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Libretto di
Nicola Francesco Haym
da Giacomo Francesco Bussani
Musica di
Georg Friedrich Händel
PERSONAGGI
Romani
Giulio Cesare, primo imperator de’ Romani alto (castrato)
Curio, tribuno di Roma basso
Cornelia, moglie di Pompeo contralto
Sesto Pompeo, figlio di Pompeo e Cornelia soprano
Egizi
Cleopatra, regina d’Egitto soprano
Tolomeo, re d’Egitto, fratello di Cleopatra alto (castrato)
Achilla, duce generale dell’armi e consigliero di Tolomeo basso
Nireno, confidente di Cleopatra e Tolomeo alto (castrato)
Soldati, congiurati.
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Cesare Sesto
Curio, su, porgi aita Madre!
a Cornelia, che langue!
(piange) Curio
Cornelia!
Curio
Che scorgo? Oh stelle! Il mio bel sole esangue! Cornelia
(ritorna in sé)
Achilla Oh stelle!
(Questa è Cornelia? Oh, che beltà! Che volto!) Ed ancor vivo? Ah! Tolga
quest’omicida acciaro
Sesto il cor, l’alma dal sen.
Padre! Pompeo! Mia genitrice! Oh Dio! (vuol rapire la spada dal fianco di Sesto per
isvenarsi, e Curio la frastorna)
Cesare
Per dar urna sublime Curio
al suo cenere illustre, Ferma! Invan tenti
serbato sia sì nobil teschio. tinger di sangue in quelle nevi il ferro.
Curio, che ancor t’adora,
Achilla e sposa ti desia, se pur t’aggrada,
Oh dei! vendicarti saprà con la sua spada.
Cesare Cornelia
(ad Achilla) Sposa a te?
E tu involati, parti! Al tuo signore
di’ che l’opre de’ regi, Curio
sian di bene o di mal, son sempre esempio. Sì.
Sesto Cornelia
Che non è re, chi è re fellon, chi è un empio. Ammutisci!
Achilla Sesto
Cesare, frena l’ire... Tu nemico a Pompeo, e tanto ardisci?
Cesare Curio
Vanne! Verrò alla reggia, Cornelia, se m’aborri,
pria ch’oggi il sole a tramontar si veggia. m’involerò al tuo aspetto;
sol per non molestarti,
[3. Aria] giurerà questo cor di non amarti.
(parte)
Empio, dirò, tu sei,
togliti agli occhi miei, Sesto
sei tutto crudeltà. Madre!
(Achilla parte)
Non è da re quel cuor, Cornelia
che donasi al rigor, Viscere mie!
che in sen non ha pietà.
(parte.) Sesto
Or che farem tra le cesaree squadre,
SCENA QUARTA tu senza il caro sposo, io senza il padre?
Curio, Sesto, Cornelia.
[4. Aria]
Curio
Già torna in sé. Cornelia
Priva son d’ogni conforto,
e pur speme di morire
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per me misera non v’è. Nireno
Il mio cor, da pene assorto, Del gran Pompeo.
è già stanco di soffrire,
e morir si niega a me. Cleopatra
(parte) Stelle! Costui che apporta?
[Recitativo] Nireno
Per stabilirsi al soglio
Sesto a Cesare mandò fra’ doni involto...
Vani sono i lamenti;
è tempo, o Sesto, omai Cleopatra
di vendicare il padre; Che gli mandò?
si svegli alla vendetta
l’anima neghittosa, Nireno
che offesa da un tiranno invan riposa. L’esanimato volto.
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[6. Aria] (Achilla parte)
Non disperar, chi sa? Muora Cesare, muora, e il capo altero
Se al regno non l’avrai, sia del mio piè sostegno.
avrai sorte in amor. Roma, oppressa da lui, libera vada,
Mirando una beltà e fermezza al mio regno
in essa troverai sia la morte di lui più che la spada.
a consolar un cor.
(parte con Nireno.) [7. Aria]
L’empio, sleale, indegno
SCENA SESTA vorria rapirmi il regno,
Tolomeo e Achilla. e disturbar così la pace mia.
Ma perda pur la vita,
Achilla prima che in me tradita
Sire, Signor! dall’avido suo cor la fede sia!
Tolomeo [Recitativo]
Chi condurrà l’impresa?
Curio
Achilla (entra)
Io ti prometto Qui nobile donzella
darti estinto il superbo al regio piede, chiede chinarsi al Cesare di Roma.
se di Pompeo la moglie
in premio a me il tuo voler concede. Cesare
Sen venga pur.
Tolomeo
È costei tanto vaga? Cleopatra
(entra con seguito)
Achilla Tra stuol di damigelle
Lega col crine, e col bel volto impiaga. io servo a Cleopatra,
Lidia m’appello, e sotto il ciel d’Egitto
Tolomeo di nobil sangue nata;
Amico, il tuo consiglio è la mia stella; ma Tolomeo mi toglie,
vanne, pensa e poi torna. barbaro usurpator, la mia fortuna.
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Cesare [10. Aria]
(Quanta bellezza un sol sembiante aduna!) Tutto può donna vezzosa,
Tolomeo sì tiranno? se amorosa
scioglie il labbro, o gira il guardo;
Curio ogni colpo piaga un petto,
(Se Cornelia mi sprezza, se difetto
oggi a Lidia rivolto non v’ha quel che scocca il dardo.
collocherò quest’alma in sì bel volto). (mentre Cleopatra vuol partire, vien ritenuta da
Nireno)
Cleopatra
(s’inginocchia avanti Cesare e dice piangendo) [Recitativo]
Avanti al tuo cospetto, avanti a Roma,
mesta, afflitta e piangente Nireno
chieggio giustizia. Ferma, Cleopatra; osserva
qual femmina dolente
Cesare con grave passo e lacrimoso ciglio
(Oh Dio! Come innamora!) quivi si porta.
(leva da terra Cleopatra)
Sfortunata donzella, in breve d’ora Cleopatra
deggio portarmi in corte, Al portamento, al volto
oggi colà stabilirò tua sorte. donna volgar non sembra;
(Che bel crin!) osserviamo in disparte
la cagion del suo duolo.
Curio (si ritirano.)
(Che bel sen!)
SCENA OTTAVA
Cleopatra
Cornelia, poi Sesto, che sopravviene; Cleopatra
Signor, i tuoi favori
e Nireno in disparte.
legan quest’alma.
[11. Arioso]
Cesare
E la tua chioma i cori.
Cornelia
[9. Aria] Nel tuo seno, amico sasso
Non è sì vago e bello sta sepolto il mio tesoro.
il fior nel prato,
quant’è vago e gentile [Recitativo]
il tuo bel volto Ma che! Vile e negletta
D’un fiore il pregio a quello sempre starai, Cornelia?
solo vien dato,
ma tutto un vago aprile Cleopatra
è in te raccolto. (È Cornelia costei?
(parte con Curio) La moglie di Pompeo?)
[Recitativo] Cornelia
Ah no! Tra questi arnesi
Nireno un ferro sceglierò, con mano ardita
Cleopatra, vincesti; contro il Tolomeo dentro la reggia...
già di Cesare il core, (non sì tosto Cornelia ha preso una spada fuori
tributario al tuo volto, amor ti rende, degli arnesi di guerra, che Sesto sopraggiunge)
e tutto il suo voler da te dipende.
Sesto
Cleopatra Madre, ferma; che fai?
Cerchi pur Tolomeo con empietà
di cor le vie del trono, Cornelia
ché a me d’avito regno Lascia quest’armi:
farà il nume d’amor benigno dono. voglio contro il tiranno
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uccisor del mio sposo, Armerò questa destra, e al suol trafitto
tentar la mia vendetta. cadrà punito il gran tiran d’Egitto.
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Tolomeo Tolomeo
(Temerario latin!) Per or mi basta
ch’abbia garzon sì folle
Cesare di carcere la reggia.
(So che m’intende). (accenna alle guardie)
Costei, che baldanzosa
Tolomeo vilipese il rispetto
Alle stanze reali di maestà regnante,
questi che miri t’apriran le porte, nel giardin del serraglio abbia per pena
e a te guida saranno. il coltivar i fiori.
(Empio, tu pur venisti in braccio a morte). (piano ad Achilla)
Io per te serbo
Cesare questa dell’alma tua bella tiranna.
(Scorgo in quel volto un simulato inganno).
Achilla
[14. Aria] Felice me!
Va tacito e nascosto,
quand’avido è di preda, Tolomeo
l’astuto cacciator. (Quanto costui s’inganna!)
E chi è mal far disposto, (parte.)
non brama che si veda
l’inganno del suo cor. SCENA UNDICESIMA
(parte con seguito). Cornelia, Sesto e Achilla.
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Per amor io chiedo amore, ATTO SECONDO
più da te non vuo’ bramar.
(parte)
SCENA PRIMA
Deliziosa di cedri con il monte Parnaso nel
[Recitativo]
prospetto, il quale contiene in sé la reggia della
Virtù.
Sesto
Madre! Cleopatra, Nireno.
Cornelia [Recitativo]
Mia vita!
Cleopatra
Sesto Eseguisti, o Niren, quanto t’imposi?
Addio!
Nireno
Cornelia Adempito è il comando.
(mentre le guardie vogliono condur via Sesto,
corre a ritenerlo per un braccio) Cleopatra
Dove, dove, inumani, Giunto è Cesare in corte?
l’anima mia guidate?
Empi, lasciate Nireno
che al mio core, al mio bene Io vel condussi,
io porga almen gli ultimi baci. Ahi pene! ed ei già a queste soglie il piè rivolge.
Nireno
Io che far deggio?
Cleopatra
Attendi
Cesare qui in disparte; indi lo guida
in questi alberghi, e poi lo guida ancora
colà nelle mie stanze, e a lui dirai
che, per dargli contezza
di quanto dal suo re gli si contende,
pria che tramonti il sol Lidia l’attende.
(parte.)
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SCENA SECONDA [Recitativo]
Nireno, poi Cesare, indi Cleopatra nelle vesti
della Virtù. Cesare
Non ha in cielo il Tonante
[Recitativo] melodia che pareggi un sì bel canto.
Vola, mio cor, al dolce incanto.
Nireno (mentre Cesare corre da Cleopatra, si chiude il
Da Cleopatra apprenda Parnasso, e torna la scena come prima)
chi è seguace d’amor l’astuzie e frodi. E come?
Ah, che del mio gioir invido è il nume!
Cesare
Dov’è, Niren, dov’è l’anima mia? Nireno
Signor, udisti, e che ti par di Lidia?
Nireno
In questo loco in breve Cesare
verrà Lidia, signor. Virtù cotanta Lidia possede?
(qui s’ode vaga sinfonia di vari strumenti) Ah! Che se già piangente
mi saettò tra le armi, io ben m’avveggio
[17. Sinfonia] che bellezza sì vaga
cantando lega, e lagrimando impiaga.
Cesare
Taci! Nireno
Signor, se amor t’accese,
Nireno non t’affligger, no, no; Lidia è cortese.
Che fia? Anzi, se non t’è grave, ella t’attende
nelle sue stanze or or.
[Recitativo]
Cesare
Cesare Lidia mi brama?
Cieli, e qual delle sfere
scende armonico suon, che mi rapisce? Nireno
Ed ella a Cleopatra
Nireno anche ti scorterà.
Avrà di selce il cor chi non languisce.
(qui s’apre il Parnasso, e vedesi in trono la Virtù, Cesare
assistita dalle nove Muse) Guidami tosto in seno al mio tesoro,
acciò che dolce renda il mio martoro.
[18. Sinfonia]
[20. Aria]
[Recitativo] Se in fiorito ameno prato
l’augellin tra fiori e fronde
Cesare si nasconde,
Giulio, che miri? E quando fa più grato il suo cantar.
con abisso di luce Se così Lidia vezzosa
scesero i numi in terra? spiega ancor note canore,
[19. Aria] più graziosa
fa ogni core innamorar.
Cleopatra
V’adoro, pupille, SCENA TERZA
saette d’amore, Giardino del serraglio, dove corrisponde quello
le vostre faville delle fiere.
son grate nel sen. Cornelia, con piccola zappa nelle mani, che vien
Pietose vi brama coltivando fiori, e poi Achilla.
il mesto mio core,
ch’ogn’ora vi chiama
l’amato suo ben.
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[21. Arioso] Achilla
Signor, oggi vedrai
Cornelia Cesare estinto al suolo,
Deh, piangete, o mesti lumi, re vendicato, e regnator tu solo.
già per voi non v’è più speme.
Tolomeo
Achilla Parti, eseguisci, e spera; avrai in mercede
Bella, non lagrimare! la tua crudel. (Folle è costui se ’l crede!)
Cangerà il tuo destin le crude tempre.
[22. Aria]
Cornelia
Chi nacque a sospirar, piange per sempre. Achilla
Se a me non sei crudele,
Achilla ognor sarà fedele
Un consenso amoroso, a te questo mio cor.
che tu presti ad Achilla, Ma se spietata sempre
può sottrarti al rigor di servitù. ver me non cangi tempre,
aspetta sol rigor!
Cornelia (parte)
Olà! Così non mi parlar mai più.
(vuol partire) [Recitativo]
Achilla Tolomeo
Oh Dio! Ascolta; ove vai? Bella, cotanto aborri
chi ti prega d’amar?
Cornelia
Cornelia
Fuggo da te per non mirarti mai.
Un traditore
(mentre Cornelia fugge, incontra Tolomeo, che
degno non è d’amor.
la prende per mano.)
Tolomeo
SCENA QUARTA Tanto rigore?
Tolomeo e detti. Ma se un re ti bramasse?
[Recitativo] Cornelia
Sarei una furia in agitargli il core.
Tolomeo
Bella, placa lo sdegno! Tolomeo
Possibil che in quel volto
Cornelia non alberghi pietà? Che in questo seno...
Lasciami, iniquo re! (stende la destra al seno di Cornelia, che
sdegnosa si ritira)
Achilla
Sire, qua mi portai, Cornelia
per ammollir questa crudel, che adoro. Freni l’anima insana
lo stimolo del senso:
Tolomeo pensa che son Cornelia, e son romana.
Fu pietosa a’ tuoi detti? (parte)
Achilla Tolomeo
Ella mi sprezza ognor, ed io mi moro. Tanto ritrosa a un re? Perfida donna!
Forza userò, se non han luogo i prieghi,
Tolomeo e involarti saprò ciò ch’or mi nieghi.
(Respiro, oh ciel!)
Bella, lo sdegno ammorza! [23. Aria]
(tira da parte Achilla) Sì, spietata, il tuo rigore
Amico, ebben? sveglia l’odio in questo sen.
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Giacché sprezzi questo core, Cornelia
prova, infida, il mio velen! Oh Dio!
(parte.)
Sesto
SCENA QUINTA Numi, che sento?
Cornelia che rientra, poi Sesto.
Nireno
[Recitativo] Non vi turbate, no: unqua sospetto
a Tolomeo non fui; ambi verrete
Cornelia là dove il re tiranno
Su, che si tarda? Or che partì il lascivo, è in preda alle lascivie;
un generoso ardir l’onor mi salvi; colà Sesto nascoso
tra le fauci de’ mostri in suo potere avrà l’alta vendetta;
mi scaglierò da queste eccelse mura, egli solo ed inerme
cibo sarò di fiere; far non potrà difesa.
non paventa il morir un’alma forte!
Addio Roma, addio Sesto! Io corro a morte. Sesto
Molto, molto ti devo.
Sesto
Ferma! Che fai? Cornelia
Assista il cielo una sì giusta impresa!
Cornelia
Chi mi trattiene il passo? [24. Aria]
Cessa omai di sospirare,
Sesto non è sempre irato il cielo
Madre! contro i miseri; suol fare
benché tardo, la vendetta.
Cornelia Il nocchier, s’irato è il mare,
Madre? Che veggio? mai non perde la speranza,
Figlio, Sesto, mio core! onde avvien che la costanza
Come qui ne venisti? la salute a lui promette.
(parte con Nireno)
Sesto
Io, per sottrarti al regnator lascivo, [Recitativo]
di Niren con la scorta
quivi occulto mi trassi. Sesto
Figlio non è, chi vendicar non cura
Cornelia del genitor lo scempio.
Troppo è certo il periglio Su dunque, alla vendetta
in cui, figlio, t’esponi. ti prepara, alma forte,
e prima di morir, altrui da’ morte!
Sesto
Chi alla vendetta aspira [25. Aria]
vita non cura, o madre! L’angue offeso mai riposa,
Sì, cadrà Sesto, o cadrà il tiranno. se il veleno pria non spande
dentro il sangue all’offensor.
SCENA SESTA Così l’alma mia non osa
Nireno e detti. di mostrarsi altera e grande,
se non svelle l’empio cor.
[Recitativo] (parte.)
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[Recitativo] SCENA OTTAVA
Curio con spada impugnata, e detti.
Cleopatra
Esser qui deve in breve [Recitativo]
l’idolo del mio sen, Cesare amato;
ei sa che qui l’attende Curio
Lidia sua, che l’adora; Cesare, sei tradito.
per discoprir se porta il sen piagato,
fingerò di dormir, porterò meco, Cesare
mascherato nel sonno, Amor ch’è cieco. (snuda il brando)
(si pone a sedere) Io tradito?
Cesare Cesare
Una donzella, Dov’è?
serva di Cleopatra, a tanto aspira?
Cleopatra
Cleopatra Cesare, volgi
Cesare, frena l’ire! in questo seno, e non altrove, il lampo
Giacché desta m’aborri, di quegli occhi che adoro:
perché m’abbi ad amar, torno a dormire. son Cleopatra, e non più Lidia in campo.
(va per tornar al suo luogo.)
Cesare
Sei Cleopatra?
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Cleopatra [28. Accompagnato]
In breve
de’ congiurati il temerario ardire Cleopatra
questo aspetto regal farà che cada; Che sento? Oh dio! Morrà Cleopatra ancora.
torna al fianco, signor, quella tua spada! Anima vile, che parli mai? Deh, taci!
(parte) Avrò, per vendicarmi
in bellicosa parte,
Cesare di Bellona in sembianza un cor di Marte.
Curio, a sì strani eventi Intanto, o numi, voi che il ciel reggete,
resto immobile sasso. difendete il mio bene,
ch’egli è del seno mio conforto e speme.
Curio
Stupido son. [29. Aria]
Se pietà di me non senti,
Cesare giusto ciel, io morirò.
Che udisti mai, cor mio? Tu da’ pace a’ miei tormenti,
Lidia è Cleopatra? E la spregiasti? Oh Dio! o quest’alma spirerò.
Cesare Tolomeo
Come! Nemmen Cleopatra Belle dee di questo core,
valse a frenar sì perfido ardimento? voi portate il ciel nel volto;
non ha il ciel più bel splendore
Cleopatra di quel ch’avete in doppie stelle accolto.
La porpora reale
scudo non è bastante al tradimento. [Recitativo]
Questo è luogo di pace,
Cesare onde il ferro depongo,
Vengano pure, ho core. (pone la spada sopra una tavola)
Cesar non seppe mai che sia timore. ché inutile ornamento
ora è questo in amor fero stromento.
Cleopatra
Oh Dio! Tu il cor mi struggi; Cornelia
salvati, o mio bel sol! Cesare, fuggi! (Numi! Che fia di me?)
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SCENA DECIMA Achilla
Achilla e detti. Sire...
[Recitativo] Tolomeo
Ammutisci, e parti!
Achilla Son re, saprò premiarti.
Sire, prendi!
Achilla
Tolomeo Il mio servir questa mercé riceve?
Che fia?
Tolomeo
Sesto Olà!
(Stelle crudeli!)
Achilla
Achilla A chi fede non ha, fe’ non si deve.
Arma la man, che non è tempo (*)
di star fra vezzi in amorosa parte;
queste Veneri lascia, e vola a Marte! Tolomeo
Ciascuna si ritiri;
Tolomeo dopo breve soggiorno
Qual nemica fortuna? vittorioso fra voi farò ritorno.
(parte con le favorite.)
Achilla
Mentre io cerco di Cesare la strage, SCENA UNDICESIMA
s’avventa egli fra i nostri, Sesto, Cornelia.
ma il numero di molti
alla virtù d’un solo al fin prevale; [Recitativo]
fugge con Curio, e da balcon sublime
si scaglia d’improvviso in mezzo al porto, Sesto
ed io miro in un punto Ecco in tutto perduta
Curio sommerso, e Cesare già morto. la speme di vendetta!
Ferro, inerme ti vedo;
Cornelia io per non più soffrir morte a te chiedo.
Cesare morto? (tira la spada per uccidersi)
Sesto Cornelia
Oh numi! Ferma! Che fai? Se perverso il destino
fe’ vano il colpo, invan disperi, o Sesto.
Achilla
Or Cleopatra Sesto
vola al campo romano, Or che Cesare è estinto,
e delle trombe ai bellicosi carmi, che più sperar possiamo?
di Cesare in vendetta,
corre co’ suoi contro il tuo campo all’armi. Cornelia
Animo, ardire!
Tolomeo Niren già t’apre il passo; al campo vanni;
D’una femmina imbelle colà tu rivedrai l’empio tiranno,
non pavento i furori. e a lui fa’ poi mirar con alma forte,
che incontrar sai, non paventar la morte.
Achilla (parte)
A te sol resta
che in premio di tant’opra Sesto
in isposa costei tu mi conceda. Seguirò tanto con ignoto passo
ogn’orma del tiranno,
Tolomeo finché nel suo periglio
Temerario! Beltà che non ha pari farò che cada esangue
d’un tradimento in guiderdon pretendi? del padre l’uccisor per man del figlio.
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[31. Aria] ATTO TERZO
L’aura che spira
tiranno e fiero
SCENA PRIMA
egli non merta
Bosco vicino alla città di Alessandria.
di respirar.
Achilla con seguito di soldati.
Mi sveglia all’ira
quel cor severo,
sua morte solo [Recitativo]
mi può placar.
Achilla
Fine del secondo Atto In tal modo si premia
il mio lungo servir, la fede mia?
Barbaro re, ti pentirai fra breve
d’avermi offeso. Andiamo,
prodi campioni, e a Cleopatra avanti
offriam le nostre insegne, offriamle il core,
e sia ammenda al tardar l’alto valore.
[32. Aria]*
Dal fulgor di questa spada
vuo’ che cada
umiliato un empio cor.
Già non dee soffrir l’offese
chi difese
il suo regno col valor.
(parte)
SCENA SECONDA
Al suono d’una bellica sinfonia segue la
battaglia tra i soldati di Cleopatra e di Tolomeo,
e questi ultimi hanno la vittoria; finita la
sinfonia, entra Tolomeo con Cleopatra
prigioniera.
[33. Sinfonia]
[Recitativo]
Tolomeo
Vinta cadesti al balenar di questo
mio fulmine reale.
Cleopatra
Tolomeo non mi vinse;
mi tradì quella cieca,
che, tiran, ti protegge,
senz’onor, senza fede, e senza legge.
Tolomeo
Olà! Sì baldanzosa
del vincitor al riverito aspetto?
(alle guardie)
S’incateni costei.
(una guardia incatena Cleopatra)
Cleopatra
Empio crudel! Ti puniranno i dei.
Cesare Nireno
Dall’ondoso periglio Amico, amico!
salvo mi porta al lido
il mio propizio fato. Achilla
Qui la celeste Parca O cavalier ignoto,
non tronca ancor lo stame alla mia vita! che con voci d’amico
Ma dove andrò? E chi mi porge aita? articoli il mio nome,
Ove son le mie schiere? deh, se fia mai che ti conceda il fato
Ove son le legioni di favellar un giorno
che a tante mie vittorie il varco apriro? alla bella Cornelia, al sol di Roma,
Solo in queste erme arene digli che quell’Achilla,
al monarca del mondo errar conviene? che consigliò del gran Pompeo la morte...
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Sesto Cesare
(Ah, scellerato!) Tu, Sesto?
Cesare Sesto
(Ah, iniquo!) E come
vivo, Cesare, e illeso
Achilla ti sottrasti alla Parca?
Che per averla in moglie,
contro Cesare ordì l’alta congiura... Cesare
Io fra l’onde nuotando al lido giunsi.
Sesto Non ti turbar; mi porterò alla reggia,
(Ah, traditor!) e m’aprirò con tal sigil l’ingresso.
Teco Niren mi siegua:
Cesare o che torrò alla sorte
(Fellone!) Cornelia e Cleopatra, o avrò la morte.
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[39. Aria] [40. Aria]
Cleopatra Cleopatra
Voi, che mie fide ancelle un tempo foste, Da tempeste il legno infranto,
or lagrimate invan, più mie non siete. se poi salvo giunge in porto,
Il barbaro germano, non sa più che desiar.
che mi privò del regno, Così il cor tra pene e pianto,
a me vi toglie, e a me torrà la vita. or che trova il suo conforto,
(s’ode strepito d’armi nella scena) torna l’anima a bear.
Ma qual strepito d’armi? (parte.)
Ah sì! Più mie non siete,
spirar l’alma Cleopatra or or vedrete. SCENA OTTAVA
(Cesare entra con spada nuda in mano, e Sala regia
soldati) Tolomeo, Cornelia.
[Recitativo] [Recitativo]
Cesare Tolomeo
Forzai l’ingresso a tua salvezza, o cara! Cornelia, è tempo omai
che tu doni pietade a un re che langue.
Cleopatra
Cesare o un’ombra sei? Cornelia
Speri invano mercede.
Cesare Come obliar poss’io
(alle guardie) l’estinto mio consorte?
Olà, partite omai, empi ministri
d’un tiranno spietato! Tolomeo
Cesare così vuol, pronti ubbidite! Altro te n’offre il regnator d’Egitto;
(scaccia le guardie di Tolomeo) cara, al mio sen ti stringo.
(va per abbracciarla)
Cleopatra
Ah, ben ti riconosco, Cornelia
amato mio tesoro, Scostati, indegno, e pensa
al valor del tuo braccio! che Cornelia è romana.
Ombra, no, tu non sei, Cesare amato.
(corre ad abbracciarlo) Tolomeo
Non ho più che temer; Cesare estinto,
Cesare Cleopatra umiliata, or non ascolto
Cara! Ti stringo al seno; che il mio proprio voler.
ha cangiato vicende il nostro fato. (si vuol accostar di nuovo)
Cleopatra Cornelia
Come salvo ti vedo? (cava uno stile dal seno)
Se alcun non temi,
Cesare temi pur questo ferro,
Tempo avrò di svelarti che a me sola s’aspetta
ogni ascosa cagion del viver mio. far del morto consorte or la vendetta!
Libera sei, vanne frattanto al porto
e le disperse schiere in un raduna; SCENA NONA
colà mi rivedrai. Marte mi chiama Mentre Cornelia corre alla vita di Tolomeo,
all’impresa total di questo suolo. sopraggiunge Sesto con spada nuda in mano.
Per conquistar, nonché l’Egitto, un mondo,
basta l’ardir di questo petto solo. [Recitativo]
(parte con i suoi soldati)
Sesto
T’arresta, o genitrice! A me, o tiranno!
23
Tolomeo in questo ondoso piano
(snuda il ferro) Cesare, ognun t’acclama
Io son tradito. Oh numi! signor del mondo e imperator romano.
Sesto Cesare
Sappi, perfido mostro, e per tua pena: Del suo fido servir premio condegno
salvo i numi serbar dai tradimenti avrà Nireno; Curio,
Cesare invitto, e Cleopatra ei sciolse già del tuo forte braccio
dall’ingiuste catene; ei qui sen viene; si conosce il valor.
io lo precorro, e questo (entrano Sesto e Cornelia; Sesto s’inginocchia)
chiede quel sangue ch’è dovuto a Sesto. Ma qui, Cornelia?
Tolomeo Sesto
Del folle ardir ti pentirai ben presto. Signor, ecco a’ tuoi piedi
(si battono, e Tolomeo vien ferito, e cade morto e di Cornelia e di Pompeo il figlio;
nella scena) egli la grande offesa
del tradimento enorme
Cornelia vendicò con suo brando,
Or sì, ti riconosco, e tolse a Tolomeo l’alma col sangue.
figlio del gran Pompeo, e al sen ti stringo.
Cesare
Sesto E morì Tolomeo?
(guardando nella scena)
Giace il tiranno estinto; Cornelia
or, padre, sì, tu, benché vinto, hai vinto. Se Sesto in mia difesa
(parte) pronto non accorrea,
di Cornelia l’onor era in periglio.
[41. Aria]
Cesare
Cornelia La vendetta del padre
Non ha più che temere è ben dovuta al figlio;
quest’alma vendicata, sorgi, Sesto, ed amico al sen t’accolgo.
or sì sarà beata,
comincio a respirar. Sesto
Or vuo’ tutto in godere Ogni affetto di fede in te rivolgo.
si cangi il mio tormento, (si abbracciano)
ch’è vano ogni lamento,
se il ciel mi fa sperar. Cornelia
(parte.) Dell’estinto tiranno
ecco i segni reali, a te li porgo.
(dà la corona e lo scettro di Tolomeo a Cesare)
SCENA ULTIMA
Porto di Alessandria. Cesare
Cesare, Cleopatra, e seguito di Egizi con trombe Bellissima Cleopatra,
e timpani; finita la sinfonia entrano Curio e quel diadema che miri, a te s’aspetta;
Nireno, poi Sesto e Cornelia, con un paggio che io te ne cingo il crine;
porta lo scettro e la corona di Tolomeo. regina dell’Egitto
darai norma alle genti, e legge al trono.
[42a. Sinfonia]
Cleopatra
[42b. La Marche] Cesare, questo regno è sol tuo dono;
tributaria regina,
[Recitativo] imperator t’adorerò di Roma.
Nireno Cesare
Qui Curio vincitor, qui tuo l’Egitto; (Amor, chi vide mai più bella chioma?)
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[43. Duetto] [44. Coro]
Cleopatra Tutti
Caro! Più amabile beltà Ritorni omai nel nostro core
mai non si troverà la bella gioia ed il piacer;
del tuo bel volto. sgombrato è il sen d’ogni dolor,
In me non splenderà ciascun ritorni ora a goder.
né amor né fedeltà
da te disciolto. Cleopatra e Cesare
Un bel contento il sen già si prepara,
Cesare se tu sarai costante ognor per me;
Bella! Più amabile beltà così sortì dal cor la doglia amara,
mai non si troverà e sol vi resta amor, costanza e fè.
del tuo bel volto.
In te non splenderà Tutti
né amor né fedeltà Ritorni ormai nel nostro core
da me disciolto. la bella gioia ed il piacer;
sgombrato è il sen d’ogni dolore,
[Recitativo] ciascun ritorni ora a goder.
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