TEPEST

Livello Culturale: Primo Medioevo;

Ecologia: completa;
Clima/Territorio: foreste temperate e colline, con piccole zone di inverno, primavera o autunno
perenni (magicamente indotti);
Anno di formazione: 691 BC
Popolazione: 15,500
Razze: Umani (98%), Goblin (1%), Altri (1%); varie tipologie di fate e folletti.
Gruppi etnici umani: Tepestani (99%), Altri (1%) (Darkoniani, Vaasi)
Lingue: Tepestani*, Darkonese, Goblin, Sylvan, Vaasi
Religione: Belenus*, Ezra, il Legislatore.
Governo: insediamenti indipendenti a guida aristocratica o teocratica.
Regnante: Nessuno.
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Darklord: Tre streghe (hags) note come le Tre Sorelle.

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Cenni generali
Il Tepest è una terra di antiche foreste
incastonate tra le frastagliate colline rocciose
del Passo Timori, e confinante coi Domini di
Nova Vaasa, del Keening e con l' abisso che
ha preso il posto delle scomparse G’Henna e
Markovia. La maggior parte del territorio si
trova ad un’altitudine compresa tra 500 e 800
metri sopra il livello del mare, ma nel nord del
Dominio si trova una montagna che sale a
quasi 1.500 metri.
Gli inverni e le estati in questa terra sono
brevi e miti, con una stagione primaverile che
normalmente porta settimane di pioggia
ininterrotta. L’autunno arriva presto nel
Tepest ed è molto prolungato, permettendo al
grano, all’orzo e alle altre messi di avere il
tempo sufficiente per la loro maturazione.
Il lungo autunno è anche segnato da tempo
imprevedibile, soprattutto lungo il fiume
Nebbia Nera, a sud del Lago Kronov .
Qui lo scontro di venti caldi provenienti dalle
pianure di Nova Vaasa e delle correnti d’aria
fredda provenienti dai Monti Balinok, può
causare violente tempeste che possono
scoppiare con poco o nessun preavviso.
Questo stesso scontro di correnti calde e
fredde è anche la causa, in quelle zone, di un
cielo perennemente plumbeo.
Due dei tre insediamenti più importanti del
Tepest , Briggdarrow e Viktal, si trovano sulla
sponda sud del lago Kronov.
Questo grande, limpido lago montano è
alimentato, e a sua volta alimenta, tutti i corsi
d’acqua che scorrono attraverso la regione.
I Tepestani sostengono che il lago sia la sede
di un mostro, che la popolazione locale
chiama l'Avanc.
Esistono, allo stato attuale, sei diverse
descrizioni della creatura, tramandate da bardi
e menestrelli locali, e decisamente diverse a
loro volta da quella ufficiale, che si può
trovare nei volumi della biblioteca di Kellee.
Pertanto, si deve supporre o che il lago
Kronov sia il bacino acquatico più infestato di
mostri di tutto il Nucleo Centrale oppure, più
verosimilmente, che si tratti di diverse
creature acquatiche che migrano da e verso il
lago attraverso fiumi e corsi d’acqua.
Ma la moltitudine di descrizioni dell’Avanc
può anche essere, molto più semplicemente,
un sintomo del rapporto vacillante tra i
Tepestani e il concetto di accuratezza storica.
Il territorio Tepestani è essenzialmente
collinoso e ricoperto da estese foreste
inframmezzate da brevi praterie erbose.
Ad uno straniero, il territorio tepestani può
sembrare niente altro che una vastissima
foresta punteggiata qua e là di praterie. In
realtà, per i nativi, ogni zona boschiva ha la
sua particolarità ed anche un suo proprio
nome.
I boschi a nord dei fiumi Dnar Meridionale e
Lynn Kathryn, e fino alla frontiera
montagnosa con Darkon vengono chiamati
Wretchwood. In queste zone si trovano la
maggior parte degli insediamenti più piccoli
del reame.
La zona boschiva tra i fiumi Dnar Meridionale
e Lynn Kathryn e il Lago Kronov è chiamata
Tanglewood, una delle due zone del dominio
dove cresce una particolare specie di rovo che
da delle bacche utilizzate per produrre un vino
particolarmente pregiato (ne parleremo più
avanti).
Le foreste che si estendono nella regione
posta rispettivamente a ovest del Crying
River, a nord del Lago Kronov e fino alle
pendici brulle del Monte Lamento vengono
chiamate Goblinwood, con un’altra parte
boschiva, il Wytchwood, immediatamente a
sud.
Una serie di creste brulle e la Strada Timori
Est separano queste due foreste, in cui
resistono pochi insediamenti umani mentre
molti di più sono gli insediamenti goblin.
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Le foreste a sud del fiume Dnar Meridionale
hanno una pessima reputazione tra i
Tepestani.
La zona ricompresa tra le sorgenti del fiume
Dnar Vaughn fino al lento diradarsi degli
alberi che lascia il posto alle praterie
governate da Tristan Hiregaard, è conosciuta
col nome di Wormwood. Questa foresta è
rifugio di fuorilegge Vaasan, folletti e di
enclaves di seguaci di Hala.
La zona a sud di Viktal, tra i fiumi Dnar
Vaughn e Nebbia Nera, è una foresta che i
Tepestani chiamano “il Blackwood”, anche se
nella maggior parte delle mappe del Tepest è
nota prevalentemente con il suo nome vistani,
Brujamonte, che si traduce
approssimativamente come “Bosco delle
Streghe”.
Alcuni dicono che anche i folletti esitano ad
avventurarsi in questo bosco, e gli esseri
umani che vivono nei pressi di Viktal o sulle
colline lungo il fiume Nebbia Nera, si
guardano bene anche dall’avvicinarsi ai
confini di questa mosteriosa foresta.
Secondo le voci prevalenti, nel Brujamonte
dimorerebbero creature così spaventose e
contorte che anche i Vistani preferiscono
evitare la zona.
Una nota curiosa sul fiume Nebbia Nera è che
prima del Grande Sconvolgimento esso si
gettava nel Lago Kronov partendo da una
sorgente che esisteva all'interno del
Brujamonte.
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Ora il fiume scorre direttamente dal lago
Kronov, rovesciandosi nel Dirupo d’Ombra in
un’enorme cascata.
Il modo più semplice e più sicuro per
raggiungere i più importanti insediamenti del
dominio è quello di viaggiare lungo la Strada
Timori Est, che è pattugliata regolarmente da
rangers di Viktal e da miliziani di Kellee. La
Strada Timori un tempo si estendeva ininter-
rotta da Lekar (Falkovnia) fino ad Egertus
(Nova Vaasa), fornendo un’importante
alternativa al normale itinerario attraverso il
Passo Svalich, in territorio Baroviano,
nonostante le bande goblin che spesso
assalivano le carovane.
Il grande cataclisma che diede origine al
Dirupo d’Ombra ha praticamente tranciato in
due questa importante strada commerciale.
Ora il troncone orientale della Strada Timori
si interrompe sui frastagliati contorni del
Dirupo d’Ombra.
Gli insediamenti umani, nel Tepest, sono
sparsi e costituiti essenzialmente da una o più
abitazioni che vanno dalla semplice capanna a
vere e proprie fattorie in legno intonacato a
calce ed imbiancato, con tetti in paglia o in
legno.
Tuttavia, al di fuori dei centri principali di
Kellee, Viktal e Briggdarrow, tali
insediamenti sono abbastanza rari.
Le principali fonti di sostentamento, per una
famiglia tepestani, sono costituite
dall’allevamento di pollame, ovini o capre,
dalla pesca o dal commercio di pellame.
I granai, i templi, locande dei tre principali
insediamenti e gli edifici che ospitano le
personalità dell’Inquisizione a Viktal sono le
uniche strutture di una certa dimensione che
svettano in un generale panorama di abitazioni
che normalmente non superano un piano di
altezza.
I templi tepestani sono per lo più privi di
copertura (in modo che il Dio Belenus possa
assistere dall’alto alle funzioni religiose a lui
dedicate) e sono in genere le uniche strutture
in pietra degli insediamenti maggiori.
Gli insediamenti dei numerosi goblin che
infestano il dominio (chiamati, dai locali,
“folletti”) sono per la maggior parte costituiti
da caverne profonde ed articolate, i cui
ingressi sono difesi da trappole ben nascoste.
In ogni sistema di caverne normalmente
vivono da tre a quattro clan di goblins, e tutte
sono dotate di almeno due uscite in modo da
garantire, ai loro occupanti, una rapida fuga in
caso di pericolo.
In rare occasioni, i goblin costruiscono dei
tumuli per i loro capi-clan ove procedere alla
loro sepoltura, tumuli che di solito vengono
eretti con grandi massi accatastati che
vengono poi sepolti.
Sparsi in tutta la campagna, sia ai margini dei
pascoli dove i tepestani conducono le loro
pecore durante il giorno, ovvero nelle parti più
profonde delle foreste, possono vedersi alcune
strutture in rovina costruite in pietra,
normalmente a due piani.
Secondo la tradizione locale, in queste
strutture un tempo abitavano i Tuatiarna, che
governavano il Tepest in tempi antichi.
I nativi evitano accuratamente di avvicinarsi a
questi edifici, al punto di fingere addirittura di
non vedere quelli situati nelle vicinanze dei
territori di pascolo, mentre quelli più remoti e
nascosti nelle profondità delle foreste, spesso
sono divenuti tane per i clan goblin più forti.
Flora
Il Tepest è per la maggior parte coperto da
fitti ed antichi boschi che consistono
principalmente di latifoglie (prevalentemente
querce, faggi e noccioli), inframmezzati da
occasionali e torreggianti sempreverdi (abeti o
pini) .
Anche se gli alberi sono di varietà comuni in
tutte le terre centrali e centro-meridionali,
tuttavia nel Tepest crescono in un modo
unico, con forme strane e contorte, con
tronchi e rami nodosi contorti in modo tale da
somigliare alle mani artritiche di una vecchia
contadina .
Anche i pini sembrano stranamente deformati
e contorti. E tuttavia, nonostante il loro
singolare aspetto, gli alberi sono
perfettamente sani e resistenti come un
qualsiasi altro normalissimo albero.
Le loro chiome sono folte e aggrovigliate, a
tal punto da impedire, sovente, il passaggio di
quei raggi solari che riescono a bucare la
quasi perenne coltre nuvolosa che avvolge
quella regione, donando al sottobosco una
specie di semi-oscurità perenne nella quale
trovano buon giovamento muschi, licheni e
funghi di moltissime varietà.
Ogni tanto, ampie radure rompono l'oscurità
delle foreste, ed in primavera esse divengono
un’esplosione di fiori colorati che interrompe
il monotono color verde scuro del sottobosco.
Stranamente, in alcune di queste radure la
stagione primaverile e quella estiva sembrano
durare più a lungo che nella foresta che le
circonda.
Tre tipi notevoli di pianta crescono solo nelle
colline del Tepest : il rovo camemoro (che
produce un tipo pregiato di bacca), i “sedili di
fata” e le “zucche delle streghe”.
I rovi camemori crescono in bassi cespugli
spinosi e si possono vedere un po’ in tutto il
territorio del Tepest. Tuttavia, la loro
coltivazione è estremamente complessa, tanto
che le principali coltivazioni artificiali di
questa pianta prosperano solo lungo le sponde
del fiume Nebbia Nera.
Allo stato selvatico, queste piante crescono
sui bordi di piccoli acquitrini nei boschi del
sud e lungo le coste meridionali del Lago
Kronov .
Ogni autunno, piccoli gruppi di Tepestani
visitano gli sparsi agglomerati di questa pianta
per raccoglierne le bacche al fine di produrre
un particolare vino tradizionalmente
consumato durante le feste autunnali,
chiamato “Vino Cloudberry”. Negli ultimi
anni, tuttavia, le bacche del rovo camemoro
sono divenute un vero e proprio bene
prezioso, soprattutto a causa della crescente
popolarità del Vino Cloudberry tra la nobiltà
di Nova Vaasa, tanto che la maggior parte del
vino prodotto nel Tepest con queste bacche
viene esportato in quel Dominio.
I “sedili di fata” sono piccoli funghi di color
rosso - maculato che crescono rapidamente in
cerchi, linee o spirali quando esposti a magia
arcana.
I Tepestani sono convinti che i funghi
crescano solo dove i folletti hanno esercitato
la loro magia corrotta.
Tali funghi crescono in spirale o schemi
circolari in risposta agli incantesimi che
coprono una superficie, e gli schemi variano
da incantesimo ad incantesimo.
Ironicamente, i Tepestani credono anche che i
funghi crescano dove i folletti hanno ballato o
viaggiato, e che essi scaturiscano dalla terra al
fine di dare loro luoghi di riposo.
L'Inquisizione è solita verificare la presenza o
meno di tali funghi nei pressi delle abitazioni
al fine di scoprire eventuali complici dei
folletti. Usano anche bassi cestini di vimini
contenenti del terriccio e delle spore di questi
funghi al fine di rilevare la presenza di
dispositivi magici oppure passando il cestino
avanti e indietro su un soggetto prono. Se nel
cestino le spore maturano immediatamente
dando vita ai funghi, il soggetto è presunto
essere sotto l'influenza dei Folletti, un alleato
dei Folletti o addirittura egli stesso un Folletto
mimetizzato.
Le “zucche delle streghe” sono piccole zucche
piene di semi che maturano in autunno.
Crescono in tutto il Tepest e i nativi credono
che appaiano anche nei luoghi visitati dai
Folletti. Nonostante ciò, non sono utilizzate
dall’Inquisizione allo stesso modo dei “sedili
di fata”.
I popolani, invece, le essiccano intere,
utilizzandole poi come sonaglini per calmare
o far addormentare i bambini. Sono anche
convinti che una di queste zucche, se rotta,
possa proteggere dalle aggressioni dei folletti
in quanto costringerebbe irresistibilmente
questi ultimi a fermarsi per contare tutti i semi
sparsi a terra distogliendo l’attenzione dalla
loro preda.
Fauna
Le foreste del Tepest accolgono ogni tipologia
standard di fauna selvatica che ci si aspetta di
trovare in una regione di questo tipo. La
selvaggina è abbondante, con cervi ed
ermellini tra gli animali più diffusi. Il Lago
Kronov pullula di storioni e lucci, e una buona
percentuale dei residenti di Briggdarrow e
Viktal sopravvivono mediante la pesca.
Molti altri Tepestani allevano pollame e
piccoli greggi di pecore e capre, mantenendoli
al
riparo presso le loro case durante la notte dove
essi possono facilmente essere protetti dai
molti predatori che si nascondono nel bosco.
Le principali specie predatorie nel Tepest
includono una varietà di felini e serpenti, così
come ghiottoni, lupi e orsi. Altre specie
predatorie includono uccelli rapaci, come
falchi, aquile e corvi.
Per quanto riguarda le creature innaturali,
come altre terre che si affacciano sul Dirupo
d’Ombra, anche il Tepest ha una varietà
sempre crescente di folletti che si aggiungono
al resto delle creature fatate già presenti, come
spiritelli, driadi e ninfe.
I più pericolosi sono i boowrays e i bakhna-
rakhna, provenienti dal Dirupo d’Ombra e,
molto probabilmente, alla base del terrore dei
nativi per tutto ciò che normalmente
riassumono col termine generico di “Folletti”.
Cenni storici
Individuare il periodo preciso in cui il Tepest
ha fatto la sua comparsa nel Semipiano di
Ravenloft è
cosa facile, in quanto questo evento è ben
documentato sia dagli archivi del Darkon che
da quelli di Nova Vaasa, eppurtuttavia gran
parte degli eventi più recenti sono imbrigliati
nella superstizione e nelle credenze religiose
dei nativi, assumendo contorni di pura
narrazione fantasiosa.
La difficoltà più significativa di ricostruire la
vera storia del Tepest risiede nella mancanza
quasi totale di documenti scritti.
Fino ad un decennio fa, i Tepestani erano
generalmente analfabeti e non avevano fonti
storiche scritte.
Nonostante l’Inquisizione stia cercando di
diffondere l'alfabetizzazione, ci vorrà tuttavia
ancora parecchio tempo prima che possano
accumularsi sufficienti fonti scritte per
supportare gli studiosi e gli storici.
La storia Tepestani inizia con il “mito della
creazione”.
Essi credono che i loro dèi abbiano creato il
mondo una stagione alla volta, iniziando con
la Primavera e popolando ogni stagione con le
proprie peculiari forme di vita.
Alcune versioni di questo mito affermano che
ogni stagione sia stata originariamente un
tentativo da parte dei singoli dèi di creare
mondi separati e che alla fine gli dèi stessi
abbiano deciso di unire le loro creazioni in un
unico mondo.
Il tradizionale calendario Tepestani inizia,
infatti, in primavera e solo recentemente
anche questo dominio si è uniformato al
calendario Baroviano.
Indipendentemente dalla versione tramandata
del mito, la creazione inizia sempre con la
Primavera. Insieme con la Primavera, gli dei
crearono la cosiddetta “Prole Primaverile”,
ossia il popolo fatato (elfi, folletti, fate, ninfe,
ecc.).
Questi immortali spiriti della natura non
conoscevano né avevano mai sperimentato la
morte, e per questo motivo non avrebbero
alcun rispetto per la vita o la morte.
Nelle versioni del mito della creazione che
affermano che ogni stagione sarebbe stata
opera di divinità diverse, la Primavera è
accreditata di volta in volta come creazione di
Daghda (dea della fertilità e della foresta),
oppure di Diancecht (dio della guarigione),
oppure, ancora, di Lugh (dio della magia
positiva e dei suoi segreti).
L’estate, e la “Prole Estiva” vennero
successivamente, portando con sé i mortali
(esseri umani e animali comuni).
Tutte le versioni concordano sul fatto che gli
dèi sentivano di aver commesso un errore
concedendo l’immortalità al popolo fatato,
quindi crearono la “Prole Estiva”, con una
durata limitata della loro vita, in modo da
concedere loro di poter sperimentare tutti gli
aspetti della vita e della morte, sviluppando un
apprezzamento e una comprensione delle
gioie e dei dolori della vita che la rendevano
unica per ciascuna creatura.
Le varie versioni del mito sono concordi nel
sostenere la creazione di questa stagione
attraverso un concorso di tre divinità
individuate in Belenus (il dio del sole)
creatore dell’estate e degli esseri umani, nella
sua consorte Brigantia (dea della natura,
dell'industria e dell’agricoltura) e suo fratello
Manannan Mac Lir (dio dell'acqua e delle
creature acquatiche) creatori, invece, di tutti
gli animali e di come doveva estrinsecarsi la
loro mortalità.
Seguì la creazione dell’Autunno e della “Prole
Autunnale”.
All’origine di questa stagione vi fu il
tentativo, miseramente fallito, di alcuni dèi di
migliorare ancora di più la stagione estiva:
fallimento dovuto al fatto che l’opera
individuale di ogni dio non poteva eguagliare
il risultato dell’unione di ben tre dèi.
Sarebbe questo il motivo per cui la Prole
Autunnale non sarebbe altro che una forma
inferiore e “distorta” di quella Estiva: goblin,
streghe, licantropi e altri esseri mostruosi.
Tradizionalmente, la creazione dell’Autunno e
della sua Prole si fa risalire ad Arawn (dea
della morte) e a Morrigan (dea della discordia
e della guerra) perché gelose dell’Estate e
desiderose di creare un mondo superiore.
Purtroppo, la natura malvagia di queste
divinità filtrò nella loro creazione, rendendola
un luogo di malinconia e morte, popolato da
creature innaturali e colme d’odio.
Ultimo in ordine di creazione fu l’Inverno e la
sua Prole.
È interessante notare come tutte le versioni
del mito attribuiscano questa creazione al solo
Math Mathonwy (dio della magia oscura e dei
suoi segreti).
Più comunemente, si ritiene che questa
divinità abbia avviato la sua creazione come
espressione di dispetto verso gli altri dèi,
perché nessuno di loro lo aveva consultato
durante i loro sforzi creativi.
Altre interpretazioni suggeriscono che Math
Mathonwy stava tentando di perfezionare la
Primavera e la sua Prole, ma che la sua natura
fredda e malvagia abbia contaminato la sua
creazione al di là di ogni capacità di sostenere
la vita, oppure ancora che egli avesse lo scopo
di creare un enorme nascondiglio atto a
preservare tutta la magia oscura e i relativi
segreti.
A tal fine avrebbe creato la neve invernale
come velo protettivo, e i non morti nonché gli
esseri elementali, questi ultimi due quali
riflessi della Prole Primaverile: eterni, ma
assolutamente privi di ogni scintilla vitale.
Una nota interessante sui Tepestani è che, a
differenza di molti altri popoli, essi non
temono i non-morti: sono, infatti, convinti
che, se evitati e lasciati a sé stessi, questi
esseri non abbiano alcun interesse a molestare
i vivi.
Nella versione del mito della creazione che
vorrebbe le stagioni come mondi separati,
Belenus avrebbe visitato tutte le varie
creazioni e deciso che se gli dèi avessero
unificato tutti i loro mondi, si sarebbe
raggiunto il mondo perfetto ove la Progenie
Estiva, in particolare, avrebbe potuto crescere
e prosperare.
Tutti gli dèi si sarebbero trovati concordi sul
punto, e pertanto avrebbero dato vita al
mondo oggi conosciuto.
In entrambe le versioni del mito, gli dèi
concordarono che, al fine di evitare su scala
cosmica i problemi sorti con la Prole
Primaverile, il loro mondo avrebbe, prima o
poi, dovuto trovare una fine.
I Tepestani credono, pertanto, che il mondo
stia seguendo un corso simile a quello
dell’alternarsi delle stagioni in un singolo
anno, al termine del quale esso avrà fine.
Secondo questa tradizione, dunque, al
momento il mondo starebbe vivendo
l’autunno della sua creazione.
Eoni addietro, il popolo fatato regnava
incontrastato, tenendo i mortali in soggezione
tramite la propria caotica e imprevedibile
magia. In seguito, possenti eroi sorsero tra i
mortali e costrinsero il popolo fatato nelle
profondità più selvagge della foresta .
Come il popolo fatato si ritirò, la magia
divenne più controllabile e gli esseri umani
divennero sempre più potenti e importanti nel
mondo.
Durante questi primi tempi i Tepestani vissero
organizzati in numerosi clan, ciascuno
governato da un tuatiarna o capoclan.
Il titolo significa letteralmente “maestro
d’ascia” poiché ciascun capoclan stringeva
quest’arma, di solito riccamente ornata, a mo’
di scettro.
Tuttavia, a differenza di un re, il potere di un
tuatiarna raramente si estendeva oltre la
portata della sua arma.
I tuatiarna erano costantemente in lotta tra
loro, e spesso addirittura all’interno dei loro
stessi clan, con frequenti mutamenti di potere
che rendevano queste strutture sociali
altamente instabili.
Sotto questi capiclan, i Tepestani vivevano in
una società rigidamente organizzata e
disciplinata.
I clan non si mescolavano mai tra loro, inoltre,
uomini e donne avevano, ciascuno, specifici
ruoli e compiti da cui non era tollerata alcuna
deviazione.
I guerrieri venivano scelti esclusivamente tra
gli uomini.
Essi, inoltre, si occupavano della caccia, della
pesca e della coltivazione dei campi mentre le
donne si occupavano della casa, del focolare e
della cura dei bambini.
I tuatiarna erano esclusivamente uomini ed a
loro era demandata ogni decisione di muovere
guerra ai clan rivali.
Era loro precipuo dovere proteggere il clan,
sconfiggere i suoi nemici e ampliare la sua
potenza e reclutare i guerrieri negli eserciti
durante periodi particolarmente turbolenti.
Le loro mogli spesso erano consacrate agli
Dei e consultate, al pari di oracoli, per fornire
consigli spirituali.
Queste vere e proprie sacerdotesse venivano
chiamate cailleaigh, termine che si traduce in
“donne sagge”.
Questa cultura non consentiva alcuna mobilità
sociale e determinava rigidamente i ruoli dei
due sessi.
Figli e figlie erano ugualmente importanti sia
per i governanti che per i contadini, perché
ognuno aveva compiti importanti e
predeterminati all’interno della comunità.
Per questa ragione, la società non avrebbe mai
permesso ad una donna di governare né, per
converso, sarebbe stato tollerabile un uomo
che sosteneva di comunicare con gli dei .
Non sorprende che una società così
inflessibile fosse anche fragile e destinata alla
fine a sgretolarsi.
La cosa notevole riguardo il Tepest è la
totalità con cui la loro antica società sembra
essere stata completamente cancellata dal
passare del tempo.
Tutto ciò che rimane di essa, infatti, sono
pochi graffiti e le rovine delle strutture
abitative dei capiclan e delle loro famiglie.
Il Tepest odierno ha una struttura sociale di
gran lunga più flessibile, dove, ad esempio,
entrambi i sessi possono aspirare al
sacerdozio.
Gli uomini in generale preferiscono la pesca e
la caccia, mentre le donne fanno la naturale
scelta di occuparsi della casa e di crescere la
prole.
Eppurtuttavia, non esistono più restrizioni
sociali su chi può servire gli dei come
sacerdote o su chi può sedersi al Consiglio
degli Anziani, che è il principale organo di
governo nella maggior parte degli
insediamenti Tepestani nonché nelle città.
L'unica eco che sembra rimanere di questa
antica società basata sui clan, può essere
individuata nei rituali di corteggiamento, di
cui si parlerà più avanti.
I bardi Tepestani raccontano che l’antico
ordine sociale venne turbato dalla seduzione
del popolo fatato (tradizionalmente
individuato dai Tepestani col nome
omnicomprensivo di “Folletti”) che, cercando
di corrompere l'umanità e riaffermare il
proprio dominio sul mondo, strisciò fuori
dalle profondità delle foreste e segretamente
entrò in contatto con le cailleach di ogni clan,
promettendo a ciascuna di esse di insegnarle il
modo di manipolare la Trama magica senza la
necessità della guida degli Dei, cosa che
avrebbe conferito il potere di sconfiggere ogni
nemico e di porre per sempre fine alle faide
tra clan.
Secondo la tradizione, quasi tutte le cailleaigh
avrebbero rifiutato la tentazione, sapendo che
nulla di buono ne sarebbe potuto venire per
loro e per il loro clan.
Il numero preciso di quelle che, invece,
accettarono l’offerta dei “Folletti” è diverso a
seconda delle versioni tramandate, ma nella
maggior parte è fissato in tre.
Queste tre donne, dunque, appresero il metodo
per manipolare autonomamente la Trama
Arcana, ma il potere che svilupparono era
troppo elevato perché i loro corpi mortali
potessero contenerlo tutto, così come una diga
fatta di ciottoli è incapace di trattenere
un’enorme e tumultuosa massa d’acqua
turbinante.
Le tre cailleaigh divennero, effettivamente,
molto potenti, ma questo potere, nel
contempo, consumò e deformò in modo
orrendo i loro corpi.
Ridotte allo stato di creature avvizzite
dall’aspetto orrendo, le tre si rifugiarono nelle
foreste e sparirono alla vista di tutti.
Oggi, il termine cailleaigh e il suo significato
letterale sono stati abbandonati per un nuovo
termine, “strega”, che è anche la parola che
normalmente i Tepestani utilizzano per
descrivere quelle creature umanoidi mostruose
ed avvizzite note col nome di “hags”.
La Grande Congiunzione del 740 BC portò
diversi mesi di terrore ai Tepestani.
Quando i cataclismi conseguenti a questo
disastroso evento si diradarono, il popolo del
Tepest si rese conto che interi domini, come i
loro confinanti G’Henna e Markovia, erano
letteralmente scomparsi, lasciando al loro
posto solo un profondo abisso nebbioso.
I Tepestani interpretarono questi eventi come
un segno che l’inverno del mondo era alle
porte, e si rassegnarono all’ormai inevitabile,
prossima fine di tutte le cose.
Tuttavia, a Viktal un sacerdote di Belenus di
nome Wyan volle vedere la formazione del
Dirupo d’Ombra non come un segno della
fine, ma come un primo, devastante colpo di
una nuova lotta iniziata dai Folletti contro il
popolo Tepestani.
Wyan credeva che i Folletti fossero già
riusciti a forzare il mondo dall’estate
all’autunno della sua esistenza, e che adesso
stavano cercando di forzarlo nuovamente
verso l’inverno e la fine, senza, tuttavia,
esserci riusciti completamente.
Per Wyan c'era ancora tempo per salvare il
resto del mondo, se la gente del Tepest si
fosse unita a lui in una grande e comune lotta
contro i Folletti.
Prestando involontariamente eco ai suoi
antenati, Wyan dichiarò una guerra senza
quartiere ai Folletti e diede vita
all'Inquisizione, che aveva il sacro compito di
scacciare gli spiriti immondi della foresta
prima che potessero sedurre altre anime o
prendere altre vite.
Wyan e la sua Inquisizione iniziarono a
celebrare i primi processi nella primavera del
741 BC.
Inizialmente, i Tepestani furono diffidenti nei
riguardi dell’Inquisizione e dei suoi metodi
crudeli e sommari ma, con l’andar del tempo,
e col moltiplicarsi di istruttorie, confessioni
scritte (spesso estorte con la tortura) e
conseguenti condanne ed esecuzioni degli
accusati, iniziarono a convincersi che chi
dubitava del nobile scopo dell’Inquisizione o
ne parlava con ostilità non poteva essere altro
che un complice dei Folletti, oppure un
Folletto egli stesso.
Già nel 743 BC, l'Inquisizione aveva messo
solide radici nei cuori dei Tepestani, e per la
prima volta da generazioni, la gente sentiva di
avere una speranza di sconfiggere il male
schierato contro di loro.
L’interruzione della rotta commerciale del
nord aveva reso il Tepest quasi inutile,
strategicamente e commercialmente, per i suoi
vicini di Nova Vaasa, e il rumore delle
carovane sulle strade era diventato un evento
raro.
Quando Wyan e la sua Inquisizione
cominciarono ad indagare su ogni straniero
che si trovava a passare sul loro territorio
come potenziale agente dei Folletti, quel poco
di attività mercantile che era rimasto si è
definitivamente interrotto.
Unica eccezione è nella città di Kellee, che
dal 733 si trova sotto la guida di un esule
Falkovniano trapiantato nel Tepest di nome
Gerald Ferrier.
Ferrier e la sua famiglia avevano aperto una
locanda nella città cinque anni prima, e lui
stesso aveva fissato l'obiettivo di rendere
Kellee più aperta e accogliente per i
commercianti e i viandanti che transitavano
attraverso il Tepest.
Con l'ascesa di Wyan e della sua Inquisizione,
Ferrier raddoppiò questi sforzi, volti anche ad
indebolire la presenza della Chiesa di Belenus
nella sua città incoraggiando nel contempo la
presenza dei sacerdoti del Legislatore dalla
vicina Nova Vaasa. Ferrier non era
intenzionato (parole sue) a “consentire ad un
gruppo di superstiziosi bovari di distruggere
il suo futuro, che si era faticosamente
costruito in anni di duro lavoro”.
Ne seguì una breve lotta di potere tra i fedeli
di Belenus e quelli di Ferrier, ma Wyan alla
fine decise di accogliere le ragioni di Ferrier.
Ciò fu dovuto, essenzialmente, a ragioni di
opportunità: la milizia di Ferrier era
chiaramente una risorsa strategica importante
per tutti gli abitanti di Tepest, dal momento
che i folletti stavano attaccando pastori e
viandanti sulle strade con sempre maggiore
frequenza, ora che le carovane erano divenute
un evento raro.
Anche il misterioso incendio che distrusse il
tempio locale di Belenus (con due sacerdoti
all'interno) potrebbe aver convinto Wyan che
eventuali prove di forza contro Ferrier e la sua
potente famiglia non erano consigliabili.
Ferrier, d’altro canto, aveva di molto
ridimensionato la sua critica contro Wyan e
l’Inquisizione, e tuttavia continuò a proibirne
l’azione a Kellee senza il suo esplicito
consenso.
Ad ogni modo, raramente proibì loro indagini,
e lui solo era in grado di impedire agli
Inquisitori di di muoversi contro i visitatori
stranieri della città.
Nel decennio 741-751, l'Inquisizione era
divenuta il potere supremo in tutto il Tepest,
ad eccezione della città di Kellee.
Gli stranieri iniziarono ad evitare il transito
attraverso il dominio, soprattutto se erano
non-umani.
Elfi, mezzelfi e soprattutto halfling erano certi
di attirare l'attenzione dell'Inquisizione ed
erano quasi certi di essere bruciati sul rogo
come “Folletti”.
Lo stesso valeva per maghi e stregoni.
Dai racconti raccolti da diversi testimoni, si
stima che non meno di 23 uomini e donne
innocenti furono bruciati vivi come Folletti o
alleati di questi ultimi in quegli anni.
Altri 20 rischiarono un destino simile ma,
fortunatamentem, Wyan e i suoi seguaci
furono convinti a concedere un supplemento
di istruttoria e, alla fine, raggiunsero un
verdetto di non colpevolezza.
Pur essendo alla guida di un movimento
religioso violento, che prendeva le sue basi
dall’isteria e dalla superstizione collettivi,
uno dei meriti maggiori di Wyan è di aver
portato un certo livello di istruzione e di
conoscenza della scrittura tra il suo popolo.
Che fosse ispirato da Belenus (come Wyan
stesso afferma) o che avesse preso a modello
Ferrier e il suo modo di governare Kellee
(spiegazione molto più probabile), Wyan ha
introdotto la prassi di tenere documentazione
scritta di ogni indagine e di ogni prova
raccolta nel corso dei processi
dell’Inquisizione.
Wyan si è battuto con estrema tenacia per
l’alfabetizzazione di tutti i sacerdoti del
Tepest e sul loro dovere di mantenere un
registro accurato di tutti coloro che si
valevano dei loro servizi, dei membri delle
comunità nonché dei malati e dei sani.
Il risultato è stato una chiara e precisa (anche
se di parte) documentazione scritta di tutta la
storia recente del Dominio.
Il potere dell'Inquisizione raggiunse il suo
apice nel 751, con l'intero dominio inghiottito
in un immenso fervore religioso.
Anche la tregua imposta con mano pesante da
Gerald Ferrier minacciò di crollare nel
momento in cui Wyan iniziò a sollevare dubbi
sull’immigrato Falkovniano e sulla sua lealtà,
alle persone pure di cuore oppure ai Folletti.
Poi, un improvviso e sorprendente insieme di
eventi portarono il sacerdote di Belenus a
fermare momentaneamente la propria attività.
Nel primo autunno di quell'anno la figlia di
Wyan, Lorelei, sembrò essere stata vittima
delle macchinazioni di una ragazza in
combutta coi Folletti.
Durante la successiva istruttoria, tuttavia,
venne dimostrato che era la stessa Lorelei ad
essere in combutta coi Folletti – o meglio – ad
essere stata manipolata da questi ultimi.
La giovane, infatti, era caduta sotto l'influenza
di una boowray, e la vile creatura aveva poi
distorto la sua mente ad un tale punto di
psicosi da farle accusare falsamente una
ragazza innocente, che Wyan per questo
aveva quasi giustiziato, e che venne
risparmiata solo grazie all’intervento di
persone esterne.
La vicenda scosse profondamente Wyan e la
sua fede, al punto tale che egli scelse di
trascorrere i successivi due anni in isolamento
quasi totale, uscendo all’aperto unicamente
per recarsi dalla sua casa al Tempio di
Belenus, ove trascorreva le giornate
concentrato a pregare per Lorelei e per la
salvezza della sua anima e della sua povera
mente sconvolta.
Durante questo periodo, rifiutò tutte le
richieste da parte di altri inquisitori di
presiedere processi contro sospettati di essere
folletti o alleati di essi, provvedendo a
disporre il rilascio di quasi tutti i sospettati
portati direttamente davanti al suo giudizio.
Nonostante tutti gli sforzi dei luogotenenti di
Wyan (soprattutto un giovane corpulento di
nome Finn) per continuare la caccia ai folletti
e per tenere costantemente alta la guardia
della popolazione, il potere dell'Inquisizione
iniziò a declinare.
Essa sarebbe divenuta un ricordo del passato,
ma ciò fu impedito da una serie di eventi
avvenuti nell’ultima parte del 756 BC.
La rinascita della Inquisizione ebbe le sue
radici (ironia della sorte) proprio a Kellee,
roccaforte di Gerald Ferrier.
All'inizio della primavera Ferrier, che era
rimasto vedovo, si era risposato con un’altra
donna. Significativamente, la sua sposa era
una sacerdotessa di Belenus.
All’inizio dell’inverno, ella diede alla luce il
loro primo figlio ma, una notte, mentre Ferrier
si trovava a Liara per lavoro, la moglie venne
assassinata (e parzialmente divorata) insieme
alla figlia maggiore di Ferrier e ad alcuni
ospiti della locanda dove egli viveva ed
operava. Il neonato scomparve quella stessa
notte.
Una rapida azione messa in opera dalla
milizia e dai due figli superstiti di Ferrier
consentirono di rintracciare ed intrappolare il
rapitore ed omicida.
Le registrazioni indicano che i cacciatori
arrivarono addosso alla creatura mentre stava
mutando forma, da quella di una delle
cameriere della locanda di Ferrier in un
orrendo mostro dalla pelle grigia che stava per
sacrificare il bambino durante la luna piena.
La creatura fu uccisa sul posto, senza alcuna
pietà.
Venne convocata l’Inquisizione da Viktal e
Wyan volle partecipare personalmente alle
indagini, rompendo così la sua inattività, che
durava oramai da anni.
Egli dichiarò che i Folletti avevano colpito di
nuovo in un modo così mostruoso quale non
si vedeva dai tempi del Grande
Sconvolgimento.
Dichiarò anche che si sentiva personalmente
responsabile per la morte di persone innocenti
a Kellee, in primo luogo la donna che aveva
dedicato la sua vita al servizio di Belenus .
Agli inizi del 757 BC l'Inquisizione
ricominciò la sua attività in tutto il Tepest con
rinnovato vigore.
Oggi, anche Kellee offre solo una protezione
limitata agli stranieri nel Tepest.
Anche se Ferrier ancora pone resistenze
all’attività dell’Inquisizione nella sua città , la
morte di sua moglie lo ha reso meno ostile ai
loro sforzi.
Ferrier e i suoi figli, tuttavia, ancora oggi si
chiedono se era davvero una creatura fatata la
responsabile della carneficina nella loro
locanda, e diversi studiosi che hanno parlato
con loro tendono a sostenere i loro dubbi.
Le descrizioni della creatura fanno pensare
piuttosto ad un tipo di doppleganger che di
una creatura fatata.
Il rituale che la creatura era in procinto di
effettuare rimane misterioso per tutti
Popolazione
Due principali gruppi di popolazioni risiedono
nel Tepest: umani e goblin.
Di tanto in tanto, si verificano nascite di
Caliban (spontanee oppure causate, secondo la
credenza dei Tepestani, da maledizioni
lanciate dai Folletti), ma questi bambini sono
quasi sempre soppressi appena nati, di solito
affogandoli nei fiumi o nel Lago Kronov.
TEPESTANI
Gli esseri umani nativi di questo dominio
sono etnicamente e linguisticamente un
gruppo monolitico che si distingue da ogni
altra popolazione del Nucleo Centrale.
Alcune analogie appaiono tra le divinità
adorate dai druidi del Forlorn e quelle adorate
dai Tepestani, ma le differenze superano le
somiglianze.
Forse c’è qualche lontano collegamento tra
Tepestani e Forfariani, ma è solo una vaga
ipotesi priva di alcun riscontro oggettivo.
Aspetto fisico e abbigliamento
Il tipico Tepestani ha la pelle chiara, spesso
punteggiata di efelidi.
Si abbronza facilmente alla luce solare, anche
se filtrata dal cielo perennemente coperto di
nubi del Tepest meridionale, per questo
motivo pastori, pescatori e contadini sono
soliti indossare cappelli a tesa larga.
I Tepestani tendono ad avere una statura
inferiore alla media, con una struttura
corporea tarchiata e muscolosa.
I colori più comuni degli occhi sono blu o
verde, e il colore dei capelli varia dal biondo
chiaro al color carota sino al rosso ramato.
Gli stili di abbigliamento per entrambi i sessi
sono semplici e di base, con colori bruni e
marroni.
Ornamenti e ricami sui vestiti sono cosa rara,
tranne che per i giubbotti indossati dagli
uomini durante le feste per i raccolti o le
cerimonie di nozze.
Gli uomini indossano camicie e pantaloni
larghi, mentre le donne indossano camicette
con gonne lunghe.
Per tener fermi i vestiti invece di cinture,
cinturini o altri dispositivi di fissaggio, i
Tepestani utilizzano dei lacci di stoffa.
Durante le stagioni più fredde, uomini e donne
indossano pellicce pesanti o spessi mantelli di
lana.
Stivali morbidi sono indossati da entrambi i
sessi durante l'inverno, ma la maggior parte,
senza distinzione di età, va a piedi nudi
quando il clima è caldo.
I Tepestani raramente indossano gioielli o altri
accessori, anche se entrambi i sessi di tanto in
tanto portano bracciali in bronzo, orecchini o
anelli nasali.
I Tepestani più facoltosi occasionalmente
utilizzano spille d'argento o di bronzo per
chiudere mantelli o cappucci; particolarmente
popolari sono i monili importati da Nova
Vaasa. Le acconciature variano ampiamente
tra uomini e donne.
Gli uomini tendono a lasciare i capelli lunghi
fino alle spalle, ma li tagliano corti durante le
estati particolarmente calde.
La maggior parte degli uomini si lascia
crescere lunghe barbe e baffi che spesso
annodano in sottili treccine.
Le donne lasciano crescere i capelli fino a
lunghezze estreme, tagliandoli molto
raramente una volta passato il loro decimo
anno di età.
Una capigliatura lunga e sana è identificata
con la maturità e la fertilità.
In inverno, le donne Tepestani spesso portano
i capelli sciolti, ma di solito, soprattutto
durante i mesi caldi primaverili ed estivi, li
portano raccolti.
Lingua
I Tepestani parlano una lingua particolare, che
non ha alcuna connessione con le altre lingue
parlate nel Nucleo Centrale.
GLOSSARIO ESSENZIALE
deicht duit / Gli dei ti proteggano (saluto comune)
slànn / arrivederci
beicht/is liòrn/is ea / si (lo voglio/è così/sono io)
aon, nil / no
fòir / aiuto!
irnigh leat! / vattene via!
draìocht / stregoneria, magia arcana
cailleach/draiodôìr / strega/stregone
tàstàil / processo, inquisizione
Si tratta di una lingua dalle tonalità
cantilenanti, aspre, e che non ha un suo
alfabeto (posto che la scrittura è stata
introdotta solo di recente nel Dominio).
L’alfabeto Tepestani, infatti, è la risultante
dell’utilizzo di segni fonetici provenienti sia
dall’alfabeto Balok che da quello Vaasi,
adattati alla lingua Tepestani. Non sono
ancora state fissate regole fonetiche precise
per questo alfabeto “ibrido”, posta la sua
recente introduzione. Questo è uno dei motivi
per cui i documenti redatti in alfabeto
Tepestani risultano di ostica lettura per un non
nativo.
Cultura e società
Un aspetto davvero notevole della società
Tepestani è la sua natura quasi totalmente
egalitaria, almeno nelle intenzioni dei nativi.
Nelle singole famiglie, gli anziani sono
reputati degni di deferenza e rispetto mentre i
sacerdoti di tutti gli dei nativi possono contare
sul timore e sul rispetto di tutta la
popolazione.
La società Tepestani non ha una vera e propria
aristocrazia, né delle vere e proprie “classi
inferiori”.
Solo poche famiglie sono in grado di
dimostrare una diretta discendenza con
antiche famiglie tuatiarna.
Anche se queste famiglie tendono a essere tra
i più ricchi Tepestani (ricchezze per lo più
rappresentate da grandi greggi di capre e
pecore o dal possesso di ampie coltivazioni di
rovo camemoro lungo il Fiume Nebbia Nera),
non possiedono alcuna autorità politica o altra
forma di potere per imporre la loro volontà sul
resto della popolazione.
Queste famiglie tendono ad essere quelle che
ancora si impegnano in quel poco di attività
commerciale che è condotta con gli stranieri
ma, a parte questo, non hanno alcun
trattamento di favore rispetto al resto della
popolazione.
La maggior parte dei Tepestani non usa
cognomi (e ciò non sorprende, data la
mancanza di preoccupazione per ogni status
sociale), distinguendosi, invece, per il loro
luogo di nascita.
Normalmente, agli uomini ci si rivolge con
l’espressione “Buon uomo”, alle donne con
l’espressione “Buona donna” se nubile,
oppure “Comare” se sposata.
Quando si saluta un conoscente o un familiare
nelle situazioni in che è richiesto un certo
piccolo grado di “protocollo”, si utilizza il
nome, l’eventuale cognome (o luogo di
nascita) preceduto dal termine “Egregio”.
Così, ad esempio, per rivolgersi ad Ellis, nato
a Viktal, si utilizza l’espressione “Egregio
Ellis da Viktal”. Quei Tepestani che fanno uso
di cognomi di solito hanno alcuni avi stranieri
nella loro famiglia e hanno adottato alcune
usanze straniere.
I Tepestani danno molto valore al lavoro,
soprattutto se condotto con diligenza, e
trovano appagante e realizzante il lavoro
fisico.
Tutti i Tepestani, ad eccezione dei più giovani
e più anziani, dei membri più anziani
dell’Inquisizione e degli ufficiali della Milizia
di Kellee, spendono il loro tempo nella
coltivazione dei campi, nell’allevamento del
bestiame oppure nella pesca nel lago Kronov .
Alcuni membri della comunità sono cacciatori
esperti, fabbri, tessitori o maestri d'ascia, ma
anch’essi, se necessario, aiutano i contadini
nei campi durante le semine e i raccolti
stagionali.
Anche se la proprietà di frutteti, campi o
bestiame è normalmente appannaggio di ogni
singola famiglia, tutti in una comunità sono
tenuti ad aiutarsi, mettendosi a disposizione
l’uno dell’altro per la semina, il raccolto o la
cura delle greggi.
Secondo la tradizione Tepestani, infatti, gli
dei favoriscono sempre coloro che lavorano
sodo e che hanno a cuore il benessere dei
propri vicini .
La preoccupazione per il benessere dei vicini
è anche un fattore chiave nelle decisioni
relative al matrimonio.
Nonostante i Tepestani riconoscano e
rispettino il valore dell'amore romantico, le
famiglie non permettono mai ai giovani di
contrarre matrimonio solo per amore.
I giovani uomini sono tenuti a chiedere il
permesso al padre di una ragazza prima di
corteggiarla e, per il matrimonio, l’aspirante
sposo deve avere l’approvazione, anche tacita,
di tutti i membri della famiglia.
Ogni volta che una coppia di Tepestani
contrae matrimonio, ognuna delle famiglie
d’origine di ciascuno sposo costituisce una
dote in terreni o bestiame con cui iniziare la
vita insieme.
Ogni famiglia è tenuta a fornire risorse di
partenza per la coppia sposata in egual misura.
Quindi, ad esempio, se un ragazzo di una
famiglia povera desiderasse sposare una
ragazza appartenente ad una famiglia più
agiata, non vi è dubbio che, alla luce di quanto
appena detto, il padre della ragazza potrebbe
impedire sin dal principio il corteggiamento
della figlia, posto che la famiglia
dell’aspirante sposo non potrebbe mai, date le
sue condizioni disagiate, offrire una dote
eguale a quella della famiglia dell’aspirante
sposa senza rovinarsi completamente.
E il problema permarrebbe uguale anche se
fosse la famiglia più ricca ad adeguarsi,
perché, in tal caso, la dote offerta agli sposi
sarebbe troppo piccola per consentire alla
nuova coppia di intraprendere la loro vita
insieme con un minimo di sostentamento.
Con la naturale conseguenza che le famiglie
tendono a favorire i matrimoni con membri di
famiglie il cui patrimonio sia di consistenza
La preoccupazione per la comunità è evidente
anche nel modo in cui i Tepestani crescono i
loro figli.
Un bambino, per i Tepestani, non è soltanto
sotto la responsabilità dei suoi genitori, ma
sotto la responsabilità dell’intera comunità.
Man mano che crescono, i bambini di solito
entrano in un periodo di apprendistato per
imparare un’arte o una professione, oppure gli
vengono dati sempre maggiori livelli di
responsabilità nell’attendere alla cura del
bestiame o dei campi.
Con l'eccezione di un periodo di apprendistato
per aspiranti fabbri, tessitori, cacciatori e
sacerdoti, il Tepest non ha un sistema di
istruzione formale: giovani apprendono un
mestiere semplicemente imparando dai
genitori, o
da altri adulti che fanno quello stesso
mestiere.
Paradossalmente, è grazie all’Inquisizione se
si sta diffondendo l’alfabetizzazione tra i
Tepestani, ma è anche la stessa Inquisizione
simile al proprio.
che scoraggia la popolazione dal fidarsi di
qualsiasi informazione che non provenga
dall’Imquisizione stessa o dai membri più
anziani della comunità.
Così, sebbene la maggior parte dei Tepestani
sia preoccupata dei folletti e pensi, oramai, di
saperne molto su di loro, la maggior parte di
ciò che sanno non è altro che frutto di
superstizioni.
Inoltre, l’interessarsi a idee, culture o
tradizioni che non siano Tepestani, non è visto
di buon occhio dall’Inquisizione che bolla
queste
idee o tradizioni semplicemente come
“menzogne messe in giro dai Folletti”.
Per tenere la gente al sicuro dalla corruzione
dei Folletti, l'Inquisizione deve tenerla al
sicuro dal mondo esterno e deve mantenere la
società tepestani “pura”, ossia come si trova
ora, impedendo ogni progresso.
Al termine di ogni giornata lavorativa, i
Tepestani sono soliti radunarsi con parenti ed
amici in casa, o nei granai oppure ancora nelle
locande, per cantare, ascoltare i racconti dei
menestrelli e bere tutti insieme, di solito birra
leggera d’orzo oppure sidro ricavato dalle
pere.
Spesso vi è sempre la presenza di un bardo o
di un menestrello con un repertorio di racconti
Abitudini alimentari
Uno dei piatti tipici del Tepest è uno sformato
contenente un mix di carne di maiale e
selvaggina, che costituisce la pietanza
tradizionalmente servita in occasione dei
matrimoni o delle numerose feste celebrate
durante l’anno.Gli storioni pescati nel Lago
Kronov, e il caviale che da essi se ne ricava,
sono comu-
nemente consumati durante queste feste,
tuttavia i pescatori e le loro famiglie usano
questi prodotti anche nei pasti di tutti i giorni.
La più grande festa dell'anno è la Festa del
Raccolto, che dura tre giorni e si tiene in
autunno, ove viene servito il “Vino
Cloudberry”, una bevanda agrodolce ricavata
da bacche fermentate.
Questo stesso festival coinvolge anche un
sacrificio rituale per garantire che le comunità
e canzoni appositamente preparate per questi
raduni.
Le canzoni e i racconti dei bardi costituiscono
la fonte primaria per apprendere la storia del
Tepest, sia per gli adulti che per i bambini.
caccino bene durante l'inverno e abbiano
colture floride in primavera.
Il clou del rituale è l'immolazione di un
goblin, appositamente catturato, in onore degli
dei.
Si dice che un tipo di torta, preparata solo
dalle donne maritate e servita solo nell’ultimo
giorno di questa festa, contenga la carne del
goblin sacrificato.
In realtà questa torta non è altro che un
semplice sformato contenente un mix di carne
di maiale e di montone: la diceria che
contenga la carne del goblin immolato in
sacrificio è diffusa solo tra i bambini, e deriva
da una canzone umoristica scritta da un
menestrello molti anni addietro.
Atteggiamento verso la magia
La maggior parte dei Tepestani è riluttante a
discutere di magia, e i sacerdoti locali
divengono molto sospettosi se interrogati a
questo proposito, se non addirittura
apertamente ostili quando si tratta di membri
dell'Inquisizione. Tra questi ultimi, Wyan
sembra il più disposto a discutere l'argomento.
Sia i sacerdoti che la gente comune ritengono
che magia e natura si intrecciano in quello che
chiamano la Trama .
Essi considerano tutta la magia discendente da
questa Trama e, come la natura, essa è
incontrollabile e intrinsecamente pericolosa.
Solo i poteri dei sacerdoti sono considerati
sicuri per i mortali, poiché doni degli dèi.
Altri tipi di magia sono considerati fonti di
tentazione e condurranno sempre chi li usa
lungo il sentiero del male.
È interessante notare che i Tepestani
condividono alcune credenze con i seguaci di
Hala, anche se normalmente bollano questi
incantatori mistici come alleati dei Folletti.
Agli occhi dei Tepestani, la magia più
malvagia di tutte è la stregoneria.
La maggior parte dei Tepestani non sanno
realmente come definire la stregoneria, con la
conseguenza che tendono a trattare ogni
potere magico semplicemente come
“stregoneria”, senza distinzione.
I membri dell'Inquisizione, invece, limitano la
loro definizione di stregoneria alla magia
esercitata da stregoni o ai talenti
soprannaturali innati di certe razze,
considerando maghi e altri arcanisti che
utilizzano libri e pergamene per preparare i
loro incantesimi alla stregua di poveri stolti
che maneggiano forze più grandi di loro che,
alla fine, li distruggeranno.
La paura e l'odio verso stregoni e altri
utilizzatori di poteri arcani innati ha la sua
radice in due ragioni.
In primo luogo, i Tepestani associano gli
individui dotati di tali poteri ai Folletti e
ritengono che chiunque può lanciare la magia
senza incantesimi o con altro metodo insolito
deve per forza, in qualche modo, essere in
combutta con i Folletti stessi.
In secondo luogo, vi è il fatto che la parola
Tepestani cailleach viene ora applicata sia alle
streghe vere e proprie, sia a quelle creature
malvage umanoidi e cannibali note come
“Hags”.
Ciò è un sintomo del fatto che, nonostante la
crescente alfabetizzazione, la superstizione ha
ancora radici fortissime in questo Dominio,
dimodochè nemmeno il Tepestani più istruito
è in grado di distinguere una pratica magica,
sia pure innata, da una creatura con abilità
magiche intrinseche.
Religione
I Tepestani adorano un piccolo pantheon di
dei nativi, ma riconoscono anche l'esistenza di
altre divinità come Hala e il Legislatore.
Ad un primo, superficiale sguardo, le divinità
Tepestani sembrano essere le stesse adorate
anche dai Forfariani: gli dei hanno gli stessi
nomi e sono generalmente invocati per le
stesse ragioni, in entrambi i popoli, ma ad
un’analisi più attenta si notano delle
significative differenze.
Nel Tepest, Belenus è venerato come il Dio
Supremo, superiore a tutti gli altri dei, anche a
quelli nativi. Egli è visto come l'ordinatore
delle altre divinità e dei loro ranghi, e senza di
lui il mondo oggi conosciuto non sarebbe mai
esistito.
In alcuni racconti, egli è il Primo e Supremo
Creatore, mentre in altri ha creato il mondo
mettendo insieme ed unendo le singole
creazioni di tutti gli altri dei in un unicum
coerente.
Belenus è anche considerato il dio che si
preoccupa di più degi esseri umani, e il loro
principale alleato nella lotta contro i Folletti.
E’ adorato praticamente da tutti i Tepestani, e
ogni comunità ha almeno un piccolo tempio a
lui dedicato.
Gli dei nativi Brigantia e Manannan Mac Lir
sono descritti come fratello e sorella. Secondo
la tradizione Tepestani, sono i migliori amici
di Belenus e i suoi principali collaboratori in
materia di creazione, nonché le altre due
divinità principali nella fede Tepestani.
Brigantia è la consorte di Belenus, ed è la dea
delle foreste selvagge e di tutti gli animali, sia
selvatici che domestici, nonché la dea
protettrice dei contadini e degli artigiani
laboriosi.
Manannan Mac Lir è il patrono di tutti i laghi
e fiumi e delle creature che dimorano in essi.
Queste
divinità sono onorate da tutti i Tepestani in
giornate a loro appositamente dedicate, e sono
attivamente adorati soprattutto dagli
agricoltori, dai pescatori, dai cacciatori e dagli
artigiani.
Lugh, Daghda e Diancecht sono considerate
divinità minori, oscuri e, spesso, ingenui
riflessi di Belenus, Brigantia e Mannan.
Secondo la tradizione, sarebbero i creatori dei
Folletti, e quindi sono considerati i loro
patroni e protettori.
Questa protezione non è attribuita a malizia,
ma piuttosto ad un fuorviato amore per la loro
pericolosa creazione.
Lugh è il dio della luna e della magia arcana
mentre la sua consorte Daghda è la patrona
delle piante e della natura selvaggia. Daghda è
anche considerata una dea di fertilità e spesso
le donne chiedono la sua benedizione quando
vogliono rimanere gravide.
In altre culture, Daghda è addirittura
raffigurata con fattezze maschili.
Suo fratello Diancecht ha una posizione
nebulosa nel pantheon Tepestani in quanto
egli è invocato a volte per curare o proteggere
dalle malattie oppure per garantire ad una
donna gravida un parto sano.
E questo nonostante Diancecht sia considerato
il creatore di tutte le malattie esistenti nel
mondo.
Questa apparente contraddizione, ha in realtà
una sua ragione ben precisa: Diancecht
sarebbe l’unico di questi tre dei ad aver
riconosciuto i propri sbagli creativi e a tentare
di porvi ammenda e pertanto, essendo le
malattie del mondo una sua creazione, egli è
logicamente l’unico a conoscerle bene e a
poterle curare.
Queste tre divinità sono in genere onorate
solamente in poche giornate prefissate oppure
per singole e precise motivazioni.
Alcuni santuari e templi di Belenus possono
contenere anche un piccolo spazio per onorare
Diancecht e richiedere il suo intervento.
Come nella maggior parte delle culture, i
Tepestani non adorano gli dei malvagi ma
tentano, piuttosto, di placarli.
In tale chiave va letto il rapporto tra i
Tepestani e le divinità conosciute col nome di
Arawn (altra figura rappresentata di volta in
volta con fattezze femminili o maschili) e
Morrigan, che sono, rispettivamente, la dea
della morte e quella della guerra.
Esse sono onorate solo attraverso occasionali
sacrifici atti a tenere lontane dalla comunità le
pericolose creature della Prole Autunnale.
Infine, vi è Math Mathonwy.
I Tepestani quasi universalmente tendono ad
ignorare questa divinità, sia nella pratica
religiosa che nella loro tradizione, tranne in
alcuni riti funebri che coinvolgono gli
stranieri che trovano la morte entro i confini
del Tepest.
Questi riti sono destinati ad invocare la
misericordia di Math Mathonwy affinchè il
deceduto, persona potenzialmente malvagia (e
occorre ricordare che i Tepestani considerano
tutti gli stranieri persone potenzialmente
malvage) non ritorni dalla morte come
creatura della Prole Invernale (ad esempio, un
non-morto), ma rimanga sottoterra, in riposo e
pace eterni.
L’Inquisizione
La più visibile e potente istituzione religiosa
del Tepest è senza dubbio l’Inquisizione di
Belenus.
Nel complesso, quest’organizzazione di
sacerdoti militanti e laici ha buone intenzioni
e sta cercando di fare ciò che realmente crede
essere la volontà di Belenus: salvare il mondo
distruggendo i Folletti che tentano di
corromperlo e, infine, di distruggerlo.
Tuttavia, questo gruppo di preti e laici opera
da una base, sostanzialmente, costituita da
ignoranza e superstizione, e col passare del
tempo questa ignoranza sta via via crescendo.
Essi credono che tutto ciò che riguarda le
creature fatate è intrinsecamente corrotto,
quindi studiare i Folletti può solo danneggiare
l’aspirante studioso.
Essi diffidano dell’esperienza e delle prove
empiriche, preferendo contare sulle loro
proprie convinzioni, sul folklore e sulle
confessioni forzate tramite tortura.
Spesso utilizzano come supporto libri e
manuali scritti dallo stesso Wyan, che
contengono rappresentazioni figurative del
Folletti spesso imprecise o eccessivamente
semplificate ed informazioni che il più delle
volte sono frutto di superstizioni popolari,
fantasie distorte o veri e propri errori
concettuali (in uno di questi testi, ad esempio,
si dice erroneamente che le driadi andrebbero
in letargo durante l’inverno, che diverrebbe
così la stagione migliore per scovarle e
distruggerle).
I processi di solito non vengono istruiti
direttamente da Wyan.
Quando un inquisitore scopre qualche voce o
pettegolezzo che indica che qualcuno è in
combutta coi folletti, e la voce viene da lui
ritenuta credibile (un puro giudizio soggettivo
di ciascun inquisitore), ha la facoltà di
procedere all’accusa del sospettato e di
imprigionarlo preparandolo per il processo.
Durante questo lasso di tempo, l’inquisitore
raccoglie prove contro l'imputato.
Le prove vanno dalla verifica di eventuali
anomalie presenti sui luoghi ove l’accusato ha
trascorso gran parte del suo tempo (ad
esempio, la presenza di eventuali abbondanti
quantità di quei funghi noti come “sedili di
fata”) alla raccolta di aneddoti, dicerie o
chiacchiere sull’imputato da parte di ogni
mettere insieme qualche moneta per
assicurarsi i servigi di un difensore
indipendente: una persona proveniente da
un’altra comunità o villaggio, oppure
addirittura un avventuriero straniero.
persona della comunità disposta a confidarsi
con l’inquisitore stesso.
Osservazioni e aneddoti sono accuratamente
registrati da ciascun inquisitore nel proprio
libro mastro.
Nessun calendario è fissato per l'inchiesta, ma
essa di solito dura circa una settimana.
Nel corso dell'inchiesta , chiunque è libero di
offrire la sua opera come avvocato difensore
dell'accusato.
Il difensore (spesso, un amico, un familiare o
un conoscente dell’accusato) può studiare le
carte processuali per conto proprio,
raccogliere in autonomia prove a favore
dell’accusato e interrogare di sua iniziativa i
testimoni a discarico, ma i difensori troppo
zelanti spesso possono rischiare di attirare su
di loro sospetti di complicità da parte degli
inquisitori.
Queso è uno dei motivi per cui, più spesso, gli
amici o i familiari dell’accusato preferiscono
Nel frattempo, l'imputato è messo sotto
pressione al fine di fargli confessare i suoi
crimini, spesso con metodi che coinvolgono
anche la tortura, il tutto secondo la
discrezionalità di ogni inquisitore.
Le confessioni sono trascritte, in modo tale da
permettere all’Inquisizione di espandere la sua
conoscenza di base dei metodi usati dai
Folletti.
Una volta che il sospettato ha reso una
confessione, l'Inquisitore raccoglie tutta la
documentazione, confessione compresa, e la
sottopone a Wyan.
Wyan confronta i risultati dell’istruttoria con
le nozioni da lui possedute circa i Folletti e,
quasi sempre, discute i riscontri acquisiti con
l’inquisitore che li ha raccolti e con altri
sacerdoti di Belenus.
Inoltre di solito ha l'accusato presente dinanzi
a lui, in modo che egli possa interrogarlo
personalmente.
Questa procedura preparatoria (detta anche
“istruttoria processuale”) può richiedere da
poche ore a diversi giorni.
Alla fine, Wyan decide se l'indagato sarà
definitivamente sottoposto a processo vero e
proprio oppure immediatamente prosciolto e
liberato.
Quando l'Inquisizione sottopone a processo un
sospettato, almeno tre dei suoi membri
agiscono come giudici.
I processi sono, in genere, pubblici, e si
tengono nella comunità o insediamento che
ospita, o di cui fa parte l’accusato.
Due dei tre giudici sono Inquisitori locali, il
terzo viene di solito designato tra i membri
dell’Inquisizione particolarmente qualificati e
funge da presidente del collegio.
Non è raro che il presidente del collegio metta
in ombra completamente gli altri due membri,
e questo è sicuramente il caso dei processi
presieduti da Finn o da Hanton, due
inquisitori quasi alla pari di Wyan per
prestigio e rispetto tra la popolazione.
Tutte le prove raccolte nell’istruttoria
vengono presentate davanti ai giudici così
come sono state presentate a Wyan in sede di
istruttoria processuale, anche nel caso in cui ci
sia lo stesso Wyan a sedere tra i giudici.
L'inquisizione nomina un accusatore, mentre l'
imputato o il suo avvocato possono presentare
la loro linea difensiva.
Le “prove accusatorie” spesso consistono in
poco più di pettegolezzi ovvero nelle
farneticazioni rese dagli accusati sotto tortura
(perché spesso si tratta di vere e proprie
farneticazioni, rese unicamente per evitare o
per porre fine alle sofferenze della tortura
stessa), ma spesso tali “prove” vengono
considerate schiaccianti in un giudizio di
condanna.
Tuttavia, se le prove presentate a discarico, o
altre circostanze sopravvenute, dimostrano
chiaramente l’innocenza del’accusato,
quest’ultimo viene normalmente prosciolto.
Gli esiti di un processo, normalmente si
riducono ad una di queste quattro possibilità:
- l'imputato è undenyadh (innocente).
Non accade spesso, tuttavia può succedere.
L'imputato è libero di reinserirsi nella società
ed è apertamente accettato. Anche se risentiti
pr il trattamento ricevuto, tuttavia coloro che
sono accusati e prosciolti in genere
mantengono la bocca chiusa.
- L'imputato è bheicht faoihk raíocht
(stregato).
L'imputato ha fatto l'atto per il quale è
accusato, ma era “stregato” dai Folletti. Il
soggetto “stregato” è considerato come non
avere il controllo delle proprie azioni, e quindi
non direttamente responsabile di esse. I
soggetti riconosciuti “stregati” ricevono, in
genere, una punizione lieve e alla fine viene
loro permesso di tornare alle proprie vite.
Tuttavia, da quel momento in poi vengono
sempre guardati con un certo sospetto, in
quanto hanno dimostrato di essere suscettibili
alle seduzioni dei Folletti. Per ottenere una
sentenza di questo tipo è quasi d’obbligo, per
la difesa, riuscire ad individuare il colpevole
effettivo: o trovando e distruggendo il Folletto
responsabile prima del processo, oppure
cercando di addossare la colpa su qualcun
altro.
- L'imputato è un fealltóir (alleato o
complice dei Folletti: in termine
gergale,“consorte”). Un “consorte” è un
mortale che è stato sedotto dai Folletti e che
ha deciso di servirli volontariamente,
trasformandosi così in una persona malvagia.
Se un imputato viene ritenuto colpevole di
essere un “consorte” e se non ha ancora reso
una piena confessione, viene costretto a
confessare anche attraverso il mezzo della
tortura, se necessario. Una volta resa la
confessione, il condannato viene sottoposto a
pubblico disprezzo, dopodichè viene
giustiziato tramite impiccagione, lapidazione
o annegamento. I Tepestani sono soliti
seppellire i cadaveri di questi soggetti ai
crocicchi, oppure ai bivi (di strade o sentieri),
credendo che così facendo impediscano allo
spirito colpevole di trovare la via per tornare
dalla morte.
- L'imputato è in realtà un fey (vale a dire un
“Folletto”).
In tale definizione vengono compresi i folletti
veri e propri, ma anche le hags, i goblin, le
creature fatate, ecc, tutti considerati creature
oscure e malvage. Per raggiungere tale
sentenza, l'Inquisizione ha bisogno di provare
che l'imputato ha poteri soprannaturali.
Qualsiasi creatura con capacità magiche
innate è più o meno colpevole. I soggetti
riconosciuti fey (“Folletti”) sono costretti a
confessare, quasi sempre con la tortura, e
vengono poi bruciati sul rogo. Nonostante i
Tepestani odino e disprezzino i folletti,
tuttavia essi bruciano questa gente non per
mera cattiveria, ma per necessità. Gli
Inquisitori credono (anzi, sono fermamente
convinti) che un folletto non può veramente
morire, e bruciano il corpo del condannato
confidando che ciò impedirà per sempre al
folletto di ritornare.
Altre religioni
Nessuna delle religioni di spicco in molti altri
regni gode di apprezzabile presenza nel
Tepest .
Senza dubbio, le tre altre grandi religioni del
mondo hanno nella migliore delle ipotesi un
seguito quasi inconsistente tra i Tepestani.
EZRA
Tale culto è limitato a due anacoreti girovaghi
che peferiscono tenere i loro servizi
esclusivamente nella stanza ove alloggiano,
alla “Locanda del Fuggitivo” a Kellee .
I due anacoreti sono in realtà una coppia di
coniugi originari del Mordent, e hanno vissuto
nel Tepest per oltre 20 anni.
Nonostante abbiano fatto ogni sforzo per
conquistarsi la fiducia dei Tepestani,
Tepestani , tra cui acquisire padronanza nella
loro lingua, non sono riusciti a raggiungere
alcun risultato apprezzabile al di fuori di
occasionali servizi resi agli stranieri.
HALA
Questa religione è apertamente osteggiata dai
Tepestani, in quanto Hala viene considerata
una dea che protegge e aiuta i Folletti.
I suoi sacerdoti sono tutti considerati, senza
esclusione, come Folletti in forma umana.
L'odio verso Hala ed i suoi seguaci proviene
da tre fonti, derivanti dalla mancanza di
preoccupazione per la precisione storica e
intellettuale che caratterizza la mentalità di
tanti Tepestani.
In primo luogo, vi è un poema epico che parla
di antichi eroi Tepestani e di una loro impresa
contro una donna di nome Hallah, che aveva
tentato di spodestare gli dèi e di prendere il
controllo del destino di tutti i mortali
attraverso la tessitura di fili magici che
dovevano rappresentare ogni vita mortale.
Tessendo questi fili in arazzi, Hallah avrebbe
governato le vite di ogni mortale del mondo,
tagliandoli avrebbe posto fine alla loro vita.
In secondo luogo, l'Inquisizione ritiene che
Hala potrebbe essere stata una delle tre
cailleaigh sedotte dai folletti oppure essa
stessa il folletto che le sedusse.
Infine, è il fatto stesso che molti adoratori di
Hala si riferiscano a sè stessi come “streghe” e
“stregoni” (sebbene non in accezione
negativa) ad aver convinto definitivamente i
Tepestani che siano tutti creature malvagie,
secondo la semplicistica logica che chi usa per
sé stesso un termine riferibile ad un’accezione
malvagia, deve per forza essere egli stesso un
malvagio.
Nonostante l’odio deo Tepestani, diversi
seguaci di Hala sono presenti nel Tepest,
soprattutto per cacciare e distruggere le Hags,
di cui questi fedeli sono avversari formidabili.
IL LEGISLATORE
I Tepestani non amano particolarmente
l'arroganza e la bigotteria dei sacerdoti del
Legislatore che spesso accompagnano le
carovane Vaasi cercando di fare proseliti, e
l'animosità è così forte che il Legislatore non
ha nemmeno una presenza, pur piccola, in
Kellee, similmente alla Chiesa di Ezra.
GOBLINS
Come accennato, il Tepest ospita anche una
vasta popolazione di goblins.
I goblin sono creature umanoidi, alte tra i tre e
i quattro piedi, anche se alcune (rarissime)
volte certi esemplari possono raggiungere le
dimensioni di un umano.
Hanno una postura semi-chinata, con lunghe
braccia che pendono fino alle ginocchia, con
teste, mani e piedi di dimensioni
sproporzionate rispetto al resto del corpo.
Sono comunque agile e straordinariamente
forti nonostante le loro dimensioni.
La loro pelle è ruvida, chiazzata di rosso,
marrone e color bruno.
Il loro sangue è denso e nerastro.
Hanno un odore pungente, volutamente
accentuato dalla loro abitudine di strofinarsi
con muschio e sangue animale.
Hanno volti piatti, nasi camusi con grandi,
inespressivi occhi nerissimi che tuttavia la
notte si illuminano di una luce giallastra, e
grandi orecchie a punta.
Creature prevalentemente notturne, la loro
vista, di notte, è di gran lunga superiore a
quella umana.
Hanno ampie bocche da cui spuntano
innumerevoli e affilatissime zanne giallastre.
I goblin raramente si fabbricano da soli il
proprio abbigliamento, gli attrezzi o le armi,
preferendo rubarli o saccheggiarli dagli esseri
umani.
Le rare volte che provvedono da sé ad armi e
vestiario, questo normalmente consiste in pelli
di animali mal fissate tra loro e bastoni con
sassi taglienti fissati alle estremità.
Per questo motivo, la maggior parte dei goblin
di solito assomiglia a piccoli spaventapasseri,
vestiti in modo raffazzonato.
I goblin non conoscono le tecniche di
lavorazione dei metalli, e gli oggetti di
metallo da loro posseduti normalmente sono
frutto di razzie ai danni degli insediamenti
umani o dei viandanti.
Lingua
La lingua Goblin non ha un nome proprio. E’
un linguaggio aspro e gutturale che poche
gole umane possono riprodurre, combinando
strilli acuti con consonanti taglienti e
profonde, suoni flegmatici e rotacismi.
A parte poche rune di significato osceno
utilizzate per marcare il territorio, lasciare
avvertimenti per chi lo viola e deturpare muri
o altri edifici umani nelle loro scorrerie, i
goblin non hanno alcuna forma di scrittura o
alfabeto.
Cultura e società
I goblin sono divisi in tribù semi-nomadi. Il
membro più forte governa ogni tribù ed è
sempre inevitabilmente maschio e spesso
capricciosamente grande e potente.
Le femmine sono considerate esclusivamente
al fine della figliazione e dell’allevamento
della prole.
Il loro periodo di gestazione è di circa quattro
mesi, e di media una femmina goblin è
ingravidata due volte l'anno.
I goblin non insegnano nulla alla loro prole. I
piccoli goblin imparano osservando gli adulti
e imparando a badare a sé stessi, altrimenti
muoiono di inedia.
Le uniche femmine goblin ad avere una
considerazione che vada oltre la semplice
attitudine a figliare, sono quelle definite
“toccate dagli spiriti”, che possono divenire
adepte o sciamane, oppure aspirare al ruolo di
vertice di “madre oscura”, ruolo che viene
visto con timore e rispetto, anche dai maschi.
La vita di un goblin è fatta di furti, razzie e
crudeltà dal momento in cui è nato al
momento della sua (di solito violenta )morte.
Sono crudeli, ma vile.
Possono tagliare la gola di un essere umano
mentre quest’ultimo dorme nel suo letto,
spolpandone la carne e rosicchiandone le ossa,
e razziare le sue cose, ma fuggono di fronte a
qualsiasi accenno di resistenza. Gli assalti dei
goblin si fanno frequenti in autunno, quando
queste creature cercano di accumulare risorse
per resistere all’inverno. I goblin non hanno
alcuna attitudine creativa, anzi, provano
piacere nel distruggere ciò che altri hanno
costruito. Amano gli oggetti che brillano (oro,
gioielli, oggetti di metallo lucente, ecc.)
anche se non hanno alcuna utilità reale per
loro al di fuori della mera ostentazione.
Unica eccezione alla generale cialtroneria che
contraddistingue il carattere di queste vili
creature è la fabbricazione di trappole, attività
in cui essi eccellono.
I goblins non provano amore, tranne che per
sé stessi e sono privi di pietà o rimorso.
Sono pronti a sacrificare un proprio simile per
beneficiare se stessi, praticano il cannibalismo
e spesso mangiano i loro piccoli.
Questa crudeltà insensata è uno dei fattori per
cui il loro numero rimane abbastanza stabile.
Mangiano tutto quello che possono trovare,
ma preferiscono carne e carogne. La carne dei
bambini, sia umani che goblin, è considerata
una prelibatezza. Quando non sono impegnati
a razziare o strisciare davanti ai goblin più
forti, si divertono con giochi crudeli, come far
rotolare teschi umani o oppure ammirare gli
oggetti appena predati oppure ancora
ubriacarsi di vino fermentato e di birra
scadente.
Atteggiamento verso magia e religione
I goblins venerano il potere che traspira dalle
pieghe che loro chiamano “i luoghi oscuri
della terra”. Essi credono che tutto il potere
soprannaturale fluisca da questi luoghi, e ogni
luogo ove non arrivano i raggi solari è
considerato sacro.
Per tale ragione, ciò che, tra i goblin, passa
per “sepoltura” altro non è che riempire con le
ossa spolpate dei loro morti grotte, cunicoli,
anfratti oscuri e le intercapedini sotto le case,
dimodo che questi “poteri” possano
servirsene.
I goblins credono che delle creature di grande
potere, le Madri Nere (che non vanno confuse
con le “madri oscure”, titolo con cui i goblin
designano le loro incantatrici più forti),
controllino questi oscuri poteri che trasudano
dalla terra.
Si tratterebbe di creature di grande statura, e
dal potere immenso, che incutono nei goblins
molto timore e rispetto.
Può accadere che i goblin scambino
un’incantatrice umana (o semiumana) per una
di queste Madri Nere, e fuggano in preda al
terrore, tentando di nascondersi.
Governo
La tradizione tepestani impone che ogni
comunità, anche quelle costituite unicamente
da una o due famiglie, prendano guida da un
consiglio composto dai tre anziani più saggi.
In teoria, questi consigli, secondo la stessa
tradizione, devono guidare la comunità fino al
tempo in cui torneranno gli antichi tuatiarna,
ma dal momento che ciò non accadrà mai, il
Tepest continuerà ad essere un luogo
governato da contadini anziani che sono
rispettati unicamente per la loro capacità di
seguire a loro volta i consigli delle mogli. Ciò
che balza all’occhio, tuttavia, è il grande
senso di unione e solidarietà che caratterizza
le comunità Tepestani.
Ogni persona in un villaggio o comunità
dispone di cibo e riparo.
Ogni membro della comunità si preoccupa di
prendersi cura di coloro che non possono
lavorare a causa di malattia o vecchiaia, i
rapporti di collaborazione e buon vicinato
sono la regola, la pigrizia e il furto sono puniti
con l'ostracismo e la mutilazione o
deturpazione del colpevole.
Mentre ogni comunità definisce le proprie
leggi, gli Inquisitori di Belenus hanno
introdotto alcune regole comuni a tutte le
comunità o villaggi.
La più importante, quella di rendere
testimonianza in forma scritta di tutti i
passaggi procedurali riguardanti i crimini
relativi ai Folletti e alle loro manipolazioni.
Dal momento che a volte è difficile
distinguere tra crimine comune e crimine
commesso sotto l’influenza dei Folletti, i
consigli degli anziani hanno preso l’abitudine
di tenere un registro scritto di tutte lo loro
riunioni e decisioni.
Dal momento che l'Inquisizione in genere si
sta preoccupando di alfabetizzare i membri
più giovani delle comunità, i consigli degli
anziani fanno sempre più affidamento sulla
generazione più giovane nella gestione della
comunità.
Nelle più grandi comunità di Viktal e Kellee
vi è anche un “Sindaco”, con il compito di
assistere il consiglio degli anziani.
Questi funzionari sono normalmente eletti dal
consoglio, che li sceglie tra le persone più
istruite (sacerdoti o commercianti).
Se il Sindaco non compie con diligenza i suoi
compiti, può essere rimosso dal suo incarico.
Un'altra figura elettiva nelle comunità più
grandi di Viktal, Kellee, Linde e Briggdarrow,
è quella del “Connestabile”.
Questi uomini sono in genere reclutati tra i
cacciatori o sono anche stranieri che hanno
colpito la città con il loro coraggio e la
dedizione alla giustizia e ordine.
Un consiglio allargato, formato da anziani,
sacerdoti locali e commercianti è responsabile
dell’elezione del Connestabile.
Come il Sindaco, anche il Connestabile può
essere rimosso dal suo incarico in caso di
incapacità o violazione dei suoi doveri.
Nonostante il fatto che l'Inquisizione sia il
gruppo di potere più forte all’interno del
dominio, Wyan ritiene che all'Inquisizione
debba essere negata formale autorità politica,
o il destino che toccò la scomparsa G’Henna
potrebbe ripetersi pure per il Tepest.
Economia
Nel Tepest esiste un'economia di baratto.
L’oro è praticamente ignorato come mezzo di
scambio, al di fuori dei centri maggiori, come
Kellee e Viktal.
Mentre ci sarebbe stato un tempo in cui anche
nel Tepest vi era un sistema economico più
evoluto, tuttavia il troncamento, dopo il
Grande Cataclisma, della Strada Timori ha
praticamente arrestato il progresso
economico, facendolo addirittura regredire.
I commercianti stranieri che vogliano
acquistare, ad esempio, legname, oppure il
famoso Vino Cloudberry, devono offrire, in
contropartita, beni durevoli, e non denaro.
Commercio e diplomazia
Descrivere il Tepest come un dominio che ha
“relazioni diplomatiche” con i suoi vicini
sarebbe una vera esagerazione.
Solo la presenza di Gerald Ferrier a Kellee fa
sì che la città abbia interesse a fornire alloggi
per i commercianti che arrivano da Nova
Vaasa.
I “legami internazionali” del Tepest possono
essere riassunti davvero in poche righe.
Darkon: I Tepestani sono sconcertati dalla
società darkoniana, in cui la magia e gli elfi
sono apertamente accettati.
Essi ritengono Nevuchar Springs una sede del
male, e poiché il re Azalin permette tutto
questo, lo considerano un campione della
malvagità.
Inoltre, quando i Tepestani hanno appreso che
la setta Darkoniana di Ezra ha la sua base in
Nevuchar Springs, hanno tratto la conclusione
che le chiese di Ezra (non importa dove si
possano trovare), devono essere anch’esse
sede del male.
Nonostante vi siano alcune mulattiere che dal
Tepest conducono nel Darkon, consentendo
così alcune piccole operazioni di trasporto di
legname, il terreno infido scoraggia attività
mercantili più complesse.
Penso che forse il più eloquente segnale sul
futuro delle relazioni tra Tepest e Darkon è
che Azalin Rex ha scelto la via più gravosa di
riaprire la strada attraverso le montagne di
Misery, piuttosto che costruire strade e
stabilire un percorso più facile attraverso le
foreste del Tepest.
Keening e Dirupo d’Ombra: non ci sono
esseri in questa terra con cui sia possibile una
qualsivoglia relazione diplomatica. La
maggior parte dei tepestani fanno addirittura
fatica ad accettare che possano esistere regioni
così terribili.
Nova Vaasa: Lord Tristan Hiregaard di
Nova Vaasa è considerato un amico di tutti i
Tepestani a causa del suo generoso aiuto
durante la carestia nel 691 aC .
Questi rapporti amichevoli, e la presenza di
Gerald Ferrier a Kellee, ha assicurato a Nova
Vaasa la posizione di unico partner
commerciale del Tepest.
I commercianti Vaasi, così come la
Compagnia Commerciale Boritsi, con sede nel
Borca, trasportano nel Tepest manufatti
pregiati in cambio di legname, capre,
formaggio e Vino Cloudberry.
Insediamenti principali
KELLEE
Kellee è la prima comunità Tepestani che i
viaggiatori incontrano.
Come tutte le altre città tepestani, si tratta di
un agglomerato di piccole abitazioni e di
fienili, liberamente raggruppati intorno ad un
grande spazio aperto che funge da piazza della
città.
La gente di Kellee vive in modo semplice, in
abitazioni mono o bifamiliari, per la maggior
parte a un piano.
Come le case degli altri principali
insediamenti del Tepest, la maggior parte
delle abitazioni a Kellee ha tetti di paglia e
pareti imbiancate.
Sotto ogni finestra di solito il muro viene
dipinto con raffigurazioni di vivaci fiori
colorati.
Alcuni Tepestani, soprattutto quelli che
commerciano coi Vaasi, hanno le abitazioni
con tetti in legno.
Tutte le case e fienili sono scrupolosamente
mantenuti in perfetto stato, e due volte al
giorno si possono vedere alcuni giovani di
ambo i sessi impegnati nella raccolta dello
sterco dagli ovili per la sua distribuzione sui
campi a nord della città o per essere essiccato
e utilizzato come combustibile.

La Milizia di Kellee si occupa di pattugliare le
strade cittadine e la Strada Timori Est, tra
Kellee e Viktal, a piedi o montando dei pony.
E’ compito dei Miliziani ammonire chi si
prende scarsamente cura della propria casa,
amministrare la giustizia e aiutare chiunque ne
abbia bisogno.
L'unica eccezione all’aspetto perfettamente
ordinato di Kellee e delle sue abitazioni, è un
cottage fatiscente che appartiene a Leobe, il
cacciatore più importante della città.
E’ un misantropo e tende ad evitare la vita
sociale, anche se si ritiene che la sua ostinata
resistenza a voler dare un aspetto più
dignitoso alla propria casa sia mossa
esclusivamente dallo scopo di infastidire
Ferrier.
Il tempio di Belenus è la costruzione più
recente di Kellee ed è il più grande dei templi
presenti nel Tepest .
Per anni, Ferrier ha bloccato l'Inquisizione nei
suoi tentativi di costruire un nuovo tempio a
Kellee dopo quello preesistente era stato raso
al suolo.
Solo quando Ferrier si innamorò della
sacerdotessa locale di Belenus, Tala,
finalmente diede il suo assenso alla
costruzione di un nuovo tempio.
I due si sono sposati nella grande zona di
culto scoperta di fronte al Tempio appena
inaugurato (la maggior parte dei templi di
Belenus sono costruiti senza tetto in modo che
il dio possa vedere gli omaggi dei suoi fedeli).
Secondo quanto si racconta, Wyan stesso
sarebbe venuto a Kellee per celebrare il
matrimonio di Ferrier e Tala all’inizio della
primavera del 756 BC.
La moglie di Ferrier morì tragicamente pochi
mesi dopo, nel corso di una strage misteriosa
che costò la vita a tutti gli ospiti della
Locanda del Fuggitivo.
La Milizia di Kellee è l'unica vera forza
armata organizzata del Tepest.
l'Inquisizione può avere uomini armati al suo
servizio, ma la loro organizzazione varia
notevolmente.
La Milizia è guidata da Xeleen, un Tepestani
ben piantato con uno sguardo gelido che può
mettere paura anche alla maggior parte dei
briganti.
Kellee è anche sede di uno dei più bravi
cantastorie di tutto il Tepest, di nome Karsten.
Dove alloggiare a Kellee
La Locanda del Fuggitivo (che fornisce
camere e pasti di ottima qualità) è una grande
struttura a due piani.
Ha otto camere che possono ospitare
comodamente due persone ciascuna, e una
grande sala comune con dieci cuccette a due
posti. Le scuderie possono ospitare dieci
cavalli, e c'è un
recinto per eventuali cavalli di ricambio. Nel
cortile recintato e cancellato possono trovar
posto i carri dei commercianti.
Anche cavalli e i pony appartenenti alla
milizia sono stallati presso la Locanda del
Fuggitivo.
Questo organizzatissimo ed efficiente ostello
è di proprietà del Sindaco di Kellee, Gerard
Ferrier.
Anche dopo la recente strage che ivi è
avvenuta, rimane un luogo dove i cittadini di
Kellee sono felici di lavorare, e l'unico posto
dove i mercanti provenienti da Nova Vaasa
possono riposare sé stessi e le loro bestie da
soma o da tiro.
Le camere sono tenute scrupolosamente pulite
e il cibo è un mix unico di petanze Vaasi ,
Tepestani e piatti della tradizione
Falkovniana.
Il cuoco, Manzel Hannert, è un altro emigrato
Falkovniano che giunse a Kellee al seguito di
Ferrier, ed è un vero artista culinario, non
inferiore per bravura ai migliori cuochi che
prestano i loro servigi presso le corti dei
niobili Vaasi.
Nonostante l’alta qualità dei servizi offerti
dalla locanda, i prezzi sono contenuti (tra le 2
e le 5 monete d’oro per notte).
VIKTAL
A nordest, lungo la Strada Timori Est, si trova
Viktal.
Situata sulle rive del Lago Kronov, la sua
fonte primaria di reddito e di sostentamento è
la pesca e la pastorizia. Piccoli campi a ovest
della città forniscono una buona varietà di
tuberi, verdure, orzo e grano.
Le case e i granai della città assomigliano a
quelli di Kellee, ma vi sono anche dei grandi
capannoni decorati, che dominano il
lungolago, dove vengono tenute le barche da
pesca e le reti, e dove viene anche
immagazzinato il pesce destinato
all’essiccazione.
Le strutture più notevoli in Viktal sono il
tempio di Belenus e la casa di Wyan,
fondatore dell'Inquisizione.
Entrambi gli edifici si trovano all’interno di
un’unica area recintata, a poca distanza l’uno
dall’altro, e sono tra i pochissimi edifici in
pietra e a due piani presenti in città.
Contrariamente agli altri templi di Belenus
presenti nel Tepest, quello di Viktal è
interamente coperto da un tetto a spioventi
con una fila di simboli di pietra di Belenus
lungo il suo lato più lungo.
Un'ulteriore differenza è che il suo interno
presenta file di banchi per far sedere i fedeli.
L'interno del tempio è unico anche perché
all’altare principale, dedicato a Belenus, sono
affiancati dei piccoli santuari dedicati a
Brigantia e a Manannan Mac Lir, in modo
che i fedeli possano rendere omaggio a tutte e
tre le divinità in una volta sola.
La casa di Wyan è un vero e proprio piccolo
maniero a due piani.
Wyan stesso è molto orgoglioso della sua
casa, ma ancora di più della piccola biblioteca
che ha accumulato, composta quasi
interamente di opere scritte da lui stesso, ma
anche di una piccola selezione di libri stranieri
che trattano di religione, folklore e pratiche di
alcune razze umanoidi.
Wyan condivide la casa con tre accoliti, che
agiscono come suoi servi e assistenti, e con
sua figlia Lorelei.
Quest’ultima è una ragazza molto bella, ma
appare tuttavia sempre triste e apatica.
Probabilmente, la terribile esperienza patita
nell’autunno del 751 ad opera delle
macchinazioni dei Folletti, l’ha
profondamente segnata, tanto che molto
raramente ella viene vista uscire al di fuori
dell’area che delimita la casa di Wyan e il
Tempio.
Dove alloggiare a Viktal
Il Riposo del Pescatore (che offre stanze
comuni e pasti di buona qualità) è l'unico
locale pubblico di Viktal.
Si tratta di un rustico edificio a due piani con
annessa stalla.
Il secondo piano ospita quattro semplici
camere con letti stretti e a malapena adatti a
contenere un adulto.
Si possono affittare per una moneta d’oro a
settimana, da pagare in anticipo e non
rimborsabile.
La sala comune al piano terra può contenere
circa 30 persone, ed è il luogo di ritrovo serale
preferito per i pescatori ed i pastori locali.
Un apprendista bardo di nome Webb va e
viene per tutto il giorno, raccogliendo e
diffondendo racconti e pettegolezzi.
I proprietari del locale sono due coniugi obesi
ed incredibilmente pettegoli di nome Greabo e
Maria, che gestiscono il posto con l’aiuto del
figlio Am.
Il cibo al Riposo del Pescatore, nonostante
l’aria dimessa del locale, è eccellente.
E’ Maria ad occuparsi della cucina, e i prezzi,
per un pasto completo, sono ragionevoli e
oscillano tra 1 e 2 monete d’oro.
LINDE
Un sentiero sterrato ben tenuto porta a Linde,
un minuscolo insediamento che tuttavia
costituisce il maggior centro della produzione
del famoso Vino Cloudberry.
Linde si compone di forse una dozzina di
edifici, tra cui un paio di magazzini costruiti
in epoca mercantile, prima del Cataclisma che
diede origine al Dirupo d’Ombra.
Uno di questi magazzini viene utilizzato per
lo stoccaggio delle bottiglie di Vino
Cloudberry da scambiare coi mercanti
stranieri, mentre l'altro, per la maggior parte
ridotto in uno stato fatiscente, viene utilizzato
come stalla per la locanda locale, Il Notturno.
Linde è costituita quasi interamente di edifici
di legno intonacati a calce e imbiancati, con
tetti di paglia.
Il tempio di Belenus è una recente aggiunta
all’insediamento, e si trova al centro del
paese.
E’ il più semplice dei templi Belenus,
costituito solo di un anello di pietre erette in
verticale e decorate coi simboli del dio.
La principale fonte di sostentamento del
villaggio è la coltivazione del rovo camemoro,
dalle cui bacche, appunto, si ricava il Vino
Cloudberry.
Gli abitanti di Linde passano la maggior parte
delle loro giornate ad occuparsi dei cespugli
di questo rovo che crescono attorno al
villaggio e sulla vicina parete rocciosa che
sovrasta il Fiume Nebbia Nera.
Ogni famiglia ha perso almeno uno o due
membri durante le tempeste improvvise che
spesso scoppiano in questa regione durante il
periodo della vendemmia.
Parte della produzione di Vino Cloudberry
rimane a ciascuna famiglia, ma la maggior
parte di essa viene prodotta al Notturno e
stoccata nel grande magazzino, in attesa di
essere scambiata con le altre comunità
Tepestani oppure venduta ai mercanti
stranieri, prevalentemente Vaasi.
Le cariche di Connestabile, Sacerdote e
Sindaco di Linde sono accentrate in un’unica
persona: un uomo grande e grosso, d’aspetto
ursino e dai capelli scurissimi di nome
Mannen.
Questo ex-boscaiolo divenuto la massima
autorità di Linde è un uomo di mentalità
aperta e, spesso, non ha difficoltà a criticare la
chiusura mentale e le superstizioni di molti
dei suoi concittadini.
Dove alloggiare a Linde
Gli alloggi pubblici a Linde possono essere
definiti soddisfacenti soltanto se si tiene conto
delle ridotte dimensioni dell’insediamento, ma
in realtà possono essere descritti solo come
“stamberghe”.
Il Notturno offre pasti e camere di scarsa
qualità ed è una lunga struttura di un piano
con una sala comune a un'estremità e due
alloggi comuni pieni di spifferi all’estremità
opposta.
Le due camere alloggiano ospiti di entrambi i
sessi, e ciascuna ha sei posti letto.
Sul retro vi è una cucina che funge anche da
distilleria per il vino cloudberry. Il cibo
consiste unicamente in un insipido stufato di
pecora, che viene servito sia a pranzo che a
cena.
Una giovane coppia, Samus e Vette, gestisce
la locanda. Hanno ereditato il locale dalla
madre di Samus, originaria di Viktal.
BRIGGDARROW
Situato all'estremità ovest del lago Kronov,
Briggdarrow è il quarto e ultimo insediamento
degno di nota nel Tepest.
Come Kellee e Viktal, si compone di un
guazzabuglio di case vicine ad un tempio,
quest’ultimo dedicato a Manannan Mac Lir.
La maggior parte delle case periferiche sono
abbandonate e in rovina . Il villaggio
sopravvive principalmente con l’attività di
pesca.
Quando i primi esploratori lasciarono
G’Henna nel 713 e scesero a Briggdarrow, il
consiglio degli anziani di quel villaggio
dimostrò un livello di iniziativa e di visione
commerciale praticamente sconosciuto tra i
Tepestani.
Ottennero finanziamenti da una famiglia
benestante falkovniana di Morfenzi,
(intenzionata ad ampliare la propria influenza
commerciale a tutti i Monti Balinok e a far
deviare il flusso di denaro derivante dal
commercio dalle famiglie mercantili borcane
nelle casse di Vlad Drakov) e li usarono per
costruire un grande e lussuoso albergo.
L’edificio fu iniziato e completato in meno di
un anno, e coinvolse nella sua costruzione
quasi tutti gli abitanti dell’insediamento.
Fu una grande scommessa per il villaggio,
anche se la scostante natura del resto dei
Tepestani e il crescente fanatismo degli
adoratori del dio Zakhata provenienti da
G’Henna presto limitarono la crescita del
commercio da est.
Anche prima della formazione del Dirupo
d’Ombra ci si era resi conto che Briggdarrow
non avrebbe mai raggiunto la statura
commerciale a cui i suoi anziani o gli
investitori di Morfenzi aspiravano.
Il grande sconvolgimento e la formazione del
Dirupo d’Ombra distrussero definitivamente
ogni residuo di questo sogno di grandezza
commerciale e Briggdarrow, ad oggi, rimane
solo un villaggio semi-abbandonato.
La maggior parte delle case periferiche e dei
fienili stanno cadendo in rovina e gran parte
della popolazione del villaggio se ne è andata
per stabilirsi in altre regioni del Tepest.
Quello che è certo è che, per i Tepestani, la
vicinanza di Briggdarrow al dirupo d’Ombra
rende la zona un focolaio di attività per i
Folletti.
Gli Inquisitori sostengono che si incontrino
più folletti qui che in qualsiasi altro luogo del
Tepest, e che i cittadini di Briggdarrow siano
molto più propensi a mettersi in combutta con
queste malvage creature.
Ciò che è certo, è che in questa zona accadono
mutamenti climatici estremamente singolari:
possono esservi mutamenti stagionali
rapidissimi, con il clima che passa da
primaverile a estivo, e poi ad autunnale ed
infine ad invernale nell’arco di una sola
giornata.
Spesso si scatenano violenti acquazzoni, con
vento forte e violente grandinate, che possono
durare anche un’intera giornata.
Molti abitanti del villaggio hanno un’aria
apatica ed allampanata, come se si fossero
appena svegliati da un bel sogno, e non si
riesce a scuoterli in alcun modo.
l'Inquisizione ritiene che queste persone
abbiano l’anima oramai corrotta dai Folletti e
che è solo questione di tempo prima che
rivelino la loro natura oramai resa malvagia.
Questo è uno dei motivi per cui una buona
percentuale dei processi dell’Inquisizione
riguardano gli abitanti di questo tetro paesino,
e la quasi totalità di essi si è risolta con
condanne ache molto pesanti.
Per tutte queste ragioni, Briggdarrow è un
villaggio normalmente evitato dagli altri
Tepestani, e si trova in una situazione di
isolamento quasi completo dalle altre
comunità.
Dove alloggiare a Briggdarrow
Nonostante l’aspetto decadente di
Briggdarrow e dei suoi abitanti, il grande
albergo noto come La Casa del Ragno offre
camere e pasti di qualità davvero eccellente.
Si tratta di un massiccio edificio in pietra e
legno, con un grande tetto a spioventi ed
ampie finestre con imposte in legno decorate
con motivi floreali e dipinte a tinte vivaci, che
si trova al centro del paese, a lato di una
piccola piazza.
Anche se presenta chiari sintomi di
decadenza, la sua ariosa e luminosa sala
comune è ben arredata e i letti delle dieci
camere situate al secondo piano sono di gran
lunga i più comodi di tutte le altre locande
presenti nel Dominio.
L’albergo è gestito da Keirwyn e dalla sua
ossuta moglie Marian, la quale si occupa della
cucina.
Il servizio e la cucina, come detto, nonostante
l’aria decadente del locale, sono impeccabili.
I pasti, in particolar modo, sono di qualità
davvero eccellente.
La Casa del Ragno è l'unico locale pubblico
di Briggdarrow, ma la mancanza di
concorrenza (e anche la mancanza di clienti
abituali), non sminuiscono l’orgoglio di
Keirwyn e Marian nell’offrire ai loro rari
ospiti un servizio di alto livello.
I due coniugi nutrono ancora la speranza di
poter risollevare, un giorno, le sorti del loro
albergo, e Marian in particolare non ha
abbandonato la speranza di poter mettere al
mondo un figlio a cui poter trasmettere la
proprietà della locanda.
Altri siti di interesse
L’Isola del Castello
Alcuni anni orsono, una piccola isola apparve
nel Lago Kronov, circa a metà strada tra
Almeno dodici persone si sarebbero recate
sull’isola senza farne mai ritorno.
Le loro barche vennero ritrovate alla deriva,
completamente vuote.
Nove di essi erano stranieri, attirati sull’isola
dalla loro avidità di tesori, e tre erano
pescatori locali, attirati invece dalla voce
seducente della misteriosa Signora.
Viktal e Briggdarrow, dopo una notte
particolarmente nebbiosa.
Secondo i locali, l’isola e il castello in rovina
che sorge su di essa sarebbero la dimora di un
Folletto femmina seduttore di anime.
Quei pochi che si arrischiarono a recarsi
sull’isola, non furono mai più visti.
I pescatori chiamano la misteriosa entità che
abiterebbe l’isola “la Dama del Lago”, e sono
convinti che chiunque senta il canto di questa
creatura quando si trova a navigare sul lago,
debba iniziare subito a pregare ad alta voce a
Belenus per non rischiare di cadere vittima del
suo incantesimo.
Kraznik, l’ex-Connestabile di Viktal, conosce
bene la storia dell’isola.
Se interrogato, e se si riesce a vincere la sua
naturale diffidenza e riottosità, conferma che
l’Isola del Castello apparve tra la nebbia nel
744 BC.
Come detto, nessuno di loro ha più fatto
ritorno.

Alcuni studiosi ritengono che questa
misteriosa “Signora” sia, in realtà, una sirena,
e che molto di ciò che si racconta su di lei sia
il frutto di allucinazioni o leggende.
La realtà, invece, è del tutto diversa.
L’Isola del Castello costituisce un vero e
proprio mini-dominio (una “sacca” o
“dominio tascabile”), di cui la Dama del Lago
è il Signore Oscuro.

ISOLA DEL CASTELLO

Livello culturale: Selvaggio. Le rovine indicano un avamposto dell’Età Oscura; Ecologia: completa;
Clima: temperato, acquatico; Anno di formazione: 744 BC; Popolazione: nessuna; Governo: nessuno;
Regnante: nessuno; Signore Oscuro: la Dama del Lago.
L’Isola del Castello è il più piccolo Dominio conosciuto nel Nucleo Centrale.
I suoi confini si estendono in ogni direzione sino ad un quarto di miglio dalle coste dell’isoletta.
Questo tipo di Domini, definiti “sacche”, sono di un tipo non comune a Ravenloft. Sono molto piccoli, ma
hanno la non indifferente caratteristica di potersi “spostare” da una regione all’altra del Semipiano. Nello
specifico, l’Isola del Castello si è radicata nel Lago Kronov.

Il cottage delle Tre Sorelle

Si tratta di un cottage fatiscente situato in una
radura tra i boschi occidentali del Tepest.
Ad un primo sguardo, le numerose pelli su
telai attorno a tutta la casa e le numerose ossa
che pendono dagli spioventi del tetto
farebbero pensare all’abitazione di un
boscaiolo o di un cacciatore.
Ad uno sguardo più attento, tuttavia, si
possono notare parecchi crani ed ossa umane
sparse per terra accanto ad un enorme
calderone. Il cottage è abitato da tre Hags che
forse in realtà sono le tre cailleaigh corrotte
dal potere arcano di cui narrano le tradizioni
Tepestani.
(NOTA: le Tre Sorelle sono anche i darklord
del Tepest).

*** **** ***

 APPENDICE

*** **** ***

PERSONAGGI E
CREATURE DI RILIEVO
 Wyan di Viktal
Aspetto Fisico
Wyan di Viktal sta invecchiando
precocemente. Il suo volto scarno e grinzoso
lo fa apparire dieci anni più vecchio dei suoi
55 anni.
Wyan sfoggia una lunga barba e baffi folti e
arricciati, entrambi candidi come i capelli che
spuntano da sotto la papalina nera che quasi
sempre indossa.
I suoi occhi sono acuti ed attenti, scrutando
sempre ogni cosa e ogni persona con
particolare sagacia, cercando di cogliere anche
il più piccolo particolare del suo interlocutore
o di ciò che gli sta attorno.
Wyan è raramente visto senza i paramenti
cerimoniali (un nero mantello indossato sopra
una veste bianca).
Stringe abitualmente un grande libro al petto
quando appare in pubblico; di solito si tratta
del suo breviario ma, quando agisce in veste
di Inquisitore, lo sostituisce col Registro
Inquisitorio.
Wyan emana un'aura di fiducia inflessibile in
sè stesso e nel suo clero, ma questa facciata di
inflessibile rigore e fiducia di sè ha più volte
rischiato di crollare, a causa di numerosi
eventi che hanno messo duramente alla prova
la sua fede e la sua incrollabile fiducia di agire
nel giusto.
Quando Wyan ha motivi di dubitare di se
stesso, tende a cadere in lunghi e
contemplativi silenzi.
Biografia.
Wyan è nato in un insediamento appena fuori
Viktal nel 703 BC, da una famiglia di
boscaioli.
Di indole curiosa, ma riservata, ogni volta che
vedeva qualcosa che gli dava da pensare ha
sempre preferito rimanere in silenzio e
riflettere per suo conto piuttosto che porre
domande.
Ha ricevuto la classica, rustica e semplice
educazione tepestani ascoltando con
attenzione, durante la sua infanzia, i racconti
di fate, streghe e altre creature che venivano
normalmente tramandati attorno al focolare
domestico.
All'età di sedici anni, Wyan era già un abile
boscaiolo, a diciotto prese in moglie una
ragazza di nome Dympna.
Appena un anno dopo, Wyan, tornato al suo
casolare al termine di una lunga giornata di
lavoro nei boschi, scoprì che i goblin avevano
saccheggiato la sua dimora.
Tutti gli oggetti di valore erano stati razziati e
tutto ciò che restava di Dympna era solo una
scia di sangue rappreso che conduceva nelle
profondità del bosco, dove il corpo della
moglie era stato trascinato dai goblin.
Gettatosi alla ricerca di Dympna, tutto ciò che
riuscì a trovare di lei furono poche ossa
spolpate.
Distrutto da questo terribile evento, Wyan si
trasferì nell’abitato di Viktal e abbandonò il
mestiere di boscaiolo per quello di pescatore.
Nel corso dei successivi otto anni, mise da
parte il suo dolore per la perdita di Dympna
ed iniziò in lui a svilupparsi il suo lato
contemplativo e spirituale.
Dopo tutto, pensò, non era certo l'unico
Tepestani ad aver perso una persona cara per
colpa degli spiriti oscuri dei boschi .
Nel 730 BC Wyan entrò nel clero di Belenus e
presto sposò la sua seconda moglie, Muirne.
La loro figlia Lorelei nacque tre anni dopo,
ma quando Muirne diede alla luce il loro
secondo figlio nel 737 BC, sia lei che il
bambino morirono durante il travaglio.
L’esame del neonato morto mostrò che
quest’ultimo aveva deformità mostruose che
avevano causato le complicanze del travaglio
e la conseguente morte di madre e figlio.
Questo nuovo dolore indurì ulteriormente il
carattere di Wyan e i suoi capelli ben presto
iniziarono a mostrare i primi accenni di
grigiore.
Da questo momento Wyan iniziò a mostrare
una certa cupa, sadica soddisfazione nel corso
del sacrificio annuale del folletto durante
l’ultimo giorno della Festa del Raccolto, ma
tenne per sé ogni pensiero e tormento,
concentrandosi esclusivamente
sull’educazione della giovane figlia e sui
servizi per i fedeli di Belenus di Viktal.
Nell'estate del 740 BC, nel corso del Grande
Cataclisma, G’Henna e Markovia
scomparvero per sempre, sostituiti dal Dirupo
d’Ombra.
Fu la classica “ultima goccia” per Wyan, che
considerò questo evento un vero e proprio atto
di guerra dei Folletti.
Per Wyan, la malizia dei Folletti era cresciuta
insaziabilmente sino ad indurli a distruggere
interi domini: e dunque, egli non poteva più
stringere i denti e sopportare in silenzio questi
mostruosi crimini, non poteva più credere che
si sarebbe riusciti a proteggersi dalle insidie
dei folletti semplicemente barricandosi in casa
all’imbrunire, come ancora molti
ingenuamente credevano.
Per salvare il Tepest e il suo popolo, era
necessario muovere una guerra senza
quartiere e senza pietà nei confronti dei
Folletti e della loro malvagità.
Wyan, pertanto, si pose rapidamente all’opera
e, alla fine di quell’anno, costituì, tra il clero
del Tempio di Viktal, il primo nucleo
dell’Inquisizione, organismo volto alla santa
opera di sradicare i Folletti e la loro magia
corrotta da tutto il Tepest.
Nell’arco di un un decennio, Wyan e la sua
Inquisizione erano divenuti una presenza
costante in tutti gli insediamenti del Tepest, ad
eccezione di Kellee, dove si scontrarono con
l’ostilità di Gerard Ferrier.
Gli Inquisitori misero a morte decine di
Folletti e di loro alleati, e presto la loro fama
si diffuse anche al di fuori dei confini del
Tepest.
Non tutti i commenti circa l’attività
dell’Inquisizione, tuttavia, erano positivi, e
molti di essi giunsero alle orecchie di Wyan.
Si stava diffondendo la voce che gli
Inquisitori erano tutti troppo zelanti nei loro
obiettivi e che nelle maglie dell’Inquisizione
erano cadute anche almeno una dozzina di
persone innocenti.
Queste voci irritarono parecchio Wyan, e
dopotutto egli non poteva essere presente ad
ogni processo: ci si lamentava di confessioni
forzate che contraddicevano chiaramente i
fatti accertati, sospetti condannati sulla base di
semplici pettegolezzi, dibattimenti processuali
incentrati essenzialmente in sterili discussioni
circa l’interpretazione di questo o quel
racconto udito chissà dove e chissà da chi….
Wyan respinse molte di queste lamentele. Pur
riconoscendo che la sua Inquisizione non era
un meccanismo perfetto, tuttavia essa, in
fondo, aveva sicuramente fatto molto più bene
che male.
Nel 751 BC, le trame dei Folletti ancora una
volta colpirono Wyan al cuore.
Lorelei, la figlia di Wyan, ora aveva diciotto
anni ed era considerata una delle fanciulle più
belle ed aggraziate di tutto il Tepest, tanto da
aver attirato pretendenti anche da
insediamenti lontani, come ad esempio Liara.
Tuttavia, ella era tanto amabile esteriormente,
quanto frivola e vanitosa nel cuore.
Lorelei accusò una delle sue amiche
d'infanzia, una ragazza orfana dal volto
sfregiato di nome Bryonna, di essersi alleata
con un Folletto per stregare uno dei suoi
corteggiatori.
Wyan arrestò ed imprigionò Bryonna, ma alla
fine venne a galla la verità: Bryonna non
aveva commesso alcun crimine.
Era, piuttosto, la stessa Lorelei ad essere stata
stregata da un Folletto (un boowray per la
precisione) che l’aveva convinta ad accusare
falsamente un’innocente.
La verità fu scoperta grazie ad un gruppo di
avventurieri che individuarono e distrussero il
Boowray prima che fosse troppo tardi per
Bryonna.
L’influsso malvagio della creatura, tuttavia,
aveva scosso profondamente Lorelei,
danneggiandone in qualche modo la mente.
Il colpo, per Wyan, fu terribile.
Nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per
proteggere il suo popolo e la sua famiglia dai
Folletti, e nonostante cercasse sempre di
essere il più possibile obiettivo, aveva quasi
condannato a morte una povera ragazza
innocente a causa degli inganni del Folletto
che aveva corrotto la mente della giovane
figlia.
Situazione attuale.
I sette anni successivi sono stati da Wyan
interamente dedicati ad occuparsi della figlia e
a meditare sui suoi errori.
Attualmente Lorelei è divenuta una persona
dolce, umile e molto timida, cosi che chi
l’aveva conosciuta nel suo periodo
precedente, azzarda a dire che l’intera vicenda
abbia, in realtà, migliorato di molto il suo
carattere.
Tuttavia, chi conosce bene Lorelei, si rende
conto che la sua mente non si è del tutto
ripresa dalla vicenda, e che lei tuttora vive
nella costante vergogna delle imperdonabili
azioni compiute sotto l’influenza del
Boowray.
Vedere la figlia ridotta in tale stato ha
rafforzato in Wyan l’idea che i Folletti siano
solo un cancro per l’umanità, che va estirpato
senza “se” e senza “ma”.
Eppurtuttavia, l’intera vicenda ha anche fatto
capire a Wyan che un’Inquisizione cieca e
non fondata su prove inoppugnabili può
diventare pericolosissima, soprattutto quando
sotto la sua attenzione vi cade un innocente.
L'Inquisizione ha consolidato la sua forza
negli ultimi anni, ma più è cresciuto il suo
potere, maggiormente difficile è divenuto il
suo controllo.
Wyan è ancora molto ammirato, e la sua
autorità nel ruolo di Sommo Inquisitore è
indiscussa, nonostante nemmeno egli stesso,
ora, sia in grado di porre un freno all’attività
dell’Inquisizione.
Egli si è reso conto che la sua “creatura” ha
bisogno di controllo, e si adopera in ogni
modo possibile per garantire che le condanne
non coinvolgano persone innocenti.
Combattimento
Wyan non ha un fisico che gli consenta di
combattere corpo a corpo, così si affida ai
suoi doni divini per difendersi.
Wyan usa i suoi poteri per individuare,
respingere e contenere i folletti.
In genere usa incantesimi come dissolvi
magia, ancora dimensionale, discernere bugie,
dissolvi invisibilità e protezione dal male
piuttosto che concentrarsi su incantesimi
offensivi.
E’ sempre accompagnato da almeno 1d4
Inquisitori Tepestani che costituiscono la sua
scorta.
Attacchi speciali: Scacciare. Wyan riceve un
bonus di +2 nelle relative prove di scacciare.
E’ in grado di scacciare i non-morti come un
chierico di 5 ° livello e di scacciare i folletti
come un chierico di livello 7.
Residenza
Wyan vive con la figlia Lorelei in una casa in
pietra a due piani nel cuore di Viktal. Due
accoliti servono Wyan come aiutanti e
segretari durante il giorno, tornando alle loro
case all’imbrunire.
La vera casa del Sommo Inquisitore, tuttavia,
è il vicino tempio di Belenus, una costruzione
massiccia e coperta da un largo tetto a
spioventi (vedi descrizione più sopra).
Nel Tempio sono anche custoditi gli Archivi
dell’Inquisizione e nei suoi sotterranei sono
ospitate le celle per gli accusati
*** **** ***
 La Dama del Lago
(Signore Oscuro del micro-dominio dell’Isola del Castello)
Aspetto fisico
La Dama del Lago è una Sirena (cfr. Manuale
dei Mostri, Parte II), uno spirito della natura
che assomiglia ad una bellissima donna
umana.
Come una creatura fatata eterna e incostante,
tuttavia, non ha un aspetto definito e può
modificare i suoi lineamenti come più gli
piace.
Molto tempo fa, in tempi più felici, appariva
come una delicata fanciulla di portamento
aristocratico, con la pelle di una leggera
sfumatura verdastra e capelli così biondi da
sembrare quasi di colore bianco-argenteo.
Come eterna prigioniera dell’Isola del
Castello, tuttavia, ora esprime il suo tormento
interiore mostrando capelli verdastri e
arruffati, e
la classica pelle viscida e bluastra delle
persone annegate da poco.
A prescindere dal suo aspetto, la sua bellezza
è ancora evidente nonostante la rabbia e la
frustrazione che le percorrono il volto.
Gli occhi sono la sua unica caratteristica
immutabile, sempre blu e screziati d'oro.
Indossa un’elegante tunica color celeste.
Biografia
La storia della Dama del Lago affonda nel
mito. Secoli fa, una Sirena sorse
spontaneamente dalle acque di un vasto lago
di montagna. Nessuno, nemmeno la stessa
Dama del Lago, ricorda in che terra fosse
situato quel lago, e tuttavia ella è convinta che
si trattasse del Tepest di un lontano passato.
Per secoli fu a guardia del lago, osservando
come spirito protettore i mortali che lo
navigavano e pescavano lungo le sue coste.
Ogni tanto, qualche mortale cercò di renderle
omaggio, ma normalmente pescatori e
naviganti evitavano di molestarla.
Avanc era un veggente eremita che pescava
lungo la riva settentrionale del lago.
Unico tra i mortali Avanc aveva catturato
l’attenzione della Sirena, che si era
perdutamente innamorata di lui.
L’amore della creatura era ricambiato
dall’eremita, ed essi trascorrevano insieme, ed
in letizia, il loro isolamento.
La loro gioia crebbe quando la Sirena scoprì
di essere incinta.
Un giorno, mentre la Sirena si trovava all’altra
estremità del lago, un folletto maligno fece
visita ad Avanc proponendogli di aiutarlo in
qualche oscuro e malvagio compito.
Avanc rifiutò sdegnosamente l’offerta,
affermando che se al mondo vi era ancora
giustizia, nessun folletto di indole malvagia
avrebbe mai raggiunto i suoi criminosi scopi.
Per dispetto, il folletto maledisse Avanc,
trasformandolo in un’orribile creatura
rettiliforme.
Quando la Sirena tornò dal suo amato, rimase
inorridita nel vedere il suo terribile aspetto,
ma ben presto capì che la natura dolce e mite
del suo compagno era rimasta integra
nonostante la sua forma mostruosa.
Ella giurò a sé stessa ed al suo amato che,
prima o poi, avrebbe trovato un modo per
ridare ad Avanc il suo aspetto umano.
In quel tempo, il clan aristocratico Demnach
abitava un piccolo maniero posto su un’isola
quasi al centro del lago.
Anche se il clan contava sempre meno
membri con l’avanzare delle generazioni,
erano tuttavia persone virtuose, ed il loro
miglior esponente, in quei tempi, era il
paladino Ione Demnach.
Nei mesi successivi alla trasformazione di
Avanc, Ione aveva udito molte storie circa un
“drago” che si nascondeva nelle profondità
del lago, e un giorno, quasi per caso, si
imbattè nel mostro squamoso che nuotava nei
pressi dell’isola.
Scambiandolo, erroneamente, per un
pericoloso e brutale predatore, Ione lo incalzò
fino a spingerlo in acque poco profonde.
A causa del suo aspetto mostruoso, Avanc non
poteva comunicare in alcun modo con Ione, e
il paladino uccise la bestia, credendo di
liberare il lago da un terribile pericolo.
La Dama del Lago scoprì il corpo dell’amato
lungo la sponda meridionale del lago e, col
cuore in pezzi, giurò immortale vendetta
contro i Demnachs.
Ma era ben conscia che non poteva
sconfiggere Ione da sola.
Abbandonò, dunque, il lago cercando aiuto
per saziare il suo desiderio di vendetta ed
iniziò a girovagare per le foreste finchè i piedi
non le sanguinarono.
Durante il suo vagare, incontrò un gruppo di
streghe.
A quel punto, la Dama riversò tutto il suo
odio e la sua brama di vendetta in un canto
velenoso e lugubre, supplicando quegli esseri
malvagi di aiutarla e promettendo loro, in
cambio, molte vittime sacrificali.
Le streghe l’accontentarono e fecero alcuni
riti di magia nera sul corpo della Dama.
Attraverso questi riti, le dissero, ora la Dama
“portava in grembo il seme della sua
vendetta”: una figlia che sarebbe divenuta
presto una maga di eccezionale bellezza e
potenza, ma che avrebbe avuto, per contro,
una vita brevissima.
La ragazza, Katherine, nacque e raggiunse
l'età adulta nel giro di pochi anni.
Katherine cercò Ione e riuscì a farsi accogliere
nella fortezza dei Demnach, e a sedurre il
paladino.
Proprio come la Dama aveva previsto, la
moglie di Ione scoprì i due amanti in flagrante
e fuggì piangendo per la vergogna e il
disonore.
Mentre piangeva sulle rive del lago, le
apparve la Dama porgendole la mano,
offrendosi di condurla in un regno fatato sotto
la superficie dell’acqua, dove il dolore per il
tradimento del marito non avrebbe mai più
potuto raggiungerla.
La donna accettò l’offerta e si fece prendere
per mano dalla Dama del Lago, scomparendo
con lei sotto le onde.
Il giorno dopo, uno sconvolto Ione Demnach
trovò, su una spiaggetta dell’isola, a pochi
passi dal suo maniero, il cadavere della
moglie annegata.
Katherine fuggì dalla fortezza la notte stessa,
e ben presto diede alla luce il figlio della
relazione adulterina con Ione, a cui fu dato il
nome di Madchen.
Madchen era un massiccio caliban
dall’aspetto simile ad un pesce, una creatura
ferina e brutale che cresceva con la stessa
rapidità con cui sua madre stava oramai
invecchiando.
Egli venne cresciuto nell’odio per i Demnach
e, esattamente un anno dopo la notte in cui
Katherine sedusse Ione, la Dama inviò la
figlia e il nipote a distruggere l’ultimo dei
Demnach e tutti coloro che ancora abitavano
nella sua fortezza.
Katherine, ormai invecchiata e debole, venne
subito uccisa dagli arcieri a guardia dei merli
della fortezza, ma Madchen dimostrò una
resistenza eccezionale al dolore e alle ferite.
Con la sua forza sovrumana, aprì una breccia
nelle mura a mani nude e penetrò nel maniero
facendo letteralmente a pezzi le guardie e tutti
gli altri occupanti.
Alla fine della carneficina, rimasero a
fronteggiarsi solo Ione e Madchen.
Dopo un terribile duello, Madchen fu
finalmente ucciso, ma Ione pagò a caro prezzo
la vittoria, rimanendo mortalmente ferito.
Mentre Ione Demnach stava lentamente
scivolando verso la morte tra atroci dolori,
giunse presso di lui la Dama del Lago
promettendo, con parole dolci e comprensive,
di salvargli la vita con una pozione magica
ricavata dalle stesse acque del lago.
In realtà, si trattava dell’ultimo dono avuto
dalle streghe: una pozione che avrebbe
impedito a chi la beveva di morire, ma che
non avrebbe né curato eventuali ferite, né
alleviato il dolore.
Dopo che Ione ebbe bevuto, la Dama
freddamente gli promise che sarebbe rimasta
al suo fianco per sempre, per tormentare la
sua eterna agonia.
Mentre la Dama cantava vittoria, Ione chiuse
gli occhi rivolgendo i suoi pensieri alla moglie
morta a causa del suo tradimento.
Le Nebbie, a quel punto, si levarono dal lago
e lentamente inghiottirono l’intera isola.
Quando esse si diradarono, la Dama si rese
conto che, attorno a lei, ogni cosa era
cambiata.
La fortezza dei Demnach ora giaceva in totale
rovina, come se fosse abbandonata da molto
tempo, e dove prima giaceva il corpo morente
di Ione, ora restavano solo poche ossa semi-
polverizzate.
Alla Dama del Lago era stata per sempre
negata ogni vendetta, ed ella non avrebbe mai
più potuto lasciare l’isola.
Situazione attuale
La Dama del Lago vive da molti anni da sola,
intrappolata nell’Isola del Castello, da cui non
può fuggire in alcun modo.
E’ perennemente afflitta dalla noia e
consumata dalla rabbia e dall’amarezza.
Impossibilitata oramai a torturare Ione, cerca
di saziare il suo tormentato bisogno di
vendetta contro chiunque - goblin, umano,
strega o folletto - sia abbastanza stupido da
avvicinarsi alla sua prigione.
La Dama conosce molto poco dei Tepestani
che osserva di lontano, dalla sua isola, e i
Tepestani conoscono lei ancora meno di
quanto lei non conosca loro.
Come se ciò non bastasse, le Potenze Oscure
hanno “sostituito” l’avanc.
Quando si formò il dominio della Dama del
Lago, un altro essere umano offese una
creatura fatata, il Principe delle Ombre in
persona, e fu a sua volta terribilmente
maledetto e trasformato in un mostro.
Diversamente dal povero Avanc, tuttavia,
questa bestia è mostruosa tanto nell’aspetto,
quanto nell’indole.
Non sente più amore o pietà per la Dama di
quanta non ne abbia per una qualsiasi preda,
eppure non entra mai nelle acque che
delimitano il suo dominio, anche se spesso vi
nuota nelle nelle vicinanze.
Se questo “nuovo Avanc” dovesse essere
ucciso, il destino farà in modo che un altro
uomo venga mutato in mostro e prenda il suo
posto, e poi un altro, e un altro ancora.
Fino a quando la Dama del Lago resterà in
vita, un avanc si aggirerà sempre nelle acque
del Lago Kronov.
Solo distruggendo la Dama del Lago la
maledizione sarà spezzata e l’avanc riotterrà
la sua forma umana.
Combattimento
La Dama avverte la presenza della maggior
parte dei suoi nemici prima che raggiungano
le coste della sua isola.
Pochi riescono a vederla prima di morire. A Un tempo maniero del clan Demnach, oggi le
meno che non sia certa che gli intrusi non rovine ospitano solo la Dama del Lago ed i
possono nuocerle, la Dama rimane invisibile, resti scheletrici di un paio di vittime.
usando la sua voce incantevole per spezzare il Gabbiani e sterne nidificano sulle mura in
morale dei suoi avversari, o per ridurli in suo rovina della fortezza, e le loro grida
potere. cacofoniche fungono da avvertimento ai
La Dama si mostra esclusivamente quando i naviganti di stare lontani dall’isola.
suoi nemici sono stati ridotti a tremanti ed La Dama del Lago passa molto del suo tempo
indifese larve di uomini, per schernirli e nuotando nelle fredde e limpide acque del
tormentarli. Lago Kronov.
Completamente affascinate dalla creatura, Ogni volta che cerca di spingersi oltre la
molte delle vittime della Dama rimangono ad distanza di un quarto di miglio dalle coste
adularla e venerarla senza pensare ad altro, dell’isola, tuttavia, si ritrova immediatamente
nemmeno a mangiare o bere, finchè non teletrasportata alla fortezza.
muoiono di inedia. Si ritira nei resti della fortezza ogni volta che
Se costretta al corpo a corpo, la Dama utilizza vuole nascondersi.
una spada corta +1, la stessa spada brandita da
Ione Demnach moltissimo tempo addietro.
Tuttavia, non appena le è possibile, fugge
rifugiandosi in acque profonde oppure
trasformandosi in gabbiano e volando via (mai
oltre la portata del suo Dominio in ogni caso).
Attacchi speciali: Canzone di Charme a
volontà. La Dama può cantare una dolce
canzone che funziona come un incantesimo di
charme (2 ° livello dell'incantatore; tiro-
salvezza CD 14), che dura per 11 ore e
colpisce ogni creatura che sente la canzone
stessa. Risucchio intelligenza: qualsiasi
creatura toccata dalla Dama del Lago perde
1d4 punti di Intelligenza (2d4 su un colpo
critico).
Capacità magiche: nube di nebbia (1 volta al
giorno), invisibilità migliorata,
autometamorfosi. Livello caster: 11°; tiro-
salvezza CD 14 + livello dell'incantesimo.
La CD è basata sul Carisma.
Capacità speciali: Deflettere. La Dama del
Lago è circondata da un'aura invisibile che le
concede un bonus di +4 alla deviazione alla
CA. Tocco lenitivo: Se vuole, la Dama può
usare il suo tocco per ripristinare 1d6 danni
Intelligenza causati da qualsiasi Sirena.
Abilità: La Dama del Lago riceve un bonus
razziale + 8 su ogni check abilità.

Territorio
L’Isola del Castello è una piccola isola
rocciosa che si erge dalle onde increspate del
lago Kronov, ove si trovano solo pochi alberi
e le rovine di una piccola fortezza.
Chiusura dei confini
Quando la Dama del Lago vuole sigillare il
suo dominio, canta una nenia dolorosa.
Le Nebbie sorgono dal lago per confondere le
creature che tentano di fuggire.
Col suo canto, la Dama del Lago evoca tutti i
segreti nascosti e le emozioni delle creature
che tentano di attraversare il confine.
Se esse non tornano indietro, le loro
frustrazioni e i loro dolori li consumano;
automaticamente tutte le creature
acquisiscono una follia con pensieri suicidi
che non li abbandona né può essere rimossa se
non ritornando sull’isola.
*** **** ***
 L’Avanc
Bestia Magica, Enorme (Aquatica)
Dadi Vita: 8d10 +32 (76 hp)
Iniziativa: +2
Velocità: 20 ft, a nuoto 30 ft
Classe Armatura: 25 (+2 dimensioni, +2
Dex, +15 naturale)
Attacco Base/artiglio: +8 / +25
Attacco: Morso +16 in mischia (2d8 +13) o
colpo di coda +15 In mischia (1d12 +13)
Attacco completo: Morso +16 in mischia
(2d8 +13) o colpo di coda +15 in mischia
(1d12 +13)
Raggio: 15 ft./10 ft
Attacchi speciali: Afferrare migliorato,
vortice
Capacità speciali: Scurovisione 60 m,
visione crepuscolare, empatia acquatica,
creatura d’acqua, resistenza al fuoco 10
Tiri-salvezza: Fort +10, Ref +8, Will +3
Caratteristiche: Str 28, Dex 14, Con 19, Int
10, Sag 12, Cha 14.
Abilità: Nascondersi +8 *, Ascoltare + 4,
Osservare +4, Nuotare +17
Talenti: Attacco Poderoso, Afferrare, Arma
Focalizzata (morso)
Ambiente: acquatico temperato
Organizzazione: Solitario
Grado di Sfida: 6
Tipo di Tesoro: standard
Allineamento: Sempre neutrale malvagio
Avanzamento: 9 - 15 HD (Enorme).
Questo orripilante rettile che infesta il Lago
Kronov misura, dalla coda al muso, circa
sette metri.
Assomiglia ad un enorme, mostruoso incrocio
tra un coccodrillo e un pesce. Sei corte zampe
palmate spingono la creatura attraverso
l'acqua.
Una pinna ossea corre lungo la sua schiena
fino alla fine della sua lunga coda piatta.
Le sue lunghe mascelle strette sono irte di
zanne affilate come lame.
I suoi nerissimi occhi luccicanti sono
disumani come quelli di una vipera, ma
brillano di un’intelligenza maligna.
L’Avanc è un mostro enorme che, secondo le
credenze dei nativi, si annida nelle acque del
Lago Kronov.
I pescatori Tepestani sostengono di averlo
visto in diversi periodi dell'anno.
Nessun pescatore osa maledire l’Avanc per
avergli divorato il pescato, per timore che la
grande bestia possa vendicarsi divorando lo
stesso pescatore.
La maggior parte degli avvistamenti si
verificano nei pressi dell’Isola del Castello,
motivo in più per cui i pescatori locali
tendono ad evitare accuratamente quello
scoglio stregato in mezzo al lago.
L’Avanc può risalire sulla terraferma
strisciando sulle sue sei zampe palmate, ma
non si spinge mai troppo distante dal litorale.
Numerose leggende circondano le origini
dell’Avanc, che ha seminato il terrore sulle
rive del Lago Kronov per molti anni.
Tutti i Tepestani sono d'accordo nel sostenere
che l’Avanc era in origine un uomo malvagio
che è stato terribilmente maledetto da forze
soprannaturali.
Chi o che cosa lo abbia maledetto rimane,
tuttavia, oggetto di controversia.
Le possibili ipotesi includono un principe
Unseelie, la Dama del Lago, o anche una
mostruosa strega acquatica che, secondo i
racconti degli anziani, un tempo viveva nel
lago e avrebbe maledetto l’Avanc per
divertimento.
L’Avanc parla il Sylvan e può comunicare
con tutti i coccodrilli e pesci.
Combattimento
L’Avanc ha un appetito vorace, anche se
possono trascorrere lunghissimi periodi tra un
pasto e l’altro.
Che sia stato o meno, in origine, un essere
umano, i suoi pensieri sono ora del tutto
rivolti a saziare la sua fame.
Quando caccia lungo le rive del lago, si
acquatta, immobile, nell’acqua bassa o tra la
melma delle rive in attesa che le prede si
avvicinino per afferrarle, portarle in acque
profonde per annegarle, infine divorarle.
Quando caccia in acqua, risale velocemente
dalle profondità del lago per rovesciare le
barche e trascinare poi sul fondo i naufraghi in
difficoltà per divorarli.
Ogniqualvolta l'Avanc afferra una creatura tra
le fauci, si tuffa in profondità per annegare la
sua vittima prima di tornare in superficie per
afferrare un’altra preda.
L’Avanc, se ne ha la possibilità, può divorare
fino ad una dozzina di creature di medie
dimensioni.
Una volta saziata la sua fame, si ritira sul
fondo del lago cadendo in un letargo che dura
circa una settimana per ogni preda divorata.
Capacità speciali
Afferrare migliorato: Per usare questa
capacità, l'Avanc deve colpire con il morso.
Può poi fare un check afferrare come azione
gratuita senza provocare un attacco di
opportunità. Se supera il check, l’Avanc
afferra strettamente il suo avversario tra le sue
fauci.
Vortice: Una volta al giorno, mentre l’Avanc
è completamente sommerso può nuotare in
tondo con tale velocità e violenza da creare un
gorgo di 100 piedi di diametro.
Le vittime in acqua dovranno superare una
prova Nuotare con CD 30 o saranno
risucchiati dal gorgo; se si trovano su una
barca devono effettuare con successo (CD 30)
una prova Professione (Marinaio) o la loro
barca si capovolgerà.
Le creature risucchiate dal gorgo subiscono
4d6 punti di danno per round.
Il vortice dura finchè l’Avanc continua a
nuotare in circolo, e il mostro continuerà ad
eseguire quest’azione per un numero di round
pari al suo bonus Costituzione.
Empatia Acquatica: l’Avanc può comunicare
concetti semplici con coccodrilli e pesci. Può
ordinare loro di venire in suo aiuto, anche se
poi le bestie non sono necessariamente
costrette a farlo.
Creatura Acquatica: l’Avanc può sopravvivere
fuori dall’acqua 1 ora per ogni suo punto di
Costituzione dopo di che rischia di morire.
Abilità:
l’Avanc ha un bonus razziale +8 in qualsiasi
prova Nuotare effettuata per fare qualche
azione speciale o per evitare un pericolo.
Prende sempre 10 in una prova nuotare, anche
se distratto o in pericolo.
* L’Avanc ottiene un bonus razziale di +4 alle
prove Nascondersi quando è in acqua. Inoltre,
se si trova in acqua, può lasciar affiorare solo i
suoi occhi (come i coccodrilli) guadagnando
un ulteriore +10.
*** **** ***
 Le “Tre Streghe”
(Signori Oscuri del Tepest)
Aspetto fisico
Le tre sorelle Mindefisk, Laveeda, Leticia e
Lorinda, possono assumere qualunque forma.
Nonostante ciò, qualsiasi forma esse possano
assumere non le soddisfa mai veramente
poiché esse si vedono sempre nel loro vero e
mostruoso aspetto.
Queste megere hanno schiene irte di squame
appuntite, la loro pelle è cadente e piena di
disgustose verruche, hanno lunghi nasi
bitorzoluti, affilate zanne nerastre al posto dei
denti e lunghi artigli ricurvi, affilati come
coltelli e resistenti come l’acciaio.
Indossano vesti stracciate e rappezzate, rubate
spesso alle loro vittime.
In gioventù, le tre sorelle Mindefisk erano
splendide fanciulle, e questo è uno dei motivi
per cui il loro orribile aspetto attuale le
tormenta.
La sorella maggiore, Leticia, divenuta una
strega marina, è la più grottesca delle tre.
La sua pelle giallastra è ricoperta di piaghe
purulente, i suoi occhi hanno iridi di colore
rosso sangue e spesso piange lacrime di un
malato colorito giallo-verdastro.
Il suo volto è butterato da numerose
escrescenze ossee e i suoi capelli somigliano
ad un ammasso di alghe marcescenti.
Il suo fisico è particolarmente appassito e
contorto e, quando cammina, ondeggia come
una rana rigonfia.
La sorella di mezzo, Laveeda, è divenuta una
annis.
In posizione eretta misura quasi 8 piedi in
altezza e, nonostante abbia una postura
accentuatamente ricurva a causa della gobba
che le deturpa la schiena, sovrasta per
dimensioni le sue sorelle.
La sua pelle lucida e chiazzata è dura come il
ferro e ha il tipico colore bluastro dei lividi. Il
suo volto allampanato è butterato di grossi
porri rigonfi.
Le sue zanne sono troppo grandi per le
dimensioni della sua bocca, così che lasciano
fuoriuscire filamenti di bava che penzolano
dalle sue fauci perennemente spalancate.
I suoi occhi sono piccoli e neri, così come
nere sono le lacrime che ne fuoriescono
quando la strega piange.
La sorella più giovane, Lorinda, è diventata
una green hag.
Ha una pelle squamosa e marrone-verdastra,
simile a quella dei rospi.
I suoi capelli neri annodati assomigliano ad un
groviglio di viticci, ma sono grassi e umidi al
tatto.
I suoi ampi e luminosi occhi arancioni hanno
pupille simili a quelle dei rettili che piangono
lacrime color rosso-sangue.
Biografia
La storia delle tre sorelle inizia con Holger e
Rudella Mindefisk, una coppia di contadini
che lavoravano un desolato fazzoletto di terra
in un luogo molto lontano.
Rudella era una donna superstiziosa e
disperatamente sola mentre sia il marito che i
loro due figli avevano un carattere burbero e
scontroso e trascorrevano la maggior parte del
loro tempo a cacciare o a lavorare nei campi.
Qualche occasionale viandante veniva
ospitato nella loro stalla, e questo offriva alla
solitudine di Rudella un po' di respiro.
Quando Rudella espresse al marito il desiderio
di avere delle figlie femmine, Holger giurò
che avrebbe lasciato per sempre il focolare
domestico, piuttosto che aggiungere ulteriori
bocche da sfamare alla sua famiglia.
Una notte, mentre i maschi dormivano,
Rudella si inginocchiò di fronte alle braci del
camino e ardentemente pregò le Fate affinchè
le concedessero la gioia di poter avere delle
figlie femmine.
Rudella credeva ciecamente nei poteri delle
creature fatate, e per tre notti consecutive
rinnovò la propria preghiera, e alla fine venne
accontentata.
La mattina successiva alla sua terza notte di
veglia, Rudella trovò, sulla porta di casa, un
cestino di vimini.
Al suo interno, vi erano tre neonate.
Nonostante il loro aspetto debole e malaticcio,
Rudella si dedicò alla loro cura con una
dedizione tale da suscitare il disappunto e il
disprezzo di Holger.
Grazie alle amorevoli cure di Rudella, le tre
piccole bambine riguadagnarono rapidamente
forza e salute, ma ciò a discapito della salute
della stessa Rudella, che peggiorava
lentamente, ma inesorabilmente.
La donna morì due anni dopo: sembrava quasi
essere stata prosciugata di ogni vitalità.
Dopo la morte di sua moglie, Holger tentò più
volte di liberarsi di quelle figlie indesiderate,
abbandonandole nei boschi, alla mercè dei
lupi.
Una volta, giunse persino a rinchiuderle
dentro un sacco che gettò nel fiume.
Tuttavia, ad ogni tentativo, dopo poco
ritrovava sempre le bambine davanti alla porta
di casa, e alla fine, Holger si rassegnò al fatto
che non gli sarebbe mai riuscito di liberarsi di
loro.
Decise, pertanto, di destinarle a pulire la casa
e preparare i pasti, ma per il resto, lui e i suoi
figli le ignorarono completamente.
Nel corso del tempo, le tre bambine crebbero
sino a divenire delle splendide ragazze, una
più bella dell'altra.
Abbandonate a sé stesse, spesso pensavano a
come poter lasciare, un giorno, la loro patetica
piccola fattoria per una vita di lussi ed agi.
Quello che per le tre fanciulle inizialmente era
un sogno ad occhi aperti, presto divenne una
cupa ossessione.
Un giorno, un ricco viaggiatore si fermò per la
notte alla fattoria Mindefisk.
Le ragazze notarono la borsa, colma di
denaro, dell’uomo quando egli diede una
moneta d’oro ad Holger per pagare il
pernottamento, e seppero che il loro momento
era finalmente arrivato.
Mentre Holger e i suoi figli erano fuori a
caccia, le tre ragazze uccisero lo straniero
mentre stava riposando nella stalla.
Per evitare il fastidio e la fatica di seppellire il
cadavere, lo smembrarono e lo cucinarono
pezzo per pezzo, servendolo come stufato ai
loro ignari familiari.
Il piano si dimostrò così efficace che le tre
sorelle continuarono ad uccidere e cuocere i
viandanti più danarosi per diversi anni,
lentamente attirando l'attenzione delle Potenze
Oscure.
Alla fine, le ragazze si resero conto che in
questo modo non avrebbero mai fatto
abbastanza soldi per attuare i loro desideri e
mutarono i loro piani, decidendo di sedurre il
primo viandante che si sarebbe fermato presso
la loro fattoria per convincerlo a condurle via
da quel luogo, verso terre ricche ed esotiche.
Poche settimane dopo, giunse alla fattoria
Mindefisk un giovane dandy girovago.
Egli si rese conto delle intenzioni delle tre
sorelle, ma non aveva alcuna intenzione di
portarle con sé.
Anzi, sfruttò le loro aspettative per godere dei
loro favori, promettendo che avrebbe portato
con sé solo una di loro tre, e le sedusse una
dopo l’altra, mentre le tre si accapigliavano,
pazze di gelosia per lui, ognuna desiderosa di
mettersi in luce con il gigolò al fine di essere
la prescelta.
Ma, alla fine, questo stratagemma si ritorse
contro lo stesso gigolò, poiché le tre sorelle
avevano deciso di comune accordo di uccidere
l’uomo, piuttosto che vedere una di loro
andarsene con lui mentre le altre due
sarebbero state costrette a restare lì, tra
l’indifferenza dei familiari e la miseria.
E così avvenne.
Tuttavia, non appena le sorelle Mindefisk
assassinarono il gigolò, le Nebbie scesero a
ricoprire l’intera fattoria.
Quando si diradarono, le tre fanciulle erano
divenute orribili streghe, e Signori Oscuri del
nuovo Dominio di Tepest.
Situazione attuale
Le streghe sono creature solitarie, la cui fama
è più ampia tra i goblin che tra gli umani.
Infatti, i goblin che infestano il Tepest sono
spesso la preda preferita delle tre orribili
creature.
Esse sono anche le responsabili della
scomparsa di molti nativi e viaggiatori, nei
decenni successivi alla formazione del
Dominio di Tepest, e sono diventate delle vere
e proprie maestre di “cucina cannibale”.
Le streghe usano la loro magia e i loro trucchi
per attirare le vittime (nativi o viandanti)
verso il loro cottage.
Dal giorno della fondazione dell’Inquisizione
di Belenus, le streghe hanno ammaliato molti
uomini o donne affinchè venissero scoperti e
giustiziati come fealltóir in modo da
impadronirsi, poi, dei loro cadaveri e
utilizzarli come componenti per i loro malefici
intrugli.
Gli individui più prudenti e capaci, tuttavia,
possono occasionalmente contrattare con le
streghe, che sono in grado di creare molti
oggetti e talismani magici.
Tuttavia, le tre mostruose creature sono
imprevedibili, e anche qualora scelgano di
non divorare il loro ospite, spesso tuttavia
richiedono pagamenti strani e sanguinosi per i
loro servizi.
Le tre streghe odiano la gioventù e la bellezza
sopra ogni altra cosa e sono profondamente
gelose di ogni persona innamorata.
Spesso puniscono coloro che possiedono
questi tratti semplicemente per la loro sadica
soddisfazione.
Il loro stratagemma preferito è quello di rapire
una giovane e bella sposa, assumendone la
forma per sedurne lo sposo, prima di uccidere
e divorare entrambi.
Uno dei punti deboli di tutte e tre le streghe è
la loro passione per indovinelli ed enigmi: un
individuo che si trovi alla loro mercè, se
sufficientemente sveglio e sagace in questa
materia, può mantenere le streghe a bada per
lunghe ore intrattenendole con indovinelli,
problemi di enigmistica o con giochi di parole
intelligenti.
Combattimento
Le tre sorelle condividono un appetito vorace,
e spesso mangiano per piacere più che per
sopravvivenza.
Ogni strega può divorare il corpo di una
creatura di medie dimensioni in 10 minuti (60
rounds), utilizzando le zanne e gli artigli per
farne a brani la carne e le ossa; può divorare
una creatura di grandi dimensioni in 40 minuti
(240 rounds), una creatura di piccole
dimensioni in poco più di un paio di minuti
(15 rounds), una creatura molto piccola in
meno di un minuto (4 rounds) o una creatura
di dimensioni minime in 10 secondi (1 round).
Anche se le streghe sono fisicamente potenti,
preferiscono terrorizzare le vittime attraverso
incantesimi e illusioni.
Ogni sorella è di per sé un avversario
temibile, ma la loro potenza aumenta quando
combattono insieme.
LAVEEDA
Attacchi speciali: nessuno.
Capacità magiche: mimetismo 3 volte al
giorno (livello dell'incantatore 14°, tiro-
salvezza CD 14 + livello incantesimo).
Capacità speciali: olfatto acuto. Laveeda è in
grado di rilevare la presenza di qualsiasi
umanoide entro mezzo miglio da sé tramite
l’odore quest’ultimo, indipendentemente dalla
direzione del vento.
Se Laveeda ha odorato un particolare
individuo in precedenza, è in grado poi di
riconoscerlo sempre e automaticamente.
LETICIA
Attacchi speciali: malocchio (tiro-salvezza
CD 18). Le creature che falliscono il tiro
salvezza rimangono stordite per 6 giorni;
aspetto orribile (tiro-salvezza CD 18).
Capacità magiche: autometamorfosi 3/giorno,
nube di nebbia. (Livello dell'incantatore 13°,
tiro-salvezza CD13 + livello
dell'incantesimo).
LORINDA
Attacchi speciali: debolezza (attacco da
contatto, tiro-salvezza CD 19).
Capacità magiche: a volontà luci danzanti,
autometamorfosi, respirare sott'acqua (Livello
dell'incantatore 13°, tiro-salvezza CD 13 +
livello incantesimo).
Abilità comuni a tutte e tre:
Attacchi speciali
Covey. Il tiro salvezza in questo caso è CD15
+ livello di incantesimo; livello
dell'incantatore 12°.
Le sorelle possono utilizzare questa abilità
indipendentemente dalla loro distanza
reciproca, anche se tutte e tre devono
partecipare.
Quando le tre Streghe sono tutte nel raggio di
3 metri l’una dall’altra, condividono i loro
incantesimi.
Ad esempio, Laveeda potrebbe utilizzare un
proprio slot di incantesimi quotidiani per
lanciare un incantesimo conosciuto solo da
Lorinda (ad es. respirare sott’acqua).
Hideous: Se una delle sorelle guarda dal suo
riflesso in uno specchio (indipendentemente
dalla sua attuale forma), vede la sua vera
forma e lo specchio immediatamente si crepa
in modo irrimediabile.
Questo è un attacco con lo sguardo con un
raggio di 30 piedi, che le streghe non possono
controllare.
Gli specchi comuni si frantumano
immediatamente.
Gli specchi con un moderato potere magica
ricevono un bonus di +2 per il salvataggio e
quelli con una forte aura magica ricevono un
bonus di +4. Gli artefatti sono immuni. La CD
di questo tiro-salvezza è di 10 + la metà dei
dadi-vita della strefa.
Capacità magiche: A volontà nube di nebbia,
suono fantasma, invisibilità, passo senza
traccia, raggio di indebolimento, parlare con
gli animali, parlare con le piante, conoscenza
delle lingue.
Ogni strega utilizza queste capacità magiche
condivise ai livelli dell'incantatore sopra
elencati.
Capacità speciali
Calderone della vita. Se una delle Tre Streghe
viene uccisa, le sue sorelle sono in grado di
ripristinarne la vita recuperando il suo
cadavere, collocandolo nel grande calderone
di ferro che tengono in una radura vicino al
loro cottage e bollendo il corpo in una
speciale miscela di particolari ingredienti per
24 ore; le sorelle superstiti devono spendere
anche un totale di 200 PX (spesso divisi tra
loro).
Se il processo non viene interrotto, la strega
uccisa riemerge viva e vegete dalla melma
gorgogliante del calderone. Se il processo
viene interrotto, le streghe devono
ricominciarlo dal principio.
Famigli: ciascuna strega possiede un famiglio
contaminato dalle loro aure di corruzione (un
goblin per Laveeda, un rospo per Leticia e una
vipera per Lorinda). Nessuno di questi famigli
ha un nome proprio.
Nemico della luce: La facoltà delle streghe di
cambiare forma, nonché le loro abilità e
capacità magiche sono automaticamente
soppresse dalla luce solare diretta.
Le streghe subiscono 1 punto di danno per
ogni 10 minuti di esposizione alla luce diretta
del sole.
Mimica: Tutte e tre le sorelle condividono la
comune capacità delle hags verdi. Inoltre,
possono imitare le voci di individui specifici
che hanno ascoltato. Questo da alle streghe un
bonus di +4 alle prove raggirare quando usano
il loro mimetismo per ingannare gli alleati Chiusura dei confini
della persona che stanno imitando. Una strega Quando le Tre Sorelle desiderano chiudere il
deve fare un tiro salvezza sulla Volontà (CD Tepest, una violenta tempesta si abbatte lungo
13 + numero dei precedenti minuti trascorsi l’intero confine del Dominio, sferzandolo
parlando) per ogni minuto in cui imita la voce implacabilmente.
di un individuo. In caso di fallimento, la
strega inizia a ridacchiare incontrollabilmente,
e in modo orribile, svelando l’inganno.
Cambiare forma: Le sorelle possono cambiare
forma a piacimento, assumendo la forma di
qualsiasi creatura umanoide o mostruosa di
medie o grandi dimensioni.
La forma assunta può essere mantenuta
indefinitamente (ma si veda nemico della
luce, sopra); inoltre le streghe possono imitare
individui specifici che hanno precedentemente
osservato, ma sempre vedendo sé stesse nella
loro vera forme.
Le streghe di solito rapiscono vittime che
hanno scelto di sostituire, sottoponendone il
corpo e l’anima a devastanti ed estenuanti
esami al fine di fare in modo che il loro
inganno sia perfetto in ogni dettaglio.
Telepatia: Le sorelle possono comunicare
l’una con l'altra telepaticamente ed a qualsiasi
distanza ogni volta che lo desiderano. La detta
capacità conta come azione gratuita (senza
iniziativa).
Normalmente, usano questa abilità quando
decidono di rapire e sostituirsi alle loro
vittime: mentre una di loro assume l’aspetto
del rapito, le altre due sorelle Mindefisk
interrogano la vittima trasmettendo poi
mentalmente le informazioni raccolte alla
terza sorella.

Residenza
Le tre streghe risiedono in un grezzo e
fatiscente cottage nel cuore della foresta
Wormwood.
Un calderone ribollente di indicibili e
nauseabondi ingredienti è sempre tenuto sul
focolare all'interno dell’edificio.
Le streghe hanno inchiodato trofei macabri di
molte delle loro vittime sulle pareti, comprese
le pelli conciate di innumerevoli tipi di
creature.
Il terreno attorno al cottage è disseminato di
ossa umanoidi frantumate e rosicchiate, sia
umane che goblin.
I violentissimi venti spazzano via ogni
creatura che si trova in mezzo ad essi,
scaraventandola di nuovo entro i confini del
Tepest.
Le creature che tentano di resistere alla
violenza del vento, sono tuttavia martoriate
fino alla morte da una violentissima grandine,
o inceneriti dai numerosi fulmini, oppure
ancora sbattuti contro gli alberi o le rocce dai
violentissimi venti fino alla morte, a meno che
non rientrino rapidamente entro i confini del
Tepest.
*** **** ***
 Radicenera
Il dominio del Tepest sta soffrendo da lungo
tempo la malvagità delle tre megere che vi
comandano.
La loro stregoneria è filtrata nella terra,
permeando ed avvelenando sia le piante che le
bestie della foresta.
Ma forse la più terribile macchia di questa
corruzione è il terribile Radicenera.
Questo malvagio treant dimora a sudovest del
lago Kronov, vicino i bordi dove c’erano
G’Henna e Markovia.
Nessuno che passi attraverso questi boschi lo
fa senza attirare la sua attenzione, e se non è
desiderato, la sua ira. Radicenera è una cosa
folle e terribile.
E’ alto poco oltre e 5 metri e mezzo ed
assomiglia ad un’antica quercia.
La sua corteccia è scanalata e grezza,
provvedendo in maniera eccellente agli
attacchi fisici.
I suoi rami sono lunghi e nodosi,  senza mai
cominciare a germogliare o mostrando il più
debole accenno di gemma o fioritura.
Quando lui desidera essere visto come è
veramente, una faccia nodosa prende forma
dalle fessure e dai solchi della corteccia.
Una grande e terribile fauce, si forma come
una “V” invertita,  aprendosi al disotto di due
occhi spinosi. Radicenera, come la maggior
parte dei treant di qualsiasi allineamento, è in
grado di parlare con gli animali della foresta.
La sua malvagità è così penetrante,
comunque, che gli animali della foresta
tradizionalmente neutrali vicino a lui
diventano neutrali malvagi.
Per questo motivo, perfino le creature più
innocenti nel regno di Radicenera possono
diventare dei potenziali nemici per i
personaggi giocanti, riportando ogni loro
azione al loro padrone treant.
Radicenera parla la lingua Tepestani e quelle
dei domini vicini (Vaasi, Darkonese).
Sembra che non abbia imparato la scrittura,
non riconoscendola come una forma di
comunicazione.
COMBATTIMENTO: I temerari che
entrano nella foresta tentando di distruggere
Radicenera raramente ne escono vivi.
Se loro non sono distrutti dalla vegetazione
selvaggia che lui comanda, di solito periscono
nel combattimento con questa antica,
malvagia creatura quando questi la scoprono.
Radicenera può attaccare due volte per ogni
round di combattimento, infliggendo 4d6
punti danno per ogni colpo che colpisce il
bersaglio.
La sua tremenda forza e massa è tale che gli
permette di accartocciare perfino una corazza
di piastre facilmente come se fosse cartone.
La spessa corteccia di Radicenera provvede a
proteggerlo dalla maggior parte degli attacchi.
Comunque, la sua biologia simile ad una
pianta lo rende molto vulnerabile agli attacchi
fatti con il fuoco magico e normale.
Qualsiasi arma o magia che impieghi fuoco
prende un bonus di +4 al tiro per colpire e
infligge un danno extra di danno per ogni
dado. In aggiunta, qualsiasi tiro salvezza che
Radicenera deve fare contro attacchi basati sul
fuoco va fatto con una penalità di -4.
A causa di questa sua vulnerabilità,
Radicenera cercherà molto velocemente di
distruggere chiunque stia imprudentemente
con dei fuochi nei suoi boschi.
Siccome è consapevole del pericolo che i
nemici possono presentare, preferisce agire
indirettamente contro di loro, dirigendo i lupi
selvaggi di Tepest ed altri animali della
foresta per distruggere nemici muniti di fuoco
per lui.
Soltanto se questi metodi falliscono cerca il
confronto diretto.
Tutti i treant malvagi sono pericolosi;
Radicenera è persino più pericoloso di tutti gli
altri, crescendo nel suolo infetto dalla
malvagità delle tre megere del Tepest.
Questa infusione di malvagità gli ha dato
diverse abilità magiche che la maggior parte
della sua specie non possiede.
Una volta al giorno può lanciare i seguenti
incantesimi come un druido di 12° livello: 1°
livello: amicizia con gli animali, creare
acqua, intralciare, localizzare animali o
piante, contaminare cibo e bevande, 2°
livello: charmare persone o mammiferi,
deformare il legno, parlare con gli animali, 3°
livello: attirare insetti, blocca
animali,  crescita vegetale, crescita di spine,
trappola, 4°livello: attirare animali I, blocca
piante, chiamare creature dei boschi, parlare
con le piante, respingere
insetti,  5°livello:attirare animali II, barriera
anti vegetali,  crescita animale, 6°
livello: barriera anti animale, muro di spine,
parlare con i mostri. 
Radicenera non ha bisogno di componenti per
i suoi incantesimi; sono semplicemente un
atto della sua volontà.
Radicenera ha l’abilità di animare gli alberi
della sua foresta,  facendoli obbedire ai suoi
comandi mentali.
Prende un round per animare un albero che si
sradica, ma una volta che ha fatto questo è
completamente mobile.
In qualsiasi momento, può avere due di questi
servitori che lavorano ai suoi ordini.
Questi alberi sono conformi alle statistiche dei
treant maturi, hanno 10 dadi vita ed infliggono
3d6 punti danno per ognuno dei loro due
attacchi messi a segno.
Essi non sono veramente intelligenti ma
servono come estensione della coscienza di
Radicenera.
Gli alberi sotto il suo controllo devono
rimanere entro un raggio di 55 metri dal loro
padrone, altrimenti ritornano al loro normale
stato.
HABITAT / SOCIETA’: Radicenera
cominciò la sua vita come un albero, non un
treant. Era una maestosa e nobile pianta che
torreggiava sopra gli altri alberi della foresta
irradiando equamente salute e resistenza.
In effetti, era così mirabile questa bella
quercia che una setta di druidi si stabilirono
attorno a lui per proteggere e nutrire l’antica
pianta.
Non passò molto, certamente, prima che le
megere che comandano sul Tepest appresero
la notizia sia dell’albero che dei suoi
protettori.
Esse videro che più e più persone stavano
prendendo la via dei druidi, venerando la
natura ed il suo equilibrio.
Un simile cambiamento nello stile di vita era
inaccettabile dal vanitoso e terribile gruppetto.
Per mettere in ordine queste cose, le megere
decisero di distruggere i druidi.
Per essere certe che gli altri imparassero la
lezione dei druidi, le megere lanciarono su di
loro una potente maledizione.
Uno ad uno, ognuno dei druidi fu trasformato
in un contorto e putrescente albero. Questi
nuovi alberi erano così sinistri e terribili da
guardare che la popolazione di Tepest
cominciò a fuggire dai boschi.
Questi presero a chiamare le regioni a sud
ovest del lago Kronov Brujamonte o Bosco
delle Streghe. Appena queste nuove creazione
misero radici, l’altra flora e fauna selvatica
cambiò fino a diventare perversa e corrotta.
Alla grande quercia, comunque, loro
riservarono un’attenzione speciale. Nel loro
orribile calderone di ferro, prepararono una
speciale pozione.
Composta di cose oscure e terribili, questa era
praticamente malvagità liquefatta. Quando il
loro preparato fu pronto, uscirono nella
foresta e la versarono sulle radici dell’albero.
Ogni notte per un mese il trio si raccolse
intorno all’albero a mezzanotte ripetendo il
loro rituale oscuro.
Alla fine, sotto una luna piena dal colore di
una rosa di sangue in un cielo senza nuvole, la
trasformazione della grande quercia fu
completata.
Con le megere che ballavano e ridacchiavano
del loro successo, Radicenera era nato.
Con il passare degli anni, questo grande
albero era divenuto molto più malvagio.
Ora inaridito e contorto, un’immagine da
incubo della risplendente pianta che una volta
era stato, Radicenera comanda sul Bosco delle
Streghe.
Attraverso le piante e gli animali della foresta,
egli mantiene un occhio accurato su tutto
quello che accade in questo abominevole
luogo.
Finchè  non è sotto alcuna forma di dominio
mentale, obbedisce agli ordini delle megere
senza rispetto per la loro grande malvagità
con la speranza che un giorno possa sostituirle
come padrone di Tepest.
 ECOLOGIA: Radicenera sopravvive con
una dieta di carne umana, semiumana e
umanoide.
Dato che ci sono un  gran numero di goblin
che infestano i boschi di Tepest, egli li usa per
soddisfare la sua fame evitando di infastidire i
viaggiatori sulla strada Timori.
Di tanto in tanto, comunque, ha voglia della
più dolce carne umana.
Generalmente, questo succede circa una volta
al mese.
Chiunque entri nelle foreste sud-occidentali
del Tepest diverrà istantaneamente
consapevole della natura malvagia di questo
posto.
Gli alberi producono frutti amari, i torrenti
sono salmastri, insetti pungenti sono in ogni
luogo, ed escrescenze spinose impediscono il
passaggio in ogni direzione.
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MAPPA DEL NUCLEO CENTRALE