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Elia Tropeano Gli Sconvolgenti Effetti Terapeutici Della Semplificazione Del Pensiero (Feb. 2021)
Elia Tropeano Gli Sconvolgenti Effetti Terapeutici Della Semplificazione Del Pensiero (Feb. 2021)
Elia Tropeano
SEMPLIFICAZIONE
DEL PENSIERO
2
“Non lasciarti mai scoraggiare dagli
insuccessi, ma pensa ai buoni risultati e
vai avanti applicando il tuo dono per il
bene di tutti!”.
Giulio
3
Ringraziamenti
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Domande
6
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1
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La signora confessò che non sapeva che si
poteva fare anche questa cosa. Asserii che
erano in tanti a non averne cognizione (il
nostro cervello è sostanzialmente una
macchina che vuole comunicare).
Per chiudere il discorso, pregai le voci di
sospendere il dialogo. Queste si eclissarono
e ci salutammo.
Dopo qualche giorno, tornarono e la
paziente mi fece uno squillo. Chiesi alle
voci se avessero intenzione di smetterla.
Riportò che mi avevano gridato: ” Fatti i
fatti tuoi!”. Pensai che volessero
comunicare solo con lei, quindi, l’invitai a
verificarlo, ma queste risposero: “No, Si!”.
Le risposte multiple facevano presumere
l’esistenza di più voci, quindi, raccomandai
alla donna di accertarsene. Dopo un po’,
m’informò che erano tre. Feci domandare
cosa facesse ognuna e queste le
mormorarono: “ Sì, No, Non so!”.
Le suggerii di ascoltare i suoni che si
propagavano nell’ambiente.
Ribatté che non c’erano rumori nella
stanza. Le ordinai di provocarli e sentirli
con attenzione. Improvvisamente le voci
cessarono.
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Le spiegai che i suoni provenienti
dall’esterno percorrono le stesse vie neurali
di quelli che giungono dall’interno, quindi,
si annullano a vicenda. Lo stesso discorso
valeva per le sensazioni. Il prurito, ad
esempio, è una sensazione interna che si
neutralizza con il grattamento (una
sensazione esterna) e il trattamento non
deve essere protratto nel tempo, a volte
bastano poche applicazioni.
Inaspettatamente irruppero le voci: “Ha
capito tutto!”.
A quel punto, salutai sia lei sia le voci.
Successivamente, queste si fecero sentire
con una certa insistenza, allora, decisi di
intervenire in modo diretto: “ Ma siete in
grado di risolvere il suo problema?”
La paziente disse che le voci avevano
urlato: ”No, sì, fatti i fatti tuoi!”.
Feci notare a queste che erano in dissenso,
pertanto dovevano conciliarsi e formulare
risposte condivise. Dopo un po’, accolsero
l’invito e ordinarono alla paziente di
prendere nuovamente le medicine, ma lei si
oppose. Tentai, allora, di mediare un patto
domandando che cosa doveva realizzare la
signora affinché loro se ne andassero per
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sempre. Queste le imposero di smettere di
fumare. Fui concorde con le voci e feci
sperimentare alla donna una tecnica ad oc,
la scozzata3.
Dopo alcuni giorni confermò che aveva
smesso di fumare e che le voci erano
scomparse.
All’inizio di novembre 2008, mi mise al
corrente che si sentiva bene, malgrado ciò
aveva paura di prendere l’autobus e non
poteva recarsi dal fratello (ricordavo di aver
trattato quella paura, forse la tecnica non
aveva funzionato). Purtroppo dovevo
uscire e rinviai il trattamento.
Il giorno seguente telefonò per informarmi
che era andata dal parente, aveva preso il
pullman, senza accusare angosce o sensi di
soffocamento. Inoltre, non fumava e non
sentiva più le voci.
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Note al capitolo 1
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Se il soggetto si sente soddisfatto dell’integrazione,
procedete con il ricalco nel futuro, altrimenti
cercate delle risorse più adeguate.
Per mettere le risorse al passo con il futuro, non
dovete fare altro che tenere premute le due ancore
e far identificare al soggetto il contesto in cui la
risposta problematica si manifesti.
L’ancora è sostanzialmente una qualsiasi
rappresentazione d’origine interna o esterna che ne
innesca un’altra o una serie di rappresentazioni.
Per stabilire l’ancoraggio non occorre un lungo
condizionamento, anzi, il più delle volte è
immediato. Naturalmente si possono stabilire delle
ancore in ciascuna delle nostre modalità sensoriali:
le espressioni del volto, i gesti, il tono e il ritmo
della voce, il tatto, gli odori e i gusti possono essere
ancore per altre rappresentazioni.
Il cane di Pavlov
L’equipe di ricercatori, guidata da Pavlov, nella
prima fase di sperimentazione mostrava del cibo
ad un cane, questo non appena cominciava a
salivare, l’equipe emetteva dei suoni mediante un
campanello. Dopo un lungo condizionamento,
riuscirono a far salivare il cane ogni qual volta
squillava il campanello. Nacque, così, l’idea del
condizionamento stimolo-risposta.
Nell’uomo le cose sono leggermente diverse: basta
solo pensare alle cibarie per produrre salivazione,
in realtà, lo stimolo sonoro è un’ancora.
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2
Guarigione rapida delle fobie
Procedemmo in questo modo:
“ Immagina di vedere te stessa appena prima di
manifestare la reazione fobica, possibilmente in
bianco e nero… Adesso, trasformi l’immagine fissa
in un filmato e guardati fino al momento
immediatamente successivo alla fine dell’esperienza
spiacevole… Ora, ferma la ripresa ed entra
nell’ultimo fotogramma, in modo da osservare, con
i tuoi occhi, e a colore, l’ambiente circostante …
Fai ripartire velocemente il film all’indietro, in un
paio di secondi. Tutte le cose si muoveranno al
contrario, proprio come quando si riavvolge la
pellicola di un film … Adesso pensa alla fobia per
sapere se ti da ancora noia”...
3
La scozzata
Chiesi alla paziente se avesse chiara nella mente
l’immagine che la costringeva a fumare. Rispose
affermativamente.
Le suggerii di creare una nuova immagine ove si
vedeva matura e competente e che aveva già
smesso di fumare.
Le consigliai, poi, di rendere la prima immagine
grande e luminosa; la seconda, piccola e scura.
Arrivato a questo punto, le feci trasformare
l’immagine grande e luminosa in un’immagine
piccola e scura, ma alla stessa velocità in cui la
seconda diveniva grande e luminosa. Infine, le
raccomandai di ripetere l’esercizio quattro volte.
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Terminata la prova, domandai alla signora se fosse
in grado di creare la prima immagine, rispose di no;
le annunciai che il metodo era riuscito.
La tecnica della “scozzata” è esposta in dettaglio
nel libro ‘Usare il cervello per cambiare’ di Richard
Bandler - Astrolabio - Roma, 1986.
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2
Cronistoria di un tumore
(Racconto iniziato sul web il 4 settembre 2008)
29
traumatica che ricordasse, di allontanarla e
rimpicciolirla il più possibile.
Ad operazione eseguita, nuovamente
dolore crollato. Ciò nonostante, l'ho
invitata a eseguire la dissociazione
visivo/cenestesica (immaginare se stessa
conversare con me a telefono). Il dolore si
è estinto.
La signora mi ha chiesto come facevo a
ottenere certe cose, ho risposto che era lei a
eseguire il lavoro, io ero solo un consulente.
Mi ha passato il figlio, il quale, un po’
incredulo, ha strepitato: “Ma fai miracoli?”.
Ho risposto: ”E’ il suo cervello che
funziona bene!”.
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Aggiornamento del 6 settembre 2008, ore
21 e 12 minuti. Ho ricevuto poco fa la
notizia che la metodica è riuscita ancora
una volta. La paziente non ha accusato
alcun problema, nemmeno dopo il pasto
serale. Ho detto all’osservatore che ero
fiducioso e ben disponibile.
Tecnicamente avevo scoperto che le
submodalità visive critiche della donna
erano la distanza e le dimensioni delle
immagini elaborate internamente. Tuttavia,
la distanza e la dimensione sono
strettamente collegate, nel senso che se
aumenta una, automaticamente, diminuisce
l’altra. In sostanza è come se avessi una sola
variabile da sfruttare. Detto ciò, ogni qual
volta consiglio alla volontaria di allontanare
o rimpicciolire un’immagine mentale, la
sintomatologia si affievolisce.
In ogni modo, occorre conoscere una terza
variabile, giusto per non trovarmi
impreparato nel caso le prime due non
dovessero funzionare.
Chiederò, quindi, all’osservatore di
scovarne un’altra.
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Potrebbero essere: la luminosità, il colore,
la messa a fuoco, ecc. delle rappresentazioni
create internamente.
Le submodalità critiche sono quelle variabili
analogiche che provocano sconvolgimenti
istantanei nell’esperienza soggettiva di una
persona.
Come identificarle?
Basta ascoltare l’interlocutore.
Se, ad esempio, questo dovesse dire: “Il tuo
punto di vista sembra buio”, la submodalità
critica è la luminosità.
Se dovesse pronunciare: ” Il mio futuro
appare roseo”, la variabile è il colore.
Operare con più submodalità è sempre
meglio che lavorare con una. Purtroppo
non posso permettermi di far parlare la
paziente dei problemi solo al fine di
identificare un’altra variabile. Le metodiche
devono essere istantanee, potrei perdere il
rapporto di fiducia con la signora, legato
comunque a un filo abbastanza sottile.
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Oggi 10.09.08, ore 14.00, la signora è
depressa. L'ultima tecnica, che avevo usato,
era stata più potente del solito.
La metodica aveva funzionato
eccessivamente tanto che la signora aveva
lamentato un rilassamento muscolare quasi
completo. Aveva dormito, appena dopo,
per tre ore consecutive e una volta destata,
si era spaventata in modo smisurato tanto
da litigare col figlio.
Ho confessato di aver esagerato con il
rilassamento, assicuravo, però, che la
prossima volta sarei stato più accorto nel
dosarlo.
Premetto che utilizzo una comunicazione
ecologica, gli effetti a volte possono essere
un po' esagerati e disorientare il paziente,
tuttavia non esiste una DML, dose minima
letale, tanto è vero che ieri sera ho ricevuto
il solito messaggio: "Anche stasera tutto
Ok. Lieve dolore dopo pasto passato dopo
poco tempo".
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Oggi, 11.09.08, ore 13 e 55 minuti.
L'osservatore per telefono riferisce che la
mamma è nuovamente speranzosa.
Tuttavia, voleva che comunicassi con lei
per certi bruciori, sempre nella zona ove
prima avvertiva dolori. Ha evidenziato,
inoltre, che erano scomparse anche le
tracce di sangue residue.
Ho chiesto alla signora se avesse mangiato
qualcosa di piccante, tipo il peperoncino, ha
sorriso e risposto di No.
Ho pensato che il bruciore fosse un
meccanismo per mascherare il dolore.
Allora, ho fatto visualizzare lei stessa,
mentre conversava con me a telefono,
questa volta, però, doveva avvicinare e
ingrandire l'immagine. Il bruciore è
scomparso ed è emerso l’indolenzimento;
ho proceduto, quindi, con la dissociazione
visivo/cenestesica: far allontanare,
rimpicciolire e rendere più buia l'immagine
di se stessa. Dolore dissolto. Mi ha passato
il figlio, il quale ha assicurato che entro 10-
15 giorni la mamma ripeterà gli esami della
TAC.
Ho inviato i migliori auguri.
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12.09.08, ore 14 e 20, ho ricevuto la
telefonata dall'osservatore. La mamma non
voleva disturbare perché la sofferenza era
lieve, ma ha preferito chiamare. Ho
specificato che non ero al corrente di come
fossero i dolori prima dei miei interventi,
sapevo solo che erano fastidiosi. Ha
precisato che questi erano abbastanza forti,
duravano oltre due ore e cominciavano ad
attenuarsi dopo la digestione.
Mi ha passato l'anziana che ho guidato nella
dissociazione visivo/cenestesica: il male è
scomparso.
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E’ probabile che questa metodica non
funzioni su tutte le persone; occorrerebbe,
quindi, approfondire un pochino la ricerca.
Sintetizzando, se dicessimo: "Cervello,
eliminami il mal di testa!", le possibilità di
ottenere un sollievo sono vicino allo zero.
Il cervello, tranne nei casi in cui cambia
modalità di programmazione1, non
comprende il messaggio verbale, ma quello
"gestuale" (termine non proprio adeguato a
descrivere quanto esposto).
Il nostro cervello è una macchina
essenzialmente intuitiva in grado di
comprendere minime variazioni
d’immagini, suoni e sensazioni.
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la flessura splenica sono interessati
rispettivamente nel 16% e nell’8% dei casi.
Il 70% dei pazienti si presenta alla diagnosi
con malattia chirurgicamente aggredibile, il
30% con malattia metastatica; il 25% dei
pazienti operati radicalmente presenterà
una ripresa di malattia dopo un tempo
variabile.
La sua eziologia, la causa, è sconosciuta,
anche se studi epidemiologici hanno
identificato alcuni possibili fattori di rischio.
CHIRURGIA
Il miglioramento delle tecniche
diagnostiche e chirurgiche negli ultimi 40
anni ha determinato un miglioramento della
prognosi.
Generalmente il 70% dei pazienti viene
sottoposto ad interventi chirurgici
apparentemente radicali a scopo curativo;
invece nel restante 30% dei casi, già in fase
avanzata di malattia al momento della
diagnosi, viene eseguita una chirurgia a
scopo palliativo. Nei pazienti operati in
maniera apparentemente radicale, il rischio
di recidiva varia con lo stadio patologico del
tumore primitivo: ad esempio in uno stadio
40
iniziale di malattia T3 N0 M0 vi sono
recidive nel 30% dei casi, con uno stadio
T3N1M0 invece, nel 50%.
La chirurgia può essere inoltre utile, e talora
indispensabile, nella malattia avanzata, per
prevenire complicanze, come occlusioni,
sanguinamenti o perforazioni, oppure per
asportare recidive locoregionali o metastasi
a distanza (al fegato, polmone, ecc.), talora
con intento curativo.
http://www.benessere.com/salute/disturbi
/tumore_colon_retto.htm
44
Sms del 21 settembre 08, ore 23.01,
”Dolore che non le consente di sedere sul
divano; niente sangue ma umore depresso".
45
parte responsabile del problema voleva
comunicare.
Ho fatto chiedere ancora se questa avesse
intenzione di eliminare il suo disturbo: la
dolenza si è indebolita e lei ha replicato che
la parte responsabile dell’affezione aveva
risposto di NO.
Per finire, ho fatto domandare se le analisi
del sangue sarebbero risultate positive alle
nostre aspettative. Il dolore si è
intensificato e lei ha detto di aver ricevuto
una risposta affermativa. Dopo aver
spiegato che le risposte non verbali sono
attendibili all’80%, ho aggiunto: ” E’
arrivato il momento che comincia ad
eseguire le tecniche in modo autonomo,
giusto per valutare le capacità finora
apprese, in sostanza deve eseguire la
dissociazione visivo/cenestesica, senza il
mio aiuto iniziando a vedersi dall’alto”.
Dopo l’esperimento, il dolore è diminuito.
Doveva provare da un altro punto
d’osservazione: ha preferito dal basso. Il
dolore si è indebolito ulteriormente. Siamo
giunti, quindi, alla tecnica di rilassamento.
Le ho consigliato di iniziare dai piedi. Ha
fatto rilassare progressivamente i piedi, poi
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le gambe e, quindi, le cosce. Ho consigliato
di proseguire in modo meno celere. Ha
rallentato e continuato verso il bacino.
Arrivata al torace, sono intervenuto: “
Bisogna rallentare un po' il procedimento”,
approvato il suggerimento, ha proseguito
verso le restanti parti del corpo. Il
malessere si è spento.
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alla genitrice che gli esami risultavano
invariati.
Quindi, tocca all’osservatore saper mentire.
Commento
Comunico con una paziente
d’ottantacinque anni, affetta da tumore ad
uno stadio avanzatissimo la cui prognosi è
la morte certa. Il figlio non è in grado di
mentire alla mamma pur sapendo che le
parole hanno, su lei, un potente impatto
emotivo, psicologico e fisico.
Nel pieno rispetto dei valori umani, si
sarebbe potuto spiegare alla degente che
c’era una notizia bella e una cattiva. La
prima era che le analisi del sangue sono
risultate buone; la brutta, che i markes
tumorali sono passati da 1,2 a 1,8. Oppure
da 0,12 a 0,18. Ancora meglio da 0,0012 a
0,0018. Insomma, sono solo numeri, conta
solo il modo di esprimerli in decimali.
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Sms delle ore 9.40 del 28 settembre 2008, "
Ieri sera nessun dolore; assenza di sangue
da tre giorni. Grazie a te e grazie a Dio!".
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4 ottobre 2008. Oggi non ho ricevuto
alcuna chiamata. Ho pensato che alla
signora non fosse sopraggiunto il disturbo.
Alle ore 22 e 48, ho ricevuto il seguente
sms: "Dopo pranzo dolore passato dopo un
po'; dopo cena poco dolore ma pancia
gonfia e morale basso".
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Sms delle ore 22 e 59 del 5 ottobre 2008.
"Stasera tutto Ok! Grazie”.
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misura minore rispetto al periodo
novembre 2007 - aprile 2008.
L’incognita rimane l’area in necrosi.
Ho chiesto al figlio dell’ammalata di farmi
avere chiarimenti in merito. In ogni modo,
conosco un oncologo, mi farò spiegare cosa
accade a livello clinico.
Comunque, siano andate le cose, sono
contento che la paziente non corra pericoli
di vita e spero che qualcuno ci assista
dall’alto.
Preciso che le metastasi erano assenti anche
prima dell’esame, ma la zona in necrosi è
una novità.
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zona. Comunque, mi avrebbe inviato un
resoconto della tomografia.
Spero essermi espresso bene con l’amico
oncologo dott. S. "9 millimetri", potrebbe
sembrare poca cosa, ma parliamo di circa
un centimetro di massa tumorale in più.
Comunque, ricordo di aver precisato "Circa
un centimetro", ma lui ha ripetuto: " Una
nullità!". Non posso giurarlo, in questo
momento ho le idee un po' confuse.
Carissimo Elia,
T’invio l'esito della tac di mia madre
(solo la parte relativa alla patologia) sperando che
sia utile a quanto mi hai accennato telefonicamente.
61
A questo punto, è doveroso spiegare
meglio gli eventi. Il signor G. si era rivolto
al dott. S. per chiedere informazioni circa le
applicazioni d’ipertermia sulla madre, ma la
terapia ipertermica, oltre ad avere un certo
costo, richiedeva che lei si recasse più volte
nel nord Italia: l'ipotesi appariva poco
praticabile. Allora, il clinico consigliò di
rivolgersi a me sia perché risiedevo a Isernia
(150 km di distanza circa) sia perché avevo
le qualità per assistere un caso così grave.
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è risultato buono e superiore a quello del
mese precedente.
Aggiornamento conclusivo
Data: 18/11/08 17:23 Data: 18/11/08
17:23
Carissimo Elia,
è un po’ che non ci sentiamo, ma sei sempre nei
nostri pensieri e nel nostro cuore. La situazione
attualmente è abbastanza stabile. Il dolore che
ultimamente già si era molto attenuato ora è quasi
scomparso. Spero che la stesura del tuo libro vada
bene; mi raccomando considera prenotata una copia
con dedica e se possibile fammi sapere dove reperire
copia del primo libro. Non dimenticherò mai tutto
quello che hai fatto per noi e con quale gentilezza e
umanità l'hai fatto. Spero di poter contare sempre
su di te e tu per quanto possa esserti utile fa
altrettanto. Non lasciarti mai scoraggiare dagli
insuccessi, ma pensa ai buoni risultati e vai avanti
applicando il tuo dono per il bene di tutti !!
Tienimi informato su tutto!!! Grazie e un abbraccio
Giulio
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Note al capitolo 2
1
Modalità di programmazione.
Alla penultima lezione di un corso di Terapie
istantanee si presentò una donna di circa 40 anni
che lamentava una congiuntivite allergica. I suoi
occhi erano arrossati a tal punto che a malapena si
scorgeva il bianco del bulbo oculare. Aveva questo
problema da circa venti anni.
Spiegai che le allergie non erano altro che un errore
del sistema immunitario che bisognava correggere.
Lo stesso giorno andò da un oculista per una visita
e fornì la mia versione, ma questi la convinse
dell’assurdità della affermazione. Le prescrisse delle
gocce ma non ottenne risultati. La signora si
presentò all’ultimo incontro ripetendo il parere
dello specialista.
Riferii al gruppo di lavoro che il medico
necessitava di una risposta appropriata. Feci
immaginare alla donna di trovarsi in un luogo
molto piacevole dove poteva trovare serenità e
calma e sentirsi sempre più rilassata e felice. Non
appena ebbe accesso alle immagini, cambiò
modalità di programmazione perché il suo sistema
primario di rappresentare le informazioni era
quello auditivo. Suggerii soltanto che i suoi occhi
sarebbero diventati belli e la riportai al sistema
sensoriale abituale, facendole ascoltare i suoni della
stanza e la mia voce. Dopo alcuni minuti, dai suoi
occhi svanirono rossore e prurito. Un maestro di
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Tai Chi Chan che aveva assistito alla
dimostrazione, chiese in prestito il mio libro.
Successivamente, incontrai la donna, la quale:
aveva conservato i benefici nonostante le desse
ancora fastidio la luce.
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Una ragazza di ventiquattro anni chiese se fosse
possibile, con le mie tecniche, risolvere il suo
problema. Da circa tre anni non avvertiva più gli
odori, aveva consultato diversi specialisti, ma senza
successo. La invitai a pensare ad un prato fiorito.
Un luogo stupendo ove era possibile ascoltare il
canto degli uccelli, il rumore soave di un ruscello, il
ronzio prodotto dagli insetti mentre volano sui
fiori, il suono emesso da un’ape che urtava alcuni
petali delicati e lo sprigionarsi di un intenso e dolce
profumo. A quel punto cominciò a dilatare le
narici, il segnale d’accesso agli odori, e cambiò
modalità di programmazione. Suggerii, quindi, che
poteva avvertire gli odori e la feci tornare allo stato
usuale.
Silvana, una sua amica, andò a cercare dei profumi,
ne trovò uno e lo fece odorare alla ragazza, la quale
indovinò alcune essenze tra cui l’estratto di cocco.
A distanza di tre mesi aveva conservato i benefici
della seduta terapeutica.
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3
Antivirus psicosomatico
74
alcuni parenti, tuttavia, sostengono che il
successo sia dipeso da me).
Provai la metodica su un signore sofferente
di tumore al retto e metastasi al fegato: il
tumore si ridimensionò e le metastasi si
ridussero. Poteva trattarsi dell’ennesima
coincidenza, tuttavia partecipai ad un forum
sui tumori (www.molecularlab.it) ove
sostenni che queste patologie erano
semplici da risolvere, pertanto cercavo
qualcosa di più complicato: le malattie
degenerative.
Dopo qualche giorno mi arrivò il seguente
messaggio:
Glioma del tronco infiltrato d’Andrea
(16/03/2005)
SONO UN BIMBO DÌ 7 ANNI CHE DAL
QUATTRO GENNAIO 2005 MI HANNO
DIAGNOSTICATO UN TUMORE DEL GLIOMA
DEL TRONCO, HO FATTO LA CHEMIO
TERAPIO E ORA STO FACENDO LA RADIO.
NON TROVO MIGLIORAMENTI E ORA SONO
PARALIZZATO QUASI TOTALMENTE.
MI HANNO DIAGNOSTICATO INOPERABILE
SE NON SI RITIRANO LE RAMIFICAZIONI.
QUESTA NUOVA TERPIA MI PUÒ AIUTARE?
GRAZIE E AIUTATEMI, UN BAMBINO
BELLISSIMO ANDREA.
Ovviamente il testo fu scritto dal padre.
75
Risposi al messaggio:
Glioma del tronco di Elia Tropeano
(17/03/2005.)
“Carissimo Andrea, non so se le mie tecniche
terapeutiche siano indicate per il tuo caso, ma
provare non costa nulla anche perché sono solo un
ricercatore e le tecniche terapeutici le sperimento
gratuitamente. Qualche tempo fa le ho provate su
un paziente affetto da tumore al retto e metastasi al
fegato. Il tumore si è ridimensionato e le metastasi
si sono ridotte. In ogni modo, egli si era sottoposto a
chemioterapia e non posso dimostrare di avere il
merito circa i risultati.
Il mio indirizzo è elia.tropeano@email.it “.
http://www.molecularlab.it/news/comme
nto.asp?n=1451&p=5
http://www.molecularlab.it/news/comme
nto.asp?n=1451&p=4
http://www.molecularlab.it/news/comme
nto.asp?n=1451&p=3)1.
78
quelle rappresentate in memoria, pertanto
da avvio all’aggiornamento del ricordo.
Per quanto riguarda la progettazione si
potrebbe codificare le istruzioni antivirali in
un programma comportamentale (strategia)
e installarle in un paziente. L’istallazione
dovrebbe avvenire tra la struttura di
riferimento e la struttura linguistica
completa, ove agiscono gli operatori modali
e l’operatore-R che seleziona e copia i
singoli stadi dei programmi
comportamentali.
Per la progettazione e installazione delle
strategie (sequenze di sistemi
rappresentazionali) vedi “Programmazione
neurolinguistica di Richard B. & company,
Astrolabio, 1982 Roma” o mediante le
modalità di programmazione vedi “Neuro-
programmazione digitale, Terapie
istantanee”- Pitagora Editrice, 2004
Bologna.
L’antivirus possiede analogie con il
reimprinting di Robert Dilts (vedi
Convinzioni, 1998 Astrolabio, Roma). Il
suo metodo consiste nel trovare
l’esperienza alla base della patologia,
79
prelevare risorse dallo stato presente e
immetterle nella fase d’imprinting.
In sintesi: la struttura di riferimento, la
somma di tutte le nostre esperienze,
produce il linguaggio, capacità, convinzioni,
creatività ecc. da un lato; dall’altro, talvolta,
problemi psichici e somatici o gravi
alterazioni psicofisiologiche.
80
Note al capitolo 3
1
Dopo l’annuncio, dal forum di molecularlab.it
non ricevetti altre richieste, quindi, sospesi le
ricerche sui tumori.
L’anno successivo, ricevetti la seguente mail:
Gentilissimo sig. Elia, ho letto con molto interesse alcuni
suoi interventi sul forum 1415 di molecularlab. Sono un
medico e da alcuni anni mi occupo d’ipertermia a
radiofrequenza capacitativi esterna in campo oncologico.
I risultati sono discreti ma molto lenti e vorrei poter fare di
più per questi poveri malati. Non ho alcuna esperienza in
ambito psicologico o neurologico, ma le sue teorie mi hanno
immediatamente affascinato e colpito. Risiedo nell’Italia
settentrionale ed esercito prevalentemente in ambito privato.
M’interessa molto approfondire il discorso che propone nel
forum e che mi sembra naufragato nel nulla. Ritenendo,
invece, l’ipotesi molto interessante, le sarei grato se potesse
darmi ulteriori informazioni per valutare un’ipotesi di
collaborazione. (24/09/2006). Dott. S
83
84
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4
86
Non contento, gliela faccio rimpicciolire
ancora di più. Comincia a sentirsi bene, ma
i suoi occhi guardano ancora in alto a dx. A
questo punto le chiedo di immaginarsi
seduta al cinema e di rivedere proiettato
sullo schermo tutto l’evento, dall’inizio alla
fine, e di riavvolgere velocemente la
pellicola all’indietro. Le chiedo di
rammentare l’episodio, sostiene di avere
delle difficoltà a pensarlo (i suoi occhi
questa volta sono rivolti in alto a sinistra) e
afferma di stare bene e in assenza di
sintomatologia. Si mette seduta e ribadisce,
stupita, di stare benissimo. Il suo volto
appare sereno, allora domando, quando va
a lavorare e lei, sicura di se, afferma:
“Domani mattina, dottore!”.
L’infermiera, che ha assistito a tutta la
scena, è esterrefatta e incredula, io ho la
pelle d’oca dappertutto, ma sono entusiasta.
Alla prossima! Un abbraccio.
“Complimenti! Non avrei saputo far di meglio. A
proposito, come avresti affrontato una simile
situazione senza l’ausilio delle metodiche
descritte?”.
A presto da Elia
87
Non avrei fatto altro che inviarla in
consulenza otorinolaringoiatrica. Lo
specialista avrebbe consigliato un farmaco
che si chiama Torecan, da prendere al
bisogno, perché aiuta a togliere le vertigini.
Ovviamente, a un primo esame obiettivo,
non trovando la causa del problema, le
avrebbe richiesto una marea di esami
specialistici. Esami che sarebbero stati tutti
negativi, per cui la sig.ra era condannata a
vita a prendere supposte di Torecan, senza
mai conoscere la causa delle crisi.
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----- Original Message -----
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Settembre 2007
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ragazza era entrata in ambulatorio
sofferente, ora esce raggiante.
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Ancora un caso trattato
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Ecco, allora, un altro caso
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Testimonianze
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Carissimo Elia,
devi sapere che ho sofferto da quando ero in prima
media di psoriasi e dermatite seborroica, se dalla
prima sono guarito completamente, dalla seconda
resto afflitto in maniera discontinua, a seconda del
mio status psicofisico, e comunque in testa non mi è
mai scomparsa.
Ho provato a pensare ad un evento che potesse
coincidere con la comparsa di queste patologie e ho
rammentato il maltrattamento che mi riservavano,
in prima media, due bulli della mia classe.
Ho rimpiccioliti loro e tutta la scena dove gettavano
la mia cartella di scuola nel bidone
dell'immondizia, questo è accaduto tre giorni fa.
Era da tre mesi che per vari motivi personali ed
economici avevo subito l'incattivirsi di questa
dermatite.
Invece da quando ho sperimentato questa tua forma
di regressione, in soli tre giorni mi è quasi
scomparsa.
Grazie e complimenti, non so se sono guarito, ma
almeno per adesso devo ammettere che si è
ridimensionata notevolmente e in pochissimi giorni!
Alberto inviato il: Aug 26 2007, 10:40 PM
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Nota al capitolo 4
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Il forum è traslocato su www.pnlcoaching.info.
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Lettere
Caro Elia,
Ti racconto quello che mi è successo con
un'amica che vive lontano. Costei, da
parecchio tempo lamentava nausea molto
forte, da costringerla a consultare il medico
di fiducia, il quale, dopo aver escluso
gravidanze, virus ecc, le aveva prescritto
una lunga serie di analisi cliniche. Quando
l'ho sentita telefonicamente l'ho convinta a
fare un esperimento, cercare di contattare la
parte di lei, responsabile del fenomeno,
stabilendo come comunicazione un
aumento del sintomo, in caso di un sì, o
una diminuzione in caso negativo.
Prima domanda: "Chiedi alla parte di te
responsabile di ciò se vuole comunicare
con te"; Risposta: " NO!".
Domanda successiva: " Bene, questo vuol
dire che ti ascolta, prova a chiedere se vuole
eliminare questo sintomo";
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Risposta: "NO";
Ultima domanda: " Ok! Allora chiedile se in
futuro vuole eliminare questo sintomo".
Risposta: "Deve essere un No perché non
ho più la nausea, ma come hai fatto?".
"Fatto cosa?".
Ora a distanza di 10 giorni dice di star bene
e le analisi in corso per il momento non
hanno evidenziato nulla di anomalo. Poi
segue tutta una serie di ringraziamenti, ecc.
(Elia, sei grande!). Enzo (12 ottobre 2007).
http://pnlcoaching.freeforums.org/grazie-
elia-grazie-pnlcoaching-info-t29.html
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“Mio figlio ha avuto problemi di droga,
d’alcoolismo .... e ... tutto quel ne segue. Ora mio
figlio è in cura al Sert dove prende quello schifo di
metadone e pastiglie per la depressione. Alcuni
giorni fa ero da lui e ho messo in pratica il Suo
libro. Sono partita dal padre e l'ho fatto parlare
riportandolo ai momenti in cui questo ultimo
"urlava", gli ho "abbassato " i toni della voce del
padre, ho ancorato toccandogli una gamba poi gli
ho chiesto di immaginare come voleva che fosse la
Sua vita e di nuovo gli ho ancorato nell'altra
gamba. Poi gli ho di nuovo detto di ripensare ai
momenti con suo padre toccandogli la gamba che in
precedenza avevo toccato . Ho tirato via la mano e
l'ho messa sull'altra gamba dicendogli di pensare al
suo desiderio da poco espresso. Poi a questo punto
ho toccato entrambe le gambe e di nuovo ho chiesto
di rivivere la triste esperienza facendo seguire il
desiderio dell'esperienza positiva. Premetto che
prima di eseguire il Suo esperimento mio figlio
anziché parlare urlava. Subito dopo aveva
abbassato i toni e si rivolgeva a me con rispetto.
Ovviamente mi ha detto perché è un bastian
contrario che secondo lui non era successo nulla, ma
subito dopo ha cominciato a dormire
tranquillamente e quando si è svegliato era ancora
tranquillo. Il giorno dopo ho provato a ricordagli,
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quando era stata la prima volta con la droga. Non
sono sicura di essere riuscita, ma qualcosa ho fatto
perché ha modificato il suo modo di rapportarsi con
tutti, moglie compresa.
(lettera riportata in formato originale).
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Contatti
Le sue e_mail:
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eliatropeano@yahoo.it
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na.asp
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I suoi links:
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Il libro continua
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Ultimo racconto
L’epilessia
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Avviso ai lettori
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Ultimissime
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Appuntamenti
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Altri lavori da pubblicare
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Bibliografia
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Indice
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