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IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA SCIENTIFICA Per sapere scientifico sintende quello il cui procedere inferenziale governato in modo significativo

o da specifiche regole pubbliche. Non ci si riferisce al valore di verit degli asserti, n alla pretesa corrispondenza di questi con i fatti. Il criterio di riconoscimento rinvia innanzi tutto alle modalit di costruzione del discorso scientifico: se prevedo il tempo atmosferico grazie ai miei dolori di schiena, non si tratta dasserti scientifici. Feyerabend, il teorico dellanarchismo metodologico, contro lidea di un metodo fatto di principi immutabili e vincolanti; idea che simbatte in difficolt se messa a confronto con i risultati della ricerca storica. Si pu dimostrare, infatti, che data una norma qualsiasi, per quanto necessaria alla scienza, ci sono sempre circostanze in cui opportuno applicare il suo opposto. I pi grandi risultati scientifici sono stati conseguiti quando grandi pensatori decisero di non lasciarsi vincolare da norme metodologiche ovvie. La nozione stessa di regola metodologica sembra fuorviante ai critici della sindrome cartesiana (se la scienza non avesse un metodo, allora non sarebbe unimpresa cognitiva razionale; opinione condivisa da Popper e Lakatos). Occorre allora il superamento della metodologia nella retorica, sostituendole il dibattito tra competenti, che attraverso il confronto fa emergere gli asserti scientificamente veri (3 protagonisti: chi avanza una tesi, la natura che risponde, e una comunit scientifica che attraverso il dibattito forma il consenso). Per la tradizione positivista una terza componente, oltre quella epistemica (disponibilit di dati certi) e quella metodologica (rintracciabilit di un metodo sicuramente efficace), consiste nella tendenza, da parte della comunit scientifica, a ritenere scontata laccettazione di un sistema di asserti una volta che risulti adeguatamente giustificato in riferimento a teorie condivise (contesto dellaccettazione). I fattori intervenenti nel dibattito sono in parte orientati verso la convinzione razionale, e in parte tendenti alla persuasione autogiustificantesi: se si puntasse solo sul primo si proporrebbe un modello simile a quello da sostituire, se si puntasse solo sulla seconda non si eviterebbe il problema del relativismo. Emerge limmagine di un metodo debole, che per non giungerebbe a dimostrare nulla, ma potrebbe solo argomentare pro o contro una certa tesi. IL DIBATTITO METODOLOGICO AGLI INIZI DELLA SCIENZA MODERNA Si sempre discusso sulla demarcazione univoca del sapere scientifico rispetto ad altre forme di esperienza cognitiva. Con Bacone inizia la riflessione metodologica sulla scienza. Il Novum Organum doveva indicare un nuovo metodo sostitutivo di quello discusso nellOrganon, lo strumento della tradizione aristotelica, con la sua logica deduttiva e sillogista. Cos Bacone pone le basi per linduttivismo moderno, per cui la scienza muove preliminarmente da osservazioni, fino a generalizzarle in teorie ampiamente comprensive. Linduzione di cui parla Bacone consiste nella progressiva esclusione degli elementi accidentali fino

allindividuazione di quelli costitutivi. Quindi lesperienza non sufficiente se non guidata dallintelletto: serve unattenta catalogazione delle circostanze in cui si verifica un fenomeno, che permette di scartare le correlazioni accidentali e di isolare quelle essenziali. Il metodo scientifico applicato da Galileo si basa su le sensate esperienze e le dimostrazioni necessarie, gi richiamate nel passato, ma di cui Galileo d unimmagine nuova: le prime sono costantemente riferite alle seconde, che sottraggono lesperienza alla casualit per ricondurla in termini razionali e matematici. G. anticipa un significato moderno di teoria, per cui non necessaria laderenza della teoria ai fatti, ma necessario che tutti i fatti studiati risultino inquadrabili nella teoria. La natura sempre uguale a s stessa, a una determinata causa corrisponde sempre un determinato effetto: questo il principio di determinismo che rende possibile estendere la relazione scoperta a tutti i casi possibili. Il numero platonico unidea piuttosto che una quantit: conoscere il rapporto tra numeri magici e fenomeni equivale a possedere la chiave della conoscenza delluniverso. Per G., invece, la corrispondenza tra numero e fenomeno non di natura magico-simbolica, ma stabilita in base ad una operazione empirica di misurazione. Cartesio: il metodo necessario per cercare la verit. Applicare le regole metodologiche consente ad unintelligenza qualunque di penetrare il meccanismo delluniverso. Pensare il mondo come un meccanismo consente di rintracciare ineludibili regolarit di funzionamento, integralmente governabili dalla ragione. La meccanica la base dellunificazione di tutta la scienza: tutte le leggi devono riguardare il legame meccanico esistente tra i corpi. La costanza della natura dipende dallazione creatrice di Dio che ha immesso nel mondo una data quantit di moto subordinato a regole non smentibili. C. giustifica il metodo allinterno di una concezione rigorosa del sapere, perseguita attraverso lassoluta indubitabilit del cogito. Quindi da intuizioni discendono deduttivamente e con certezza conclusioni necessarie. Newton: il corretto procedimento della filosofia sperimentale consiste nel dedurre proposizioni singolari dai fenomeni, ed estendere tali proposizioni per induzione fino alla formulazione di leggi generali. Lobiettivo la costruzione di un modello di scienza inteso in termini descrittivi, rinunciando a qualsiasi principio interpretativo che trascenda la possibilit di verifica empirica. A differenza di Galileo la matematica non la struttura metafisica delluniverso, ma solo un mezzo per lo studio di esso. Occorre stabilire i termini della legge nel modo pi esatto dal punto di vista matematico, cos da ricavare ogni implicazione da controllare sperimentalmente, piuttosto che qualunque discorso inverificabile sulle cause. Locke: esplorare, preliminarmente allindagine le possibilit e i limiti della ragione umana:ne deriva contemporaneamente un ridimensionamento delle sue possibilit e una rinnovata fiducia in essa come guida per lazione. Ogni idea deriva dallesperienza e quindi la realt empirica il fondamento di ogni contenuto mentale. L. afferma la possibilit di intendere empiristicamente la causa come constatazione di una relazione

per cui un corpo agisce su un altro, negando che questo implichi riferimenti ad un principio metafisico che stabilisca la necessit ontologica di tale relazione. Hume: tratta due problemi:critica della nozione tradizionale di causa e critica dellinduzione. Distingue tra: -affermazioni relative a relazioni tra idee: relazioni che possono essere stabilite direttamente dal pensiero indipendentemente dal confronto con la realt empirica. Sono non contraddittorie e certe (Kant le definir proposizioni analitiche). -proposizioni relative a relazioni tra fatti:sono tratte dallesperienza e dicono qualcosa che pu essere continuamente smentito dallesperienza successiva.(Kant: proposizioni sintetiche) Quindi sono differenti le affermazioni certe della matematica e quelle provvisorie delle scienze empiriche. In questo contesto di empirismo radicale si comprende la critica humeana al concetto di causa: sulla base di un vero principio di causalit si basava lidea di un ordine necessario tra i fenomeni della natura, per cui il medesimo effetto produce invariabilmente la medesima causa. Per H. per quanto il confronto con lesperienza sia decisivo, gli uomini tendono continuamente ad andare ingiustificatamente al di l dellesperienza stessa. Lesperienza dunque non permette di argomentare per il passato n per il futuro. Ci che determina la convinzione delle necessit esclusivamente labitudine nel constatare la successione e quindi una necessit psicologica di credere che la natura sia governata da un principio di uniformit costante, la necessit esiste nella mente e non negli oggetti. Quindi ridimensiona radicalmente il processo induttivo e le possibilit conoscitive delle scienze empiriche. Kant: sebbene ogni nostra conoscenza cominci con lesperienza, non per questo deriva tutta dallesperienza. Due tipi di giudizi: -i giudizi analitici, ricavati deduttivamente in base al principio di non contraddizione.Essi esplicitano caratteristiche e propriet implicite nelloggetto, e si riferiscono al rapporto tra concetti.Sono necessari e universali, ma non ampliano la conoscenza. -i giudizi sintetici: ricavati dallesperienza, si riferiscono alla realt.Ampliano la conoscenza poich aggiungono alloggetto predicati nuovi acquisiti con losservazione. Non sono necessari n universali. Entrambi sono inadatti a costituirsi come giudizi scientifici in senso proprio, che devono essere sia necessari e universali, sia ampliativi della conoscenza. Ma come si arriva a questo terzo tipo, i giudizi sintetici a priori? La conoscenza muove dallintuizione, le cui forme pure sono spazio e tempo (non derivano dallesperienza, ma la rendono possibile), e dallintelletto. I giudizi sintetici a priori sono possibili in quanto lelemento di universalit, inderivabile dallesperienza, proviene loro dalle modalit stesse con cui lintelletto tratta lesperienza: attraverso le categorie, operanti a priori, che elaborano lesperienza secondo criteri universalmente uniformi. La soluzione di K. consiste quindi nel dividere loggetto in s, il noumeno, dalloggetto

per noi, il fenomeno, e nel ribadire che la scienza rigorosamente conoscenza del fenomeno. Il noumeno non pu diventare oggetto di esperienza; loggetto pu essere conosciuto solo per noi, in quanto pensato e categorizzato. K. rende possibile e sensata la scienza, al contrario di H. che la crede attivit illusoria e priva di fondamento razionale. Contemporaneamente, elimina lillusione realista galileiana, cio che la scienza sia una struttura capace di riprodurre fedelmente la realt. LA DEFINIZIONE DEL POSITIVISMO - I TERMINI GENERALI Romanticismo: la ragione pensata come capacit di cogliere ci che va oltre il reale, la sua processualit storica, per coglierne lo spirito. E lintuizione, la fede, pi che il freddo calcolo illuminista, a permettere di comprendere la natura, intesa come organismo vivente e non come meccanismo. Avviene dunque la progressiva separazione tra il sapere scientifico e quello filosofico. Positivismo: in continuit con lIlluminismo. Conoscenza significa conoscenza certa, e il metodo autonomo dai suoi utilizzatori; loggettivit delle regole metodologiche garantisce loggettivit della conoscenza, nel senso di corrispondenza dei fatti con la natura. La scienza lunica forma di conoscenza valida (scientismo). Il mondo un meccanismo interamente conoscibile (meccanicismo), regolato da leggi necessarie (determinismo). La meta a cui tende la scienza, in un progresso continuo, la Verit. Il Metodo unico per tutte le scienze(riduzionismo naturalista), ed quello delle scienze naturali (monismo metodologico). Comte e la sociologia come coordinamento unitario del conoscere Legge dei 3 stadi ( teologico, metafisico, positivo), il criterio di identificazione della maturit di una disciplina. La scienza costituita da una visione del mondo, una creazione sociale, uno strumento di integrazione culturale e di trasformazione sociale. Il progetto di C. la classificazione delle scienze, la loro coordinazione per una rifondazione complessiva del sapere. Il modello gerarchicamente ordinato delle scienze rispecchia il grado di complessit nello studio dei fenomeni. Alla base di tutto c la sociologia. La scienza non conoscenza delle cause, ma conoscenza delle leggi che regolano i fenomeni, che si pu raggiungere solo tramite losservazione; quindi losservazione la base delle conoscenze umane. C. attacca il cieco empirismo, che pretende di isolare il fatto senza coglierne, mediante leggi generali, i nessi con configurazioni pi complesse. Se la sociologia non ha ancora raggiunto lo stadio positivo dipende dalla mancanza di teorie, visto che nessun fatto sociale ha valore scientifico senza essere riferito a qualche altro fatto sociale. Esigenza primaria, allora, ricondurre lesperienza entro un sistema di concetti che la comprenda. La logica del positivismo: Stuart Mill Lesperienza lunica fonte di conoscenza scientifica. M. infatti un fenomenista ed un empirista radicale. La logica non ha fondamento extra-empirico, e la teoria

dellinduzione deve individuare regole di induzione che mostrino il modo corretto di giungere a inferenze generalizzanti a partire da asserzioni certe relative allesperienza, e che assolvano alla medesima funzione delle regole del sillogismo per il ragionamento deduttivo. A differenza di Reichenbach, secondo M. la scoperta esibisce fatti reali che rendono inutile ogni spiegazione. Linduzione quindi non collegata a considerazioni probabilistiche, le quali entrano in gioco solo come elemento negativo, cio in quei casi in cui, per incompletezza di osservazioni empiriche, non si possono individuare tutte le circostanze che accompagnano un fenomeno. Luniformit della natura non una spiegazione dellinduzione, ma uninduzione stessa (linduzione pu essere considerata un sillogismo, la cui premessa pi generale luniformit della natura). Il corso della natura anche infinitamente vario, poich risulta dalla combinazione di uniformit parziali, che sono le leggi di natura. La nozione di causa si riferisce ad uninvariabilit di successione temporale fra ogni atto della natura e qualche altro fatto che lo ha preceduto. La causa piuttosto lantecedente invariabile incondizionale di un fenomeno tale che si possa escludere, nel rapporto tra A e B, il ruolo determinante di unaltra circostanza. Mill intende la spiegazione in senso puramente descrittivo, in cui losservatore neutrale, deve solo registrare. Dopo M. sosterr che la causa non un antecedente singolo, ma un complesso di antecedenti (una struttura, non una cooccorrenza) che rendono possibile levento. In questo anticipa il modello nomologico-inferenziale (non guidato teoricamente, per). Indagine induttiva: prima unanalisi dei fenomeni nei loro elementi costitutivi, poi la loro scomposizione. Quindi osservazioni ed esperimenti (5 canoni; p. 76-77). Un elemento di crisi: le geometrie non euclidee I Principi di Euclide avevano fin dallantichit stabilito assiomaticamente il sapere geometrico, attraverso un numero limitato di proposizioni di base da cui dedurre ogni altra affermazione vera. Quindi il sistema governato da un doppio criterio di accettazione delle affermazioni: logico dimostrativo per quelle derivate, extralogico per gli assiomi. 1733: Saccheri analizza le conseguenze certamente contraddittorie che egli si aspettava negando il quinto postulato (esistenza di una sola retta parallela ad una retta data e passante per un punto esterno ad essa). In seguito, Gauss, Bolyai, Lobacewskij, separatamente conclusero che cos facendo non si ottenevano risultati interamente contraddittori, ma semplicemente sistemi diversi (e incompatibili) da quelli euclidei. Questo mette in crisi lidea di assioma e postulato come verit indiscutibile. E se nemmeno la geometria pu fondarsi su assiomi, ancora di pi viene meno la possibilit, per qualsiasi teoria, di dimostrare incontrovertibilmente la propria verit. Si abbandona il concetto di verit. IL POSITIVISMO AL LAVORO: EMILE DURKHEIM Sia il disegno comtiano di un sapere scientifico unitario, sia le procedure induttive che regolano linferenza di Mill, non consideravano il lato empirico della scienza sociale. E

a D. che va il merito di aver fondato empiricamente la sociologia. Le Rgles: oggetto di studio sono i fatti sociali ( non la societ come per Comte) come cose, obiettivo della sociologia individuare specifiche relazioni causali. I fatti sociali sono modi di agire, pensare, sentire, esteriori allindividuo e dotati di un potere coercitivo per cui gli si impongono. Lesistenza di questi oggetti garantisce lautonomia epistemologica della sociologia. E questo un programma di lavoro anti-metafisico, anti-idealista, ripropone una forma di induttivismo baconiano per cui la scienza osservare le cose, descriverle e compararle. Cos il primo compito definire queste cose, e per essere oggettiva la definizione sar in termini di propriet inerenti a queste cose, e non di presupposti del ricercatore. Sempre baconianamente, la scienza procede dalle cose alle idee: il ricercatore deve allora raccogliere e comparare sistematicamente le fattispecie che possiedono le caratteristiche fattuali che cerca, ricorrendo alla tecnica dellesperimento indiretto, o metodo comparativo, che costituisce per eccellenza la logica procedurale della sociologia. Il modello teorico viene escluso dal processo dindagine, piuttosto ne costituisce il risultato. Il modello di Durkheim prefigura lideale impossibile di uno scienziato che manipola impassibilmente fatti alla cui costruzione non ha avuto parte alcuna. La ricerca consisterebbe quindi nelloperare con cose dotate di caratteristiche di realt, di incondizionatezza e di verit. Il ricercatore scarti le nozioni volgari e non controllate sperimentalmente: le prenozioni alterano il vero aspetto delle cose, impedendo allo scienziato di cogliere la verit. I fatti sociali, al contrario, sono dotati di una verit che il ricercatore deve solo portare allo scoperto. Egli, tuttavia, non pu prendere in analisi tutte i caratteri che appartengono ad un particolare oggetto, e quindi lunico modo possibile di procedere quello di assumere come criterio un piccolo numero di caratteri accuratamente individuati. Si ripresenta, quindi,uno spazio di interpretazione da parte del ricercatore. Tale selezione si configura per come un fatto esclusivamente tecnico che viene neutralizzato comunque dallindiscutibile verit delle fattispecie empiriche correttamente osservate e registrate. Ci che in D. si presenta come una caratteristica negativa, come un ostacolo che rende pi difficile ledificazione di una conoscenza oggettiva, per Weber assume piuttosto i connotati di condizione di una tale conoscenza. Due i vantaggi: D. pone le basi del fare ricerca, e la procedura induttiva consente una parallela costruzione di un apparato concettuale e un linguaggio specifico. Metodo delle variazioni concomitanti (D. lo credeva migliore di quello per differenza): dati due fenomeni, confrontare i casi in cui essi sono simultaneamente presenti o assenti, e vedere se le variazioni che essi presentano nelle diverse combinazioni permettono di individuare relazioni di dipendenza tra i due. Scopo delle procedure quello di pervenire allidentificazione di relazioni causali: una volta accertata empiricamente la concomitanza, si avanzano ulteriori ipotesi circa la dipendenza di uno

dei due fenomeni dallaltro, e si sottopongono a nuovo controllo. Se tale controllo positivo, la dipendenza sar confermata. Dallindividuazione di relazioni causali dipende per D. la fondazione scientifica della sociologia; per lui la legge dei tre stadi fallace perch non collegata in nessun modo con la causalit. In ci, D. speculare a C.: la scienza conoscere le cause. Le leggi sono solo strumenti. LE TRASFORMAZIONI DEL POSITIVISMO: EMPIRIOCRITICISMO E CONVENZIONALISMO Mach e lempiriocriticismo Sono una versione sofisticata del positivismo, e ne preparano la crisi e il superamento. Empiriocriticismo: esplorazione critica delle possibilit dellesperienza. Proposte, convergenti ma separate, di Avenarius e Mach. Le interpretazioni del secondo sono divergenti: pensato come feroce oppositore dellinserimento, nel discorso scientifico, di concetti non aventi un immediato riscontro empirico; daltra parte, interpretato come sostenitore di una concezione idealistica della scienza, per cui il mondo consisterebbe di sensazioni soggettive (lui non daccordo); crede che la scienza sia registrazione di fatti osservabili e rappresentazione sintetica e quantitativa di questi. Ipotesi recente: esistenza parallela di due M. La scienza un processo di progressivo adattamento e controllo delluomo al mondo (il pensiero scientifico parte dal sapere comune: analogia con Fleck), quindi unattivit economica, in quanto le elaborazioni scientifiche consentono di sintetizzare una grande quantit di conoscenze. Un altro scopo quello di economizzare le esperienze, mediante la riproduzione e lanticipazione di fatti nel pensiero (rappresentazioni mentali come euristiche). Le leggi quindi non attingono alla verit, ma sono degli strumenti per la rappresentazione economica dei fenomeni osservati. Ci testimoniato dal fatto che ogni epoca ha elaborato i suoi concetti, destinati ad essere sostituiti con altri anche contrastanti (come Fleck ha una concezione storica della scienza). Obiettivo della scienza individuare connessioni tra i fenomeni (anche per Durkheim). Tutte le scienze sono fenomenologiche, descrivono connessioni date dallesperienza, senza alcun riferimento ad entit non osservabili. Lelemento di base del discorso scientifico la sensazione registrata dallosservatore; ci non vuol dire che il mondo fatto di percezioni, ma che le affermazioni scientifiche, per essere tali, devono essere rapportate allesperienza per essere verificate. Per M. un altro punto importante lantimetafisica: per Comte lo stadio positivo mette al sicuro dalla metafisica, ma per lui il rischio di inserire nel discorso scientifico entit non osservabili sempre attuale. La scienza non pu affermare indimostrabilmente una realt sottostante, inattingibile, assoluta. Gli oggetti dati nellesperienza non sono oggetti in s, ma oggetti per noi. I concetti hanno il solo scopo di condurre a rappresentazioni sensibili che siano nel migliore accordo possibile con le sensazioni.

Teoria degli elementi: gli elementi sono parti costitutive oltre le quali, per il momento, non possiamo andare, sono complessi di sensazioni su cui si basa lesperienza; gli elementi intersoggettivi che realizzano la convergenza di fisico e psichico, colori, suoni, odori, spazi, tempi; sono i dati originari con cui costruiamo il mondo e noi stessi (es. un colore diventa oggetto fisico quando pensiamo alla sua dipendenza da una fonte di luce, diventa sensazione quando pensiamo alla sua dipendenza dalla retina.). La sua non metafisica degli elementi: essi hanno valenza metodologica. Teoria degli elementi + antimetafisica = antimeccanicismo (frattura col positivismo): il meccanicismo ha permesso dei progressi, ma ora deve lasciare il campo ad un modo di vedere pi libero, libero anche dalla convinzione di possedere strumenti infallibili per la conoscenza definitiva del mondo. Revisiona criticamente il concetto newtoniano di massa (ma anche spazio e tempo assoluti, e latomo come irriducibilmente costitutivo della realt: tutti concetti metafisici), che sfocer agli inizi del 900 con la definizione della fisica moderna. Antideterminismo: La causa (riprende Hume) implica una necessit che non deriva dallesperienza, e questa non consente che cogliere connessioni. La natura non una macchina, le relazioni sono molto complicate e non per forza causali. Come per Comte, M. progetta una riunificazione del sapere, anche se in altri termini (ripresi poi dal circolo di Vienna): la riducibilit di tutte le espressioni scientifiche a proposizioni di sensazione, oltre a cancellare dal linguaggio scientifico espressioni metafisiche, costituisce una base per lunificazione del sapere, che quindi un obiettivo concretamente perseguibile. Il convenzionalismo di Poincar Il convenzionalismo riguarda alcune questioni specifiche: il ruolo dei postulati e delle ipotesi, il valore delle leggi scientifiche, il carattere oggettivo delle teorie. Critica dellassolutismo scientifico. P. : se gli assiomi euclidei fossero universali e necessari, non sarebbe possibile pensare assiomi diversi; essi non sono neanche empirici, perch non si sperimenta su rette ideali. Gli assiomi geometrici, dunque, non sono n giudizi sintetici, n giudizi empirici: sono delle convinzioni. La scelta tra tutte le convinzioni possibili, poi, guidata dallesperienza ma resta libera, lunico limite di evitare le contraddizioni (analogia con Feyerabend). Quindi la questione della verit non si pone: non esiste una geometria pi vera delle altre, ma solo una geometria pi comoda. La scienza in generale possiede elementi di convenzionalit: da qui la critica alla meccanica classica, alla nozione di spazio e tempo assoluti, attraverso una considerazione dei suoi postulati come convenzioni. Proprio dalla convenzionalit, che li mette al riparo dallesperienza, essi traggono la propria certezza, non dalla pretesa di assolutezza (posizione contrastante col positivismo). Principi che non sono a priori e che non sono sperimentali (es. il principio di inerzia), non sono leggi scientifiche, ma definizioni e convenzioni.

Differenza tra legge sperimentale e principio (per delimitare il suo convenzionalismo dal nominalismo): quando una legge ha ricevuto sufficienti conferme empiriche, gli scienziati possono lasciarla al suo destino, che quello di unincessante revisione che dimostrer la sua approssimativit, o possono ergerla a principio, immunizzarla, con convenzioni opportune, verso la falsificazione. In una legge che asserisce un rapporto tra A e B inseriamo un elemento medio C, cos da scomporre la relazione originaria in una relazione A C, ritenuta rigorosa (il principio), e una A B approssimata e empiricamente controllabile (la legge). Es. il moto dei pianeti (B) non risponde esattamente alle leggi newtoniane (A). Postuliamo che unaltra forza sconosciuta agisca oltre alla gravitazione (C). La legge originaria per cui il moto risponde alle leggi newtoniane viene cos scomposto in un principio (la gravitazione risponde alle leggi newtoniane) e una legge (il moto dei pianeti dipende dalla gravitazione). Comunque, per quanto lontano si spingano le scomposizioni, resteranno sempre delle leggi. Il nominalismo, quindi, ha dei limiti. Le Roy: elabora un convenzionalismo estremo, il nominalismo (definizione, non molto chiara, data da Poincar). La presa di distanza del convenzionalismo dal nominalismo su due piani: 1. la polemica anti-intellettualista di certi studiosi (fra cui Le Roy) contro il positivismo, che svalutava la razionalit scientifica rispetto ad altre forme pi spirituali delluomo, individuando nella bancarotta della scienza i limiti degli ideali scientifici positivistici. Secondo P., invece, gli anti-intellettuali, rifiutando il discorso e lanalisi, si autocondannano allintrasmissibilt. Quindi riafferma la razionalit scientifica come disciplinatrice di tutte le forze delluomo, anche spirituali, in un progetto dicibile e comunicabile. 2. Il nominalismo sostiene che la scienza fatta unicamente di convenzioni; per P. il linguaggio dello scienziato ad essere completamente convenzionale (economia della scienza, come per Mach). Per L.R. lo scienziato, dato un fatto bruto, a creare un fatto scientifico. Per P. invece la demarcazione tra fatto bruto e fatto scientifico non cos netta, si pu dire solo che un certo enunciato pi bruto o pi scientifico di un altro. Limportanza di un fatto si misura sul suo rendimento, la sua capacit di economizzare (come per Mach). Quindi, in opposizione al positivismo, non esiste alcun fatto che possa recepirsi senza mediazione (libera invenzione dello scienziato) dalla natura. E non si pu dire che lo scienziato crea il fatto scientifico, perch inevitabilmente limitato dal fatto bruto; ci che lo scienziato crea il linguaggio: un fatto scientifico non che un fatto bruto tradotto in un linguaggio comodo. Qui si nota in P. la tensione tra residuo oggettivistico e il suo superamento. La teoria il prodotto pi precario della scienza, ancora questione di convenzioni, economia, comodit. La terra gira e pi comodo supporre che la terra giri hanno lo stesso significato. Una teoria (come per Mach) non ci fa conoscere la natura delle cose, ma solo connessioni tra i fenomeni. La rete dei rapporti costituisce lunica verit possibile. Una

teoria vera se evidenzia rapporti veri. La nozione di oggettivit di P. ambigua, oscilla tra il carattere convenzionale del discorso e loggettivit delle relazioni vere che enuncia. Duhem e il controllo della teoria Per Popper D. ritiene che la scienza naturale non sia unimmagine della natura, ma una costruzione logica della natura; Per Oldroyd invece D. un realista. D. muove da una posizione non anti-metafisica: cattolico, si pone il problema della demarcazione per cui le teorie non debbano costruire un sistema metafisico, cos come la metafisica non pretende di giudicare una teoria fisica. Innanzitutto quindi prende le distanze dalla concezione metafisica di teoria come spiegazione della realt; la teoria piuttosto un sistema di proposizioni matematiche che rappresentano nel modo pi economico un insieme di leggi sperimentali; essa non ha a che fare con oggetti, ma con leggi sperimentali; e la capacit economica (sta qui la sua utilit) designa la sua validit. Ma per quanto costrutto doppiamente mediato, la teoria non una creazione artificiale, ma una riproduzione di un ordine relativo alla realt. La teoria induce nel ricercatore la sensazione sempre pi netta che lordine logico con cui essa dispone le leggi il riflesso di un ordine ontologico (critica: si ritorna allora alla cosa in s?). Questa convinzione un atto di fede. Nel suo farsi, la teoria libera da ogni vincolo che non sia quello di evitare contraddizioni (come per Poincar). Il momento della verifica empirica della teoria arriva solo quando essa ha raggiunto il pieno sviluppo. La teoria poi, essendo la traduzione di termini osservazionali in termini matematici, implica limpossibilit di una corrispondenza biunivoca tra fatto concreto e fatto teorico; la mediazione teorica lunga e complicata, e il linguaggio teorico, per la sua libert, molto pi di un linguaggio tecnico. D., criticando Poincar per la sua concezione aproblematica e priva di ambiguit del rapporto tra linguaggio teorico e linguaggio osservativo, insiste sul margine di indeterminatezza del linguaggio tale che le teorie non godono di consenso universale, ma possono essere interpretate diversamente (anticipa il relativismo?). In quanto struttura simbolica, una legge non pu essere vera o falsa, perch gode di un insopprimibile grado di libert. Una legge in ogni caso unapprossimazione, e perci provvisoria. In qualsiasi momento pu essere escogitato un simbolo nuovo che rappresenti meglio il fatto concreto. Ma possibile controllare definitivamente una legge? Il risultato di un esperimento comunque uninterpretazione (in funzione dei riferimenti teorici: anticipa la theory ladeness) di quellesperimento. Fu Bacone a dire che lesperimento la prova inconfutabile che la scelta che noi abbiamo fatto, tra le tante possibili, quella giusta. A questo modello D. contrappone la tesi olistica: un esperimento non smentisce un fatto isolato, ma unintera struttura teorica. Almeno una delle ipotesi della struttura sbagliata, ma lesperimento non dice quale. (es. la scoperta del pianeta Nettuno, p.132) Nelle scienze sociali, visto il numero virtualmente infinito di variabili che possono concorrere allaccadere di un evento (il

tasso dei suicidi spiegato in Giappone non avviene, a parit di condizioni, in Corea del Sud) si riduce moltissimo la possibilit di trovare la mela marcia con la tesi olistica. Duhem, per risolvere il problema, suggerisce di rifarsi al buon senso, anche se questo no risponde a criteri scientifici in senso stretto e pu essere vittima di diverse interpretazioni. D. critica linduttivismo newtoniano e baconiano: dire che il principio di gravitazione sia ricavato semplicemente per induzione dalle leggi di Keplero, significa ignorare il ruolo costruttivo di ipotesi e teorie ausiliarie. Inoltre, la pretesa di indurre direttamente dai fenomeni trascura che uno stesso fatto pu essere diversamente interpretato, e che la scelta dipende dai riferimenti teorici. Infine, per quanto linduzione possa indicare in qualche modo la strada a certe ipotesi, nessun sistema di ipotesi pu essere induttivamente ricavato dalla sola esperienza (come invece era per Mach). La teoria procede attraverso una combinazione di creativit del ricercatore e processo autocorrettivo della scienza intesa storicamente, che pone le basi perch la nuova idea sia colta. Positivismo: presunzione di avere dati certi per la costruzione inequivoca e cumulativa di una scienza sicura, fondata su un rapporto univoco tra fatti e teorie. Empiriocriticismo e Convenzionalismo:critica del fatto e dellintroduzione non mediata del fatto nella teoria. IL METHODENSTREIT: STORICISMO TEDESCO E NEO-CRITICISMO Fine 800: la fisica (addotta da Comte come la scienza perfetta) viene ripensata; la fisica quantistica introduce il disordine come elemento costitutivo delluniverso: una rivoluzione che costringe il ripensamento generale. Lo spiritualismo rivendica la superiorit dello spirituale e del soggettivo. E messo in discussione il rapporto tra la scienza con le sue certezze e la vita instabile e in continuo divenire. Neo-criticismo e storicismo sollevano il dibattito sul metodo, che porter alla crisi del monismo metodologico. Dilthey e le scienze dello spirito Riprendendo Kant,, esprime la necessit di una fondazione filosofica delle scienze dello spirito, con una definizione di una critica della ragion storica, come la critica della ragion pura di Kant. Ma tale ricerca critica non pu risolversi individuando qualcosa di simile alle categorie kantiane, perch la vita va considerata nella sua molteplice interezza. Limmediato e concreto sentirsi vivere, il dato originario che fonda le scienze dello spirito. Di qui la critica a Mill, che riconduce il comportamento umano a leggi universali, e Comte, che ricerca la conoscenza integrale del mondo: entrambi pretendono di rinchiudere entro schemi definiti la mutevolezza della vita. La differenza ontologica di scienze naturali e scienze dello spirito che le prime studiano lesperienza esterna, le seconde studiano lesperienza interna. Ma i due ambiti non sono separati in modo assoluto; la loro sostanziale unit psico-fisica luomo. I fatti dello spirito sono il limite pi alto dei fatti della natura, e viceversa. Per

D. la differenza tra le due una differenza di oggetto, e non riguarda, come dice Windelband, lorientamento generalizzante o individualizzante, ma il modo in cui si fa esperienza delloggetto. Contrappone erklaren (spiegazione mediante individuazione di nessi causali) a verstehen (comprensione che consiste nel cogliere immediatamente e intimamente connessioni di senso la cui autenticit garantita dallerlebnis, esperienza vissuta del proprio e dellaltrui vivere). Comprendere basandosi sullesperienza vissuta significa intuire, entrare dentro, trasferirsi nella vita spirituale dellaltro. Implica un ri-vivere e un ri-costruire lesperienza dellaltro. Il neo-criticismo: Windelband e Rickert Per W. istanza critica significa la messa a punto di una teoria della conoscenza che indaghi sulle possibilit e modalit di una conoscenza valida, che individui quindi le forme logiche del pensare in modo corretto. Riprendendo il concetto kantiano di dovere inteso come obbedienza ad un istanza etica percepita in quanto tale, ne segue che un pensare corretto innanzitutto un giudicare orientato da criteri e principi che devono essere perseguiti. Il metodo critico di cui parla W. parte dunque dallaffermazione dellesistenza di valori universali sui quali fondare la validit del pensiero umano. La filosofia , poi, non altro che la scienza critica dei valori universalmente validi, dove critica si riferisce al metodo. Di tali valori non possibile dare una dimostrazione n provare la necessit: essi sono oggetto dellaufklaren (chiarimento) e non dellerklaren, possono essere illustrati, ma non spiegati. Il metodo critico parte dalla fede in questi valori universali. Mentre per Dilthey la differenza tra sc. Naturali e sc. Dello Spirito ontologica, per W. metodologica: le prime cercano leggi generali, procedono dunque Nomoteticamente, le seconde cercano fatti particolari, sono quindi idiografiche. Se la differenza metodologica, gli oggetti di entrambe le discipline possono essere studiati in tutti e due i modi. Ma il riferimento ai valori fondativo delle scienze della cultura, mentre assente nelle scienze naturali. Lidiografico e il nomotetico operano in modo congiunto e parallelo, ma senza possibilit di intersezione. Questo un limite del pensiero scientifico. Il monismo positivista sostituito da un dualismo altrettanto determinato. Nella logica hegeliana, rispetto alla quale la scuola di Baden si pone in polemica, si da una perfetta corrispondenza della realt con la razionalit: tutto conoscibile. Nel loro progetto di ritorno a Kant, W. e R. ribadiscono linesauribilit del reale. Occorre quindi un criterio di selezione che orienti in tale molteplicit. Il reale nella sua individualit costituisce loggetto specifico della conoscenza storica. Non si danno due diverse realt ma la stessa realt sotto due diversi punti di vista; cos la realt diventa natura quando la consideriamo in generale, e diventa storia quando la consideriamo nel particolare. Il valore assolve per le scienze della cultura la stessa funzione che la legge assolve in quelle naturali: consente di scartare linessenziale ( questa una lezione rilevante lasciata da R. alla rielaborazione Weberiana). I valori, intesi kantianamente come un dover essere, costituiscono il fondamento della validit

delle scienze della cultura; la validit della conoscenza dipende dunque dalloggettivit dei valori con i quali si attribuisce senso alla realt . FILOSOFIA DELLA SCELTA E METODOLOGIA DELLA CAUSA: MAX WEBER Anche Weber si pone un problema di natura critica: esaminare le possibilit e i limiti delle scienze storico-sociali, e la portata della loro autonomia rispetto alle scienze naturali. Il suo un contributo piuttosto complesso, non riconducibile a un dato ordinamento. Ad allontanare W. da Rickert, sul piano metodologico, labbandono dei valori universali e la problematica della spiegazione causale, che insieme al principio dellavalutivit rappresentano condizioni co-essenziali delloggettivit della conoscenza. Le scienze della cultura, poi, sono indispensabili per lazione, poich mettono in luce i costi connessi alla realizzazione di fini liberamente scelti, indicando gli strumenti idonei alla loro realizzazione. I primi studi di W. rimandano alla sua critica alla scuola storica di economia [ ( Roscher e Kneis), la quale era fautrice di uno studio storico dei fenomeni economici, di contro alla staticit dell impostazione classica. Tale programma di contestualizzazione era legato al romanticismo tedesco e alla sua concezione organicistica della realt, considerata come una totalit governata da leggi evolutive. In questa totalit tutti gli aspetti dello sviluppo economico e sociale si connetterebbero in quanto manifestazioni di una logica immanente, obbedendo a leggi imposte da unessenza metafisica, lo spirito del popolo ]. Per W. una simile impostazione ideologica aveva pesantemente condizionato i risultati della scuola storica. W. inoltre rivendica lautonomia dellindagine rispetto a criteri guida di natura valutativa assunti prima e indipendentemente dallindagine empirica ( lindagine subordinata a questi valori orientata alla loro conferma pi che alla conferma empirica della verit). Condanna la pretesa della S.S.d.E. di ricercare leggi generali nellambito sociale ( la distinzione tra sc. naturali e sc. della cultura non di natura ontologica, ma riguardante la strategia cognitiva, per cui (come per Windelband) le prime ordinano il piano delle osservazioni empiriche mediante un sistema di leggi generali, le altre colgono la singolarit del significato di eventi umani). Lerrore della S.S.d.E. sta nel ritenere che lo scopo dei concetti sia di essere rappresentativi della realt. Kant diceva che i concetti non sono che strumenti con cui luomo domina il dato. Lorientamento empirico delle scienze storico-sociali implica il riconoscimento dellinesauribilit dei dati empirici. Ma luomo, in quanto essere culturale, possiede la libert e la capacit di assumere consapevolmente un punto di vista piuttosto che un altro.W. ammette unermeneutica infinita, che in relazione con punti di vista continuamente diversi riconosce nella realt altre connessioni possibili. La cultura una sezione finita dellinfinit priva di senso del divenire del mondo, alla quale attribuito senso e significato dal punto di vista delluomo. La relazione al valore, in base alla quale si attribuisce senso alla realt, la nostra condizione esistenziale in quanto esseri culturali.

Loggettivit quindi riguarda specifiche individualit, punti di vista particolari; non si tratta di rinunciare a perseguire la verit, ma si tratta di unoggettivit locale, nella consapevolezza dellimpossibilit di cogliere tutta la verit. Loggettivit weberiana dunque perseguita entro la soggettivit delle scelte, anzi, la presuppone. Occorre distinguere tra relazione al valore e giudizio di valore che consiste in un criterio valutativo dellagire, unistanza normativa di ci che deve essere (polemica contro i profeti della cattedra). Questa distinzione alla base del principio dellavalutativit come fondamento delloggettivit della conoscenza. La scienza non pu dirimere questioni relative ai valori: pu solo mostrare a colui che agisce la possibilit di misurare le conseguenze del suo agire, ma la decisione finale non compito suo, spetta allindividuo. Giudicare sulla validit dei valori questione di fede. La scienza non pu sostituire la responsabilit dellindividuo. Il tratto dominante della modernit, poi, il conflitto tra valori alternativi: il cosiddetto politeismo dei valori. Il senso del mondo una costruzione delluomo in quanto essere culturale, non il riflesso di un ordine metafisico, come credeva Rickert. La sua era una speranza, un belief humeano. Oltre allavalutativit, laltra condizione delloggettivit la logica della spiegazione, che permette di dare conto delle singolarit oggetto di indagine mostrandone le connessioni. Le scienze naturali sono il dominio delle causalit legali, cio di rapporti causali invarianti; ma per le scienze sociali linesauribilit del reale non circoscrivibile entro regolarit senza eccezioni. W. designa la procedura delle scienze sociali nellimputazione causale, cio imputare conseguenze concrete a cause concrete, piuttosto che determinare astratte uniformit legali. Ma come si perviene ad unimputazione causale, data linfinit di elementi causali? Attraverso una selezione operata in base a punti di vista investiti di valore, indispensabile se pensiamo che la molteplicit dei punti di vista suggerisce infiniti percorsi causali possibili. E necessaria a questo punto unastrazione: dato il fenomeno A, costituito dagli elementi A, A, A , ci si chiede cosa sarebbe avvenuto se uno o pi degli elementi si fosse dato diversamente o non si fosse dato affatto (es. : A. loccidente stato influenzato dal mondo greco; A. conflitto greco persiano. Cosa sarebbe accaduto se i greci avessero perso la battaglia di Maratona?). La risposta a tale interrogativo richiede un giudizio di possibilit oggettiva cio la valutazione di quanto sarebbe accaduto, in unipotesi controfattuale, e viene formulato in base a regole di esperienza, elaborate in relazione al sapere nomologico stabilito per generalizzazione di casi simili. Attraverso isolamenti e generalizzazioni scomponiamo il dato in elementi, finch ognuno di questi pu essere inserito in una regola dellesperienza. Il ruolo causale dellelemento considerato risulta quindi stabilito se, al suo non prodursi o al suo prodursi diversamente, la singolarit oggetto dindagine si sarebbe configurata in modo diverso. Limportanza causale di un elemento si pone quindi in un punto nel continuum i cui due estremi sono la causazione adeguata (quando levento non si sarebbe dato senza lelemento in questione) e la causazione accidentale (levento si sarebbe prodotto in modo identico nei suoi elementi importanti). (es. : se i persiani

avessero vinto, avrebbero imposto ai terreni occupati una cultura diversa da quella greca. Quindi il rapporto causale di A nei confronti di A adeguato) (es. nelluso degli autobus, un fattore casualmente rilevante lefficienza; uno irrilevante il colore dellautobus) Questa rappresentazione della causalit diversa da quella delle scienze naturali: non si da necessit, ma possibilit oggettiva, probabilit; questo non comporta comunque una rinuncia alla verit. Il sapere nomologico, quindi, una risorsa fondamentale per le scienze della cultura, ma non ne rappresenta il fine: uno strumento per raggiungere il fine, che limputazione di effetti particolari a cause storicamente determinate. La specifica funzione del sapere nomologico sintetizzata nel concetto di tipo ideale:non un concetto osservativo; non un concetto di essenza (polemica con Roscher: W gli contesta concetti come spirito del popolo, per cui ci che osserviamo sarebbe lemanazione dellessenza del fenomeno); non un concetto normativo (polemica contro i profeti della cattedra); uno strumento euristico, che non si propone di riprodurre la realt e non coincide con essa. E un concetto limite ideale su cui si compara la realt. Ha una duplice funzione: euristica ed espositiva (nel senso che un linguaggio, serve per descrivere con gli stessi termini linguistici le stesse immagini mentali). Il tipo ideale esaurisce le sue funzioni quando le connessioni che appaiono plausibili alla nostra fantasia non risultano anche oggettivamente possibili, adeguate al nostro sapere nomologico (quindi valutiamo il tipo ideale in base al sapere nomologico). La sociologia formula tipi ideali per lestesa articolazione del suo oggetto di studio e per lalto dinamismo dei processi. Diversi anni dopo, W teorizza una distinzione tra storia e sociologia: la prima mira allanalisi causale di singole azioni e personaggi, la seconda mira alla costruzione di concetti di tipi e allindividuazione di regole generali del divenire (il rapporto di reciproco sostegno, anche se per W pi importante la sociologia, poich la storia si serve di concetti e modelli elaborati dalla soc.). La sociologia dunque intende in virt di un procedimento interpretativo lagire sociale, e lo spiega causalmente nei suoi effetti. Dal punto di vista metodologico essa un intreccio di spiegazione e comprensione. Dilthey intendeva la comprensione come una connessione vivente che permette di comprendere immediatamente laltrui sentire. W invece non crede in questo immediato impossessamento delloggetto di studio, ma teorizza al contrario un selettivo processo di rielaborazione. E infatti limputazione causale, con il rigoroso controllo empirico che comporta, a trasformare linterpretazione soggettiva in conoscenza scientifica valida. Il verstehen, quindi, non un ri-vivere empatico, ma un ricostruire, attraverso concetti idealtipici, il contesto in cui si produce lagire. Tuttavia, il suo ruolo non si limita alla fase immaginativa dellindagine. W distingue due tipi di Verstehen: lintendere attuale (comprensione del significato che un determinato agire assume in una determinata cultura; concettualizzazione dellevento); e lintendere esplicativo

(comprensione mediante la motivazione del senso che lattore attribuisce a quel gesto nella circostanza in questione; interpretazione delle cause). Spiegare il gesto di X significa quindi, contemporaneamente, comprendere il significato che esso assume nella forma di vita in cui prodotto, e ricostruire, su basi tipico ideali, le motivazioni di X nel produrlo in data circostanza. Verstehen ed Erklaren si intrecciano. IL NEOPOSITIVISMO LOGICO Fine 800: crollano due dogmi caratteristici della scienza ottocentesca: la riducibilit di tutti i fenomeni naturali alle leggi della meccanica e la credenza secondo cui la scienza avrebbe finito con il rivelare la verit sulluniverso. Questa rivoluzione inizi con la fisica, ed ebbe il suo epicentro sociale nel Circolo di Vienna. In Austria, al contrario della Germania, si era sviluppato un orientamento che non si rifaceva a Kant e alla filosofia idealista, ma a Leibniz e allempirismo. Il movimento di cui il circolo di Vienna espressione identificato con nomi diversi, che riflettono sia i diversi protagonisti che le diverse interpretazioni che ne sono state date: neopositivismo, positivismo logico, empirismo logico. Il neopositivismo logico, comunque, si riferisce allelaborazione comune di due diversi gruppi di studiosi: la societ per una filosofia empirica, formatasi a Berlino nella met degli anni 20 intorno al filosofo della fisica Reichenbach, e il Circolo di Vienna, costituito ufficialmente nel 29 da studiosi di diverse discipline, allinterno del quale si formarono fazioni diverse: linizio della fine la scelta della fazione di Hahn e Neurath di legarsi a Poincar, Duhem e soprattutto Mach, invece di aprirsi allinfluenza del Tractatus di Wittgenstein. Il circolo era infatti la fusione di due gruppi diversi, quello di Hahn e quello di Schlick. La fine del circolo dovuta anche a circostanze contingenti: il nazismo costrinse molti a emigrare negli Usa. Il risultato maturo delle riflessioni teorico-metodologiche del circolo il Manifesto programmatico del movimento (29). Il vino nuovo in otri nuovi: la concezione scientifica del mondo Hahn, Neurath, Carnap: Manifesto. La concezione scientifica del mondo si prefigge lunificazione della scienza (come per Comte, ma mentre per lui si trattava di una formulazione teorica, qui un punto programmatico); da questo programma deriva lenfasi sul lavoro collettivo, nonch la ricerca di un sistema di formule neutrali. Tutto accessibile alluomo e luomo misura di tutte le cose (affinit con i sofisti e gli epicurei). Il mondo reale interamente conoscibile attraverso enunciati di estrema precisione (tutto ci che formulabile, pu formularsi chiaramente). Ogni enunciato che non rappresenta fatti reali metafisico; non linverificabilit degli asserti scientifici ad essere denunciata (come per il positivismo), ma la loro insensatezza : lempirista dice al metafisico non le tue parole affermano il falso ma le tue parole non affermano nulla di logico. Non si danno conoscenze incondizionatamente valide, n giudizi sintetici a priori: sono le acquisizioni della scienza moderna, laffrancamento dai miti, a rappresentare il vino

nuovo da versare negli otri nuovi della riflessione logica, epistemologica e metodologica. Il nuovo empirismo si differenzia da quello tradizionale proprio per la logistica, che lo strumento dellanalisi. Viene criticato lapriorismo Kantiano, per cui pensiero e ragione possono da soli ricavare per inferenza nuove cognizioni da fatti noti. Lanalisi logica mostra invece che ogni processo inferenziale passa da enunciati ad altri enunciati, i quali non asseriscono nulla che non sia gi stato asserito dai primi. Si tratta quindi di trasformazioni tautologiche. Tutto ci ridisegna il rapporto tra scienza e filosofia, e la rappresentazione di questultima (questa la svolta della filosofia per Schlick, che riprende il Tractatus): il compito della filosofia non di costruire proposizioni accanto o sopra quelle empiriche, ma di delucidare gli asserti che le scienze empiriche devono verificare. Nella scienza si verifica la verit degli enunciati; nella filosofia si considera il loro significato. (la posizione di Schlick cauta; in altri es. Neurath- si affermer una vera antifilosofia). La concezione scientifica del mondo: - positivistica ed empiristica (si d solo conoscenza empirica); - le uniche proposizioni dotate di senso sono quelle suscettibili di verifica empirica; - il suo metodo specifico lanalisi logica (quindi ogni enunciato deve essere riducibile ad asserti elementari su dati empirici e ciascun concetto deve essere riducibile a concetti via via pi elementari del dato stesso; questa duplice esigenza disegna la struttura di ogni campo del sapere, ponendo le basi per lunificazione della scienza). Le premesse Il riferimento di base del pensiero neopositivista costituito dallintegrazione tra empirismo e logica (integrazione non facile, visto che si tratta di elementi contraddittori). Come possibile combinare lassunto del fondamento empirico di ogni conoscenza con il carattere necessario della logica? Su questo lavoro si basa il Tractatus di Wittgenstein. Egli, riprendendo e criticando Russel, conclude che le affermazioni generali della logica (e della matematica) esprimono una universalit esclusivamente formale: la loro necessit deriva solo dal fatto di costituire una struttura sintattica priva di ogni contenuto. [se dico se ogni uomo mortale e Socrate un uomo, allora Socrate mortale, e dico che la necessit di questa affermazione di tipo esclusivamente formale, significa che la verit di questa affermazione non dipende dalla verit degli elementi che la compongono, ma dal fatto che costituisce una struttura sintattica del tipo : Se ogni e , allora , la quale sempre vera, a condizione sintattica- che il 1 e 4 spazio, il 2 e il 6, il 3 e il 5 siano riempiti da elementi uguali] Gli enunciati della logica sono tautologie e dunque affermazioni incondizionatamente vere, nel senso che il loro valore di verit non dipende da condizioni fattuali, ma da regole sintattiche che governano il sistema formale. Esse non costituiscono

conoscenza, dal momento che non asseriscano nulla sul mondo, e lesperienza non pu confermarle n confutarle. Se dunque si ammette che le affermazioni della logica sono prive di contenuto cognitivo, non si contraddice lassunto secondo cui lunica fonte di conoscenza costituita dal dato empirico. Ci che fa W. una riduzione della logica a tautologia pura, in base ad un criterio linguistico. Qual il rapporto tra linguaggio e mondo? Il linguaggio verte sul mondo, sullo stato di cose, il quale designa una relazione possibile tra gli elementi pi semplici non ulteriormente riducibili della realt. Se lo stato di cose si d effettivamente, quello un fatto: il fatto il sussistere di stati di cose. In questo senso il mondo la totalit dei fatti e il linguaggio rappresenta i fatti. Esiste dunque una unit elementare del mondo, alla quale corrisponde una unit elementare del linguaggio, cio la proposizione. Se le cose sono gli elementi riducibili del mondo i nomi sono gli elementi riducibili della proposizione e gli uni e gli altri si corrispondono reciprocamente. W. indica quindi una corrispondenza biunivoca tra mondo e linguaggio, in cui la proposizione sensata se esprime uno stato di cose, cio un fatto empiricamente possibile, ed vera solo se il fatto sussiste effettivamente. Senso e verit di una proposizione non coincidono:il primo indica la possibile esistenza di una relazione tra elementi empiricamente accettabile, mentre laltra indica la coincidenza del senso con la realt. Solo le proposizioni elementari, visto che contengono nomi che stanno per gli oggetti, corrispondono alla realt. Tuttavia, attraverso congiunzioni di proposizioni elementari, si possono costruire proposizioni complesse. Le proposizioni possibili sono tre: 1-le proposizioni elementari delle scienze naturali:hanno senso in quanto raffigurano stati di cose, cio relazioni possibili tra oggetti, e sono vere se sono relativi ai fatti. 2- le proposizioni tautologiche della logica: sono incondizionatamente vere e necessarie, ma prive di contenuto cognitivo, pertanto incapaci di asserire alcunch sul mondo. 3- tutte le altre proposizioni, non significanti in quanto non empiricamente verificabili, n tautologiche, sono prive di senso. Il Tractatus fu oggetto di dibattiti, che portarono alla stesura de La costruzione logica del mondo , di Carnap che mette in atto quanto reso possibile dal lavoro di W. : lunione di due rami della scienza che solo uniti possono compiere un essenziale progresso, e cio la costruzione effettiva di un sistema concettuale coerente con tali premesse in modo da pervenire ad una giustificazione razionale del sapere scientifico. La base di questo sistema binaria, e comprende Elementi fondamentali (costituiti dal vissuto, dalle proprie esperienze), e Relazioni fondamentali. Sono stati criticati il solipsismo e il relativismo, ma C. si difende sostenendo che il solipsismo solo metodico, un elemento procedurale che potr essere abbandonato a sistema ultimato. Il significato di ogni proposizione scientifica deve essere determinabile attraverso la riduzione della proposizione ad esperienze sensibili elementari consolidate ( flussi di esperienze sensibili). Analogamente, il significato di ogni singolo termine- concetto di ogni singola proposizione scientifica deve essere determinabile attraverso la graduale riduzione ad altri termini- concetti fino a pervenire a termini- concetti di base ( una

sorta di albero genealogico dei concetti), dove questi ultimi si riferiscono a esperienze sensibili elementari consolidate. Il dibattito Schlick tenace assertore di un punto di vista realista: scopo della scienza fornire una rappresentazione vera dei fatti. Le leggi non sono convenzioni, ma riflettono stati di fatto obiettivi e invarianti. La verit corrispondenza tra fatti ed enunciati. Il senso di una proposizione determinato esclusivamente dalla sua verificazione in riferimento al dato. Questo criterio di significanza d una tripartizione di tutti gli asserti possibili: gli enunciati verificabili delle scienze empiriche; gli enunciati tautologici della logica; gli enunciati insensati della metafisica. Di che tipo la legge scientifica? Non una tautologia, poich asserisce qualcosa sul mondo, ma neanche possono essere ridotti a dati elementari o esperienze vissute, come per gli enunciati singolari. Il criterio di significanza costringerebbe paradossalmente a considerare le leggi scientifiche come enunciati privi di senso. Dice S. che le leggi non sono vere proposizioni,ma solo istruzioni per la formazione di enunciati (es. il principio di causalit non informa direttamente su fatti, ma rappresenta una prescrizione per la ricerca di uniformit). Rimane dubbia la legittimit di queste istruzioni in un linguaggio che non ammette altro che proposizioni verificabili relativamente ai fatti S. va contro il solipsismo di C., implicito nella costruzione logica del mondo a partire da dati propri del campo psichico e individuale; questo per S. perviene allidealismo piuttosto che al positivismo, ne la differenza specifica. Neurath avvia una polemica contro quello che ritiene un affrancamento solo parziale sulla metafisica, contro il fenomenismo di C. e il realismo di S. Inoltre lunico a polemizzare con W., in particolare con la sua teoria del significato : il significato di una proposizione coincide con lo stato di cose che essa raffigura (W.) o riducibile a esperienze vissute (C. )oppure dati di fatto (S.). Il fisicalismo di N. muove dalla convinzione che gli enunciati sono sempre confrontati con altri enunciati e non con qualche realt. Ogni movimento allinterno della scienza avviene allinterno del linguaggio e non attraverso il confronto del linguaggio con il mondo che si suppone esso rifletta. metafisica lidea stessa di un isoformismo tra linguaggio e realt: una volta che un enunciato viene formulato, esso viene confrontato con la totalit degli enunciati esistenti: se si accorda con essi viene aggiunto, mentre se non si accorda definito non vero e viene respinto.Non esiste nessunaltro concetto di verit per la scienza. Per il fisicalismo, quindi, il linguaggio ha unimportanza decisiva, un fatto fisico fondamentale, insieme di segni e suoni, contemporaneamente oggetto e strumento della scienza. Il linguaggio fisicalista ammette solo proposizioni contenenti determinazioni spazio-temporali. Essendo la base di ogni scienza, permette lunificazione. Essendo lunico idoneo alla costruzione di enunciati rigorosi, esclude ogni altro tipo di linguaggio (es. quello fenomenista di C., inutilizzabile per la previsione; il suo solipsismo metodologico un residuo della vecchia metafisica).

N. definisce la sociologia comportamentismo sociale, pertanto non pu che comprendere asserzioni fisicaliste sul comportamento umano, eliminando concetti metafisici (spirito di unepoca) e tutto ci che non esprima determinazioni spaziotemporali. Il marxismo, in questo senso, conforme al fisicalismo e Weber, con il suo spirito del capitalismo, mostra quanto lindagine concreta sia ostacolata dalla metafisica. Nella prospettiva della scienza unificata, inoltre, non c posto per la vecchia distinzione tra sc.naturali e sc.dello spirito, perch ripropone il dualismo metafisico tra corpo e spirito, natura e cultura. Ambiguit di Neurath: proposizioni dosservazione = proposizioni concernenti individui che percepiscono e oggetti che emettono simboli. Quando afferma che gli enunciati predittivi possono essere controllati mediante affermazioni dosservazione, controllo a cui sfuggono solo le affermazioni tautologiche di logica e matematica; e quando dice che due proposizioni sono equivalenti quando producono i medesimi effetti: introduce lidea di un confronto di enunciato con un elemento extra-linguistico, in contraddizione con lassunto di intrascendibilit del linguaggio. Questo principio inoltre in contrasto con lassunto neopositivista della verificabilit empirica degli enunciati, e con il criterio di significanza di W (gli enunciati scientifici sono verificabili empiricamente), per cui cade la possibilit di distinguere tra scienza e metafisica. La polemica sui protocolli Carnap si sforza di conciliare fisicalismo e intrascendibilit con il problema della verifica. Parte con la distinzione di 2 tipi di linguaggio: il 1 parla in termini di oggetti, stati di cose e significati delle parole, rappresentando la realt attraverso simboli, pretendendo di scollegare simboli con cose; non sfugge alla metafisica. Il 2, lunico logicamente corretto, si mantiene rigorosamente entro lambito delle forme linguistiche sostituendo oggetti con parole, e stati di cose con enunciati; un sistema di segni, ed essendo completamente interno al linguaggio, non pretende di trascenderlo e non si pone problemi nei confronti della realt. Ad es., se si parla di aritmetica il 1 conterr proposizioni sulle propriet dei numeri, mentre il 2 conterr segni. La soluzione del problema, insomma, sta nella differenza tra un modo contenutistico e uno formale di espressione. Il modo contenutistico, certamente impreciso, va tenuto sotto controllo per evitare questioni metafisiche. Il modo formale concerne solo gli enunciati e le loro relazioni specifiche, non il confronto degli enunciati con la realt; gli enunciati formali sono gli unici ammissibili nella prospettiva sintattica elaborata da C.: tutte le proposizioni della logica della scienza sono proposizioni logiche. La logica della scienza sintassi del linguaggio sc. Un secondo punto la nozione di proposizione protocollare: supponiamo che ogni percezione, esperienza, pensiero, fosse messa per iscritto, una registrazione immediata per le elaborazioni future. Questa astrazione crea dei protocolli, intesi come descrizioni immediate di esperienze assolutamente elementari, tali da precedere qualsiasi risistemazione

concettuale. Un protocollo originario non dovrebbe contenere nessun enunciato ottenuto con altri enunciati: es. adesso oggetto rosso . La base della scienza, quindi, non pi costituita da esperienze vissute elementari, ma da rappresentazioni linguistiche di esse che non richiedono alcuna verifica. Due critiche : 1- lunica giustificazione possibile di un simile assunto inevitabilmente di natura extralinguistica e quindi non integrabile nel suo sistema; 2- se p1 rappresenta un enunciato protocollare, esso relativo a un contenuto di esperienza di s1, laddove un analogo enunciato p2 avanzato da s2:ogni soggetto possiede il proprio linguaggio protocollare e non c alcuna possibilit di un linguaggio protocollare intersoggettivo (sembrerebbe che non vi sia alcuna novit rispetto al solipsismo). Come possibile uscire da questo vicolo cieco? Posto che la scienza il sistema degli enunciati che valgono intersoggettivamente, C si preoccupa di dimostrare secondo quanto asserisce la tesi fondamentale del fisicalismo, che il linguaggio della fisica lunico effettivamente intersoggettivo ed lunico linguaggio universale, nel senso che tutte le proposizioni scientifiche possono essere tradotte nei suoi termini. Daltra parte qual il rapporto tra gli enunciati delle discipline scientifiche e le proposizioni protocollari? Non si tratta di un rapporto diretto di deduzione. Un enunciato singolare infatti costituisce unipotesi rispetto a una serie di enunciati protocollari, dai quali non pu essere rigorosamente dedotto, ma solo confermato. in ogni caso anche gli enunciati del linguaggio protocollare possono essere tradotti nel linguaggio fisico. Tre obiezioni di N. a C. : 1- la prima riguarda il problema dellintersoggettivit del linguaggio della fisica, e quindi della possibilit di coordinare tale linguaggio con le asserzioni protocollari di diversi soggetti riguardo lo stesso oggetto. La dimostrazione di questo punto decisivo da parte di C. avviene ancora una volta in riferimento a un elemento di natura extra linguistica. Per N. metafisica lidea stessa di un linguaggio ideale, nel quale le proposizioni protocollari dovrebbero essere formulate. Lobiettivo invece eliminare dal linguaggio comune gli elementi metafisici mettendo cos a punto un linguaggio comune fisicalistico. 2- Per N. essenziale che ogni proposizione protocollare comprenda il nome del soggetto protocollante(otto adesso oggetto rosso), e in questo senso gli esempi di C. non sono completi. Tale questione investe il problema dellintersoggettivit: se ciascun enunciato protocollare comprende come elemento costitutivo lindicazione del soggetto impossibile individuare due protocolli che comprendono il medesimo enunciato. Quindi dalle prop.prot. non sviluppabile un linguaggio intersoggettivo e il solipsismo rimane insuperato. Per N., il linguaggio intersoggettivo in quanto semplice fatto fisico, non ha senso quindi parlare di un linguaggio privato soggettivo come fa C. 3- Riguardo lassunto che le prop prot non richiedono verifica. Nella scienza unificata, il cui criterio di verit costituito dalla coerenza sistemica delle

proposizioni, non ammissibile lidea stessa di proposizioni che non richiedono verifica. La posizione di N. rappresenta una netta apertura in senso convenzionalistico ; N. ne inconsapevole, ma apre una prospettiva di continua rivedibilit del discorso scientifico, il carattere ipotetico d ogni affermazione, decisamente lontano dalle prime fasi del positivismo logico. Critiche di S. a C. (speculari a N.) Coerente con il suo realismo, dato che la scienza costituisce il luogo della rappresentazione vera dei fatti, le prop prot devono essere inquadrate allinterno del tentativo dellempirismo radicale di individuare il fondamento ultimo del sapere. Esse non possono costituire tale fondamento, poich, in quanto formulazione linguistica di percezioni, non sono affatto certe, ma esprimono solo ipotesi. Il problema del fondamento della conoscenza, quindi, coincide con il problema del criterio di verit: in questa visione lidea di verit come coerenza (N.), unassurdit, poich ammette la verit di qualunque fantasioso insieme di asserti alla sola condizione che esso non sia contraddittorio. Per S. il ruolo di raccordo tra conoscenza e realt svolto dalle constatazioni simili ai prop prot ma che parlano solo di fatti e mai di percezioni. Es. qui, ora, questo, cos e cos. Tali const includono delle parole indicative, il cui senso coincide con quello di un gesto (questo ha senso solo se accompagnato da un gesto, sicch il senso comprensibile attraverso una indicazione contemporanea di elementi reali). Mentre per tutte le altre proposizioni la comprensione del senso e laccertamento della verit sono operazioni separate, nelle const, esse coincidono nellatto estensivo che stabilisce insieme senso e verit. Tutte le prop della scienza sono congetture, tranne le const. che non sono ipotesi e costituiscono lo strumento di verifica di tutte le altre proposizioni. N. risponde ad S. : nellambito della scienza unificata, possibile costruire diversi sistemi di proposizioni privi di contraddizioni interne, verificati attraverso affermazioni protocollari da noi accettate, per poi operare una selezione tra tali sistemi in base a fattori extralogici (convenzioni. Un altro richiamo a Duhem, che con la tesi olistica escludeva il controllo di unipotesi isolata). Per N. il contenuto di una ipotesi e il relativo controllo dipende dal sistema teorico in cui essa si applica (anticipazione dellimportanza della teoria nella costruzione del dato) Dalla verifica alla conferma Evoluzione del positivismo logico riguardo alle questioni cruciali di significato e verifica. S. intende sostenere che il significato della proposizione non sta nella verifica ma nella possibilit della verificazione. Non disponendo di una sicura e completa conoscenza delle leggi naturali, non potremo mai asserire con certezza la verit empirica di un fatto, ma solo parlare di gradi di possibilit. La novit in S. laffermazione che il significato di una proposizione non pu essere considerato una propriet di essa (come la noce in un guscio). Il significato va invece conferito alla proposizione. Qui S. si allontana dal tractatus, ma non da W., la cui nuova

considerazione del linguaggio come gioco linguistico, vede il significato non nellidentit con lo stato di cose, ma nelluso che se ne fa ( un bastone diventa leva soltanto con luso). Il significato va conferito applicando le regole della grammatica logica del linguaggio (regole stipulate ed esplicitate). La verificazione non pu avvenire se prima non si conosce il significato della proposizione, ne segue che non pu essere verificazione empirica: le circostanze empiriche sono importanti per stabilire se la proposizione vera, ma non influiscono sul problema del significato ( Smith un oppure costituisce una violazione delle regole sintattiche e grammaticali della lingua italiana; le stesse regole, tuttavia non escludono lammissibilit di un enunciato del tipo Smith un numero primo che pu essere rifiutato solo sulla base di unanalisi logica). In virt di questa liberalizzazione dl rapporto fra mondo e linguaggio, perde consistenza la possibilit di individuare un nucleo fondamentale di proposizioni univoche su cui costruire la conoscenza scientifica, ma deriva anche la possibilit di pensare linguaggi diversi aventi ciascuno diverse regole logiche con cui conferire significato alle proposizioni. C., test abillty and meaning (fase americana) Se per verificazione sintende una dimostrazione assoluta di verit, allora nessun enunciato mai verificabile, poich si riferisce a un numero infinito di casi mentre le osservazioni ad esso relative sono necessariamente di numero finito:lassetto universale non potr mai essere verificato, tuttal pi confermato.questo vale anche per un asserto singolare. Ad es. lenunciato singolare loggetto che si trova in questo momento sul tavolo un foglio di carta per verificarlo dovremmo compiere una serie di osservazioni e di esperimenti prendendo in esame altri asserti deducibili dallasserto in questione. Tali enunciati deducibili sono infiniti, sicch sar impossibile pervenire a una verifica assoluta. La prima implicazione consiste nellammissione definitiva che ogni proposizione della scienza per principio ipotetica; la seconda consiste nel riconoscere che, essendo unicamente di natura pratica, la decisione sul grado di conferma sufficiente comprende un margine di convenzionalit. Tutto ci equivale alla liquidazione della nozione di verificazione che viene sostituita da quella pi debole di conferma, o di controllabilit. Un enunciato si dice controllabile se disponibile una procedura che conduce a un certo grado di conferma o di disconferma; sar soltanto confermabile se siamo solo in grado di precisare in quali condizioni risulterebbe confermato, quindi un enunciato pu essere confermabile senza essere controllabile.qual il rapporto tra la posizione di C. e quella di S. riguardo alla verifica? Tra i due vi contrapposizione: S. parla di verificazione come possibilit logica, e non fa riferimento ad un criterio empirico, che invece proposto da C. I due sembrano essersi invertiti i ruoli: C propone una nozione empirica, S una logica. Un altro punto di allontanamento dal circolo riguarda la riducibilit del concetto ad elementi progressivamente pi semplici fino ad una base di natura percettiva, quindi la riducibilit non era distinta dalla definibilit, ma anzi comportava la definibilit esplicita e concreta di un concetto in termini osservativi (S. x un triangolo definito esplicitamente e completamente da x una figura piana chiusa delimitata da

tre segmenti di retta). Secondo questa tesi ristretta dellempirismo (hempel) ogni enunciato scientifico per quanto astratto pu essere tradotto in un enunciato equivalente, che non comporta perdite dinformazione, ma espresso esclusivamente in termini osservativi. C. riformula il problema partendo dallanalisi dei concetti disposizionali, cio che designano la disposizione di un oggetto fisico a esibire certe reazioni solo in certe circostanze, in modo che la relativa definizione potrebbe essere solo contestuale. Quindi C. propone una procedura che consiste nella formulazione di una definizione parziale: la riduzione. Se x possiede la caratteristica p1(si trova vicino a oggetti ferrosi).

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