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SLF WSL
ENA Istituto federale
SNV per lo Studio
PNL della Neve e delle
Valanghe SNV
> Pratica ambientale > Pericoli naturali
Editori:
Ufficio federale dell’ambiente UFAM
WSL Istituto federale per lo Studio della Neve e delle Valanghe SNV
Berna, 2007
Valenza giuridica della presente pubblicazione Veste grafica e impaginazione
La presente pubblicazione, elaborata dall’UFAM in veste di autorità Ursula Nöthiger-Koch, Uerkheim
di vigilanza, è un testo d’aiuto all’esecuzione destinato primariamente
alle autorità esecutive. Nel testo viene data concretezza a concetti giuridici Foto di copertina
indeterminati, inclusi in leggi e ordinanze, nell’intento di promuoverne Rete da neve nella premunizione contro le valanghe di Duchli sopra Davos
un’esecuzione uniforme. Le autorità esecutive che si attengono ai testi (2001). SNV, S. Margreth
d’aiuto all’esecuzione possono avere la certezza di rispettare
il diritto federale. Sono tuttavia ammesse anche soluzioni alternative, Distribuzione
purché siano conformi al diritto in vigore. I testi d’aiuto all’esecuzione UFAM
(che finora erano spesso definiti come direttive, istruzioni, Documentazione
raccomandazioni, manuali, aiuti pratici ecc.) sono pubblicati dall’UFAM CH–3003 Berna
nella serie «Pratica ambientale». Fax +41 (0) 31 324 02 16
docu@bafu.admin.ch
www.ambiente-svizzera.ch/uv-0704-i
Autori
Stefan Margreth, Unità di Ricerca Sistemi di Allerta e Prevenzione, WSL
Istituto Federale per lo Studio della Neve e delle Valanghe SNV, Davos
Accompagnamento UFAM
Reto Baumann, divisione Prevenzione dei pericoli UFAM
Collaborazione CEVCP
R. Baumann, presidente CEVCP, divisione Prevenzione dei pericoli UFAM
J. Marx, Amt für Forst und Jagd des Kantons Uri
H. Buri, capo Abteilung Naturgefahren des Kanton Bern
Revisione tecnica
Dott. W. Ammann, Vicedirettore WSL
A. Böll, SNV
R. Rüegger, studio d’ingegneria
M. Franzi, DdT, Bellinzona (per la versione italiana)
Traduzione
Vito Rossi, Bellinzona, in collaborazione con il Servizio linguistico italiano
dell’UFAM
Indicazione bibliografica
Margreth S., 2007: Costruzione di opere di premunizione contro le
valanghe nella zona di distacco. Direttiva tecnica: aiuto all‘esecuzione.
Pratica ambientale n. 0704. Ufficio federale dell’ambiente, Berna, WSL
Istituto Federale per lo Studio della Neve e delle Valanghe SNV, Davos.
136 p.
> Indice 3
> Indice
Abstracts 5 4.4 Carico supplementare per parete di sostegno
Prefazione 7 non perpendicolare al pendio 47
Scopi e basi legali della direttiva tecnica 9 4.5 Forze di bordo 48
4.6 Pressione della neve sugli elementi slanciati
di una struttura di sostegno 49
1 Campo d’applicazione 11 4.7 Forze laterali 50
1.1 Limitazioni 11
1.2 Riferimento alle norme SIA 11
1.3 Altre misure di protezione 12 5 Dimensionamento delle strutture
di sostegno composte 51
5.1 Materiali da costruzione 51
2 Definizioni 13 5.2 Analisi strutturale e dimensionamento 53
2.1 Organizzazioni 13 5.3 Forma costruttiva 58
2.2 Termini tecnici 13 5.4 Esecuzione e manutenzione delle opere 58
2.3 Unità di misura e osservazioni relative ai simboli 16 5.5 Azioni sulla struttura portante 60
2.4 Simboli 16 5.6 Azioni sulla griglia 67
5.7 Esecuzione e dimensionamento della struttura
portante 69
3 Progettazione delle opere di sostegno 19 5.8 Esecuzione e dimensionamento della griglia 72
3.1 Fattori che innescano la formazione 5.9 Esecuzione e dimensionamento delle fondazioni 77
delle valanghe 19
3.2 Funzione ed effetto delle opere di sostegno 21
3.3 Tipi di strutture 22 6 La malta d’ancoraggio nella costruzione
3.4 Pendenze che necessitano di opere di sostegno 23 di opere di premunizione contro le valanghe 99
3.5 Altezza della neve 28 6.1 Generalità 99
3.6 Altezza delle strutture 32 6.2 Malta d’ancoraggio normale 100
3.7 Distanziamento delle strutture lungo la linea 6.3 Malta d’ancoraggio speciale per l’impiego nel
di massima pendenza 33 permafrost 103
3.8 Intervalli laterali fra le opere 40
3.9 Lunghezze delle griglie di sostegno continue 41
3.10 Fattori locali che influenzano la pressione 7 Premunizioni contro le valanghe
della neve 42 nel permafrost 105
3.11 Condizioni di fondazione 44 7.1 Generalità 105
7.2 Indagini geognostiche 108
7.3 Valutazione della tendenza allo scorrimento
4 Descrizione generica del sottosuolo 113
degli effetti della pressione della neve 45 7.4 Opere di premunizione nel permafrost 115
4.1 Generalità 45 7.5 Ancoraggio nel permafrost
4.2 Componente, parallela al pendio, (terreno sciolto o roccia) 120
della pressione della neve 45 7.6 Impiego della malta nel permafrost 123
4.3 Componente, perpendicolare al pendio, 7.7 Manutenzione 124
della pressione della neve 46 7.8 Diagramma delle fasi di progettazione 125
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 4
8 Omologazione 127
8.1 Scopo 127
8.2 Oggetti esaminati 127
8.3 Procedura amministrativa 128
8.4 Requisiti 129
8.5 Esami 129
8.6 Documentazione richiesta 131
8.7 Costi dell’omologazione 133
8.8 Validità dell’omologazione 133
8.9 Liste dei tipi di strutture e delle malte omologati 133
8.10 Vincolo del segreto e divulgazione a terzi 133
Allegato 135
Figure 135
Tabelle 136
> Abstracts 5
> Abstracts
The technical guideline regulates the planning of snow supporting structures and the Keywords
dimensioning of separated structures. The procedures and criteria for type approval, Defense structures,
together with the requirements for supporting structures and anchor grout are specified. avalanche protection,
Further, an overview of the effects of snow pressure and instructions on the planning of type approval,
defense structures in permafrost are given. The guideline draws heavily on past experi- guideline, permafrost
ence gained with supporting structures, and is complementary to the relevant SIA
standards. It is directed towards designers and project engineers.
Die vorliegende technische Richtlinie regelt die Projektierung von Stützverbauungen Stichwörter
und die Bemessung von gegliederten Stützwerken. Der Ablauf der Typenprüfung und Stützverbau,
die Prüfkriterien sowie Anforderungen an Stützwerke und Ankermörtel werden festge- Lawinenschutz,
legt. Weiter wird eine allgemeine Übersicht über die Schneedruckwirkung gegeben Typenprüfung,
sowie Angaben gemacht, wie Lawinenverbauungen im Permafrost zu planen sind. Die Richtlinie,
technische Richtlinie stützt sich stark auf die in der Vergangenheit im Stützverbau Permafrost
gemachten Erfahrungen ab und ergänzt die einschlägigen SIA-Normen. Sie richtet sich
an Konstrukteure und Projektverfasser.
Questa direttiva tecnica disciplina la progettazione delle opere di premunizione e il Parole chiave
dimensionamento di opere di sostegno strutturate, stabilisce lo svolgimento dell’omolo- opere di premunizione,
gazione dei tipi di strutture e i criteri di esame e fissa i requisiti posti per le opere di protezione contro le valanghe,
sostegno e la malta di ancoraggio. Inoltre, fornisce una panoramica generale della omologazione dei tipi di strutture,
pressione esercitata dalla neve sulle opere di sostegno e indica come pianificare le direttiva,
opere di premunizione contro le valanghe nel permafrost. La direttiva poggia in gran permafrost
parte sulle esperienze acquisite in passato nell’ambito delle opere di premunizione e
integra le vigenti norme SIA. Si rivolge a costruttori e progettisti.
> Prefazione 7
> Prefazione
Unitamente ai boschi di protezione, le opere di sostegno rappresentano per la Svizzera il
più importante sistema di difesa contro le valanghe. Spesso vengono combinati interventi
tecnici e interventi biologici. Attualmente possiamo contare su oltre 500 km di opere di
sostegno permanenti e circa 150 km di opere di sostegno temporanee combinate con rimbo-
schimenti. La più importante conferma dell’efficacia delle moderne opere di sostegno è
avvenuta nell’inverno 1999, quando i ripari esistenti hanno impedito il distacco di numero-
se valanghe i cui effetti sarebbero stati catastrofici. In Svizzera i più importanti interventi
nelle zone di distacco sono stati portati a termine: il grande impegno per il futuro consiste
nella manutenzione delle opere esistenti.
Lo sviluppo delle opere di sostegno ha avuto un lungo percorso: dalle terrazze sottomurate
si è dapprima passati alle opere in calcestruzzo armato e in alluminio e in seguito ai ponti
da neve fondati su ancoraggi e micropali. Nella continua evoluzione della tecnica hanno
avuto un ruolo fondamentale le caratteristiche dei materiali, i risultati della ricerca e le
nuove esperienze. Il contenuto delle direttive tecniche riconosciute in Svizzera e all’estero è
caratterizzato in modo determinante, a partire dagli anni ‘50, dall’opera del dott. Bruno
Salm e, in seguito, di Stefan Margreth dell’Istituto federale per lo studio della neve e delle
valanghe (SNV) in collaborazione con l’Istituto federale per le prove sui materiali (EMPA)
e con gli specialisti della Commissione federale di esperti in materia di valanghe e caduta di
pietre (CEVCP). La presente edizione riveduta della direttiva costituisce il frutto di
un’evoluzione tecnica durata più di 50 anni. Rispetto all’ultima edizione del 1990 sono da
segnalare la revisione della disposizione grafica, l’adeguamento dei contenuti alle recenti
norme SIA sulle strutture portanti e l’aggiunta di nuove conoscenze, derivanti soprattutto
dagli eventi dell’inverno 1999. Sono inoltre stati inseriti i capitoli riguardanti
l’omologazione dei tipi di strutture e delle marche di malta nonché l’impiego della malta
d’ancoraggio nella costruzione di opere di premunizione contro le valanghe.
Se per la costruzione di opere di difesa contro le valanghe vengono chiesti i sussidi federali
conformemente all’articolo 36 dalla LFo, tali sussidi possono entrare in considerazione
unicamente per tipi di strutture e di malta omologati, i cui requisiti sono definiti in questa
direttiva tecnica. L’Ufficio federale dell’ambiente allestisce e pubblica la lista delle struttu-
re e delle malte omologate.
La pressione esercitata dalla neve sulle strutture di sostegno è assai complessa. In questa
direttiva tecnica le azioni e i modelli di carico sono descritti in modo molto semplificato per
facilitare il compito dei progettisti. Occorre tuttavia osservare che in natura possono mani-
festarsi azioni e modelli di carico non descritti in questa direttiva tecnica e ciò richiede il
massimo impegno da parte dei professionisti che operano in questo settore.
> fornire un aiuto ai responsabili della progettazione, della costruzione e della manu-
tenzione;
> descrivere gli effetti della pressione esercitata dalla neve;
> stabilire il procedimento per il dimensionamento delle strutture composte;
> stabilire i requisiti della malta d’ancoraggio;
> definire i requisiti costruttivi per le opere di premunizione contro le valanghe in
terreni permanentemente gelati (permafrost);
> regolamentare la procedura d’omologazione delle strutture.
Le azioni causate dalla pressione della neve sulle strutture di sostegno sono assai
complesse. Spesso si manifestano fenomeni difficilmente prevedibili anche con attente
osservazioni e misurazioni. Le indicazioni riportate in questa direttiva tecnica rappre-
sentano una marcata semplificazione rispetto a quanto succede in natura. Il professioni-
sta che utilizza questa direttiva deve essere consapevole che ciò gli richiede il massimo
impegno.
Se nell’ambito di una richiesta di sussidi si dimostra che i requisiti posti dalla direttiva
tecnica sono garantiti con altre misure di protezione aventi almeno la stessa efficacia, i
sussidi federali possono essere stanziati anche per soluzioni alternative.
1 > Campo d’applicazione 11
1.1 Limitazioni
Questa direttiva tecnica è complementare alle norme SIA 261 e 261.1. Se non espres-
samente indicato valgono le norme SIA attualmente in vigore. Queste norme racchiu-
dono le regole riconosciute dell’arte della costruzione e costituiscono la collezione
delle norme svizzere dell’edilizia e del genio civile (cfr. www.sia.ch).
Se questa direttiva tecnica non contiene altre indicazioni, per il dimensionamento della
sovrastruttura delle opere di sostegno valgono le disposizioni delle norme SIA 262, 263
e 265.
1.3.1 Deflettori
Opere (pareti, tavolati, barriere) che, sfruttando l’effetto del vento, influenzano il
deposito della neve da esso trasportata con lo scopo di:
Si tratta di manufatti (terrapieni, muri, cunei, gallerie, costruzioni con effetto trampo-
lino) dimensionati in funzione delle sollecitazioni esercitate dalle valanghe e aventi lo
scopo di influenzare il percorso delle masse nevose in movimento mediante devia-
zione, ripartizione o contenimento.
2 > Definizioni
2.1 Organizzazioni
Principi generali
Azione variabile Azione che durante il periodo di riferimento non è presente in modo permanente e la cui intensità non è costante né variabile
monotonamente (secondo la norma SIA 260:2003); ad esempio: la pressione della neve.
Campo di bordo Superficie soggetta alle forze di bordo nel caso di una distanza laterale fra le strutture pari a 2 m.
Campo finale Superficie sulla quale agiscono le forze di bordo all’estremità libera di una struttura.
della struttura
Carico Forza dovuta alla gravitazione agente su una struttura portante (norma SIA 261:2003).
Coefficiente d’influenza Il coefficiente d’influenza di un elemento la cui larghezza è limitata costituisce il rapporto fra la pressione della neve effettivamen-
te sopportata dallo stesso e quella che sopporterebbe in un settore di una parete continua dalla stessa larghezza.
Dimensionamento Determinazione delle dimensioni, dei materiali da costruzione (incluse le loro proprietà) e sviluppo dei dettagli costruttivi di una
struttura portante sulla base di considerazioni costruttive o legate all’esecuzione o sulla base di verifiche di calcolo
(secondo la norma SIA 260:2003).
Effetti dell’azione Risposta della struttura portante alle azioni (tensioni, sforzi interni, reazioni, deformazioni, ecc. secondo la norma SIA 260:2003.
Opera di sostegno Insieme di più strutture di sostegno.
Resistenza del terreno Limite della resistenza del terreno di fondazione (resistenza del terreno, resistenza alla rottura, resistenza allo scivolamento,
di fondazione resistenza al taglio secondo la norma SIA 267:2003.
Resistenza ultima Limite della resistenza (secondo le norme SIA 260, 262, 263, 265 e 267:2003).
Soliflusso Scorrimento verso valle degli strati superficiali sciolti e inzuppati d’acqua del terreno.
Struttura singola Struttura di sostegno isolata, normalmente con 2 puntoni e 2 montanti.
Valore caratteristico Valore di un’azione, di una grandezza geometrica oppure di una proprietà del materiale da costruzione o del terreno, ricavato
usualmente su base statistica (valore medio, valore superiore o inferiore) o eventualmente quale valore nominale o quale valore
probabile prudente (secondo la norma SIA 260:2003). I valori caratteristici non comprendono coefficienti di resistenza. Le
pressioni della neve riportate in questa direttiva tecnica sono valori caratteristici.
Valore di dimen- Valore introdotto in una verifica, determinato a partire da un valore caratteristico o da un altro valore rappresentativo, oppure
sionamento quale funzione di valori determinati mediante coefficienti parziali o di conversione oppure definito direttamente in particolari
circostanze (secondo la norma SIA 260:2003).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 14
Sovrastruttura
Barra Elemento della griglia di una rastrelliera da neve in acciaio (per le strutture in legno cfr. «travetti»).
Griglia Superficie d’appoggio formata da traverse, barre o travetti.
Legname della griglia Elementi della griglia delle rastrelliere da neve in legno.
(travetti)
Longarina Elemento della struttura portante che non è a contatto con il terreno e sul quale appoggiano le barre o i travetti
di una rastrelliera.
Montante Elemento della struttura portante sul quale appoggiano le traverse del ponte da neve o le longarine della rastrelliera.
Ponte da neve Struttura con traverse parallele alla linea di livello.
Puntone Elemento della struttura portante che sostiene, verso valle, il montante o la longarina.
Rastrelliera da neve Struttura con le barre perpendicolari alla linea di livello.
Rete Superficie d’appoggio composta da funi.
Rete da neve Struttura con la superficie di sostegno in rete.
Struttura portante È composta da tutti gli elementi che trasmettono alle fondazioni le forze agenti sulla griglia.
Superficie di sostegno Superficie complessiva in grado di sostenere la coltre nevosa (superficie all’interno del perimetro di una griglia o di una rete).
Traverse Elementi della griglia dei ponti da neve.
Fondazione
Ancoraggio con bulbo Ancoraggio in terreno sciolto (da ghiaioso a sabbioso) con una cavità (bulbo) all’estremità inferiore ottenuta mediante
esplosione e riempita con malta d’ancoraggio.
Ancoraggio con guaina Ancoraggio senza bulbo avvolto in una guaina (calza) a rete per evitare inutili perdite di malta.
Ancoraggio senza bulbo Ancoraggio senza bulbo in terreno sciolto grossolano (ghiaia irregolare o blocchi).
Fondazione Insieme delle misure atte a trasmettere al terreno i carichi e le forze agenti su una struttura
(secondo norma SIA 267, ed. 2003).
Fondazione in calcestruzzo Fondazione eseguita nel punto in cui la struttura viene posata (ad es. plinto in calcestruzzo).
Fondazione in calcestruzzo Fondazione eseguita nel punto in cui la struttura viene posata (ad es. plinto in calcestruzzo).
Lunghezza ancorata Lunghezza attraverso la quale la forza è trasmessa al blocco del tirante (secondo norma SIA 267:2003).
Micropalo Elemento della fondazione atto alla trasmissione delle forze di compressione, messo in opera previa perforazione.
«Riegel» Elemento di collegamento, resistente alla trazione e alla compressione, fra la fondazione del montante e quella del puntone.
Soglia Elemento della struttura portante della rastrelliera, interrato o appoggiato sul terreno, che serve a sostenere le barre
e i travetti.
Strato superficiale Strato parallelo al pendio avente uno spessore di 0.5 m nel quale il terreno presenta una resistenza molto ridotta.
Tirante Elemento della fondazione atto alla trasmissione delle forze di trazione, messo in opera previa perforazione.
Tirante in roccia Tirante per la trasmissione delle forze di trazione alla roccia da compatta a leggermente fessurata, messo in opera previa
perforazione.
Tirante in terreno sciolto Tirante per la trasmissione delle forze di trazione al terreno sciolto.
2 > Definizioni 15
Traversa
Griglia
Montante
Puntone
Longarina superiore
Longarina inferiore
Montante
Fond. del montante Puntone
Fondazione
«Riegel»
Fond. del puntone
Rete
Puntone pendolare
Controvento a valle
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 16
2.4 Simboli
Se i fattori di cui sopra non presentano variazioni locali, i profili della velocità devono
risultare ovunque identici. In questo caso, il peso della coltre nevosa si trasmette in
ogni punto direttamente al suolo come pressione normale e tensione di taglio. Questo è
lo stato della cosiddetta zona neutra, caratterizzata dall’assenza di variazioni di tensioni
nelle direzioni parallele al pendio. Le variazioni locali dei citati fattori determinano
zone di maggior tensione di trazione, di compressione e di taglio nei piani perpendico-
lari al pendio.
Le valanghe di neve a debole coesione hanno origine in uno spazio limitato, in presen-
za di neve a debole coesione, quando una piccola massa di neve si distacca spontanea-
mente o in seguito ad un minimo urto (caduta di un sasso o di un blocco di neve) e
mette in moto le particelle di neve sottostanti. Questo moto si propaga verso valle
seguendo un percorso di larghezza limitata (a forma di pera), mentre la massa di neve
in movimento aumenta in continuazione.
La pendenza minima dalla quale ha avuto origine una valanga è di 17° (31 %). Questo
caso è praticamente irrilevante. I distacchi su pendii con inclinazione inferiore a 30°
(58 %) sono rari. Oltre i 45° sono più frequenti le valanghe di neve a debole coesione.
Esse scaricano più frequentemente i pendii ed impediscono la formazione di una coltre
nevosa carica di tensioni, evitando così il distacco di valanghe di neve a lastroni.
3 > Progettazione delle opere di sostegno 21
3.2.1 Funzione
3.2.2 Effetto
La direttiva tecnica concede un certo margine di manovra per quanto riguarda la dispo-
sizione e il dimensionamento delle strutture. Questa libertà deve essere utilizzata per
adattare le opere di sostegno alle esigenze dei beni da proteggere o al rischio residuo
ritenuto ammissibile. Per la valutazione delle esigenze, oltre alle caratteristiche dei
beni da proteggere (ad es. zona abitata o no), occorre tenere in considerazione la loro
situazione topografica in rapporto alla zona di distacco, alla zona di scorrimento e alla
zona di arresto (ad es. le esigenze di protezione sono elevate se gli oggetti sono situati
nella zona di scorrimento).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 22
Se invece la superficie di sostegno può, fino ad un certo grado, adattarsi ai citati movi-
menti si parla di una superficie o di un’opera di sostegno flessibile (ad es. reti da neve,
cfr. fig. 3).
Come risulta a 3.2.2, una struttura di sostegno è sollecitata sia dalla pressione della
neve che da forze dinamiche. Se la pressione statica della neve è determinante per il
dimensionamento (5), un’opportuna disposizione delle opere (conformemente a 3.7)
dovrebbe limitare l’ampiezza di possibili forze dinamiche in modo tale che le strutture
non vengano danneggiate o subiscano al massimo danni di poco conto.
La scelta del tipo di struttura deve avvenire in funzione delle esigenze dei beni da
proteggere (3.2.3), tenendo in considerazione le condizioni locali di innevamento, la
topografia e le caratteristiche del terreno di fondazione. Le reti da neve sopportano
meglio i movimenti di scorrimento e la caduta di sassi (cfr. 7.4.3.1) ma sono più diffici-
li da ancorare in terreno sciolto.
3 > Progettazione delle opere di sostegno 23
I pendii con inclinazione compresa fra 30° e 50° (58 %–119 %) devono di regola essere
premuniti.
In casi eccezionali devono essere premunite anche zone più o meno inclinate, ad
esempio zone di minor pendenza al di sopra di pendii ripidi o comparti meno scoscesi
all’interno di una zona di distacco.
3.4.2 Disposizione delle strutture nella parte più alta del pendio
3.4.2.1 Cornici
Le strutture di sostegno vanno innanzitutto messe in opera sotto i più alti fronti di
rottura di valanghe di neve a lastroni osservati o potenziali (3.1.1), in modo tale che
essi vengano ancora a trovarsi nella zona utile di sbarramento determinata dalle struttu-
re. Secondo il capitolo 3.2.2 ciò si verifica se i filari di strutture vengono eretti ad una
distanza dal fronte di rottura non superiore a 2–3 Hk.
3.4.2.2 Cornici
Se il pendio da premunire è limitato verso l’alto da una cresta sulla quale può formarsi
una cornice di notevoli dimensioni, le strutture superiori devono essere erette il più
vicino possibile alla base della cornice, evitando tuttavia che vengano seppellite.
Devono essere particolarmente solide e dimensionate tenendo in considerazione sia il
forte accumulo di neve a monte delle stesse che le potenziali rotture (con successivi
crolli) di parti della cornice. In molti casi, la formazione di cornici può essere evitata
con la costruzione, prima delle strutture di sostegno, di opere che influenzano il deposi-
to della neve trasportata dal vento.
Le strutture superiori devono essere particolarmente solide anche nel caso in cui la
zona da premunire è sovrastata da un pendio roccioso molto ripido. In caso di pericolo
di caduta di sassi, devono essere provviste di una superficie di sostegno particolarmen-
te resistente: entrano in considerazione reti da neve, griglie massicce in acciaio o una
copertura con legname. In determinati casi i danni derivanti da crolli di roccia o da
caduta di sassi o blocchi di ghiaccio da pareti rocciose non premunibili possono essere
evitati con opere di deviazione o di arresto (terrapieni, reti paramassi).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 24
Le opere di sostegno vanno innanzitutto realizzate fin sotto i più alti fronti di rottura di
valanghe di neve a lastroni osservati o potenziali. A seconda della situazione occorre
verificare se più in alto possono staccarsi valanghe in grado di raggiungere la zona
premunita. Per questa verifica bisogna ipotizzare una situazione nivometeorologica
estrema.
A valle della zona premunita si manifestano, di regola, nuove zone di distacco seconda-
rie. Per questo motivo la zona da premunire deve estendersi verso il basso fintanto che:
> la pendenza del terreno diventa costantemente inferiore a 30° (58 %) circa,
> si può ritenere che le valanghe staccatesi al di sotto della zona premunita o le masse
di neve provenienti dalla zona premunita non possono assumere proporzioni tali da
arrecare danni.
In quest’ultimo caso la valutazione deve essere fatta in funzione della situazione topo-
grafica e delle caratteristiche dei beni da proteggere.
3.4.4 Disposizione delle opere in funzione della direzione della pressione della neve
Nella planimetria, le superfici di sostegno delle opere devono essere disposte il più
perpendicolarmente possibile alla presunta direzione della risultante della pressione
della neve (importante negli avvallamenti stretti).
3 > Progettazione delle opere di sostegno 25
3.4.5.1 Principio
Se, a causa della configurazione del terreno o per motivi economici, ciò non fosse
possibile, le opere a confine con la zona non premunita devono essere disposte a filari
nettamente degradanti dall’alto verso il basso, in direzione del centro della zona da
premunire. Cosi facendo si può evitare che le strutture inferiori vengano danneggiate
da eventuali valanghe che si staccano immediatamente a lato della zona premunita. Per
ostacolare lo sconfinamento di valanghe a lastroni limitrofe si possono disporre, al
bordo della zona premunita e al centro fra 2 filari di strutture, delle strutture supple-
mentari aventi una lunghezza complessiva minima pari a 2Dk. Le pareti di separazione
disposte lungo la linea di massima pendenza e aventi un’altezza verticale di circa Hk/2
impediscono lo sconfinamento di valanghe di fondo e riducono sensibilmente le forze
di bordo di cui a 4.5. Per poter garantire anche la protezione dei puntoni, tali pareti di
separazione devono essere prolungate, sempre a lato delle strutture, fino alle fondazioni
dei puntoni.
Fig. 9 > Premunizione frammentaria scaglionata. Fig. 10 > Premunizione frammentaria combinata.
3 > Progettazione delle opere di sostegno 27
La scelta del sistema di premunizione delle opere deve esser fatta in funzione delle
esigenze dei beni da proteggere (3.2.3), tenendo in considerazione le condizioni locali
di innevamento e la morfologia del terreno. In presenza di esigenze molto elevate o di
frequenti valanghe di neve a scarsa coesione (ad es. ad alta quota o per zone di distacco
esposte a Nord) si consiglia esplicitamente la premunizione continua.
Continua • La propagazione delle rotture di taglio nella • Ampio e connesso sviluppo, in larghezza, di • In casi normali
(cap. 3.4.6.1) coltre nevosa oltre i filari di strutture, sia a tensioni persistenti di taglio e di trazione nella
monte che a valle, è ampiamente ostacolata. coltre nevosa.
• Ostacolo continuo per le colate di neve. • Possibile propagazione laterale di danni alle
• Forte riduzione delle tensioni di trazione nella opere.
coltre nevosa. • Limitata capacità di adattamento in terreni
• Le opere sono sollecitate dalle forze di bordo fortemente accidentati e con notevoli
unicamente alle estremità dei filari (minima variazioni locali delle condizioni della neve
sollecitazione complessiva delle opere). (più o meno importanti a seconda del tipo di
struttura realizzato).
Frammentaria • Buona capacità di adattamento alla • Possibile passaggio di parte della neve in • In casi eccezionali in terreni
interrotta configurazione orizzontale del terreno e alle movimento attraverso gli spazi liberi fra le molto ripidi e molto
(3.4.6.2.1) variazioni locali delle condizioni della neve. strutture. accidentati, come pure nel
• Localizzazione dei danni su singoli elementi. • Sollecitazione delle strutture causate dalle caso di un rinforzo di una
• Eventuale minor costo (rispetto alla forze di bordo dipendente dalla lunghezza vecchia premunizione non
disposizione continua). degli spazi liberi. conforme alla direttiva
• La propagazione delle fratture di taglio nel
manto nevoso oltre i filari di strutture, sia a
monte che a valle, risulta meno ostacolata
rispetto alla disposizione continua.
Frammentaria • Buona capacità di adattamento alla • Sollecitazione delle strutture causate dalle • In casi eccezionali in terreni
scaglionata morfologia del terreno in tutte le direzioni forze di bordo simile a quelle di una struttura molto ripidi e molto
(3.4.6.2.2) • Ripartizione delle zone residue con tensioni libera. accidentati, come pure nel
di pressione e di taglio • Aumento del costo unitario (in rapporto alla caso di un rinforzo di una
• Lo slittamento della neve è mediamente disposizione continua e frammentaria vecchia premunizione non
inferiore rispetto alle opere continue e interrotta). conforme alla direttiva.
frammentarie interrotte • La propagazione delle fratture di taglio è
possibile in tutte le direzioni.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 28
> Altezza massima della neve Hmax: valore massimo dell’altezza della neve misurato
in un punto ben definito (ad es. sul luogo di ubicazione di una struttura) durante un
inverno.
> Media dell’altezza massima della neve H ⎯ max: media delle altezze massime Hmax
misurate in una zona relativamente estesa al momento dell’innevamento generale
massimo di un inverno.
> Altezza estrema della neve Hestr: valore massimo prevedibile dell’altezza massima
della neve Hmax sull’arco di molti anni in un punto ben definito (ad es. sul luogo di
ubicazione di una struttura).
> Media areale dell’altezza estrema della neve H ⎯ estr: media dell’altezza estrema
della neve Hestr sull’arco di parecchi anni, in una zona relativamente estesa, al mo-
mento dell’innevamento generale massimo (in media si verifica non più di una volta
ogni 100 anni circa).
Si definisce spessore della neve, e si rappresenta con il simbolo D (D, Dmax, Destr ecc.),
l’altezza della coltre nevosa misurata perpendicolarmente alla superficie del terreno.
Tra lo spessore e l’altezza della neve sussiste la seguente relazione, in cui la pendenza
del terreno è definita ψ:
Per la progettazione delle opere di sostegno sono determinanti le altezze estreme della
neve Hestr nei luoghi in cui dette strutture verranno realizzate (cap. 3.6.2). L’efficacia
dell’intervento dipende essenzialmente da una determinazione affidabile dei citati
valori. Nella maggior parte dei casi, per le superfici da premunire, mancano tuttavia le
osservazioni delle altezze della neve registrate sull’arco di parecchi anni. È quindi
necessario basarsi sui rilevamenti effettuati dalle stazioni di osservazione circostanti, e
3 > Progettazione delle opere di sostegno 29
a questo scopo possono servire i dati comparativi delle stazioni dell’SNV (cfr. i Rap-
porti invernali –«Winterberichte» – SNV). Le altezze della neve misurate nelle citate
stazioni sono rappresentative per zone relativamente vaste e non sono praticamente
influenzate dagli effetti derivanti dalla morfologia locale (ad es. ubicazione in una zona
pianeggiante del fondovalle). I valori così misurati in un punto definito possono essere
considerati come valori medi per una determinata zona (media areale). La ripartizione
delle medie areali, relative a vaste regioni, delle altezze estreme della neve H ⎯ ext nelle
Alpi svizzere è rappresentata nella figura 11.
Come base per la rappresentazione sono state utilizzate le misurazioni delle stazioni di
rilevamento dell’SNV e delle stazioni automatiche dell’ENET (SNV e MeteoSvizzera).
I periodi di misura variano fra 10 e 66 anni.
Queste altezze non tengono in considerazione l’azione del vento; esse sono state calco-
late per un periodo di ritorno unitario pari a 100 anni e valgono per tutto il com-
prensorio delle Alpi svizzere. Per le 4 zone, a dipendenza dell’altitudine, si hanno i
seguenti valori (cfr fig. 11):
Zona 1: H
⎯ estr = 1.00 (0.15 · Z–20) (2)
⎯ estr = 1.30 (0.15 · Z–20)
Zona 2: H (3)
⎯ estr = 1.65 (0.15 · Z–20)
Zona 3: H (4)
⎯ estr = 2.00 (0.15 · Z–20)
Zona 4: H (5)
⎯ estr è la media areale dell’altezza estrema della neve (in cm) e Z è l’altitudine (m s.
H
m.).
Il calcolo dell’altezza estrema della neve determinante per stabilire il sito in cui realiz-
zare un progetto si effettua come segue:
> Misurazione dell’altezza massima della neve Hmax sul sito scelto per realizzare il
progetto previsto, possibilmente sull’arco di diversi inverni, mediante sondaggi (con
sonde da valanga) o lettura a distanza di aste metriche. Dal momento che è impor-
tante conoscere la ripartizione locale, la densità dei punti di misura deve essere de-
terminata in funzione della morfologia del terreno, in modo tale da consentire la per-
cezione di ogni variazione locale dell’altezza della neve (ad es. in avvallamenti
stretti). Generalmente occorrono da 25 a 100 misurazioni per ettaro. Al momento
dello scioglimento si possono fare utili osservazioni circa la ripartizione delle altez-
ze della neve al suolo.
> Al momento dell’innevamento massimo nel comprensorio da premunire occorre
determinare la media areale dell’altezza massima della neve H ⎯ max in una zona il
più possibile rappresentativa per un vasto territorio. Per questo scopo ci si può avva-
lere delle osservazioni effettuate in una o più stazioni di rilevamento dell’SNV cir-
costanti oppure della lettura di aste metriche ubicate in luoghi favorevoli. General-
mente, la zona da premunire non è adatta a questo tipo di misurazione in quanto si
trova quasi sempre in una situazione speciale, ad esempio completamente sopra o
sottovento (i dati sono rappresentativi per un territorio di media grandezza).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 30
Hext
Hestr = Hmax [m] (6)
Hmax
Esempio:
Durante 3 inverni sono stati misurate, Dorfberg sopra Davos, sul luogo di ubicazione di
una struttura a 2266 m s. m., le altezze massime della neve Hmax mediante lettura di
un’asta metrica. Il vicino campo di ricerca dell’SNV, posto a 2540 m s. m., ha fornito,
⎯ max rappresentativi per una vasta
per gli stessi giorni, i valori dell’altezza della neve H
zona (nota: occorre verificare scrupolosamente che i valori forniti dalle stazioni di
rilevamento siano realmente rappresentativi per una vasta zona).
Dalla figura 11 si deduce che il campo di ricerca dell’SNV appartiene alla zona 2. La
⎯ estr risulta quindi essere:
media areale dell’altezza estrema della neve H
Fig. 11 > Media areale delle altezze estreme della neve Hestr.
Zona 1
Zona 2
Zona 3
> Progettazione delle opere di sostegno
Zona 4
31
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 32
L’altezza d’opera Hk deve corrispondere almeno all’altezza estrema della neve preve-
dibile per il sito in oggetto.
HK ≥ H estr [m] (7)
Si definisce come altezza della griglia o della rete Bk la misura media, perpendicolare
alla linea di livello, fra il bordo superiore della superficie di sostegno e il terreno (fig.
12).
Per analogia con lo spessore della neve, si definisce altezza utile della griglia o della
rete Dk la distanza media, perpendicolare alla superficie del terreno, fra il bordo supe-
riore della superficie di sostegno e il terreno.
La distanza fra strutture o filari di strutture lungo la linea di massima pendenza deve
essere dimensionata in modo tale che, oltre a garantire la funzione principale della
premunizione di sostegno secondo 3.2.1, siano contemporaneamente soddisfatte in
maniera adeguata le seguenti 3 condizioni:
> le strutture non devono subire danni dalla pressione statica massima esercitata dalla
neve;
> parimenti, devono essere in grado di sopportare senza danni le forze dinamiche
esercitate dalla neve in movimento;
> la velocità della neve in movimento all’interno di una premunizione non deve
superare un determinato valore limite. L’energia cinetica, che influenza in modo
determinante i danni a valle della zona premunita, viene cosi ridotta a una dimensio-
ne inoffensiva per le strutture.
L = fL ⋅ HK
[m] (8)
> Per i terreni con superficie liscia (N>2) o con elevati requisiti di sicurezza valgono i
valori compresi fra tan ϕ = 0.55 e 0.50.
> Per i terreni con superficie rugosa (N < 2), se i requisiti di sicurezza non sono troppo
elevati valgono i valori per tan ϕ = 0.60.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 34
Le curve tan ϕ = 0.60, N > 1.3 e fL = 13 rappresentano i valori massimi ammessi per fL.
Se le altezze verticali delle opere Hk sono superiori a 4.5 m, i valori massimi ammissi-
bili per fL risultano dalle curve corrispondenti.
Il margine di manovra previsto nel calcolo del distanziamento deve essere utilizzato,
conformemente a 3.2.3, per adeguare l’opera di sostegno alle caratteristiche dei beni da
proteggere. Normalmente si consiglia di assumere un valore per fL compreso tra tan ϕ
= 0.55 e 0.50.
3.7.2.7 Clima
Per conseguire un sufficiente grado di sicurezza, nella scelta dei distanziamenti fra le
opere occorre considerare anche le condizioni climatiche. In particolar modo per i
versanti esposti a Nord e per le regioni prealpine soggette ad abbondanti precipitazioni
si dovranno assumere, se del caso, valori ancora inferiori rispetto a quelli validi per tan
ϕ = 0.50.
13
12
N ≥ 1.3
11 L
N = 1.2
10 ψ
L'
9
fL FL
8
di stanziamento
tanϕ = 0.60
facteur d’espacement
7
H
K=
5m tanϕ = 0.55
6 H
K=
5. tanϕ = 0.50
5m
Coefficiente
H
K=
5 6m
H
K =6
.5m
4 H
K =7
m
Tab. 2.1 > Distanziamento L fra le opere parallele al pendio, conformemente alla figura 13 in (m).
Tab. 2.2 > Distanziamento fra le opere L parallelamente al pendio, conformemente alla figura 13 in (m).
Tab. 3.1 > Distanziamento fra le opere L' in planimetria, conformemente alla figura 1.3 in (m).
Tab. 3.2 > Distanziamento delle opere L' in planimetria, conformemente alla figura 1.3 in (m).
Nel caso di una premunizione interrotta, gli intervalli laterali A fra opere vicine che
non sono determinati dalla presenza di zone con pendenze dalle quali di regola non
avvengono distacchi di valanghe non devono superare i 2 m.
A ≤ 2m [m] (9)
Questi intervalli devono essere completamente chiusi, a monte, da strutture situate alla
distanza L (ciò non vale naturalmente per la prima fila in alto).
A=0 m
max. 6 m
A=2 m
Nella disposizione scaglionata la lunghezza degli intervalli non è definita, ma gli spazi
superiori a 2 m devono essere completamente chiusi da opere che, fra di loro, presenta-
no un distanziamento normale L o devono essere parzialmente protetti come indicato
nel capitolo 3.8.1.
3.9.1 Definizione
La lunghezza minima di una griglia di sostegno continua non dovrebbe di regola essere
inferiore a 16–22 m. Questa regola vale per tutti i sistemi di premunizione.
3.10.1 Definizioni
La pressione della neve su una struttura di sostegno dipende dai seguenti fattori locali:
Alcuni di questi fattori devono essere determinati in situ per ogni singolo progetto e, se
del caso, per ogni singola struttura; gli altri, contrassegnati con * nell’elenco di cui
sopra, vengono ricavati da formule generali. Il calcolo della pressione della neve in
funzione dei fattori menzionati è trattato nei capitoli 4 e 5.
Per la densità media di una coltre nevosa avente un’altezza estrema si adotta il
valore unitario ρH = 0.270 t/m³, valido, nelle Alpi svizzere, per un’altitudine di 1500 m
s. m. e un’esposizione ONO-N-ENE. La variazione di questo valore di base in funzione
dell’altitudine e dell’esposizione viene tenuta in considerazione applicando il coeffi-
ciente d’altitudine fc (3.10.6) e il coefficiente di slittamento N (3.10.5). Le prescrizioni
per il dimensionamento (5.5.3) considerano l’aumento, rispetto al valore di base citato,
della densità della neve dovuta all’assestamento.
Come valore di partenza per il calcolo della pressione della neve è determinante
l’altezza della struttura Hk derivata, conformemente a 3.6.2, dall’altezza estrema della
neve Hestr.
I valori del coefficiente di scorrimento in funzione della densità della neve e della
pendenza del terreno sono riportati al capitolo 4.2 (tab. n. 6). Nella pratica viene trascu-
rata la piccola variazione dovuta alla pendenza nell’intervallo compreso fra 35° e 45°
(si suppone sen2ψ = 1).
3 > Progettazione delle opere di sostegno 43
Per terreni con caratteristiche intermedie rispetto a quelle delle classi indicate, i valori
di N possono essere stabiliti per interpolazione. Se la pendenza del terreno supera i 45°,
N deve essere determinato in modo abbastanza rigoroso; se invece la pendenza del
terreno è inferiore a 35°, per la determinazione di N può essere usato un metro legger-
mente meno severo. In presenza di coefficienti di slittamento elevati occorre sempre
valutare se un aumento artificiale della rugosità del terreno (terrazzamento, palifica-
zioni, ecc.) non risulti economicamente più vantaggioso rispetto alla messa in opera di
strutture rinforzate. La costruzione di rastrelliere da neve temporanee di tipo tradizio-
nale, le cui fondazioni a monte sono generalmente in grado di sopportare solo modeste
forze di trazione, richiedono sempre un aumento artificiale della rugosità del terreno.
Il fattore d’altitudine fc non entra direttamente in gioco nella formula per il calcolo
della pressione della neve, ma è associato alla determinazione della densità. Esso
rappresenta l’aumento generalmente osservato della densità media in funzione
dell’altitudine Z (m s. m.) e tiene anche conto del corrispondente aumento del fattore di
scorrimento. Si ammette che l’aumento della pressione della neve in funzione
dell’altitudine fra 1500 e 3000 m s. m. è pari al 2 per cento ogni 100 m:
Z
fc = 1 + 0.02( − 15) (10)
100
> alla struttura geologica del terreno di fondazione (profondità, tipo e fessurazione
della roccia, caratteristiche della sua copertura, condizioni di umidità e di gelo, pre-
senza di movimenti (soliflusso) in terreno sciolto, eventuali caratteristiche chimiche
e loro compatibilità con i materiali impiegati nella fondazione);
> alla determinazione della resistenza del terreno di fondazione (ad es. prove di resi-
stenza alla trazione con tiranti di prova);
> alla scelta del tipo di struttura: dal momento che i diversi tipi di strutture hanno
esigenze diverse per quanto riguarda le fondazioni, le condizioni del terreno devono
essere esaminate e tenute in considerazione prima della scelta del tipo di struttura
(ad es. prove di perforazione e di resistenza degli ancoraggi);
> al tipo di fondazione (tiranti, micropali oppure calcestruzzo o fondazioni prefabbri-
cate).
Esposizione Esposizione
ONO-N-ENE ENE-S-ONO
Classe 1
• Detrito grossolano (d* ≥ 30 cm) 1.2 1.3
• Terreno abbondantemente ricoperto da blocchi di roccia di piccole e grandi dimensioni
Classe 2
• Superfici ricoperte da cespugli di ontano ben sviluppati o da pini striscianti alti almeno 1 m 1.6 1.8
• Gibbosità molto ben sviluppate (altezza superiore a 50 cm), ricoperte da cotica erbosa o piccoli arbusti
• Berme provocate dal bestiame, ben pronunciate
• Ciottoli grossi (d* ca. 10–30 cm)
Classe 3
• Cotica erbosa a stelo breve, cosparsa di piccoli cespugli (erica, rododendri, mirtilli, ontani, pini striscianti,con 2.0 2.4
altezza inferiore a circa 1 m)
• Ciottoli di piccole dimensioni (d* ≤ 10 cm) alternati a cotica erbosa e piccoli cespugli
• Gibbosità poco sviluppate (altezza inferiore a 50 cm) ricoperte di cotica erbosa liscia e piccoli cespugli
• Cotica erbosa con berme provocate dal bestiame, poco pronunciate
Classe 4
• Cotica erbosa liscia, a stelo lungo, uniforme 2.6 3.2
• Lastre di roccia affioranti, lisce, con stratificazione parallela al pendio
• Detrito di falda liscio, mescolato con terra
• Conche paludose
d* è il diametro medio determinante dei blocchi per stabilire la rugosità del suolo.
4 > Descrizione generica degli effetti della pressione della neve 45
4.1 Generalità
Questo capitolo orienta, in modo generico, sulle forze che entrano in gioco. Il dimen-
sionamento delle strutture deve avvenire secondo le regole previste dal capitolo 5. La
pressione della neve agente sul piano verticale alla linea di massima pendenza è di
regola composta da una pressione causata dallo smorzamento locale
H2
S'N = ρ ⋅ g ⋅ ⋅K ⋅N [kN/m'] (11)
2
S'N componente, parallela al pendio, della pressione della neve per unità di
lunghezza della superficie di sostegno (in direzione della linea di livello)
[kN/m']
ρ densità media della coltre nevosa (funzione dell’altitudine e dell’esposizione)
[t/m³]
g accelerazione di gravità terrestre (=10 m/s²)
H altezza della neve misurata verticalmente [m]
K coefficiente di scorrimento (funzione della pendenza del terreno ψ e della
densità ρ secondo la tabella 6)
N coefficiente di slittamento conformemente a 3.10.5
I valori numerici indicati nella tabella di cui sopra, moltiplicati per sen2ψ, danno i
valori approssimativi di K correlati ai diversi valori della densità.
S'N viene generalmente considerata come uniformemente ripartita sull’altezza (si tratta
di una semplificazione, dal momento che la ripartizione della pressione della neve è
assai complessa anche in presenza di una coltre nevosa omogenea).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 46
Tab. 6 > Coefficiente di scorrimento K in funzione della densità media della neve (ρ) e della pendenza
del terreno (ψ).
a
S'Q = S'N [kN/m'] (12)
N ⋅ tan ψ
a S'
= tan ε = Q (13)
N ⋅ tan ψ S'N
S'Q componente, perpendicolare al pendio, della pressione della neve per unità di
lunghezza della superficie di sostegno (in direzione della linea di livello)
[kN/m']
ε angolo compreso fra la risultante della pressione della neve (somma vettoriale
di S'N e S'Q) e la parallela al pendio [°]
a rapporto dipendente dalle caratteristiche della neve (variabile fra 0.2 e 0.5)
D2
G' = ρ ⋅ g ⋅ ⋅ tan δ [kN/m'] (14)
2
G' peso del prisma di neve per unità di lunghezza (in direzione della linea di
livello, agente in senso verticale) [kN/m']
D spessore della coltre nevosa misurato perpendicolarmente al pendio [m]
δ angolo compreso fra la superficie di sostegno e la perpendicolare al pendio [°]
G'N, G'Q componente di G' parallela e perpendicolare al pendio [kN/m']]
ρ densità media della coltre nevosa [t/m³]
Fig. 16 > Carico supplementare per superficie di sostegno non perpendicolare al pendio.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 48
Fig. 17 > Ripartizione della pressione della neve su una superficie d’appoggio interrotta lateralmente.
Ipotesi di calcolo
Ripartizione effettiva
4 > Descrizione generica degli effetti della pressione della neve 49
4.6 Pressione della neve sugli elementi slanciati di una struttura di sostegno
A causa dell’aderenza della coltre nevosa presente sotto la griglia, i puntoni delle
strutture rigide e delle reti sono soggetti a pressioni della neve dirette verso valle (cfr.
fig. 18). La grandezza di queste forze dipende in forte misura dal fattore d’influenza η
del puntone. In presenza di un marcato slittamento della coltre nevosa il fattore di
influenza aumenta. La pressione della neve sui puntoni può essere assunta come un
carico lineare q’S uniformemente ripartito:
q's pressione della neve agente sul puntone come carico lineare; la direzione di q's
è perpendicolare all’asse del puntone (diretta solo verso valle se il puntone non
può ruotare attorno al suo asse). La linea di applicazione corrisponde con
l’asse del puntone [kN/m']
η coefficiente d’influenza del puntone
S'N componente, parallela al pendio, della pressione della neve per unità di lun-
ghezza della superficie d’appoggio [kN/m'], formula (11)
- diametro e lunghezza del puntone [m]
α angolo tra l’asse del puntone e la superficie del suolo in [°]
Fig. 18 > Pressione della neve q’S sul puntone di una rete da neve.
q' S
Puntone pendolare
S' N
Rete
L u p un
de
ng
α
l
In presenza di funi in fili d’acciaio o barre soggette alla pressione della neve (ad es.
controventi laterali) bisogna prevedere degli effetti di bordo molto elevati. Questi
dipendono da tutti i fattori che determinano la pressione della neve sulle strutture di
lunghezza illimitata e inoltre dal diametro delle funi o delle barre, dalla loro posizione
in rapporto alla zona di sbarramento generata dalla struttura di sostegno e, in misura
rilevante, dal coefficiente di slittamento. La pressione della neve può essere determina-
ta in modo approssimativo con la formula (15) nella quale, al coefficiente d’influenza η
, occorre assegnare un valore più alto. La determinazione del valore del coefficiente
d’influenza η può avvenire unicamente sulla base di una stima molto grossolana. Come
ordine di grandezza, con uno spessore della coltre nevosa di 2 m, il valore del citato
coefficiente per una fune avente 1 cm di diametro è di circa 50.
A seguito delle irregolarità del terreno e della ripartizione dell’altezza della neve, la
risultante di tutte le forze agenti sulla superficie di sostegno secondo i capitoli da 4.2 a
4.4, in planimetria, non è sempre perpendicolare alla superficie di sostegno (cfr. condi-
zioni a 3.4.4). Si deve quindi considerare una forza laterale Ss parallela alla linea di
livello (5.5.6). A questo punto occorre far notare che nel settore d’influenza delle forze
di bordo si deve prevedere un aumento delle forze laterali.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 51
5.1.1 Acciaio
Per la scelta delle classi di qualità dell’acciaio valgono i requisiti stabiliti dalla norma
SIA 263 per il settore d’impiego A2 (ad es. edilizia). Secondo la tabella 18, pagina 81,
della norma SIA 263 (edizione 2003) deve essere impiegata la classe JR o, tutt’al più,
una classe superiore.
5.1.2 Legname
Per la classificazione del legname valgono le disposizioni della norma SIA 265/1,
capitolo 5, «Classificazione del legname tondo e segato».
L’impregnazione industriale del legno di abete rosso, abete bianco e pino silvestre
con una penetrazione minima di 15 mm del prodotto preservante viene ottenuta con il
cosiddetto metodo a pressione alternata. Un trattamento meccanico preliminare (ad es.
la perforazione) o una protezione supplementare nella zona di contatto fra terreno e aria
(in uso per i pali del telefono) aumenta in modo considerevole la durabilità dei puntoni
e del legname della griglia (vedi ad es. AES/SWISSCOM, 1999 Richtlinie für die
Anwendung des Bohrverfahrens als mechanische Vorbehandlung von Leitungsmasten.
VSE Nr. 2.59. Verband Schweizerischer Elektrizitätswerke (AES), Zurigo). A questo
punto occorre far notare che le vigenti norme legali in materia di sostanze velenose e di
protezione dell’ambiente prescrivono l’impiego di sostanze inoffensive per l’uomo e
l’ambiente. Se si impiega legname impregnato occorre assolutamente che questo sia
accompagnato dal marchio di qualità LIGNUM «Legname impregnato sotto pressio-
ne», che garantisce la presenza del quantitativo di prodotto previsto. L’ordinanza
contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) prescrive che l’eliminazione del legname
impregnato sotto pressione può avvenire unicamente presso un impianto adeguato
(centrale per l’incenerimento dei rifiuti o fabbrica di cemento). Per motivi tecnici ed
ecologici l’impregnazione fatta in proprio è sconsigliata. Senza autorizzazione dei
servizi tecnici cantonali non è autorizzata (ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti
ai prodotti chimici, ORRPChim, 2005).
Se si utilizzano altri materiali quali funi in fili d’acciaio, metalli leggeri, calcestruzzo,
materie sintetiche, ecc., occorre specificare con precisione le loro caratteristiche di
resistenza e di deformazione.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 53
5.2.1.1 Verifiche
La durabilità dei materiali impiegati deve essere garantita per tutta la durata
d’utilizzazione prevista.
5.2.1.2 Azioni
I valori delle azioni derivanti dalla pressione della neve calcolati secondo la direttiva
tecnica sono valori caratteristici.
5.2.2 Verifica della sicurezza strutturale della struttura portante e della griglia
Le ipotesi di carico della presente direttiva tecnica sono da considerare come azioni
variabili Qk. Per la verifica della sicurezza strutturale il coefficiente di carico γQ è pari
a 1.5. Lo stato limite della sicurezza strutturale è da considerare verificato se risulta
soddisfatto il seguente criterio di dimensionamento:
Ed ≤ Rd (16)
5.2.2.4 Valori di dimensionamento della resistenza ultima per le funi in fili d’acciaio
5.2.2.5 Valori di dimensionamento della resistenza ultima per gli altri materiali da
costruzione
Per gli altri materiali da costruzione, conformemente a quanto previsto dal capitolo
5.1.3, il valore di dimensionamento della resistenza ultima deve essere determinato di
volta in volta in collaborazione con un tecnico competente.
Anche lo stato limite della sicurezza strutturale della fondazione viene verificato
secondo la formula (16). Per tutti i carichi (azioni continue e variabili) viene considera-
to, per semplicità, un coefficiente unitario di carico γQ = γG,sup = 1.5. A questo modo,
per le azioni permanenti (ad es. peso del terreno ), viene introdotto un coefficiente di
carico superiore a quello previsto dalla norma SIA 261.
con un coefficiente unitario di resistenza γM = 1.35 sia per le fondazioni superficiali che
per i tiranti e i micropali.
Per la verifica della sicurezza strutturale gli sforzi interni devono essere determinati
con la teoria elastica. Le strutture devono presentare un appoggio staticamente defini-
to.
Gli elementi non sostituibili vicini al terreno (vale a dire fino a 40 cm al di sopra del
suolo), come ad esempio i tiranti e gli elementi della fondazione a contatto con il suolo
devono essere protetti contro la corrosione. Ciò può essere attuato mediante un sup-
plemento di spessore «a compenso della ruggine» pari a 2 mm per ciascuna delle
superfici esterne. La zincatura delle barre d’ancoraggio non è consigliabile.
In terreni molto aggressivi e/o soggetti agli effetti di correnti vaganti critiche i tiranti
devono essere provvisti di una protezione contro la ruggine della classe 2, come
previsto dalla norma SIA 267 (messa in opera di un tubo supplementare in materia
sintetica).
Per quanto riguarda la forma costruttiva occorre tener presente che, secondo il tipo
d’acciaio utilizzato, nelle zone di saldatura e di sovrapposizione sono da prevedere
importanti segni di corrosione.
Per i profilati della griglia non è consentito utilizzare materiale avente uno spessore
inferiore a 5 mm. Questi profilati possono inoltre essere sottoposti alla prova di
resilienza utilizzando un’energia d’urto pari a 3.5 kN. In questo caso la riduzione del
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 56
momento d’inerzia non può superare il 15 per cento. Questa prescrizione non vale per
la struttura portante.
Al fine di evitare danni durante il trasporto, le pareti dei profilati cavi devono avere
uno spessore di almeno 4 mm.
Gli accorgimenti costruttivi per la protezione del legno assumono una grande impor-
tanza. Le prescrizioni che seguono devono essere osservate in ogni caso:
Le misure di cui sopra non sostituiscono tuttavia l’impregnazione del legname con
prodotti adeguati e non consentono di soprassedere all’impiego di durami resistenti.
Ciò vale specialmente per gli elementi a contatto con il terreno.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 57
5.2.6 Indicazioni per il dimensionamento e la realizzazione di costruzioni con funi in fili d’acciaio
5.2.6.1 Deviazione
Nel caso di appoggi intermedi le funi in fili d’acciaio devono essere sostenute e guidate
da segmenti circolari aventi un raggio minimo pari a 2.5 volte il diametro della fune.
Per angoli di deviazione inferiori a 5° non sussistono limitazioni per il raggio. La
pressione trasversale (carico lineare) nella zona d’appoggio non può superare il valore
di 1 kN/mm’.
5.2.6.2 Congiunzioni
I fili d’acciaio di funi e reti sostituibili devono avere una zincatura della classe B
secondo EN 10264, o una zincatura normale secondo DIN 2078, oppure devono essere
dotati di un’equivalente protezione contro la corrosione.
Per elementi a trazione in fune di fili d’acciaio devono essere impiegate funi spiroidali.
Per i fili d’acciaio è richiesta una zincatura della classe A secondo EN 10264, o una
zincatura forte secondo DIN 2078. La testa del tirante a fune deve inoltre essere protet-
ta da un tubo in acciaio chiuso e annegato nella malta d’ancoraggio oppure da
un’equivalente protezione contro la corrosione.
5.3.1 Generalità
In linea di principio, la scelta della forma costruttiva della struttura portante è libera.
Ciò riguarda la geometria (inclinazione e punto d’appoggio dei puntoni, angolo con il
terreno, lunghezza delle campate, ecc.). Occorre tuttavia tener presente che le soluzioni
ottimali non si raggiungono tenendo in considerazione unicamente le forze esterne e la
pendenza del terreno: una grande importanza assumono, infatti, le caratteristiche delle
fondazioni e il procedimento di montaggio. A questo proposito si osserva che, in pre-
senza di una pendenza del terreno variabile, la sicurezza pressoché costante per tutti gli
elementi (comprese le fondazioni) è garantita quando il valore degli angoli del triango-
lo formato dalla griglia, dal puntone e dalla superficie del terreno rimane costante.
Per superfici di sostegno flessibili si adotta un angolo di circa 30° riferito al piano che
collega la base e i punti superiori di sospensione della rete.
In terreni molto ripidi i valori dell’angolo δ devono essere leggermente più bassi
rispetto a quelli riportati nei capitoli 5.3.2.1 e 5.3.2.2. Ciò per evitare che la griglia
risulti troppo piana.
5.4.1 Esecuzione
5.4.2 Manutenzione
Lo stato di manutenzione delle strutture di sostegno deve essere verificato dopo ogni
importante sollecitazione o almeno ad intervalli di 3–5 anni. Gli elementi critici (ad es.
i collegamenti fra ancoraggi e sovrastruttura) devono essere ispezionati accuratamente.
Valutazione della Conseguenze per la sicurezza Orizzonte tempo- Conseguenze per Esempi
necessità di intervento strutturale (raggiungimento della rale per l’insor- l’efficienza funziona-
e dell’urgenza di resistenza ultima o perdita della gere di danni le delle strutture di
riparazione stabilità generale della struttura di ulteriori sostegno
sostegno)
5.5.1 Generalità
La formula (17) deriva dalla formula (11), dove per la densità media della neve è stato
assunto il valore relativamente basso ρH = 0.270 t/m³, valido per un’altitudine di base di
1500 m s. m. e per un’esposizione ONO-N-ENE. Inoltre sono stati introdotti K = 0.74 e
2senψ = 1.00 (cfr. 4.2), che sono valori validi per una pendenza di 45°.
a
S'Q = S'N [kN/m'] (18)
N ⋅ tan ψ
a S'
= tan ε = Q (19)
N ⋅ tan ψ S'N
dove, di volta in volta, bisogna tenere in considerazione il caso più sfavorevole, ponen-
do a = 0.35 oppure a = 0.50.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 61
La forza del peso verticale del prisma di neve per una griglia piana, considerando una
densità media leggermente superiore nella zona di contatto con la superficie
d’appoggio, è:
Le forze di bordo S'R vengono considerate come carichi supplementari al metro lineare
paralleli al pendio e con lunghezza d’applicazione Δl (non vengono considerate ulterio-
ri forze perpendicolari al pendio). Cfr. fig. 20.
A
fR = (0.92 + 0.65 ⋅ N) ≤ (1.00 + 1.25 ⋅ N) (22)
2
II valore limite superiore a destra nella formula (22) vale per una struttura libera (A > 2
m) e non può essere superato (fig. 19).
A DK
Δl = 0.60 ⋅ ≤ [m] (23)
2 3
Il valore limite superiore a destra nella formula (23) vale per una struttura libera (A > 2
m) e non può essere superato (fig. 19).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 62
Esempi:
A
N = 2.4 A=4m fR = (0.92 + 0.65 ⋅ N) = 4.96
2
fR ≤ 1.00 + 1.25 ⋅ N = 4.00
Calcolo della lunghezza d’applicazione Δl della forza di bordo con la formula (23).
A
A=2m DK = 4 m Δl = 0.6 = 0.60m
2
DK
Δl ≤ = 1.33m
3
A
A=2m DK = 1.5 m Δl = 0.6 = 0.60m
2
DK
Δl ≤ = 0.50m
3
Fig. 19 > Fattore di bordo secondo la formula 22. Fig. 20 > Distribuzione delle forze di bordo nel caso di un’estremità libera
di una struttura (campo finale della struttura) e nel caso di una distanza fra le
strutture pari a 2 m (campo di bordo).
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 63
Per opere vicine, leggermente dislocate lungo la linea di massima pendenza (cfr. 3.8.1),
si applicano forze di bordo uguali a quelle agenti su una struttura non dislocata.
In casi particolari, malgrado una sollecitazione differenziata delle due estremità di una
struttura, si consiglia una costruzione simmetrica, dimensionata in funzione delle
forze di bordo più elevate. Ciò vale in particolare per filari di strutture aventi una
lunghezza ridotta e ubicate lungo l’orlo libero (non protetto) di una zona premunita nel
caso in cui occorra prendere in considerazione un serio pericolo derivante da azioni
dinamiche.
La grandezza della risultante R' si ottiene dall’addizione vettoriale delle somme delle
componenti parallele e perpendicolari al pendio conformemente ai capitoli 5.5.2.1,
5.5.2.2, 5.5.2.3 e 5.5.2.4 (fig. 20 e 21).
La direzione della risultante (nel piano perpendicolare alla linea di livello) si ottiene
con la formula
R'Q
tan εR = (28)
R'N
Il punto d’applicazione della risultante può essere ipotizzato a metà altezza della
struttura.
5.5.3.1 Definizione
e una risultante R' avente grandezza e direzione uguali a quelle del modello di carico 1
(fig. 22).
5.5.3.2 Particolarità
> il punto di applicazione della risultante viene a trovarsi più in basso, esattamente ad
un’altezza h/2 = 0.385 HK e
> la pressione specifica della neve [kN/m²] è maggiore (aumento dato dal fattore
1/0.77 = 1.3).
Fig. 22 > Punti di applicazione nei due modelli di calcolo della risultante e distribuzione della pressione
specifica della neve.
Modello di carico 2
Modello di carico 1
5.5.3.4 Nota
Le caratteristiche della neve assunte per il modello di carico 2 derivano dal modello di
carico 1 tenendo conto dell’assestamento e di un ulteriore apporto di neve. La densità
media così aumentata assume il valore ρh = 0.400 t/m³, valido per un’altitudine di base
di 1500 m s. m. e per un’esposizione ONO-N-ENE. Si tenga presente che, in questo
modo, ρh · h > ρH HK.
La pressione della coltre nevosa che aderisce ai puntoni delle strutture rigide e delle
reti comporta l’insorgere di forze trasversali. Queste sono relativamente piccole e
vengono ipotizzate come carico lineare uniformemente ripartito q'S , il cui valore risulta
dall’espressione (cfr. fig. 18):
Se i pesi propri delle costruzioni sono importanti devono essere tenuti in considerazio-
ne per il dimensionamento.
Per ottenere una sufficiente rigidità laterale delle strutture va tenuto conto della forza
laterale Ss, parallela alla linea di livello e agente da entrambe le parti (cfr. 4.7). Se nel
campo di bordo o nel campo finale della struttura la risultante della pressione della
neve, in planimetria, non agisce perpendicolarmente alla parete di sostegno (ed es.
negli avvallamenti), la forza laterale SS deve essere moltiplicata per il coefficiente di
bordo fR.
SS = 0.10 ⋅ S'N ⋅ l
[kN] (31)
Il punto di applicazione viene ipotizzato a metà altezza della struttura (carico unifor-
memente ripartito sull’altezza).
Occorre prevedere un’adeguata trasmissione di questo carico dalla griglia (o rete) alla
struttura portante e alle fondazioni.
5.6.1.1 Principio
Per entrambi i modelli di carico si dovrà assumere quale carico base la pressione
specifica della neve derivante dal modello di calcolo 2. Conformemente alla figura
23, per una griglia piana si ha:
P' = R'· cos(δ-εR) [kN/m'] (32)
P' componente di R' (formula 26) perpendicolare alla griglia
εR angolo compreso fra R' e la parallela al pendio, da calcolare conformemente a
5.5.2.6 con a = 0.35
Il carico lineare agente perpendicolarmente su una traversa avente una larghezza di ca-
rico b (= larghezza della traversa + parte dello spazio intermedio adiacente) ammonta a:
p'B = ph'·b [kN/m'] (34)
Fig. 23 > Carico perpendicolare alla griglia.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 68
5.6.1.3 Supplemento
Al carico specifico di cui al capitolo 5.6.1.2 si deve aggiungere, a partire dalla superfi-
cie del terreno fino ad ¼ dell’altezza della griglia e per tutta la lunghezza della struttu-
ra, un supplemento pari al 25 per cento della pressione specifica della neve ph agente
al di fuori della lunghezza di applicazione delle forze di bordo (fig. 24).
Per le griglie che possono essere sollecitate da forze di bordo ( 4.5) valgono due mo-
delli di carico determinanti (fig. 25):
> modelli di carico con le forze di bordo S'R calcolate secondo 5.5.2.4
> modelli di carico senza forze di bordo S'R
Fig. 24 > Modello di carico 1 per la griglia. Fig. 25 > Modello di carico con e senza forze di bordo.
5.7.1 Generalità
5.7.1.1 Principio
Per gli elementi della costruzione collegati rigidamente con la fondazione di monte, la
distanza fra gli appoggi si estende verso il basso fino al punto B, da considerare come
cerniera (cfr. 5.9.5.3.1 e 5.9.6.3). L’elemento strutturale compreso fra la superficie del
terreno e la cerniera B può essere considerato come non soggetto a sollecitazioni.
Nel dimensionamento dei puntoni delle strutture portanti rigide e flessibili, oltre alla
forza di compressione centrica con linea d’azione sull’asse del puntone, occorre consi-
derare anche la forza trasversale causata dalla pressione della neve (cfr. 5.5.4). En-
trambe le forze agiscono contemporaneamente con tutta la loro grandezza (interazione
della flessione e della forza normale).
La riduzione della componente, parallela al pendio, della pressione della neve, deter-
minata dalla flessibilità della superficie di sostegno, viene considerata con un coeffi-
ciente di riduzione fs. Questo coefficiente, se analizzato a fondo, dipende da diversi
fattori come lo slittamento della coltre nevosa lungo il terreno (fs aumenta con
l’aumentare di N), il valore della freccia, la forma, la pendenza e le dimensioni della
maglia della rete (quanto minore è la freccia e più strette sono le maglie, tanto maggio-
re è fs).
5.7.4.2 Freccia
Dal momento che le sollecitazioni delle reti da neve dipendono in grande misura dalla
freccia, è necessario che il suo valore sia verificato in sede di montaggio e dopo forti
sollecitazioni (allungamento delle funi). Il valore della freccia deve corrispondere a
quello prescritto dal costruttore ed equivalere al 15 per cento circa della corda della
rete.
5.7.4.3 Componente, perpendicolare al pendio, della pressione della neve e forze laterali
5.7.4.4 Supplemento
Il prisma di neve, il cui peso G' (ρ = 0.3 t/m³) va aggiunto alla pressione esercitata dalla
neve, è formato dalla superficie della rete e dalla superficie perpendicolare al pendio
passante per il bordo a monte della rete.
Se per motivi legati a particolarità costruttive può insorgere una sollecitazione eccen-
trica del puntone, la forza di compressione deve essere considerata tenendo conto della
massima eccentricità possibile.
5.7.4.8 Controventi
I controventi laterali non protetti dalla superficie della rete (cfr. anche 4.6.2) sono
soggetti alla pressione totale della neve (aumento dei coefficienti di influenza e di
bordo a seconda della distanza laterale intermedia). Ciò deve essere considerato in fase
di dimensionamento.
Per il calcolo degli sforzi interni alla base del puntone, oltre alla forza trasversale
secondo il capitolo 5.5.4, occorre considerare un’imprevista inclinazione del puntone
lungo la linea di pendenza di 10° (verso monte). La forza trasversale risultante deve
avere un valore minimo pari al 20 per cento della forza massima agente sul puntone.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 72
5.8.1 Dimensionamento della griglia dei ponti da neve (traverse parallele alla linea di livello)
La larghezza di carico della traversa inferiore si estende fino alla superficie del terreno
(cfr. fig. 26).
Per il dimensionamento delle traverse si deve tener conto di un carico lineare qB' agente
verso il basso o verso l’alto, di ugual valore in entrambi i casi (fig. 28).
Questo valore minimo è quasi sempre determinante nel caso di fattori di slittamento
elevati e forti pendenze del terreno.
La linea di applicazione della forza trasversale q'B si trova sul bordo più esterno, verso
monte, della traversa (fig. 28).
Fig. 26 > Larghezze di carico delle traverse Fig. 27 > Forze parallele alla superficie Fig. 28 > Carico trasversale sulle traverse.
della griglia. della griglia.
Traversa
Montante
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 74
> nei 3/4 superiori dell’altezza della griglia 200 mm ≤ w ≤ 280 mm,
> nel quarto inferiore dell’altezza della griglia 150 mm ≤ w ≤ 280 mm.
Nel caso di strutture con traverse ad altezza alternata, si definisce altezza utile
dell’opera HK la media aritmetica delle distanze verticali tra il terreno e il bordo supe-
riore delle traverse più alte e di quelle più basse.
Si definisce lunghezza della struttura l la distanza media delle rette che congiungono le
estremità delle traverse.
Verso il basso, la larghezza di carico di una barra si estende fino alla superficie del
terreno.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 75
5.8.2.1.3 Supplemento
Il supplemento del 25 per cento applicato alla pressione specifica della neve previsto
dal capitolo 5.6.1.3 non vale per le barre (per contro si deve considerare il capitolo
5.7.3).
Quale ipotesi di carico trasversale più sfavorevole agente sul piano della griglia paral-
lelamente alla linea di livello si deve supporre, per una barra, un carico lineare q'B con
linea di applicazione sul bordo più esterno (a monte) della barra. La grandezza di
questo carico è:
Per il collegamento delle barre alla struttura portante occorre tener conto della forza
trasversale di assestamento (componente perpendicolare al pendio di R').
5.8.2.3.1 Luce
Si definisce altezza utile della struttura la distanza verticale delle rette che congiungo-
no le testate superiori delle barre con il terreno.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 76
5.8.3 Particolarità per le reti da neve (superficie di sostegno flessibile in funi di fili d’acciaio)
Per il dimensionamento delle reti e in particolare anche dei loro elementi che trasmet-
tono le forze alla struttura portante, o alle fondazioni, si assume, conformemente a
5.6.1.2 e con le modifiche di cui a 5.7.4.1 e 5.7.4.3, il carico specifico determinato con
il modello di carico 2 su tutta l’altezza della rete.
Per la luce w tra le funi o i fili che compongono la superficie di sostegno (dimensioni
della maglia) vale quanto segue:
> se non viene applicata una rete metallica a maglia stretta, la luce netta w non deve
essere superiore a 100 mm;
> se invece viene applicata una rete metallica con una maglia di 50 mm, per le funi
basta una maglia che può variare da 200 a 250 mm;
> per garantire un sufficiente effetto frenante anche per la neve a debole coesione in
movimento, le reti possono essere ricoperte con una rete metallica con una maglia di
50 mm oppure a scacchiera con lamiera, rete a maglia fine o altro. Nel caso della
copertura a scacchiera con lamiera si consiglia una maglia della rete della griglia o
lati delle coperture da 200 a 250 mm.
L’altezza utile HK è data dalla media aritmetica delle distanze verticali fra il terreno ed
il punto più alto e quello più basso del bordo superiore dalla rete, misurate in una
campata centrale in condizione di carico.
5.9.1 Principio
Le forze di trazione possono essere assorbite mediante tiranti (cfr. 5.9.7). Per le premu-
nizioni contro le valanghe in pendii soggetti al permafrost con fenomeni di scorrimento
del terreno tollerabili entrano in considerazione solo le reti da neve, assai meno sensibi-
li al citato fenomeno rispetto alle strutture rigide (cfr. 7.4.3.1).
Le fondazioni a monte di alcuni fra i tipi più comuni di rastrelliere da neve in legno
sono in grado di sopportare solo forze di trazione molto ridotte (cfr. fig. 32). Per ridurre
al minimo queste forze, occorre:
> prevedere un aumento della rugosità del terreno con terrazzamenti o palificazioni se
si è in presenza di coefficienti di slittamento elevati,
> evitare di mettere in opera simili strutture su terreni molti ripidi o in zone con altez-
ze della neve troppo elevate.
Fig. 29 > Struttura di sostegno con fondazioni separate e con indicata la determinazione grafica
delle forze di fondazione di un puntone con collegamento a cerniera alle 2 estremità e un montante
con appoggio a cerniera in B (arco a tre cerniere).
La fondazione del puntone è costituita da una piastra, quella del montante da un micropalo e da
un tirante in terreno sciolto.
Montante
R = risultante
B
Tirante in terreno sciolto
Puntone T
Diagramma delle
Micropalo
forze
T
U
R Riempimento con materiale
di scavo
Piastra di fondazione
Fig. 30 > Struttura di sostegno con «Riegel». La fondazione a valle è costituita da un micropalo
e da un tirante in terreno sciolto, quella a monte da un tirante in terreno sciolto.
Montante
Puntone
Tirante in
«Riegel» terreno sciolto
Tirante in
terreno sciolto
Micropalo
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 79
5.9.3.1 Principio
Di regola, nel caso di fondazioni a monte e a valle separate (5.9.2.1, fig. 29), il colle-
gamento tra il puntone e il montante deve essere articolato. Nel caso in cui è previsto
un «Riegel» (5.9.2.1, fig. 30) o se la fondazione risulta in roccia, questa articolazione
può invece essere rigida.
Rete
Ancoraggio a fune
Ancoraggio a fune
Fig. 32 > Rastrelliera da neve in legno. La fondazione a monte è eseguita con un elemento orizzontale
detto soglia.
Longarina
Travetto
Saetta
Puntone Soglia
Fig. 33 > Piastra di fondazione di una rete da neve fondata sulla superficie del terreno.
α
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 82
Fig. 34 > Resistenza specifica del terreno σα in funzione della direzione della forza α.
σα
σo
α
ψ
La resistenza del terreno (limite della resistenza) perpendicolare al pendio σ90 dipende
dalla pendenza, dalle caratteristiche del terreno, dalle dimensioni e dalla profondità
d’incastro della fondazione. Questo valore deve essere determinato scrupolosamente in
funzione delle caratteristiche locali. Sulla base dell’esperienza nel settore delle premu-
nizioni contro le valanghe si può ritenere che la resistenza del terreno di fondazione
perpendicolare al pendio σ90 varia dai 500 ai 1000 kN/m².
Dopo la messa in opera delle fondazioni il materiale di scavo va riposto nello scavo e
costipato accuratamente.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 83
5.9.5.1 Definizione
Per elementi annegati nel calcestruzzo, in particolare per quelli realizzati in leghe di
alluminio, occorre tener conto del pericolo di corrosione.
Il carico trasmesso alla fondazione consiste in un’unica forza TK. Il punto di applica-
zione B di TK deve essere ipotizzato ad una distanza pari a 0.4 c dalla base della fonda-
zione (c = altezza della fondazione, cfr. fig. 35). B corrisponde all’appoggio inferiore,
considerato puntiforme, del relativo elemento strutturale e determina la distanza fra gli
appoggi. Per il dimensionamento del montante si suppone che l’appoggio possa ruotare
liberamente attorno a B.
2 ⋅ ( TN,k + GN,k )
Fc ≥ [m²] (41)
σα
TN,k componente, perpendicolare alla faccia della fondazione Fc, del valore caratte-
ristico della forza risultante sull’appoggio
GN,k componente, perpendicolare alla faccia della fondazione Fc, del valore caratte-
ristico del peso della fondazione (compreso il materiale di riporto tratteggiato
nella fig. 35)
σα resistenza specifica del terreno di fondazione nella direzione perpendicolare a
Fc (cfr. tab. 8 e cap. 5.9.4.6)
Il carico trasmesso alla fondazione consiste in una forza caratteristica singola Tk, che
agisce eccentricamente. Il punto di applicazione di Tk si trova nell’articolazione.
Secondo il capitolo 5.9.3.2 questo tipo di collegamento non entra di regola in conside-
razione nel caso di fondazioni separate in terreno sciolto.
TN,k componente, normale alla faccia della fondazione Fc, del valore caratteristico
della forza risultante sull’appoggio
GN,k componente, normale alla faccia della fondazione F1, del valore caratteristico
del peso della fondazione, compreso il peso del terreno (superficie tratteggiata
nella fig. 36)
GT,k componente, parallela alla faccia della fondazione F1, del valore caratteristico
del peso della fondazione, compreso il peso del terreno (superficie tratteggiata
nella fig. 36)
F1 faccia a valle della fondazione fino alla superficie del terreno
F2 faccia laterale della fondazione fino alla superficie del terreno (tratteggiata
nella fig. 36)
sB carico di rottura al taglio lungo le facce della fondazione in terreno vergine
secondo tabella 9.
ϕEk valore caratteristico dell’angolo d’attrito per la trasmissione delle forze di
compressione (supposto costante)
Fig. 36 > Dimensionamento della fondazione in calcestruzzo a monte in funzione delle forze di taglio
nel terreno.
Se non vengono eseguite prove specifiche in situ per la determinazione del carico di
rottura al taglio sB, dovranno essere applicati i valori che seguono, validi per una
profondità della fondazione t pari a 1 m:
Tab. 9 > Carico di rottura al taglio lungo le facce della fondazione in terreno vergine.
Tab. 10 > Aumento della carico di rottura al taglio sB in funzione della profondità di fondazione.
Misura verticale della profondità Valore effettivo di sB in funzione del valore di sB per una profondità
della fondazione t in m della fondazione pari a 1 m
1.0 1.0·sB (1 m)
1.5 1.2·sB (1 m)
2.0 1.3·sB (1 m)
3.0 1.4·sB (1 m)
Per altre profondità i valori intermedi possono essere calcolati tramite interpolazione lineare.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 86
Esempio:
se per una ghiaia molto grossolana e compatta il valore di sB per una profondità di
fondazione di 1 m è di 30 kN/m², per una profondità di fondazione di 1.25 m il carico
di rottura al taglio sarà
SB = 1.1·30 = 33 kN/m²
Terreno sciolto
Roccia
T G
T,
k T,
k
Gk
k
N,
G
B
Tk Fondazione
c prefabbricata a monte
0.
4c
k
N,
T
1
F
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 87
5.9.6.1 Definizione
5.9.6.2 Corrosione
Per le congiunzioni rigide tra la struttura portante e la fondazione (fig. 38) si fa riferi-
mento al capitolo 5.9.5.3.
L’aumento dei valori di s*B in funzione della profondità di fondazione t (in m) può
essere calcolato con la formula seguente:
s *B(1m )
s *B( t ) = ⋅ (1 + t )
2 [kN/m²] (46)
Fig. 39 > Dimensionamento della fondazione prefabbricata a monte in funzione delle forze di taglio
nel terreno.
T F2
T, G
k T, k
Gk
k
N,
G
Tk Fondazione
c prefabbricata a monte
0.4
c
k
N,
T
t F1
Zona superficiale
>0
Materiale di riempimento .5
m
UN,k
UT,k
Piastra di fondazione
α FC
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 89
La faccia a valle della fondazione FC, che deve trovarsi per intero al di sotto dello stato
superficiale di 0.5 m (fig. 40), deve soddisfare la seguente condizione:
2 ⋅ UN,k
FC ≥
σα
[m²] (47)
UN,k valore caratteristico della forza assiale del puntone normale alla faccia della
fondazione Fc
σα resistenza specifica del terreno nella direzione normale a Fc (cfr. tab. 9 e
5.9.4.6)
UT,k valore caratteristico della forza trasversale alla base del puntone parallela alla
faccia della fondazione Fc
ϕEk angolo d’attrito caratteristico per la trasmissione delle forze di pressione
(ritenuto costante, tanϕEk = 0.8, vedi formula 43)
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 90
5.9.7.1.1 Generalità
La fondazione delle strutture di sostegno con tiranti e micropali è di regola più vantag-
giosa rispetto ai metodi descritti nei capitoli 5.9.5 e 5.9.6.
I tiranti sono elementi portanti slanciati e relativamente corti, messi in opera previa
trivellazione e sollecitati a trazione. Con riferimento a questa direttiva tecnica non
vengono, di regola, messi in tensione.
L’introduzione delle forze dalla struttura portante al tirante o al micropalo deve avveni-
re all’altezza della superficie del terreno, senza nessuna sporgenza.
la verifica della resistenza mediante prove di estrazione, con sollecitazioni fino a 1.35
volte la forza di trazione massima prevedibile Fk. Se necessario, i tiranti e i micropali
devono essere sostituiti. Per la verifica della qualità d’esecuzione è consigliabile ese-
guire prove di trazione sul 5 per cento circa dei tiranti o almeno 3 prove per tipo di
terreno con parametri geotecnici simili.
5.9.7.1.8 Dimensionamento
Per quanto riguarda la verifica della sicurezza strutturale valgono anche i capitoli 5.2.2
e 5.2.3.
ED ≤ RD (49)
5.9.7.2.1 Principio
5.9.7.2.2 Esecuzione
Nella roccia adatta ai tiranti viene praticato un foro, nel quale viene introdotto un
tirante (barra nervata o fune metallica) con o senza dispositivo di bloccaggio. Il foro
viene riempito con malta d’ancoraggio dal basso verso l’alto, muovendo nel contempo
la barra.
5.9.7.2.3 Impiego
Il diametro minimo del foro deve corrispondere ad almeno 1.5 volte il diametro della
barra, ammesso che la copertura minima di malta raggiunga i 10 mm. Prima
dell’iniezione il foro deve essere convenientemente pulito con aria compressa.
5.9.7.2.5 Dimensionamento
Tab. 11 > Resistenza specifica ultima, esterna alla trazione, per tiranti in roccia poco fratturata
in funzione del diametro della perforazione.
Diametro della perforazione Tensione di rottura fra malta Resistenza ultima all’estrazione e per
d’ancoraggio e roccia metro lineare di lunghezza del tirante
(mm) sk (N/mm²) Ra,k' (kN/m')
30 1.00 95
45 2.00 280
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 93
5.9.7.3.1 Principio
I tiranti in terreno sciolto sono in grado di assorbire le forze di trazione agenti in dire-
zione assiale.
La possibile presenza di forze trasversali, originate dalle forze laterali descritte nel
capitolo 5.5.6, viene tenuta presente ma non viene presa in considerazione per il di-
mensionamento.
Per contro, le forze trasversali derivanti dalla deviazione della forza agente sui tiranti a
monte (in fune d’acciaio) delle reti devono essere tenute in considerazione per il di-
mensionamento. In condizioni favorevoli (terreno solido e compatto) è sufficiente la
messa in opera di un tubo di stabilizzazione supplementare in acciaio. Se le condizioni
sono sfavorevoli (presenza di humus, terreno soffice, slittamento pronunciato) è rac-
comandabile l’esecuzione di una fondazione in calcestruzzo.
Se si prevede che, in planimetria, la risultante della pressione della neve non agisce
perpendicolarmente alla superficie di sostegno (a causa delle irregolarità del terreno o
della ripartizione della neve), per il dimensionamento dei tiranti di strutture singole o
di filari di strutture corti, (L < 10 m) devono essere considerate le forze trasversali
derivanti dal carico supplementare conformemente a 5.5.6.
Fig. 41 > Fondazione in calcestruzzo armato per l’assorbimento delle forze di deviazione.
La fondazione riduce la pressione sul terreno esercitata dal tirante a fune.
Fondazione in
calcestruzzo armato
Ancoraggio in
fune di fili d’acciaio
o
ggi
nc ora onte For
d’a a m za
r za de
o l ti
deviazione
F ra
Forza di
n te
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 94
5.9.7.4.2 Impiego
5.9.7.4.4 Dimensionamento
I tiranti con guaina devono essere dimensionati conformemente a 5.9.7.1.8. Per il pre-
dimensionamento può entrare in considerazione la resistenza caratteristica all’estra-
zione Ra,k di un tirante dello stesso tipo in funzione della lunghezza ancorata e del tipo
di terreno, secondo il diagramma riportato nel seguito (fig. 42). Ciò se non sono state
eseguite prove di estrazione di tiranti o se non si dispone di esperienze pratiche in
terreni simili. La pur affidabile suddivisione in condizioni di terreno medie e scadenti
(terreno molto soffice) è assai difficile da attuare sul cantiere. Per la determinazione
definitiva delle lunghezze dei tiranti deve essere eseguita una serie di prove di estrazio-
ne. Per ettaro di zona da premunire occorrono almeno da 3 a 5 prove (cfr. 5.9.7.1.5). Se
le condizioni del sottosuolo sono molto eterogenee, il numero delle prove deve essere
aumentato di conseguenza.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 95
Fig. 42 > Valore caratteristico della resistenza limite all’estrazione Ra,k in funzione della lunghezza ancorata e del tipo di terreno
per tiranti con e senza bulbo.
700
Valore caratteristico della resistenza all’estrazione Ra,k
600
500
terreno medio
400
terreno scadente
terreno molto soffice
300 fascia di deviazione
200
100
0
2 3 4 5 6 7 8
Lunghezza ancorata in [m]
Terreno medio: terreno compatto con materiale fine coesivo (ad es. detrito grossolano unito a materiale fine, ghiaie sabbiose asciutte).
Terreno scadente: terreno soffice, con materiale fine senza coesione e non legante, con angoli d’attrito bassi (ad esempio prodotti di alterazione umidi
e a grana fine che non garantiscono una buona aderenza fra ancoraggio e terreno), detriti di falda.
Terreno molto soffice: terreno molto soffice, simile all’humus, con vuoti.
5.9.7.5.1 Esecuzione
Una carica fatta esplodere all’estremità inferiore del foro crea una cavità (bulbo) a
forma di cipolla. Il foro deve essere preventivamente protetto con un tubo in acciaio
per permettere l’introduzione, dopo l’esplosione, della barra d’ancoraggio che deve
attraversare tutto il bulbo. Bulbo e foro vengono in seguito completamente iniettati con
malta d’ancoraggio per mezzo di una lancia d’iniezione.
5.9.7.5.2 Impiego
Questo tipo di ancoraggio è adatto per terreni da ghiaiosi a sabbiosi ben compatti.
5.9.7.5.4 Nota
L’esperienza insegna che da 50 a 100 g di esplosivo lento formano un bulbo avente una
capacità variante da 30 a 50 l.
5.9.7.5.5 Dimensionamento
Gli ancoraggi con bulbo devono essere dimensionati conformemente a 5.9.7.1.8. Per un
predimensionamento può essere stimata la resistenza caratteristica all’estrazione Ra,k
di un ancoraggio dello stesso tipo in funzione della lunghezza ancorata e del tipo di
terreno secondo il diagramma riportato nel seguito (fig. 46). Ciò se non sono state
eseguite prove di estrazione di ancoraggi o se non si dispone di esperienze pratiche in
terreni simili. Il diagramma è valido anche per ancoraggi doppi. La pur affidabile
suddivisione in condizioni di terreno medie e scadenti è assai difficile da attuare sul
cantiere. Per la determinazione definitiva delle lunghezze d’ancoraggio deve essere
eseguita una serie di prove di estrazione. Per ettaro di zona da premunire occorrono
almeno 3–5 prove (cfr. 5.9.7.1.5). Se le condizioni del sottosuolo nella zona da premu-
nire sono molto eterogenee, il numero delle prove deve essere aumentato di conse-
guenza.
5 > Dimensionamento delle strutture di sostegno composte 97
Fig. 43 > Valore caratteristico della resistenza all’estrazione Ra,k in funzione della lunghezza ancorata e del tipo di terreno
per ancoraggi con bulbo.
700
valido a partire da una lunghezza ancorata di 3.0 m
Valore caratteristico della resistenza all’estrazione Ra,k
600
500
200
100
0
2 3 4 5 6 7 8
Lunghezza ancorata in [m]
Terreno medio: terreno compatto con materiale fine coesivo (ad es. detrito grossolano unito a materiale fine, ghiaie sabbiose asciutte).
Terreno scadente: terreno soffice, con materiale fine senza coesione e non legante con angoli d’attrito bassi (ad es. prodotti di disgregazione umidi
e a grana fine che consentono una scarsa aderenza fra ancoraggio e terreno), detriti di falda.
5.9.7.6 Micropali
5.9.7.6.1 Principio
Le forze trasversali (al minimo il 20 % della forza di compressione centrica con linea
d’azione sull’asse del puntone) causate da carichi supplementari (errori di perforazione,
forze trasversali agenti sui puntoni secondo 5.5.4) devono essere considerate per il
dimensionamento della fondazione. Queste forze devono essere assorbite da ancoraggi
supplementari o dalla resistenza del terreno.
In presenza di terreni con caratteristiche scadenti, di marcato slittamento o di pendenze
localmente elevate, il micropalo deve essere assicurato con un ancoraggio supplemen-
tare.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 98
5.9.7.6.3 Esecuzione
5.9.7.6.5 Dimensionamento
5.9.7.6.6 Nota
Nel caso in cui la direzione dell’introduzione della forza di compressione non sia
definita in modo esatto (ciò riguarda ad esempio i puntoni pendolari delle reti da neve,
collegati alla fondazione mediante un’articolazione sferica, la fondazione, in terreno
sciolto, mediante micropali e tiranti è da ritenere precaria. In casi simili è più vantag-
gioso prevedere un plinto in calcestruzzo o una piastra di fondazione.
In presenza di condizioni scadenti di terreno (ad es. scarsa resistenza, forti perdite di
malta, fori instabili) si può far capo ad ancoraggi autoperforanti, ancoraggi a sacco,
iniezioni successive sotto pressione, o a perforazioni con il rivestimento del foro (cfr.
5.9.7.4). In questi casi, per la definizione della lunghezza ancorata necessaria, sono
indispensabili delle prove di resistenza.
6 > La malta d’ancoraggio nella costruzione di opere di premunizione contro le valanghe 99
6.1.1 Scopo
Nei capitoli che seguono viene stabilito il procedimento per le prove di idoneità e per il
controllo della conformità della malta d’ancoraggio durante i lavori di iniezione sul
cantiere. Le prescrizioni che seguono sono vincolanti per l’impiego della malta d’anco-
raggio nelle opere di premunizione contro le valanghe sovvenzionate dalla Confedera-
zione.
L’idoneità di una malta d’ancoraggio deve essere dimostrata mediante una prova ese-
guita presso un laboratorio neutro. La prova di idoneità e il relativo rapporto perdono la
loro validità dopo 3 anni. La prova di idoneità costituisce la base per l’omologazione
della malta d’ancoraggio (cfr. 8.3).
Durante i lavori di iniezione sul cantiere è necessario un controllo continuo della con-
formità del prodotto utilizzato. La frequenza delle prove deve essere adeguata al quan-
titativo di malta impiegato, all’importanza del cantiere, alla competenza dell’impresa e
alle esperienze fatte con le attrezzature impiegate (combinazione miscelatrice-pompa);
essa deve inoltre essere stabilita in modo tale da consentire la percezione dell’effettiva
dispersione delle caratteristiche dalla malta. La prova deve aver luogo in un laboratorio
neutro. Dal momento che per conoscerne i risultati sono necessari da 1 a 2 mesi è
consigliabile procedere alle prove preliminari prima dell’inizio dei lavori; durante le
operazioni di iniezione ci si può limitare al controllo delle caratteristiche della malta
fresca determinandone il contenuto in pori d’aria.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 100
6.2.1.1 Esami
La malta da sottoporre alla prova dell’idoneità deve possedere una consistenza tale da
permettere un regolare pompaggio. La prova deve comprendere i seguenti esami:
Sulla malta fresca vengono determinati secondo il metodo EMPA i valori della sedi-
mentazione e dell’espansione, il contenuto dei pori d’aria e la massa volumica.
Sulla malta indurita sono previsti i seguenti esami, per i quali vengono impiegati prismi
di 40/40/160 mm, confezionati secondo il metodo EMPA:
> massa volumica, resistenza alla flesso-trazione e alla compressione dopo 24 ore, 3,
7, 14 e 28 giorni (conservazione all’aria, ad una temperatura di 20° e con un’umidità
relativa del 90 %), come previsto dalla norma SIA 215.001;
> misura del modulo d’elasticità dopo 28 giorni, conformemente alla norma SIA
262/1, allegato G (intervalli di tensione σ = 0.5 ... 5.0 N/mm²);
> determinazione della resistenza al gelo FS secondo la vecchia norma SIA 162/1,
prova n. 7, su sezioni di prisma (inizio della prova dopo 21 giorni);
> misura dalla variazione in lunghezza secondo norma SIA 261/1, allegato F (condi-
zioni ambientali: 20 °C e 70 % di umidità relativa), durata della prova fino a 90 gior-
ni.
6.2.2.4 Conservazione
6.2.2.6 Provini
6.3.1.1 Generalità
La malta speciale deve possedere tutti i requisiti previsti dalla prova d’idoneità della
malta normale. L’esame della malta avviene secondo il capitolo 6.2.1.
Inoltre deve sottostare ad una prova specifica di idoneità all’impiego in terreno o roccia
permanentemente gelati. L’impiego della malta speciale viene esaminato fino a una
temperatura del sottosuolo di –4 °C. Per poter permettere il confronto dei risultati
occorre che le prove vengano eseguite secondo il metodo adottato dall’EMPA.
Diametro Ø D
Durchmesser
(generalmente 100 mm)
(i.a. 100 mm)
Isolazione
Wärmedämmung
(polistirolo)
(Polystyrol) 30
Kunststoffbecher
Recipiente cilindrico
(spessore delle
(Wandstärke pareti al
max.
massimo 1 mm)
1.0mm)
AcquaSolbad
salata (-4°C)
(-4°)
Sonde termiche
Thermistoren
(al centro und
(zentrisch e verso
aussen,
inl’esterno, a metà altezza)
halber Höhe)
H>D
Thermistor
Sonda termica
(nell’acqua salata)
(im Solbad)
Mörtelfüllung
Riempimento con malta
Isolazione
Wärmedämmung
(polistirolo) 30
(Polystyrol)
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 104
Gli 8 provini devono essere subito depositati in una salamoia (acqua con il 10 % di
sale), precedentemente raffreddata a –4 °C, e rimanere completamente immersi fino alla
base dello strato superiore d’isolazione. Il decorso del raffreddamento della malta e,
per controllo, la temperatura del bagno salato devono essere misurati in continuazione.
Il volume della salamoia preraffreddata per la conservazione di un provino è di 5 l. Il
rapporto fra il volume della salamoia e quello del provino è di 5:1. Con questo pro-
cedimento un provino inerte (che ha già fatto presa e che quindi non libera più il calore
provocato dall’idratazione) viene raffreddato, in 60–75 minuti, da 20 °C a 0 °C. Questa
velocità di raffreddamento corrisponde a quella che si verifica durante l’iniezione di
malta in terreno sciolto o roccia permanentemente gelati.
Dopo la permanenza al gelo la malta deve avere i seguenti valori limite, conformemen-
te a 6.2.2. La resistenza alla compressione viene determinata per tutti i provini, che
prima della prova vengono riscaldati per 24 ore ad una temperatura di 20 °C.
6.3.1.6 Lavorabilità
La lavorabilità della malta speciale deve essere dimostrata mediante prove pratiche con
le comuni attrezzature d’impasto e d’iniezione. Devono essere esaminate la consistenza
(che deve essere idonea all’iniezione) e la durata della lavorabilità.
Il controllo della conformità della malta speciale deve avvenire secondo il capitolo
6.2.2.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 105
7.1.1.1 Permafrost
Oberfläche
Superficie
Au ftauschicht
decine di metri)
spessore
-lla
raggiungere
Oscillazioni
atd umr
prtem inv
efirlo oramt )
m fi (Wra )
Schwankungen
stagionali
p
pelo itnu
r o e
cuizu
P l (p tate
m S
Strato
T e otefim
(
rade trea
s
(e
tulla r)
pr
(bis
Permafrost-
r-
Tetto del
(il
spiegel
permafrost
può raggiungere
zehn
di metri)
Perm afrostkörper
mehreren
mächtig)
spessore
decine
Gradient
Permafrost
Metern
cui zu
geot
G radient
alcune
e geoterm
(il(bis
thermi sche
ico
Permafrost-
r
Base del
basis
permafrost
negative
Temperature 0°C positive
Temperature
Temperaturen
negative Temperaturen
positive
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 106
Il tetto del permafrost è il limite superiore della porzione di terreno interessato dal
fenomeno. Esso si trova alla profondità a partire dalla quale ha inizio il permafrost vero
e proprio. Il terreno sottostante presenta temperature negative durante tutto l’anno. Il
limite inferiore del permafrost è denominato base del permafrost. Lo strato di terreno
che si trova sopra il tetto del permafrost, che disgela durante l’estate e rigela durante
l’inverno, viene definito strato di gelo-disgelo (active layer).
I ghiacciai rocciosi, che rappresentano una tipica manifestazione del permafrost, sono
costituiti da una massa di detriti sovrasaturi di ghiaccio. A causa della viscosità del
ghiaccio i cosiddetti ghiacciai rocciosi attivi sono soggetti a movimento gravitativo e
scorrono lentamente verso valle. I ghiacciai rocciosi fossili, denominati anche inatti-
vi, sono invece antichi flussi di ghiacciai rocciosi, che in seguito alla fusione del
ghiaccio non sono attualmente più in movimento.
7.1.2.1 Presenza
Il sottosuolo di una zona di permafrost può essere costituito di materiale sciolto (in alta
montagna si tratta sovente di detrito di falda o di morena) o di roccia. Nei versanti
interessati dal permafrost, gli strati di terreno in prossimità della superficie sono soven-
te composti da materiale grossolano disgregato che ricopre la roccia madre.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 107
7.1.2.4 Scorrimento
7.1.2.5 Fessure
Dal momento che la presenza di permafrost dipende da diversi fattori (7.1.2.1), non è
possibile definire genericamente il limite inferiore (altitudine in m s. m.) del perma-
frost.
W E
3200
3100
3000
2900
2800
2700
2600
2500
2400
2300
2200
2100 m a.s.l.
m.ü. M
S
Permafrost
Permafrost unwahrscheinlich
improbabile
Permafrost
Permafrostmöglich
possibile
Permafrost (secondo
(nach Haeberli,
Haeberli, 1975)
1975)
Permafrostwahrscheinlich
probabile
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 109
Criteri d’esame: Indicatori della presenza di permafrost nel sottosuolo: Indicatori dell’assenza di permafrost nel sotto-suolo:
7.2.2.1 Sondaggio
Se sulla base delle prime valutazioni e delle osservazioni fatte sul terreno (cfr. 7.2.1.2–
7.2.1.4) si sospetta la presenza di permafrost, nella successiva fase di progettazione
occorre prevedere dei sondaggi geognostici (fig. 47). Le perforazioni perpendicolari
dovrebbero raggiungere una profondità di 8–10 m e possono essere eseguite con le
attrezzature normalmente impiegate sui cantieri di premunizione contro le valanghe
(martello fondo foro). Il numero e la disposizione dei sondaggi nella superficie da
premunire devono essere stabiliti in modo tale che l’indagine possa essere rappresenta-
tiva per tutto il perimetro. Come regola generale, se il terreno è omogeneo, potrebbero
bastare 1–2 sondaggi per ettaro; in zone con terreno di condizioni mutevoli il numero
dei sondaggi deve essere aumentato di conseguenza.
Fig. 47 > I differenti profili della temperatura nelle zone con e senza permafrost.
PiccoloBetonschacht
kleiner pozzetto
conDeckel
mit coperchio
Marcatura
Markierungdella
des
perforazione
Bohrloches
(z.B.
(ad es.mit
con un
Armierungs-
ferro d’armatura
eisen d=12mm)
d=12mm)
8-10m 8-10 m
da otturare
Mörtel
con malta
verdämmen
ProfonditàBohrtiefe
Polyaethylenrohr
Tubo in polietilene
d=50-60mm
d=50-50 mm
(wasserdicht, unten
(impermeabile,
mit Boden, oben mit
otturato in fondo, con
Deckel)
coperchio)
Bohrloch
Perforazione
d = d=95mm
95 mm
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 111
Il foro può anche essere equipaggiato con una serie di sonde termiche, allacciate ad un
raccoglitore di dati (datalogger) per la memorizzazione degli stessi. Questo procedi-
mento, anche se più oneroso di quello convenzionale a mano, permette una misurazio-
ne continua della temperatura.
I rilievi della temperatura nel sottosuolo devono avvenire, almeno una volta, nel mese
di settembre e di ottobre. In questo periodo, nel sottosuolo, ad una profondità di 4–6 m,
si riscontrano le temperature massime. Se alla profondità indicata si trovano temperatu-
re < 0 °C, significa che la zona esaminata è interessata dal permafrost. L’interpretazio-
ne delle temperature negative in prossimità della superficie deve essere molto accurata,
poiché nel mese di ottobre ha già inizio il raffreddamento del terreno a partire dalla
superficie. La presenza di eventuali temperature negative negli strati superficiali del
sottosuolo potrebbe essere causata dal rigelo degli strati disgelati o unicamente da una
gelata stagionale, senza che nel sottosuolo vi sia presenza di permafrost. Si è in presen-
za di permafrost vero e proprio solo quando vengono misurate temperature negative a
partire da 2–5 m di profondità.
Fig. 48 > I differenti profili della temperatura nelle zone con e senza permafrost.
Permafrost: Non-Permafrost:
ra -
tu luar
l ra elt
1m
pfie dr a
1m
ftau-
sch icht
rmo filpoe
Strato di
ra ellra-
disgelo
pe dtu
gelo-
ra
tpe reom
mfil lor a
tu
Au
teo ofpi e
PT
Tetto del
Permafrost-
1m
1m
pr Prm
permafrost
spiegel
Te
1m
1m
non gelato
nich t gefroren
1m
Untergrund
Permafrost
1m
afrost
Sottosuolo
1m
Perm
1m
1m
1m
1m
1m
Per mezzo delle misure della temperatura e dei relativi profili è possibile distinguere le
zone con permafrost da quelle non interessate dal fenomeno (fig. 48). Il profilo della
temperatura permette inoltre di determinare lo spessore dello strato di gelo-disgelo e la
profondità del tetto del permafrost.
Per la misura della temperatura occorre far capo ad uno strumento idoneo. Questo non
deve essere troppo lento, poiché è necessaria una rapida reazione alla variazione di
temperatura. La sua precisione deve essere verificata periodicamente in acqua con
disciolto del ghiaccio: se necessario si procederà a una taratura del termometro. Allo
scopo si prepara un miscuglio di cubetti di ghiaccio sminuzzati e acqua fredda, che
deve essere rimestato in continuazione. Il calore sprigionato dallo scioglimento del
ghiaccio permette di mantenere una temperatura costante di 0 °C. Al posto del ghiaccio
può venir usata della neve.
7.3.1 Generalità
Dal punto di vista geotecnico il detrito di falda con forte pendenza e poco compattato si
trova in uno stato di equilibrio instabile, poiché l’angolo d’attrito interno del materiale
corrisponde a quello del pendio. Questo tipo di detrito può pertanto essere soggetto a
movimenti superficiali di pochi millimetri all’anno, senza che la causa sia da addebita-
re al permafrost in terreni sciolti saturi di ghiaccio.
7.3.3.1 Generalità
Per le misurazione geodetiche devono essere posati sul terreno (ad es. su grossi sassi)
dei punti muniti di bulloni di misurazione. Il luogo di stazionamento dello strumento
deve essere scelto su terreno stabile (ad es. su roccia) ed assicurato mediante più punti.
I fori per la posa dei tubi inclinometrici possono essere eseguiti con le perforatrici
comunemente impiegate nei cantieri di premunizione contro le valanghe (con martello
fondo foro). Il tubo, compreso il fondo e il coperchio (fig. 49) deve essere impermeabi-
le all’acqua, che, se fosse in grado di penetrare, comporterebbe la formazione di ghiac-
cio nel tubo. Le misure danno indicazioni circa l’entità dei movimenti e dell’eventuale
orizzonte di slittamento. La base del tubo inclinometrico deve possibilmente trovarsi
ancorata nella roccia, in modo tale che le misurazioni possano basarsi su un punto di
riferimento fisso. Se ciò non è possibile, la parte superiore del tubo deve essere monito-
rata mediante misurazioni geodetiche, al fine di determinare i movimenti superficiali
del pendio.
Piccolo
kleinerpozzetto
Betonschacht
con
mit coperchio
Deckel
Marcatura del
Markierung tubo
des
inclinometrico
Inklinometerrohres
(z.B.
(ad esmit
conArmierungs-
un ferro
eisen d=12mm)
d’armatura d=12 mm)
della posizione
perforazione
roccioso
orizon t
dije
Iniezione Vermörteln
substrato
Bohrtiefe
con malta
in funzione
Profondità
delFelsh
nach
Inklinometerrohr
Tubo inclinometrico
(Durchmesser=71mm,
(diametro = 71mm,
Rohr,suolo
tubo, Boden und
e coperchio
Deckel wasserdicht)
impermeabili)
m 1.0 m
ntso
m in.
izoio
oror cc
min. 1.0
h
eralsto
Ft
bs Perforazione
Su Bohrloch
d=120-130mm
d=120-130mm
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 115
Stabili
(massimamente in roccia) 0 cm/ anno • Premunizione secondo 7.4.2
Movimenti contenuti
(terreni sciolti ricchi di ghiaccio, 0.5−2 cm/ • Premunizione secondo 7.4.3:
detriti di falda discretamente stabili) anno – È probabile un maggior dispendio di mezzi per la manutenzione
Movimenti marcati
(terreni sciolti ricchi di ghiaccio, 2−5 cm/ anno • Premunizione secondo 7.4.3:
detriti di falda instabili) – da eseguire con strutture di sostegno solo se è giustificato un rapporto costi-benefici elevato
– si renderà necessario un maggior dispendio di mezzi per la manutenzione, poiché a medio
termine sono da attendersi dei danni
– probabile durata ridotta delle strutture di sostegno
– devono essere valutati interventi alternativi alle strutture di sostegno nella zona di distacco
Movimenti forti
(terreni sciolti ricchi di ghiaccio, > 5 cm/ anno • La premunizione è consentita solo se non sussistono alternative valide:
ghiacciai rocciosi, detriti di falda – la durata delle opere a medio e lungo termine non è garantita
molto instabili) – devono essere eseguite opere alternative alle strutture di sostegno nella zona di distacco
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 116
7.4.3 Misure di premunizione in terreni sciolti soggetti a permafrost, con scorrimenti tollerabili
I tipi di strutture omologati per il permafrost sono riportati nella «Typenliste Lawine-
verbau» (diffusione: UFAM, Servizio di documentazione, 3003 Berna) che viene
periodicamente aggiornata (cfr. 8.9).
I ponti da neve rigidi non sono ammessi, poiché in seguito ai movimenti del terreno
sono soggetti a sovraccarichi e a sollecitazioni sfavorevoli alla loro stabilità.
I valori della pressione della neve sulle strutture sono uguali a quelli che si verificano
nelle zone senza permafrost. Il dimensionamento della sovrastruttura in funzione della
pressione della neve può avvenire conformemente a quanto previsto dal capitolo 5. Lo
slittamento della coltre nevosa nelle zone interessate dal gelo permanente, secondo
l’esperienza, è generalmente contenuto (scarso irradiamento solare, presenza frequente
di detrito grossolano).
7.4.3.4 Fondazioni
7.4.3.4.1 In generale
I puntoni delle reti da neve possono essere fondati su micropali (costituiti da tubi in
acciaio e non da semplici barre) o su piastre d’acciaio.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 117
7.4.3.4.2 Micropali
Il micropalo deve essere composto da un tubo in acciaio rigido (fig. 50) avente le
seguenti caratteristiche: diametro esterno = 76 mm, spessore delle pareti = 10 mm,
acciaio di qualità Fe 355 ...). Per garantire un buon attrito fra l’acciaio e la malta
d’ancoraggio il tubo deve essere irruvidito (ad es. mediante incisioni sulla parete
esterna). Le forze trasversali causate da eventuali leggeri ribaltamenti del puntone sono
assorbite dal micropalo rigido, che nella parte superiore deve essere munito di un
tirante. In detriti di falda poco compattati occorre valutare la necessità di una fondazio-
ne supplementare in calcestruzzo attorno alla parte superiore del micropalo.
La piastra di fondazione in acciaio (fig. 50) è poco sensibile al ribaltamento del punto-
ne. La geometria delle reti da neve può essere registrata assai facilmente. A seconda
delle condizioni del terreno, la piastra deve essere posata su un letto di calcestruzzo e
fissata mediante una fune d’acciaio ai tiranti a fune a monte e a valle oppure a un
tirante separato. Nell’ambito del calcolo degli sforzi interni alla base del puntone, oltre
alle forze trasversali indicate nel capitolo 5.5.4, va presunta un’imprevista inclinazione
supplementare del puntone pari a 10° lungo la linea di massima pendenza, verso monte.
La forza trasversale risultante deve avere un valore minimo pari al 20 per cento della
forza massima agente sul puntone. Strati di terreno superficiale insufficientemente
compattati devono essere rimossi. Il dimensionamento della superficie della piastra
deve avvenire in funzione della resistenza del sottosuolo (cfr. 5.9.4.6).
Stahlrohr
Tubo unter alla
d’acciaio Grundplatte aus in acciaio
Piastra basale
Pendelstütze Stahl unter
base del puntone alla base del puntone
Pendelstütze
P end
P en d
s-
ePlst
n g rzo
unütot ze
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Peulnstt ü t z
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Eventuale fondazione
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Betonaus-
Strato di calcestruzzo S
Tirante a fune gleichsschicht
di livellamento
Zuganker zur
stabilizzante
Stabilisation
Stahlrohr
Tubo in acciaio
daussen
dext = 76= mm
76 mm
t t==10
10mmmm
(mit Quetschungen)
(irruvidito)
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 118
In detriti di falda molto poco compatti i tiranti a fune, che devono sopportare sollecita-
zioni molto elevate, richiedono una fondazione in calcestruzzo armato per la ripresa e
la ripartizione nel terreno delle forze di deviazione risultanti (fig. 41). La resistenza del
sottosuolo va stabilita secondo 5.9.4.4 e 5.9.4.6.
Il tirante a valle può essere eseguito in modo convenzionale con una fune metallica.
La premunizione contro i danni causati dalle valanghe deve avvenire mediante inter-
venti alternativi, come ad esempio l’accertamento delle zone soggette a pericolo di
valanghe e le relative evacuazioni nei momenti di pericolo, la costruzione di terrapieni
di deviazione o di arresto, ecc.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 119
In terreni sciolti con forte contenuto di ghiaccio, come ad esempio i ghiacciai rocciosi,
non è consentito costruire terrapieni, poiché le sollecitazioni trasmesse al sottosuolo
(fig. 51) potrebbero causare un incremento dei valori di scorrimento. L’aumento delle
tensioni nel terreno potrebbe comportare un aumento dello scorrimento del pendio.
Terrapieno di deviazione
Auffangdamm
Permafrostboden
Permafrost
(eisreiches Lockergestein) Aum v
(terreno sciolto ricco e e rstä r
di ghiaccio) diPsecrm anfrto d kt s
orrim ostkel em o
echevimen
enrito
deln p to
erma
frost
In terreni sciolti con poco contenuto di ghiaccio, che non hanno tendenza allo scivola-
mento, la costruzione di terrapieni è ammessa. Mediante le necessarie indagini geotec-
niche occorre dimostrare che la stabilità complessiva del sottosuolo non è compromes-
sa. I valori dell’angolo d’attrito dei terreni sciolti gelati sono ridotti, quelli della
coesione sono tuttavia più alti.
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 120
7.5.1.2 Rivestimento
Negli strati superficiali del terreno, costituiti spesso da detrito di frana scarsamente
addensato, può risultare utile il rivestimento del primo metro di perforazione. In pre-
senza di terreni sciolti insufficientemente stabili, bisogna in ogni caso valutare
l’opportunità di impiegare ancoraggi autoperforanti (ancoraggi combinati per la perfo-
razione e l’iniezione).
L’attitudine alla perforazione del sottosuolo può essere verificata in occasione delle
perforazioni geognostiche (7.2.2), ciò che permette di pianificare tutti gli accorgimenti
necessari.
I tiranti in roccia possono essere messi in opera conformemente al capitolo 5.9.7.2. Per
il predimensionamento vale la tabella 11, mentre che il dimensionamento definitivo
deve avvenire sulla base di una serie di prove, conformemente al capitolo 7.5.4.
Nei pendii che rappresentano potenziali zone di distacco di valanghe (pendenza del
terreno superiore a 28°) si trova generalmente un terreno asciutto o con poco contenuto
di ghiaccio. Ciò è dovuto al fatto che l’acqua di superficie defluisce lungo il pendio e
pertanto non può verificarsi un’importante formazione di ghiaccio nel sottosuolo. Sulla
base delle perforazioni geognostiche eseguite risulta possibile effettuare una valutazio-
ne qualitativa della presenza di ghiaccio nel sottosuolo (7.2.2.7). In terreni sciolti
asciutti o insaturi di ghiaccio il predimensionamento degli ancoraggi può avvenire sulla
base della figura 42 del diagramma. La differenziazione delle condizioni del sottosuolo
richiede una valutazione visiva, sul posto, delle qualità e del grado di compattazione
del terreno secondo 5.9.7.4.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 121
7.5.4.1 Generalità
Una distinzione visiva affidabile fra terreno medio, sfavorevole e molto poco compatto
è estremamente difficile. Per il dimensionamento definitivo della lunghezza dei tiranti
devono essere compiute delle prove di resistenza all’estrazione (fig. 52). L’esecuzione
di queste prove risulta vantaggiosa se avviene in concomitanza con le perforazioni
geognostiche per la determinazione dell’eventuale presenza di permafrost (7.2.2). Per
ettaro di superficie da premunire devono essere eseguite almeno da 3 a 5 prove. Se le
caratteristiche del sottosuolo della zona da premunire sono molto eterogenee, il numero
delle prove deve essere convenientemente aumentato.
Versuchsanker:
Tirante di prova:
Micrometro
Messuhren Martinetto
Kraftmessdose
Elevatore
Presse
min. 40-50 cm
Auflagerbalken
Trave d’appoggio
Eichenschwellen
Traversine di rovere
libera
del tirante
Ankerlänge
mm
Lunghezza
2-3.02-3
freie
Tubo di plastica
Plastikrohr
(con Schrumpf-
(mit guaina
kerungs-
termoretraibile)
schlauch abgedichtet)
Lunghezza
½
ancorata
länge
1.0m
1,0 m
Veran
Giunta scorrevole
Gleitfuge
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 122
Fk ⋅ 4 ⋅ a
L = +1 (50)
Ra,k '
dove:
L: lunghezza totale necessaria in [m] del tirante
Fk : valore caratteristico della forza di trazione o di compressione (forza agente sui
tiranti determinata dalla pressione della neve senza coefficiente di carico) [kN]
a: profondità media della lunghezza ancorata (fig, 52) durante la prova di resi-
stenza all’estrazione [m]
Ra,k': resistenza specifica all’estrazione su una lunghezza ancorata pari a 1.0 m (fig.
52)
L a corretta iniezione dei tiranti deve essere controllata dalla direzione dei lavori. Se
sussistono dubbi che la tenuta possa essere insufficiente, durante l’esecuzione dei
lavori i tiranti possono essere sottoposti alla prova di resistenza alla trazione. In questo
caso la forza cui è sottoposto il tirante deve essere pari al 135 per cento della forza
effettiva Fk agente sui tiranti. Per questa prova, attorno alla testa del tirante va rimossa
la malta d’ancoraggio su una lunghezza di 0.5 m al fine di evitare un’interazione di
forze indesiderate fra il tirante e la struttura di appoggio. Il tasso di scorrimento viscoso
kadm non può essere superiore a 1.0 mm.
7 > Premunizioni contro le valanghe nel permafrost 123
Le caratteristiche della malta devono soddisfare le condizioni previste dal capitolo 6.3.
Le normali malte d’ancoraggio non sono ammesse. Le malte speciali, omologate per il
permafrost, ossia per terreni o rocce con temperature inferiori a 0 °C, sono riportate
dall’UFAM nell’elenco comprendente i tipi di strutture omologati («Typenliste Lawi-
nenverbau», cfr. 8.9). Queste malte possono essere impiegate fino a temperature del
sottosuolo di –4 °C. Durante l’estate, nel permafrost è raro che le temperature, nello
strato di terreno interessato dai tiranti, scendano a valori inferiori. Le temperature del
sottosuolo vengono misurate in occasione delle perforazioni geognostiche (7.2.2).
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 124
Per garantire l’inizio del processo di presa, prima dell’iniezione le malte speciali
devono essere riscaldate fino a 20 °C. Per far ciò basta semplicemente riscaldare
l’acqua prima di procedere all’impasto. Nella tabella 14 che segue (ammettendo un
rapporto di mescolanza acqua/malta secca pari a 0.18) è riportata la temperatura che
deve avere l’acqua in funzione di quella della malta secca:
Tab. 14 > Temperature dell’acqua necessarie a seconda della temperatura della malta secca.
0 °C 44 °C
4 °C 39 °C
8 °C 34 °C
12 °C 29 °C
16 °C 24 °C
20 °C 20 °C
7.6.4 Iniezione
7.7 Manutenzione
Con l’aiuto
Sopralluogo con
- della geomorfologia/geologia
Permafrost un geomorfologo
- di misurazion inclinometriche
improbabile o un geologo
- delle misurazioni condotte da ingegneri
capitolo 7.2.1.4
capitolo 7.3.2, 7.3.3
Permafrost possibile
o probabile
Esecuzione di:
- perforazioni geognostiche Permafrost Valutazione del grado
Permafrost
- misurazioni della temperatura presente di scorrimento
escluso
- valutazione della perforabilità del sottosuolo
capitolo 7.2.2, 7.5.1
8 > Omologazione
8.1 Scopo
Se in una zona da premunire si riscontrano parametri locali più elevati (ad es. pendenza
del terreno > 45° o N > 2.5) occorre prevedere strutture di sostegno dimensionate di
conseguenza (costruzioni speciali).
8.4 Requisiti
Le caratteristiche della malta d’ancoraggio devono essere provate mediante una prova
d’idoneità. I valori minimi vincolanti sono riportati nel capitolo 6 «Impiego della malta
d’ancoraggio nella costruzione di opere di premunizione contro le valanghe».
8.5 Esami
> azioni conformemente alla direttiva tecnica per la costruzione di opere di premuni-
zione contro le valanghe nella zona di distacco (2006);
> modello strutturale/sistema statico (requisiti per l’utilizzazione);
> calcolo degli sforzi interni e delle reazioni degli appoggi;
> dimensionamento degli elementi rilevanti in acciaio secondo la norma SIA 263 o
l’Eurocodice 3 «Costruzioni in acciaio»;
> strutture di sostegno rigide: traverse della griglia, puntoni, montanti, «Riegel»,
collegamenti (piastre di supporto, spinotti, bulloni, introduzione delle forze, saldatu-
re), diametro di tiranti e micropali, piastre di fondazione (profili, introduzione delle
forze);
> strutture di sostegno flessibili: puntoni, pioli (sforzi tangenziali e di taglio), base del
puntone, maglia della rete, fune perimetrale della rete, controventi di valle, funi di
collegamento, funi di rinforzo della rete, ancoraggio del puntone, tiranti a fune/an-
coraggi;
> qualità della protezione contro la corrosione degli ancoraggi;
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 130
La prova d’idoneità della malta d’ancoraggio deve essere fatta eseguire, direttamente
dal produttore, dall’EMPA o da un altro laboratorio di prova neutro. Il procedimento
della prova è descritto al capitolo 6 (Impiego della malta d’ancoraggio nella costruzio-
ne di opere di premunizione contro le valanghe). L’SNV e la CEVCP esaminano il
rapporto della prova d’idoneità tenendo conto dei valori limite previsti dal capitolo 6.
8 > Omologazione 131
a) Documentazione generale
Richiesta di omologazione con t:
– generalità e indirizzo del richiedente,
– oggetto da esaminare con i parametri locali,
– indice dei piani e dei calcoli statici inoltrati,
– luogo, data e firma.
b) Calcoli statici
– fascicolo dei calcoli statici con le generalità dell’autore, la data, l’oggetto da
esaminare con i relativi parametri locali,
– contenuto dei calcoli statici: tutti i calcoli e le verifiche devono essere esposti
in modo da poter essere ricostruiti (formule di calcolo, valori ipotizzati, risultati
intermedi e finali). I calcoli con il solo risultato finale, senza derivazione,
non sono accettati.
h) Documentazione da inoltrare
– inoltro dei formulari di richiesta, dei calcoli statici e dei piani, in 2 copie,
all’UFAM, Divisione Prevenzione dei pericoli, CH 3003 Berna
– Dopo la verifica, con esito positivo, dei calcoli statici e dei piani da parte
dell’SNV, la documentazione corretta deve essere inoltrata, in 11 esemplari,
all’UFAM, Divisione Prevenzione dei pericoli, CH 3003 Berna.
I costi relativi all’esame dei calcoli statici vengono fatturati, di regola, in funzione del
tempo impiegato.
I costi relativi alla fornitura della struttura di prova sono a carico del richiedente. I costi
derivanti dalla messa in opera sono a carico del relativo progetto di premunizione. Se la
struttura viene omologata, il costo della stessa sarà rimborsato al fornitore. I costi
complessivi di una struttura di prova non devono superare quelli di una struttura rego-
lare nel medesimo cantiere.
Le strutture di sostegno (ad eccezione di quelle previste per parametri locali più eleva-
ti) e le malte d’ancoraggio omologate vengono riportate, per conto dell’UFAM, sulle
relative liste dei tipi, o delle marche omologati. Queste liste sono aggiornate costante-
mente e pubblicate sul sito Internet dell’UFAM.
> Allegato
Figure Fig. 20
Distribuzione delle forze di bordo nel caso di un’estremità libera
Fig. 1 di una struttura (campo finale della struttura) e nel caso di una
Ponte da neve. 15 distanza fra le strutture pari a 2 m (campo di bordo). 62
Fig. 21
Fig. 2
Rastrelliera da neve. 15 Risultante della pressione della neve. 63
Fig. 3 Fig. 22
Punti di applicazione nei due modelli di calcolo della risultante e
Rete da neve. 15
distribuzione della pressione specifica della neve. 65
Fig. 4
Fig. 23
Velocità di scorrimento e di slittamento della coltre di neve. 19
Carico perpendicolare alla griglia. 67
Fig. 5
Premunizione completa di un’unità di terreno. 25 Fig. 24
Modello di carico 1 per la griglia. 68
Fig. 6
Premunizione parziale. Disposizione in file degradanti e Fig. 25
Modello di carico con e senza forze di bordo. 68
separazione del bordo della zona non premunita. 25
Fig. 26
Fig. 7
Premunizione continua. 26 Larghezze di carico delle traverse della griglia. 73
Fig. 8 Fig. 27
Premunizione frammentaria interrotta. 26 Forze parallele alla superficie della griglia. 73
Fig. 9 Fig. 28
Carico trasversale sulle traverse. 73
Premunizione frammentaria scaglionata. 26
Fig. 29
Fig. 10
Premunizione frammentaria combinata. 26 Struttura di sostegno con fondazioni separate e con indicata la
determinazione grafica delle forze di fondazione di un puntone
Fig. 11 con collegamento a cerniera alle 2 estremità e un montante con
Media areale delle altezze estreme della neve Hestr. 31 appoggio a cerniera in B (arco a tre cerniere). 78
Fig. 12 Fig. 30
Altezza della griglia e della rete. 32 Struttura di sostegno con «Riegel». La fondazione a valle è
Fig. 13 costituita da un micropalo e da un tirante in terreno sciolto, quella
Coefficiente di stanziamento. 35 a monte da un tirante in terreno sciolto. 78
Fig. 14 Fig. 31
Raccorciamento parziale degli intervalli fra le opere. 40 Rete da neve. 80
Fig. 15 Fig. 32
Intervalli laterali fra le opere nella premunizione scaglionata. 40 Rastrelliera da neve in legno. La fondazione a monte è eseguita
con un elemento orizzontale detto soglia. 80
Fig. 16
Carico supplementare per superficie di sostegno non Fig. 33
perpendicolare al pendio. 47 Piastra di fondazione di una rete da neve fondata sulla superficie
del terreno. 81
Fig. 17
Ripartizione della pressione della neve su una superficie Fig. 34
d’appoggio interrotta lateralmente. 48 Resistenza specifica del terreno σα in funzione della direzione
della forza α. 82
Fig. 18
Pressione della neve q’S sul puntone di una rete da neve. 49 Fig. 35
Dimensionamento della fondazione a monte in calcestruzzo in
Fig. 19
funzione delle forze di compressione nel terreno. 83
Fattore di bordo secondo la formula 22. 62
Direttiva tecnica per la costruzione di opere di premunizione contro le valanghe nella zona di distacco UFAM / WSL 2007 136
Fig. 36 Tabelle
Dimensionamento della fondazione in calcestruzzo a monte in
funzione delle forze di taglio nel terreno. 85 Tab. 1
Fig. 37 Vantaggi e svantaggi. 27
Fondazione in roccia adatta ai tiranti. 86
Tab. 2.1
Fig. 38 Distanziamento L fra le opere parallele al pendio, conformemente
Dimensionamento della fondazione prefabbricata a monte in alla figura 13 in (m). 36
funzione delle forze di compressione nel terreno. 86 Tab. 2.2
Fig. 39 Distanziamento fra le opere L parallelamente al pendio,
Dimensionamento della fondazione prefabbricata a monte in conformemente alla figura 13 in (m). 37
funzione delle forze di taglio nel terreno. 88
Tab. 3.1
Fig. 40 Distanziamento fra le opere L' in planimetria, conformemente alla
Dimensionamento della fondazione prefabbricata a valle. 88 figura 1.3 in (m). 38
Fig. 41 Tab. 3.2
Fondazione in calcestruzzo armato per l’assorbimento delle forze Distanziamento delle opere L' in planimetria, conformemente alla
di deviazione. La fondazione riduce la pressione sul terreno figura 1.3 in (m). 39
esercitata dal tirante a fune. 93 Tab. 4
Fig. 42 Coefficiente d’altitudine in funzione dell’altitudine. 43
Valore caratteristico della resistenza limite all’estrazione Ra,k in Tab. 5
funzione della lunghezza ancorata e del tipo di terreno per tiranti Classi di terreno e coefficienti di slittamento. 44
con e senza bulbo. 95
Tab. 6
Fig. 43 Coefficiente di scorrimento K in funzione della densità media
Valore caratteristico della resistenza all’estrazione Ra,k in
della neve (ρ) e della pendenza del terreno (ψ). 46
funzione della lunghezza ancorata e del tipo di terreno per
ancoraggi con bulbo. 97 Tab. 7
Analisi dello stato di manutenzione delle opere di sostegno. 59
Fig. 44
Dimensioni del provino. 103 Tab. 8
Determinazione della resistenza specifica del terreno. 82
Fig. 45
Tipico andamento della temperatura nel permafrost. 105 Tab. 9
Carico di rottura al taglio lungo le facce della fondazione in
Fig. 46
terreno vergine. 85
Diagramma per la valutazione della presenza di permafrost. 108
Tab. 10
Fig. 47 Aumento della carico di rottura al taglio sB in funzione della
I differenti profili della temperatura nelle zone con e senza
profondità di fondazione. 85
permafrost. 110
Tab. 11
Fig. 48 Resistenza specifica ultima, esterna alla trazione, per tiranti in
I differenti profili della temperatura nelle zone con e senza
roccia poco fratturata in funzione del diametro della perforazione. 92
permafrost. 111
Tab. 12
Fig. 49 Criteri d’esame. 109
Tubo inclinometrico per la misurazione dei movimenti di un
pendio. 114 Tab. 13
Valori di scorrimento e possibili misure di premunizione. 115
Fig. 50
Fondazione del puntone pendolare in presenza di movimenti di Tab. 14
scorrimento. 117 Temperature dell’acqua necessarie a seconda della temperatura
della malta secca. 124
Fig. 51
Terrapieno su terreno soggetto a permafrost sciolto. 119 Tab. 15
Procedura di omologazione delle strutture di sostegno. 128
Fig. 52
Esecuzione di prove di resistenza alla trazione. 121 Tab. 16
Procedura di omologazione della malta d’ancoraggio. 128
Fig. 53
Diagramma. 125