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TITOLO: Dieci piccoli indiani

AUTORE: Agatha Christie nacque nel 1890 a Torquay in Inghilterra da padre americano e madre
inglese. Si occupò della sua educazione scolastica personalmente. Nel 1914 si sposò con il tenente
dell’aviazione Archibald Christie dal cui rapporto nacque la figlia Rosalind. Debuttò nel 1916 con il
suo primo romanzo “Poirot a Styles Court”. Si risposò nel 1930 con l’archeologo Max Mallowan.
Nella sua carriera scrisse in tutto un centinaio di libri gialli, sei romanzi sentimentali, due volumi
autobiografici ed una ventina di commedie. Morì nel gennaio del 1976 un mese dopo aver
pubblicato l’ultima avventura di Poirot “Sipario”, in realtà scritto trenta anni prima.

EDIZIONE: Arnoldo Mondadori

SINTESI: Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida
villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per opportunità, chi per
bisogno, chi per curiosità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì su quell’isola che sorge dal mare
simile a una gigantesca testa di negro che fa rabbrividire solo a vederla.
Non hanno trovato padrone di casa ad aspettarli; hanno trovato invece una poesia incorniciata e
appesa sopra il caminetto della loro camera. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile
incubo. La poesia è, infatti, il filo conduttore di tutta la serie di omicidi che avverranno all’interno
della misteriosa villa. Col passare dei giorni in quel losco posto cominciano ad avvenire strani
omicidi e, nel giro di una settimana, sull’isola non resteranno altro che i cadaveri dei dieci ospiti. La
serie di morti comincerà con quella di Martson e a seguire quella della signora Rogers, Macarthur,
Rogers, la signorina Brent, Wargrave. Dopo quest’ultimo Armstrong, Blore, Lombard e per
concludere il suicidio di Vera Claythorne. Durante tutte queste morti gli ospiti si accusano a vicenda
di essere assassini, ma la morte è toccata a tutti, compreso il vero assassino.
Solo più tardi si scoprirà, in un documento scritto dall’assassino, il motivo di quella follia omicida,
il piano architettato e il nome del “killer”: Lawrence Wargrave.

ANALISI:
 Trama (Fabula/Intreccio): Lo sviluppo della narrazione è complesso perché la fabula non
coincide neppure vagamente con l’intreccio.
 Narratore: il narratore è esterno alla vicenda, e scrive in terza persona.

PERSONAGGI principali:
Lawrence Wargrave: era un giudice di professione, da poco in pensione; doveva essere un tipo
abbastanza ricco perché poteva permettersi di viaggiare in treno in uno scompartimento di prima
classe riservato ai fumatori.
“In un angolo dello scompartimento fumatori di prima classe, il signor Wargrave, giudice da poco
in pensione, tirò una boccata di fumo dal sigaro e scorse con interesse le notizie politiche del
-Times-.” (CFR. pag. 3)
Ricevette l’invito per soggiornare sull’isola di Nigger Island da una sua vecchia conoscente, una
certa Lady Costance Culmington; erano anni che non la vedeva e non riusciva neppure a ricordare
l’ultimo incontro con lei.
“Il giudice Wargrave cercò di ricordare con esattezza quando avesse visto per l’ultima volta Lady
Costance Culmington. Dovevano essere trascorsi sette, otto anni.” (CFR. pag.4)
Era un uomo molto orgoglioso e sicuro di sé, razionale e testardo. Non era un uomo molto forte,
aveva una corporatura poco massiccia e piuttosto debole.
“Rifletté il giudice, dondolando leggermente la testa, come se volesse approvare la propria logica”
(CFR. pag.4)

Vera Claythorne: non era molto ricca e viaggiava in uno scompartimento di terza classe. La
giovane ragazza insegnava come maestra di ginnastica in una scuola elementare di terz’ordine;
sperava di trovare un posto in una scuola migliore e per le vacanze cercava un impiego come
segretaria.
“Fare la maestra di ginnastica in una scuola di terz’ordine non è davvero una fortuna. Se per il
prossimo anno potessi trovare un posto in una scuola decente… Eppure, dovrei accontentarmi del
posto che ho.” (CFR. pag.5)
Aveva un carattere molto chiuso ed era spesso soggetta a crisi di nervi o crisi isteriche.

Philip Lombard: aveva ricevuto la domanda di soggiornare alla villa in un modo piuttosto strano:
era stato affiancato da un misterioso ebreo che gli aveva promesso cento sterline in cambio di una
settimana passata a Nigger Island. Lombard accettò lo scambio più per una questione di soldi; non
gliene erano rimasti molti e aveva solo qualche spicciolo per un pasto decente.
“Lo aveva detto con tono indifferente, come se cento sterline non significassero nulla per lui,
mentre gli rimaneva appena, alla lettera, qualche spicciolo per un ultimo pasto decente.” (CFR.
pag.7)
Era un uomo fidato, sicuro di sé e con idee chiare.
Giudicò la ragazza che gli stava davanti con un solo rapido sguardo degli occhi mobilissimi. Molto
carina… non gli sarebbe spiaciuto sfidarla a una schermaglia.” (CFR. pag.6)
Il compito che gli era stato assegnato per tutta la settimana era quello di difendere gli altri ospiti in
caso di pericolo; era per questo motivo che portava sempre con sé una Revolver.

Emily Brent: era una signorina di sessantacinque anni, sedeva rigida, nella posa abituale, era
sempre avvolta in un’aura di rigidezza e di inflessibili principi, disapprovava qualsiasi forma di
rilassatezza. Aveva ricevuto un insegnamento rigido da suo padre che era sempre stato severo per
quanto riguardava il portamento.
“Avvolta in un’aura di rigidezza e di inflessibili principi, la signorina Brent sedeva nell’affollato
scompartimento di terza classe e trionfava della scomodità e della calura.” (CFR. pag.8)
Non era per niente ricca e il fatto di trascorrere le vacanze gratis la compiaceva molto.
“Le sue rendite si erano ridotte, e una parte delle azioni che possedeva non fruttava alcun
dividendo. In tali condizioni, la proposta non era affatto da scartare.” (CFR. pag.10)
Macarthur: era un generale di guerra, molto riservato, la proposta di trascorrere una vacanza su
un’isola misteriosa gli interessava perché sperava così di rivedere qualche amico dei vecchi tempi e
scambiare qualche chiacchiera con lui.
“Anche lui sarebbe stato contento di parlare con qualcuno dei vecchi tempi. Tanto più che,
ultimamente, aveva avuto l’impressione che molti lo sfuggissero nel suo ambiente.” (CFR.
pag.10)
Era un signore abbastanza vecchio con due baffi particolari, dietro ai quali si nascondeva il sorriso.
“Un vecchio signore alto, dall’aspetto marziale, apparve all’uscita alla stazione. Aveva i capelli
brizzolati tagliati cortissimi e i baffi ben curati.” (CFR: pag. 19)

Armstrong: era un dottore che godeva di modesta fama, grazie ad alcune diagnosi esatte e alle
gratitudini di alcune ricche signore, aveva ricevuto dal destino una vita di successo.
“Aveva aspettato che il destino gli portasse il fallimento o il successo. Ebbene, era venuto il
successo. Era stato fortunato. Fortunato e capace nella professione, naturalmente.” (CFR: pag.
11)
Rischiò anche di perdere tutto il successo da quando aveva cominciato a bere, fortunatamente era
riuscito a smettere e a continuare la sua vita attiva. Aveva accettato di trasferirsi sull’isola perché lo
avevano chiamato per la sua fama di dottore ed era così diventato il medico sociale della villa.

Tony Marston: era un bell’uomo appassionato di automobili e devoto ai liquori e agli alcolici. I
soldi non gli mancavano e gli interessava avere un bancone nella villa traboccante di liquori. Gli
sarebbe anche piaciuto trovarsi nella villa di una diva del cinema, anche se era sicuro che qualche
bella ragazza l’avrebbe trovata lo stesso. Era un uomo appariscente e interessante, aveva anche
molto successo con le ragazze.
“Era alto, ben proporzionato, con i capelli ricciuti, il volto abbronzato e gli occhi celesti.”
(CFR. pag. 13)
“Parecchie ragazze lo fissarono affascinate.” (CFR. pag. 13)
“Nella luce ancora viva del tramonto non sembrava un uomo, ma un semidio, un eroe mitico
scaturito da una saga nordica.” (CFR. pag. 21)

Blore: era un ex agente di polizia e si presentò agli altri ospiti sotto falsa identità, si finse un colono
del sud Africa perché voleva che il suo compito e la sua identità restassero un segreto. In quanto era
stato un agente di polizia doveva mantenere il controllo e la sicurezza durante il periodo del
soggiorno. Svelò poi successivamente la sua vera identità. Era un uomo affidabile e molto
determinato.
“-Ha bevuto un bicchiere di troppo- diagnosticò da competente” (CFR. pag. 14)
“E’ più vicino lui di me al giorno del giudizio, questo è sicuro!” (CFR. pag. 15)
Era di corporatura massiccia e muscolosa ma il viso non dava molta espressione.
“Il volto riflesso aveva qualcosa di militaresco con quei baffi. Era poco espressivo. Gli occhi erano
grigi e piuttosto ravvicinati.” (CFR. pag.14)
Rogers: era il maggiordomo della villa, lui e sua moglie erano stati chiamati a servire gli ospiti,
senza però sapere l’identità dei padroni di casa. Era un uomo di classe e rigoroso, un ottimo
casalingo ed era portato per le faccende domestiche.
“La dignità grave degli ospiti rassicurò gli ospiti.” (CFR. pag. 24)
“Era un uomo alto e magro, coi capelli grigi, distintissimo.” (CFR. pag. 24)

Signora Rogers: era la moglie del maggiordomo e anche lei, come il marito, prestava servizio agli
ospiti svolgendo i lavori in cucina. Era una donna piuttosto strana ma comunque rispettabile.
“La signora Rogers aveva una voce piatta e monotona. Tuttavia, aveva un’aria rispettabile, con i
capelli raccolti sulla nuca e il vestito nero. Ma che strani occhi… continuavano a spostarsi da un
punto all’altro della stanza.” (CFR. pag. 25)

PERSONAGGI secondari:
Freed Narracott: timoniere del battello che trasporta gli ospiti e i viveri alla villa; riceveva gli
ordini dal signor Morris.
Isaac Morris: non é un gentiluomo; implicato in una truffa in Borsa e immischiato in traffico di
stupefacenti. Ha comprato l’isola dichiarando però di averla acquistata attraverso un terzo,
sconosciuto.
Anche in questo caso i personaggi non sono presentati con una descrizione diretta ma si possono
cogliere alcune informazioni sparse durante il racconto. Non è quindi possibile fornire una citazione
della presentazione.

LUOGHI:
 Nigger Island: la villa. La vicenda si svolge esclusivamente su quest’isola misteriosa, sulla
quale sorge un’altrettanta sinistra villa, solitaria, a largo contatto con la gente e il paese.
 “Il lato sud dell’isola era tutto diverso, scendeva dolce declivio fino al mare. La casa era là:
bassa, quadrata, modernissima, con grandi finestre che lasciavano penetrare molta luce. Una
casa pienamente all’altezza di ogni aspettativa. (CFR. pag. 23)
TEMPO:
 Tempo della storia: una settimana
 Tempo del racconto: 16 capitoli, epilogo, 209 pagine
 Epoca in cui si svolge la vicenda: 1939
 Epoca in cui vive lo scrittore: 1890-1976

STILE: breve analisi


 Livello lessicale: ricercato ma non specialistico
 Con terminologia: attuale e letteraria
 Aggettivazione: ricorrente e particolareggiata
FIGURE RETORICHE:
Similitudine: “poi, raggruppati di nuovo come un piccolo gregge, erano tornati nel salotto per
sedere lì” (CFR. pag. 74)
Similitudine: “Vera era come un uccello che ha battuto la testa contro un vetro e poi è stato
raccolto e se ne sta lì terrorizzato, incapace di muoversi, sperando di salvarsi con l’immobilità.”
(CFR. pag.97)

GIUDIZIO PERSONALE SULL’OPERA:


È stato un libro molto interessante e coinvolgente. E’ ricco di descrizioni e riflessioni dei
personaggi, prevale quindi un ritmo lento, anche se non mancano parti di suspance e di tensione. E’
un racconto giallo strutturato molto bene, la scrittrice, infatti, durante il corso della storia, lascia dei
piccoli indizi utili per capire il finale e per collegarsi con i vari avvenimenti. Il finale non me lo
sarei mai aspettato come descritto, fino all’ultimo ho sempre cercato di intuire il vero assassino, ma
senza ottenere soddisfacenti risultati. E’ veramente un libro ideale per gli amanti dei racconti gialli
un po’ misteriosi e intriganti, magari anche un po’ complicati, ma ottimi per rilassarsi e perdersi in
storie fantastiche.

FORNONI OLGA

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