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Giulio Cesare in Egitto

Opera in tre atti

Libretto di
Nicola Francesco Haym
da Giacomo Francesco Bussani

Musica di
Georg Friedrich Händel

PERSONAGGI

Romani
Giulio Cesare, primo imperator de’ Romani alto (castrato)
Curio, tribuno di Roma basso
Cornelia, moglie di Pompeo contralto
Sesto Pompeo, figlio di Pompeo e Cornelia soprano

Egizi
Cleopatra, regina d’Egitto soprano
Tolomeo, re d’Egitto, fratello di Cleopatra alto (castrato)
Achilla, duce generale dell’armi e consigliero di Tolomeo basso
Nireno, confidente di Cleopatra e Tolomeo alto (castrato)

Soldati, congiurati.

Prima rappresentazione assoluta:


Londra, King’s Theatre, 20 febbraio 1724

Nella presente edizione le parti in grigio non vengono eseguite.


Lo spettacolo è stato diviso in due parti, la seconda inizia con la scena VII dell’Atto II
(Recitativo e Aria 26)

(Hallische Händel-Ausgabe a cura di Frieder Zschoch. Copyright ed edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel;


rappresentante per l’Italia, Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)
Ouverture Cesare
Da Cesare che chiedi,
gran germe de’ Scipioni, alta Cornelia?
ATTO PRIMO
Cornelia
SCENA PRIMA Da’ pace all’armi!

Campagna d’Egitto con antico ponte sopra un Sesto


ramo del Nilo. Dona l’asta al tempio, ozio al fianco,
Giulio Cesare e Curio, che passano il ponte con ozio alla destra.
il seguito.
Cesare
[1. Coro] Virtù de’ grandi è il perdonar le offese.
Venga Pompeo, Cesare abbracci, e resti
Seguito l’ardor di Marte estinto:
Viva, viva il nostro Alcide! sia vincitor del vincitore il vinto.
Goda il Nilo di questo dì!
Ogni spiaggia per lui ride, SCENA TERZA
ogni affanno già sparì. Achilla con stuolo di Egizi che portano aurei
bacili, e detti.
[2. Aria]
Achilla
Cesare La reggia Tolomeo t’offre in albergo,
Presti ormai l’egizia terra eccelso eroe, per tuo riposo, e in dono
le sue palme al vincitor! quanto può dare un tributario trono.
[Recitativo]
Cesar
Curio, Cesare venne, e vide e vinse; Ciò che di Tolomeo
già sconfitto Pompeo, invan ricorre offre l’alma regal, Cesare aggrada.
per rinforzar de’ suoi guerrier lo stuolo
d’Egitto al re. Achilla
Acciò l’Italia ad adorarti impari,
Curio in pegno d’amistade e di sua fede
Tu qui, signor, giungesti questa del gran Pompeo superba testa
a tempo appunto, a prevenir le trame. di base al regal trono offre al tuo piede.
Ma chi ver noi sen viene? (uno degli Egizi svela il bacile, sopra il quale sta
il capo tronco di Pompeo)
SCENA SECONDA
Cornelia, Sesto e detti. Cesare
Giulio, che miri?
Cesare
Questa è Cornelia. Sesto
Oh Dio! Che veggio?
Curio
Oh sorte! Cornelia
Del nemico Pompeo l’alta consorte? Ahi lassa!
Cesare, a questa un tempo Consorte! Mio tesoro!
sacrai la libertade.
Curio
Cornelia Grand’ardir!
Signor, Roma è già tua. Teco han gli dei
oggi diviso il regno, ed è lor legge Cornelia
che del grand’orbe al pondo Tolomeo,
Giove regoli il ciel, Cesare il mondo. Barbaro traditor! Io manco, io moro...
(sviene)

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Cesare Sesto
Curio, su, porgi aita Madre!
a Cornelia, che langue!
(piange) Curio
Cornelia!
Curio
Che scorgo? Oh stelle! Il mio bel sole esangue! Cornelia
(ritorna in sé)
Achilla Oh stelle!
(Questa è Cornelia? Oh, che beltà! Che volto!) Ed ancor vivo? Ah! Tolga
quest’omicida acciaro
Sesto il cor, l’alma dal sen.
Padre! Pompeo! Mia genitrice! Oh Dio! (vuol rapire la spada dal fianco di Sesto per
isvenarsi, e Curio la frastorna)
Cesare
Per dar urna sublime Curio
al suo cenere illustre, Ferma! Invan tenti
serbato sia sì nobil teschio. tinger di sangue in quelle nevi il ferro.
Curio, che ancor t’adora,
Achilla e sposa ti desia, se pur t’aggrada,
Oh dei! vendicarti saprà con la sua spada.

Cesare Cornelia
(ad Achilla) Sposa a te?
E tu involati, parti! Al tuo signore
di’ che l’opre de’ regi, Curio
sian di bene o di mal, son sempre esempio. Sì.

Sesto Cornelia
Che non è re, chi è re fellon, chi è un empio. Ammutisci!

Achilla Sesto
Cesare, frena l’ire... Tu nemico a Pompeo, e tanto ardisci?

Cesare Curio
Vanne! Verrò alla reggia, Cornelia, se m’aborri,
pria ch’oggi il sole a tramontar si veggia. m’involerò al tuo aspetto;
sol per non molestarti,
[3. Aria] giurerà questo cor di non amarti.
(parte)
Empio, dirò, tu sei,
togliti agli occhi miei, Sesto
sei tutto crudeltà. Madre!
(Achilla parte)
Non è da re quel cuor, Cornelia
che donasi al rigor, Viscere mie!
che in sen non ha pietà.
(parte.) Sesto
Or che farem tra le cesaree squadre,
SCENA QUARTA tu senza il caro sposo, io senza il padre?
Curio, Sesto, Cornelia.
[4. Aria]
Curio
Già torna in sé. Cornelia
Priva son d’ogni conforto,
e pur speme di morire

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per me misera non v’è. Nireno
Il mio cor, da pene assorto, Del gran Pompeo.
è già stanco di soffrire,
e morir si niega a me. Cleopatra
(parte) Stelle! Costui che apporta?

[Recitativo] Nireno
Per stabilirsi al soglio
Sesto a Cesare mandò fra’ doni involto...
Vani sono i lamenti;
è tempo, o Sesto, omai Cleopatra
di vendicare il padre; Che gli mandò?
si svegli alla vendetta
l’anima neghittosa, Nireno
che offesa da un tiranno invan riposa. L’esanimato volto.

[5. Aria] Cleopatra


Svegliatevi nel core, Su, partite, miei fidi.
furie d’un alma offesa, (il seguito parte. A Nireno)
a far d’un traditor E tu qui resta;
aspra vendetta! alle cesaree tende
L’ombra del genitore son risolta portarmi, e tu, Nireno,
accorre a mia difesa, mi servirai da scorta.
e dice: “A te il rigor,
figlio, si aspetta”. Nireno
(parte.) Che dirà Tolomeo?

SCENA QUINTA Cleopatra


Gabinetto di Cleopatra. Non paventar; col guardo
Cleopatra con seguito di Egizi e damigelle meglio ch’egli non fece
egizie, poi Nireno, e dopo Tolomeo con col capo di Pompeo,
guardie. Cesare obbligherò;
invano aspira al trono,
[Recitativo] egli è il germano, e la regina io sono.
Cleopatra
Regni Cleopatra; ed al mio seggio intorno Tolomeo
popolo adorator, arabo e siro, (entra con guardie)
su questo crin la sacra benda adori; Tu di regnar pretendi,
su, chi di voi, miei fidi, donna superba e altera?
ha petto e cor di sollevarmi al trono,
giuri su questa destra eterna fede. Cleopatra
Io ciò ch’è mio contendo; e la corona
Nireno dovuta alla mia fronte
(entra) giustamente pretendo.
Regina, infausti eventi!
Tolomeo
Cleopatra Vanne, e torna omai, folle,
Che fia? Ché tardi? a qual di donna è l’uso
di scettro invece, a trattar l’ago e il fuso!
Nireno
Troncar fe’ Tolomeo il capo... Cleopatra
Anzi tu pur, effeminato amante,
Cleopatra va dell’età sui primi nati albori,
Ohimè! di chi? di regno invece, a coltivar gli amori!

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[6. Aria] (Achilla parte)
Non disperar, chi sa? Muora Cesare, muora, e il capo altero
Se al regno non l’avrai, sia del mio piè sostegno.
avrai sorte in amor. Roma, oppressa da lui, libera vada,
Mirando una beltà e fermezza al mio regno
in essa troverai sia la morte di lui più che la spada.
a consolar un cor.
(parte con Nireno.) [7. Aria]
L’empio, sleale, indegno
SCENA SESTA vorria rapirmi il regno,
Tolomeo e Achilla. e disturbar così la pace mia.
Ma perda pur la vita,
Achilla prima che in me tradita
Sire, Signor! dall’avido suo cor la fede sia!

Tolomeo SCENA SETTIMA


Achilla! Quartieri nel campo di Cesare con l’urna nel
Come fu il capo tronco mezzo, ove sono le ceneri del capo del magno
da Cesare gradito? Pompeo, sopra eminente cumulo di trofei.
Cesare, poi Curio, che introduce Cleopatra e
Achilla Nireno.
Sdegnò l’opra.
[8. Accompagnato]
Tolomeo
Che sento? Cesare
Alma del gran Pompeo,
Achilla che al cenere suo d’intorno
T’accusò d’inesperto, e troppo ardito. invisibil t’aggiri,
fur ombre i tuoi trofei,
Tolomeo ombra la tua grandezza, e un’ombra sei.
Tant’osa un vil romano? Così termina alfine il fasto umano.
Ieri chi vivo occupò un mondo in guerra,
Achilla oggi risolto in polve un’urna serra.
Il mio consiglio Tal di ciascuno (ahi lasso!)
apprendi, o Tolomeo! il principio è di terra, e il fine è un sasso.
Verrà Cesare in corte; e in tua vendetta Misera vita! Oh, quanto è fral tuo stato!
cada costui, come cadde Pompeo. Ti forma un soffio, e ti distrugge un fiato.

Tolomeo [Recitativo]
Chi condurrà l’impresa?
Curio
Achilla (entra)
Io ti prometto Qui nobile donzella
darti estinto il superbo al regio piede, chiede chinarsi al Cesare di Roma.
se di Pompeo la moglie
in premio a me il tuo voler concede. Cesare
Sen venga pur.
Tolomeo
È costei tanto vaga? Cleopatra
(entra con seguito)
Achilla Tra stuol di damigelle
Lega col crine, e col bel volto impiaga. io servo a Cleopatra,
Lidia m’appello, e sotto il ciel d’Egitto
Tolomeo di nobil sangue nata;
Amico, il tuo consiglio è la mia stella; ma Tolomeo mi toglie,
vanne, pensa e poi torna. barbaro usurpator, la mia fortuna.

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Cesare [10. Aria]
(Quanta bellezza un sol sembiante aduna!) Tutto può donna vezzosa,
Tolomeo sì tiranno? se amorosa
scioglie il labbro, o gira il guardo;
Curio ogni colpo piaga un petto,
(Se Cornelia mi sprezza, se difetto
oggi a Lidia rivolto non v’ha quel che scocca il dardo.
collocherò quest’alma in sì bel volto). (mentre Cleopatra vuol partire, vien ritenuta da
Nireno)
Cleopatra
(s’inginocchia avanti Cesare e dice piangendo) [Recitativo]
Avanti al tuo cospetto, avanti a Roma,
mesta, afflitta e piangente Nireno
chieggio giustizia. Ferma, Cleopatra; osserva
qual femmina dolente
Cesare con grave passo e lacrimoso ciglio
(Oh Dio! Come innamora!) quivi si porta.
(leva da terra Cleopatra)
Sfortunata donzella, in breve d’ora Cleopatra
deggio portarmi in corte, Al portamento, al volto
oggi colà stabilirò tua sorte. donna volgar non sembra;
(Che bel crin!) osserviamo in disparte
la cagion del suo duolo.
Curio (si ritirano.)
(Che bel sen!)
SCENA OTTAVA
Cleopatra
Cornelia, poi Sesto, che sopravviene; Cleopatra
Signor, i tuoi favori
e Nireno in disparte.
legan quest’alma.
[11. Arioso]
Cesare
E la tua chioma i cori.
Cornelia
[9. Aria] Nel tuo seno, amico sasso
Non è sì vago e bello sta sepolto il mio tesoro.
il fior nel prato,
quant’è vago e gentile [Recitativo]
il tuo bel volto Ma che! Vile e negletta
D’un fiore il pregio a quello sempre starai, Cornelia?
solo vien dato,
ma tutto un vago aprile Cleopatra
è in te raccolto. (È Cornelia costei?
(parte con Curio) La moglie di Pompeo?)

[Recitativo] Cornelia
Ah no! Tra questi arnesi
Nireno un ferro sceglierò, con mano ardita
Cleopatra, vincesti; contro il Tolomeo dentro la reggia...
già di Cesare il core, (non sì tosto Cornelia ha preso una spada fuori
tributario al tuo volto, amor ti rende, degli arnesi di guerra, che Sesto sopraggiunge)
e tutto il suo voler da te dipende.
Sesto
Cleopatra Madre, ferma; che fai?
Cerchi pur Tolomeo con empietà
di cor le vie del trono, Cornelia
ché a me d’avito regno Lascia quest’armi:
farà il nume d’amor benigno dono. voglio contro il tiranno

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uccisor del mio sposo, Armerò questa destra, e al suol trafitto
tentar la mia vendetta. cadrà punito il gran tiran d’Egitto.

Sesto [12. Aria]


Questa vendetta a Sesto sol si aspetta. Cara speme, questo core
(toglie la spada a Cornelia) tu cominci a lusingar.
Par che il ciel presti favore
Cornelia i miei torti a vendicar.
O dolci accenti! O care labbra! Dunque (partono Cornelia, Sesto e Nireno)
sull’alba de’ tuoi giorni hai tanto cor?
[Recitativo]
Sesto
Son Sesto, e di Pompeo Cleopatra
erede son dell’alma! Vegli pur il germano
alla propria salvezza:
Cornelia ché già contro gli mossi
Animo, o figlio, ardire! Io coraggiosa di Cesare la spada,
ti seguirò. di Sesto e di Cornelia il giusto sdegno;
senza un certo periglio
Sesto non creda aver solo d’Egitto il regno.
Ma, o Dio! Chi al re fellone
ci scorterà? [13. Aria]
Tu la mia stella sei,
Cleopatra amabile speranza,
(che sorte fuori impetuosamente) e porgi ai desir miei
Cleopatra! un grato e bel piacer.
Qual sia di questo core
Nireno la stabile costanza,
(Non ti scoprir!) e quanto possa amore,
s’ha in breve da veder.
Cleopatra (parte.)
E Lidia ancora; perché quell’empio cada,
ti saran scudo, e t’apriran la strada. SCENA NONA
Atrio nel palagio de’ Tolomei.
Cornelia Cesare con seguito di Romani, Tolomeo ed
E chi ti sprona, amabile donzella, Achilla con seguito d’Egizi.
oggi in nostro soccorso offrir te stessa?
[Recitativo]
Cleopatra
La fellonia d’un re tiranno, il giusto. Tolomeo
Sotto il nome di Lidia Cesare, alla tua destra
io servo a Cleopatra; stende fasci di scettri
se in virtù del tuo braccio ascende al trono, generosa la sorte.
sarai felice, e scorgerai qual sono.
Cesare
Cornelia Tolomeo, a tante grazie
Chi a noi sarà di scorta? io non so dir, se maggior lume apporti,
mentre l’uscio del giorno egli diserra,
Cleopatra il sole in cielo, o Tolomeo qui in terra.
(accennando a Nireno) Ma sappi ch’ogni mal’opra
Questi, che alla regina è fido servo, ogni gran lume oscura.
saprà cauto condurvi all’alta impresa.
Achilla
Sesto (a Tolomeo)
Figlio non è, chi vendicar non cura (Sin al reale aspetto egli t’offende?)
del genitor la morte.

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Tolomeo Tolomeo
(Temerario latin!) Per or mi basta
ch’abbia garzon sì folle
Cesare di carcere la reggia.
(So che m’intende). (accenna alle guardie)
Costei, che baldanzosa
Tolomeo vilipese il rispetto
Alle stanze reali di maestà regnante,
questi che miri t’apriran le porte, nel giardin del serraglio abbia per pena
e a te guida saranno. il coltivar i fiori.
(Empio, tu pur venisti in braccio a morte). (piano ad Achilla)
Io per te serbo
Cesare questa dell’alma tua bella tiranna.
(Scorgo in quel volto un simulato inganno).
Achilla
[14. Aria] Felice me!
Va tacito e nascosto,
quand’avido è di preda, Tolomeo
l’astuto cacciator. (Quanto costui s’inganna!)
E chi è mal far disposto, (parte.)
non brama che si veda
l’inganno del suo cor. SCENA UNDICESIMA
(parte con seguito). Cornelia, Sesto e Achilla.

SCENA DECIMA Achilla


Cornelia, in quei tuoi lumi
Cornelia, Sesto, Tolomeo e Achilla.
sta legato il mio cor.
Se all’amor mio
[Recitativo]
giri sereno il ciglio
e i talami concedi,
Achilla
sarà la madre in libertà col figlio.
Sire, con Sesto il figlio,
questa è Cornelia. Cornelia
Barbaro, una romana
Tolomeo sposa ad un vil egizio?
(Oh che sembianze, Amore!)
Sesto
Cornelia A te consorte?
Ingrato, a quel Pompeo, che al tuo gran padre Ah no! Pria della morte...
il diadema reale stabilì sulla chioma,
tu recidesti il capo in faccia a Roma? Achilla
Olà! Per regal legge omai si guidi
Sesto prigionier nella reggia
Empio, ti sfido a singolar certame; così audace garzon.
veder farò con generosa destra
aperto a questo regno Cornelia
che non sei Tolomeo, che sei un indegno. Seguirò anch’io
l’amata prole, il caro figlio mio.
Tolomeo
Olà! Da vigil stuol sian custoditi Achilla
questi Romani arditi. Tu ferma il piede, e pensa
di non trovar pietade a ciò che chiedi,
Achilla se pietade al mio amor pria non concedi.
Alto signor, condona
il lor cieco furor! [15. Aria]
Tu sei il cor di questo core,
sei il mio ben, non t’adirar!

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Per amor io chiedo amore, ATTO SECONDO
più da te non vuo’ bramar.
(parte)
SCENA PRIMA
Deliziosa di cedri con il monte Parnaso nel
[Recitativo]
prospetto, il quale contiene in sé la reggia della
Virtù.
Sesto
Madre! Cleopatra, Nireno.

Cornelia [Recitativo]
Mia vita!
Cleopatra
Sesto Eseguisti, o Niren, quanto t’imposi?
Addio!
Nireno
Cornelia Adempito è il comando.
(mentre le guardie vogliono condur via Sesto,
corre a ritenerlo per un braccio) Cleopatra
Dove, dove, inumani, Giunto è Cesare in corte?
l’anima mia guidate?
Empi, lasciate Nireno
che al mio core, al mio bene Io vel condussi,
io porga almen gli ultimi baci. Ahi pene! ed ei già a queste soglie il piè rivolge.

[16. Duetto] Cleopatra


Ma dimmi: è in pronto
Cornelia la meditata scena?
Son nata a lagrimar,
e il dolce mio conforto Nireno
ah, sempre piangerò. Infra le nubi
Se il fato ci tradì, l’alta regina sfavilla;
sereno e lieto dì ma che far pensi?
mai più sperar potrò.
Cleopatra
Sesto Amore già suggerì all’idea
Son nato a sospirar, stravagante pensier: ho già risolto
e il dolce mio conforto sotto finte apparenze
ah, sempre piangerò. far prigionier d’amor ch’il cor m’ha tolto.
Se il fato ci tradì,
sereno e lieto dì Nireno
mai più sperar potrò. A lui ti scoprirai?

Fine del primo Atto Cleopatra


Non è ancor tempo.

Nireno
Io che far deggio?

Cleopatra
Attendi
Cesare qui in disparte; indi lo guida
in questi alberghi, e poi lo guida ancora
colà nelle mie stanze, e a lui dirai
che, per dargli contezza
di quanto dal suo re gli si contende,
pria che tramonti il sol Lidia l’attende.
(parte.)

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SCENA SECONDA [Recitativo]
Nireno, poi Cesare, indi Cleopatra nelle vesti
della Virtù. Cesare
Non ha in cielo il Tonante
[Recitativo] melodia che pareggi un sì bel canto.
Vola, mio cor, al dolce incanto.
Nireno (mentre Cesare corre da Cleopatra, si chiude il
Da Cleopatra apprenda Parnasso, e torna la scena come prima)
chi è seguace d’amor l’astuzie e frodi. E come?
Ah, che del mio gioir invido è il nume!
Cesare
Dov’è, Niren, dov’è l’anima mia? Nireno
Signor, udisti, e che ti par di Lidia?
Nireno
In questo loco in breve Cesare
verrà Lidia, signor. Virtù cotanta Lidia possede?
(qui s’ode vaga sinfonia di vari strumenti) Ah! Che se già piangente
mi saettò tra le armi, io ben m’avveggio
[17. Sinfonia] che bellezza sì vaga
cantando lega, e lagrimando impiaga.
Cesare
Taci! Nireno
Signor, se amor t’accese,
Nireno non t’affligger, no, no; Lidia è cortese.
Che fia? Anzi, se non t’è grave, ella t’attende
nelle sue stanze or or.
[Recitativo]
Cesare
Cesare Lidia mi brama?
Cieli, e qual delle sfere
scende armonico suon, che mi rapisce? Nireno
Ed ella a Cleopatra
Nireno anche ti scorterà.
Avrà di selce il cor chi non languisce.
(qui s’apre il Parnasso, e vedesi in trono la Virtù, Cesare
assistita dalle nove Muse) Guidami tosto in seno al mio tesoro,
acciò che dolce renda il mio martoro.
[18. Sinfonia]
[20. Aria]
[Recitativo] Se in fiorito ameno prato
l’augellin tra fiori e fronde
Cesare si nasconde,
Giulio, che miri? E quando fa più grato il suo cantar.
con abisso di luce Se così Lidia vezzosa
scesero i numi in terra? spiega ancor note canore,
[19. Aria] più graziosa
fa ogni core innamorar.
Cleopatra
V’adoro, pupille, SCENA TERZA
saette d’amore, Giardino del serraglio, dove corrisponde quello
le vostre faville delle fiere.
son grate nel sen. Cornelia, con piccola zappa nelle mani, che vien
Pietose vi brama coltivando fiori, e poi Achilla.
il mesto mio core,
ch’ogn’ora vi chiama
l’amato suo ben.

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[21. Arioso] Achilla
Signor, oggi vedrai
Cornelia Cesare estinto al suolo,
Deh, piangete, o mesti lumi, re vendicato, e regnator tu solo.
già per voi non v’è più speme.
Tolomeo
Achilla Parti, eseguisci, e spera; avrai in mercede
Bella, non lagrimare! la tua crudel. (Folle è costui se ’l crede!)
Cangerà il tuo destin le crude tempre.
[22. Aria]
Cornelia
Chi nacque a sospirar, piange per sempre. Achilla
Se a me non sei crudele,
Achilla ognor sarà fedele
Un consenso amoroso, a te questo mio cor.
che tu presti ad Achilla, Ma se spietata sempre
può sottrarti al rigor di servitù. ver me non cangi tempre,
aspetta sol rigor!
Cornelia (parte)
Olà! Così non mi parlar mai più.
(vuol partire) [Recitativo]

Achilla Tolomeo
Oh Dio! Ascolta; ove vai? Bella, cotanto aborri
chi ti prega d’amar?
Cornelia
Cornelia
Fuggo da te per non mirarti mai.
Un traditore
(mentre Cornelia fugge, incontra Tolomeo, che
degno non è d’amor.
la prende per mano.)
Tolomeo
SCENA QUARTA Tanto rigore?
Tolomeo e detti. Ma se un re ti bramasse?
[Recitativo] Cornelia
Sarei una furia in agitargli il core.
Tolomeo
Bella, placa lo sdegno! Tolomeo
Possibil che in quel volto
Cornelia non alberghi pietà? Che in questo seno...
Lasciami, iniquo re! (stende la destra al seno di Cornelia, che
sdegnosa si ritira)
Achilla
Sire, qua mi portai, Cornelia
per ammollir questa crudel, che adoro. Freni l’anima insana
lo stimolo del senso:
Tolomeo pensa che son Cornelia, e son romana.
Fu pietosa a’ tuoi detti? (parte)

Achilla Tolomeo
Ella mi sprezza ognor, ed io mi moro. Tanto ritrosa a un re? Perfida donna!
Forza userò, se non han luogo i prieghi,
Tolomeo e involarti saprò ciò ch’or mi nieghi.
(Respiro, oh ciel!)
Bella, lo sdegno ammorza! [23. Aria]
(tira da parte Achilla) Sì, spietata, il tuo rigore
Amico, ebben? sveglia l’odio in questo sen.

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Giacché sprezzi questo core, Cornelia
prova, infida, il mio velen! Oh Dio!
(parte.)
Sesto
SCENA QUINTA Numi, che sento?
Cornelia che rientra, poi Sesto.
Nireno
[Recitativo] Non vi turbate, no: unqua sospetto
a Tolomeo non fui; ambi verrete
Cornelia là dove il re tiranno
Su, che si tarda? Or che partì il lascivo, è in preda alle lascivie;
un generoso ardir l’onor mi salvi; colà Sesto nascoso
tra le fauci de’ mostri in suo potere avrà l’alta vendetta;
mi scaglierò da queste eccelse mura, egli solo ed inerme
cibo sarò di fiere; far non potrà difesa.
non paventa il morir un’alma forte!
Addio Roma, addio Sesto! Io corro a morte. Sesto
Molto, molto ti devo.
Sesto
Ferma! Che fai? Cornelia
Assista il cielo una sì giusta impresa!
Cornelia
Chi mi trattiene il passo? [24. Aria]
Cessa omai di sospirare,
Sesto non è sempre irato il cielo
Madre! contro i miseri; suol fare
benché tardo, la vendetta.
Cornelia Il nocchier, s’irato è il mare,
Madre? Che veggio? mai non perde la speranza,
Figlio, Sesto, mio core! onde avvien che la costanza
Come qui ne venisti? la salute a lui promette.
(parte con Nireno)
Sesto
Io, per sottrarti al regnator lascivo, [Recitativo]
di Niren con la scorta
quivi occulto mi trassi. Sesto
Figlio non è, chi vendicar non cura
Cornelia del genitor lo scempio.
Troppo è certo il periglio Su dunque, alla vendetta
in cui, figlio, t’esponi. ti prepara, alma forte,
e prima di morir, altrui da’ morte!
Sesto
Chi alla vendetta aspira [25. Aria]
vita non cura, o madre! L’angue offeso mai riposa,
Sì, cadrà Sesto, o cadrà il tiranno. se il veleno pria non spande
dentro il sangue all’offensor.
SCENA SESTA Così l’alma mia non osa
Nireno e detti. di mostrarsi altera e grande,
se non svelle l’empio cor.
[Recitativo] (parte.)

Nireno SCENA SETTIMA


Cornelia, infauste nove. Il re m’impone Luogo di delizie.
che tra le sue dilette io ti conduca. Cleopatra, poi Cesare.

16
[Recitativo] SCENA OTTAVA
Curio con spada impugnata, e detti.
Cleopatra
Esser qui deve in breve [Recitativo]
l’idolo del mio sen, Cesare amato;
ei sa che qui l’attende Curio
Lidia sua, che l’adora; Cesare, sei tradito.
per discoprir se porta il sen piagato,
fingerò di dormir, porterò meco, Cesare
mascherato nel sonno, Amor ch’è cieco. (snuda il brando)
(si pone a sedere) Io tradito?

[26. Aria] Cleopatra


Venere bella, per un istante, Che sento?
deh, mi concedi
le grazie tutte Curio
del dio d’amor! Mentr’io ver le tue stanze,
Tu ben prevedi signor, t’attendo, odo di genti e spade
ch’il mio sembiante ripercosso fragor, ed una voce
dee far amante gridar: “Cesare mora”, ed improvviso
d’un regio cor. a te ne volo, ad arrecar l’avviso.
(finge di dormire)
Cesare
[Recitativo] Così dunque in Egitto
regna la fellonia? Bella, rimanti;
sono infausti per noi cotesti lidi.
Cesare
Che veggio, o numi?
Cleopatra
Il mio bel sol qui dorme?
Fermati, non partir, che tu m’uccidi.
Vaga Lidia, adorata,
ah, se di tanto incendio
Cesare
che mi bolle nel seno, Lascia, Lidia!
ti penetrasse al cor qualche scintilla,
ben potresti sperar dalla tua sorte Cleopatra
d’essermi forse un dì sposa e consorte. Che Lidia?
Io volerò al conflitto in tua difesa,
Cleopatra sino agli stessi abissi
(sorgendo) scenderia Cleopatra.
Sposa? T’adorerò fino alla morte. (Ohimè, che dissi?)
Cesare Cesare
Olà! Cleopatra?
Cleopatra Cleopatra
Che, ti conturbi? Sì.

Cesare Cesare
Una donzella, Dov’è?
serva di Cleopatra, a tanto aspira?
Cleopatra
Cleopatra Cesare, volgi
Cesare, frena l’ire! in questo seno, e non altrove, il lampo
Giacché desta m’aborri, di quegli occhi che adoro:
perché m’abbi ad amar, torno a dormire. son Cleopatra, e non più Lidia in campo.
(va per tornar al suo luogo.)
Cesare
Sei Cleopatra?

17
Cleopatra [28. Accompagnato]
In breve
de’ congiurati il temerario ardire Cleopatra
questo aspetto regal farà che cada; Che sento? Oh dio! Morrà Cleopatra ancora.
torna al fianco, signor, quella tua spada! Anima vile, che parli mai? Deh, taci!
(parte) Avrò, per vendicarmi
in bellicosa parte,
Cesare di Bellona in sembianza un cor di Marte.
Curio, a sì strani eventi Intanto, o numi, voi che il ciel reggete,
resto immobile sasso. difendete il mio bene,
ch’egli è del seno mio conforto e speme.
Curio
Stupido son. [29. Aria]
Se pietà di me non senti,
Cesare giusto ciel, io morirò.
Che udisti mai, cor mio? Tu da’ pace a’ miei tormenti,
Lidia è Cleopatra? E la spregiasti? Oh Dio! o quest’alma spirerò.

Cleopatra SCENA NONA


(che frettolosa ritorna) Tolomeo circondato dalle sue favorite, Cornelia
Fuggi, Cesare, fuggi! fra loro, poi Sesto.
Dalle regie tue stanze a questa fonte
volano i congiurati. [30. Arioso]

Cesare Tolomeo
Come! Nemmen Cleopatra Belle dee di questo core,
valse a frenar sì perfido ardimento? voi portate il ciel nel volto;
non ha il ciel più bel splendore
Cleopatra di quel ch’avete in doppie stelle accolto.
La porpora reale
scudo non è bastante al tradimento. [Recitativo]
Questo è luogo di pace,
Cesare onde il ferro depongo,
Vengano pure, ho core. (pone la spada sopra una tavola)
Cesar non seppe mai che sia timore. ché inutile ornamento
ora è questo in amor fero stromento.
Cleopatra
Oh Dio! Tu il cor mi struggi; Cornelia
salvati, o mio bel sol! Cesare, fuggi! (Numi! Che fia di me?)

[27. Aria e Coro] Tolomeo


Ma! Qui Cornelia?
Cesare Questo candido lin tu prendi in segno,
Al lampo dell’armi secondo il mio costume,
quest’alma guerriera di colei che destino
vendetta farà. al regio letto, alle notturne piume.
Non fia che disarmi (Cornelia prende il fazzoletto e poi lo getta con
la destra guerriera sdegno)
chi forza le dà.
(parte con Curio) Sesto
(entra)
Coro di congiurati (Ora è il tempo, o mia destra! Il proprio ferro
(da dentro) che uccise il genitor, l’empio trafigga).
Mora Cesare, mora! (mentre Sesto vuol prendere la spada di
Tolomeo, vien sorpreso da Achilla, che entra in
furia e la prende.)

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SCENA DECIMA Achilla
Achilla e detti. Sire...

[Recitativo] Tolomeo
Ammutisci, e parti!
Achilla Son re, saprò premiarti.
Sire, prendi!
Achilla
Tolomeo Il mio servir questa mercé riceve?
Che fia?
Tolomeo
Sesto Olà!
(Stelle crudeli!)
Achilla
Achilla A chi fede non ha, fe’ non si deve.
Arma la man, che non è tempo (*)
di star fra vezzi in amorosa parte;
queste Veneri lascia, e vola a Marte! Tolomeo
Ciascuna si ritiri;
Tolomeo dopo breve soggiorno
Qual nemica fortuna? vittorioso fra voi farò ritorno.
(parte con le favorite.)
Achilla
Mentre io cerco di Cesare la strage, SCENA UNDICESIMA
s’avventa egli fra i nostri, Sesto, Cornelia.
ma il numero di molti
alla virtù d’un solo al fin prevale; [Recitativo]
fugge con Curio, e da balcon sublime
si scaglia d’improvviso in mezzo al porto, Sesto
ed io miro in un punto Ecco in tutto perduta
Curio sommerso, e Cesare già morto. la speme di vendetta!
Ferro, inerme ti vedo;
Cornelia io per non più soffrir morte a te chiedo.
Cesare morto? (tira la spada per uccidersi)

Sesto Cornelia
Oh numi! Ferma! Che fai? Se perverso il destino
fe’ vano il colpo, invan disperi, o Sesto.
Achilla
Or Cleopatra Sesto
vola al campo romano, Or che Cesare è estinto,
e delle trombe ai bellicosi carmi, che più sperar possiamo?
di Cesare in vendetta,
corre co’ suoi contro il tuo campo all’armi. Cornelia
Animo, ardire!
Tolomeo Niren già t’apre il passo; al campo vanni;
D’una femmina imbelle colà tu rivedrai l’empio tiranno,
non pavento i furori. e a lui fa’ poi mirar con alma forte,
che incontrar sai, non paventar la morte.
Achilla (parte)
A te sol resta
che in premio di tant’opra Sesto
in isposa costei tu mi conceda. Seguirò tanto con ignoto passo
ogn’orma del tiranno,
Tolomeo finché nel suo periglio
Temerario! Beltà che non ha pari farò che cada esangue
d’un tradimento in guiderdon pretendi? del padre l’uccisor per man del figlio.

*) In questa edizione l’Aria 32 viene eseguita qui.

19
[31. Aria] ATTO TERZO
L’aura che spira
tiranno e fiero
SCENA PRIMA
egli non merta
Bosco vicino alla città di Alessandria.
di respirar.
Achilla con seguito di soldati.
Mi sveglia all’ira
quel cor severo,
sua morte solo [Recitativo]
mi può placar.
Achilla
Fine del secondo Atto In tal modo si premia
il mio lungo servir, la fede mia?
Barbaro re, ti pentirai fra breve
d’avermi offeso. Andiamo,
prodi campioni, e a Cleopatra avanti
offriam le nostre insegne, offriamle il core,
e sia ammenda al tardar l’alto valore.

[32. Aria]*
Dal fulgor di questa spada
vuo’ che cada
umiliato un empio cor.
Già non dee soffrir l’offese
chi difese
il suo regno col valor.
(parte)

SCENA SECONDA
Al suono d’una bellica sinfonia segue la
battaglia tra i soldati di Cleopatra e di Tolomeo,
e questi ultimi hanno la vittoria; finita la
sinfonia, entra Tolomeo con Cleopatra
prigioniera.

[33. Sinfonia]

[Recitativo]

Tolomeo
Vinta cadesti al balenar di questo
mio fulmine reale.

Cleopatra
Tolomeo non mi vinse;
mi tradì quella cieca,
che, tiran, ti protegge,
senz’onor, senza fede, e senza legge.

Tolomeo
Olà! Sì baldanzosa
del vincitor al riverito aspetto?
(alle guardie)
S’incateni costei.
(una guardia incatena Cleopatra)

Cleopatra
Empio crudel! Ti puniranno i dei.

*) In questa edizione, l’Aria 32 viene eseguita nella


Scena undicesima (p. 19).
20
Tolomeo Aure, deh, per pietà
Costei, che per germana aborro e sdegno, spirate al petto mio,
si conduca alla reggia; io colà voglio per dar conforto, oh Dio,
che, ad onta del suo ardire, al mio dolor.
genuflessa m’adori a piè del soglio. Dite, dov’è, che fa
l’idol del mio sen,
[34. Aria] l’amato e dolce ben
Domerò la tua fierezza di questo cor?
ch’il mio trono aborre e sprezza, Ma d’ogni intorno i’ veggio
e umiliata ti vedrò. sparse d’arme e d’estinti
Tu qual Icaro ribelle l’infortunate arene,
sormontar brami le stelle, segno d’infausto annunzio al fin sarà.
ma quell’ali io tarperò.
(parte.) (entrano Sesto e Nireno)

SCENA TERZA [Recitativo]


Cleopatra sola con guardie.
Sesto
[Recitativo] Cerco invan Tolomeo per vendicarmi,
e il mio destino spietato a me l’asconde.
Cleopatra
E pur così in un giorno Achilla
perdo fasti e grandezze? Ahi fato rio! (sul margine del porto, mortalmente ferito)
Cesare, il mio bel nume, è forse estinto; Hai vinto, o fato!
Cornelia e Sesto inermi son, né sanno
darmi soccorso. Oh Dio! Sesto
Non resta alcuna speme al viver mio. Quai tronche voci?

[35. Aria] Achilla


Piangerò la sorte mia, Avete vinto, o stelle!
sì crudele e tanto ria,
finché vita in petto avrò. Cesare
Ma poi morta, d’ogn’intorno Due guerrieri? In disparte
il tiranno e notte e giorno de’ loro accenti il suono
fatta spettro agiterò. udir io voglio, e penetrar chi sono.
(parte con le guardie.) (si ritira in disparte)

SCENA QUARTA Nireno


Giulio Cesare, da una parte, poi Sesto dall’altra (a Sesto)
con Nireno, e Achilla steso sul margine del È questi Achilla, in mezzo al sen piagato.
porto mortalmente ferito.
Cesare
[36. Accompagnato e Aria] (Achilla è il moribondo?)

Cesare Nireno
Dall’ondoso periglio Amico, amico!
salvo mi porta al lido
il mio propizio fato. Achilla
Qui la celeste Parca O cavalier ignoto,
non tronca ancor lo stame alla mia vita! che con voci d’amico
Ma dove andrò? E chi mi porge aita? articoli il mio nome,
Ove son le mie schiere? deh, se fia mai che ti conceda il fato
Ove son le legioni di favellar un giorno
che a tante mie vittorie il varco apriro? alla bella Cornelia, al sol di Roma,
Solo in queste erme arene digli che quell’Achilla,
al monarca del mondo errar conviene? che consigliò del gran Pompeo la morte...

21
Sesto Cesare
(Ah, scellerato!) Tu, Sesto?

Cesare Sesto
(Ah, iniquo!) E come
vivo, Cesare, e illeso
Achilla ti sottrasti alla Parca?
Che per averla in moglie,
contro Cesare ordì l’alta congiura... Cesare
Io fra l’onde nuotando al lido giunsi.
Sesto Non ti turbar; mi porterò alla reggia,
(Ah, traditor!) e m’aprirò con tal sigil l’ingresso.
Teco Niren mi siegua:
Cesare o che torrò alla sorte
(Fellone!) Cornelia e Cleopatra, o avrò la morte.

Achilla [37. Aria]


Sol per cagion di vendicarsi un giorno Quel torrente che cade dal monte
contro il re Tolomeo tutto atterra ch’incontro lo sta.
giunse in tal notte a spirar l’alma in guerra. Tale anch’io, a chi oppone la fronte,
Questo sigil tu prendi; dal mio brando atterrato sarà.
nel più vicino speco (parte.)
cento armati guerrieri
a questo segno ad ubbidir son pronti; SCENA SESTA
con questi puoi, per sotterranea via Sesto, Nireno.
penetrar nella reggia, e in breve d’ora
torre all’empio Cornelia, [Recitativo]
e insieme far che vendicato io mora.
(dà il sigillo a Sesto e spira) Sesto
Tutto lice sperar, Cesare vive.
Nireno
Spirò l’alma il fellon. Nireno
Segui, o Sesto, i suoi passi.
Sesto
Tu scaglia intanto Sesto
il cadavere indegno Achilla estinto?
del traditor nell’onde. Or sì che il ciel comincia
a far le mie vendette.
SCENA QUINTA Sì, sì, mi dice il core
Cesare, che rapisce il sigillo a Sesto, Sesto, che mio sarà il desiato onore.
Curio, Nireno.
[38. Aria]
[Recitativo] La giustizia ha già sull’arco
pronto strale alla vendetta
Cesare per punire un traditor.
Lascia questo sigillo. Quanto è tarda la saetta
tanto più crudele aspetta
Sesto la sua pena un empio cor.
(alza la visiera) (parte con Nireno.)
Oh dei!
SCENA SETTIMA
Cesare Appartamento di Cleopatra.
Che veggio! Cleopatra con guardie, fra le sue damigelle che
piangono, poi Cesare con soldati.
Sesto
Signor!

22
[39. Aria] [40. Aria]

Cleopatra Cleopatra
Voi, che mie fide ancelle un tempo foste, Da tempeste il legno infranto,
or lagrimate invan, più mie non siete. se poi salvo giunge in porto,
Il barbaro germano, non sa più che desiar.
che mi privò del regno, Così il cor tra pene e pianto,
a me vi toglie, e a me torrà la vita. or che trova il suo conforto,
(s’ode strepito d’armi nella scena) torna l’anima a bear.
Ma qual strepito d’armi? (parte.)
Ah sì! Più mie non siete,
spirar l’alma Cleopatra or or vedrete. SCENA OTTAVA
(Cesare entra con spada nuda in mano, e Sala regia
soldati) Tolomeo, Cornelia.

[Recitativo] [Recitativo]

Cesare Tolomeo
Forzai l’ingresso a tua salvezza, o cara! Cornelia, è tempo omai
che tu doni pietade a un re che langue.
Cleopatra
Cesare o un’ombra sei? Cornelia
Speri invano mercede.
Cesare Come obliar poss’io
(alle guardie) l’estinto mio consorte?
Olà, partite omai, empi ministri
d’un tiranno spietato! Tolomeo
Cesare così vuol, pronti ubbidite! Altro te n’offre il regnator d’Egitto;
(scaccia le guardie di Tolomeo) cara, al mio sen ti stringo.
(va per abbracciarla)
Cleopatra
Ah, ben ti riconosco, Cornelia
amato mio tesoro, Scostati, indegno, e pensa
al valor del tuo braccio! che Cornelia è romana.
Ombra, no, tu non sei, Cesare amato.
(corre ad abbracciarlo) Tolomeo
Non ho più che temer; Cesare estinto,
Cesare Cleopatra umiliata, or non ascolto
Cara! Ti stringo al seno; che il mio proprio voler.
ha cangiato vicende il nostro fato. (si vuol accostar di nuovo)

Cleopatra Cornelia
Come salvo ti vedo? (cava uno stile dal seno)
Se alcun non temi,
Cesare temi pur questo ferro,
Tempo avrò di svelarti che a me sola s’aspetta
ogni ascosa cagion del viver mio. far del morto consorte or la vendetta!
Libera sei, vanne frattanto al porto
e le disperse schiere in un raduna; SCENA NONA
colà mi rivedrai. Marte mi chiama Mentre Cornelia corre alla vita di Tolomeo,
all’impresa total di questo suolo. sopraggiunge Sesto con spada nuda in mano.
Per conquistar, nonché l’Egitto, un mondo,
basta l’ardir di questo petto solo. [Recitativo]
(parte con i suoi soldati)
Sesto
T’arresta, o genitrice! A me, o tiranno!

23
Tolomeo in questo ondoso piano
(snuda il ferro) Cesare, ognun t’acclama
Io son tradito. Oh numi! signor del mondo e imperator romano.

Sesto Cesare
Sappi, perfido mostro, e per tua pena: Del suo fido servir premio condegno
salvo i numi serbar dai tradimenti avrà Nireno; Curio,
Cesare invitto, e Cleopatra ei sciolse già del tuo forte braccio
dall’ingiuste catene; ei qui sen viene; si conosce il valor.
io lo precorro, e questo (entrano Sesto e Cornelia; Sesto s’inginocchia)
chiede quel sangue ch’è dovuto a Sesto. Ma qui, Cornelia?

Tolomeo Sesto
Del folle ardir ti pentirai ben presto. Signor, ecco a’ tuoi piedi
(si battono, e Tolomeo vien ferito, e cade morto e di Cornelia e di Pompeo il figlio;
nella scena) egli la grande offesa
del tradimento enorme
Cornelia vendicò con suo brando,
Or sì, ti riconosco, e tolse a Tolomeo l’alma col sangue.
figlio del gran Pompeo, e al sen ti stringo.
Cesare
Sesto E morì Tolomeo?
(guardando nella scena)
Giace il tiranno estinto; Cornelia
or, padre, sì, tu, benché vinto, hai vinto. Se Sesto in mia difesa
(parte) pronto non accorrea,
di Cornelia l’onor era in periglio.
[41. Aria]
Cesare
Cornelia La vendetta del padre
Non ha più che temere è ben dovuta al figlio;
quest’alma vendicata, sorgi, Sesto, ed amico al sen t’accolgo.
or sì sarà beata,
comincio a respirar. Sesto
Or vuo’ tutto in godere Ogni affetto di fede in te rivolgo.
si cangi il mio tormento, (si abbracciano)
ch’è vano ogni lamento,
se il ciel mi fa sperar. Cornelia
(parte.) Dell’estinto tiranno
ecco i segni reali, a te li porgo.
(dà la corona e lo scettro di Tolomeo a Cesare)
SCENA ULTIMA
Porto di Alessandria. Cesare
Cesare, Cleopatra, e seguito di Egizi con trombe Bellissima Cleopatra,
e timpani; finita la sinfonia entrano Curio e quel diadema che miri, a te s’aspetta;
Nireno, poi Sesto e Cornelia, con un paggio che io te ne cingo il crine;
porta lo scettro e la corona di Tolomeo. regina dell’Egitto
darai norma alle genti, e legge al trono.
[42a. Sinfonia]
Cleopatra
[42b. La Marche] Cesare, questo regno è sol tuo dono;
tributaria regina,
[Recitativo] imperator t’adorerò di Roma.

Nireno Cesare
Qui Curio vincitor, qui tuo l’Egitto; (Amor, chi vide mai più bella chioma?)

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[43. Duetto] [44. Coro]

Cleopatra Tutti
Caro! Più amabile beltà Ritorni omai nel nostro core
mai non si troverà la bella gioia ed il piacer;
del tuo bel volto. sgombrato è il sen d’ogni dolor,
In me non splenderà ciascun ritorni ora a goder.
né amor né fedeltà
da te disciolto. Cleopatra e Cesare
Un bel contento il sen già si prepara,
Cesare se tu sarai costante ognor per me;
Bella! Più amabile beltà così sortì dal cor la doglia amara,
mai non si troverà e sol vi resta amor, costanza e fè.
del tuo bel volto.
In te non splenderà Tutti
né amor né fedeltà Ritorni ormai nel nostro core
da me disciolto. la bella gioia ed il piacer;
sgombrato è il sen d’ogni dolore,
[Recitativo] ciascun ritorni ora a goder.

Cesare Fine dell’opera


Goda pur or l’Egitto
in più tranquillo stato
la prima libertà. Cesare brama
dall’uno all’altro polo
ch’il gran nome roman spanda la fama.

Giulio Cesare in Egitto


di Georg Friedrich Händel.
La pagina finale di un’edizione
bilingue del libretto
di Nicola Francesco Haym.
Thomas Wood, Londra 1730.

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