione pre- ro di piantine inferiore rispetto a quelli infrastrutture temporanee di protezione,
sente è rigogliosa. Inoltre, i paletti posso- costituiti da specie maggiormente sciati- per cui non si possono ritardare le opera-
no anche essere numerati per facilitare la le. In tal modo i singoli individui, ad ac- zioni di rimboschimento. Una vera suc-
documentazione sulla carta e sul registro crescimento più rapido, potrebbero di- cessione nel tempo deve poter durare
del rimboschimento (cap. 9). sporre di uno spazio maggiore per il loro alcuni decenni; solo così è possibile
sviluppo. Per contro, le distanze tra i usufruire delle esperienze che vengono
diversi microcollettivi dovrebbero essere man mano acquisite.
6.3 Mescolanza delle specie maggiori. Infine, durante le cure colturali
della spessina è necessario tenere pre-
Alto fusto: in ogni piccolo gruppo dovreb- sente le maggiori esigenze in fatto di luce
be essere utilizzata una sola specie, in delle specie eliofile (cap. 8).
quanto il rischio è inferiore anche se, in «Specie di copertura del terreno» e
termini generali, sarebbe consigliabile specie preparatorie: a seconda della ne-
creare piccoli gruppi a composizione cessità, tra un gruppo e l'altro, possono
mista. In base a questo principio, in un essere poste a dimora anche diverse
rimboschimento a piccoli gruppi, si adat- specie di arbusti e di latifoglie, sia negli
tano meglio specie maggiormente tolle- alvei torrentizi, dove è necessaria una
ranti l'ombreggiamento come l'abete protezione continua del suolo oppure una
rosso e il pino cembro, che tendono già in regimazione del flusso delle acque su-
42
7 Interventi tecnici di protezione
Franz Leuenberger e Werner Frey
43
accessorie laterali e interne, sulle varianti
legname: castagno non impregnato
abete rosso o abete bianco di fondazioni (fossi, ancoraggi a fune,
impregnazione: Wolmanite CB, norme VSE, min. 12 kg/m3 lunghezza dell'opera 4,0 m aperte), sulla lunghezza dei sostegni e
(procedimento a pressione alternata)
loglio di alluminio: spessore 0,4 mm, semiduro, purezza 99/99,49% braccio della longarina sulle geometrie dell'opera, ecc.).
chiodi: dimensioni normali, loslatizzatl La disposizione delle opere di rite-
nuta e il distanziamento tra le file devono
essere definiti in base alle relative diretti-
ve BUWAL e WSL (1990). La fig. 61
illustra una possibile disposizione delle
protezioni e delle infrastrutture atte ad
evitare lo scivolamento del manto nevoso
(vedi cap. 7.3, relative spiegazioni nel
scavo testo).
nuovamente
riempito In conclusione vengono riportate le
seguenti indicazioni e limitazioni:
distanza tra i puntoni
Si possono e si devono costruire opere
temporanee se la durata delle stesse
I I è almeno pari al tempo di stabilizza-
I I
I I
I I
zione. Con il termine di tempo di
r""\J:!~
t=1-.:1 stabilizzazione si indica il periodo
piastra d'appoggio, armata necessario al rimboschimento per
raggiungere un elevato grado di auto-
protezione nei confronti del distacco
Fig. 55. Rastrelliera ectipo SLF»: è determinante nella sua costruzione mantenere le
di valanghe e dei movimenti del manto
giuste proporzioni. A seconda delle diverse caratteristiche stazionali è necessario nevoso.
realizzare le tipologie di fondazione adatte.
Le aree ad elevata pendenza e sog-
gette al pericolo derivante dal distac-
durabilità naturale, ad es. castagno Le conoscenze necessarie alla co- co di valanghe al di sopra della zona
(LeueNBERGER, 1988). Molto importante è struzione della rastrelliera ectipo SLF» di rimboschimento necessitano della
pure la selezione qualitativa del materiale possono essere acquisite in corsi di co- costruzione di protezioni paravalan-
da costruzione: i tronchi con nodi disposti struzione per specialisti. E' possibile ac- ghe permanenti.
a verticilli non sono adatti come elementi quistare presso l'SLF un apposito E' necessario prevedere la costruzio-
di sostegno o per importanti punti di manuale con relative istruzioni, tabelle, ne di infrastrutture atte ad evitare lo
appoggio (griglie, traverse superiori, disegni quotati nonché indicazioni sul di- slittamento del manto nevoso tra le
montanti). Se nella costruzione devono mensionamento delle opere (altezze a opere paravalanghe (vedi cap. 7.2).
essere utilizzati legnami di specie diverse piombo = Hk di m 2,6 e 3,4; lunghezza La costruzione di opere di difesa contro
il legno più durabile sarà quello usato per dell'opera m 4,0; fattore di scivolamento il vento (barriere, reticolati) può con-
le strutture portanti. 1,8), sulle caratteristiche delle opere tribuire alla riduzione dell'accumulo
ed alla dispersione della neve.
Sia la tecnica di congiunzione dei
diversi elementi (chiodatura), che il
peso dei singoli elementi impongono
Infrastrutture temporanee di protezione - Prescrizioni sperimentate una limitazione di tipo tecnico alla
nelle zone di distacco delle valanghe costruzione di protezioni temporanee.
A seconda delle diverse zone, la di-
Efficacia di 30-50 anni; dopo questo periodo la funzione protettiva deve essere sposizione delle opere paravalanghe
assunta dal bosco. prolunga il periodo di innevamento in
primavera. Il periodo vegetativo più
Impediscono il distacco delle valanghe e riducono il movimento della coltre breve che ne deriva può peggiorare
nevosa. gli effetti delle condizioni stazionali
generali del rimboschimento nella
La disposizione sul territorio deve seguire le norme BUWAL e WSL (1990).
area interessata dalla opere.
In aree soggette a scivolamento della massa nevosa è necessario costruire E' possibile realizzare una difesa im-
ulteriori protezioni tra queste strutture. mediata contro la formazione delle
valanghe rilasciando delle ceppaie
Il materiale di costruzione dovrebbe essere legname indigeno. alte (circa m 1,5) e fissando ad esse
dei tronchi d'albero disposti trasver-
E' necessario prevedere la preservazione del legno. salmente. Dato che queste opere non
offrono sufficiente garanzia a causa
Le caratteristiche statiche delle opere devono corrispondere ai carichi a cui della durata del legname e dell'anco-
queste sono sottoposte. raggio al suolo, è comunque consi-
gliabile sostituirle nel giro di 2-5 anni
E' necessaria una corretta progettazione ed esecuzione dei lavori per garantire
con strutture definitive.
la massima funzionalità delle opere.
44
7.2. Opere di ritenuta contro riabili tra il 55% e il 120%, a quote com- livello del suolo fino ad un'altezza di circa
lo scivolamento del prese tra i 1200 e i 2500 m s.l.m. Per 50 cm. I pali devono essere disposti a
manto nevoso ridurre lo scivolamento è necessario triangolo ad una distanza tra loro di 100
aumentare le irregolarità del terreno cm per forti pendenze e 150 cm in zone
La realizzazione di un rimboschimento in diminuendo così anche il danno alle pian- meno inclinate. La profondità con cui essi
una zona aperta soggetta al movimento tine. vengono infissi nel terreno varia, a se-
del manto nevoso è strettamente colle- Diverse sono le misure atte a stabi- conda delle caratteristiche del substrato,
gata alla costruzione di opere di protezio- lizzare il manto nevoso: l'infissione di pali da 60 a 100 cm. E' assolutamente neces-
ne in quanto, spesso, in assenza di que- (palificazione), il gradonamento, la co- sario rispettare il principio secondo il quale
ste, le piantine vengono scalzate dalla struzione di soglie con ancoraggio di tra- i 2/3 del palo vanno interrati ed 1/3 rimane
neve in movimento. verse, i cavalletti e la costruzione di altre fuori. Nel caso in cui alcuni pali non pos-
Stazioni di questo tipo si trovano sui opere temporanee. sano essere interrati alla giusta profondi-
pendii soleggiati con vegetazione erba- L'infissione di pali (fig. 56) non solo tà, sarà necessario segarli alla stessa
cea a stelo lungo oppure in corrisponden- aumenta la scabrosità del terreno ma altezza degli altri. Naturalmente la funzio-
za di lastroni rocciosi con pendenze va- stabilizza anche i diversi strati di neve dal ne protettiva verrà espletata più a lungo
se le specie legnose utilizzate saranno a
lunga durabilità naturale (castagno, robi-
nia, rovere, larice) oppure se il materiale
sarà stato in precedenza impregnato con
dei preservanti. Per aumentare ancora la
scabrosità del suolo è possibile effettua-
re l'impianto del postime anche all'interno
della palificazione.
Il gradonamento continuo o discon-
tinuo (battuta di 30-50 cm), sempre con
la funzione di aumentare l'irregolarità del
terreno, può essere reso più stabile con il
reimpianto del cotico erboso (fig. 57) . La
variante discontinua dovrebbe seguire
uno schema a triangolo simile a quello
utilizzato per l'infissione dei pali. Nelle
zone a rischio di movimenti franosi e dove
il terreno è sciolto, il gradonamento favo-
risce l'erosione e viene perciò sconsiglia-
to. La preparazione del gradonamento
viene illustrata nella fig. 58. Sui gradoni
l'impianto del postime dovrebbe essere
effettuato circa a metà della battuta oppu-
Fig. 56. Palificazione con sesto d'impianto di m 1 x 1 posta tra le difese temporanee, re leggermente a monte di essa, in quan-
come protezione complementare nei confronti dello scivolamento della neve. to le piantine sulla scarpata inferiore
possono venire piegate e quelle sulla
scarpata superiore (al piede della stessa)
possono venire investite dal pietrisco o
coperte dalla vegetazione erbacea.
La soglia con ancoraggio di traver-
se è formata da un tronco lungo 4 metri
(impregnato o di castagno) che viene
posato direttamente sul suolo ed ancora-
to alla roccia con due funi a spirale zinca-
te (fig. 59). La distanza trasversale tra
due traverse può raggiungere 3 m. L'ef-
fetto di protezione di questo sistema è
comparabile a quello del gradonamento;
i costi relativamente alti ne consigliano
però l'impiego solo su aree limitate, ad
es. in terreni rocciosi e poco profondi. Il
rimboschimento viene effettuato tra le
traverse.
I cavalletti (treppiedi), ancorati a
monte e resistenti alla trazione, costruiti
in legno impregnato oppure a lunga dura-
bilità naturale, possono raggiungere
un'altezza verticale di m 1,50 (fig. 60).
Sono particolarmente adatti ad essere
Fig. 57. Gradonamento con distanza interfila di m 1, come protezione complementare disposti come capisaldi sulla parte a monte
dallo scivolamento della neve tra le difese temporanee. del rimboschimento. Fra questi possono
45
Attrezzatura: zappa, vanga a manico lungo
(lavorazione a monte), vanga a manico corto
(lavorazione a valle), mazzetta.
46
Fig. 60. Cavalletti con funzione di protezione di un impianto recente di abete rosso a
piccoli gruppi.
essere costruite delle infrastrutture com- ta cap. 6), sarà necessario prowedere
plementari (gradonamenti, pali). Con i alla protezione dallo scivolamento della
cavalletti si possono ancora proteggere neve all'interno dei gruppi solo quando
dallo scivolamento della neve i popola- questo fenomeno sia particolarmente
menti nella fase di spessina o di perticaia, grave (palificazione, gradonamento,
in quanto sono in grado di stabilizzare eventualmente traverse). Al di sopra e tra
coltri nevose relativamente alte. i gruppi si può comunque attuare una
Nel caso in cui il rimboschimento protezione (cavalletti, pali). Le opere an-
venga eseguito a piccoli gruppi (confron- tiscivolamento prima descritte, per esse-
47
O 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100m re efficaci, devono venire posizionate al
di sopra del rimboschimento a partire
dalla zona di distacco o da un'area pia-
neggiante oppure da qualsiasi altro osta-
colo presente.
Per una descrizione dettagliata
sulle opere paravalanghe temporanee e
sulle infrastrutture atte a evitare lo scivola-
mento del manto nevoso, consultare
LEUENBERGER (1989).
48
8 Cure colturali ai rimboschimenti
Werner Frey e Walter Schonenberger
49
dei microcollettivi non dovrebbero essere gruppi. E' comunque necessario salva- I microcollettivi di norma si chiudo-
eseguite se non per cause di forza mag- guardare la stabilità dei singoli alberi. Se no e formano i piccoli gruppi allo stadio
giore, ad esempio scopi fitosanitari. non si eseguono interventi di questo tipo, finale della spessina o in quello di bassa
Verso la fine dello stadio di spessi- durante la fase di perticaia, a causa perticaia. In questa fase è necessario
na, nelle formazioni costituite da specie dell'eccessivo peso della neve, soprav- salvaguardare i bordi esterni del gruppo e
eliofile, come il larice, la densità all'inter- vivono solo gli alberi marginali del gruppo, non interrompere più la copertura delle
no dei piccoli gruppi è spesso molto ele- mentre quelli posti internamente schian- chiome. Gli alberi all'interno dei piccoli
vata. In questo caso si consiglia di effet- tano (fig. 62). B1scHoFF (1987) descrive gruppi devono essere abbattuti solo se la
tuare degli interventi all'interno dei piccoli casi di questo tipo. densità è troppo elevata, in presenza di
danni o se in tal modo può essere elevata
la stabilità generale.
Nel caso in cui, con il passare del
tempo, i piccoli gruppi tendano a riunirsi,
è meglio eliminarne uno lasciando indi-
sturbati gli altri. Nei popolamenti a piccoli
gruppi di origine artificiale si può favorire
la rinnovazione naturale tramite l'elimina-
zione di alcuni di questi senza peraltro
ridurre la stabilità dell'intero soprassuolo .
Al contrario, nel caso di popolamenti chiusi
e uniformi, l'apertura di buche può essere
rischiosa per la stabilità del soprassuolo .
8.4 Trasformazione di
spessine uniformi in
spessine pluriplane a
piccoli gruppi
50
Le cure colturali descritte, implica- perticaia dove spesso le chiome sono
no una buona formazione del personale inserite troppo in alto e costituiscono uno
addetto alla esecuzione dei lavori. Anche strato continuo. La funzione stabilizzatri-
la popolazione locale dovrebbe essere ce deve essere quindi esplicata da micro-
informata sul tipo di intervento proposto collettivi di 2-3 alberi o, nella maggior
per la necessaria comprensione degli parte dei casi, da piante singole. Queste
scopi dello stesso. considerazioni vanno oltre la tematica
Nel caso di specie eliofile quali lari- del rimboschimento e perciò non vengo-
ce e pino montano, i singoli alberi presen- no ulteriormente dettagliate. Per un
ti assumono un importante ruolo di stabi- maggiore approfondimento dell'argo-
lizzazione, in quanto essi hanno maggiori mento i riferimenti bibliografici sono:
esigenze in fatto di luce e di spazio (vedi BISCHOFF (1983), MARUGG (1978), MAYER
cap. 6.3 e 8.3). (1976) e ZELLER (1982).
Il rischio di instabilità si accresce se
in popolamenti uniformi la formazione dei
piccoli gruppi viene ritardata allo stadio di
Fig. 63. Interventi colturali nella spessina allo scopo di formare una struttura a piccoli
gruppi. Le distanze tra i diversi gruppi devono essere sufficientemente ampie.
51
9 Documentazione
Werner Frey e Walter Schonenberger
La documentazione di tutte le fasi di Sentieri di servizio (accesso principale e circa 1400 metri lineari all'interno
progettazione, di esecuzione e di evolu- dell'area di progetto)
zione del rimboschimento deve contene- )( )( )( )( )( Recinzione contro ungulati selvatici e pascolo (in zone pianeggianti, sui
re:
costoni, appoggiata alle opere di protezione e ad alberi). In zone con forte
a) La descrizione generale del peri- pressione delle popolazioni di selvatici deve essere lasciato aperto un
metro del progetto (cap. 2.1 ), storia ulteriore passaggio.
dell'area di progetto, cronistoria delle
valanghe, uso del suolo, dati climatici, Fig. 64. Carta del rimboschimento con riportate le diverse particelle. Come base viene
nivometrici, geologici, ecc. utilizzata la carta degli interventi tecnici (fig. 61). Grazie alle opere di protezione e ai
b) La carta della stazione (fig. 1) del sentieri riportati, vengono facilitati gli spostamenti e l'orientamento all'interno dell'area
progetto di dettaglio. di progetto.
52
c) La carta degli interventi tecnici del * costi di manodopera e del aridità fisiologica da gelo, grandine,
progetto di dettaglio, aggiornata alle materiale periodi di siccità, piogge intense, com-
modifiche apportate in corso d'opera. * eventuale annotazione cartografi- parsa e scioglimento del manto nevo-
Essa permette, avendo un migliore ca circa le particolarità del territo- so, stratificazione del manto nevoso,
dettaglio, di muoversi agevolmente rio per facilitare l'individuazione movimento del manto nevoso, valan-
sul terreno (fig. 61 ). dei siti ghe, frane, caduta di massi, ecc.;
d) La carta del rimboschimento, con * documentazione fotografica e
delimitazione e numerazione delle di- disegni Condizioni (stato) del rimboschimento:
verse particelle. E' opportuno utilizza- * successive modifiche * tipo, diffusione, importanza dei
re come base cartografica la carta f) Un registro del rimboschimento danni osservati sulle piantine
degli interventi tecnici aggiornata, in (fig. 66) nel quale viene annotata la * fallanze, possibilmente con l'indi-
quanto riporta il maggior numero di storia e l'evoluzione del rimboschi- cazione della causa della morte
riferimenti topografici presenti sul mento. Questo diario dovrebbe * accrescimento delle piante
terreno. Scelta e delimitazione delle contenere le seguenti annotazioni: * documentazione fotografica
particelle vengono eseguite in base
alla uniformità stazionale, alle specie Andamento meteorologico: Interventi colturali
forestali impiegate ed alle tecniche Awenimenti particolarmente favore- * cure colturali eseguite, periodo e
d'impianto, utilizzando il più possibile voli o sfavorevoli e loro effetti: gelate, intensità
confini naturali o artificiali di facile
individuazione.
e) Il protocollo del rimboschimento che,
insieme alla legenda della carta del
rimboschimento costituisce un com- Documentazione relativa ai progetti di rimboschimento
pletamento della documentazione e
riassume, in forma di tabella, i princi- Descrizione del perimetro del progetto.
pali dati riferiti ai lavori d'impianto ed
alle cure colturali suddivisi per parti- Carta della stazione.
cella (fig. 65):
* lavori di preparazione Carta degli interventi tecnici.
* data del rimboschimento
* numero, specie, provenienza, età, Carta del rimboschimento per particelle.
dimensioni, condizioni, vivaio di
provenienza delle piante utilizzate Protocollo del rimboschimento suddiviso per particelle.
* tecnica d'impianto (ad esempio
impianto a piccoli gruppi, a gradoni, Diario del rimboschimento nel quale vengono riportate, se necessario suddivise
con palificazione, con pane di terra, per particella, informazioni riguardanti: condizioni meteorologiche
ecc.) stato del rimboschimento
* note particolari {periodi di siccità cure colturali
durante la messa a dimora, altre lavori di manutenzione.
difficoltà, ecc.)
gruppo anno mese numero specie età dimensioni provenienza metodo disposizione/osservazioni
1-2 1986 giugno 200 Aro 3/2 20-30 Lauizug 1700 WE rad.nuda 4 microcoll. a 25 p.
piazzola
3-6 1987 giugno 400 P Ce 3/2/1 10-20 Lauizug 1750 E pane di terra 4 microcoll. a 25 p.
gradoni a piazzola
Fig. 65. Esempio di protocollo di rimboschimento nel quale sono riportati i principali interventi effettuati in ogni particella. Trattasi in
pratica di una legenda complementare alla carta del rimboschimento.
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REGISTRO DEL RIMBOSCHIMENTO
Inverno 1986/87
Andamento meteorologico:
innevamento precoce a partire dal 16.11; comparsa di forti
fenomeni di scivolamento del manto nevoso nella zona. Nelle
aree rimboschite e sulle piazzole nessun segnale visibile di
scivolamento della neve.
scioglimento totale della neve molto ritardato ( lungo 1.
versanti a metà maggio, nelle forre fino a metà giugno).
Danneggiamenti:
- nessun danno durante l'inverno su piantine o piazzole.
Estate 1987
Andamento meteorologico:
nessuna gelata; temperature al di sopra della norma.
grandine il 5. 7 con ferite sui giovani getti del pino cembro.
Danneggiamenti:
in tutte le particelle gli abeti rossi hanno avuto scarsi
accrescimenti a seguito di shock da trapianto. Circa un quarto
dei larici messi a dimora ha sofferto a seguito del
rosicchiamento della corteccia da parte dei topi, benché solo
poche piantine siano morte a causa del danno subito.
Cure colturali:
in tutte le particelle fino alla fine di luglio è stato
necessario effettuare degli interventi colturali (sfalcio).
Fig. 66. Estratto del registro di rimboschimento, nel quale vengono riportati l'evoluzione e lo stato del rimboschimento così come le
cure colturali e la manutenzione effettuate; se necessario distinti per ogni particella.
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10 Riassunto
Òkologie und Technik der Aufforstung im Gebirge -Anregungen fur die Praxis
Die Aufforstung in Gebirgslagen ist viel die Verwendung von Topfpflanzen statt
aufwendiger, schwieriger und an- Nacktwurzlern. Es wird empfohlen, die
spruchsvoller als in tiefen Lagen. Gute Pflanzen nicht in regelmaBigem Verband,
6kologische Kenntnisse sind notig, um sondern rottenartig anzuordnen. So
die Erfolgsaussichten richtig einscha.tzen konnen die Kleinstandorte gut beruck-
zu konnen. Selbst teine UnregelmaBig- sichtigt, eine gunstige Oberflachen-
keiten im Gelande bewirken groBe Un- struktur geschaffen und die Entwicklung
terschiede im Kleinstandort, so daB fOr eintoniger Bestande vermieden werden.
die Aufforstung gunstige und ungunstige Zum Schutz der Aufforstungen gegen die
Stellen nahe beieinander liegen konnen. verschiedenen Arten von Schnee-
Die spezifischen Gefahrdungen der ein- bewegung sind oft temperare technische
z13lnen Baumarten durch Pilze, Wild, ln- MaBnahmen wie Pfahlung, Schwellen,
sekten, klimatische Extreme, Schnee- Bermen, Dreibeinbocke oder Schnee-
bewegungen und Vegetationskonkurrenz rechen notig. SchlieBlich erfordern die
an den verschiedenen Kleinstandorten Wuchsbedingungen im Gebirge ange-
mussen berucksichtigt werden. Speziel- paBte Verfahren der Jungwuchs- und
le, aufwendigere Methoden der Dickungspflege. Wegen der langsamen
Pflanzennachzucht und Pflanztechnik Entwicklung ist eine gute Dokumentation
sind unter diesen erschwerten Bedin- der ausgefOhrten Arbeiten besonders
gungen oft angebracht wie z.B. die wichtig, damit die Erfahrungen nicht ver-
Lochpflanzung stattWinkelpflanzung oder loren gehen.
55
Ecologie et technique des afforestations en montagne - Suggestions à l'usage
des praticiens
56
11 Bibliografia
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Note
59