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Transeur opA
Collana di poesia
«nuova poetica»
volumi pubblicati:
1. Mario Benedetti, Materiali di un’identità
2. Italo Testa, La divisione della gioia
3. Anna Maria Carpi, L’asso nella neve. Poesie 1990-2010
4. Gabriel Del Sarto, Sul vuoto
5. Maria Grazia Calandrone, La vita chiara
6. W. H. Auden, Oratorio di Natale
7. Franco Arminio, Stato in luogo
8. Herta Müller, Essere o non essere Ion
9. William Faulkner, Poesie del Mississippi
www.transeuropaedizioni.it
isbn 9788875802004
Ingeborg Bachmann
Leonardo da Vinci
I
Fanno premonizioni gli uccelli
tolti a questa primavera. Volano
come mosche nere rasoterra
contro muri, finestre, stipiti imbiancati
dentro Tebe e non per cercare cibo
ma amori tolti male: guerre.
II
Genova-New York
Ci sono ancora cose da dire a Milano
*
*
Deve essere un lungo piano se-
quenza la memoria: un atto uni-
co che insiste sull’immagine.
*
*
(I particolari possono essere sto-
rie: inizi, in qualche modo, gesti
mai decisi in tempo.)
*
Si era coperto con dei fogli di giornale:
erano le notizie a tenerlo al caldo.
*
Non rendere falsa testimonianza:
anche la neve è un sì o un no
che presto finisce.
III
[Blog-Out]
L’esercito ha soltanto una vita attiva.
E non ci si immagina soldati “con-
templativi”. Generalmente se il gioco
degli eserciti viene “contemplato” è
per denunciare l’estrema assurdità.
Georges Bataille
[Senza data]
[lettera da un fronte]
[4 marzo 2003]
Hai ragione tu:
bisogna onorare la gioia.
[6 marzo 2003]
[12 marzo 2003]
Mi ancoro su ondate
e il fondo fa eco a un suono
che dell’acqua ha solo il chiaro:
il resto è dell’annegato.
[19 marzo 2003]
20 marzo 2003
3.35 ora italiana
Con “Decapitation Strike” inizia l’attacco americano all’Iraq. Il
secondo in un decennio. Era davvero necessario? Come si sono
formate le coalizioni che l’hanno determinato? E, soprattutto,
quali scenari sono ipotizzabili dopo la sua conclusione? “La
fredda guerra” analizza in chiave geopolitica le strategie che
hanno preceduto il conflitto e la politica del “nuovo ordine
mondiale” voluta dall’amministrazione Bush.
Pioggia di missili, la vera guerra a Baghdad. I marines attac-
cano dal sud. Battaglia a Bassora primi morti. Saddam sfugge
al bombardamento.
[24 marzo 2003]
[frammento di lettera]
[26 marzo 2003]
[30 marzo 2003]
A Baghdad è bombardamento continuo. Tutti i caccia in azione,
decine di morti. Colpita fattoria all’ingresso della città: venti
morti, undici sono bambini.
I bombardamenti si accaniscono sulla capitale, notte e giorno,
come promesso […].
[1 aprile 2003]
[…] e ogni mattina ritroviamo gli effetti sanguinosi […].
Erano le 12.30, l’ora della preghiera di mezzogiorno, c’era
chi pregava e le donne cucinavano, quando è arrivato un
boato, la casa colpita è stata completamente distrutta,
quella dietro solo parzialmente, sei morti, compresa una
bambina di dodici anni.
“Io mi auguro che la guerra duri il meno possibile, perché ogni
giorno in più di guerra comporta sofferenze indicibili […]. Il
risultato di questo conflitto non sarà certo quel che si vedrà
sul campo […]. Sarà quel che ne conseguirà.”
[2 aprile 2003]
Un missile americano piomba su Hilla, l’antica Babilonia.
Trentatré persone massacrate. Un’intera famiglia sterminata
da un razzo mentre fuggiva su un furgoncino: quindici vittime
[…] tredicesimo giorno, tre stragi. La guerra continua.
[2 aprile 2003]
“Mi auguro ardentemente che il popolo iracheno resista all’ag-
gressione con tutte le sue forze, se è possibile fino all’ultimo
minuto. Dico queste cose con amarezza, io vecchio che ora
non so far nulla in aiuto agli aggrediti. Ma l’impunità per gli
aggressori sarebbe proprio il peggio. E io sono un pacifista,
non un calabrache. Naturalmente poi c’è la grande pietà per
i morti di tutte le parti. Antigone, vi ricordate?”
Sparati ai posti di blocco, centrati […] presi nel fuoco dei
combattenti casa per casa colpiti dai bombardamenti sulle
città: donne, bambini, uomini disarmati sono le vittime di
questa guerra.
[3 aprile 2003]
La morte innocente scende nelle fosse e lastrica, i pavimenti,
negli ospedali.
Missili su un ospedale […]. Distruzione e morte nel reparto
maternità. La guerra […] li ammazza già sul nascere.
Lo spettacolo più raccapricciante lo riservano le corsie
dei piani superiori.
Al terzo piano stanze piene di feriti: alcuni hanno già avuto gli
arti amputati, altri li avranno inevitabilmente.
Un vecchio con un braccio fasciato tossisce insistentemente […].
Quanta acqua ci serve
senza che possa mai bastare, amore?
Quanto battesimo consumato agli orli
quanta pietà?
In una corsia accovacciata per terra una madre nascosta sotto
un velo nero […].
I marines avrebbero conquistato un ponte strategico ad
al-Kut, città chiave in riva al fiume Tigri, e si preparano a
proseguire l’avanzata.
La città è stata circondata, i punti d’accesso sono stati chiusi.
I continui bombardamenti tengono la maggior parte della gente
chiusa in casa. Uscire è sempre un rischio anche se nemmeno il
tetto di casa è più sicuro.
[4 aprile 2003]
Baghdad aspetta al buio il suo destino. Per la prima volta
dall’inizio della guerra […] la luce […] viene tolta.
[4 aprile 2003]
Trovare datteri e fichi nelle mani morte
porta disperazioni, specchi rotti
sale rovesciato. Ma dimmi come sei
ora, dopo tutto questo, dopo
che non sei più tornata indietro.
Portano anestetici, filo chirurgico, bende, fluido intravenoso,
lenzuola e coperte.
[7 aprile 2003]
come fossimo provviste: secchi d’acqua
come il gelo dell’Achmatova
che aspetta fuori dalle mura
come le partenze.
Entrano, sparano, si fanno vedere e tornano indietro. Al
sicuro […]. Pausa […]. Ancora bombe altre incursioni,
occupazioni di palazzi, case distrutte […]. Qualcun altro
che tenta di arrendersi strisciando […] ma viene giustiziato
mentre alza le mani.
[8 aprile 2003]
Immagini di cadaveri avvolti in sacchi […] di feriti in ospe-
dale, di bambini morti o deturpati dalle bombe, di persone
disperate […]. Di case distrutte, di macerie ovunque […].
È la guerra vera […]. Quella che se ti allontani dai tuoi figli
rischi di non rivederli mai più. Quella che ti piomba addosso.
[8 aprile 2003]
Chi trasporta un frigorifero, chi un ventilatore a pale, scatoloni,
roba sottratta ai magazzini […]. Il traffico è ripreso e il vai e
vieni per andare a procurare provviste fresche.
Non si riesce a seppellirli tutti, i morti stivati dentro camion
frigo. I saccheggiatori non risparmiano gli ospedali, le case e
i musei. Rapine, linciaggi.
All’ospedale psichiatrico medici e infermieri seppelliscono
montagne di cadaveri che ormai non trovano più posto da
nessuna parte.
Non c’è tempo per la pietà.
Molti cadaveri giacciono ancora per le strade colpiti a morte,
sempre più gonfi, deformati, prima di imputridirsi.
Togliti da me, liberami come le madri
quando partoriscono, quando fanno fuori
feci, urina e figli insieme.
[scritta sopra un muro di una casa crollata di notte]
[17 aprile 2003]
Il 27 marzo un autobus di marca italiana che trasportava 32
persone verso Najaf si è avvicinato troppo ai tank americani
di un check point dalle parti di Al Chefel City. Quando l’autista
si è fermato per fare marcia indietro, il carro armato ha fatto
fuoco. Le persone sono letteralmente esplose.
Sulle sponde del fiume Dokan vicino al ciglio della strada, al
limite di un piccolo campo coltivato, scorgiamo strani papaveri
rossi: conficcati a terra con uno stelo di ferro, la corolla è un
triangolo rovesciato con dipinto un teschio. Sono i segnali di
campo minato.
Capelli folti e castani, leggermente ondulati, i lineamenti
delicati […] si stravolgono in grida e pianto, quando un’in-
fermiera alza il lenzuolo che copre le sue gambe.
Ci sono baci che restano sulle labbra
e altri che raccontano destini: guerre
che fanno tremare fino alla fine.
[………]
La nostra conta è finita quando
si resta dispari e spaiati.
IV
ii
iii
iv
«Sì proprio come quando si ritorna»
Sì proprio come quando si ritorna
a prendere le cose dalla casa:
i vestiti, il silenzio dopo l’esplosione.
[Blog-Out]
I passi in esergo posti in questa sezione sono tratti
dalle pagine de «il manifesto» e da «Internazionale», del
mar.-apr. 2003.
Mi auguro ardentemente che […]: questo esergo è un
passo scritto da Pietro Ingrao ne «il manifesto», 2 apr.
2003.
È proprio questa la città che uccide: qui il riferimento
alla poetessa russa Anna Achmatova è legato alla sua du-
ra vicenda umana. Nel 1938 il suo unico figlio Lev venne
arrestato e imprigionato nel carcere di Kresty. Per dicias-
sette mesi, in attesa della sentenza, ella si recò al carcere.
C’era una lunga fila di congiunti degli imputati – soprat-
tutto donne – che si snodava da un’apertura del muro
dell’edificio. A volte accadeva di aspettare al gelo anche
due giorni interi di seguito.
Perché con queste mani, quando voi siete morti: è que-
sto un passo tratto dall’Antigone di Sofocle, nella tradu-
zione di Elena Bono, Garzanti 1982.
II – Genova-New York 13
III – [Blog-Out] 23
Note 91
NOTE SULL’EDIZIONE
Per restare fedeli
di Stefano Raimondi
Impaginazione Dario Rossi
Correzione bozze Irene Baldoni
Promozione e distribuzione pde Italia
www.transeuropaedizioni.it – www.facebook.com/transeuropa
COLLANA NARRATORI DELLE RISERVE
volumi pubblicati:
. Aa.Vv., a cura di G. Milani e M. Rovelli, I persecutori
. Fabio Genovesi, Versilia rock city (a ed.)
. Giuseppe Catozzella, Espianti (a ed.)
. Elio Lanteri, La ballata della piccola piazza (a ed.)
. Demetrio Paolin, Il mio nome è Legione
6. Aa.Vv., a cura di G. Milani, Over-Age. Apocalittici e
disappropriati
7. Franz Krauspenhaar, L’inquieto vivere segreto
8. Stefano Amato, Le sirene di Rotterdam
9. Pier Vittorio Buffa, Ufficialmente dispersi
10. Riccardo De Gennaro, La Comune 1871
11. Andrea Tarabbia, La calligrafia come arte della guerra
12. Roberto Pusiol, Ritratto di Edi Tonon gerontoloscente
13. Paolo Passanisi, L’Angelo di Leonardo
14. Tore Cubeddu, Cisàus
15. Fabio Guarnaccia, Più leggero dell’aria
6. Piero Pieri, Les nouveaux anarchistes (a ed.)
7. Janis Joyce, Seventy Sex (a ed.)
8. Pit Formento, Il sostituto
9. Marco Mantello, La rabbia
20. Sarah Shun-lien Bynum, Madeleine dorme
21. Bernard Quiriny, Le assetate
22. Aa. Vv. (a cura di Mauro Baldrati), Love out
23. Jakuta Alikavazovic, Fuga in blu
24. Elio Lanteri, La conca del tempo
25. Jacek Dukaj, Gli imperi tremano
26. Riccardo Romagnoli, Il diciottesimo compleanno
volumi in uscita:
27. Romano Luperini, L’uso della vita. Millenovecentosessantotto
(febbraio 2013)
COLLANA MARGINI A FUOCO
volumi pubblicati:
. Giulio Milani (a cura di), Mario Rigoni Stern, Hermann Heideg
ger. Ritorno sul fronte
. Giulio Milani (a cura di), Storia di Mario. Mario Rigoni Stern
e il suo mondo
. Marco Rovelli (a cura di), Con il nome di mio figlio. Dialoghi
con Haidi Giuliani
4. Stefano Amato, Fabio Genovesi, Franz Krauspenhaar, Guida
letteraria alla sopravvivenza in tempi di crisi
5. Giulio Mozzi, Corpo morto e corpo vivo. Eluana Englaro e
Silvio Berlusconi
6. Laura Bettanin, Finché l’erba crescerà e i fiumi scorreranno
7. René Girard, Prima dell’apocalisse
8. Simona Castiglione, La mente e le rose
9. Marino Magliani, Vincenzo Pardini, Non rimpiango, non
lacrimo, non chiamo
1o. Alessandro Volpi, Dizionario della crisi per ignoranti colti
11. Franco Buffoni, Laico alfabeto in salsa gay piccante
12. Davide Grittani, C’era un paese che invidiavano tutti
13. Margherita Hack, Giulia Innocenzi, La stella più lontana
14. Ettore Mo, Diario dall’Afghanistan
15. Ludovica Ioppolo, Martina Panzarasa, Al nostro posto. Don-
ne che resistono alle mafie
16. Marco Malvaldi, Roberto Vacca, La pillola del giorno prima.
Vaccini, epidemie, catastrofi, paure e verità