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Il “periodo caldo” romano

“Ager” e “saltus”
 Centuriazione nella Pianura Padana
Una natura addomesticata
 Melibeo: O fortunato vecchio, allora i campi resteranno
tuoi. E per te grandi abbastanza, anche se la nuda pietra e
la palude con il limaccioso giunco invadano tutti i pascoli;
non insidieranno le pecore pregne inconsueti pascoli, né
faranno loro del male i pericolosi contagi del vicino
bestiame; fortunato vecchio, qui fra noti torrenti e sacre
fonti godrai l’ombrosa frescura; da una parte la siepe di
sempre dal vicino confine, succhiata dalle api iblee nel fiore
del salice spesso t’inviterà ad entrare nel sonno con il lieve
sussurro: dall’altra il potatore canterà ai venti sotto un’alta
rupe, né tuttavia nel frattempo le rauche colombe, tua cura,
né la tortora, cesseranno di gemere dalla cima dell’olmo.
 Virgilio Bucolica I.
Il bene del coltivare
 Dopo che ci fummo messi a sedere Agrasio disse: “Voi
che avete viaggiato per molti paesi, ne avete mai visto
uno coltivato meglio dell‘Italia?” "Io invero", disse
Agrio, "penso che non ce ne sia nessuno che sia così
ben coltivato in tutte le sue parti.
 Bisogna dire che essa fu sempre più adatta alla
coltivazione che non l'Asia. Prima di tutto perché è
situata in Europa, secondariamente perché ha un
clima più temperato delle regioni al centro di questo
continente.
 Varrone De re rustica
Un paese selvaggio
 Il quale suolo, alquanto vario d'aspetto, nell'insieme risulta
irto di selve e infestato da paludi, più umido verso le Gallie,
più ventoso verso il Norico e la Pannonia; abbastanza
fertile, inadatto agli alberi da frutta, ricco di bestiame, per
lo più di piccola taglia. Neppure i buoi hanno la loro
solenne bellezza o l'ornamento delle corna; conta per loro
la quantità e sono l'unica e più gradita ricchezza…
 Portano in battaglia immagini di belve e simboli divini
tratti dai boschi sacri, e - cosa che più d'ogni altra sprona al
coraggio - la formazione di uno squadrone di cavalleria o di
un cuneo avviene non per casuale raggruppamento, ma in
base alle famiglie e ai clan
 Tacito, La Germania, libro I
Selvaggi
 Il popolo degli Unni, poco noto agli antichi storici, abita al di là delle paludi
Meotiche lungo l'oceano glaciale e supera ogni limite di barbarie. ...
 Hanno membra robuste e salde, grosso collo e sono stranamente brutti e curvi,
tanto che si potrebbero ritenere animali bipedi…
 Per quanto abbiano la figura umana, sebbene deforme, sono così rozzi nel
tenor di vita da non aver bisogno né di fuoco né di cibi conditi, ma si nutrono
di radici di erbe selvatiche e di carne semicruda di qualsiasi animale, che
riscaldano per un po' di tempo fra le loro cosce ed il dorso dei cavalli. Non sono
mai protetti da alcun edificio, ma li evitano come tombe separate dalla vita
d'ogni giorno. Neppure un tugurio con il tetto di paglia si può trovare presso di
loro, ma vagano attraverso montagne e selve,
 Nessuno fra loro ara né tocca mai la stiva di un aratro. Infatti tutti vagano senza
aver sedi fisse, senza una casa o una legge o uno stabile tenor di vita.
Assomigliano a gente in continua fuga sui carri che fungono loro da
abitazione…
 Se s'interrogano sulla loro origine, nessuno può dare una risposta, dato che è
nato in luogo ben lontano da quello in cui è stato concepito edin una località
diversa è stato allevato
 Ammiano Marcellino, Storie, XXXI
Alberi sacri
 Così un altro giorno, avendo demolito un antichissimo tempio in un villaggio, e
intrapreso ad abbattere un pino che si ergeva vicinissimo al santuario, il
sacerdote di quel luogo e tutta la turba dei pagani cominciarono a opporglisi.
Ed essendo i medesimi rimasti quieti per volontà di Dio mentre il tempio
veniva demolito, non tolleravano che l’albero fosse tagliato. Egli s’adoprava per
far loro osservare che non v’era nulla di sacro in un ceppo; seguissero piuttosto
il Dio, che egli stesso serviva; bisognava abbattere quell’albero, poiché era
consacrato a un demonio. Allora uno di quelli, ch’era più ardito degli altri,
disse: “Se tu hai qualche fiducia in quel Dio, che dici di venerare, noi stessi
abbatteremo questo albero, ricevilo su di te nella sua caduta: e se il tuo Dio è
con te, come asserisci, ti salverai”.
 Ma allora l’avresti creduto spinto all’indietro da una sorta d’uragano –, il pino
crollò dalla parte opposta, così che quasi schiacciò i contadini, che erano stati lì
come in luogo sicuro. Quindi, levato un clamore al cielo, i pagani stupirono al
miracolo, i monaci piansero di gioia, tutti all’unisono glorificarono Cristo: fu
ben chiaro che in quel giorno era venuta la salvezza per quelle contrade.
 Sulpicio Severo, Vita di san Martino

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