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Questionario MBTI Scrotalo

1. Quanti anni hai? Se non te la senti di rispondere, puoi almeno specificare se sei maggiorenne o
minorenne? Ti sono stati mai diagnosticati dei disturbi che hanno influenzato la tua stabilità
mentale o il tuo comportamento?
- Ho 29 anni, sono del Febbraio 1994. Non mi hanno mai diagnosticato nulla, ma non ho nemmeno
fatto mai un test.

2. Descriviti in maniera realistica, parla dei tratti che apprezzi di te come anche ciò che non ti piace
di te e ciò vorresti cambiare/migliorare.

- Sono alto 183 cm, ho una corporatura ectomorfa (ossia magra), peso 78 kg mediamente. Capelli
marroni scuro, occhi marroni scuro. Apprezzo molto le mie caratteristiche fisiche come altezza e
viso, che reputo siano esteticamente superiori rispetto alla media e sono orgoglioso di questo.
Invece sono molto critico con la mia corporatura e il mio peso. Essere molto magro mi ha sempre
causato disagio, ad esempio anni fa pesavo 65 kg e allo specchio mi vedevo come un prigioniero ad
Aushwitz, per questo ho sempre cercato negli ultimi anni di migliorare la mia massa muscolare
frequentando palestre e migliorando la mia dieta, ma comunque continuo ad essere molto critico
nonostante i miglioramenti e vorrei sempre fare di meglio. Adesso, oltre alla magrezza, tendo a
curare molto anche gli inestetismi dati dalla postura, dato che tendo ad essere un po’ gobbo
quando guardo il cellulare o sto seduto senza pensare a stare dritto.

3. Solitamente quali sono le attività da cui trai energia e che ti ricaricano? Perché? Invece quali sono
le attività che ti stancano e ti prosciugano energia? Perché?
- Ammetto che non ho mai capito il senso di questa domanda, perché ogni attività consuma energia,
sia mentale sia fisica, e spesso le cose che mi piacciono sono anche quelle che mi stancano. Per
questo, rispondo a questa domanda con come arrivo a fine giornata. Arrivo a fine giornata stanco
ma molto contento quando posso dire che durante il giorno ho fatto qualcosa e non sono stato a
casa tutto il giorno. Cioè, uscire di casa mi piace, se poi durante il giorno ho tante attività con altre
persone, meglio. Quando invece faccio qualcosa in casa, come ad esempio lavare, stirare, cucinare
per me stesso o stare semplicemente seduto sul divano, senza fare altro tutto il giorno, arrivo a fine
giornata che sono nervoso e non riesco ad addormentarmi. Anche giocare con il telefono, switch o
al PC restando a casa mi rende nervoso a fine giornata, anche se mi piace giocare. Ad esempio,
anche adesso, mentre scrivo il questionario, ho la gamba destra che saltella, denotando un certo
nervosismo, anche se voglio scrivere e mi piace farlo. L’unica cosa che faccio volentieri in casa è
leggere, anche se preferirei farlo in giardino o nei “tempi morti” durante i viaggi in treno o in
autobus.

4. Quali sono gli atteggiamenti che tendi a criticare spesso nelle persone? Cosa ti dà fastidio, cosa
non sopporti e cosa, secondo te, dovrebbe essere cambiato? Quali, invece, sono gli atteggiamenti
che più apprezzi nelle persone?
- Io non riesco ad avere stima delle persone che hanno un atteggiamento “da pecora”, delle persone
che non sanno ragionare e che seguono ordini e precetti senza mai domandarsi cosa stanno
facendo. Per questo critico tantissimo, sui social ma anche dal vivo, le “persone” (o meglio, le
pecore) che ripetono slogan o che credono in modo fanatico ad argomenti religiosi o
pseudoscientifici. Per me, in una chiave quasi da Rivoluzione francese, la ragione deve essere al
primo posto nella vita. Le persone dovrebbero usarla sempre, senza cadere nel misticismo, nella
propaganda o nel negazionismo nei confronti del mondo scientifico.
Un altro tipo di persone che non apprezzo per nulla sono quelle che non si pongono al primo posto.
Posso capire chi al primo posto mette i propri figli, ma non chi mette il lavoro. Quest’ultime sono la
feccia della feccia, e in Veneto dove vivo è pieno. Queste persone magari sanno ragionare, ma solo
quando si parla di lavoro, tutto il resto per loro non esiste, e quindi usano la ragione in modo
sbagliato, in modo stupido, che è come non usarla affatto.
Apprezzo invece le persone intelligenti, ossia che sanno ragionare e argomentare le proprie
convinzioni. Apprezzo le persone che non sono “Yes Man”, che si interrogano su quello che stanno
facendo e che sanno elevarsi sopra agli altri in modo autorevole, perché guidati dalla ragione.
Anche se le loro idee sono diverse dalle mie, ma sono ben fondate e logiche.

5. Nel prendere una decisione, che sia importante o meno, su cosa ti focalizzi primariamente? Cos’è
reputi importante nelle decisioni e cosa tendi a considerare poco. Elabora.
- Tendenzialmente, credo che per prendere una decisione si debba essere il più calmi possibile e
cercare di evitare di decidere, ma anche di promettere, quando si è felici, euforici, tristi o
arrabbiati. Inoltre, ogni decisione ha in seguito conseguenze, quindi è necessario ragionare e
valutare bene ogni scenario prima di prendere una decisione. Ovviamente non si può stare ore a
ragionare per qualsiasi cosa o esistono situazioni in cui non si può aspettare e si deve agire subito.
In questo caso è importante essere preparati il più possibile. Ad esempio, io sono stato un arbitro di
calcio a 11 per molti anni. Durante le partite è importante prendere una decisione in mezzo
secondo e per riuscire a farlo serve uno studio quasi a memoria del regolamento, oltre ad una
preparazione pre-gara molto accurata.
Nel prendere una decisione, oltre ad essere calmi, io valuto molto anche la comodità di questa
decisione, ad esempio, se è qualcosa in ambito lavorativo, non deve impegnarmi troppo.
Solitamente vedo, tra le opzioni disponibili, quella più comoda, che mi faccia ottenere il massimo
risultato con il minimo sforzo, in modo da avere più tempo per fare quello che voglio.
Quando si tratta di decisioni parecchio importanti, considero prima me stesso su tutti i fronti, che
vanno dalla mia carriera alle mie finanze, perché non si può prendere una decisione molto
importante “a caso”, pensandoci poco, altrimenti le conseguenze non solo per me, ma anche per
chi mi sta intorno, saranno molto difficili da gestire.

6. Quanto sei bravo/a nel creare strategie? Riesci facilmente a spezzettare progetti in obiettivi più
semplici? Oppure hai una tendenza ad improvvisare ed adattarti ai progetti?
- Sono abbastanza bravo a creare e pensare progetti e strategie. Inoltre credo che ogni cosa più
grande possa essere ridotta e semplificata, in modo da avere tanti obbiettivi più semplici e facili da
raggiungere, che uniti prendono la forma finale. Però, in realtà, una volta scritta una “tabella di
marcia”, spesso e volentieri esco dal binario, non rispetto i tempi che mi sono assegnato e inizio ad
improvvisare per curiosità. Ad esempio durante un esperimento scientifico spesso esco dal
programma, perché mi viene in mente un’idea e quindi modifico il sistema. Faccio molta fatica
invece ad adattarmi ai progetti che non sono miei e prima devo capire il ragionamento che sta
dietro alle fasi di quel progetto.

7. Descrivi il tuo desiderio più importante. Quali pensi siano le tue aspirazioni e perché pensi di
avere determinate aspirazioni? Quali sono le cause per cui brami a certe aspirazioni? Come
deduci qual è il tuo tipo di vita ideale?
- Il mio desiderio, anche se ammetto che è un po’tossico, è elevarmi al di sopra degli altri, essere una
persona ammirata dagli altri. Però voglio diventare un esempio di virtù da seguire, non da evitare.
Ad esempio, non mi interessa diventare un professore universitario o un grande imprenditore, se
poi vengo odiato dai miei studenti o dai miei dipendenti perché le condizioni di lavoro sono da
schiavismo. Io vorrei essere come Jean Valjean (Les Miserables), ma allo stesso tempo colpire e
tirare giù chi non usa la ragione, anche a costo di essere odiato. Inoltre, la mia vita ideale sarebbe,
come già scritto, non essere un fanatico del lavoro ed avere molto tempo extra lavorativo, perché il
lavoro non è vita, ma sopravvivenza.
8. Che tipo di rapporto hai con il tuo fisico? Qual è la tua relazione con il movimento
(coordinamento motorio) ed il tuo ambiente (ciò che puoi percepire con i 5 sensi)? Quale tipo di
attività ti interessano di più? Quanto e come sei attaccato/a al mondo concreto? Tendi a sognare
ad occhi aperti spesso o dai sempre attenzione a ciò che è attorno a te? Se sogni ad occhi aperti,
sei cosciente di ciò che sta attorno a te mentre lo fai? Perché?
- Come ho risposto nella domanda 2, io sono abbastanza vanitoso e cerco di curare il mio fisico al
meglio. Sono orgoglioso di com’è il mio aspetto fisico, soprattutto adesso che non sono più un
internato di Aushwitz, ma ho sempre la convinzione che posso fare molto di più, in particolare
riguardo all’alimentazione. Non capisco la domanda sulla relazione con il movimento, se è come
l’intendo io, non ho nessun problema di equilibrio. Sono destrimano nella maggior parte delle
azioni giornaliere, ma credo di saper usare la sinistra meglio rispetto agli altri destrimani, perché
alcune azioni quotidiane, come usare il coltello per mangiare, le ho sempre eseguite con la sinistra,
e non ho problemi a reggere e usare il telefono con la sinistra. Non ho problemi di vista ed è il
senso che uso principalmente, seguito dal tatto e olfatto, mentre udito e gusto non li uso con
attenzione. Cerco spesso il contatto con le cose, mi piace sentirne la consistenza, se una superficie
è liscia o meno. Mi piace anche annusare certi odori e sostanze chimiche, che spesso trovo durante
il mio lavoro in università, senza stare troppo a pensare alla tossicità. Mi reputo una persona molto
curiosa, mi interessano a prima vista tutte le attività, se poi un’attività non mi piace, me ne rendo
conto quasi subito e rimango molto annoiato. Queste attività sono spesso lezioni frontali o
videochiamate su argomenti che so già, oppure lavori che non hanno senso e occupano solo tempo.
Il mondo concreto è il mio riferimento. Questa frase non vuol dire che non ho immaginazione, ma
tutto quello che immagino (e sogno per quello che mi ricordo) si concentra sul mondo reale.
Quando vedo qualcosa, penso sempre a cosa ci sta dietro e perché, senza definire mai qualcosa con
termini come “magico” o “miracoloso” quando non riesco a trovare una risposta. Da bambino
giocavo tanto immaginando e sognando ad occhi aperti molti scenari. Adesso non sogno così
spesso, però ogni tanto capita e sono sogni che prendono molto dai libri che leggo, quindi
riguardanti situazioni realistiche perché mi piace molto leggere libri realisti (ad esempio Emile Zola,
Maupassant) o autobiografie. In qualsiasi caso, non perdo mai attenzione con quello che ho
attorno, anche quando sono distratto so sempre dove sto andando, dove metto i piedi, se qualcuno
si avvicina, anche con la coda dell’occhio, o se qualcuno mi parla. Ho un grande senso
dell’orientamento e sono in grado di memorizzare la strada in poco tempo, senza aiuto del
navigatore.

9. Come agisci quando gli altri chiedono il tuo aiuto per fare qualcosa (qualsiasi cosa)? Cos’è ciò che
ti spingerebbe ad aiutare quella persona? In qualche modo questa maniera di agire potrebbe
portarti al controllare (manipolare) in qualche modo gli altri, pure inconsciamente? A che tipo di
fini mireresti?
- La mia reazione classica quando qualcuno mi chiede un aiuto è quella di lamentarmi prima e poi
aiuto continuando a lamentarmi. Spesso mentre aiuto commento quello che sto facendo, per far
capire l’altra persona cosa sta sbagliando o cosa non ha capito, con un tono non sempre
amichevole e molto diretto, da “maestrino”. Sono dell’idea che aiutare può essere una cosa che
può tornarti utile in futuro. Io miro a manipolare gli altri, soprattutto quando si tratta della mia
carriera universitaria e lavorativa. Sono sempre stato molto competitivo e so perfettamente che
nella società dove viviamo vincono gli intelligenti furbi, non gli intelligenti e basta. Pertanto, non
considero mai un mio collega come un amico, ma come una persona che si può aiutare o meno a
seconda del mio tornaconto. Per quanto riguarda gli amici, i miei famigliari o i miei affetti
sentimentali, aiuto e sono sempre molto disponibile in modo sincero, pur restando con un
atteggiamento da “maestrino” mentre aiuto.

10. Vieni catapultato/a in un posto in cui non c’è nulla, è solo una stanza completamente bianca o
completamente nera, non sapendo come ci sei finito/a, quando, dove sia situato quel luogo e
perché. Come inizieresti ad impiegare il tuo tempo? Se iniziassi a pensare, perché inizieresti a
pensare a quei determinati pensieri? Invece se decidessi di ucciderti, prima di compiere ciò, verso
cosa saresti attirato a livello di pensieri?
- Premesso che questa domanda è fatta male, se mi trovassi in una situazione simile come prima
cosa cercherei tutti i modi per uscire. Inizierei ad analizzare con attenzione ogni muro, qualsiasi
cosa che con i sensi riesca a captare. Poi, pensandoci, come mangio? Qualcuno dovrà portarmi da
mangiare, altrimenti morirei di sete prima, di fame poi. So perfettamente che non esiste un sistema
completamente isolato, pertanto anche quella stanza in qualche modo dovrà comunicare con
l’esterno, e quando c’è comunicazione, c’è una via d’uscita. Se decidessi d’uccidermi? Come farei?
Non c’è nulla di adatto! Quindi al massimo impazzirei senza uccidermi oppure sbatterei la testa
contro il muro fino a svenire.

11. Se ti trovassi a ricoprire un incarico da capo, come organizzeresti i tuoi dipendenti e secondo
quali criteri li organizzeresti? Saresti più autoritario o accondiscendente? Perché
- Un capo deve essere autorevole e non autoritario. L’autorevolezza indica che un capo è seguito e
stimato per le sue virtù, mentre essere autoritario vuol dire che devi usare la forza per farti seguire
da persone che altrimenti ti taglierebbero la testa. Io per prima cosa voglio che un lavoro sia fatto
entro una certa data, ma come viene fatto non mi importerebbe. Un dipendente deve sentirsi
libero di fare quello che vuole, di andare a casa quando vuole, di lavorare anche da casa, purché sia
fatto il lavoro entro quella data, che deve essere ragionevole e non troppo vicina. Un capo però non
può anche essere un amicone: quando si lavora, si lavora, poi se si fa aperitivo, può anche essere
amicone. Non credo nella meritocrazia, perché non si può misurare il merito in modo assoluto.
Un capo deve prendere lui le decisioni, può ricevere consigli, ma alla fine decide lui e non deve mai
dubitare della sua decisione perché, quando un capo dubita, è la fine.

12. Descrivi come vivi la rabbia, la vergogna, e l’ansia.


- Sono sempre stato molto competitivo, fino anche a livelli tossici. Quando fallisco, ad esempio
quando praticavo atletica leggera e sbagliavo una gara, mi arrabbiavo molto, soprattutto con me
stesso, e da fuori si vedeva molto (ossia, “schizzavo male” lanciando cose anche). Questa cosa poi
l’ho portata avanti anche dopo, anche se non “schizzo male” come un tempo. Adesso sono molto
bravo a controllarmi, eccetto per un episodio di qualche mese fa dove, dopo aver preso una multa,
ho inseguito in macchina la pattuglia dei vigili urbani urlandogli dietro (senza conseguenze, per
fortuna). La vergogna la provo dopo questi attacchi d’ira, perché ho fatto una figura di merda con le
persone vicine e vorrei andare in giro con una scatola in testa fino al giorno dopo. Di solito provo
vergogna per gli altri più che per me. Il rapporto con l’ansia è buono, sono sempre stato in
situazioni abbastanza stressanti, ad esempio durante le partite da arbitro, quando sei da solo o al
massimo in tre contro 22 giocatori più panchine, e l’ansia la provavo prima della partita, in modo
lieve, da uno che è abituato. All’inizio della partita però questa sparisce e lascia il posto alla
concentrazione. La stessa cosa succede per lavoro in occasione di presentazioni a conferenze.

13. Descrivi in maniera elaborata il tuo rapporto con le emozioni, da un punto di vista sia esterno
(come le dimostri esteriormente alle altre persone) che interno.
- Le emozioni sono il sale della vita, per dirla in modo biblico, che rendono la vita degna di essere
vissuta. Come ho già scritto, cerco sempre di evitare di prendere decisioni quando non sono calmo,
perché nessuno è capace di ragionare quando è in preda a forti emozioni. Quando sono
emozionato, sia in modo positivo sia in modo negativo, le persone intorno lo notano molto bene.
Non trattengo le emozioni positive, come la felicità o l’euforia, mi piace che tutti lo sappiano. Il
discorso cambia per le emozioni negative. Come ho già scritto nella domanda 12, la rabbia cerco di
trattenerla, di autocontrollarmi, ma non sempre riesco. La tristezza cerco di reprimerla al massimo
quando sono con altre persone, spesso ci riesco eccetto per le persone molto vicine a me, che lo
notano sempre. Non mi ritengo una persona sensibile, quando c’è qualcosa da fare, importante o
meno, non mi lascio bloccare dalle emozioni e questo vale anche nelle situazioni stressanti.
14. Descrivi cos’è per te l’arte e quando qualcosa si può definire artistico.
- Io ho una mentalità scientifica, sono un dottorando in biotecnologie e ho sempre studiato con
questa mentalità. L’arte in generale, che comprende letteratura, disegno, edilizia, musica e tutto il
resto che mi dimentico, la considero con grande importanza, perché, anche se non sono in grado di
produrla, la ammiro molto volentieri quando non lavoro. Mi piace molto spendere il mio tempo
libero leggendo libri non del mio ambito. Mi piace andare per musei di qualsiasi tipo, mi piace
ascoltare musica e andare a concerti. Mi piacciono le escursioni e l’arte “naturale”. L’unica cosa che
non sopporto è il cinema. Credo che i film siano solo una perdita di tempo: stai due ore seduto a
guardare qualcosa senza far nulla, meglio fare altro.

15. Quali ambiti hai particolare difficoltà, mentre in quali hai particolare talento? Preferisci lezioni
riguardanti la memoria, la logica, la creatività, o i sensi fisici?
- Sono una persona molto curiosa e mi interessa tutto. Comunque, non sono in grado di suonare uno
strumento o di disegnare qualcosa che non sia un omino stilizzato, anche se mi piacerebbe esserlo.
Non mi sono mai chiesto dove ho talento, pensandoci, sono molto bravo nell’ambito scientifico, ad
analizzare dei dati e a condurre un esperimento. Ho talento a ragionare, a controllare tante cose
contemporaneamente. Dal punto di vista fisico, ho talento nell’attività sportiva, raggiungendo
traguardi abbastanza importanti come il livello nazionale (Serie D) come arbitro di calcio, senza
dover ricorrere troppo all’allenamento. Sinceramente, io odio ogni tipo di lezione frontale. Non mi
interessano e spesso mi annoiano. Se devo scegliere, preferisco qualcosa di logica, qualcosa dove
devi ragionare su un problema, così ti passa il tempo. Invece sentire ore parlare una persona mi fa
addormentare, preferisco leggere qualcosa sull’argomento piuttosto.

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